Sei sulla pagina 1di 2

www.epiprev.

it

INTERVENTI

Sensibilità, specificità, valore predittivo nei test sierologici


per Covid-19
Sensitivity, specificity, predictive values in serological Covid-19 tests
Piergiorgio Duca
Università degli Studi di Milano
Corrispondenza: piergiorgio.duca@unimi.it

PREMESSA SE e SP sono caratteristiche del test, la prevalenza dei


Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha ap- “portatori” P è caratteristica della popolazione, o della
provato un test sugli anticorpi anti-Covid-19. Si tratta di singola persona, alla quale si applica il test. Nel secondo
un test per la titolazione nel siero delle immunoglobuline caso, si preferisce parlare di “probabilità a priori” del sin-
M (IgM), che si producono giorni dopo l’inizio dell’infe- golo di avere la condizione indagata. La risposta alla do-
zione, e delle immunoglobuline G (IgG), che si manifesta- manda sull’affidabilità dell’esito del test dipende, quindi,
no più tardivamente. Se entrambi gli anticorpi sono presen- dalla combinazione di SE, SP e P, cioè dal valore preditti-
ti, il test è positivo e la persona, probabilmente, immune. vo positivo (VPP) e negativo (VPN):
Quanto possiamo fidarci dell’esito del test? Dipende dal- VPP è la probabilità di essere un VP, un vero positivo,
la corrispondenza fra l’esito del test (positivo o negativo) e nel sottogruppo dei positivi al test: VPP = VP/(VP+FP);
la realtà di fatto (anticorpi presenti o assenti). Oltre che un VPN è la probabilità di essere un VN, un vero negativo,
problema di definizione di ciò che si intende per “caso” da nel sottogruppo dei negativi al test: VPN = VN/(VN+FN).
identificare e di modalità per identificarlo, per il test esiste
un problema di variabilità analitica, inter e intra-laborato- PROBABILITÀ CHE SIA MALATO
riale, funzione del metodo usato e dell’esperienza degli ope- UN POSITIVO AL TEST
ratori, e anche un problema di variabilità preanalitica, fun- Se chiedete a un medico quale sia la probabilità che un pa-
zione della variabilità biologica e delle modalità e tempi di ziente positivo a un test diagnostico con SE e SP del 95% sia
raccolta del materiale da esaminare.1 Comunque, per dare “malato” (portatore della condizione considerata), la proba-
una risposta occorre anzitutto conoscere sensibilità (SE) e bile risposta sarà: «95%! Se sensibilità e specificità valgono
specificità (SP) del test, stimate in uno studio di accuratezza entrambe 95%, avremo il 95% dei malati e dei non malati
diagnostica ben disegnato, condotto e analizzato.2,3 identificati correttamente, quindi il rischio di errore riguar-
SE è la capacità del test di risultare positivo se applicato a derà solo il 5% del totale (10 casi su 200)!». Questa è però la
un “portatore”, SP è la capacità del test di risultare negativo risposta giusta alla domanda sbagliata: quella sulla percen-
se applicato a un “non portatore” (per esempio, di anticor- tuale di popolazione totale correttamente identificata.
pi). Ma la risposta alla domanda dipende anche da un terzo La domanda formulata all’inizio si riferisce, invece, alla
parametro, dalla prevalenza (P) della condizione indagata, quota di positivi al test correttamente identificati: VP/
la frequenza relativa dei “portatori” nella popolazione dalla (VP+FP) e di negativi al test correttamente identificati:
quale il soggetto sottoposto a test è estratto. VN/(VN+FN). Per rispondere al soggetto esaminato che
La sensibilità SE è espressa dalla percentuale di portato- chiede: «Essendo risultato positivo, quanto è probabile
ri della condizione indagata, reclutati nello studio di accu- che sia davvero portatore di anticorpi?», «Essendo risulta-
ratezza e rappresentativi della popolazione di interesse, che to negativo, quanto è probabile che sia davvero non por-
risultano positivi al test. Si tratta della proporzione dei veri tatore di anticorpi?» occorre calcolare VPP e VPN del test
positivi (VP) che, insieme ai falsi negativi (FN), costitui- nella popolazione o nell’individuo esaminato consideran-
scono il gruppo reclutato dei “portatori”: do P, la prevalenza dei “portatori”.
Ogni comunità di persone, infatti, avrà un suo valore di
SE = VP/(VP+FN).
P: dipenderà da quale è stata la diffusione del virus in
La specificità SP è espressa dalla percentuale di non porta- essa. Ogni singolo individuo avrà una propria probabilità
tori della condizione reclutati nello studio di accuratezza e pre-test di essere stato contagiato: dipende dalla sua par-
rappresentativi della popolazione di interesse che risultano ticolare esposizione a sorgenti di contagio.
negativi al test. Si tratta della proporzione di veri negativi Per esempio, con un test sensibile e specifico al 95% ap-
(VN), che, insieme ai falsi positivi (FP), formano il grup- plicato a una comunità di 100.000 persone a molto bas-
po reclutato dei “non portatori” della condizione in studio: sa esposizione al rischio di contagio (1 persona ogni 1.000
è stata contagiata e ha sviluppato anticorpi), si identifi-
SP = VN/(VN+FP). cheranno come veri positivi VP, il 95% dei 100 portato-

anno 44 (2-3) marzo-giugno 2020 189 Epidemiol Prev 2020; 44 (2-3):189-190. doi: 10.19191/EP20.2-3.P189.042
www.epiprev.it

INTERVENTI

ri, come veri negativi VN il 95% dei 99.900 non portato- e SP almeno pari al 98%, in soggetti con probabilità pre
ri, così che: test almeno del 10%, fornisce un risultato utile.
POSITIVI =
VP: 95 (il 95% di 100) + FP: 4.995 (il 5% di 99.900) = 5.090 QUANTO VALGONO VERAMENTE
NEGATIVI = SE E SP DI UN TEST
VN: 94.905 (il 95% di 99.900) + FN: 5 (5% di 100) = 94.910 Per conoscere quanto vale l’accuratezza di un test occorre
VPP = VP/(POSITIVI) = 95/5.090 = 2% (circa) uno studio ad hoc, nel quale il test è applicato a un cam-
VPN = VN/(NEGATIVI) = 94.905/94.910 = 99,99%
pione rappresentativo di portatori accertati di anticorpi per
la SE e a un campione rappresentativo di non portatori ac-
con la conclusione che, dei 5.090 positivi al test, solo il certati di anticorpi per la SP. Ma per essere ragionevolmen-
2% circa dei casi è un vero “portatore” di anticorpi, il re- te certi che abbia davvero SE = 99%, per esempio, su quan-
stante 98% è “non portatore” (FP); invece, dei 94.910 ti “portatori” va studiato? Consideriamo di averlo studiato
negativi al test, il 99,99% è un vero negativo VN, quindi in un campione di 100, 200, 500, 1.000 portatori accerta-
con pratica certezza un “non portatore”. Il test, anche se ti e di avere osservato sempre il 99% di VP: 99 VP nel pri-
intrinsecamente molto buono, in una situazione di molto mo studio; 198 nel secondo; 495 nel terzo; 990 nel quarto.
bassa P dà, in caso di positività, una risposta fuorviante ed Della stima del primo studio, intuitivamente, ci fideremo
è realmente informativo solo se negativo. In ultima anali- meno che di quella del quarto. Ma possiamo basare la no-
si, è dannoso se usato per fornire una patente di immuni- stra fiducia su qualche cosa di più solido dell’intuizione? Sì.
tà al positivo, essendo erroneo nel 98% dei casi. Calcoliamo l’intervallo di confidenza della stima. Per un
grado di fiducia (confidenza) del 95%, calcoliamo il valore
IL PESO DI SE, SP, P SUI VALORI VPP E VPN minimo di SE vera che attribuisce all’osservazione fatta, o
Estendiamo il calcolo a diversi scenari. Nella tabella sono più estrema, la probabilità cumulativa del 5%. Ci interessa
presentati i valori di VPP e VPN per test con 95%, 98% solo il valore minimo (estremo inferiore), perché vogliamo
e 99% di SE e SP, applicati in popolazioni con prevalenza essere ragionevolmente certi che la SE vera sia superiore a
di “portatori”, P: 1%, 10% e 40% (righe). tale limite (“intervallo di confidenza del 95% a 1 coda”).
Questo valore si può ricavare con approccio esatto.4 Nei
P SE & SP 95% SE & SP 98% SE & SP 99% casi considerati, l’approssimazione gaussiana non è buona.
VPP VPN VPP VPN VPP VPN Negli studi ipotizzati, il minimo valore per SE vera risul-
1% 0,161 0,999 0,331 1,000 0,500 1,000 ta: 95,3%, nel caso di 99 VP su 100; 96,9% con 198 VP
10% 0,679 0,994 0,845 0,998 0,917 0,999 su 200; 97,9% con 495 VP su 500; 98,3% con 990 VP su
40% 0,927 0,966 0,970 0,987 0,985 0,993 1.000. In conclusione, non basta la stima campionaria del
99% per sostenere che il test soddisfa il requisito richiesto
I valori di VPN, in tutti i casi, indicano che un risultato per essere utile nella pratica. Questa stima deve essere ot-
negativo conferma con quasi certezza l’assenza di anticor- tenuta in un campione casuale, rappresentativo della po-
pi, mentre i valori di VPP variano con la prevalenza e con polazione di interesse, di sufficiente numerosità. Nel no-
i valori di accuratezza del test. stro esempio occorrono almeno 500 portatori e 500 non
Con P 1%, un positivo è un vero “portatore” solo in 16 portatori di anticorpi per poter concludere, di fronte all’os-
casi su 100 con SP 95%, in 33 casi su 100 con SP 98% e servazione del 99% di VP, che SE vera è almeno del 98%.
in 50 casi su 100 con SP 99%. Se P è 10%, un positivo è Se si fossero studiati solo 100 portatori, la SE vera potreb-
un vero “portatore” in 68 casi su 100 con SP 95%; in 84 be essere di molto inferiore al valore osservato del 99% (il
casi su 100 con SP 98% e in 92 casi su 100 con SP 99%. 95,3%), con un giudizio di utilità del test nel caso delle P
Un esito positivo serve sempre in caso di alta P (40%) e, considerate molto differente, come abbiamo visto in tabel-
in caso di prevalenza al 10%, solo con SP 98% o più. Per la. Per questo serve conoscere su quale numerosità campio-
persone a bassa probabilità di contagio non esiste test che naria il produttore del test lo abbia saggiato. La procedura
possa attribuire una “patente” di immunità, anche al net- indicata, sostituendo “portatori” e VP con “non portatori”
to del sapere (e ancora non si sa con più evidenze e nelle e VN, si applica anche, identica, alla stima del limite infe-
nostre popolazioni) quale sia, quanto duri, da quali anti- riore dell’intervallo di confidenza della SP.
corpi dipenda l’immunità a Covid-19. Solo il test con SE Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

BIBLIOGRAFIA
1. Gion M, Trevisioli C, Pegno S, Fabricio ASC. Guida all’uso clinico dei biomarcatori in oncologia: metodi di misura e interpretazione. Biochim Clin 2011;35(5):394-403.
2. DL Sackett, RB Haynes. The architecture of diagnostic research. BMJ 2002;324(7336):539-41.
3. Bossuyt PM, Reitsma JB, Bruns DE et al. STARD 2015: An updated list of essential items for reporting diagnostic accuracy studies. Clin Chem 2015;61(12):1446-52.
4. Clopper C, Pearson ES. The use of confidence or fiducial limits illustrated in the case of the binomial. Biometrika 1934;26(4):404-13.

anno 44 (2-3) marzo-giugno 2020 190 Epidemiol Prev 2020; 44 (2-3):189-190. doi: 10.19191/EP20.2-3.P189.042

Potrebbero piacerti anche