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POSSESSO

Il possesso è una situazione di fatto che consiste nell’utilizzare una cosa e nel disporne, nei modi e con i poteri che la legge
attribuisce ai titolari di diritti sulla cosa stessa.
I diritti reali di godimento conferiscono diversi diritti tra cui il possesso. Il codice attribuisce giuridica rilevanza alle
situazioni di fatto che si manifestano attraverso attività corrispondente all’esercizio dei diritti reali  situazioni possessorie
La differenza che corre tra ius possessionis e ius possidendi:
 Il primo designa l’insieme dei vantaggi che il possesso di per sé genera a favore del possessore
 Il secondo designa la situazione di chi ha effettivamente diritto a possedere il bene: diritto che implica il potere di
rivendicare il bene stesso presso chiunque lo possieda senza titolo (così ad es. il ladro ha lo ius possessionis, il
proprietario lo ius possidendi).
Il possesso quindi non è un diritto bensì una situazione di fatto che ha effetti giuridici.
Oggetti del possesso  cose materiali. NO = beni demaniali / beni patrimonio dello Stato etc  questi non possono essere
difatti acquistati per usucapione.

Le distinte situazioni possessorie


Il legislatore non conferisce la stessa rilevanza a tutte le situazioni di fatto che comportano l’esercizio di un potere su un bene.
Occorre distinguere:

 POSSESSO PIENO (corpore et animo) : vi sono due elementi costitutivi:


o quello oggettivo  che consiste nell’avere la disponibilità di fatto della cosa;
o l’altro soggettivo  consistente nella volontà del soggetto di comportarsi come proprietario riferendosi al
bene ad esclusione di un altro [es il ladro che utilizza l’auto come se fosse sua]
 DETENZIONE (corpus): vi sono due elementi costitutivi:
o quello oggettivo  che consiste nell’avere la disponibilità di fatto della cosa;
o l’altro soggettivo  consistente nella volontà del soggetto di godere e disporre del bene, ma nel rispetto dei
diritti che riconosce spettare anche ad altri [es l’inquilino dell’immobile riconosce che non è il proprietario e
ne rispetta il diritto di quest’ultimo pagando il canone non apportando innovazioni non consentitegli etc]
 POSSESSO MEDIATO (animus)  che è caratterizzato dal solo elemento soggettivo, mentre la disponibilità
materiale compete al detentore.
Il possesso su un determinato bene può essere esercitato congiuntamente da più soggetti ad un medesimo titolo (es casa
acquistata in comunione)  si parla perciò di compromesso

Possesso e detenzione
La differenza tra possesso pieno e detenzione sta nell’aspetto soggettivo che è relativo allo stato psicologico del soggetto.
Tuttavia non è da considerare lo stato psicologico dell’individuo nel momento in cui acquisisce il bene bensì nel momento in
cui manifesta all’esterno (in poche parole conta quello che si può osservare e non l’aspetto interiore).
Esempio: prendo in prestito un libro. Si potrebbe pensare che sia scontato che io restituisca il libro e che quindi sia una
detenzione. Ciò tuttavia non dimostra nulla perché quel che conta è la manifestazione finale. Difatti solo nel momento in cui
restituisco il libro dimostro la detenzione ovvero consapevolezza di poter godere di un bene sapendo che però non è di mia
proprietà. Caso diverso è se ad esempio non restituisco il libro. Questo fatto ancora una volta non dimostra il possesso pieno
perché non vi è stata alcuna manifestazione. Se invece dichiaro esplicitamente di non volerlo restituire in questo caso il
possesso è provato e quindi si ha il Mutamento da detenzione a possesso.

Le qualificazioni del possesso e della detenzione


Il possesso si distingue in:
1) POSSESSO LEGITTIMO  si ha quando il potere di godimento e disposizione è esercitato dall’effettivo
proprietario del bene. Si ha coincidenza della situazione di fatto con quella di diritto
2) POSSESSO ILLEGITTIMO  si ha quando il potere di godimento e di disposizione è esercitato di fatto da persona
diversa dal titolare del diritto di proprietà. Situazione di fatto ≠ situazione di diritto e si articola a sua volta in:
 Possesso illegittimo di buona fede  dove il possessore ha acquisito la materiale disponibilità del bene
ignorando di ledere ad altri
 Possesso illegittimo di mala fede  dove il possessore ha acquisito la materiale disponibilità del bene,
consapevole del difetto del proprio titolo di acquisto
 Possesso illegittimo vizioso  dove il possessore ha acquisito la materiale disponibilità del bene non solo in
malafede ma addirittura con violenza (es mediante rapina)
La detenzione di distingue in:
1) Detenzione QUALIFICATA  quando il detentore ha acquisito la materiale disponibilità del bene nell’interesse
proprio (es inquilino)
2) Detenzione NON QUALIFICATA  quando il detentore ha acquistato la materiale disponibilità del bene per ragioni
di ospitalità (es accolgo il mio amico nel mio apt) o di servizio (meccanico a cui affido la mia auto per la
manutenzione)

Il possesso di diritti reali minori


Sul medesimo bene possono coesistere possessi di tipo diverso tipo (es sulla stessa proprietà di tizio può coesistere con
l’usufrutto Caio e la servitù di Sempronio).
Chi ha il possesso corrispondente all’esercizio di un diritto reale minore (es servitù o usufrutto) può modificare il titolo del
proprio possesso solo attraverso uno di quei mezzi idonei a consentire la trasformazione in possesso  interversione del
possesso (es tramite opposizione nei confronti del possessore a titolo di proprietà oppure causa proveniente da un terzo)

L’acquisto e la perdita del possesso


Modalità di ACQUISTO DEL POSSESSO:

 In modo originario  con l’impossessamento della cosa contro o senza la volontà di un eventuale precedente
possessore ed il conseguente esercizio sulla cosa stessa di poteri di fatto corrispondenti a quelli spettanti al titolare di
un diritto reale (es mi impossesso di un’auto incustodita). Non si verifica ciò se ad esempio un amico si trattiene nella
mia villa quando non ci sono, non per questo egli diventa possessore della villa.
 In modo derivativo  con la consegna del materiale o simbolica (es consegna delle chiavi) del bene da parte del
precedente al nuovo possessore.
Vengono riconosciute due modalità di consegna della cosa:
o Traditio brevi manu  quando il detentore acquista il possesso del bene (es l’inquilino che acquista la casa
che deteneva ne acquisisce il possesso senza mutare la sua relazione con essa)
o Costituto possessorio  quando il possessore acquista la detenzione del bene (es acquisto un immobile
contemporaneamente concedendolo in locazione al venditore egli conserva la relazione materiale ma ne
perde il possesso)
La PERDITA DEL POSSESSO si verifica quando vengono a meno uno o entrambi gli elementi del possesso, ovvero:
corpus e animus.
Per la perdita del corpus non basta una momentanea dimenticanza o un’occasionale distacco con la cosa. Occorre una
definitiva irreperibilità o irrecuperabilità del bene da parte del possessore (es furto, rapina etc).
- Per gli immobili la mancanza del corpus non priva il soggetto del possesso, quest’ultimo ha un anno entro la quale
può rivendicare il proprio possesso).
- Il possessore illegittimo è di norma tenuto a restituire al titolare del diritto non solo il bene ma anche i frutti dal bene
prodotti a partire dal momento in cui ha avuto inizio il suo possesso.
Eccezione per il possesso illegittimo di buona fede: in tale ipotesi il possessore ha diritto di tenersi i frutti, dovrà
consegnare solo quelli percepiti in seguito alla lite

Effetti del possesso


Il possesso rileva principalmente:
1) Quale titolo per l’acquisto dei frutti del bene posseduto e per il rimborso delle spese sullo stesso effettuate
2) Quale possibile presupposto per l’acquisto della proprietà del bene posseduto
3) Quale oggetto di tutela contro le altrui aggressioni
Le spese
Quanto alle spese si distinguono:

 Spese ordinarie  quelle che servono per la produzione dei frutti ed i loro raccolto + riparazioni ordinarie del bene.
Si ha diritto al rimborso limitatamente al tempo per il quale è tenuto a restituire i frutti
 Spese straordinarie  quelle che servono alle riparazioni straordinarie di cui il possessore ha sempre diritto di
rimborso
 Spese per i miglioramenti  di cui il possessore ha diritto di rimborso, purchè i miglioramenti sussistano al tempo
della restituzione. Per quanto riguarda l’importo:
1) se in buona fede  si deve corrispondere una misura dell’aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei
miglioramenti
2) se in mala fede  nella minor somma tra spesa e migliorato

Al possessore di buona fede è riconosciuta il diritto di ritenzione = diritto di non restituire il bene fino a che non gli siano
state corrisposte le indennità dovute di spese, riparazioni e miglioramenti.

L’acquisto della proprietà in forza del possesso


1) LA REGOLA “POSSESSO VALE TITOLO”
Se acquisto un bene da chi non ne è il proprietario (acquisto a non domino), non ne divento proprietario, anche se ho
agito secondo la buona fede, perché chi mi ha alienato il bene e non era legittimato a farlo. Tale principio non è applicato
rigorosamente in quanto altrimenti per essere sicuri di non restare esposti all’azione di rivendicazione da parte del
proprietario, prima di qualsiasi acquisto occorrerebbe indagare se l’alienante è davvero il legittimo proprietario del bene,
o se egli ha a sua volta acquistato correttamente a domino, e così via.
Ora (se per i beni immobili sono costituiti appositi registri di consultazione) per quel che riguarda i beni mobili il
legislatore ha dettato la regola del “possesso vale titolo”, in forza della quale chi acquista un bene a non domino, ne
diventa proprietario, purché concorrano i seguenti presupposti:
a) Che l’acquisto riguardi beni mobili
b) Che l’acquirente possa vantare un titolo idoneo al trasferimento della proprietà: cioè un contratto non solo
astrattamente atto al trasferimento del diritto dominicale ma anche che non presenti vizi (es., una compravendita nulla per
difetto di forma).
c) Che l’acquirente, oltre ad aver stipulato l’atto d’acquisto del bene mobile, ne abbia altresì acquistato il possesso.
d) Che l’acquirente sia in buona fede nel momento in cui il bene gli viene consegnato: peraltro a tale fine non basta che
l’acquirente ignori che l’alienante non aveva diritto di disporre della cosa, ma occorre altresì che tale ignoranza non
dipenda da sua colpa; La buona fede è esclusa se l’acquirente conosce l’illegittima provenienza della cosa.
Quello realizzato in forza dell’applicazione della regola “possesso vale titolo” costituisce acquisto a titolo
originario.

L’Art.1153 comma 2, cod. civ. dispone che la proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa (se questi non
risultano dal titolo e vi è buona fede dell’acquirente). Quindi, se acquisto a non domino, in buona fede, un quadro e chi
me lo vende non mi dice che su di esso è costituito un pegno, non soltanto divento proprietario del quadro, ma contro di
me non può neppur essere fatto valere il diritto di un pegno dal creditore pignoratizio.

Un ulteriore conseguenza della regola “possesso vale titolo”:


Può darsi che taluno alieni il medesimo bene mobile a più persone o costituisca lo stesso diritto a favore di più persone,
ovvero cerchi di trasferire a persone diverse diritti tra loro incompatibili (es. l’usufrutto più persone). L’art. 1155 c.c.
stabilisce che, se taluno con successivi contratti aliena a più persone un bene mobile, tra esse quella che per prima ne
acquista in buona fede il possesso è preferita alle altre, anche se il suo titolo è di data posteriore.

I principi fin qui esaminati non si applicano per le università di beni mobili e dei beni mobili iscritti in pubblici registri.

2) USUCAPIONE
Può accadere che un bene abbia per anni un possessore non proprietario e un proprietario non possessore. Al protrarsi di
questa situazione la legge ricollega una precisa conseguenza: il proprietario perde il diritto di proprietà, il possessore lo
acquista.
È irrilevante agli effetti dell’usucapione, che il possesso sia di buona o di mala fede. Questa circostanza può influire solo
sulla durata del possesso necessario per l’usucapione. Occorre però che il possesso sia goduto alla luce del sole: se il
possesso è stato conseguito con violenza o in modo clandestino, il tempo utile per l’usucapione comincia a decorrere solo
da quando sia cessata la violenza o la clandestinità. È cruciale però distinguere la detenzione dal possesso: nel primo caso
si tiene l'oggetto soltanto in custodia, ci si comporta cioè come se il possesso fosse altrui e ciò non da inizio ad alcun ciclo
di usucapione. Ad esempio un libro preso in prestito da un amico, anche se mai chiesto indietro, non darà mai inizio a un
processo di usucapione, se non interverrà un fatto oggettivo con il quale si manifesti la volontà di trasformare la
detenzione in possesso vero e proprio.
Seguendo il citato esempio solo quando colui che ha preso in prestito il libro comunicherà al prestante la volontà di
appropriarsi del libro (per esempio negandone la restituzione in seguito a una richiesta del prestante) avrà inizio il calcolo
del tempo di usucapione.

Il fondamento dell’usucapione è in un’esigenza di ordine generale, che è quella di eliminare le situazioni di incertezza
circa l’appartenenza dei beni: una consolidata situazione di fatto come il possesso di un
bene protratto per un certo tempo è di per sé stessa considerata modo di acquisto della proprietà.
Il possesso protratto per un certo lasso di tempo fa acquistare al possessore la titolarità del diritto reale corrispondente
alla situazione di fatto esercitata: l’usucapione costituisce dunque un modo di acquisto a titolo originario della
proprietà e dei diritti reali minori.

L’usucapione si distingue dalla prescrizione estintiva (art. 2934 c.c.):


 in entrambi gli istituti hanno importanza il fattore tempo e l’inerzia del titolare del diritto: ma nella prescrizione
questi elementi danno luogo all’estinzione, nell’usucapione all’acquisto di un diritto;
 la prescrizione ha una portata generale, in quanto si riferisce a tutti i diritti, salvo eccezioni; l’usucapione
riguarda invece solo la proprietà e i diritti reali minori.

Per usucapione possono acquistarsi solo la proprietà ed i diritti reali di godimento che sono il diritto di superficie,
l'enfiteusi, l'usufrutto, l'uso, l'abitazione e le servitù. (ad eccezione delle servitù non apparenti), con esclusione quindi dei
diritti reali di garanzia.

Affinchè si verifichi l’usucapione, debbono concorrere i seguenti presupposti:


 Il possesso, in buona o mala fede del bene  Se il possesso (illegittimo, di mala fede) viene acquistato con violenza
(rapina o clandestinità,) il possesso utile per usucapire decorre solo dal momento un cui sono cessate la violenza e la
clandestinità
 La continuità del possesso per un certo lasso di tempo  peraltro, al fine di dimostrare la continuità del suo possesso, il
soggetto interessato non ha l’onere di fornire la prova di aver posseduto il bene per tutto l’arco richiesto, istante per
istante
(es esibire un atto dal quale risulti una data certa; in tal caso la legge presume che il possesso abbia avuto inizio dalla data
del titolo (presunzione di possesso anteriore).
 La non interruzione del possesso  che si ha allorquando, nel lasso di tempo richiesto dalla legge, non intervenga:
o Né una causa di interruzione c.d. naturale dell’usucapione, che si verifica allorquando il soggetto perda il
possesso del bene (es. per abbandono o trasferimento); con la precisazione, in ipotesi di perdita del possesso in
conseguenza del fatto del terzo che se ne appropri, l’interruzione si considera verificata solo se chi si è visto
privato del possesso non abbia proposto l’azione diretta a recuperare il perduto possesso entro il termine di un
anno dall’avvenuto spoglio;
o Né una causa di interruzione c.d. civile dell’usucapione  che si verifica allorquando contro il possessore, che
pure conserva materialmente il possesso del bene, venga proposta una domanda giudiziale volta a privarlo di esso
(es azione di rivendicazione o di spoglio)
 Il decorso di un certo lasso di tempo  che il codice fissa in 20 anni (usucapione ordinaria): ai fini del computo del
tempo utile ai fini dell’usucapione, chi abbia acquisito il possesso a titolo particolare può sommare al tempo del proprio
possesso anche il tempo del possesso dei propri danti causa, mentre chi ha acquisito il possesso a titolo universale si
giova del possesso del suo autore.
Per altro la legge prevede relativamente a talune ipotesi termini di usucapione più brevi ( usucapione abbreviata); e
precisamente:
1) Di 10 anni per i beni immobili e di 3 anni per i beni mobili registrati, quando oltre a quelli fin qui indicati,
concorrono cumulativamente i seguenti presupposti:
 Che il possessore possa vantare a suo favore un titolo idoneo a trasferire la proprietà (es. l’usufrutto che và
trascritto in appositi registri pubblici) non inficiato da altri vizi se non quello di essere stato stipulato da chi non è
legittimato a disporre del bene: si tratta di un’ipotesi di acquisto a non domino;
 Che l’acquirente abbia acquistato il possesso del bene in buona fede
 Che sia stata effettuata la trascrizione del titolo: il termine utile per l’usucapione decorre proprio dalla data
della trascrizione
2) Di 10 anni per le universalità di mobili quando, oltre a quelli fin qui indicati, concorrono cumulativamente i
seguenti presupposti:
 Che il possessore possa vantare a suo favore un titolo idoneo all’acquisto del diritto Che l’acquirente
abbia acquistato il possesso del bene in buona fede
3) Di 10 anni per i beni mobili non registrati quando l’acquirente abbia acquistato il suo possesso in
buona fede.
4) Di 15 anni per i fondi rustici con annessi fabbricati situati in comuni

L’acquisto del diritto in forza di usucapione avviene ex lege, nel momento stesso in cui matura il termine normativamente
previsto.

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