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FOR BEGINNERS
Di Antonio Patanè
IL SUONO
CHE COS’E’ IL SUONO
Per cominciare questo corso dobbiamo partire per forza da quello che
intendiamo soggiogare, manipolare e modificare a nostro piacimento.
Cosa che avverrà molto facilmente dal momento in cui conosceremo le
sue proprietà.
IL SUONO.
- Ampiezza (AMPLITUDE)
- Frequenza (FREQUENCY)
- Fase (PHASE)
- Velocità (VELOCITY)
- Lunghezza d’onda (WAVELENGTH)
- Armonici (HARMONICS)
- Inviluppo (ENVELOPE)
AMPLITUDE
fig. 1
Quindi come potete capire da questo schema è ovvio che quando
lavoreremo sul suono sarà sempre fatto per piccoli passi, avendo grandi
cambiamenti.
FREQUENZA
Per frequenza si intende il numero di cicli che una onda sonora compie in
un secondo. Per esempio se prendiamo in esame la nota LA a 440Hz (nota
del diapason) e la analizziamo all’oscilloscopio vedremo che l’onda ha una
sua ripetizione 440Hz al secondo.
Si misura in Hertz (Hz) e l’essere umano ha la capacità di sentire suoni a
partire dai 20Hz fino ai 20000Hz.
Alcuni animali hanno la possibilità di sentire vibrazioni ben al di sopra e al
di sotto di tali limiti… Ultrasuoni – Infrasuoni.
fig. 3
- Low Freq
- Low Mid
- Hi Mid
- High
LOW MID sono frequenze più direzionali che danno identità al suono.
Si estendono da 200Hz a 700Hz, e si occupano di sonorità cupe e
profonde.
Esempio:
State riprendendo una chitarra acustica con 2 microfoni, quindi avrete due
segnali praticamente uguali che però fanno due percorsi diversi…
Se le fasi dei due microfoni saranno in fase avremo un incremento
dell’Amplitude (ampiezza). Se, al contrario, saranno fuori fase avremo
progressivamente una sottrazione del suono stesso, fino al completo
annullamento.
fig.2
ARMONICI
INVILUPPO
- ATTACCO
- DECADIMENTO (Decay)
- SUSTAIN
- RILASCIO (Release)
I MICROFONI
CONNESSIONI:
Jack TSR ¼”
Qui sopra vediamo 2 esempi di connettori Jack. Uno (stereo) e uno mono.
In realtà, come vedremo più tardi, nell’audio professionale la terminologia
Stereo e mono indirizzata ai connettori è erronea. Sarà più opportuno
parlare di connettore Bilanciato o Sbilanciato.
XLR (Cannon)
BILANCIATO e SBILANCIATO:
DINAMICI:
Sono microfoni molto validi per la ripresa di segnali assai rumorosi quali
percussioni, rullanti, fiati ecc.
CONDENSATORI:
Questi microfoni erano in origine molto delicati e quindi non utilizzati per
riprendere strumenti con una forte estensione dinamica, dato che il flusso
potente di aria generato (per esempio quello di una cassa della batteria)
rompesse il nastro.
Al giorno d’oggi, con l’avvento di nuovi materiali, si è riusciti a produrre dei
microfoni a nastro veramente robusti.
La tipologia di segnale che ne esce ha un suono veramente naturale sulla
parte acuta. Si usano spessissimo come Over head (microfoni che
riprendono i piatti della batteria), oppure amplificatori per chitarra o
chitarre acustiche.
CARATTERISTICHE MICROFONICHE:
RISPOSTA IN FREQUENZA:
I PROCESSORI
PROCESSORI
- Equalizzatori
- Processori di dinamica (compressori, Gate, Limiter)
- Processori di Modulazione (Chorus, Flanger, Pitch)
- Riverberazione e Ritardo.
EQUALIZZATORI (EQ)
Partendo dalla storia della tecnologia audio, ci ricorderemo sicuramente,
almeno noi vecchietti, che gli stereo avevano le due famose manopole
“ALTI” e “BASSI”.
Girandole succedevano delle cose meravigliose… il suono cambiava in
maniera preponderante sia se aggiungevamo, sia se toglievamo.
Si, ma dove possiamo utilizzarli?
EQ Grafico
EQ Semi
Parametrico
EQ
Parametrico
Shelving
Passa
Banda
Eq. Grafico
Sono la rappresentazione visiva dello spettro sonoro diviso (nel caso della
figura 1) in 32 bande per canale (Left & Right).
Ne esistono di diversi tipi… e si chiamano anche a Terzi d’ottava, ossia
suddivisione delle frequenze in ottave. (vedi anche la Trasformata di
Fourier dipendente dal tempo).
Quindi ognuno di quegli sliders potranno aggiungere o togliere quel
determinato range di frequenze al suono dato.
Ovviamente non è uno strumento chirurgico, quindi dove vedete scritta la
frequenza vuol dire che lo strumento centrerà proprio quella, ma toccherà
anche le frequenze subito alla sua destra e alla sua sinistra …
Poi con gli esempi vedrete che sarà tutto più chiaro.
Questi Eq sono quelli che useremo più spesso. Sono formati da diversi
controlli.
Uno è dedicato esclusivamente alla scelta di Frequenza.
Uno sarà il livello con cui regolerete l’intensità della freq. Scelta.
E un ultimo controllo, presente esclusivamente sugli EQ. Parametrici, è il
controllo di banda, ossia la possibilità di restringere o allargare il campo di
lavoro del singolo EQ.
Per esempio se dobbiamo intervenire in maniera precisa su una nota
fastidiosa allora sceglieremo una larghezza di banda molto stretta e poi
con il gain provvederemo a correggere il difetto.
Eq. Shelving
Sono stati creati questi processori proprio per controllare le variazioni nel
tempo di questi segnali sonori, ma procediamo con calma.
GATE
Il primo processore, il più semplice, è dunque il Gate, che in inglese
significa cancello, e che, come dice la parola è proprio una porta
elettronica che serve a far passare il suono solamente se supera una certa
soglia.
I parametri più comuni che incontreremo su questo apparecchio sono:
- Threshold (soglia)
- Attack
- Release
- Gain reduction
(riduzione del gain, ma non si trova su tutti.)
L’utilizzo più comune è per esempio con i Tom della batteria. Essendo
strumenti che non sempre suonano, ma i loro microfoni sono invece
sempre accesi e riprenderanno anche tutto il rumore intorno, (anche
quando i tom non suonano).
Quindi per settare il gate sul canale dei tom si dovrà spostare la soglia fino
ad arrivare al segnale più basso dove entreranno i toms.
Con il parametro di Attack si sceglierà la velocità di apertura della porta,
mentre con il Release sarà la velocità di chiusura ad essere settata.
Se vogliamo tagliare le code del tom allora la release andrà settata molto
veloce; viceversa se vogliamo sentire anche la coda dovremo allungare il
tempo di chiusura del Gate.
Il parametro di “Gain Control” serve a decidere di quanto dovrà chiudersi il
Gate, ossia andremo a scegliere se, quando sarà chiuso, vorremo sentire
un minimo di rientro, oppure assolutamente nulla.
E’ più difficile da spiegare che da fare, ma con gli esempi che farò su video
vedrete che si chiariranno i dubbi.
Su alcuni Gate potrete trovare anche il parametro di Hold che si occupa
del tempo che intercorre tra l’apertura e la chiusura del gate, utilissimo
quando vogliamo fare esperimenti su suoni strani.
Tenete conto che con l’utilizzo dei moderni Plugins, quindi con le versioni
digitalizzate dei suddetti processori anche il settaggio risulta più semplice
perché aiutato dalla vista.
COMPRESSORI
I compressori sono stretti parenti dei Gate, e il loro utilizzo non è dei più
semplici, non perché sia difficile la teoria, ma è l’applicazione pratica che
deve essere affinata. Questi particolari processori risolvono un mare di
problemi, ma ne possono creare altrettanti se settati male.
Si possono usare a scopo di controllo, oppure creativo, ma lo vedremo in
seguito.
I parametri che troverete sono:
- Threshold
- Attack
- Release
- Ratio (quantità di compressione da applicare)
- Gain make up (controllo del volume d’uscita).
Quando ancora non esistevano questi apparecchi la riverberazione si
aggiungeva al suono registrato ponendo un diffusore in una stanza vuota
abbastanza grande, e microfonando il diffusore a distanza per poi
registrare il suono risultante.
I primi riverberi costruiti erano quelli a molla che si trovano ancor oggi
negli amplificatori per chitarra, e poi c’erano i riverberi a piastra o Plate, che
sfruttavano la flessibilità di pesanti piastre di metallo facendoci transitare il
suono e riprendendolo con dei microfoni.
Oggi giorno, dopo l’avvento dei micro processori, sono riusciti a ricreare
delle macchine che riescono a simulare l’andamento del suono all’interno
di un ambiente.
Cosa assai complicata in realtà, perché i parametri di una riverberazione
naturale sono praticamente infiniti, quindi capirete che anche il più potente
dei computer non riuscirà mai a uguagliare il suono reale.
Però con l’aiuto del campionamento, cosa che vedremo in futuro, sono
riusciti a creare macchine abbastanza fedeli.
IL SET UP
IL SET UP
- Computer
- Scheda audio
- Controller
- Monitors
- Cuffia
- Microfono
- Hard Disk esterno
n.b: userò dei termini tecnici che verranno poi spiegati, ove possibile direttamente nella
descrizione, altrimenti durante il corso stesso nelle prossime lezioni.
COMPUTER
Dal momento che non dobbiamo giocare con questo computer non è
richiesta una scheda video performante, però, se vorrete utilizzare monitor
grandi (4K o 5K) allora anche la scheda video ha la sua importanza.
Sul Pc è un po’ più difficile dato il numero enorme di schede madri diverse,
processori diversi che implicano un utilizzo smodato di drivers che
potrebbero andare in conflitto con una periferica o con un programma
specifico.
Per questo, prima di comprare un Pc è meglio dare uno sguardo nei vari
forum per verificare la compatibilità.
SCHEDA AUDIO
Le schede interne dei PC, per giocare vanno benissimo, per fare Audio
invece no, perché al 99% sono schede con una Latenza incontrollabile (
ritardo tra l’input di un segnale ed il suo ascolto in tempo reale) che rende
impossibile o comunque difficilissimo il suonare o registrare.
- Focusrite
- Motu
- Presonus
- Steinberg
-
Ce ne sono molte altre ma se vogliamo stare tranquilli andiamo su marche
note. Anche perché se in seguito vorrete cambiarla siete sicuri che questi
marchi hanno un mercato sicuro.
CONTROLLER
Ci sono tantissimi tipi diversi di controllers, che una volta erano limitati alle
Master Keyboards, ossia tastiere mute che collegate al computer
servivano per registrare dati MIDI, che poi venivano editati direttamente su
computer.
Adesso la cosa si è evoluta a tal punto che se ne trovano centinaia di
tipologie diverse.
Ma facciamo più chiarezza.
Come potete vedere ne ho sintetizzati 3 tipi perché sono i più usati.
LA CUFFIA
Le cuffie di tipo Chiuso (closet back) isolano moltissimo dal mondo esterno
e hanno un suono molto controllato. Sono adattissime per la ripresa
microfonica (registrazione) in quanto indossate non permettono al suono di
fuoriuscire dal padiglione e quindi il microfono percepirà solamente la
voce o lo strumento senza interferenze.
Quelle di tipo Aperto (Open Back) invece sono molto più confortevoli
all’utilizzo perché circola aria nelle orecchie. I bassi saranno più presenti e
il suono in generale è più piacevole all’ascolto.
Sono meno indicate alla registrazione perché suonano molto anche fuori,
però se si ha il bisogno di fare un mix (missaggio) di notte e non vogliamo
disturbare nessuno, sono adattissime.
IL MICROFONO
HARD DISK
L’ho messo volutamente alla fine, perché non è che sia essenziale, ma
importante si. Servirà a contenere i Dati, ossia i vostri lavori, tutto ciò che
non c’entra con i programmi e il sistema operativo deve stare su un disco
esterno. In caso di guasti (cose che possono assolutamente capitare) non
perderete il vostro lavoro.
Vedrete, con l’andare del tempo che questi HD esterni si moltiplicheranno
perché serviranno per contenere le librerie dei suoni, i backup.. ecc.
Il costo è relativamente basso se starete su 1Tb (un terabyte). Ci sono
anche più grandi oppure SSD (senza parti mobili) ma molto più costosi
rispetto alla capienza.
Lezione #5
IL PROGRAMMA (DAW)
Perché non ho parlato prima del programma? Infondo è quello con cui ci
misureremo per tutta la durata del corso!
Perché essendo così importante meritava una lezione tutta sua.
Partendo dal presupposto che il programma DAW (Digital audio
Workstation) è come una macchina, ognuno sceglie marca e modello che
crede; l’utilizzo è sempre lo stesso e fa le stesse cose.
L’unica limitazione, oltre al fatto che è una versione lite quindi purgata di
alcune funzioni, è che i vostri progetti andranno salvati su Cloud (in rete) e
non potranno essere più di 3.
Quando avrete finito gli slot disponibili o comprate altro spazio oppure
cancellerete i vostri progetti per far spazio ad altri.
COLLEGHIAMO
E così abbiamo finalmente tutto quello che ci serve per cominciare, quindi
è giunto il momento di collegare tutto.
La vostra scheda dovrà essere elencata nello spazio a sinistra. Con il tasto
destro del mouse fate click sul nome della scheda e vi sarà data la
possibilità di impostarla come uscita principale per l’audio, i suoni di
sistema e anche come Input di default.
Se per caso, una volta attaccato anche l’Hard Disk esterno vi accorgeste
che non ci sono più porte USB disponibili, esistono degli HUB mi
raccomando alimentati che funzionano da sdoppiatori di porte. Anche
questi non rappresentano un costo proibitivo.
Quindi usiamo versioni DEMO per verificare che la DAW sia di nostro
gradimento e poi ci impegniamo a comprare una versione legale della
stessa.
Tra l’altro esistono moltissimi modi per pagare meno; non trascuriamo
quella delle versioni per studenti. Basta dar prova di essere iscritto ad una
qualsiasi scuola, anche quelle musicali, secondo quello che i vari
produttori richiedono ed ecco che il prezzo del software si abbassa
incredibilmente. Vale proprio la pena verificare.
Una volta lanciato il programma, la prima cosa da fare è quella di far sì che
la nostra DAW comunichi con la nostra scheda audio. Quindi andiamo sul
menù preferenze e selezioniamo la finestra audio, dopo di che
selezioniamo in ingresso e in uscita la nostra scheda audio.
Una volta detto al programma che deve usare la scheda audio in nostro
possesso, occorre aprire una parentesi per spiegare alcuni termini che
useremo.
LOGIC PRO X
La prima pagina che ci viene incontro è la scelta tra Template (modelli) già
pronti all’uso.
IL MIDI
Che cos’è il MIDI?
DATA TYPE
Status Bytes: gli status Bytes sono numeri di otto cifre binarie in cui
il bit più significativo (Most Significant Bit – MSB) è posto a 1. Questi byte
servono ad identificare il tipo di messaggio, ovvero lo scopo dei data byte
che li seguono; ad eccezione dei real-time messages, un nuovo Status
byte obbligherà il ricevitore ad adottare un nuovo stato, anche se l'ultimo
messaggio non è ancora stato completato.
Data Bytes: a seguire gli Status Bytes (ad eccezione dei Real-time
messages) ci possono essere uno o due Data Bytes che trasportano il
contenuto del messaggio. I Data bytes sono numeri di otto cifre binarie in
cui il bit più significativo (Most Significant Bit – MSB) è posto a 0. Per ogni
Status byte deve sempre essere spedito il corretto numero di Data Bytes
corrispondente; nel lato ricevitore, l'azione corrispondente al messaggio
deve aspettare fino a quando non sono stati ricevuti tutti i Data Bytes
richiesti dallo Status byte corrispondente.
Running Status: solo per Voice e Mode Message. Quando uno Status byte
viene ricevuto ed elaborato, il ricevitore rimarrà in quello stato fino alla
ricezione di differente Status Byte; quindi, se lo stesso Status Byte si
dovesse ripetere, esso può essere omesso in modo che ci sia bisogno di
spedire solo i Data Byte. E allora, con il Running Status, un messaggio
completo consiste unicamente di Data Bytes; il Running Status è
particolarmente utile quando si devono spedire lunghe stringhe di Note
On/Off, dove "Note On con velocità 0" è usato come Note Off.
Adesso, in maniera più sintetica parliamo delle tipologie di messaggi midi
che potremo manipolare.
CHANNEL message
Un Channel message usa quattro bit nello Status Byte per indirizzare il
messaggio ad uno dei sedici canali MIDI e quattro bit per definire tale
messaggio. I channel message sono quindi usati dai ricevitori in un sistema
il cui numero di canali corrisponde al numero di canali codificato all'interno
dello Status Byte.
Uno strumento può ricevere messaggi MIDI da più di un canale. Il canale
sul quale riceve le istruzioni principali è detto "Basic channel". Uno
strumento può essere impostato in modo da ricevere dati di esecuzione
(performance data) su canali multipli (incluso il basic channel). A questi ci si
riferisce come "Voice Chanel".
La Roland, sempre alla fine degli anni ’80 fece una lista di controlli
importantissimi che presero il nome di GENERAL MIDI.
Questi controlli sono diventati parte di un RED BOOK, ossia di una specie di
bibbia per gli strumenti elettronici, il che vuol dire che se la tal ditta voleva
implementare il protocollo MIDI all’interno delle loro tastiere, doveva
sottostare a certe regole.
Per esempio il control change relativo al volume del suono è settato con il
numero 7, mentre con il 10 si controllerà il Pan Pot (che vedremo poi come
utilizzare) che si occupa del posizionamento del suono stesso sul fronte
Stereo. Non sono tantissimi, ma è meglio entrare nell’ordine di idea di
impararli il più velocemente possibile perché quando si fa una
programmazione sono dati importanti. Non vi preoccupate, sarà
facilissimo.
SYSTEM MESSAGE
Alla fine parlo di questi messaggi, sempre inviati dal protocollo MIDI, con
cui le singole ditte controlleranno dei parametri più specifici dei singoli
suoni a livello di programmazione della macchina, compresa la richiesta di
DUMP, ossia tramite questo controllo viene richiesto alla macchina di
inviare tutta la sua memorizzazione dei settaggi e suoni interni, che in
questa maniera possono essere salvati su computer.
COLLEGAMENTI MIDI
All’inizio dell’era MIDI l’unica cosa che si poteva collegare erano tastiere,
moduli sonori e Sequencer (registratori di dati MIDI).
Ogni apparecchio poteva avere due o tre porte denominate:
L’AUDIO
OK VA BENE MA…
Si lo so, avevamo detto partiamo, solo che se non parlo anche di questo
argomento, sinceramente non sapremmo proprio cosa farci con la nostra
DAW.
ANALOGICO o DIGITALE?
Grande quesito!
L’audio digitale non è altro che una serie di fotografie del suono, come
abbiamo poco fa accennato, ad opera di convertitori ADC (Analog Digital
converter), ridotto in numeri e modificato matematicamente,
immagazzinato su supporti ottici o fisici come gli HARD DRIVE e poi essere
riprodotti dopo aver usato altri convertitori detti DAC (Digital Audio
Converter).