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Il possesso è una situazione di fatto che consiste nell’utilizzare una cosa e nel disporne, nei modi e con i poteri che la legge
attribuisce ai titolari di diritti sulla cosa stessa.
I diritti reali di godimento conferiscono diversi diritti tra cui il possesso. Il codice attribuisce giuridica rilevanza alle
situazioni di fatto che si manifestano attraverso attività corrispondente all’esercizio dei diritti reali situazioni possessorie
La differenza che corre tra ius possessionis e ius possidendi:
Il primo designa l’insieme dei vantaggi che il possesso di per sé genera a favore del possessore
Il secondo designa la situazione di chi ha effettivamente diritto a possedere il bene: diritto che implica il potere di
rivendicare il bene stesso presso chiunque lo possieda senza titolo (così ad es. il ladro ha lo ius possessionis, il
proprietario lo ius possidendi).
Il possesso quindi non è un diritto bensì una situazione di fatto che ha effetti giuridici.
Oggetti del possesso cose materiali. NO = beni demaniali / beni patrimonio dello Stato etc questi non possono essere
difatti acquistati per usucapione.
Possesso e detenzione
La differenza tra possesso pieno e detenzione sta nell’aspetto soggettivo che è relativo allo stato psicologico del soggetto.
Tuttavia non è da considerare lo stato psicologico dell’individuo nel momento in cui acquisisce il bene bensì nel momento in
cui manifesta all’esterno (in poche parole conta quello che si può osservare e non l’aspetto interiore).
Esempio: prendo in prestito un libro. Si potrebbe pensare che sia scontato che io restituisca il libro e che quindi sia una
detenzione. Ciò tuttavia non dimostra nulla perché quel che conta è la manifestazione finale. Difatti solo nel momento in cui
restituisco il libro dimostro la detenzione ovvero consapevolezza di poter godere di un bene sapendo che però non è di mia
proprietà. Caso diverso è se ad esempio non restituisco il libro. Questo fatto ancora una volta non dimostra il possesso pieno
perché non vi è stata alcuna manifestazione. Se invece dichiaro esplicitamente di non volerlo restituire in questo caso il
possesso è provato e quindi si ha il Mutamento da detenzione a possesso.
In modo originario con l’impossessamento della cosa contro o senza la volontà di un eventuale precedente
possessore ed il conseguente esercizio sulla cosa stessa di poteri di fatto corrispondenti a quelli spettanti al titolare di
un diritto reale (es mi impossesso di un’auto incustodita). Non si verifica ciò se ad esempio un amico si trattiene nella
mia villa quando non ci sono, non per questo egli diventa possessore della villa.
In modo derivativo con la consegna del materiale o simbolica (es consegna delle chiavi) del bene da parte del
precedente al nuovo possessore.
Vengono riconosciute due modalità di consegna della cosa:
o Traditio brevi manu quando il detentore acquista il possesso del bene (es l’inquilino che acquista la casa
che deteneva ne acquisisce il possesso senza mutare la sua relazione con essa)
o Costituto possessorio quando il possessore acquista la detenzione del bene (es acquisto un immobile
contemporaneamente concedendolo in locazione al venditore egli conserva la relazione materiale ma ne
perde il possesso)
La PERDITA DEL POSSESSO si verifica quando vengono a meno uno o entrambi gli elementi del possesso, ovvero:
corpus e animus.
Per la perdita del corpus non basta una momentanea dimenticanza o un’occasionale distacco con la cosa. Occorre una
definitiva irreperibilità o irrecuperabilità del bene da parte del possessore (es furto, rapina etc).
- Per gli immobili la mancanza del corpus non priva il soggetto del possesso, quest’ultimo ha un anno entro la quale
può rivendicare il proprio possesso).
- Il possessore illegittimo è di norma tenuto a restituire al titolare del diritto non solo il bene ma anche i frutti dal bene
prodotti a partire dal momento in cui ha avuto inizio il suo possesso.
Eccezione per il possesso illegittimo di buona fede: in tale ipotesi il possessore ha diritto di tenersi i frutti, dovrà
consegnare solo quelli percepiti in seguito alla lite
Spese ordinarie quelle che servono per la produzione dei frutti ed i loro raccolto + riparazioni ordinarie del bene.
Si ha diritto al rimborso limitatamente al tempo per il quale è tenuto a restituire i frutti
Spese straordinarie quelle che servono alle riparazioni straordinarie di cui il possessore ha sempre diritto di
rimborso
Spese per i miglioramenti di cui il possessore ha diritto di rimborso, purchè i miglioramenti sussistano al tempo
della restituzione. Per quanto riguarda l’importo:
1) se in buona fede si deve corrispondere una misura dell’aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei
miglioramenti
2) se in mala fede nella minor somma tra spesa e migliorato
Al possessore di buona fede è riconosciuta il diritto di ritenzione = diritto di non restituire il bene fino a che non gli siano
state corrisposte le indennità dovute di spese, riparazioni e miglioramenti.
L’Art.1153 comma 2, cod. civ. dispone che la proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa (se questi non
risultano dal titolo e vi è buona fede dell’acquirente). Quindi, se acquisto a non domino, in buona fede, un quadro e chi
me lo vende non mi dice che su di esso è costituito un pegno, non soltanto divento proprietario del quadro, ma contro di
me non può neppur essere fatto valere il diritto di un pegno dal creditore pignoratizio.
I principi fin qui esaminati non si applicano per le università di beni mobili e dei beni mobili iscritti in pubblici registri.
2) USUCAPIONE
Può accadere che un bene abbia per anni un possessore non proprietario e un proprietario non possessore. Al protrarsi di
questa situazione la legge ricollega una precisa conseguenza: il proprietario perde il diritto di proprietà, il possessore lo
acquista.
È irrilevante agli effetti dell’usucapione, che il possesso sia di buona o di mala fede. Questa circostanza può influire solo
sulla durata del possesso necessario per l’usucapione. Occorre però che il possesso sia goduto alla luce del sole: se il
possesso è stato conseguito con violenza o in modo clandestino, il tempo utile per l’usucapione comincia a decorrere solo
da quando sia cessata la violenza o la clandestinità. È cruciale però distinguere la detenzione dal possesso: nel primo caso
si tiene l'oggetto soltanto in custodia, ci si comporta cioè come se il possesso fosse altrui e ciò non da inizio ad alcun ciclo
di usucapione. Ad esempio un libro preso in prestito da un amico, anche se mai chiesto indietro, non darà mai inizio a un
processo di usucapione, se non interverrà un fatto oggettivo con il quale si manifesti la volontà di trasformare la
detenzione in possesso vero e proprio.
Seguendo il citato esempio solo quando colui che ha preso in prestito il libro comunicherà al prestante la volontà di
appropriarsi del libro (per esempio negandone la restituzione in seguito a una richiesta del prestante) avrà inizio il calcolo
del tempo di usucapione.
Il fondamento dell’usucapione è in un’esigenza di ordine generale, che è quella di eliminare le situazioni di incertezza
circa l’appartenenza dei beni: una consolidata situazione di fatto come il possesso di un
bene protratto per un certo tempo è di per sé stessa considerata modo di acquisto della proprietà.
Il possesso protratto per un certo lasso di tempo fa acquistare al possessore la titolarità del diritto reale corrispondente
alla situazione di fatto esercitata: l’usucapione costituisce dunque un modo di acquisto a titolo originario della
proprietà e dei diritti reali minori.
Per usucapione possono acquistarsi solo la proprietà ed i diritti reali di godimento che sono il diritto di superficie,
l'enfiteusi, l'usufrutto, l'uso, l'abitazione e le servitù. (ad eccezione delle servitù non apparenti), con esclusione quindi dei
diritti reali di garanzia.
L’acquisto del diritto in forza di usucapione avviene ex lege, nel momento stesso in cui matura il termine normativamente
previsto.