Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
www.largoconsumo.info
CENSIS
PRIMO RAPPORTO
SULLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI
1
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Non esiste il Mcmondo che come un Grande Fratello indirizza i carrelli della
spesa, esistono consumatori che, con una miscela originale di motivazioni e
obiettivi, definiscono una propria specifica combinazione di alimenti e
luoghi di acquisto, tanto da poter dire che il modello alimentare prevalente è
in realtà un patchwork di opzioni che spesso, in punto di principio, possono
anche apparire contraddittorie. Così, ad esempio:
- tra gli acquirenti regolari di prodotti del commercio equo e solidale una
nettissima maggioranza acquista i prodotti a marchio commerciale del
distributore, espressione della nuova forza della Gdo, oltre tre quarti
acquista prodotti surgelati ed oltre due terzi scatolame.
Fissata questa soggettività estrema delle dinamiche, che rende possibile agli
stessi individui e alle stesse famiglie fare convivere comportamenti e
tendenze di acquisto e consumo molto diversificate, ci sono però alcune
tendenze specifiche che vanno focalizzate: in primo luogo, la qualità
sostenibile, che significa riuscire ad avere una dieta che risponde ai propri
2
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Anche nella crisi, però, il minore consumerismo non vuol dire rassegnarsi
ad una qualità non adeguata dei prodotti o rinunciare in alcuni momenti o
per alcuni specifici bisogni, a togliersi qualche sfizio spendendo qualche
soldo in più; prevale pertanto un’attitudine combinatoria, una soggettiva
miscela di canali di acquisto differenziati per momenti e/o per beni.
E’ chiaro che l’avanzata delle Gdo è, in prospettiva storica e sotto gli effetti
della crisi, irresistibilmente incentivata da questi processi così come il
connesso declino degli esercizi più tradizionali; tuttavia, rispetto al dualismo
grande distribuzione-negozi tradizionali, giocata sul prezzo e sul servizio
incorporato nei beni, spicca la crescita degli acquisti diretti dal produttore,
inclusi i Mercati del contadino, che sono percepiti come una soluzione che
risponde ad alcune esigenze forti, come il prezzo conveniente, la genuinità e
la sicurezza del prodotto. A questo proposito, va tenuto presente che circa
un quarto degli italiani che dichiara di non mangiare abbastanza frutta fresca
ne mangerebbe di più se costasse un po’ meno, e circa un quinto farebbe la
stessa cosa con la verdura e gli ortaggi.
3
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Sul contenuto dei pasti, trova conferma nella presente ricerca una certa
spinta salutista con quote rilevanti di persone che mangiano verdura e frutta,
mentre meno diffusi sono carne, insaccati e soprattutto pesce.
Un primo risultato riguarda la frequenza media con cui durante i sette pranzi
e le sette cene settimanali sulla tavola degli italiani sono presenti i vari
alimenti; posto pari a sette per ogni settimana il numero di pranzi, la frutta,
il pane e la verdura sono presenti 5 volte su sette, la pasta 4,6 volte su sette,
la carne 3 volte su sette e, poi, il dolce è sulla tavola per due pranzi a
settimana, così il riso e il pesce (tab. 1). Tra le bevande, invece, il vino è
presente in poco meno di 3 pranzi settimanali, le bevande gassate meno di 2
volte, la birra poco più di una volta a settimana.
Le cene hanno caratteristiche non molto diverse dai pranzi, perché per
cinque volte a settimana gli italiani dichiarano di mettere in tavola la
verdura, la frutta e il pane; meno presenti sono la carne (2,8 su 7), la pasta
(2,5), il pesce (meno di due volte), il dolce (anche questo meno di due volte)
e il riso (1,6 volte). Vino, bevande gassate e birra sono presenti con la stessa
intensità che a pranzo.
4
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
La sola differenza tra pranzo e cena che spicca in modo evidente riguarda
la pasta, molto più presente sulle tavole degli italiani a pranzo.
Tab. 1 - Gli alimenti che gli italiani mettono in tavola (val. medi)
Pranzo
Frutta 3,9 1,6 5,4
Pane 3,8 1,5 5,3
Verdura 3,6 1,5 5,1
Pasta 3,2 1,4 4,6
Carne 2,0 1,0 3,1
Dolce 1,3 0,8 2,1
Riso 1,4 0,5 2,0
Pesce 1,4 0,6 2,0
Cena
Verdura 3,7 1,4 5,1
Frutta 3,7 1,4 5,1
Pane 3,6 1,4 5,0
Carne 2,0 0,8 2,8
Pasta 1,8 0,7 2,5
Pesce 1,4 0,5 1,9
Dolce 1,2 0,6 1,9
Riso 1,2 0,4 1,6
(1) Quante volte gli italiani consumano i prodotti indicati su cinque giorni della settimana
rispettivamente a pranzo e a cena (dal lunedì al venerdì)
(2) Quante volte gli italiani consumano i prodotti indicati su due giorni del fine settimana
rispettivamente a pranzo e a cena (sabato e domenica)
(3) Quante volte gli italiani consumano i prodotti indicati su sette giorni della settimana
rispettivamente a pranzo e a cena (dal lunedì alla domenica)
5
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
I giorni feriali a pranzo oltre 3 volte su 5 gli italiani mangiano pasta, quasi 4
volte su 5 pane, la verdura è nei piatti 3,6 volte su 5, la carne 2 volte su
cinque, la frutta quasi 4 volte su 5, il pesce 1 volta su 5.
A cena, invece, verdura e pane sono nei piatti 3,6 volte su 5, la pasta meno
di 2 volte su cinque, così la carne, mentre il pesce è 1,4 volte su 5.
Tab. 2 - Italiani che mangiano e/o bevono sempre alcuni alimenti * (v.a. in migliaia)
(*) Coloro che consumano i prodotti indicati sia a pranzo che a cena sette giorni su sette (dal
lunedì alla domenica)
6
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Ci sono poi gli italiani che non mettono mai in tavola certi alimenti, così
come alcuni che tendono a non prenderli in considerazione per il pranzo,
oppure per la cena (tab. 3). Attualmente 430 mila italiani dichiarano di non
mangiare mai, né a pranzo né a cena, né durante i feriali né tantomeno nei
week end, pasta; 930 mila non mangia mai pane, quasi 1,8 milioni non ha
rapporti con il riso, quasi 1,2 milioni non mangia mai carne, oltre 3,1
milioni dichiara di non mettere mai in tavola pesce, 370 mila non mangiano
mai verdura e, infine, oltre 1 milione non mangia mai frutta.
Tab. 3 - Italiani che non mangiano e/o non bevono mai alcuni alimenti* (v.a. in
migliaia)
Pranzo e
Pranzo Cena
cena
(*) Coloro che non consumano i prodotti indicati né a pranzo né a cena sette giorni su sette
(dal lunedì alla domenica)
Il dolce non è mai presente nel piatto di 6,7 milioni di italiani: riguardo alle
bevande, 13,5 milioni non beve mai a pranzo o a cena vino, 19,2 milioni
non beve birra e 19,3 milioni non beve mai bevande gassate.
7
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
8
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Tab. 5 - Rapporto con frutta, verdura e carne e condizioni per aumentare il loro consumo
(val. %)
Quasi il 79% degli italiani dichiara che per frutta e verdura vuole solo
prodotti di provenienza italiana, convinzione condivisa in modo trasversale
al corpo sociale e ai territori (fig. 1).
9
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Fig. 1 - Italiani che vogliono frutta e verdura solo di provenienza italiana (val. %)
84
81,9
82 80,9
80 79,2 78,9
78
76
74 73,3
72
70
68
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole Italia
10
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
La graduatoria dei beni sentinella più acquistati dagli italiani evidenzia che
la spesa alimentare delle famiglie italiane è orientata prioritariamente a
rapidità e facilità di utilizzo, durata del prodotto e garanzia di sicurezza,
oltre ovviamente alla convenienza dei prezzi. E’ questa in estrema sintesi la
logica sottesa alla triade di prodotti-sentinella che sono più diffusi nella
spesa delle famiglie: surgelati (il 69,6% dichiara di acquistarli
regolarmente), prodotti a marchio commerciale, del distributore (65%) e
scatolame (58,7%) (tab. 6). Sono importanti anche le quote che acquistano
prodotti direttamente dal produttore inclusi i mercati del contadino (41,4%),
verdure lavate, tagliate e già pronte (38,7%), prodotti Dop/Igp (29,1%),
prodotti da agricoltura biologica (28,6%). E’ invece l’11,3% ad acquistare
abitualmente prodotti etnici (cucina orientale, cibi messicani, indiani, ecc.)
11
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
12
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Fig. 2 – Altri tipi di alimenti acquistati dagli acquirenti abituali di prodotti Dop, Igp (val. %)
Scatolame 67,6
Cibi etnici, diversi da quelli tradizionali del suo paese (es. cucina
23,9
orientale, cibi messicani, cibi indiani)
Fig. 3 – Altri tipi di alimenti acquistati dagli acquirenti abituali di frutta e verdura da
agricoltura biologica (val. %)
Scatolame 63,0
13
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Fig. 4 – Altri tipi di alimenti acquistati dagli acquirenti abituali di prodotti del commercio
equo e solidale (val. %)
27,1
26,7
22,6
21,6
Prodotti del commercio Frutta e verdura da Prodotti DOP, IGP Acquisto diretto dal
equo e solidale (es. agricoltura biologica produttore (inclusi i
cioccolata, caffè e altri (non trattata con mercati del contadino)
prodotti alimentari pesticidi o conservanti)
provenienti da paesi in
via di sviluppo)
14
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Oltre l’80% degli italiani mangia almeno una volta a settimana fuori casa,
presso un esercizio pubblico, e a farlo in misura maggiore sono gli uomini, i
giovani (il 93%) e i residenti al Nord-Est (88,3%) (tab. 7).
(*) Per “fuori casa” si intende, presso ristoranti, trattorie, fast-food, snack bar, tavole calde,
ecc.
Riguardo alle motivazioni della scelta di mangiare fuori casa emerge, oltre a
quelle ormai classiche come le esigenze lavorative e quelle ludiche, di
convivialità, una nuova ragione, piuttosto originale, in cui la scelta di
mangiare fuori diventa l’occasione per l’esercizio di una libertà rispetto a
quei canoni salutisti che ormai incombono come riferimenti importanti nel
determinare la dieta delle persone; infatti, nella scelta di cosa mangiare
quando si pranza o cena al ristorante o in altro locale pubblico la
considerazione dei valori nutrizionali pesa in misura nettamente minore
15
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
rispetto a quando si mangia in casa (il 29,7% in casa, il 14,9% fuori casa)
(tab. 8).
16
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Tab. 9 - Frequenza con cui viene fatta la spesa alimentare in famiglia, per tipologia familiare
(val. %)
Una volta a
settimana 57,7 65,6 59,8 60,9 60,7
Ogni giorno 25,8 18,3 28,9 29,8 26,8
Una volta ogni 10-
15 giorni 11,8 13,7 9,5 6,1 10,0
Una volta al mese 4,7 2,4 1,7 1,8 2,2
Meno di una volta
al mese - - 0,1 1,4 0,3
17
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Il 74,6% dichiara che tra gli aspetti che influenzano la scelta dei prodotti
alimentari prevale la provenienza dal proprio territorio, aspetto che
presumibilmente viene visto come una garanzia rispetto alla qualità e
sicurezza e questa convinzione è più forte tra i residenti al Sud-isole
(78,8%) (tab. 10).
Tab. 10 - Aspetti che influenzano la scelta dei prodotti alimentari acquistati, per ripartizione
geografica (val. %)
18
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Vorrei mangiare più sano ma non ci riesco, è questa l’affermazione che più
e meglio descrive, secondo gli intervistati, il proprio rapporto con il cibo. E’
infatti indicata da quasi il 37% degli intervistati, quota che sale al 40,5% tra
i 30-44enni, ad oltre il 40% tra le donne, ad oltre il 43% tra le casalinghe
(tab. 11). Quasi il 33% degli italiani dichiara di seguire una dieta sana
perché l’alimentazione è tra i fattori importanti per la salute, e sono
soprattutto gli anziani (40,3%) e i laureati (37,6%) a praticare questa
tendenza salutista.
Tab. 11 - Gli italiani e il rapporto con il cibo, per ripartizione geografica (val. %)
Tra le seguenti affermazioni quale Nord Nord Est Centro Sud e Italia
descrive meglio il suo rapporto con Ovest Isole
il cibo?
19
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Informarsi sul cibo per gli italiani è sempre più importante; infatti, quasi il
62% degli intervistati si dichiara molto informato sui valori nutrizionali, le
calorie e i grassi riguardanti i vari alimenti (fig. 6).
Fig. 6 - Italiani molto informati sui valori nutrizionali dei cibi, sulle calorie e sui grassi
(val. %)
68
66,2
66
64
62,2 61,8
62
60,2
60
58
56,0
56
54
52
50
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole Italia
Non a caso il 34% degli intervistati ritiene, poi, che la propria alimentazione
dipenda in via prioritaria da caratteristiche e scelte soggettive (che
presumibilmente hanno bisogno di tante informazioni per essere adeguate),
il 30,4% dalla tradizione familiare, e poco meno del 19% da quello che si
può permettere, tenuto conto del reddito e dei prezzi (tab. 12).
20
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
Tab. 12 - Aspetti che influenzano il tipo di alimentazione degli italiani, per ripartizione
geografica (val. %)
21
FONDAZIONE CENSIS
Tav. 1 - Le tappe dell’evoluzione del rapporto con i consumi alimentari: 1970-2009*
- Cresce la quota patrimoniale e finanziaria dei redditi - Il reddito da capitale sale dal 12,3% al 19% del 1990
- Si avviano i consumi di nuova acquisizione - Var. % nel decennio della spesa alimentare procapite
(seconda casa, seconda macchina, vacanze) tra i reale +6,8%
ANNI OTTANTA L’era del pieno consumo
quali il mangiare fuori casa - Spesa alimentare fuori casa sale a quasi il 38% del
- Nei consumi alimentari c’è sperimentazione del totale della spesa
nuovo e segnali di eccessi
3,8
2,7
2,4 1,6
1,7
1,4 0,6
0,8 0,9
0,5
0,1
Tasso medio annuo di crescita della spesa alimentare
Tasso medio annuo di crescita della spesa totale
Tasso medio annuo di crescita del Pil
Fig. 8 - Quota della spesa alimentare sul totale e variazione in ciascun decennio della spesa
alimentare procapite (val. % e var. %)
20,9
17,2
15,4 14,8
12,1
6,8
4,2
-4,3
Var.% nel decennio della spesa alimentare pro capite Quota spesa alimentare sul totale
Gli anni settanta riletti in chiave Censis sono connotati da una profonda
modernizzazione socioeconomica con la proliferazione imprenditoriale, la
crescente mobilità sociale, le persistenti migrazioni verso i centri urbani, gli
effetti visibili della scolarizzazione di massa, e i diversi aspetti di
fenomenologie tipiche di un paese in rapida crescita, che nella sua corsa
subisce però gli impatti di una prima grande crisi globale, avviata dal rialzo
del prezzo del petrolio.
24
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
rappresenta più di un quinto del totale, e tuttavia avrà nel corso di questo
decennio, che pure è dominato da una vera e propria frenetica corsa
all’aumento dei consumi alimentari, una contrazione.
25
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
La spesa alimentare scende come quota del totale dei consumi fino a
rappresentare il 15,4% di essi, e questo ovviamente rinvia alla diversa
intensità di crescita dei vari aggregati. Il Pil negli anni novanta cresce ad un
tasso annuo medio dell’1,4%, i consumi complessivi ad un tasso del +1,6%,
mentre quelli alimentari hanno un tasso medio annuo di crescita dello 0,5%.
L’arrivo della Gdo costituisce uno dei fenomeni chiave del decennio che
incide in modo molto marcato sulle abitudini alimentari degli italiani.
Tuttavia, proprio nel corso di questo decennio che è ancora di
moltiplicazione del consumo a tutti i livelli, maturano anche quelle
aspettative, già sedimentate nel decennio precedente, per una qualità di
massa, “… vale a dire una ricerca, ancora esplorativa di beni e servizi
tendenzialmente esclusivi, non standard, riconoscibili… cosa che
rappresenta una vera sfida per il mercato dell’offerta.”
Nei primi nove anni del nuovo millennio diventa cruciale la globalizzazione
e una certa insicurezza che si installa nel cuore del sociale, fenomeni
entrambi che hanno contraccolpi rilevanti sul rapporto delle persone con
l’alimentazione.
A contare non sono più le dinamiche incrementali, quelle indotte dal ritmo
di crescita quantitativo, dalla logica del di più è sempre meglio che ha
segnato, sia pure con decrescente intensità, il rapporto con la spesa e i
consumi alimentari del nostro Paese.
Nei mercati, la Gdo rappresenta oltre il 70% della spesa alimentare, mentre
la spesa per il fuori casa rappresenta la metà del totale della spesa
alimentare.
26
FONDAZIONE CENSIS
Sintesi dei principali risultati
In realtà, la dieta reale di rado coincide con quella ottimale, ma ciò non
riduce il peso del salutismo come riferimento valoriale e pratico rispetto a
quello che si mangia, tanto da generare, laddove non si riesce a mettere i
precetti in pratica, un diffuso senso di colpa di massa.
27
FONDAZIONE CENSIS