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t r a c c E 

Gli atteggiamenti della


Curia romana davanti
all’espulsione degli ebrei
italiani dalle scuole: un caso
Elena Mazzini

Premessa in cui venne a trovarsi un istituto religioso


I documenti inediti che verranno discussi di Roma, appartenente alla Congregazione
lungo il testo provengono dall’Archivio sto- delle Suore della Carità di Nevers. A questo
rico della Segreteria di Stato della Città del istituto giunsero, nel settembre del 1938,
Vaticano, Sezione Affari Ecclesiastici Stra- numerose lettere da parte di ebrei conver-
ordinari1. Queste fonti sono state prodotte titi e non convertiti richiedenti l’ammis-
599
nel 1938, anno durante il quale il regime sione ai corsi scolastici dopo il varo del de-
fascista promulgò le leggi razziali contro creto d’espulsione dalle scuole italiane del
gli ebrei italiani e stranieri residenti nella 5 settembre 19383.
penisola2. Ernesto Ruffini, all’epoca segretario della
In particolare, i quattro documenti selezio- Sacra Congregazione dei seminari e degli
nati fra la folta messe di materiali rinve- studi universitari della Santa Sede, trasmet-
nuti presso detto archivio, e presentati nel teva in data 12 settembre a Eugenio Pacelli,
terzo paragrafo, riguardano la circostanza segretario di Stato di Pio XI, un dispaccio in

1
  Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, Archivio Storico, Congregazione degli Affari Eccle-
siastici Straordinari [d’ora in poi: S.RR.SS., AA.EE.SS], Posizione 1054, Italia, fasc. 731, ff. 13-16.
2
  La letteratura storiografica pubblicata sul capitolo delle leggi razziali in Italia è assai vasta per cui per
economia di spazio rimando ai seguenti contributi: R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo,
Torino, Einaudi, 1961; E. Collotti, Il fascismo e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia, Roma, Laterza, 2006;
M. Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Torino, Einaudi, 2007; M.A Matard-
Bonucci, L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei, Bologna, Il Mulino, 2008 [Paris, 2007]; J. Zimmerman
(a cura di), Jews in Italy under Fascist and Nazi Rule, 1922-1945, Cambridge, Cambridge University Press,
2009; F. Germinario, Fascismo e antisemitismo. Progetto razziale e ideologia totalitaria, Roma, Laterza,
2009; G. Israel, Il fascismo e la razza. La scienza italiana e le politiche razziali del regime, Bologna, Il Mu-
lino, 2010; D. Menozzi, A. Mariuzzo (a cura di), A settant’anni dalle leggi razziali. Profili culturali, giuridici
e istituzionali dell’antisemitismo, Roma, Carocci, 2010; M. Livingston, The Fascists and the Jews of Italy
Mussolini’s Race Laws (1938-1943), Cambridge, Cambridge University Press, 2014.
3
  Su questo decreto legge e sulle sue conseguenze rimando al saggio di A. Capristo, Il decreto legge del 5
settembre 1938 e le altre norme antiebraiche nelle scuole, nelle università e nelle accademie, «La Rassegna
mensile di Israel», 2007, 2, pp. 131-167.

ISSN 1127-3070
Contemporanea / a. XIX, n. 4, ottobre-dicembre 2016 © Società editrice il Mulino
cui si formulava la domanda circa la possi- Il contesto
bilità di ammettere a suddetto istituto non La progressiva erosione dello stato di di-
solo alunni nati cattolici da un matrimonio ritto acquisito in età liberale si compì sotto
misto ma anche i fanciulli ebrei non con- il regime fascista in maniera graduale ma
vertiti (I Documento). non per questo meno invasiva e si rafforzò
La risposta che Pacelli fece pervenire a a partire dagli anni Trenta con l’emana-
Ruffini in data 17 settembre confermò, zione di due apposite normative razziste e
dopo aver esplicitato la consultazione in discriminatorie: la prima varata fra il 1936-
materia con il padre gesuita Pietro Tacchi 1937 a danno delle popolazioni indigene
Venturi, che gli ebrei cattolici potevano abitanti nelle colonie africane dell’impero
essere senz’altro ammessi, lasciando però fascista, l’altra, come già detto, contro gli
inevasa la questione relativa a quegli ebrei italiani e stranieri4. Specificatamente
ebrei non convertiti: una questione pur le leggi del 1938 scompaginarono l’assetto
indicata da Ruffini come caso urgente, istituzionale, politico e sociale di tutti coloro
necessitante di tempestivi chiarimenti da che, ebrei convertiti e non, erano vissuti
parte dell’istituzione ecclesiastica (II Do- sino a quel momento dentro a una cornice
cumento). culturale e politica in cui non era stata la
Della lettera tanto breve quanto prudente specifica identità religiosa a farsi veicolo di
vergata da Pacelli, ho rinvenuto due mi- cittadinanza e di garanzia di diritti civili5.
600
nute: l’una dattiloscritta, l’altra scritta a Fu in quell’anno che vennero meno tutti i
mano, ambedue a firma del futuro Pio XII principi su cui l’Italia era stata fondata seb-
(III e IV Documento). Sono due testimo- bene i germi incubatori della soppressione
nianze che gettano luce sui meccanismi delle libertà civili, politiche e religiose fos-
interni alla Curia romana e sulla gestione sero stati gettati dal fascismo in qualità di
politica della situazione in cui vennero a regime autoritario alla guida del paese.
trovarsi i perseguitati in quei primi mesi Per quel che riguarda lo stato delle libertà
della normativa antisemita. religiose fu infatti con la stipula dei patti del
Precedente ad un’analisi dei documenti Laterano dell’11 febbraio 1929 che il mo-
esposti in questa sede, è necessario trac- dello liberale subì una brusca trasforma-
ciare, seppur brevemente, il contesto sto- zione in senso coercitivo e sempre più con-
rico in cui quelle fonti sono state prodotte. fessionalizzante, relegando, tramite un’ap-

4
  Sul nesso fra il quadro normativo discriminativo adottato nelle colonie e le successive leggi antisemite
introdotte in Italia cfr. E. De Cristofaro, Codice della persecuzione. Il razzismo e i giuristi nei regimi nazista
e fascista, Torino, Giappichelli, 2008; O. De Napoli, La prova della razza. Cultura giuridica e razzismo in
Italia negli anni Trenta, Firenze, La Nuova Italia, 2009; S. Falconieri, La legge della razza. Strategie e luoghi
del discorso giuridico fascista, Bologna, Il Mulino, 2011. Per quanto riguarda l’atteggiamento della Chiesa
verso le politiche coloniali del fascismo cfr. L. Ceci, Il papa non deve parlare. Chiesa, fascismo e guerra
d’Etiopia, Roma, Laterza, 2010.
5
  Delle famiglie ebraiche e anche di quelle cosiddette «miste» nel loro vivere quotidiano ne ha discusso il
saggio di I. Nidam-Orvieto, The Impact of Anti-Jewish Legislation on the Every Day Life and the Response
of Italian Jews (1938-1943), in J. Zimmerman (a cura di), Jews in Italy under Fascist and Nazi Rule, cit., pp.
158-181.
posita legge, le religioni diverse da quella Il censimento voluto dal fascismo il 22 ago-
cattolica allo status di «culti ammessi», sto 1938 al fine di stabilire il numero totale
ovvero tollerati, dallo stato italiano6. Con il della popolazione ebraica residente in Italia
Concordato e il trattato si operò dunque un si basava su principi razzisti in cui erano
ritorno al quadro giuridico esistente prima considerati di razza ebraica «pura» tutti gli
dell’unità d’Italia, precisamente al 1848 e individui dichiaratisi ebrei al censimento,
allo Statuto albertino. Secondo l’articolo 36 o anche non dichiaratisi tali perché appar-
del Concordato lateranense, la religione tenenti ad altra o a nessuna religione ma
cattolica era «fondamento e coronamento i cui genitori fossero entrambi ebrei; di
dell’istruzione pubblica», il suo insegna- razza ebraica «mista» furono considerati
mento reso obbligatorio anche nelle scuole gli individui con un solo genitore di reli-
medie e superiori. L’obbligatorietà dell’in- gione ebraica; infine furono dichiarati di
segnamento per le scuole elementari era razza ebraica «imprecisata» (pura o mista)
già stata precedentemente sancita con regio i soggetti per i quali mancavano informa-
decreto legge del 19237. zioni certe sull’appartenenza religiosa dei
La situazione in cui caddero nel 1938 ebrei genitori. 
italiani, ebrei stranieri ed ebrei convertiti Alla fine di ottobre, a censimento ultimato,
al cristianesimo, fu di totale deprivazione dai dati gli ebrei convertiti al cattolicesimo
da qualsiasi punto di vista. Una fase que- erano di circa 2.600 unità, mentre gli ebrei
601
sta, inaugurata con la normativa antisemita non convertiti erano circa 46.656. Inoltre,
emanata in quell’anno ed operante fino alla dalle schede del censimento, si evinse che:
prima caduta del fascismo nel luglio 1943, un ebreo su tre aveva contratto matrimo-
che lo storico Michele Sarfatti ha definito nio con un coniuge di diversa religione
come della «persecuzione dei diritti», men- (cattolica nella maggior parte dei casi); gli
tre quella delle vite subentrò dopo l’8 set- ebrei registrati come cattolici dalla nascita
tembre 1943 con il conseguente mutamento e dunque nati da matrimonio misto erano
dell’assetto geo-politico della penisola8. circa 7.000; le coppie «razzialmente» miste

6
 Una dettagliata ricostruzione della ricezione da parte di una minoranza, quella ebraica, rispetto alle
normative varate dal fascismo durante gli anni Venti è contenuta nel saggio di I. Pavan, Diritti di libertà e
politiche religiose. Sguardi ebraici durante il fascismo (1922-1930), «Annali della Scuola Normale Superiore
di Pisa», Classe di lettere e filosofia, 2013, 5/1, pp. 129-161. Per uno sguardo d’insieme su «assimilazione» e
conversione rimando al libro di T.M. Endelman, Leaving the Jewish Fold. Conversion and Radical Assimi-
lation in Modern Jewish History, Princeton, Princeton University Press, 2015, pp. 190-224.
7
  La prospettiva confessionale sancita dal Concordato nel 1929 venne abbandonata e definitivamente su-
perata soltanto con la stipula di un nuovo Concordato fra Italia e Santa Sede, avvenuto sotto la presidenza
del consiglio di Bettino Craxi il 18 febbraio 1984. Sul Concordato del 1929 cfr. C.A. Jemolo, Chiesa e stato in
Italia dalla unificazione agli anni settanta, Torino, Einaudi, 1977; F. Margiotta Broglio, Italia e Santa Sede
dalla grande guerra alla Conciliazione, Bari, Laterza, 1966. Sull’accordo del 1984 si vedano i testi reperi-
bili al seguente indirizzo web della Presidenza del Consiglio dei Ministri, http://www.cdec.it/elenca_argo-
menti.asp?idargomento=132&tema.
8
 Cfr. M. Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938, Torino, Za-
morani, 1994, p. 61. Per un approfondimento documentario e storiografico in merito alla Shoah in Italia
rimando alla seguente risorsa online: http://www.cdec.it/elenca_argomenti.asp?idargomento=132&tema.
e religiosamente omogenee si aggiravano toria del regime fascista, tesa a colpire più
intorno alle 7.000 unità; le coppie «razzial- persone possibili e a coinvolgere più si-
mente» miste e religiosamente eterogenee tuazioni personali e familiari possibili. Le
contavano 5.000 migliaia di cui il 55% dei risposte alla persecuzione si orientarono
figli non erano cresciuti nella religione nelle direzioni più diverse11 nel cui novero
ebraica. Il numero delle conversioni regi- rientrano non solo le richieste di essere ri-
strate fra il 1938 e il 1939 fu di circa 3.8809. conosciuti cattolici da parte di quegli ebrei
Il censimento stabilì dunque la primazia che si erano convertiti al cattolicesimo in
del cosiddetto principio razziale su qualsi- anni antecedenti al 1938, ma anche quelle
asi altro aspetto, compresa la componente provenienti da ebrei che chiesero alle auto-
religiosa dell’individuo. Nel caso specifico rità ecclesiastiche competenti il battesimo e
degli ebrei cattolici ciò significò subire una la conversione, individuale o familiare, per
serie di conseguenze non solo materiali cercare una via di sopravvivenza in quel
ma anche psicologiche fra cui la riasse- contesto discriminatorio e liberticida.
gnazione di una identità eterodefinita e Da quanto si desume dai dati aggregati for-
artificiosamente imposta che colpì quindi niti dagli studi condotti sulle leggi razziali
sia l’individuo classificato come ebreo sia in Italia, sappiamo che nel 1932 gli iscritti
i nuclei familiari di cui faceva parte a di- nei registri delle Comunità italiane conta-
verso titolo. Inoltre è da tenere in conside- vano circa 45.410 unità mentre nel 1939
602
razione il contesto italiano dove la diffusa il numero era sceso a 35.156 ebrei iscritti.
esogamia era una condizione ben presente La differenza dei due dati ha due motivi: il
e radicata10. primo relativo all’introduzione della legge
Questo del resto rispecchiava la logica con Falco che portò a 4.868 abiure già dopo un
cui venne costruita la macchina persecu- anno dalla sua introduzione12. Il secondo

9
  Questi dati, come i successivi citati lungo il testo, provengono prevalentemente da un articolo firmato
da Dante Lattes, intellettuale di spicco nel panorama dell’ebraismo italiano Otto-Novecentesco, che lo
pubblicò nel 1960: cfr. D. Lattes, Coloro che sono partiti, «La Rassegna mensile di Israel», 1960, 8-9, pp. 347-
350. Numeri che verranno poi ripresi da R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi,
Torino 1961, pp. 89-91, in parte aggiornati da M. Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista, cit., pp. 89-93, così
come dal saggio, basato su una documentazione oggi non consultabile e custodita presso l’Archivio storico
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, di F. Del Regno, Tendenze politiche, religiose e culturali nella
Comunità ebraica di Roma fra il 1936 e il 1939, «Zakhor», 5, 2002, pp. 87-108.
10
  Rimando, anche per una comparazione fra diversi contesti europei, al saggio di A.M. Matard-Bonucci,
Demi-juifs, Mischlinge, misti: l’incertaine ligne de partage des persécutions antisémites, «Revue d’histoire
moderne et contemporaine», 2015, 2, pp. 137-171. In particolare cfr. i dati riportati in merito all’esogamia in
Italia, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Paesi Bassi e Urss a p. 145. Sulla situazione italiana nel 1938
rispetto alla percentuale dei matrimoni misti cfr. ibidem, p. 146.
11
  Sulle differenti risposte della comunità ebraica italiana all’indomani della promulgazione dei decreti
antisemiti del 1938 cfr. il saggio di I. Pavan, A betrayed community: the Italian Jewish community facing
persecution, in D. Tilles, S. Garau (a cura di), Fascism and the Jews. Italy and Britain, London-Portland,
Vallentine Mitchell, 2011, pp. 141-160.
12
  La legge Falco, introdotta nel 1930, operò un ordinamento giuridico omogeneo e identico per tutte le
comunità presenti sul territorio italiano. In base a questa disposizione normativa, veniva stabilita l’obbliga-
torietà per ciascun ebreo di iscriversi alla propria comunità di competenza, insieme al vincolo di sostenerla
finanziariamente tramite un contributo. Il rifiuto di registrarsi e di sostenere finanziariamente la comunità
risiede nell’effetto delle leggi razziali che Si ricordi infatti che il decreto legge ema-
comportò 460 dissociazioni già solo nei nato il 17 novembre 1938 non ricono-
primi mesi del 1938, 1.771 negli ultimi tre sceva, sul piano giuridico, i matrimoni
mesi del 1938 e 1.649 nel 193913. contratti dagli ebrei convertiti con i cat-
Le reazioni e le differenti prese di posizioni tolici15. Prima dell’approvazione di questa
assunte da Pio XI, dalla Curia romana e dalla disposizione, Pio XI dichiarò che in tal
Chiesa italiana in merito alle leggi razziali modo si violava l’articolo 34 del Concor-
del fascismo sono state, in tempi recenti, al dato e sul numero del 14-15 novembre
centro di numerosi studi che hanno saputo dell’«Osservatore romano» fu pubblicato
vagliare e interpretare l’ampio spettro de- un lungo articolo in cui veniva ribadito
gli atteggiamenti che hanno caratterizzato che gli unici divieti ammessi dalla Chiesa
la condotta dei diversi soggetti operanti in campo matrimoniale non avessero mai
all’interno dell’istituzione ecclesiastica14. riguardato questioni legate alla razza ma
Sulle leggi antisemite del 1938 è stato docu- esclusivamente fondati su motivi di or-
mentato e provato che l’orientamento mag- dine religioso.
gioritario che ha di fatto contraddistinto la Ciononostante lo sforzo della Curia romana
linea politica tenuta dalla Santa Sede si cir- fu sostanzialmente diretto a eludere pole-
coscrisse alla condanna di alcuni specifici miche e scontri con un regime che aveva
aspetti di quella legislazione, in particolar pur sempre sancito il cattolicesimo come
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modo a quegli ambiti che andavano a le- unica religione di Stato e assicurato una se-
dere gli accordi fissati dai patti lateranensi rie di privilegi alla Chiesa non solo limitati
in materia matrimoniale. all’ambito religioso.

comportava la dichiarazione di «dissociazione» dall’ebraismo e la non iscrizione era parificata ad una


abiura. La mancata iscrizione era parificata all’abiura perché non iscrivendosi (e dandone comunicazione
scritta al rabbino) venivano alienati tutti i diritti derivanti dall’essere riconosciuto ebreo e appartenente
alla comunità. Sulla legge cfr. S. Dazzetti, Gli ebrei italiani e il fascismo. La formazione della legge del 1930
sulle comunità israelitiche, in A. Mazzacane (a cura di), Diritto, economia e istituzioni nell’Italia fascista,
Baden-Baden, Nomos, 2002, pp. 219-254.
13
  Cfr. F. Del Regno, Tendenze politiche, religiose e culturali, cit., pp. 99-108.
14
  È considerevole l’attenzione prestata in tempi recenti al pontificato di Pio XI: grazie anche alla desecre-
tazione, avvenuta nel 2005, dei documenti vaticani relativi agli anni del suo magistero (1922-1939), questo
papato è oggetto di studio di numerosi contributi che, basandosi su tale inedita documentazione, hanno
suggerito nuove e feconde prospettive interpretative per la storia di quel periodo rispetto, ma non solo, ai
rapporti fra S. Sede e regime totalitari. Senza pretesa di esaustività cfr. i contributi di P. Godman, Hitler e il
Vaticano. Dagli archivi segreti vaticani la vera storia dei rapporti fra il nazismo e la Chiesa, Torino, Lindau,
2005; di E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa, Torino, Einaudi, 2007; H. Wolf, Il
papa e il diavolo. Il Vaticano e il Terzo Reich, Roma, Donzelli, 2008, pp. 34-89; W. Pyta, C. Kretschmann, G.
Ignesti, T. Di Maio, The Challenge of Dictatorship. Catholicism in Germany and Italy from 1918 to 1943/45
[Katholizismus in Deutschland und Italien 1918-1943/45], Berlin-NewYork, Walter de Gruyter-Max Nie-
meyer, 2009; A. Guasco, R. Perin (a cura di), Pius XI Keywords. Atti del convegno internazionale (Milano,
9-10 giugno 2009), Münster, Lit, 2010; E. Gentile, Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell’epoca
dei fascismi, Milano, Feltrinelli, 2010; L. Ceci, L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini, Roma,
Laterza, 2013.
15
  Sul Regio Decreto Legge del 17 novembre 1938 rimando al saggio di I. Pavan, Definire, segregare, espro-
priare. Il decreto legge del 17 novembre 1938, «La Rassegna mensile di Israel», 2009, 2, pp. 187-207.
È stato solo su questo singolo aspetto di una parte, i principali contenuti in essi pre-
legislazione ampia che andava a colpire la senti. Questa suddivisione – da intendersi
popolazione ebraica della penisola in ogni non schematica ma funzionale ad una
ambito vitale della propria esistenza e so- sintesi narrativa – prevede tre differenti
pravvivenza che la Santa Sede si espresse classificazioni documentarie.
ufficialmente in termini di conflitto con il In un primo insieme tematico ho individuato
regime. Un conflitto destinato tuttavia a so- una serie di lettere e telegrammi inviati alla
pirsi in conseguenza di due eventi: la morte Santa Sede, alla Curia Romana e ai vescovi
di Pio XI nel febbraio del 1939 e la salita al italiani da parte di coloro che, convertitisi
soglio pontificio del ben più diplomatico al cattolicesimo prima del 1938 (i cosiddetti
Eugenio Pacelli16. ebrei cattolici), vennero comunque definiti
È dunque all’interno di questo appartenenti alla «razza ebraica» in base
quadro – sinteticamente ricostruito – che alla logica biologico-razzista del censimento
si inseriscono i documenti, presentati e menzionato e rimasta immutata alla base dei
discussi nel prossimo paragrafo. Questi, successivi decreti antisemiti varati dal re-
senza la pretesa che ad alcuni esempi gime a partire dall’autunno di quello stesso
forniti debba corrispondere un modello, anno17.
possono tuttavia aggiungere un tassello In una seconda sezione ho riunito i dispacci
ulteriore alla comprensione sia del clima pervenuti alla Santa Sede da parte di alcuni
604
in cui si trovò ad operare la Santa Sede vescovi italiani in cui si fa esplicita l’urgenza
sia del tipo di intervento e di chiarimento di comprendere la linea suggerita dal ver-
che ad essa pervennero da parte di più tice vaticano in merito alla questione delle
soggetti nell’anno in cui il fascismo si conversioni in modo da adeguare la con-
attivò per l’esclusione sistematica di una dotta dell’episcopato ecclesiastico italiano
parte dei suoi cittadini dalla comunità a quello del vertice, ovvero, a quello del
nazionale. centro. Sono documenti di ampio numero,
sintetici nella prosa, contenenti esplicite
Le fonti domande di chiarificazione sulle misure da
Con l’intento di chiarire al lettore la na- adottare rispetto alle molte richieste di con-
tura dei molti e diversi documenti visio- versione di ebrei giunte alle sedi vescovili
nati presso la Segreteria di Stato della Città d’Italia nell’autunno del 1938, e, più in ge-
del Vaticano e di cui fanno parte le fonti nerale, rispetto alla difficile situazione degli
specifiche che a breve leggeremo, pro- ebrei cattolici che si appellavano ai parroci
cedo rapidamente a tematizzarli in modo o ai presuli italiani per ottenere protezione
tale da restituire e condensare, almeno in e salvezza.

16
 Sulla controversa figura di Pacelli e sul suo magistero pontificale durante la Shoah cfr. G. Miccoli, I
dilemmi e i silenzi di Pio XII. Vaticano, Seconda guerra mondiale e Shoah, Milano, Rizzoli, 2000.
17
  Sul censimento razzista cfr. M. Sarfatti, Il censimento degli ebrei del 22 agosto 1938 nel quadro dell’avvio
della politica antiebraica di Mussolini, in Italia Judaica. Gli ebrei nell’Italia unita (1870-1945), Roma, Mini-
stero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993, pp. 358-413.
Nella terza unità tematica ho infine riunito Eccellenza Reverendissima,
i dispacci inviati dalla Curia romana in ri- mi è regolarmente pervenuto il pregiato Fo-
sposta alle richieste provenienti da figure glio di Vostra Eccellenza Reverendissima in
interne alla Santa Sede e da istituzioni da data 12 corrente. Non ho mancato di inter-
rogare in merito alla questione da Lei pro-
essa dipendenti, in cui si poneva il mede-
spettata il Reverendissimo Padre Pietro Tac-
simo interrogativo circa le modalità da se-
chi Venturi che ha avuto recentemente un
guire in merito alla condizione dei conver-
colloquio con il Capo del Governo sul grave
titi e di coloro che chiedevano protezione
argomento. Il Reverendissimo Padre Tacchi
dalla persecuzione antisemita. Venturi ha risposto che gli ebrei battezzati
Di quest’ultima sezione fanno parte i docu- possono essere ammessi senza alcuna diffi-
menti inediti che, come accennato in aper- coltà nelle scuole private cattoliche non solo
tura, riguardano la situazione particolare perché le disposizioni governative emanate
della Congregazione delle Suore della Ca- finora si riferiscono “alle scuole dello Stato”
rità di Nevers18. ma specialmente perché fino a quando non
Ernesto Ruffini, al tempo segretario della ne siano positivamente impediti, gli Istituti
Sacra Congregazione dei seminari e degli cattolici non possono disinteressarsi dei bat-
tezzati anche se di razza ebraica20.
studi universitari, trasmetteva in data 12
settembre a Pacelli il seguente dispaccio:
Il colloquio cui Pacelli fa cenno si riferi-
Eminenza Reverendissima, sce all’incontro avvenuto il 16 agosto 1938 605
La Superiora dell’Istituto Privato “Suore fra il gesuita Pietro Tacchi Venturi – por-
di Nevers” di Roma (Scuole elementari e tavoce della Santa Sede presso il regime
Ginnasio-Liceo) chiede se possa accogliere fascista – e Mussolini. Come è stato di
nell’Istituto stesso alunne Israelite avendo recente osservato, quell’accordo rappre-
già ricevuto varie domande al riguardo. Il sentò:
Santo Padre, Prefetto di questo Sacro Dica-
stero, al quale ho riferito in merito, si è de- un punto intermedio, ma non certo definitivo
gnato ordinarmi di scriverne all’Eminenza di pacificazione che consistette in uno scam-
Vostra Reverendissima19. bio preciso e formale tra Chiesa e fascismo
in base al quale quest’ultimo avrebbe rispet-
Il 17 settembre Eugenio Pacelli, segretario tato l’Azione cattolica e la Chiesa sarebbe
di Stato di Pio XI, rispondeva a Ruffini nei stata zitta sul razzismo e gli ebrei. La Chiesa
seguenti termini: avrebbe accettato il silenzio, ricevendo in

18
  Istituto religioso femminile nato in Francia alla fine del XVII secolo col nome di Sœurs de la Charité et de
l’Instruction Chrétienne de Nevers, ottenne il riconoscimento pontificio in qualità di congregazione nel 1883
sotto il pontificato di Leone XIII. In merito all’opera educativa, assistenziale e sociale svolta dalla congre-
gazione nel corso della sua lunga attività cfr. A. Combes, Les Soeurs de la Charité de Nevers, «Bibliotheca
Sanctorum», 1967, 8, pp. 1036-1041. Lo stesso istituto fu luogo di rifugio per alcuni ebrei perseguitati
durante l’occupazione nazi-fascista della capitale come già documentato da Renzo De Felice nel suo
libro Gli ebrei italiani durante il fascismo, cit., pp. 628-631.
19
  S.RR.SS., AA.EE.SS, Posizione 1054, Italia, Razzismo fascista, 1938-1939, fasc. 731, ff. 13.
20
  Ibidem.
cambio la salvaguardia della sua organizza- Nella minuta dattiloscritta è presente questo
zione laica, la pupilla di Pio XI21. paragrafo a conclusione della lettera:

Pacelli forniva dunque a Ruffini una risposta Ove però si trattasse di ebrei non battezzati
che lasciava inevasa la questione cruciale Padre Tacchi Venturi ha rilevato che, a quanto
sollevata dalle Suore di Nevers le quali ave- egli ricorda, le scuole cattoliche non usavano
vano chiesto con una certa urgenza chiari- in passato – per evidenti ragioni religiose e
menti circa le modalità da adottare rispetto a morali – ammettere alunni israeliti o comun-
tutti gli alunni ebrei e non soltanto verso co- que non battezzati. Tale norma sembra tanto
più da segnalarsi ora che il far diversamente
loro che risultavano essere battezzati. La let-
potrebbe assumere l’apparenza di una oppo-
tera del segretario di Stato puntava implicita-
sizione alla politica del Governo. Il Reveren-
mente ad indicare la strada dell’accoglienza
dissimo Padre inoltre ricordava che la conver-
solo per quegli ebrei che avevano ricevuto il
sione fosse auspicabile per coloro che ancora
battesimo («anche se di razza ebraica» come persistevano nella religione mosaica22.
si legge), ignorando il problema dell’ammis-
sione degli ebrei non convertiti. Nella prima parte del testo, ripetendo i sug-
Tale mancato pronunciamento da parte di gerimenti pervenuti da Tacchi Venturi, Pa-
Pacelli non è certo da ascrivere ad una sua celli adottava, con quel senso dell’opportu-
dimenticanza o disattenzione. Di questa nità politica che gli era proprio, la strategia
606 lettera ho infatti rinvenuto due minute non diplomatica volta ad evitare qualsiasi inter-
datate ma, con tutta probabilità, redatte im- ferenza nelle politiche razziali del regime;
mediatamente prima del dispaccio ufficiale il fine cui guardare era, ovvero, quello di
inviato a Ruffini il 17 settembre 1938. L’una mantenere il precario equilibrio che fatico-
è dattiloscritta, l’altra è vergata a mano. samente la Curia romana aveva ristabilito
In queste due versioni il linguaggio im- con Mussolini dopo mesi di attriti e frizioni
piegato risulta molto chiaro ed esplicito e provenienti in larga parte dall’opposizione
il problema dei non convertiti è reso ma- alla propaganda razziale in più di una cir-
nifesto. Infatti nel dispaccio ufficiale del 17 costanza espressa da Pio XI23.
furono espunti rispetto alle minute alcuni La seconda parte dello scritto invece si
passaggi che affrontavano direttamente il connette al tradizionale modello conversio-
problema dei non battezzati e della liceità nistico e proselitistico della Chiesa che, in
di ammetterli ai corsi scolastici dell’istituto passato così come nel 1938, incoraggiava
religioso. coloro che «persistevano nella religione

21
  Cfr. G. Fabre, Un «accordo felicemente conchiuso», «Quaderni di storia», 2012, 76, pp. 45-63.
22
  S.RR.SS., AA.EE.SS, Posizione 1054, Italia, Razzismo fascista, 1938-1939, fasc. 731, ff. 14.
23
  Da ricordare che le crescenti ostilità del pontefice verso il razzismo nazista prima e verso quello ita-
liano dopo, furono al centro di molti suoi pronunciamenti che portarono a un aperto scontro fra Pio XI e
Mussolini dal luglio del 1938 sino alla morte del pontefice. Cfr. E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, cit.,
pp. 34-65; E. Mazzini, Ostilità convergenti. Stampa diocesana, razzismo e antisemitismo nell’Italia fascista
(1937-1939), Napoli, Esi, 2013, pp. 76-111; D.I. Kertzer, The Pope and Mussolini. The Secret History of Pius
XI and the Rise of Fascism in Europe, New York, Random House, 2014, pp. 156-178 e passim.
mosaica» a divenire cristiani. A tal pro- tiloscritta, Pacelli sosteneva una versione
posito è singolare un fatto che merita un ancora diversa, più prudente, intrisa di tat-
accenno pur breve: nell’intera documen- ticismo e mediazione politica circa la spi-
tazione esaminata questo testo è l’unico in nosa questione sollevata dall’istituto delle
cui si formula un esplicito invito favore- religiose francesi sui non convertiti.
vole alla conversione degli ebrei24. Questo Il futuro Pio XII scriveva in questa circo-
dato non stupisce di per sé visto che negli stanza:
uomini e nelle donne di Chiesa che ope-
rarono nel contesto delle leggi razziali la Ho regolarmente ricevuto l’officio di cotesta
conversione, il battesimo, la somministra- Sacra Congregazione col quale a nome del
zione dei sacramenti cristiani a coloro che, Santo Padre mi si chiede il parere in merito
nella teologia cristiana di quel periodo pre- alla domanda della Superiore dell’Istituto
Privato “Suore di Nevers”, se possa acco-
conciliare, erano considerati infedeli, erano
gliere nell’Istituto stesso alunne israelite. Il
principi presenti e costitutivi della dottrina
caso che, nei tempi ordinari, sarebbe stato
e della mentalità cattolica del tempo25.
risolto dalla prudenza del Superiore Eccle-
Tuttavia, non avendo reperito in nessun’al-
siastico da cui dipende l’Istituto, presenta
tra fonte tracce di propaganda proselitistica oggi in Italia una particolare difficoltà da
e conversionistica, è insolito che solo in quando il Governo, nonostante autorevoli ed
questo e nel successivo testo che a breve si alti consigli di moderazione, ha spinto il pro-
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citerà venga richiamato il tradizionale at- blema della razza fino alle attuali esagerate
teggiamento della Chiesa rispetto a questa conseguenze. Sono recenti le disposizioni
delicata tematica. È d’altronde vero che il colle quali il Governo proibisce ai figli de-
passaggio contenente il pro conversione Iu- gli israeliti di frequentare le scuole di Stato
daeorum fu poi espunto da Pacelli nella ver- destinate agli italiani ed istituisce scuole
speciali per loro. Data la delicata situazione,
sione ufficiale, considerata forse l’inoppor-
ben nota a cotesto Sacro Dicastero, nella
tunità di incoraggiare, in quel momento, un
quale si trovano le Scuole Private Cattoli-
tipo di azione e di intervento che avrebbe
che in Italia, questa Sacra Congregazione,
potuto urtare le suscettibilità del regime già ad evitare l’aumento di difficoltà, pensa non
polemico, come già ricordato, verso alcuni essere opportuno che l’Istituto in questione,
precedenti atteggiamenti della Chiesa tac- nel momento attuale, accolga la domanda
ciati di filosemitismo. di ammissione di israelite alle sue scuole a
Venendo alla minuta scritta a mano e con meno che non risulti convincente il loro de-
ogni probabilità antecedente a quella dat- siderio a convertirsi26.

24
  È stato d’altronde documentato in più di uno studio quale fosse la mentalità che informava Tacchi Ven-
turi il quale, in più di un’occasione, non fece mistero della sua tensione a favorire ed incoraggiare le con-
versioni degli ebrei: cfr. R.A. Maryks, Pouring Jewish Water into Fascist Wine. Untold Stories of (Catholic)
Jews from the Archive of Mussolini’s Jesuit Pietro Tacchi Venturi, Leiden-New York, Brill, 2011.
25
  Sulla lunga traiettoria conosciuta dagli stereotipi storico-teologici elaborati dalla Chiesa verso il popolo
ebraico si veda D. Menozzi, «Giudaica perfidia». Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia, Bologna, Il
Mulino, 2014.
26
  S.RR.SS., AA.EE.SS, Posizione 1054, Italia, Razzismo fascista, 1938-1939, fasc. 731, ff. 15-16.
Questo documento esprime molto bene preferito tralasciare il passaggio, di portata
le logiche con le quali si guardava alla si- politica minore, relativo alla tematica
tuazione – definita «delicata» – creatasi fra conversionistica.
Santa Sede e regime all’indomani delle A conclusione di quanto esposto, è certo
prime misure antisemite. Se è evidente che che dopo la legge del 17 novembre in cui
le parole di Pacelli tradivano preoccupa- il regime violava apertamente gli accordi
zione circa «il problema della razza» e le previsti dal Concordato del 1929, le alter-
sue «esagerate» derive, d’altro canto è pur native che si presentarono alla Santa Sede
vero che indicava a Ruffini e dunque alle non erano molte: o si sceglieva di condan-
religiose di evitare, per convenienza poli- nare il vulnus inferto al Concordato e di
tica, qualsiasi eventuale attrito con il fa- proseguire in questa direzione arrivando,
scismo, sacrificando di fatto la richiesta di eventualmente, anche a una completa rot-
ammissione all’istituto scolastico da parte tura dei rapporti diplomatico-politici con
dei perseguitati non battezzati a meno che, il regime o si cercava una strada di con-
come si legge, non risultasse «convincente vivenza operando a tutela dei diritti della
il loro desiderio a convertirsi». Chiesa tramite vie e canali non ufficiali. La
È anche da sottolineare il fatto che, rispetto Curia romana scelse questa seconda strada
alle due precedenti versioni, in questa bozza anche attraverso figure come Pacelli che,
non venga menzionato Tacchi Venturi né come i documenti discussi in precedenza
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i suoi suggerimenti circa la condotta più testimoniano, dimostrava un’inclinazione
appropriata da seguire né tanto meno i suoi ad una pacifica convivenza con il fascismo
inviti a favorire la conversione degli ebrei. italiano e, più in generale, con i fascismi
È possibile ipotizzare che la successiva europei. L’elusività prudente e politica con
introduzione del nome del gesuita fosse cui il futuro Pio XII rispose a queste come
avvenuta per dare maggior enfasi e forza a molte altre lettere fu la cifra prevalente
alla valutazione di Pacelli stesso che, del suo atteggiamento davanti alla perse-
all’unisono con Tacchi Venturi, sosteneva cuzione fascista nel suo complesso che
la necessità di evitare situazioni difficili per privilegiò la salvaguardia dei diritti della
la Chiesa. Nondimeno, mantenendo nella Chiesa rispetto alla difesa degli ebrei per-
lettera ufficiale tale direttiva, aveva invece seguitati.

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