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Montesangiorgio, un piccolo paese come tanti, sui primi
contrafforti montagnosi, a poco più di mezz’ora di guida
dalla costa, con il suo bravo castello circondato da case che
resistono da secoli alle intemperie, quasi formassero una
coorte di legionari messi lì a proteggere il mastio; con le
strade di acciottolato e tratti di antiche mura tutto intorno
interrotte dalle due antiche porte ad arco e da qualche
concessione all’espansione del paese in tempi recenti. Alle
spalle del paese le montagne coperte di boschi con tanti
castagni forse la maggiore attrattiva per coloro che vogliono
scappare dalla città. E sono in tanti, soprattutto in estate ed in
autunno, a venire quassù, magari solo per una domenica,
magari solo per una passeggiata durante la quale sfuggire
alla calura estiva della costa in mezzo al bosco oppure per
raccogliere un po’ di castagne agli inizi dell’autunno. Un
paese in cui ci si conosce tutti. A parte i forestieri, quelli che
vengono a passare qualche settimana o qualche fine
settimana nelle villette che sono state costruite poco fuori del
paese, raggruppate in una specie di piccolo villaggio
satellite. Quelli entrano ed escono dalla vita di tutti i giorni
lasciando solo alcune tracce nella memoria dei paesani anche
se contribuiscono non poco al magro bilancio della
comunità. Magari qualcuno di loro viene riconosciuto dal
negoziante quando va a fare la spesa, se sono anni che
continua a tornare lì, ma, per la gran parte degli abitanti, i
forestieri restano degli estranei. È un posto tranquillo,
Montesangiorgio, un posto che viene citato sulle cronache
dei giornali locali solo quando c’è la fiera della castagna ai
primi di novembre.
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con tanti che non sono suoi alunni. Qualche collega insinua
spesso che, più che altro, dialoga con le alunne e che loro
sembrano molto sensibili al fascino da superstite dell’epoca hippy
che lui si porta appresso. Una delle mie colleghe un po’ più acide
lo definisce spesso il prototipo del maschio afflitto dal complesso
di Peter Pan, solo perché ha passato la quarantina, è ancora
scapolo ed ancora non ha rinunciato ai capelli lunghi e ad un
abbigliamento discretamente informale. A me sono sempre piaciuti
la sua serena capacità di analisi ed il suo humour sottile. C’è chi
sostiene che abbiamo la stessa capacità di dimenticarci, di tanto
in tanto, che esiste un mondo reale intorno a noi ma forse sono
solo invidiosi. Voglio dire: perché dovremmo sempre stare ad
avvilirci perché gli stipendi sono quello che sono, i politici sono
quello che sono e la professione che abbiamo scelto ci concede
ben poche soddisfazioni? Non dico che non ci si debba pensare
per niente, dico solo che, di tanto in tanto, fare finta per qualche
ora che questo mondo non esista può aiutare a non infilarsi dritti
dritti nella depressione. L’ho trovato nella saletta a fianco della
biblioteca immerso nella lettura di un saggio di Popper. “Come ti
sembrano i nostri alunni?” gli ho chiesto. “In che senso?” ha
chiesto lui. “Nel senso dell’impegno, della voglia di apprendere,
della capacità di capire, insomma, in parole povere: ti sembrano
meglio o peggio di quelli di una decina di anni fa?” Ci ha pensato
su un po’ prima di rispondermi. Lui non è mica come me che sparo
immediatamente le mie opinioni senza stare lì a pensarci troppo.
“Non mi pare che ci siano grosse differenze: gli studenti sono
sempre gli stessi perché comunque la scuola è sempre la stessa. E
guarda che non mi riferisco alla scuola italiana, parlo della
scuola in genere. Pensa come sarebbe più facile trovarsi davanti
delle facce interessate se i nostri studenti fossero tutti dei
pensionati che non sanno come riempirsi la giornata. Come
possiamo sperare che ragazzi di sedici, diciotto anni siano
interessati alle equazioni o alla Divina Commedia quando le loro
menti stanno inseguendo l’ultimo amore che si sentono scoppiare
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Novembre – anno1
La casa è ormai completata. È stata una bella esperienza metterla
su con le mie mani. Potevo chiedere al fornitore di mandarmi una
squadra di operai che me l’avessero consegnata pronta e rifinita
ma perché spendere tutti quei soldi quando avevo un mucchio di
tempo a disposizione? E poi mi è sempre piaciuto fare le cose da
me, tu lo sai bene, Eleonora. Ho chiesto aiuto ad un paio di amici
per qualche giornata quando c’era bisogno di essere almeno in
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due o in tre per montare le parti più pesanti ma per il resto non è
stato così difficile. E poi ad insegnare in un istituto tecnico si
trovano sempre dei colleghi che sanno di idraulica o di elettricità
per cui non mi sono trovato ad affrontare problemi insolubili. E
tra i motociclisti, grazie al cielo, ci sono ancora quelli legati alla
vecchia tradizione che ti fa sentire parte di un gruppo ristretto e se
chiedi loro una mano non si tirano indietro. Soprattutto se tu c’eri
quando erano loro ad aver bisogno.
Non ti piacerebbe vivere in questa casa, ne sono sicuro. Tanto per
cominciare l’arredamento è quanto di più essenziale si possa
immaginare: con la piantina della casa ho fatto un giro in un
grande supermercato di mobili a prezzi popolari ed ho comprato
solo le cose che sono indispensabili. Mobili che sia facili tenere
puliti e che si possano riempire senza sprecare spazio. Forse ai
mobili ti ci potresti anche abituare ma alla vicinanza della gente
credo che proprio non sapresti rinunciare. A te è sempre piaciuta
l’occasionale chiacchierata con la vicina, la sensazione di stare in
mezzo alla gente, il contatto con gli altri. Io posso passare giorni
senza vedere nessuno e magari accontentarmi dello scambio di
messaggi su qualche forum in internet. Siamo sempre stati così
diversi, noi due. Qui potrò avere tutta la tranquilla solitudine che
desidero: la casa più vicina è a quasi un chilometro di distanza e
mi pare che sia abitata solo d’estate e più o meno alla sessa
distanza ma nell’altra direzione ci sono le prime case del paese ed
è esattamente quello che volevo.
Però sono sicuro che ti piacerebbe il posto: la casa è in mezzo ad
un bosco di castagni con la montagna alle spalle. L’ho piazzata un
po’ indietro rispetto alla strada principale ma non proprio nel
mezzo del terreno che ho comprato per una cifra relativamente
modesta. Il proprietario di questo castagneto quasi non ci
credeva. A quanto pare i castagni non sono più considerati un
investimento. Troppo lavoro per raccogliere i frutti e prezzi troppo
bassi quando li vendi all’ingrosso. Però, fra la raccolta e la
vendita al pubblico, qualcuno che ci guadagna ci deve essere se è
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Il forno di Nunzia
- Avete sentito? Cesco è riuscito a vendere il terreno!
Nunzia, la fornaia, era molto soddisfatta di avere una notizia
fresca fresca. Era ormai la fine di ottobre e la stagione morta era
appena cominciata. Di lì a poco ci sarebbe stato solo da sperare in
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Il maresciallo Domenico De Vita non era proprio di
buonumore quella mattina. Erano passate da poco le otto e
già gli era toccato mettere a dura prova la sua pazienza per
non mandare a quel paese i quattro giornalisti che avevano
cercato di ottenere con una telefonata qualche informazione
da aggiungere a quelle poche di cui disponevano. Non aveva
nessuna intenzione di rimanere nel suo ufficio a sopportare
l'imminente invasione di quei ficcanaso per cui si alzò di
scatto dalla scrivania e si avviò verso la porta della caserma.
Mentre passava davanti al piantone si fermò solo un attimo
per dargli le istruzioni:
- Vado a fare un giro d'ispezione. Chiamatemi solo se
crolla il municipio o se rapinano la banca coi
bazooka.
Salì sulla campagnola e si diresse fuori dal paese. Aveva
intenzione di starsene fuori tutta la mattina visto che
comunque non c'era molto da fare. Avrebbe incontrato il
magistrato nel pomeriggio ed aveva già preparato tutto
quello che gli sarebbe servito. Aveva ormai raggiunto la
sessantina, il maresciallo, e non vedeva l'ora di andarsene in
pensione. Essere trasferito in quel paese, quindici anni
prima, gli era sembrata una punizione immeritata ma poi
aveva cominciato ad apprezzarne la calma, il carattere degli
abitanti e soprattutto la quasi totale assenza di criminalità. Il
massimo che gli poteva capitare era una lite fra vicini o un
furto in una cascina semiabbandonata. E tutto aveva
continuato ad andare avanti in quel modo fino a pochi giorni
prima. Se avesse potuto mettere le mani sull'autore di quelle
lettere anonime gli sarebbe piaciuto fargli passare la voglia
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paese scandinavo ecco che non sono più solo perché ho qualcuno
con cui dialogare quasi come se fosse qui, nella mia stanza, di
fianco a me. Ci vuole solo un po’ di pazienza per leggere quello
che ha scritto e digitare la mia risposta. E negli ultimi giorni mi
ritorna in mente una cosa che ha scritto Jodi Picoult in un suo
libro: “se incontrate dei solitari, qualsiasi cosa vi raccontino, non
è perché amano la solitudine. È perché hanno cercato di
amalgamarsi col mondo prima, e la gente continua a deluderli”.
Non sono così sicuro che questa considerazione valga per tutti.
Non sono così sicuro che tutta la gente mi abbia deluso o continui
a deludermi: se imparo a non giudicare dalla prima impressione e
a non limitarmi a considerare “gente” quei pochi coi quali entro
in contatto, se allargo i confini della “gente” trovo ancora uno
sparuto gruppo di persone che non deludono perchè sono coerenti
con quello che esternano. Forse che gli idealisti che inseguono il
loro concetto di giustizia non fanno parte della gente? Cosa
importa se verranno emarginati e magari schiacciati dalla
maggioranza che non la pensa come loro? Ed anche quella
maggioranza, non è forse coerente con la propria visione del
mondo? Se i miei connazionali, come tanti in tanti altri paesi, si
lasciano rincoglionire dalla televisione evidentemente è perché
sono soddisfatti di questa loro condizione e quindi non mi sembra
giusto provare una profonda delusione per questo. L’amore per la
cultura non è qualcosa che si può imporre per legge e lo stesso
vale per il rifiuto di quegli spettacolini da poco che godono di una
larga popolarità. Grazie al cielo siamo ancora liberi di sceglierci
le amicizie e le compagnie così come siamo liberi di scegliere se
guardare la televisione oppure andare a fare una passeggiata. Per
evitare le delusioni basta scegliersi accuratamente le une e le
altre. Non me ne sto da solo alla periferia di un paesino perché
l’umanità mi ha deluso, lo faccio perché per me è una condizione
più serena che mi permette di apprezzare appieno le occasioni in
cui mi incontro con altre persone che grosso modo la pensano
come me.
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Il forno di Nunzia
- Allora Nunzia? Niente di nuovo sul forestiero che ha
comprato la terra di Cesco?
- Macchè! Mi ha detto la Irene che si è fatto una bella casa
mo che non dà confidenza a nessuno. Scorbutico peggio di
un riccio spinoso!
- Ma almeno l’hai visto?
- Sì che l’ho visto! È venuto tre o quattro volte a prendere il
pane. Ho provato a farci un po’ di conversazione ma lui
niente! Sembra quasi che faccia fatica a risponderti!
Prende il pane, paga e via che va sulla sua moto! Chiedete
anche alla Concetta e alla Caterina che erano qui la prima
volta che è venuto.
- E com’è? Bello, brutto, giovane, vecchio? Io l’ho visto un
paio di volte passare per il paese mo era in moto e col
casco come fai a capire che faccia c’ha?
- Oddio ….. vecchio non mi sembra. Se è vero che è in
pensione, deve esserci andato presto. Io direi che ha poco
più di cinquant’anni. E penso che per qualche donna
potrebbe anche essere un tipo interessante.
- Per qualche donna? Dai Nunzia non fare la misteriosa: te
ci faresti un pensierino?
- Abbassa la voce che Erminio può sentire! Geloso com’è
poi finisce che mi fa un mucchio di storie
- Va bene, abbassiamo la voce ma te ci faresti un pensiero?
- Bè, brutto effettivamente non è ….. e poi c’ha quell’aria
un po’ scorbutica che qualche volta c’ha il suo fascino! E
poi c’ha ‘sti capelli grigi lunghi che sembra un attore degli
anni passati..
- Ho capito, te lo faresti sul bancone se solo non ci fosse tuo
marito!
- Mo il marito ce l’ho e quindi …… Te dici che ci resterà
per molto da solo in quella casa? Secondo me prima o poi
una che gli fa scordare la solitudine la trova!
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Mentre percorreva l'ultimo tratto di strada che portava agli
uffici del tribunale, iI vice commissario Mori ringraziava
mentalmente l'avvocato Campana, suo coetaneo ed
appassionato motociclista, che l'aveva convinto ad acquistare
uno scooter per muoversi in città. In realtà Campana aveva
insistito parecchio per convincerlo a comprarsi una moto ma
Mori non aveva nessuna intenzione di mettersi a fare il
centauro. Lo scooter comunque si era rivelato una vera
mossa vincente per muoversi abbastanza velocemente nel
traffico intasato delle ore di punta. Quella mattina poi
sembrava che tutti i mezzi di trasporto si fossero concentrati
sul percorso che lo portava agli uffici del tribunale dove
doveva incontrare un magistrato. Per la verità sembrava che
tutti gli imbranati del circondario si fossero dati
appuntamento sul quel tratto di strada. Riuscì comunque ad
evitare di farsi travolgere dall'auto dell'ultrasettantenne che
aveva deciso di entrare in strada con l'accortezza di un
kamikaze, frenò giusto in tempo per evitare di tamponare la
signora che, evidentemente, aveva avuto una improvvisa
illuminazione davanti ad un negozio di frutta e verdura e
mandò a quel paese con tutto il fiato che riuscì a trovare il
fighetto col braccio mollemente sporgente dal finestrino
della Mercedes cabrio che aveva deciso che i semafori erano
un elemento trascurabile nella segnaletica stradale ed era
passato col rosso tagliandogli la strada. A parte questi episodi
riuscì a districarsi abbastanza agevolmente ed arrivò a
destinazione in un tempo decisamente limitato. Era nervoso
quella mattina. Avrebbe dovuto occuparsi di una storia di
telefonate anonime e l'idea non lo allettava per niente. Lui
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minimo una decina d’anni in meno di me ed ancora riescono a
smaltire tutto quello che mangiano e bevono senza avere problemi
con lo stomaco. E allora molto meglio raccontare una balla,
inventarsi un problema al motore del camper e magari farsi
sentire domani pomeriggio quando saranno svegli e sobri.
Domani mattina dovrò togliermi abbastanza presto da qui, prima
che qualche vigile un po’ zelante venga a farmi notare il cartello
di divieto di sosta per i camper. Ma magari domani mattina anche
i vigili potrebbero non avere tanta voglia di mettersi al lavoro
presto e comunque io da tempo non ho più bisogno di dormire
tanto.
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Non è stato facile il ritorno a casa. Per fortuna tengo sempre una
pala fra gli attrezzi del camper. Un paio d’ore ad aprirmi un varco
fino a riuscire ad aprire la porta del garage e poi un'altra ora a
liberare dalla neve con il trattorino e lo spazzaneve il passaggio
che porta dalla casa alla strada provinciale. Due settimane via da
casa e mi sono ritrovato con più di mezzo metro di neve che
ostruiva tutto. Sono state due settimane piacevolissime con i primi
giorni passati tra cene e bevute insieme agli amici campani e poi
la solita amica solitudine a farmi compagnia mentre attraversavo
la Basilicata seguendo strade poco frequentate. Ho avuto fortuna:
poca neve e temperatura quasi mite. Poi la Puglia ed il Gargano.
Dovrò ritornarci in estate e prendere a noleggio una barca: la
vista della costa dal mare deve essere un vero spettacolo. È strano
Eleonora: è cambiato anche il mio modo di guidare. Adesso non
mi importa più di arrivare presto. E se quando sono in moto devo
comunque arrivare in qualche posto dove ci sia un campeggio
oppure un posto per dormire, col camper non ho neppure questo
vincolo. Mi basta trovare uno spazio libero fuori dalla sede
stradale ed eccomi sistemato per la notte. Forse me la prendo
tanto comoda perché non so neppure io dove voglio arrivare, mi
basta andare in giro, lasciarmi assorbire dalla guida e dal
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- Nessuna novità sul forestiero, Nunzia?
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L’ingresso di Mori nel bar fu marcato da un attimo di
silenzio: era la tipica reazione dei frequentatori ogni volta
che un forestiero metteva piede nel loro “territorio”. Da
quando poi era scoppiata la storia delle lettere anonime,
qualsiasi estraneo veniva guardato con un misto di sospetto e
di insofferenza. Il poliziotto si concesse un attimo per
guardarsi intorno con calma. Il bar era esattamente come se
l’era aspettato, simile alle migliaia di bar piazzati nel centro
di un qualsiasi paesino italiano: qualche tavolino, un
bancone, un videopoker e niente altro. Ma i frequentatori
abituali non avevano bisogno di altro. Si avvicinò al bancone
e, dopo avere ordinato un caffè, chiese:
- Mi sa dire come si arriva alla casa del professor
Rastelli?
- Giornalista?
- No.
- E allora perché le interessa la casa di un morto?
- Curiosità.
Il barista appoggiò il caffè sul banco e, mentre gli voltava le
spalle fingendo di avere altro da fare, mugugnò:
- Se la faccia dire dal vigile che sta in piazza la strada
per la casa del professore. I curiosi hanno già rotto i
coglioni abbastanza con questa storia.
Il silenzio adesso era assoluto e gli sguardi indirizzati verso
Mori non erano per niente amichevoli. Mentre girava il
cucchiaino nella tazzina una voce alle sue spalle chiese
- Curiosità o interesse professionale? - Mori si girò
sorpreso verso l’uomo che aveva fatto la domanda.
Non molto alto di statura, capelli grigi cortissimi ed
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stessa curiosità che provava lei. Purtroppo per loro io non ero in
vena di confidenze, anche perché non credo che un panificio sia
un luogo ideale per far sì che gli altri ti conoscano meglio. La
fornaia ha fatto del suo meglio ma io ho pagato e me ne sono
andato. Sono sicuro che ne devono averne dette tante appena sono
uscito dal negozio. Ho sentito dire che quella donna è la più
aggiornata fonte di pettegolezzi su tutto quello che succede in
paese insieme alla parrucchiera. Chissà che cosa avrà tirato fuori
su di me? Immagino che comunque qualcosa si sarà inventata.
Mica può confessare di non avere niente da dire su un nuovo
arrivato? Ha una reputazione da difendere! Penso che sia proprio
per mantenere fede a quella reputazione che ogni volta che ritorno
lei ci riprova! Scommetto che mi considera un emerito stronzo ma
continua a sorridermi mentre butta lì qualche domanda su come
me la passo in questo paese. E sono sicuro che deve provare una
discreta rabbia ogni volta che io rispondo a monosillabi. Mi
chiedo che cosa può muovere un uomo a sposare una donna così e
l’unica risposta che mi viene in mente è l’attrazione sessuale. Di
quella, la fornaia ne esercita tanta di sicuro. Ma tu lo sai,
Eleonora, che su di me quel tipo di donna fa molta fatica a fare
colpo. A me piacevi tu proprio perché la tua bellezza non la esibivi
come un trofeo. E dire che io li vedevo gli sguardi invidiosi che ti
lanciavano alcune tue amiche che con gli anni avevano lasciato
per strada ogni loro attrattiva e facevano di tutto per mascherare i
segni dell’età.
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È arrivato ieri mattina su una Vespa che aveva visto tempi
migliori. Ho sentito suonare il campanello e pensavo che fosse il
postino. Anche se era un po' presto, più presto del solito. Sono
andato verso il cancello pensando di dover mettere una firma per
una raccomandata ed invece lì, davanti al cancello, c'era questo
tizio con degli strani occhi grigi ed un sorriso altrettanto strano
sulle labbra. Mi ha salutato come se ci conoscessimo da chissà
quanto tempo. Eppure io ero sicuro di non averci mai parlato. Ha
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- Dì Nunzia, ti ricordi che dicevi che il forestiero doveva
avere poco più di una cinquantina d’anni? Ti sbagliavi di
grosso. Mi ha detto mio marito che c’ha più di
sessant’anni. Lo ha detto Gusto al bar l’altra sera.
- Ah bè! Se lo dice Gusto sarà vero di sicuro. Quello è
peggio dei servizi segreti! Come farà a sapere tutte ‘ste
cose!
- Pare che lui ci abbia fatto un accordo per la raccolta delle
castagne. Al forestiero non gli interessa di venderle e
allora Gusto gli ha proposto di fare tutto lui. Naturalmente
quel furbone si mette in tasca quasi tutto il guadagno e al
forestiero gli restano giusto due soldi.
- Che Gusto sappia farsi i suoi affari lo sappiamo bene! E
non ha detto niente altro sul forestiero?
- Mica è facile farlo parlare tanto a Gusto! Lo sai anche te
come è fatto: qualche battutina spiritosa e qualche
malignità se gli gira storta le tira fuori sempre. Ma se
decide di non parlare, non c’è verso.
- Mo se c’ha fatto ‘sto contratto vuol dire che ci sarà andato
a casa del forestiero, no?
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Quando il dottor Pericoli entrò nel suo ufficio Mori pensò
per alcuni istanti che, a sua insaputa, nei locali della questura
stessero girando un film ambientato nell’immediato
dopoguerra. Alto, magro, vestito impeccabilmente in un
completo di lino color panna su una camicia di un bianco
abbagliante aperta al primo bottone, ai piedi un paio di
scarpe marroni con la mascherina bianca e nelle mani un
panama bianco con una fascia dello stesso marrone delle
scarpe, sembrava un’icona dell’eleganza uscita da un film
degli anni cinquanta. I capelli bianchi finissimi arrivavano a
coprire il colletto della giacca e nel viso magrissimo
spiccavano due occhi grigi ed un pizzetto che contornava
una bocca dalla leggera piega verso il basso, quasi a dare
l’impressione di un carattere a metà fra il cinismo e la
tristezza. Anche la voce era educata e sommessa.
- Il dottor Mori? Ho ricevuto una convocazione da
parte sua tramite il maresciallo De Vita ma non
capisco il motivo …
- Il dottor Pericoli? Si accomodi prego. Ho bisogno di
alcune informazioni sulla morte del professor
Rastelli. Lei ha firmato l’atto di morte, non è vero?
- Sì, sono stato io a constatare il decesso.
- Come mai hanno chiamato lei? Mi risulta che non è
più il medico condotto di Montesangiorgio.
- Credo che sia stata una reazione naturale per Gusto.
Lui non accetta l’idea che io non sia più in attività.
Ah, mi scusi! Forse lei non sa chi è Gusto.
- Ho avuto occasione di incontrarlo proprio ieri.
Personaggio interessante.
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- Nessun altro?
- Sì, un paio di amici fidati coi quali passavamo delle
piacevoli serate e dai quali sapeva di potersi aspettare
comprensione. In parole povere sapeva che non
avremmo finto che fosse una cosa passeggera e non
ci saremmo raccontati pietose bugie perché proprio
non lo avrebbe sopportato così come non avrebbe
sopportato atteggiamenti di compassione. Direi che
anche la signora Cosmiu sapesse qualcosa ma sono
certo che lei non accettasse facilmente di far finta di
nulla. Però la signora è molto discreta in certe
situazioni e il professore aveva solo vagamente
accennato a qualcosa che le aveva detto.
- La conosce bene la signora Cosmiu?
- Penso di conoscerla abbastanza visto che mi tiene in
ordine la casa e continua a considerarmi il suo
medico curante, ma per lunga esperienza evito di
avere certezze nel campo della conoscenza
dell’universo femminile. Lei è sposato, dottor Mori?
- No.
- Beh, il giorno in cui decidesse di ammettere una
donna a condividere la sua vita ricordi che ogni
persona mantiene nascosta a chiunque una parte della
sua personalità. Che la parte sia piccola o grande
dipende dal carattere, ma non ci sarà mai nessuno che
possa affermare con assoluta certezza di conoscere
appieno un’altra persona.
- Sulla base di questa conoscenza che lei ritiene
limitata, come giudicherebbe la signora Cosmiu?
- Una brava persona che ha avuto modo di
sperimentare in più di una occasione le avversità
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- Quando c’hai quella faccia lì vuol dire che ci sono novità.
Dai Cesarina, non tenerci sulle spine!
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Simona ebbe un moto di stizza nel vedere Mori entrare nel
bar in compagnia di un uomo vestito in modo dimesso ed
andare a sedersi al tavolino più isolato. Il suo turno di lavoro
stava per finire ed il bar era deserto. Sarebbe stata una buona
occasione per scambiare qualche parola con lui ma sembrava
proprio che la buona sorte non fosse dalla sua parte. Facendo
del suo meglio per nascondere la delusione portò ai due
uomini i due caffè che Mori aveva ordinato passandole
davanti.
- Oggi tocca alla rumena? – chiese Gusto
- Sì, che cosa mi sa dire a proposito di quella donna
che già non mi abbia raccontato il maresciallo?
- Vuole le mie impressioni oppure le cose che so?
- Partiamo dai dati e poi sentiamo le impressioni.
- È arrivata in paese con Bruno otto anni fa. Faceva la
cameriera in un ristorante dove si fermavano tanti
camionisti e lì Bruno l’ha conosciuta. Era scappata
dalla Romania al tempo di Ceausescu e qualcuno
diceva che aveva anche battuto il marciapiede prima
di trovare il posto da cameriera. Bruno era un
bell’uomo e quando è arrivato qui con lei, le donne
che gli avevano messo gli occhi addosso da tempo si
sono scatenate a dirne di tutti i colori. Sa com’è … le
solite cose che si dicono sulle straniere che vengono
a rubare i mariti o per farsi sposare da vecchi
rimbambiti. Solo che lei non aveva rubato il marito a
nessuna. Era solo riuscita a farsi sposare da uno che
non sembrava proprio intenzionato a mettersi una
donna in casa. Tenga presente poi che a quelle
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Il forno di Nunzia
- Dì Nunzia, hai sentito che adesso il forestiero passa
qualche sera in paese? Dicono che lui e Matteo si trovano
la sera a casa del dottore. E c’è anche Gusto. Ha detto mio
marito che l’ha sentito al bar che parlava di una
motocicletta che devono riparare ….. una moto vecchia
che era del babbo del dottore. Tè Rosina te lo ricordi il
babbo del dottore?
- Me lo ricordo sì! Gran bell’uomo. E poi un vero signore
anche se aveva il difetto di essere un fascista. Mo la moto
forse è quella che usava anche il dottor Pericoli quando
aveva un po’ di anni in meno. Voi siete troppo giovani ma
quelle della mia età se lo ricordano di sicuro. Sapeste in
quante ci facevamo il filo, dietro al dottore! Non c’era una
ragazza qua intorno che non andasse in bambola ogni
volta che lo si vedeva per strada. Sempre elegante, sempre
distinto. Avreste dovuto vedere che sorrisi che gli
facevano le ragazze! E mica solo le ragazze! Anche fra
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Mori aveva aspettato quell’incontro con una crescente
curiosità. Non aveva mai incontrato la “straniera” – un po’
tutti chiamavano Gloria Cosmiu in quel modo a
Montesangiorgio – e quindi non sapeva neppure che aspetto
avesse. Se avesse voluto basarsi sul fascino che aveva
esercitato su tre uomini, si sarebbe dovuto aspettare una
bellezza mozzafiato ma Gusto aveva espresso qualche
riserva sull’avvenenza della rumena. Quando se la trovò
davanti, comunque, il magistrato si disse che probabilmente
le critiche di Gusto erano eccessive. Certo il viso non era di
una bellezza sconvolgente ma molti uomini l’avrebbero
trovato gradevole ed era difficile valutare l’armonia del
corpo visto che indossava una camicia scozzese di foggia
maschile e jeans discretamente sformati ma tuttavia
sembrava avere un fisico snello e sodo. Nel salutarla Mori
non poté fare a meno di accorgersi che le mani della donna
mostravano molto più di quello che diceva il suo viso: non
erano le mani di una che passasse le giornate a far nulla.
- Immagino lei sappia perché l’ho convocata.
- Penso che dipenda da quelle lettere anonime.
- Esatto. Vorrei farle qualche domanda ma ci tengo a
precisarle che lei è qui solo per darmi modo di farmi
un quadro abbastanza preciso della situazione. Lei
non è accusata di nulla allo stato attuale delle cose.
- Magari non da lei, ma mi pare che in quelle lettere mi
si accusi di un paio di omicidi. – il tono della voce
portava con sé una nota di risentimento e di rabbia.
- Possiamo lasciare da parte le lettere per il momento?
Ho cercato di sapere qualcosa di lei prima di
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Il forno di Nunzia
- Tò, la Irene!
- Ciao Rosina, ciao Nunzia. Ieri sera il forestiero doveva
essere in vena di sbornia triste.
- E té come fai a saperlo? Non mi dire che c’hai parlato!
- Mo va là! Quello è più scorbutico di non so cosa. Ieri sera
non c’era niente in televisione, giusto quella roba della
politica che a me proprio non mi interessa e allora sono
andata a fare quattro passi dalla parte di casa sua.
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Simona alzò gli occhi al cielo quando vide Mori entrare nel
bar in compagnia di quello sconosciuto col quale era rimasto
a chiacchierare fitto fitto solo due giorni prima. Da quella
mattina in cui erano stati interrotti dall’arrivo del giornalista,
non aveva più avuto occasione di trascorrere un minuto a
quattr’occhi col poliziotto. La sua amica Marika avrebbe
detto che il destino stava cercando di farle capire che stava
facendo uno sbaglio madornale. Marika era l’unica che
sapeva della cotta che lei si era presa per quel poliziotto e
non perdeva occasione per farle notare la notevole differenza
di età che c’era fra lei e Mori. Ma i modi gentili e soprattutto
gli occhi scuri e vivaci ed il sorriso del poliziotto avevano
ormai aperto una breccia difficilmente colmabile nel cuore di
Simona e lei continuava a sperare che prima o poi anche il
bel vice commissario si accorgesse di lei. Inconsapevole del
tumulto che si agitava nella mente di Simona, Mori ordinò
due birre e i due uomini andarono a sedersi al solito tavolino
appartato.
- Cosa c’è di interessante su questo ragazzo? – chiese
il magistrato
- Molto dal punto di vista del sesso e forse poco per
tutto il resto.
- Non capisco.
- Io glielo spiego pari pari ma poi non si scandalizzi
troppo eh!
- Non si preoccupi, ce ne vuole per scandalizzarmi.
- Se lei vivesse a Montesangiorgio saprebbe che le
belle donne non sono molte e neppure i ragazzi
giovani e con un fisico decente. Da qualche anno poi
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pagato tutti e due, ognuno a modo nostro anche se non so chi dei
due adesso stia meglio. Penso spesso che il mio sentirmi così solo
anche se sono in compagnia di altre persone è la punizione che mi
sono meritato sicuramente. Ma continuo a chiedermi perché non
mi hai mai neppure lontanamente accennato a qualcosa che
desideravi da me e che io non ti davo. Avrei dovuto capirlo da
solo? Ho mancato di sensibilità? Chissà se riuscirò mai a darmi
una risposta! Chissà se Gloria saprebbe darmi qualche risposta se
le raccontassi tutto. Ma cercare il conforto di altri su quello che è
successo è una strada che non voglio percorrere. Quello che è
successo riguarda solo noi due e non ci sarà nessun altro
ammesso a dare pareri sulla nostra storia.
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Fa sempre male andare al funerale di un amico motociclista ma
quando a quella morte sai che ha contribuito molto l’indifferenza
di chi dovrebbe occuparsi della sicurezza sulle strade la rabbia
prende il sopravvento sulla tristezza e il dolore è ancora più
insopportabile. Carlo non era uno che aggrediva il percorso, non
andava in cerca della curva in piega col ginocchio che sfiora
l’asfalto. Carlo era uno che la moto amava godersela alla mia
stessa maniera, alla maniera di chi vuole immergersi nel suono
del motore senza che questo cancelli tutto il resto: il paesaggio
che ti circonda, gli odori che arrivano dai campi, le case di un
vecchio paese e persino gli anziani seduti fuori del bar quando
attraversi uno dei tanti paesini soprattutto nel meridione. E come
me Carlo era un fatalista e magari non sarà neppure sorpreso di
non essere più fra noi. Magari, se potesse ancora parlarci, ci
ricorderebbe che lui l’aveva sempre detto che ognuno ha il suo
giorno segnato e che a quello non si sfugge. Ma tutto questo non
basta, a me e a quelli come me, a far passare la rabbia nel dover
piangere ancora una volta un amico motociclista morto per colpa
di un guardrail. Sono anni che le associazioni dei motociclisti
pubblicano appelli e fanno manifestazioni per ottenere che i
guardrail vengano modificati e nessuno si degna di prestare un
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Il forno di Nunzia
- Allora Cesarina, hai trovato qualcuno?
- Mocchè! Niente da fare. Ho convinto la moglie del
maresciallo a farsi dire qualcosa in più mo l’unica cosa
che è riuscita a sapere è il nome: si chiama Roberto
Rastelli. Io allora ho pensato che se faceva il professore
doveva essere sull’elenco telefonico giù in città. E un
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Il ragazzo era evidentemente nervoso e non era solo il
nervosismo che prende chiunque, anche la persona più
innocente, quando ci si trova davanti ad un poliziotto che
conduce una inchiesta. Si guardava intorno non perché lo
incuriosisse l’arredamento della stanza – decisamente ridotto
al minimo indispensabile – ma soprattutto per evitare di
incrociare lo sguardo di Mori. Il quale non fece niente per
metterlo a suo agio continuando a fingere di leggere qualche
importante documento che aveva estratto da un fascicolo che
aveva sulla scrivania. Ancora non sapeva decidere se credere
o no a tutto ciò che Gusto gli aveva raccontato solo un paio
d’ore prima. Ritornando con la memoria a quelle
informazioni, il poliziotto si prese qualche manciata di
secondi per osservare a fondo il ragazzo. La maglietta che
indossava metteva ancor più in risalto un torace forte e due
bicipiti muscolosi che nulla avevano a che fare con gli effetti
di un lavoro costante in palestra. Bastava guardargli le mani
per capire che quei muscoli erano il risultato di giornate di
duro lavoro. Ed anche l’abbronzatura non era certo l’effetto
delle lampade agli ultravioletti.
- Ancora innamorato della straniera?
La domanda, arrivata così secca, lasciò per un attimo Matteo
a bocca aperta.
- Dal suo silenzio direi di sì. Però questi sono fatti
suoi. A me interesserebbe sapere qualcosa di diverso
e forse lei mi può aiutare. Perché la fornaia ce l’ha
tanto con la signora Cosmiu?
- E io come faccio a saperlo?
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che capita per poi lasciarla per la successiva prima strada che
capita. E quando la fame comincia a farsi sentire fermarsi nel
primo posto dove ti facciano un panino o un piatto di pasta. La
solitudine e la pensione ti permettono di sfruttare il tempo per la
glorificazione del non far niente. Almeno nel senso che la gente
comunemente dà al non far niente. Perché in fondo, la mia mente
è comunque chiamata a fare qualcosa. Qualcuno forse potrebbe
considerare ozioso anche lo scrivere un diario. Ma questo ozio è
troppo piacevole perché io possa rinunciarvi. È un ozio egoista
che fa sì che io dedichi quasi tutto il mio tempo racchiuso nel mio
guscio, lasciando solo una piccola parte ai contatti “reali” col
mondo esterno e con gli altri esseri umani. Ma il mio egoismo lo
uso soprattutto per evitarmi di entrare in contatto con gente che
non mi piace oppure per limitare il tempo di quei contatti al
minimo possibile. Se a volte non posso fare a meno di avere a che
fare con la fornaia perché comunque il pane che vende mi piace,
almeno posso limitarmi a chiederle il pane che voglio, pagare e
poi andarmene senza sentirmi costretto a soddisfare le sue
curiosità sulla mia vita in questo paesino. Mi ha detto Gusto che
le scoccia parecchio la mia amicizia con Gloria: non ne capisco il
motivo ma non sarà questo a togliermi il sonno. Gusto dice anche
che lei e la parrucchiera stanno raccontando a tutte le altre donne
che c’è una storia fra Gloria e me. Non c’è nessuna storia,
Eleonora, ma se anche ci fosse?
Non mi pare che abbiamo legami di alcun genere né io né lei ma
evidentemente la gelosia sciocca porta quella donna a spargere
veleno. Potrei capire un atteggiamento del genere se Gloria ci
provasse con suo marito ma un’ipotesi del genere è del tutto
impensabile. Forse ha ragione Gusto quando dice che quelle due
donne sanno benissimo che basta loro un cenno per avere tanti
uomini pronti a soddisfare parecchi loro capricci. E se invece ne
capita uno che rimane insensibile al loro fascino allora devono
fare di tutto per screditarlo davanti a tutti.
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Il forno di Nunzia
- Dice la Rosina che stanotte devono aver fatto una festa da
qualche parte fuori del paese. Dice che si sentiva la
musica dappertutto mo non si riusciva a capire da dove
venisse.
- L’ho sentita anch’io. Era verso mezzanotte. C’avevo le
finestre aperte perché mica c’ho l’aria condizionata io!
Una musica che sembrava un martello! Quella roba che
suonano i giovani che io vorrei capire come fanno a starla
a sentire per delle ore.
- Magari era una di quelle feste che fanno i ragazzi di
nascosto. Sai quelle che si sentono dire in televisione?
Che ci gira della gran droga e poi finisce che magari
qualcuno ci lascia le penne.
- A me mi pareva che arrivasse dalla parte sopra il paese,
dalla parte dove ci sta la Irene. C’hai mica parlato questa
mattina, Nunzia?
- ‘spetta che ci telefono……. Pronto, Irene? Te hai mica
sentito della musica verso mezzanotte. Qui c’è la Teresa
che dice che ci pareva che venisse dalla parte dove stai
te……. Ah sì? ……Mo perché non sei andata a vedere?
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Alle nove della sera il bar del paese presentava la solita
scena di tutte le sere: tre o quattro tavoli occupati dai
giocatori di briscola e tressette e qualche osservatore seduto
alle loro spalle. L'aria era densa del fumo delle sigarette e di
qualche occasionale sigaro toscano ed il silenzio regnava
sovrano fino al momento della chiusura di una partita. Allora
si scatenavano i commenti, le critiche i rimproveri. Gusto
entrò portandosi dietro alcune gocce della pioggia che stava
scrosciando all'esterno e, dopo avere ordinato un caffé ed
una grappa, andò a sedersi vicino ad un tavolo dove era in
corso un tressette particolarmente teso. Sisto, che giocava
con Erminio il fornaio, gettò le carte sul tavolo con un gesto
stizzito.
- Se me lo dicevi subito che giocavi per perdere mi
risparmiavo la fatica! Dove cazzo c’hai la testa?
Avevamo la partita in mano e gli hai regalato le
ultime due prese!
- Dai Sisto, non prendertela così tanto. Te mica c’hai i
pensieri che c’ha il nostro Erminio! – il sorriso sul
viso di Gusto ben si accompagnava alla luce
maliziosa che gli brillava negli occhi – Tanto per
dirne una, mica c’hai da tenere a freno una rossa
scatenata! Mettiti nei suoi panni: lui lavora come un
mulo, soprattutto la notte, e quando riesce a stendersi
sul letto non vede l’ora di farsi una bella dormita. E
siccome nel letto ci arriva che è quasi arrivata l’ora di
pranzo, lui si dorme quasi tutto il pomeriggio. E il
pomeriggio nei giorni feriali il forno è chiuso e la
rossa si annoia. Poi quando il nostro Erminio si
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Il forno di Nunzia
- Dì Nunzia, il forestiero sarà anche un solitario mo quando
si mette in compagnia vedrai che si fa sentire! Le altre
volte che erano venuti i suoi amici se li era tenuti in casa e
magari si sentiva un po’ di casino che facevano con la
musica mo stavolta il casino lo hanno fatto in piazza!
- La Cesarina m’ha detto qualcosa. Dai racconta …
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- Mo te dov’eri?
- Lo sai che ogni tanto la sera vado a tener compagnia alla
Irene ……abbiamo sentito il rumore delle moto che
passavano davanti alla sua casa mo non c'abbiamo dato
tanta importanza.
- Non sai cosa ti sei persa! Sono arrivati che il sole stava
quasi tramontando, tutti insieme in piazza con le
motociclette e poi c’erano dei tedeschi che avevano delle
robe strane con delle ruote grosse didietro e una ruota
piccola davanti. Si sono seduti di fuori del bar e hanno
cominciato a bere. Poi c’è stato un biondo che s’è messo a
giocare coi bambini che stavano lì a guardare le moto. Li
metteva sulle moto e poi gli faceva accendere il motore e
dovevi sentire che casino che faceva! Però vedessi che
fisico che c’aveva! Sarà stato alto due metri ….. e dei
muscoli che sembrava uno di quelli che fanno il cinema! E
poi c’è stata una donna …. mo insomma, una donna …..
una che sembrava più un maschio che una femmina
….che s’è presa un paio di ragazzini su uno di quei cosi
strani con tre ruote e li ha portati in giro per la piazza. E
poi uno ha acceso la radio della motocicletta …… dì
Nunzia, tè l’avevi mai vista una motocicletta con la radio
che fa la musica? Io non l’avevo mai vista di sicuro! ……
insomma questo qui ha messo su ‘sta musica rock e un
paio si sono messi a ballare vicino alla fontana e poi due o
tre degli uomini hanno preso delle ragazze che erano lì in
piazza e hanno cominciato a ballare con loro. Sono andati
avanti a bere e a suonare musica e a ballare per un bel po’.
Poi però il professore ….. sì, il forestiero, c’ha fatto un
segno come di andare a mangiare. Mo come facciano a
capirsi quando parlano io mica l’ho capito! Mica parlano
come noi! Fatto sta che sono ripartiti tutti insieme che
dovevi sentire che casino che facevano!
- E te sei rimasta lì con quella compagnia tutto il tempo?
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Simona cominciava a chiedersi chi poteva essere quell’uomo
e che rapporti avesse con il poliziotto che le aveva
scombussolato il cuore. Era la terza volta che li vedeva
arrivare insieme e andare a sedersi al tavolo dopo aver
ordinato un paio di birre. E la volta precedente Mori le aveva
rivolto un sorriso prima di uscire e le era sembrato che non
fosse un sorriso di convenienza. Certo che se non trovava il
modo di avere qualche momento da sola insieme con lui, le
speranze che quel sorriso diventasse qualcosa di più
rimanevano solo delle illusioni.
I due uomini intanto avevano cominciato la loro
conversazione del tutto ignari di quello che passava nella
testa della graziosa barista.
- Sono proprio curioso di vedere che cosa verrà fuori
dalla chiacchierata con la fornaia. Dopo tutto quello
che mi è stato detto non vedo l’ora di incontrarla.
- Anche perché non è mica male! Sempre se a uno gli
piace quel tipo di donna lì!
- Lasciamo perdere questo aspetto. Vediamo un po’
…… sappiamo che aveva sperato in una relazione
duratura con Bruno di nascosto dal marito ma che
non solo la cosa è durata pochissimo ma addirittura
Bruno ha sposato la rumena. Sappiamo che ha
“condiviso” - o sta ancora condividendo - Matteo con
la parrucchiera. Secondo lei ci ha provato anche con
il professore?
- Pare di sì, anche se non ne ho la certezza come per
gli altri due. Roberto aveva accennato a qualcosa una
sera a casa del dottore. Sa, con la scusa di restaurare
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Nunzia entrò nel piccolo ufficio di Mori con una espressione
sul volto nella quale si mescolavano la rabbia, il timore e la
spavalderia. Il poliziotto si prese qualche secondo per
osservarla con comodo rimanendo in piedi mentre la invitava
a sedersi. Una massa di riccioli rosso fuoco faceva da
contorno ad un viso dai tratti piuttosto marcati nel quale
spiccavano gli occhi di un castano cosparso di pagliuzze
verde acceso. Indubbiamente quella donna avrebbe fatto
girare la testa a parecchi uomini e lei ne era assolutamente
consapevole.
- Mi piacerebbe proprio sapere perché sono dovuta
venire qui a buttare via un pomeriggio! Come se non
avessi già abbastanza da fare! – il tono era
particolarmente seccato ma Mori era convinto che si
trattasse di un modo per nascondere il nervosismo e
non aveva nessuna intenzione di facilitarle le cose.
- Lei è qui perché sembra la persona che sa più di tutti
su questa storia e magari anche quella che ha criticato
il nostro operato.
- Io non so niente e non critico nessuno.
- Sicura? Eppure, a sentire i suoi concittadini, lei è la
miglior fonte di informazioni e pettegolezzi di
Montesangiorgio! Devo pensare che ci sono tanti
bugiardi nel suo paese?
- Malelingue, niente altro che malelingue.
- Vuol dire che nel suo forno lei non ha mai detto nulla
di …… spiacevole ……. sulla signora Santoni?
- E chi sarebbe questa signora Santoni?
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Il forno di Nunzia
- Dì Cesarina, mo il forestiero è sparito? Saranno una
decina di giorni che non lo vedo in giro!
- Te Nunzia ultimamente mica sei molto aggiornata, eh!
Cos’è? Non ti funzionano più le orecchie?
- E’ che c’ho altro per la testa. Sto cercando di convincere
Erminio a prenderci una vacanza almeno per una
settimana mo lui non ne vuol sapere!
- Si vede proprio che certe donne c’hanno tutte le fortune!
Tè fai fatica a farti portare in vacanza per una settimana e
la rumena invece si è presa due settimane di ferie.
- Due settimane? Chissà dove l’avrà portata! È da mò che
sogno di tornare sul Mar Rosso e se stavolta Erminio non
mi porta giuro che gliela faccio pagare cara! Te non hai
idea di che bello che è stare stesi sulla spiaggia tutto il
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- A meno che?
- Che a lui non gli funzioni più! Che se fosse così si
capirebbe perché gli ha dato buca alla Irene. Che lei è
mica una che si accontenta dei giretti in moto!
- Sai che potresti avere ragione? ‘Spetta che tornino e poi ci
dico alla Gianna di buttare lì qualche parola giusta quando
la rumena va a lavorare nel ristorante.
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Bastò un attimo a Mori per capire che c’era qualcosa di
nuovo e di poco piacevole. Gli bastò la telefonata di Gusto e
sentire la sua voce alterata nell'auricolare del cellulare.
- Matteo ha avuto un incidente! L’hanno portato in
ospedale e dicono che sia grave!
- Come è successo?
- Sembra che si siano rotti i freni mentre faceva cross
in mezzo al bosco. Prima ha sbattuto contro un albero
e poi è finito contro una roccia. Il casco gli ha salvato
la testa ma quando sono venuto via non sapevano
ancora se c’erano lesioni interne.
- Spero proprio che se la cavi ma temo che noi
possiamo fare ben poco.
- Se fossi in lei io invece una cosa la farei: metterei
sotto sequestro la moto e la farei esaminare da
qualche esperto.
- Per farlo dovrei avere delle motivazioni consistenti.
- Senta Mori, lei non sa che cosa era per Matteo quella
moto. Il ragazzo ha solo due cose che gli stanno
veramente a cuore: la chitarra e la moto. E magari la
rumena ma quella è un’altra storia! E per tutte e due
ha una cura incredibile. In particolare la moto la
controlla fino all’ultimo bullone ogni volta che va a
farsi qualche sgroppata in mezzo ai boschi. Difficile,
quasi impossibile che si siano guastati i freni così
d’improvviso. Qui c’è qualcosa che non quadra.
- Dov’è la moto adesso?
- Mi pare che l’abbiano portata al distributore dove
lavora lui.
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- Vè chi si vede! Buongiorno Gianna! Tutto bene?
- Mo insomma! C’ho la schiena che mi fa diventar matta. Il
dottore dice che dovrei stare a riposo per almeno un mese
mo come faccio? Mica posso lasciare quelli del ristorante
senza una cuoca!
- Non c’è nessuno che ti può sostituire? La rumena ormai
dovrebbe avere imparato dopo tutto ‘sto tempo che sta con
te.
- Mo va là! Brava donna quanto vuoi ma per la cucina
proprio non c’è portata.
- E si vede che è portata per altre cose se gli uomini se li
trova sempre! Sta sempre col forestiero?
- Proprio non te lo vuoi mettere in testa che quei due non
stanno insieme, vero Nunzia?
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Nonostante fuori il mattino già avesse preannunciato una
giornata caldissima, l’interno della casa era rimasto fresco e
Mori si rimise addosso il leggero giubbotto che si era tolto
quando era sceso dallo scooter davanti al cancello. Aveva
chiesto lui a Gloria di poter avere un colloquio informale con
lei e di poter esaminare la casa del “professore” da solo e con
un certo tempo a disposizione. Non avrebbe saputo neppure
lui dare una spiegazione razionale a quelle richieste ma c’era
qualcosa in quella storia che continuava a lasciargli una
spiacevole sensazione di incertezza. L’incidente a Matteo
non aveva fatto che accentuare la convinzione che la morte
del professore non fosse stata così “naturale” come
sembrava. Purtroppo gli servivano prove più consistenti per
trasformare quella sensazione in certezza e lui si era
convinto che per trovarne qualcuna, prima doveva riuscire a
capire appieno Roberto Rastelli ed i suoi rapporti con la
gente di Montesangiorgio. Pur se aveva parlato con le
persone che, per ragioni diverse, avevano avuto a che fare
con lui, ancora non era riuscito a farsi un’idea precisa del
carattere e della personalità di quell’uomo ed era convinto
che la rumena fosse la sola persona che poteva fornirgli
quello che lui andava cercando. Non sarebbe stato facile, di
questo era più che sicuro, ma doveva provarci e per poter
sperare in qualcosa di utile doveva fare di tutto per
guadagnarsi la fiducia di quella donna. Averle chiesto di
incontrarla nella casa di Roberto invece che nel proprio
ufficio in questura aveva proprio lo scopo di farla sentire
maggiormente a suo agio. Lì era lei a giocare in casa.
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più presto ciò che proprio non ti piace. È pur vero che non sempre
è così semplice sfuggire alle trappole che la vita dissemina sul tuo
cammino ma ho sempre pensato che arrendersi o piangersi
addosso non aiuta certo a togliersi d’impaccio. E se ci pensi bene,
Eleonora, in cambio di un po’ di tempo in meno da vivere la morte
si prepara a farmi un regalo: non andrò a far parte di quella
schiera di poveri vecchi ridotti quasi a larve umane che hanno
bisogno di qualcuno che li accudisca in ogni momento della
giornata. Che senso ha continuare a vivere in quelle condizioni?
Che cosa si può trovare di bello o semplicemente di ragionevole
nel prolungare una esistenza priva di qualsiasi barlume di
indipendenza e di autonomia? Che cosa ci può essere di
apprezzabile nel dover dipendere dalla pazienza di altri? Meglio,
molto meglio rinunciare a qualche anno di vita pur di non essere
costretti a quella vita.
Dicembre anno 2
Anche quest’anno abbiamo rispettato la tradizione: ci siamo
trasformati in tanti Babbo Natale e, anche se un po’ in anticipo e
anche se non eravamo vestiti di rosso, siamo andati a portare un
po’ di doni agli ospiti di una casa protetta. Sono anni che la mia
amica Carla chiama a raccolta tutti i motociclisti che conosce per
contribuire a questa iniziativa. Raccogliamo giochi, vestiti, cibo a
lunga conservazione, carichiamo il tutto su un paio di furgoni e ci
mettiamo in sella in direzione della casa protetta. Se il tempo non
è troppo brutto riusciamo a mettere insieme un centinaio di moto e
quando arriviamo a destinazione la gioia dei giovani ospiti ci
scalda più di una bevanda calda nel vederli circondare le moto,
farsi aiutare a salire in sella, mettere in moto e dare di gas,
soprattutto a quelle moto stradali più grintose. Quest’anno
purtroppo il tempo ci ha bersagliato di pioggia ed anche di
qualche fiocco di neve e solo pochi di noi hanno deciso di sfidare
comunque il freddo e le intemperie in sella alla moto mentre gli
altri hanno scelto la comodità ed il tepore dell'auto. Ma quando
siamo entrati nel cortile dell'istituto e ci siamo ritrovati in una
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Il forno di Nunzia
- Il forestiero stavolta è partito da solo? Saranno due
settimane che non si vede in giro. La rumena però l’ho
vista.
- Dice la Gianna che è andato via in motocicletta e che forse
non torna prima del capodanno mo non è sicuro. La
rumena non se l’è portata dietro perché pensava che fosse
troppo difficile per lei e poi quelli del ristorante hanno
bisogno del suo aiuto.
- È andato via in moto? Sarà andato in Sicilia a cercare un
po’ di caldo!
- Mo va là! Dice che è andato verso l’Austria e la Germania
e poi forse arriva a Praga e se c’ha voglia anche più in là.
- Quello è proprio matto oppure alla vita proprio non ci
tiene! E poi ci deve avere la fissa con la Germania e
quegli altri posti su al nord.
- Forse c’hai preso
- Cosa vuol dire che c’ho preso?
- Che forse alla vita ci tiene poco. Sai che la rumena non
parla tanto però un pochino con la Gianna si confida e
sembra che il “professore” – lei lo chiama così – non ci
tenga più di tanto a diventare vecchio.
- Ah, mo se è per quello gli basta di piantarsi una
pistolettata nella testa e ha risolto il problema.
- Da quello che ha detto la rumena pare che lui sia convinto
che il destino di tutti è già scritto ma che se il suo sarà
quello di diventare un vecchio rincoglionito lui non vuole
starci e allora troverà il modo di farla finita prima.
- A pensarci bene mica c’ha tutti i torti! Il problema è che
quando ti sei ridotto un vecchio rincoglionito te non te ne
rendi conto. Mi ricordo mio babbo che non capiva più
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Gusto e Mori erano seduti nel prato davanti alla casa di
Roberto Rastelli e sembrava che nessuno dei due avesse
intenzione di rompere il silenzio che regnava tutto intorno a
loro.
Il quadro ormai era completo e tutto era chiaro. Il giorno
successivo Mori avrebbe cominciato l’ultimo interrogatorio,
quello che avrebbe preceduto il mandato di arresto. Non
c’era fretta. L’interessato di sicuro si sentiva tranquillo e non
sarebbe certo scappato chissà dove. Non sapeva
dell’esistenza del diario di Roberto Rastelli, quel diario che
loro avevano appena finito di leggere insieme. Mori lo aveva
trovato per caso, infilato in mezzo a dei dischi ordinatamente
disposti sulle mensole di un armadio chiuso da sportelli di
vetro a prova di polvere. Dischi di gruppi rock degli anni ’70
che avrebbero fatto la gioia di qualunque collezionista. Mori
aveva un collega che frequentava i mercatini dell’usato a
caccia di dischi di quel genere: i 33 giri in vinile che da
tempo erano stati soppiantati, prima dalle cassette e poi dai
cd. Proprio perché ne aveva sentito tanto parlare dal suo
collega, quei dischi avevano suscitato la sua curiosità e si era
messo ad esaminarne alcuni rendendosi conto che Rastelli li
aveva ordinati in base al nome dell’esecutore. E nel mezzo di
una decina di vinili dei Deep Purple aveva notato quello che
sembrava il dorso di un cofanetto che ne contenesse almeno
cinque o sei. Stranamente il dorso non recava alcuna
indicazione sul contenuto e Mori l’aveva tolto dallo scaffale
per esaminarlo meglio. Aveva capito subito che non si
trattava di un cofanetto di dischi ma di un raccoglitore ad
anelli. L’aveva aperto e si era reso conto di avere fra le mani
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-Conta niente! Lasci stare ‘ste storie sull’età che sono solo
balle! Se state tanto bene insieme perché non potete
sposarvi? È vero quello che dicono in giro? Che lei ha
una moglie e un figlio che ha lasciato in giro da qualche
parte?
- Questa non l’avevo ancora sentita!
- Allora? È vero o no?
- No, non c’è nessuna moglie e nessun figlio “lasciati in
giro”. Mio figlio ha un buonissimo lavoro in Australia e lì
si è fatto una famiglia. E mia moglie è morta quasi quattro
anni fa.
- Mi dispiace. Però, se non c’è nessuna moglie perché non
potrebbe rifarsi una vita con Gloria? Mica è così vecchio!
A occhio e croce le mancano ancora una ventina di anni
prima di arrivare alla mia età
- Alla sua età non ci arriverò mai. Mi creda, per Gloria è
meglio che restiamo solo due buoni amici.
- Lei crede davvero che per una donna come Gloria, un
amico sia meglio di un marito?
- Non so esattamente cosa sia meglio per Gloria. Io so che
quando mia moglie se ne è andata ho giurato a me stesso
che non mi sarei mai più legato a nessuna donna e penso
anche che non sarei un marito facile da sopportare per
Gloria. E poi, in ogni caso ….…. senta Suntina, questa
cosa non la sa nessuno a parte il dottor Pericoli e un altro
paio di amici della cui riservatezza mi fido ciecamente.
Spero di potermi fidare anche della sua. Non mi resta
molto da vivere, forse un paio di mesi. Ecco perché non ho
nessuna intenzione di sposare Gloria. Perdere un altro
marito non penso che la farebbe sentire molto bene. Però
ho già provveduto a lasciare un testamento da un mio
amico notaio e stia sicura che ho pensato anche a Gloria.
È rimasta per qualche istante in silenzio e poi si è alzata dalla
sedia:
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Solo per scelta
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Eugenio Bianchi
Il forno di Nunzia
- C’hai una faccia Gianna! Che cosa t’è successo?
- A me niente. È al professore che gli sta succedendo
qualcosa di brutto.
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Solo per scelta
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Eugenio Bianchi
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Solo per scelta
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Eugenio Bianchi
Il forno di Nunzia
- Un funerale così non ce lo scorderemo tanto facilmente!
L’avete visto il terreno intorno alla casa del professore? Te
non l’hai visto Nunzia, vero?
- Come facevo? Non ho avuto un momento di tregua con
tutta quella gente che veniva a comprare pane e altra roba.
Erminio ha dovuto fare gli straordinari e una infornata in
più. Chi se l’aspettava che ci sarebbe stata tutta quella
gente?
- Dì la verità che voi dei negozi c’avete fatto su un bel po’
di soldini con questo funerale! Neanche a ferragosto s’era
vista tanta gente in paese. Dovevi vedere che roba lassù!
Tutto intorno alla casa era pieno di tende. Ce n’erano
anche in mezzo ai castagni. Ha detto mio marito che sono
stati Gusto e Matteo a organizzare tutto. Io non ci capisco
niente con quelle robe dei computer ma il ragazzo ci sa
fare e dice mio marito che hanno una specie di posta che
funziona meglio dei telegrammi.
- Ha detto Sisto che per fortuna lo avevano avvertito e
aveva fatto una bella scorta. Gli hanno fatto portare un
banco per la birra alla spina dentro il garage e lui ci ha
messo suo figlio a servire. Non stava dietro a cambiare i
fusti della birra. E anche il bar dell’albergo ne ha servita!
Mo tanta!
- Però io dico che il professore era ben strano! Dice mio
marito che aveva lasciato al dottore, a Gusto e Matteo un
foglio dove c’era scritto come lo voleva, il funerale e
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Solo per scelta
173
Eugenio Bianchi
così magari hanno fatto bene a fare quello che hanno fatto.
Però neppure una messa gli hanno fatto dire! Hanno
scavato una buca sotto il castagno più grosso e a
mezzanotte il vaso ce l’hanno sepolto lì con una lapide
che sembrava una mattonella da tanto che era piccola!
- A me non mi ha mica meravigliato molto! Te l’avevi mai
visto in chiesa? Dice don Giuseppe che non gli ha neppure
aperto una volta che era andato per benedire la casa. Cosa
vuoi che gli facessero la messa a uno così?
- E anche gli altri mica si sono meravigliati più di tanto.
Tutti senza dio ‘sti motociclisti. Cosa vuoi che ti dica? A
me sembrano gente poco raccomandabile. Ho visto certe
facce!
- Va là Teresa che anche lì ci sono quelli giusti e quelli
sbagliati. Pensa te che uno che è venuto a comprare dei
biscotti da portare a casa fa l’avvocato e mi ha detto che
ce n’erano parecchi altri che hanno lavori da soldi. E’ solo
che ogni tanto gli viene la voglia di scappare via dalle
solite cose e allora li vedi così, vestiti come dei disgraziati
e dietro a viaggiare scomodi con qualsiasi tempo.
- Sarà come dici te mo io uno così non me lo prenderei in
casa.
- Mo insomma! Non lo so mica se sono d’accordo con te! Io
qui in negozio ne ho visto qualcuno che se solo non
c’avessi già Erminio ……
174
16
Irene non fu una sorpresa per Mori. Non se l’aspettava mora
ma per il resto era esattamente come se l’era immaginata.
Definirla vistosa sarebbe stato il minimo. Di certo era una
bella donna che faceva di tutto per esaltare ancor più la
propria bellezza. Capelli corvini lisci e lunghi oltre le spalle
con due ciocche quasi bianche ai lati del viso, occhi scuri,
bocca carnosa, un trucco sapiente che faceva sembrare gli
zigomi più alti di quanto già non fossero, una camicetta
sbottonata in modo da mettere in mostra un seno
prorompente ed una gonna ampia di un tessuto leggerissimo
che lei non si curava di abbassare se saliva a mostrare due
gambe perfette su tacchi a spillo stratosferici. Mentre la
donna si sedeva accavallando le gambe e mettendo in mostra
una abbondante porzione delle cosce, Mori si disse che
Gusto poteva anche essere a volte maligno ma che, nel
parlargli di Irene, non aveva neppure esagerato più di tanto
quando l’aveva definita “una puttana mancata”. Essendo un
po’ più benevolo lui l’avrebbe definita una donna
consapevole della propria attrattiva sessuale e ben
intenzionata a non farsi mancare nulla in quel campo. In
fondo non doveva essere facile, per una così, vivere in un
paesino come Montesangiorgio e Mori era convinto che lei
avesse vissuto con sentimenti contrastanti l’amicizia con la
fornaia che poteva essere una complice ma forse anche una
pericolosa rivale.
Il sorriso sfrontato con cui lei lo fissava sparì in un attimo
dalla faccia di Irene alla prima domanda:
- Quanto ci ha messo a convincere Erminio che la
moglie e Bruno Santoni avevano una relazione?
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Eugenio Bianchi
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Solo per scelta
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Eugenio Bianchi
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Solo per scelta
Il forno di Nunzia
Chiuso temporaneamente
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Eugenio Bianchi
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Solo per scelta
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Il bar aveva aperto da pochi minuti e Simona era ancora
intenta a sistemare le sedie intorno ai tavolini quando vide
entrare Mori e Gusto e l’espressione sul volto del poliziotto
le disse che non era un buon momento per sperare in qualche
frase carina. Ordinarono due caffè ed andarono a sedersi al
solito tavolo.
- Il magistrato non ne vuol sapere di concedere
l’autorizzazione a tenere qualche giorno in cella il
fornaio. Secondo lui le prove a carico del fornaio non
sono sufficienti ad una incriminazione formale e
senza quella qualsiasi avvocato lo fa uscire in un paio
d'ore. Certo che se non avessero cremato il corpo
adesso potremmo almeno fare delle analisi e magari
avremmo qualcosa di più in mano!
- Ma quello che ha scritto Roberto nel diario dovrebbe
essere più che sufficiente!
- Il guaio è che non abbiamo nulla di tangibile, a parte
il diario. E lui nega di aver mai detto le cose che
Rastelli ha scritto. Ammette solo di averci scambiato
qualche parola una mattina davanti al bar in piazza.
- E Matteo? Il perito ha scritto che la sua moto è stata
manomessa apposta per provocare l’incidente.
- E noi potremo procedere contro ignoti ma purtroppo
non abbiamo nulla che colleghi il fornaio con il
lavoro fatto ai freni della moto.
- Ma non ha un alibi!
- Per ora. Sono disposto a scommettere un bel po’ di
soldi che se lo portiamo davanti ad una corte in
tribunale la moglie sarà pronta a testimoniare che non
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Solo per scelta
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Eugenio Bianchi
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Solo per scelta
185
Eugenio Bianchi
186
Solo per scelta
187
Eugenio Bianchi
fine
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INDICE
1 ...........................................................................................3
- Dal diario di Roberto.......................................................7
Il forno di Nunzia.............................................................13
2 .........................................................................................16
- Dal diario di Roberto.....................................................20
Il forno di Nunzia.............................................................25
3 .........................................................................................27
- Dal diario di Roberto.....................................................32
Il forno di Nunzia.............................................................35
4 .........................................................................................38
- Dal diario di Roberto.....................................................46
Il forno di Nunzia.............................................................49
5 .........................................................................................51
- Dal diario di Roberto.....................................................57
Il forno di Nunzia.............................................................64
6 .........................................................................................67
- Dal diario di Roberto.....................................................69
Il forno di Nunzia.............................................................75
7 .........................................................................................78
- Dal diario di Roberto.....................................................85
Il forno di Nunzia.............................................................89
8 .........................................................................................92
- Dal diario di Roberto.....................................................96
Il forno di Nunzia...........................................................100
9 .......................................................................................103
- Dal diario di Roberto...................................................107
Il forno di Nunzia........................................................... 112
10 ..................................................................................... 114
- Dal diario di Roberto................................................... 117
Il forno di Nunzia...........................................................121
189
Eugenio Bianchi
11 ..................................................................................... 124
- Dal diario di Roberto .................................................. 127
Il forno di Nunzia .......................................................... 129
12..................................................................................... 133
- Dal diario di Roberto .................................................. 137
Il forno di Nunzia .......................................................... 139
13..................................................................................... 142
- Dal diario di Roberto .................................................. 144
Il forno di Nunzia .......................................................... 147
14..................................................................................... 150
- Dal diario di Roberto .................................................. 155
Il forno di Nunzia .......................................................... 158
15..................................................................................... 160
- Dal diario di Roberto .................................................. 162
Il forno di Nunzia .......................................................... 168
- Dal diario di Roberto .................................................. 171
Il forno di Nunzia .......................................................... 172
16..................................................................................... 175
Il forno di Nunzia .......................................................... 179
Il negozio di alimentari di Rosina.................................. 179
17..................................................................................... 182
190