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IL PERCORSO ISTITUZIONALE E ORGANIZZATIVO PER LA PRODUZIONE DEL

SERVIZIO IDRICO IN TRENTINO SENZA RICORSO ALLE SpA.

Le sintetiche indicazioni seguenti discendono dall’applicazione della normativa provinciale in


materia di servizi pubblici locali vigente alla data di scrittura o revisione di queste pagine (cfr.
Allegato A) e si rifanno ai risultati delle numerose elaborazioni dei Comitati trentini per l’acqua
bene negli ultimi due anni.

Attualmente in Trentino è possibile gestire il servizio idrico locale di acquedotto e fognatura 1


mediante affidamento “direttamente ad aziende pubbliche o a enti pubblici economici costituiti
dagli enti titolari del servizio secondo i rispettivi ordinamenti e che realizzino la parte più
importante della propria attività con l'ente o gli enti pubblici di riferimento” (cfr. articolo 10,
comma 7, della LP n. 6/2004 come modificato dall’articolo 22 della LP n. 27/2010).

L’attuazione di tale norma è tuttavia resa complessa dalla necessità di combinare questa
possibilità con i vincoli derivanti dalla riforma delle autonomie locali e dall’istituzione delle
Comunità di Valle (LP n. 3/2006).

Va ricordato comunque che anche la LP n. 3/2006 conferma la possibilità di gestire il servizio


idrico locale di acquedotto e fognatura mediante affidamento diretto ad aziende pubbliche o a
enti pubblici economici costituiti dagli enti titolari del servizio. E lo fa attraverso il rinvio
operato dall’articolo 13, comma 3, alla legislazione provinciale di settore e dunque all’articolo
10, comma 7, della LP n. 6/2004 come modificato dall’articolo 22 della LP n. 27/2010 2.

I Comuni devono poi organizzare il servizio relativo al ciclo dell’acqua:

a) mediante la Comunità di Valle (cui in tal caso compete l'esercizio di tutte le funzioni
amministrative e di governo), qualora il relativo territorio coincida con l'ambito territoriale
ottimale definito 3;
b) mediante convenzione, stipulata direttamente dalla Comunità, qualora l'ambito territoriale
ottimale comprenda territori di più Comunità di Valle o l'intero territorio provinciale (in tal caso
1
Il servizio di depurazione è invece svolto con riferimento ad un unico ambito territoriale provinciale (articolo 13, comma 7 bis,
della LP n. 3/2006) ed è affidato dall’articolo 39 quater della LP n. 3/2006 (introdotto dall'articolo 57 della LP n. 2/2009 e poi
modificato dall'articolo 11 della LP n. 27/2010) alla Agenzia per la depurazione o Agenzia provinciale per il servizio idrico (le
due denominazioni sono differenti nel titolo e nel comma 1 dell’articolo 39 quater).
2
Va richiamata l’attenzione sul fatto che il comma 3 citato riguarda i servizi pubblici di interesse economico. Questa
qualificazione del servizio idrico in Provincia di Trento (peraltro fissata anche, in modo difficilmente superabile, dalla nuova
formulazione della LP n. 6/2004 stabilita a fine 2010 dove lo si indica più chiaramente degli altri come servizio pubblico locale
di interesse economico) è stata criticata dai movimenti trentini per l’acqua che nel corso del 2009-2010 hanno spinto verso la
definizione del servizio idrico come servizio privo di interesse economico. Il problema in realtà in Trentino non è mai stato
centrale e decisivo perché le regole provinciali ammettevano e ammettono anche per i servizi locali di interesse economico la
gestione attraverso assunzioni in economia e aziende speciali. Il problema può inoltre e soprattutto essere considerato in corso di
superamento a causa del nuovo approccio che hanno avviato la sentenza della Corte Costituzionale n. 325/2010, le sentenze della
stessa Corte per l’ammissione dei quesiti referendari 1 e 3, le elaborazioni dei giuristi vicini al movimento italiano per l’acqua
bene comune: il servizio pubblico locale può essere considerato un servizio di interesse generale senza necessità di specificare se
si tratta di un servizio generale di interesse economico poiché il diritto comunitario ammette deroghe alle regole della
concorrenza quando l’ente locale competente per l’erogazione del servizio valuti che il ricorso al mercato gli impedirebbe di
produrlo in modo coerente con l’interesse pubblico.
3
Gli ambiti territoriali ottimali saranno individuati mediante intesa promossa dalla Giunta Provinciale e definita con il Consiglio
delle autonomie locali (articolo 13 della LP n. 3/2006, comma 6). Tuttavia la LP n. 27/2010, Legge finanziaria provinciale 2011,
nell’articolo 23 ha introdotto una deroga a questo principio inserendo il nuovo comma 6-ter dell’articolo 13 della LP n. 3/2006:
“6 ter. In deroga a quanto previsto dal comma 6 il servizio pubblico di acquedotto può essere gestito in un contesto territoriale
inferiore rispetto all'ambito territoriale ottimale, a condizione che sia garantito il rispetto di parametri individuati con
deliberazione della Giunta provinciale previo parere del Consiglio delle autonomie locali. Questi parametri possono consistere in
criteri qualitativi, tecnici ed economici”. Ciò consente a ciascuna Comunità di Valle di procedere anche subito sia pure in assenza
di ambito territoriale definito dalla Provincia, con la riserva di considerare e confermare in futuro - se necessario - l’ambito
territoriale assunto per i servizi come “contesto territoriale inferiore”.
l'esercizio di tutte le funzioni amministrative e di governo compete ad un consorzio tra gli enti,
quale ente di diritto pubblico, ovvero a un apposito organo individuato dalla convenzione per la
gestione associata nel quale sono rappresentati tutti gli enti titolari del servizio).

Si assume come riferimento normale l’ipotesi di cui alla lettera a) precedente con riguardo al
territorio di una Comunità di Valle tra le 15 del Trentino.

Non appena in condizioni di decidere e operare le Comunità di Valle affronteranno come una
delle principali priorità la questione dei modelli gestionali dei servizi pubblici locali e del
servizio idrico in particolare.

Secondo il modello preferibile sarebbe conveniente combinare secondo le condizioni e le


esigenze locali le due seguenti forme gestionali 4:

a) convenzione intercomunale (cfr. articolo 40 della LR n, 1/1993) - mediante la Comunità di


Valle - per produrre in forma associata e in economia diretta servizi idrici in contesti territoriali
limitati in applicazione del comma 6-ter dell’articolo 13 della LP n. 3/2006 (come aggiunto
dall’articolo 23 della LP n. 27/2010);
b) azienda pubblica consortile (il consorzio-azienda di cui all’articolo 41 bis della LR n. 1/1993),
sempre mediante la Comunità di Valle, per produrre il servizio idrico destinato a tutti gli altri
Comuni non interessati alla gestione separata di cui alla lettera precedente.

Per disegnare in concreto il percorso appena delineato si può considerare quanto segue.

La convenzione intercomunale per produrre in forma associata e in economia diretta un servizio


idrico separato potrebbe tra l’altro:

1) non individuare un Comune capofila ma in alternativa organizzare una piccola struttura


congiunta di uffici delegata alla cogestione tecnica con proprio personale (sostanzialmente
senza maggiori spese di quelle attuali) ovvero prevedere di operare per la cogestione tecnica
del servizio attraverso semplice attività di coordinamento direttamente attraverso contatti tra
Uffici tecnici, segretari comunali e Sindaci;
2) prevedere un collegamento per servizi esternalizzati all'Azienda speciale consortile di Valle;
3) indicare finalità della gestione separata, configurazione ed erogazione del servizio,
manutenzione ordinaria, investimenti per miglioramenti e manutenzioni straordinarie,
ripartizione degli oneri, forme di codecisione, partecipazione delle collettività dei residenti,
durata;
4) stabilire una forma di attuazione della previsione dell’articolo 11, comma 8, della LP n.
6/2004 secondo cui “gli enti locali che gestiscono servizi pubblici in economia adottano il
piano industriale …. entro il 31 dicembre 2011 5 … redatto anche in forma semplificata,
purché evidenzi le modalità di raggiungimento dell'equilibrio economico in relazione agli
elementi di costo del servizio e del livello tariffario previsto”.

Per un esempio di convenzione cfr. la Convenzione intercomunale per la gestione


dell’Acquedotto della bassa Val di Cembra (Allegato B). Anche la Convenzione intercomunale
per la gestione dell’Acquedotto di Centonia in Val di Sole (in corso di acquisizione) potrebbe
costituire un interessante riferimento.
4
Si tralascia il modello “ente pubblico economico” o “istituzione” perché pur sostanzialmente equivalente all’azienda pubblica -
e come tale disciplinato - non appartiene all’esperienza storica trentina.
5
E’ plausibile che il termine - comunque non perentorio - potrà essere prorogato anche in relazione alle difficoltà di entrata in
funzione delle Comunità di Valle.

2
Prima di affrontare la questione della forma gestionale attraverso azienda pubblica è utile
premettere qualche nota sull’impiego di alcune espressioni nelle norme provinciali di
riferimento. La LR n. 1/1993 impiega le espressioni di azienda, azienda speciale, azienda
pubblica, complesso aziendale (quale insieme patrimoniale), azienda consortile, Consorzio-
azienda, con la sola ovvia distinzione che l’azienda consortile o Consorzio-azienda oltrepassano
il livello del singolo Comune e riguardano servizi pubblici “erogati per ambiti territoriali
superiori a quelli dei comuni” (articoli 41 e 41 bis) pur essendo regolate per analogia per lo più
dalle disposizioni sulle aziende comunali. La LP n. 6/2004, con le modiche introdotte dalla LP n.
27/2010, impiega le sole espressioni di azienda pubblica e di complesso aziendale (quale insieme
patrimoniale). La LP n. 3/2006 impiega le sole espressioni di azienda, azienda pubblica e azienda
speciale. Si tratta dunque di nozioni sostanzialmente equivalenti e intercambiabili che
identificano l’azienda quale soggetto tipizzato, emanazione di enti locali, ente strumentale di
diritto pubblico con personalità giuridica di diritto privato.

La costituzione ed il funzionamento dell’azienda consortile sono dunque regolati principalmente


dalla LR n. 1/1993; bisognerà dunque utilizzare le sue previsioni adattandole alla necessità di
procedere secondo i principi e le regole posti in materia di servizi pubblici locali e di competenze
delle Comunità di Valle dalla LP n. 6/2004 e dalla LP n. 3/2006, come integrate e modificate
dalla LP n. 27/2010.

In particolare:

I) va predisposto uno Statuto dell’azienda consortile di Comunità di Valle rispettando le


prescrizioni degli articoli 41-bis, 45 e 45 ter della LR n. 1/1993, e tenendo conto del
contenuto dello Statuto dell’Azienda speciale di Tione, da adattare opportunamente;
II) secondo gli articoli 40 e 41 bis della LR n. 1/1993 tutti i Consigli comunali dovrebbero
approvare questo Statuto a maggioranza assoluta dei componenti unitamente ad una
convenzione per la costituzione dell’azienda con almeno le finalità, la durata, le forme di
consultazione degli enti contraenti, gli obblighi di trasmissione agli enti contraenti degli
atti fondamentali del consorzio, i rapporti finanziari e reciproci obblighi e garanzie;
III) tenuto conto delle nuove competenze delle Comunità di Valle sembra tuttavia più
congruo che Statuto e convenzione vengano deliberati dall’Assemblea della Comunità,
salva l’approvazione eventuale dei Consigli dei Comuni della Comunità secondo le
previsioni dello Statuto di ciascuna Comunità in funzione della natura della deliberazione
6
;
IV) la convenzione dovrebbe occuparsi della modalità di attuazione della previsione
dell’articolo 11, comma 8, della LP n. 6/2004 secondo cui “gli enti locali che gestiscono
servizi pubblici in economia adottano il piano industriale …. entro il 31 dicembre 2011 7
… redatto anche in forma semplificata, purché evidenzi le modalità di raggiungimento
dell'equilibrio economico in relazione agli elementi di costo del servizio e del livello
tariffario previsto”;
V) convenzione e Statuto dovranno contenere tutti gli elementi necessari per identificare
indirizzi e politica comune in materia di erogazione e tariffazione del servizio, di gestione
delle reti e degli impianti, fino a formulare i contenuti orientativi per il contratto di
servizio previsto dall’articolo 44, comma 9, della LR n. 1/1993 e, più ampiamente,
dall’articolo 10, comma 9, della LP n. 6/2004;
6
Per esempio, nella Comunità delle Giudicarie si applicheranno gli articoli 9, 10, 49, 54 e 55 dello Statuto; nella Comunità della
Val di Cembra si applicheranno gli articoli 7, 9 e 31 dello Statuto.
7
E’ plausibile che il termine - comunque non perentorio - potrà essere prorogato anche in relazione alle difficoltà di entrata in
funzione delle Comunità di Valle.

3
VI) Statuto e Convenzione dovrebbero essere poi integrati con le indicazioni più avanzate
emerse in Italia e in Trentino in questi ultimi anni a proposito: della trasparenza delle
decisioni; della partecipazione e del controllo dei cittadini dei Comuni interessati anche
in forme atipiche (tra l’altro con l’introduzione della mozione popolare di sfiducia a
carico degli amministratori); della natura del servizio idrico da intendersi quale servizio
pubblico locale di interesse generale sottratto alle regole della concorrenza e del mercato;
della natura dell’acqua quale bene comune sociale.

Gli elementi contenuti in questa sintesi potrebbero dover essere incrociati con eventuali
deliberazioni o indicazioni operative del Consiglio o della Giunta provinciale o del Servizio Enti
Locali della Provincia e devono comunque essere adattati alle situazioni specifiche e ai risultati
dei confronti tra istituzioni e popolazioni di ciascuna valle.

Gianfranco Poliandri, 22.10.2011

4
Allegato A
Normativa di riferimento

Legenda
Evidenza in verde: sottolineatura di normative applicabili
 osservazioni del redattore con eventuale evidenza particolare in turchese

Legge Regionale n. 1/1993

Art. 4 Contenuto dello statuto

1-bis. Lo statuto deve stabilire norme per assicurare


condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e un’adeguata
presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali
del comune, nonché degli enti, aziende e istituzioni da esso
dipendenti.

 si tratta dello Statuto comunale

Art. 5. Potestà regolamentare

1. Nel rispetto della legge e


dello statuto, il comune adotta regolamenti per l'organizzazione
ed il funzionamento delle istituzioni e degli organismi di
partecipazione, per il funzionamento degli organi e degli uffici e
l'esercizio delle funzioni, nonché regolamenti per
l'organizzazione ed il funzionamento delle aziende e degli enti
da esso dipendenti.

 resta da verificare senza urgenza se negli Statuti di Comuni e


Comunità di Valle se esistono disposizioni per questo tipo di
necessità anche a prescindere dalla effettiva costituzione di
una Azienda

Art. 8 Diritti dei consiglieri comunali

1. I consiglieri
comunali, per l'effettivo esercizio delle loro funzioni, hanno
diritto di prendere visione e di ottenere copia dei provvedimenti
adottati dall'ente, nonché dalle aziende ed enti dipendenti e degli
atti preparatori in essi richiamati, nonché di avere tutti i
documenti amministrativi ai sensi dell'articolo 22 della legge 7
agosto 1990, n. 241 e tutte le informazioni e notizie in loro
possesso, utili all'espletamento del proprio mandato. Essi sono
tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge.

5
Art. 13 Attribuzioni del consiglio comunale

1. Il consiglio è
l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo.
1-bis. Il consiglio comunale discute ed approva il documento
programmatico del sindaco neo-eletto.23
2. Esso delibera:
a) lo statuto dell’ente, delle aziende speciali e delle società
a prevalente partecipazione del comune, i regolamenti,
l’ordinamento degli uffici e dei servizi;
j) gli indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche
e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a
vigilanza;
m) la nomina, la designazione e la revoca dei propri
rappresentanti presso enti, aziende ed istituzioni operanti
nell’ambito del comune o della provincia, ovvero da essi
dipendenti o controllati;

2-bis. Nei comuni della provincia di Trento, in luogo di quanto


disposto dalla lettera m)25 del comma 2, il consiglio comunale
delibera la definizione degli indirizzi per la nomina e la
designazione dei rappresentanti del comune presso enti, aziende
ed istituzioni nonché la nomina dei rappresentanti del consiglio
presso enti, aziende ed istituzioni ad esso espressamente
riservate dalla legge.26
[25 Lettera sostituita dall’art. 5, comma 2, della l.r. 22 dicembre 2004, n. 7; 26 Comma inserito
dall’art. 63, comma 2 della l.r. 30 novembre 1994, n. 3.]

 quindi pare che sia sufficiente preparare uno Statuto e farlo deliberare dai Consigli comunali
oppure nella nuova situazione dall’Assemblea di Comunità di valle [#verificare nella LP n.
3/2006 e negli Statuti delle Comunità di Valle se le delibere assembleari delle Comunità di
Valle devono essere precedute o avallate da delibere corrispondenti dei Consigli comunali]
 e accompagnare questa delibera comunale o di CV con uno schema di indirizzi flessibili nel
tempo

Art. 15 Attribuzioni del sindaco

5-bis. Nei comuni della provincia di Trento, sulla base degli


indirizzi stabiliti dal consiglio, il sindaco provvede alla nomina,
alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del comune
presso enti, aziende ed istituzioni. Tutte le nomine e le
designazioni devono essere effettuate entro quarantacinque
giorni dall'insediamento ovvero entro i termini di scadenza del
precedente incarico. In mancanza, la Giunta provinciale adotta i
provvedimenti sostitutivi ai sensi dell'articolo 57.

Art. 41 Servizi pubblici erogati per ambiti territoriali


Sovracomunali 64
[Articolo così sostituito dall’art. 7 della l.r. 23 ottobre 1998, n. 10.]

6
1. Qualora uno o più servizi pubblici debbano,
per ragioni di economicità e di efficienza, essere erogati per
ambiti territoriali superiori a quelli dei comuni, si procede ai
sensi delle seguenti disposizioni.

2. Per i servizi che gli enti locali interessati deliberino di


svolgere in forma diretta, si procede alla costituzione
dell'azienda consortile ai sensi dell'articolo 41 bis o alla
costituzione o partecipazione nella società di capitali di cui
all’articolo 44 destinata ad erogare uno o più servizi a rilevanza
economica e imprenditoriale.

4. L'esercizio delle funzioni di indirizzo e vigilanza è


disciplinato da un'apposita convenzione approvata ai sensi
dell'articolo 40.

Art. 41-bis Consorzio-azienda 65


[65 Articolo inserito dall’art. 7 della l.r. 23 ottobre 1998, n. 10.]

1. I comuni, per la gestione


associata di uno o più servizi aventi rilevanza economica ed
imprenditoriale possono costituire un consorzio, di cui possono
fare parte altri enti pubblici, secondo le norme previste per le
aziende speciali.

 Si pone qui un problema delicato. In Trentino anche i servizi privi di interesse economico (in
applicazione tra l’altro dell’articolo 13, commi 3 e 4, della LP n. 3/2006) possono essere
anche organizzati oltre che con forme proprie anche secondo le forme gestionali tipizzate dei
servizi di interesse economico; anzi, la possibilità di affidamento diretto del servizio idrico
ad aziende pubbliche o a enti pubblici economici costituiti dagli enti titolari del servizio è più
evidente per i servizi di interesse economico che per quelli privi di interesse economico. Il
processo di ridefinizione negli Statuti comunali (e ora di Comunità di Valle) dei servizi idrici
come servizi privi di interesse economico non è stato quindi mai fondamentale in Trentino,
anche se non privo di rilevanza politica e programmatica dal punto di vista degli enti locali
interessati. Tra parentisi, peraltro, questo eventuale processo è diventato più difficile proprio
recentemente, a partire dall’entrata in vigore di quella Legge finanziaria provinciale 2011
che, riformulando la LP n. 6/2004, indica il servizio idrico come servizio pubblico locale di
interesse economico più chiaramente di quanto non faccia con gli altri servizi pubblici locali
(cfr. infatti l’articolo 3 che aggiunge un comma 6 ter all’articolo 13 della Legge Provinciale
16 giugno 2006, n. 3, Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino, da leggere
in combinazione con la norma che sostituisce il comma 1 dell’articolo 10 della LP n.
6/2004). Qualificare dunque il servizio idrico come servizio senza interesse economico
presenta la difficoltà di essere contrario alle norme vigenti in Provincia e anche alla recente
giurisprudenza costituzionale (LP n. 27/2010 e alla sentenza n. 325/2010 della Corte
Costituzionale. Attualmente in Trentino - coerentemente con le linee di tendenza nazionali –
sarebbe teoricamente più opportuno riuscire a definire il servizio idrico come servizio di
interesse generale di ambito locale e perciò sottratto alle regole della concorrenza a causa
dell’inadeguatezza del mercato ad essere strumento per svolgre le funzioni di settore degli
enti locali. Tuttavia è molto probabile che simile iniziativa costituirebbe una difficoltà interna
per gli enti locali decidenti, per la CV e per il Servizio Enti Locali della Giunta Provinciale.
Per superare tale difficoltà è possibile ipotizzare che nello Statuto del Consorzio-Azienda si

7
eviti di qualificare il servizio in uno o altro modo e si eviti anche di fare diretto richiamo del
comma 1 dell’articolo 41 bis della LR n. 1/1993.

2. A tal fine i rispettivi consigli comunali approvano a


maggioranza assoluta dei componenti una convenzione ai sensi
dell'articolo 40, unitamente allo statuto del consorzio.

3. In particolare, la convenzione deve prevedere la


trasmissione agli enti aderenti degli atti fondamentali del
consorzio; lo statuto deve disciplinare l'organizzazione, la
nomina e le funzioni degli organi consortili.

4. L'assemblea del consorzio è composta dai rappresentanti


degli enti associati, nella persona del sindaco o di un suo
delegato e dei legali rappresentanti degli enti diversi dai comuni,
ciascuno con responsabilità pari alla quota di partecipazione
fissata dalla convenzione e dallo statuto.

5. Nei consorzi costituiti, ai sensi del comma 1, dai comuni


della provincia di Bolzano, fermo restando il principio della
responsabilità pari alla quota di partecipazione, gli statuti
prevedono una diversa e più ampia composizione dell'assemblea
consorziale al fine di garantire la rappresentanza proporzionale
dei gruppi linguistici nell'assemblea medesima, fatta salva
l'accessibilità al gruppo linguistico ladino.

6. L'assemblea elegge il consiglio di amministrazione e ne


approva gli atti fondamentali previsti dallo statuto.

Art. 44 Servizi pubblici locali80


[80 Articolo così sostituito dall’art. 10 della L.R. 23 ottobre 1998, n. 10.]

15. I comuni possono, per atto unilaterale, costituire società


per azioni o a responsabilità limitata, anche conferendo
complessi aziendali già destinati alla gestione di servizi pubblici
ovvero uno o più rami di essi, secondo le modalità previste dai
commi 51 e seguenti dell’articolo 17 della legge 15 maggio
1997, n. 127.

16. Il regime fiscale relativo al trasferimento della proprietà, al


conferimento e all’assegnazione dei beni dell’ente e delle
aziende speciali alle società di capitali di cui al presente articolo
è regolato dalla legge statale.

Art. 45 Aziende speciali ed istituzioni81


[81 Articolo così sostituito dall’art. 10 della l.r. 23 ottobre 1998, n. 10.]

1. L'azienda speciale
è ente strumentale dotato di personalità giuridica, di autonomia
imprenditoriale e di proprio statuto, approvato dal consiglio

8
comunale. La sua organizzazione e la sua attività sono
disciplinate dallo statuto e dalle norme del codice civile.
L'azienda ha piena capacità giuridica di diritto privato, anche al
fine della utilizzazione dei mezzi necessari al proprio
finanziamento. Lo statuto può prevedere che l'azienda possa
partecipare alle procedure concorsuali per l'affidamento di
servizi pubblici locali da parte di altri enti locali, nonché
l'estensione dell'attività dell'azienda al territorio di altri enti
locali, previa intesa con i medesimi.

2. L'istituzione è organismo strumentale del comune, dotato di


autonomia gestionale, organizzativa e di bilancio, nel quadro del
bilancio generale dell'ente.

3. L'azienda e l'istituzione informano la loro attività a criteri di


efficacia, efficienza ed economicità ed hanno l'obbligo del
pareggio di bilancio da perseguire attraverso l'equilibrio dei costi
e dei ricavi, compresi i trasferimenti.

4. Il comune approva lo statuto e il piano-programma, i bilanci


economici di previsione annuale e pluriennale e il bilancio di
esercizio dell’azienda; conferisce il capitale di dotazione;
nomina e revoca gli amministratori dell’azienda e
dell’istituzione; verifica i risultati della gestione; provvede alla
copertura degli eventuali costi sociali preventivamente
determinati. E’ esclusa ogni partecipazione diretta degli
amministratori dell’ente locale negli organi di gestione delle
aziende o istituzioni.

Art. 45-bis Adeguamento delle aziende speciali 82


[82 Articolo inserito dall'art. 10 della l.r. 23 ottobre 1998, n. 10.]

1. I comuni adeguano l'ordinamento delle aziende speciali alle disposizioni


contenute nell'articolo 45 entro il 31 dicembre 1998.

2. A far data dal 1° luglio 1999 i comuni depositano presso il


Registro delle Imprese, le deliberazioni di adeguamento delle
aziende speciali ai sensi e per gli effetti del combinato disposto
dagli articoli 2330 e 2331 del codice civile.

Art. 45-bis Mozione di sfiducia costruttiva83


[83 Articolo inserito dall'art. 71 della l.r. 30 novembre 1994, n. 3.]

1. Lo statuto può
prevedere la revoca o la sfiducia costruttiva degli amministratori
di aziende speciali, di istituzioni dipendenti e di consorzi, eletti
dai consigli comunali, sulla base di una mozione presentata da
almeno due quinti dei consiglieri in carica nei comuni della
provincia di Trento e da almeno un quarto dei consiglieri in
carica nei comuni della provincia di Bolzano, con voto della

9
maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al comune,
secondo le modalità fissate dallo statuto.

 prevedere possibilità che presentatori della mozione di sfiducia


siano anche le collettività degli utenti

2. L'approvazione della mozione di sfiducia comporta la


contemporanea elezione dei nuovi rappresentanti.84
[84 L'articolo è in vigore, ma, causa errore formale, dovrà, con prossima legge
regionale essere rinumerato.]

Art. 59 Destituzione, sospensione provvisoria e decadenza

4. Le disposizioni contenute nell'articolo 15 della legge 19


marzo 1990, n. 55, modificato dall'articolo 1 della legge 18
gennaio 1992, n. 16 si applicano ai candidati alle elezioni
comunali e circoscrizionali, ai sindaci, assessori e consiglieri
comunali, presidenti e componenti dei consigli circoscrizionali,
presidenti e componenti dei consigli di amministrazione dei
consorzi, presidenti e componenti dei consigli e delle giunte
delle Unioni di Comuni, presidenti e consiglieri di
amministrazione delle aziende speciali e delle istituzioni di cui
all'articolo 45.

10
LP n. 6/2004 come modificata dalla LP e dalla LP n. 27/2010

Articolo 10

7. Gli enti organizzano i servizi pubblici nel rispetto della normativa comunitaria,
tenuto conto delle caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del
contesto territoriale di riferimento. I servizi pubblici possono essere gestiti in economia
oppure mediante una delle seguenti forme di affidamento:
…..
e) direttamente ad aziende pubbliche o a enti pubblici economici costituiti dagli enti
titolari del servizio secondo i rispettivi ordinamenti e che realizzino la parte più
importante della propria attività con l'ente o gli enti pubblici di riferimento.

8. In caso di gestione associata del servizio tra più enti la convenzione può
individuare le attività e i compiti eventualmente riservati alle gestioni in economia,
assicurandone l'integrazione nella gestione complessiva del servizio.

 Questa ultima disposizione è ben collegabile all’ipotesi prevista dall’articolo 13, comma 6
ter, della LP n. 3/2006 quale inserito dall’articolo 23 della LP n. 27/2010: “6 ter. In deroga a
quanto previsto dal comma 6 il servizio pubblico di acquedotto può essere gestito in un
contesto territoriale inferiore rispetto all'ambito territoriale ottimale, a condizione che sia
garantito il rispetto di parametri individuati con deliberazione della Giunta provinciale previo
parere del Consiglio delle autonomie locali. Questi parametri possono consistere in criteri
qualitativi, tecnici ed economici.”

11
LP n. 3/2006

Art. 13 - Servizi pubblici di comuni, comunità e Provincia

3. I servizi pubblici d'interesse economico sono organizzati e gestiti, nel rispetto del
diritto comunitario, secondo quanto previsto da questa legge e dalla vigente legislazione
provinciale in materia.

 questa disposizione implica il rinvio all’articolo 10, comma 7, della LP n. 6/2004 come
modificato e integrato dall’articolo 22 della LP n. 27/2010

4. I servizi pubblici privi d'interesse economico, oltre che nelle forme previste dal
comma 3, sono gestiti:
a) direttamente;
b) mediante affidamento diretto a enti pubblici strumentali dei comuni o della comunità,
ivi comprese le aziende pubbliche di servizi alla persona;
c) mediante fondazioni o associazioni costituite o partecipate dagli enti locali nelle quali i
componenti espressi dagli enti locali negli organi della fondazione o dell'associazione
siano in grado, in relazione all'attività affidata, di determinare gli obiettivi, di orientare
l'attività e di controllare i risultati;
d) mediante affidamento ad organismi senza fini di lucro preventivamente accreditati a
seguito dell'accertamento di requisiti specifici richiesti per lo svolgimento della
tipologia di servizio; il sistema di accreditamento e le procedure di scelta del soggetto
affidatario assicurano in ogni caso il rispetto dei principi di trasparenza e di non
discriminazione;
e) mediante affidamento a soggetti terzi individuati, salvo diverse specifiche disposizioni
di legge, sulla base di adeguate procedure concorrenziali.

 Notare ancora una volta che sia i servizi di interesse economico che quelli privi di interesse
economico attraverso le aziende speciali (cfr. articolo 10, comma 7, della LP n. 6/2004 come
modificato e integrato dall’articolo 22 della LP n. 27/2010)
 La decisione sulle forme gestionali del SI di acquedotto e fognatura potrebbe teoricamente
essere ostacolata dal ritardo nella definizione da parte della Provincia degli ambiti territoriali
ottimali per l'esercizio associato dei servizi di acquedotto e fognatura. E’ infatti possibile che
esista una manovra non visibile da parte della Giunta provinciale, consistente nel tenere
bloccate tutte le decisioni in attesa di portare a termine le intese politiche sugli affidamenti
alle SpA. Da un punto di vista pratico però il problema appare superabile poiché in mancanza
di ATO definito la Comunità di Valle può procedere sia in applicazione dell’articolo 23 della
Legge finanziaria provinciale 2011 (possibilità di gestire il servizio idrico per ambiti
territoriali più limitati dell’ATO) sia con riserva di adattare le proprie decisioni alle future
dimensioni dell’ATO.

Art. 44 - Cessazione di efficacia

1. Dalla data di entrata in vigore di questa legge cessano di avere efficacia nel
territorio della provincia di Trento gli articoli 41 e 41 ter della legge regionale 4 gennaio
1993, n. 1. Cessa inoltre di avere efficacia, per i servizi privi di interesse economico e per quelli
individuati dal regolamento di cui all'articolo 10 della legge provinciale 17 giugno 2004, n. 6,
quanto previsto dall'articolo 44, commi 5, 6, 8, 9, 10, 12 e 18, della predetta legge regionale.

12
 in accordo con le norme della legge finanziaria provinciale 2011 questo articolo in sostanza
va letto a posteriori nel senso (ed è ulteriore conferma) che le forme per la gestione dei
servizi pubblici locali indicate dall’articolo 44 della LR n. 1/1993 sono sostituite da quelle
dell’articolo 10 della LP n. 6/2004 come modificato e integrato dall’articolo 22 della LP n.
27/2010.

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ALAOï/LL'01 GIO 11:55 FAX 39 461 689379 COIIIINE DI LONA LÀSES Ø oor

x Ï,,t,**.

OGGETTO: CONVENZIONE PER LÂ GESTIONE' POTENZIÀMENTO E MIGLIORAMENTO DELLE


OPERE DI PRESA, CONDOTTA E RIPARTIZIOND DELL'ACQUEDOTTO POTABILD
INTERCOMUNALE TRA I COMUNI DI SEGONZANO, LONA LASES, ALBIANO, FORI.¡ACE,
FAVER, CEMERA, LISIGI{AGO E GIOVO DALLE.SORGENTI AI SERBATOI COMUNALI.

PROT.N. 262

L'anno DUEMILAUN.O il giorno DICIANNoVE del mese di G!:NNAÏO


, nella sede
comunale di Lona-Lases, in via Maseri o.2,

tlui
.r
I slgnon
. DALMONEGO ROBERTO, nato a Rovereto il 08-02.1968, domiciliato per la carica in Lona-
Lases, presso il Município con sede in Lona-Lases, via Maseri n.2, il quale interviene ed agisce
in qualità di Sindaco del Comune di Lona-Lases.
. CRSNA PROF.MAzuO, nato a Albiano il 15.02.1944, domiciliato per la carica in Albiano.
presso il Municipio con sede in Albiano, via S.Antonio n-30, il quale intervicne ed agisce in
qualità di Sindaco del Comune di Albiano
¡ STENiCO MARCO, nato a Fornace 1123.L2.1952. dorniciliato per la carica in Fornace, presso il
Municipio con sede in Fornace, Pi.azza Castello n.l, ii quaie interviene ed agisce in qualìtà di
Sindaco del Comune di Fornace.
r MENEGATTi FIORENZO, nato a Segonzano il 13.04.1937, domiciliato per la carica in
Segonzano, presso il Municipio con sede in Segor:zano, Fr.scancio n.64, íl quale intervicne ed
agisce in qualità di Sindaco del Comune di Segonzano.
r PILZER BRLINO, nato a Trento il 14.04.i959. domiciliato per la carica in Faver. presso il
Municipio con sede ín Faver, via Campagna n,1, il quale ínterviene ed agisce in quaiità di
Sindaco del Comune di Faver,
. NARDIN FRANCO, nato a Cembra i\24.L2.1939, domiciliato per la carica in Cembra, presso il
Municipio con scde in Cembra, Píezza Marconi n.7, il quale interviene ed agisce in qualità di
Sindaco del Conrune di Cembra
. FERRETTI BEPPiNO, nato a Lisignago il 15:i2.1960, domiciliato per la ca¡ica in Lisignago,
presso ii Municipio con sede in Lisignago, via Strada Vecchia n.142, il quale interviene ed
àgisce in qualítà di Sindaco del Comune di Lisignago.
. MICIIELON AURELIO, nato a Trento il 12.07.1964, domiciliato per la ca¡ica in Giovo, presso
il Municipio con sede Fr.Verl4 via S.Antonjo n.4, il quale interviene ed agisce in quaiità di
Sindaco del Comune di Giovo'
che intewengono in forza dspettivamente

della deliberazione consilia¡e n,59 dd. 28.12.2000, esecutiva di approvazione della presente
conver:zione per il Comune di Lona-Lases;
della detibierazione co¡siliare n,72 dd. 20.12.2000, esecutiva di approvazione della presente
convenzone per il Comune di Albia¡o;
della delibeiazione consilia¡e n.58 dd. 27-12.2000, esecutiva di approvazione della Presente
convenzione Per il Comune di Fomace;
della delib consiliare n.44 dd. 28.12-2000, esecutiva di approvazione della presente
"i^ito¡u
convenzione per il Comune di Segonzano;
della deliberazione consiliare n.29 dd. 27.12.2000, esecutiva di approvaz'ione della presente
convenzione per il Comune di Faver;
deila delib eiazione consiiiare n.36 dd, 28.12.2000, esecutiva di approvazione della prescnte
convenzione per íl Comune di Cembra;
della deliberazione consiliare n.32 dd. 27.12.2000, esecutiva di approvazio¡re della Presente
convenzioÐe per il Comune di Lisignago;
08/11 '01 GIO 11:55 FAI 39 461 689379 COUI]NE DI LONA LASES lø oo2

della deliberazione consiliare n. 72 dd, 28.12.2000, esecutiva di approvazione della presonte


convereione per il Comune di Giovo.

PREMESSo:.

+ clre con D.P.G.P. n..8527/8-B del 30.10.1987 il Presidente delJa Giunta P¡ovinciale ha
apProvato lo statuto del Consorzio dei Comuni dell'acquedotto della Bassa Valle di Cernbra per
la gestione , potenziamento e miglioramento dell'acquedotto intercomunale dalle sorgenri ai
serbatoi comunale costituito t¡a i comuni di Segorøano, Lona Lases, Aìbiano, Fornaceo Iìaver,
Cembra, Lisignago e Giovo;
Dato atto che tale stafi¡to è stato modificato e i:rtegrato con deliberazjone n. 13 de. 2l.l2.lgg7,
G.P. n. . s049/16-b del 13,5.1988;
i che è previsto lo scioglimento del Consorzio, onde sostitui¡lo, ai sensi delle vigenti rrorme
regionali, con una convenzione tra i Comu¡i. così come previsto dallìa¡t. 40 del della L.R. 4
gennaio 1993, n. I e ss-mm.
a che I'art. 61 delia L.R. 4 genxaio 1993. n. I e ss.mm. prevede che entro due anni dalla data d.i
entrata in vigore della preiente legge, j con:uni prouu.ão:ro, anche in d.eroga ai lin:iti di durata
eventualmente previsti dai relativi atti costitutivi, alla revisione dei consoui e delle altre forme
associative in atto, costituiti tra enti locali, sopprimendoli o trasformandoli nelle forme previste
dal Capo IX della legge;
i che I'Assemblea Consorziale ha proposto 1o scioglirnento del Consorzio onde adeguarlo aJla
nuova normativa ed anche per poterne sneliire la gestione amministrativa attraverso la forma
collaborativa della converzione prevista dall'a¡t. 40 del più volte citato della L.R. 4 gennaio
I993,n.iess.mm.;

Tutto ciò ptemesso, tra le parti contraenti come sopra rubricate, volendo tra loro determinare le
norme e Ie condizioni che regolano la gestione. il potenziamento e il nriglioramento dell'acquedotto
intercomunale dalle sorgenti ai serbatoi comunali, denourinato convenzione dei Comuli
dell'acquedotto della Bassa Valle di Cembr4 si cgnviene e si stipula quanto segue:

FINAL]TA'
Aa 1
11-¡ L. .r

Il Comune di Lona-Lases , di seguito denominato Comune titolare del servizio, si impegna ad


assicurare la gestione, il potenziamento e il migiioramento dell'acquedotto intercomru¡ale dalle
sorgenti ai serbatoi comunali del Consorzio dei Comûni dell'acqued.otto della Bassa Valle di
Cembra, subentrando a tal fine a tutti i rapporti giuridici attivi e passivi costituiti dall'apposito
Consorzio per gti scopi sopra riferiti ed ora sciolto dalle Amn:inistrazioni comunali di Segonza::o,
Lona Lases, Albiano, Fornace, Faver. Cembrq Lisigrago c Giovo nell'ambito di revisione dei
Consorzi ai sensi dell'a¡t.61 delia L.R- l/93 e s,m.
Lo scopo della presente convenzione è quello di gesûre I'acquedotto stesso per il ¡ifornimento e
l'txilízs-azione deil'acqua' de¡ivata ad uso potabile da parte dei Comuni associati nonché la
manutenzione delle opere di pres4 dei scrbatoi di raccolta e delle opere di adduzione idrica fino ai
serbatoi comurrali.
Il Comune titolare fornisce I'acqua di¡ettamente attraverso la rete consorziale, ai serbatoi comunali
di raccolta c pcrtanto è vietato tassativar¡ente quaisiasi aliacciamento alla rete consorziale da parte
di sineole uter¡ze.
08/LL '01 GIO 11:56 FAX 39 461 689¡79 COMIINE DI LONA LASES Ø oo¡

ORGA}IIZZAZIONE DEL SERVIZIO


ArL2

Il Comune titolare del ser"¡izio prowede a sostenere le spese per la gestione ordinaria
dell'acquedotto intercomunale dalle sorgenti ai serbatoi comunali, nonché proseguire nelle
iniziative già intraprese dal cessato Consorzio ai fini di migiioramento e poteuziamento
dell'acquedotto intercomunale denominato associazione intercomunale dei Comuni dell'acquedotto
della Bassa Valle di Cembra

CRITERIO DEI, zuPARTO SPESE


DIS CIPLINA DEGLI ASPETTI FNANZIARI

Art,3 i

Gli oneri relativi agli interventi di cui all'a¡t. 2 sono imputati nel bilancio del Comune titolare del
servizio sia per quanto riguarda la gestione ordinaria, che per quanto riguarda gli interventi di
camfcgre straordinario. come miglioramento e potenziamento dell'acquedotto.
Nei rernpí utili alla formazionc del bilancio di previsione. il Comune titolare, dopo aver svolto la
forma di consultazione di cui all'anicolo successivo, approva iì programma di gestione ed il relativo
preventivo di spesa, indicando le quote a carico dei singoli Comuni.
Tale programma verrà trasmesso dal Comune titola¡e ai comuni convenzionati contestualmente alla
sua approvazione. La spesa viene prevista ail'interno del bilancio di previsione del comune titolare
del servizio.
I1 programma di gestiolie ed il relativo preventivo di spesa fan¡o parte integrante del bilancio d.el
Comune di Lona-Lases, titolare del servizio
Tutti gli oneri relativi alle spese corenti di funzionamento vengono rþartiti in base ai consumì
effetlívi dell'acqua erogata dalla rete dell'ex acquedotto consorziale
Gli oneri sostenuti per gli investimenti sono úpartiti neila misura stabilita dallo Statuto dell'ex
Consorzio, vale a dire:
B Cornwre di Albiano L7,60yo
o Comune di Lona Lases 6,67Yo
o Comune di Fornace 13,35yo
n Comune di Segon"ano L2,4syo
tr Comune di Faver 8,68yo
tr Comune di Cembra 16,04%
o Comune di Lisignago 5,64Y0
u Comune di Giovo 19,57V0
Il contributo nsultante, a carico di ciascun ente comunale, dovrà essere versato sul conto del
Con:une titolare, sullabase delle risuJtanze approvate dalla rappresentanza dei eomr¡¡ri di cui all'art.
4, in due rate entro il 30 maggio ed il 30 ottobre di ogni arno.
Iu rnanca¡za di tali riparti ed in attesa della loro approvazione da parte dell'organo cornpetente i
Comr¡ii Convenzionati si impegnano aI versamento entro il 30 maggio di ogni anno di una quota
forfetariaparia150%¡dcl1'importorisulta¡tedalpreventivodell'aruroprecedelte

FORME DI CONSULTAZIONE
/\rt.4
08/17 '01 GIO 11:56 FAX 39 461 689379 COìÍTINE DI LONA LASES t4,004

ll, Siudaco del Comune titolare del servizio convòca le riunioni per discutere ed approvare il
prograr1¡1ra di gestione relativo al preventivo di spesa o.sue variazioni da tenersi prima
à.liapprorrazione del bilærcio. AlIe sedot" partecipano i Sindaci o lo¡o delegati (effettivi o in caso
di assènz-a anche supplenti) dei Comwri convenzionati al fne di esprimere un parere vincolante per
le spese correnti e per le spese in conto capitale in progra$mazione per il perseguimento delle
finalità di cui aJl'art.1 dellapresente.
Il parere è vincolaute per ôui i'impegno della spesa da parte del Comune titolare del servizio è
subordinato sempre e comunque all'assenso della maggioranza dei rappresentanti dei comuni
convenzionati. In ogni momento il Sindaco di ciascun comune convenzionato, quale rappresentante
del proprio Ente, può richiedere una riunione con il Sindacó del Comrure titola¡e del servizio o suo
delegato e i raplresentanti de$i altri enti convenzionati, per nregiio confrontare, comunicare
csigõnze, probtemi e pareri riguardanti l'applicaz-ione della presente convenzione. La convocazio¡e
è effettuata dat Comune titolare del servizio.

DiJT{ATA
Aft.5

a) Lapresente convenzione ha effetto, previa sottoscriziorie daparte del legale rapp[esentanti degli
otro'Comuni contraenti, ad awenura esecutività delle deiibe¡azioni dei rispettivi Consigli
comunali che ne autoriz:-ano Ia stipuiazione-
b) La presenle convenzione ha una du¡ata di affri 5 (cinque) anni con decorrenza 1.01'2001, salvo
risoluzione consensuale da parte dei Comunj contraenti,
c) Eventuali modifiche ai contãnuti della convenzione potranno essere concordate tra le
parti.
d) Eventuaii inadempienze alla presen-te convenzione debbono essere contestate
da ciascuna parte
per iscritto con fiisazione dei termi:re utile entro il gi:al9 le inadempienze stesse devono essere
iÍ*orr", pena la sospensione delia convenzione dalla data della scadenza del termine sino a
quella di äccertata rimozione dell'i¡adempienza stessa-
e) Ii caso di risoluzione unilaterale della convenzione da parte del Conrune
convenzionato, io
la
stesso è teru,rto a corrispondere una penalità pari alia quota spettante per I'anno cui si riferisce
risoluzione e detcrminata in base ai giteri di riparto stabiliti dall'art. 3 moltiplicata
per

un'annualità.
Ð In caso di risoluzione consensuale deJJa conveneione, le deliberazioni che I'auto¡iuano
regoleranno le questioni deriva¡ti dalla utiìir¿azione del parirnonio'

CONTROVERSiE
Art.6

Si da atto cire in base aila normativa vigente, Ie eventììali controversie cbe dovessero sorgere

nell'applicazione della presente convenzione saramo defrnite dal T'A'R'

ASPETTiFISCALÏ \
Art.7

secondo
Le eventuali spese fiscalì derivanti dalla stipula della preseile convellzione sono suddivise
i criteri di cui all'art. 3, fra i Comuni stipulanti'
08/tt ' 01 GIO 11:56 FAX 39 461 689379 COMTINE DI LONÁ. LASES Ø oos

PIANTA ORGANICA
tur.8
Per effetto dello scioglimento del consorzio Acquedotto Bassa Val dí Cembra, il personale
dipendente viene inca¡dinato nel posto da istituire nel Comune titolare
det Serviziå, pr.rrio
adegualrento d9ll.a. relativa pianta organica. Lo stesso ¡nanterrà
1o stesso stato giuridico ed
economico nonché le mausioni a cui era preposto neli'ambito dei Consorzio
acquedotto
---a- bassa Valle
di Cembra.

ART.9
PATRIMOMO

Il fondo cæsa al 31 dicembre viene introitato dal Comr¡ne titolæe d.el servizio
con vincolo di
destinazione a favore delle attività svoite di cui all'art. i della presente.
Ailo stesso competono
passività finanziarie non ancora riscosse o pagate dal Cånsorzio Acquedotto
fill*,t
0l uembra.
Bassa Valle
Il patrirnonio immobiiiare viene assegnato, 'attraverso apposito atto di cessione, ai comuni
conver¡zionati in base alle quote indivise di cui all'art.3 della presente.
Una volta recepita a livelio provinciale la legge 5 gennaio lgg+ n. 36 (c.d,
,
.a-l legge Galli), i comuní
çonve¡2isnati si impegn¿ulo a conferire il patrimonio di cui comma prãJedente'nel nuovo
organismo che i comuni riterranr¡o di costin¡i¡e in bæe alle vigenti disposfuioni
di legge. A tale
organismo verrà conferito il fondo cassa residuo delia gestione del Comune titolare
del servizio.

ART. 10
NOR]\4A TRANS]TORI.A
Competono agli otgP, del Consorzio gli adempimenti fiscali ed amministrativi
relativi ai periodi
antecedenti lo

II, SINDA
Casna

a_-- ACE

IL'
08/11 '01 GIO 11:57 FAX 39 461 689379 COMTTNE DI LONA LASES

DI GIOVO

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