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Vita

Giacomo Leopardi nacque a Recanati il 29 giu-


gno del 1798 dal conte Monaldo Leopardi e dalla
madre Adelaide Antici. La vita di Leopardi non fu
molto facile infatti i due genitori rappresentavano
la mentalità moralista dell!epoca dovuta sia alla
moralismo cattolico retrogrado e severo sia allo
loro status quo nobiliare. Infatti i due avrebbero
voluto per Giacomo una carriera ecclesiastica,
dando però uguale riguardo anche allo studio
che all!interno dello Zibaldone,Leopardi de nì
come matto e disperato. Egli studiò infatti circa
15.000 volumi provenienti dalla biblioteca pater-
na grazie quali non riuscirsi in dalla età di 10 anni
a conoscere perfettamente la grammatica latina,
a scrivere poesie latino e si pensa anche in gre-
co, conoscendo varie lingue vari autori. Da ciò
gli riporto però anche dei danni sici: alla vista e
alla schiena avendo la gobba. Nello Zibaldone
egli si focalizza anche sulla gura materna di
Adelaide, de nendola come una donna fredda,
ana ettivo ed apatica. Anzi e gli ha de nisce
come "madre matrigna", tanto che ella non com-
pativa la morte dei suoi gli poiché in questo
modo la famiglia avrebbe avuto meno peso sulle
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spalle. Infatti era proprio Adelaide che si occu-
pava della gestione dei risparmi familiari, soprat-
tutto perché il conte Monaldo aveva sperperato I
beni di famiglia E quindi era compito della ma-
dre, preservare rimanenti ricchezza e lo status
quo della famiglia. Desideroso di lasciare il borgo
natio, Leopardi comincia una corrispondenza
con Pietro Giordani, e riesce ad ottenere dalla
famiglia il permesso di recarsi a Roma. Non tro-
vandosi bene qui decide di allontanarsi per an-
dare a Milano, anche perché l!editore stella o er-
to la possibilità di pubblicare le proprie opere in
cambio una retribuzione. Per ragioni di salute
egli si trasferisce anche per un po!#di tempo a Fi-
renze dove conosce uno dei suoi più grandi
amori Fanni Targiini tozzetti, alla quale scrisse
varie poesie però non fu mai ricambiato. Un altro
dei suoi amori Gertrude lazzari sua cugina e poi
la glia del cocchiere di casa Leopardi, Teresa
fattorini. A Firenze conobbe anche Anto non Ra-
nieri, suo grande amico nonché letterato napole-
tano. Questi nel 1833 lo convinse a trasferirsi in-
sieme a lui a sua sorella nella loro casa a Napoli
sulle pendici del Vesuvio. Morì a torre del greco
nel 1837 dove si erano trasferiti per l!epidemia di
colera. Si pensa che morì per un!ingestione di
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gelato. Dal punto di vista letterario noi de niamo
Leopardi come un illuminista il quale però riuscì
a vedere oltre la propria razionalità e a diventare
romantico come pochi, andando A parlare prima
il cuore e poi alla mente degli uomini.

Opere
Fra le opere in prosa vi è lo Zibaldone, una sorta
di diario dove si trovano le sue considerazioni
anche con data. Bisogno anche ricordi biogra ci
ed è un vero e proprio diario di un intellettuale.
Scrisse anche le operette morali spesso in forma
dialogica. Queste si fanno a Luciano di Samosa-
tra, autore latino che spesso scrisse dei dialoghi
la personalità di spicco morte. Nelle operette
morali vi è un forte risvolto loso co, che si trova
particolarmente nel "dialogo della natura e di un
islandese". Leopardi non crede in Dio quanto
nella natura che è vista come una forza che di-
spone di tutti gli esseri viventi, ma nessuno di
questi è messo in una condizione di privilegio. E
matrigna nei confronti di tutti gli esseri viventi
compreso l!uomo. Dunque chi cerca la felicità è
destinato alla delusione, poiché tutto ciò è solo
un!illusione dell!uomo perché tutti sono costretti
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a scontrarsi con questa natura matrigna che fa sì
che l!uomo nasca e muoia nella sua completa
indi erenza. Egli va a riprendere la loso a lu-
creziana chi a erma che è la realtà è formata
soltanto da atomi e da vuoto, che si aggregano
Per Venere e si disgregano per Marte. Le altre
cose sono semplicemente illusioni dell!uomo, fra
queste vi è anche l!amore il quale è visto da Lu-
crezio come un inganno della natura per conti-
nuare la specie. Lucrezio muore suicida e molti
vedono questo gesto come conseguenza della
sua loso a senza luce, Per alcuni invece è la ri-
nascita di Lucrezio nel usso degli atomi.

Nonostante le sue poesie sostengano tesi im-


pregnate di razionalità, fanno anche amare la
vita. La morte infatti compare nella vita di chiun-
que e non è estranea alla nostra vita, anzi la in-
uenza. I canti, derivati dal latino Carmen (alta
poesia) raccoglie circa 41 poesie di varia lun-
ghezza. Vi sono le poesie civili, riguardo gli av-
venimenti a lui contemporanei: All!Italia, ad An-
gelo mai, le nozze della sorella Paolina, eccetera.
Le poesie dedicate al suicidio come l!ultimo can-
to di sa o, bruto minore. Sono anche gli idilli di-
stinti fra piccoli (L!in nito, La sera del dì di festa,
alla luna, il sogno e la vita solitaria) e grandi (a
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Silvia, il sabato del villaggio, canto notturno di un
pastore errante dell!Asia, Le ricordanze, la quiete
dopo la tempesta, il passero solitario).

La parola idillio alla radice del verbo greco orao ,


cioè id, e signi ca gia da se

"piccola visione”, quindi per i piccoli idilli sareb-


be necessario anche il solo termine idillio. I
grandi idilli, Secondo de Sanctis, sono chiamati
in questo modo anche perché rappresentano lo
sviluppo poetico dell!idillio leopardiano. Leopardi
dice che "sono situazioni, a ezioni, avventure
storiche del mio animo", quindi non vieppiù un
signi cato civile o strettamente legato a temati-
che letterarie, ma si avvia ad una dimensione in-
tima e autobiogra ca. Nei piccoli idilli E più au-
tobiogra co mentre nei grandi analizza il dolore
cosmico dell!umanità nell!universo. Un!altra di e-
renza è data anche dalla tecnica poetica, negli
idilli piccoli vi è l!endecasillabo mentre in quelli
grandi è una canzone libera.

A Silvia
Silvia era Teresa fattorini, glia del cocchiere di
casa Leopardi ma è l!assume diverse immagini
simboliche, rappresentando le illusioni che tutti
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noi abbiamo in giovinezza e le nostre speranze.
E il simbolo anche di tutto ciò che abbiamo per-
so senza però saperlo. È un oscillazione conti-
nua. Quasi sempre negli vi è anche un paesag-
gio

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