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Settimanale di Preghiera Domenica 28 febbraio 2021 2^ settimana di Quaresima Anno XXIII n.

979

Non di solo Pane

“Il tuo volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto.”


Apostolato
della preghiera

Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio


in omaggio d'amore.
Tacere davanti a te per poter dire l'inesprimibile
Febbraio al di là delle parole.
Primo venerdì
05/02 Tacere per liberare il fondo del mio spirito,
l'essenza della mia anima.
Marzo Tacere per lasciar battere il cuore più forte
Primo venerdì
05/03 nella tua intimità,
e per prendere il tempo di guardarti meglio,
più libero e più sereno.

Tu aspetti tutti
Signore, nessuno vive tanto nell'attesa come te! to della notte. Quelli che ti chiamano per
Nella tua misericordia tu aspetti tutti: quelli che so- nome e quelli per i quali sei dolorosamente
no lontani e quelli che sono vicini. Quelli che dico- innominabile. Davvero, Signore, tu sei in at-
no "sì" e quelli che dicono "no". Quelli pronti pri- tesa di tutti. Di quanti ti cercano con ansia e
ma del tempo e quelli che procrastinano. Il figlio di quanti non s'interrogano mai. Di quanti
prodigo che ritorna come un mendicante e il fratel- ogni giorno ti pregano «Vieni, Signore!» e di
lo maggiore che lo incolpa. Quelli che avvertono la coloro per i quali la preghiera è una ferita
tua presenza nei passaggi più comuni della vita e silenziosa, una convulsione, un tormento o
quelli che solcano i suoi corridoi infiniti accumu- una rivolta. È bello sapere che, nell'immensi-
lando sempre più silenzio e domande. Quelli che ti tà della tua attesa traboccante di compassio-
ricordano a ogni momento, e gli indifferenti. Quelli ne, ciascuno è ancora in tempo per la spe-
che ti vedono nella certezza e quelli che per i quali ranza.
il tuo mistero si compara ai frammenti di un enig- (José Tolentino Mendonça)
ma sparsi e indecifrabili. Quelli che riconoscono le
tue tracce indiscutibili e quelli che non ti trovano
da nessuna parte. Quelli che nel ripetere il tuo no-
me percepiscono lo spuntare del giorno e quelli
che si sentono proiettati ancor di più nello sconfor-

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima - Numero 979 pagina 2


I santi del giorno: Sante Marana e Cira, ver-
gini; beato Daniele Alessio Brottier, sacer-
L’umiltà è la prospettiva delle cose grandi,
perché il Signore innalza chi si considera pic-
colo. (Giacomo 4,10)
Domenica
Febbraio
Tempo di Quaresima
28
TQ

Parola di Dio Il Santo del giorno: san Romano di Condat


in briciole Rigore e bontà, radicalità e amicizia: nel Vangelo la perfezione tro-
va sempre il modo di convivere con le nostre imperfezioni, con i
nostri errori e i nostri limiti. Chi comprende questo sa tenere dritta
la barra verso l'eternità ma sa anche soccorrere chi finisce fuori rot-
“Io ho in Cristo la mia ta a causa delle tempeste della vita. E san Romano di Condat, uno
torre di fortezza”
dei "pionieri" del monachesimo in Occidente, ci offre l'esempio di
Il Signore Gesù Cristo fu ten- un padre austero, però anche capace di diventare compagno di vi-
tato dal diavolo nel deserto. aggio dei discepoli in difficoltà. Era nato nel 390 e all'inizio del V
Cristo fu certamente tentato
dal diavolo, ma in Cristo eri secolo era monaco ad Ainay, presso Lione. Mettendosi alla ricerca
tentato tu. Tua infatti era la di uno stato di vita ancora più radicale decise di isolarsi sui monti
carne che Cristo aveva presa del Giura, dove lo raggiunsero il fratello Lupicino e la sorella: insie-
perché tu avessi da lui la sal-
vezza. Egli aveva preso per sé me fondarono tre monasteri a Condat, a Leuconne e a La Beaume.
la morte, che era tua, per do- Lupicino si mostrava rigido con i confratelli, mentre Romano sape-
nare a te la vita; da te egli ave- va essere magnanimo con chi faceva fatica a reggere l'austerità del
va preso su di sé le umiliazioni romitaggio. Morì nel 463.
perché tu avessi da lui la gloria.
Io ho in Cristo la mia torre di
fortezza. Egli per noi si è fatto
torre di fronte al nemico, lui
che è anche pietra sopra la Vangelo Mc 9,2-10
quale è costruita la Chiesa.
Cerchi riparo per non essere In quel tempo, Gesù prese con sé
ferito dal diavolo? Rifugiati Pietro, Giacomo e Giovanni e li
nella torre! La torre è dinanzi a condusse su un alto monte, in di-
te. Ricordati di Cristo e sarai sparte, loro soli. Fu trasfigurato
entrato nella torre. In qual davanti a loro e le sue vesti diven-
modo ti ricorderai di Cristo? nero splendenti, bianchissime: nes-
Qualunque cosa avrai da sof- sun lavandaio sulla terra potrebbe
frire, pensa che per primo egli renderle così bianche. E apparve
l’ha sofferta, e rifletti sul fine loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola,
per cui egli ha sofferto. Egli Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre ca-
morì per risorgere. Spera di panne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che
raggiungere anche tu la meta cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la
nella quale egli ti ha preceduto, sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato:
e sarai già entrato nella torre ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più
senza cedere al nemico. nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte,
ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non
(Agostino, Esposizione sul salmo 60, dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra
passim) loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima - Numero 979 pagina 3


Tra cielo e terra meditazione curata da don Luciano Vitton Mea -Parroco di Bovegno

Il passaggio è brusco: dal de- no del Creatore, fonte di luce. “Ascoltatelo!”. Chi ascolta Ge-
serto alla trasfigurazione, dalle Una fede senza esperienza del sù, diventa come lui. La Paro-
tentazioni alla voce rassicuran- Tabor non è fede. Ci può sta- la fa coabitare con lui. La fede
te del Padre. L’esperienza sin- re nel corso della vita, la sta- in Gesù non è una religione
golare del Tabor è legata ad gione della prova e del deser- della visione, ma dell’ascolto.
un tratto decisivo della vita di to, ma la fede è preceduta e Si sale sul monte per vedere,
Gesù: calano gli ascolti, le fol- termina davanti al volto del ma si viene rimandati
le si assottigliano, nubi minac- Cristo Risorto. In caso contra- all’ascolto.
ciose si addensano sul gruppo rio, si ridurrebbe a puri pre-
Quel volto pieno di luce è lo
dei Dodici. Per rincuorare il cetti morali. Per Pietro, Gia-
stesso che si riempirà di san-
gruppo Gesù prende gli apo- como e Giovanni la luce del
gue nell’ultima notte della vita.
stoli più influenti e regala loro Tabor non rimarrà un evento
La luce e il sangue sono inse-
un’estasi incancellabile. Pietro esteriore. Provocherà in loro
parabili per Gesù. Non si arri-
rimane stordito, ma pure gli un’attrazione fatale. Il volto
va alla gloria della trasfigura-
occhi degli altri due testimoni dell’uomo diventa ciò che
zione pasquale se non si tran-
si riempiono di luce. Fino ad guarda con gli occhi del cuore,
sita attraverso la Croce.
allora si pensava che vedere si trasforma in ciò che prega
Dio comportasse la morte. ed ama. Ma non si trova la
Loro invece contemplano il luce vera se, prima, non si a-
Figlio di Dio e rimangono in prono gli occhi sulle proprie
vita. In Cristo Dio ha risanato tenebre. La luce può subire
la vista dell’umanità. Ogni uo- un’eclissi a causa del peccato,
mo è come un’opera incom- ma, purificato il cuore, essa
piuta , ma progettata dalla ma- torna a splendere sovrana.

Maestri di Contemplo: Tante domande


spiritualità

L’ultimo posto non è un Gesù ha provato turbamento da- modo della sua presenza nella
castigo: è il posto di Dio,
vanti alla prospettiva della Croce. storia.
infatti lì troviamo il Si- Così anche il discepolo: non solo Anche il rapporto con Gesù
gnore Gesù, venuto non il turbamento di fronte alla Croce cambia. E poi c’è il mondo, la
per essere servito ma per del Maestro, ma di fronte alla debolezza del cristianesimo nella
servire. Quando venne Croce che continua anche dopo nostra cultura, tante doman-
tra noi non trovò posto se la risurrezione del Maestro. de…..E’ lì che un giovane, sa-
non nel legno di una pendolo o no, cerca un futuro,
Ci sono dei momenti nella vita in
mangiatoia. Quando se una parola, un amore, una spe-
cui si ha bisogno di aggrapparsi a
ne andò trovò posto solo ranza.
qualcosa: le abitudini quotidiane
sul legno della Croce. si logorano e la vita perde di (S. Pagani, Non sia turbato il vostro
(Ermes Ronchi, religio- splendore. Ci vuole qualcosa di cuore)
so) più. Non è più tutto come prima.
Passano gli anni e le stagioni,
cambia il volto della Chiesa e il

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 4


I Santi del giorno: San Felice III, Papa; beata
Giovanna Maria Bonomo, religiosa.

Il nostro compito non è tanto mettere insieme i pezzetti


del mosaico della nostra vita, quanto accettare il disegno
provvidente e misterioso che Dio ci ha affidato. (Efesini
Lunedì
Marzo
Tempo di Quaresima
1
1,9)
TQ
I santi del giorno: sant’Albino di Angers
Parola di Dio Compito dei pastori è anche quello di richiamare i responsa-
in briciole bili della vita pubblica a una condotta che sia di esempio,
perché lo sforzo di essere moralmente trasparente e coerente
alimenta l'autorevolezza di chi governa. Sant'Albino, vescovo
di Angers tra il 529 e il 550, è ricordato proprio per il suo
Il Signore, sempre fedele e impegno riformatore dentro la Chiesa ma anche per i nume-
benevolo rosi richiami e le critiche ai costumi moralmente discutibili
Pagina curata da Don Luciano V. M. dei membri della nobiltà, soprattutto nell'ambito matrimonia-
“...Signore Dio che sei benevolo verso colo- le. Era nato verso il 469 a Vannes e aveva scelto la vita da
ro che ti amano…” (Dn 9,4b-10) monaco; nel 504 diventò abate facendosi notare per la testi-
Con un incredibile realismo il monianza di vita cristiana. Fu il popolo stesso, vincendo le
profeta Daniele racconta il rap-
porto tra Dio e il suo popolo. sue resistenze, che lo volle come vescovo di Angers. Parteci-
Anzitutto riconosce quali sono pò ai Concili di Orléans che tra il 538 e il 549 regolarono di-
le prerogative di Dio: grande, versi aspetti fondamentali della Chiesa dei Franchi.
tremendo, fedele, benevolo.
Dopo però, non censura quale
sia la risposta dell’uomo: pecca-
tore, malvagio, empio, ribelle
ma soprattutto incapace di a-
scoltare coloro che hanno parla-
to nel nome di Dio. Proprio in
questa incapacità di ascolto ri- Vangelo Lc 6,36-38
siede l’origine di ogni peccato.
Dio continuamente parla In quel tempo, Gesù
all’uomo attraverso ogni circo- disse ai suoi discepoli:
stanza della vita, ogni attimo
dell’esistenza è pieno della sua «Siate misericordiosi,
parola, ma noi rivolgiamo la no- come il Padre vostro è
stra attenzione e il nostro orec- misericordioso. Non
chio altrove. Preferiamo essere
ammalati dal canto incantevole giudicate e non sarete
e ingannevole delle tante sirene, giudicati; non condan-
piuttosto che prestare ascolto a nate e non sarete con-
Colui che ci conosce di più e
meglio di quanto noi conoscia- dannati; perdonate e
mo di noi stessi. Ancora ai no- sarete perdonati. Date
stri giorni spesso ci lasciamo e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccan-
ammaliare dalle voci suadenti
del peccato e del male, che pro- te vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la
mettono e non mantengono. quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parole vuote che producono
vuoto, parole banali che bana-
lizzano tutto. Eppure il Signore
rimane fedele e benevolo, più
grande di ogni male, tremendo
contro il peccato.

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 5


Senza misura a cura di don Luciano Vitton Mea –Parroco di Bovegno

Dio ama esagerare. Il bile i comportamenti mal- e soprattutto perché Dio


come e il quanto del suo vagi. non giudica, ma giustifica;
amore non hanno limita- Gesù, il Figlio di Dio, non condanna ma condo-
zioni, né anagrafe. Allo riuscirà a rimuovere dal na.
stesso modo sono chiama- cuore dei discepoli un tale Il giudizio finale di sal-
ti a comportarsi i suoi figli. approccio negativo. Egli si vezza o di perdizione su
Quante volte dovranno sarebbe caricato sulle spal- ogni uomo non viene da
scusare il vicino? Oltre o- le il pesante fardello Dio, ma dall’uomo stesso.
gni misura. dell’umanità peccatrice ed Dio lascia ad ognuno il
In quale grado dovran- avrebbe pagato in toto ogni giudizio su se stessi.
no donare? Eccedendo. debito. Se non si giudicheranno
La medesima quantità Anche per tale ragione, gli altri Dio non giudiche-
che essi utilizzeranno ver- Gesù verrà chiamato rà. Se si perdoneranno gli
so il prossimo sarà adope- “l’Agnello di Dio che to- altri Dio perdonerà. Nella
rata verso di loro. glie i peccati del mon- misura in cui si dà al fratel-
Dalla tradizione ebraica do.” (Gv 1,29) lo si riceve da Dio. L’unico
Dio è ritenuto un padre La sua croce sarà l’unico metro di misura è la capa-
misericordioso e tenerissi- giudizio di misericordia di cità di donare. Dio rinun-
mo. Dio sul mondo. Chiunque cia a misurare come rinun-
Ciò nonostante, la prima giudicherà, sbaglierà. cia a giudicare.
immagine che l’essere u- L’errore non sarà nel fatto Si verrà giudicati e mi-
mano tende a formarsi di che il giudizio dell’uomo è surati da se stessi, in base
Dio è quella di un giudice ingannevole, ma nel fatto all’amore donato agli altri.
esigente, pronto a punire stesso di giudicare perché
in modo severo e inflessi- è usurpare il potere a Dio,

Maestri di Contemplo: L’amore è una sorgente


spiritualità

L’amore è una sorgente: l’acqua naturale, l’amore brucia tutto ciò


Interrogato su come si preziosa di questa sorgente chiede che è superfluo e dona pienezza
debba pregare, l’abate stabilità, durata, gusto e perseve- alla vita.
Macario disse: “Non è ranza: rimanete nel mio amore.
La vita cristiana è un essere, anzi
necessario parlare molto Gesù ci invita a rimanere dentro il un rimanere in Cristo: come il tral-
nella preghiera. E’ me- fiume di questo amore. Le parole cio nella vite, così il battezzato è
di Gesù impongono argini impe- chiamato a rimanere nel suo amo-
glio tendere spesso le gnativi, non sempre facili da capire re e ad imparare ad amare come
mani e dire: “Signore, e da accettare. A volte ci viene da lui. Così si costruiscono i veri rap-
abbi pietà di noi.” pensare che Gesù limita la nostra porti umani. Così si rimane fedeli.
libertà. Così ci si consuma nell’amore per
(dai Padri del deserto) lunghissimi anni.
La mediazione di Cristo raccoglie
l’amore e lo custodisce per la sta- (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
gione dei frutti. Così raccolto e re)
guidato, come un’energia sopran-

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 6


Santi del giorno: San
Troade, martire; sant'An-
gela de la Cruz, religiosa.
Se stai arrancando contro vento, pensa che non
sei solo. “Il Dio di ogni consolazione è con
te.” (2Corinti 1,3)
Martedì
Marzo
Tempo di Quaresima
2
TQ
Il santo del giorno: san Quinto il Taumaturgo
Parola di Dio Da sempre i cristiani sono segni di uno scandalo che provo-
in briciole ca e inquieta le coscienze; lo sono anche quando si prendono
cura dei malati, dei sofferenti, di quelli che agli occhi del
mondo non vivono “vite degne”. Una missione presente fin
dall'inizio della storia della fede, come dimostra la storia di
san Quinto il Taumaturgo. Nativo della Frigia, si era spostato
Vivere con coerenza il in Eolide, dove si dedicò all'assistenza ai poveri e ai malati.
Nella città di Kyme, ai tempi dell'imperatore Aureliano (270-
Vangelo 275), il governatore Rufo tentò di riportare Quinto al pagane-
Pagina curata da Don Luciano V. M. simo, ma poi lo lasciò andare, perché lui stesso era stato gua-
rito grazie alle preghiere di questo cristiano. Quaranta giorni
“…cessate di fare il male, imparate a dopo, però, Quinto venne di nuovo arrestato da un altro ma-
fare il bene…...” (Is 1,10.16-20) gistrato e torturato, ma guarì miracolosamente dalle ferite e
per questo venne rilasciato. Per altri 10 anni Quinto poté
Un invito che torna periodica- continuare il suo ministero.
mente in Quaresima è quello
di purificarsi. Significa cioè che
il Signore, tramite il profeta
Isaia, ci invita a riconsiderare
Vangelo: Mt 23,1-12
la nostra vita per vivere secon-
In quel tempo, Gesù si rivolse
do quell’innocenza che abbia-
alla folla e ai suoi discepoli
mo ricevuto in dono nel gior- dicendo: «Sulla cattedra di
no del Battesimo. Ma come si Mosè si sono seduti gli scribi e
fa a vivere concretamente que- i farisei. Praticate e osservate
sta purificazione? Come si può tutto ciò che vi dicono, ma
conservare uno stato di purez- non agite secondo le loro ope-
za se spesso ci accorgiamo che re, perché essi dicono e non
fanno. Legano infatti fardelli
il peccato fa parte del nostro
pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della
modo di vivere? Il profeta ci gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
indica come fare: si vive in uno Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
stato di purificazione continua allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiaccio-
quando si evita di fare il male e no dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sina-
ci si impegna in ogni modo a goghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati
fare il bene. Dunque, la purifi- “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”,
perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli.
cazione non è tanto uno stato E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché
raggiunto una volta per tutte: è uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chia-
piuttosto un atteggiamento di mare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
tutto il nostro essere che si im- Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esal-
pegna a vivere con coerenza il terà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Vangelo.

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 7


Ciarlatani e testimoni a cura di don Luciano Vitton Mea– Parroco di Bovegno

Gesù è un maestro che sulla sostanza, sulle parole tato, ma attraverso


non coltiva la propria im- più che sulla realtà. Rivol- l’amore. L’amore fraterno
magine, ma che ha a cuore gendosi ai suoi, Gesù rac- evidenzia le peculiarità del
la vita dei discepoli. Non si comanda di non pregiarsi discepolato, l’incarico sot-
lascia travolgere dalla po- di titoli altisonanti e, so- tolinea, invece, le diversità;
polarità. Al contrario, sco- prattutto di non arrogarsi il primo mette in relazione
raggia fanatismi e atteggia- prerogative che spettano il secondo allontana. La
menti immaturi da parte alla sapienza infinita di Di- comunità cristiana vive
degli ammiratori. Vive una o. perennemente la tentazio-
stagione nella quale ne di ricadere di una visio-
“E voi siete tutti fratelli
l’autorità religiosa era un ne pagana di oppressione
(Mt 23,10)”, C’è un deno-
dato acquisito. La storia di del prossimo, di delega
minatore comune nella
Israele era colma di rabbini dalle responsabilità. Gesù
fede ed associa i credenti:
e di saggi che avevano fon- vuole, invece, una comuni-
essere fratelli e sorelle. La
dato le più disparate scuole tà di fratelli dove la fede
fraternità sviluppa il respi-
di pensiero. Gesù ridicoliz- funga da collante. Non esi-
ro di Chiesa e ridimensio-
za la loro tracotanza e pre- ste maestro peggiore di
na il significato delle fun-
sopopea, smonta il loro colui che insegna un com-
zioni ecclesiali. Il ricono-
stile di comunicazione ba- portamento con le parole e
scimento altrui non avvie-
sato più sull’apparenza che le contraddice palesemente
ne tramite l’ufficio eserci-
con le azioni.

Contemplo: La via
Maestri di
Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
spiritualità
Gesù dice che lui è la via per rag- Le facili strade di oggi conducono
giungere la qualità più vera della a possibilità eccessive e inganne-
Chi non amerà i ne- vita. voli che poi vengono negate, e a
mici non potrà mai passioni momentanee che alla fine
L’immagine della via risponde al
conoscere veramente il diventano tristi.
desiderio umano di orientamento
Signore e la dolcezza nel caos di questo mondo, esprime Il rapporto con Gesù, invece, se è
del suo Spirito. Lo una richiesta di superamento di un reale, è questa via che porta alla
Spirito Santo insegna vagare senza meta tra una cosa e luce e alla comprensione, ad una
ad amare i nemici l’altra nel corso degli anni. sapienza più alta e ad una consape-
come se fossero fratelli volezza maggiore della nostra ori-
La strada di Gesù è una via giusta
e figli. gine e del nostro destino.
che non teme di misurarsi con tan-
(Silvano del Monte Athos, te altre vie che vengono offerte da (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
monaco, 1866-1938) una cultura che manifesta una crisi re)
difficile da superare.

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 8


San Tiziano di Brescia, vescovo;
Santi del giorno:
santa Teresa Eustochio Verzeri, vergine

“Spera nel Signore più che le sentinelle l’aurora”.


Se si fa attendere, non desistere, perché certamente
Mercoledì
Marzo
3
Tempo di Quaresima
Egli verrà. (Salmo 129,6)
TQ
Il santo del giorno: beato Innocenzo da Berzo
Parola di Dio La timidezza aveva spinto il beato Innocenzo da Berzo,
in briciole al secolo Giovanni Scalvinoni, ad entrare in convento
tra i frati minori cappuccini dopo alcuni anni da sacer-
dote diocesano a Brescia. Ma da religioso divenne ben
presto un padre particolarmente caro al popolo, uno di
quei testimoni la cui umiltà attrae i semplici ed edifica i
Il profeta: prefigurazione potenti. Era nato in provincia di Brescia, a Niardo, nel
del Messia sofferente 1844; venne ordinato sacerdote nel Seminario di Brescia
nel 1867. Divenne poi vicario a Cevo e, due anni più
Pagina curata da Don Luciano tardi, vicerettore del Seminario bresciano. Poi fu vice-
“..ricordati quando mi presentavo a te parroco a Berzo Inferiore, ma sentì l'esigenza di una vita
per parlare in loro favore.....” ritirata: divenne cappuccino nel convento dell'Annuncia-
(Ger 18,18-20) ta di Cogno, dove visse per 14 anni. Fu predicatore in
diversi conventi ed ebbe numerose esperienze mistiche.
Per quanto si possa parlare Morì nel 1890 a Bergamo a causa di una malattia.
con carità a coloro che sono
lontani dall’amore di Dio, ri-
chiamare qualcuno non è mai
facile, poiché questo implica il
dire alla persona che sta sba-
gliando; a nessuno piace am-
mettere di aver sbagliato. Il Vangelo Mt 20,17-28
profeta Geremia si trova cir- In quel tempo, mentre saliva a Gerusalem-
condato dall’insidia e me, Gesù prese in disparte i dodici disce-
dall’odio di quelli ai quali egli poli e lungo il cammino disse loro: «Ecco,
noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio
ha annunciato una parola di dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sa-
conversione e di cambiamen- cerdoti e agli scribi; lo condanneranno a
to interiore. Essi vogliono eli- morte e lo consegneranno ai pagani perché
venga deriso e flagellato e crocifisso, e il
minarlo, per zittire la sua vo- terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvici-
ce; egli ne è consapevole, ep- nò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi
pure continua a intercedere figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa
vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua
per loro e a chiedere a Dio di destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non
essere liberato dalla loro mal- sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?».
vagità. Il Profeta, in questo Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo ber-
caso, è prefigurazione del rete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me con-
cederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli
Messia sofferente il quale, pur altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li
sapendo che i suoi contempo- chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòmi-
ranei stavano tramando con- nano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi
vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole esse-
tro di lui, continua a elevare re il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che
per loro la sua preghiera al non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita
Padre. in riscatto per molti».

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 9


Servire, un privilegio a cura di don Luciano –Parroco di Bovegno

Il brano di Matteo si apre mette paura, il servo no. Il Golgota, amare in perdita
con una domanda che capo- Vangelo mette fine alla pau- senza alcun calcolo. “Sono
volge il rapporto uomo- ra di Dio. Il padrone si ser- venuto per essere servo” è la più
Dio. Due discepoli chiedo- ve degli altri, Dio fa sua la spiazzante di tutte le descri-
no, come tante persone causa dell’uomo. Il padrone zioni di Dio. Parole da ver-
“religiose”, che Dio realizzi castiga, il servo soccorre. tigine. Dio, mio servitore!
i loro sogni. In realtà, il Dio, dunque, si fa vicino, Dio non tiene il mondo ai
grande miracolo di Gesù è anzi si china sulle persone. suoi piedi, si mette in ginoc-
di convertire il desiderio, La ricerca del primo posto è chio lui stesso ai piedi delle
fino a trasformarlo in capa- una passione forte. Penetra creature. Dal basso cura le
cità di accoglienza della vo- e avvolge il cuore umano ferite. I grandi della storia
lontà di Dio “Sia fatta la tua pericolosamente. “Non sapete esigono troni al proprio io
volontà”. Contenuto della quello che chiedete”, cioè, non smisurato. Dio non ha tro-
richiesta è essere i primi. avete capito a cosa andate ni. Preferisce un grembiule.
Domanda fuori luogo per- incontro, che cosa scatenate Se Dio si fa servitore,
ché Dio non risponde ad con la fame dio potere. Per “servizio” è il nome nuovo
un’identità altra. “Tra voi non il Vangelo essere alla destra della storia, il nome segreto
sia così” . Essere al di sopra e alla sinistra di Gesù vuol della civiltà.
crea distanza. Il padrone dire occupare due posti sul

Contemplo: La fede
Maestri di
spiritualità Vivere di fede significa fidarsi di l’intelligenza, anima i sentimenti e
Gesù, abbandonarsi a lui. Bisogna mi fa sentire consapevole del mio
Pensavo che per arriva- conoscerlo, entrare in relazione essere orientato a Dio.
re a Dio fosse necessa- con lui; sentire il suo amore, il suo
Il messaggio più importante che
rio salire, salire e sali- consiglio, il suo conforto. Le paro-
Gesù ci ha lasciato nelle sue ultime
re. Invece, leggendo il le di Gesù diventano orientamenti
parole di addio è stato l’invito alla
di vita, sostegni contro ogni scon-
Vangelo, ho capito che fede. Abbiate fede in me.
forto.
per arrivare a Dio bi- La fede aiuta a superare il turba-
sogna scendere, scendere Mi fido di Gesù e faccio quello mento del nostro essere uomini, e
che mi dice lui. Penso come lui,
e scendere, come Gesù. guida ad una lettura della vita e
amo come lui: questa è la fede. Vi-
della storia più vera, più nascosta,
(Charles de Foucauld vendo di fede so leggere il presen- più definitiva.
1858-1916) te e partecipo fin d’ora al mondo
futuro. La fede è una fiducia salda, (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
che dona pace interiore, raccoglie re)

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 10


Santi del giorno: Sant'Appiano di Comac-
chio, monaco; beato Umberto III di Savoia.

“Ogni giorno hai a tua disposizione infinite possi-


bilità di bene da realizzare a favore degli al-
Giovedì
Tempo
Marzo
di Quaresima
4
tri.”(1Tessalonesi 5,11)
TQ

Il santo del giorno: san Casimiro


Parola di Dio San Casimiro potrebbe essere un ottimo patrono per la no-
in briciole stra classe politica, che in questo giovane principe polacco
del XV secolo avrebbe un efficace esempio di onestà, tra-
sparenza, purezza e fedeltà ai valori più alti. Era nato a Cra-
covia nel 1458 ed era figlio del re di Polonia, Casimiro IV.
Quando aveva 13 anni gli ungheresi gli offrirono la corona:
Affidarci alla persona di egli all'inizio accettò ma poi declinò l'offerta quando seppe
che il Papa, Sisto IV, era contrario. Nel 1479 il padre si recò
Gesù in Lituania e vi rimase per cinque anni: toccò a Casimiro
Pagina curata da Don Luciano V. M. reggere la Polonia, dimostrando di saper essere un gover-
nante onesto e saggio. Inoltre scelse per sé il celibato, anche
“..maledetto l’uomo che confida se il padre cercava di combinare per lui il matrimonio. Casi-
nell’uomo…..” (Ger 17,5-10) miro, però, era animato da una profonda devozione religiosa
e spesso si sottoponeva a digiuni che forse ne minarono la
A tutti piacerebbe avere amici- salute. Colpito dalla tubercolosi, morì a 25 anni a Grodno
zie influenti e altolocate, che ci (Lituania) il 4 marzo 1484.
possono dare una mano quan-
do ne abbiamo bisogno. Spes-
so gli altri diventano il nostro
punto di riferimento, perché
con loro ci sentiamo capaci di Vangelo Lc 16,19-31
affrontare le avversità della In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indos-
vita. Eppure siamo davvero sava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti
sciocchi a non considerare che banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto
un uomo, per quanto grande e di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del
ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno
buono possa essere, non potrà il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì
mai rappresentare per noi una anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli
certezza. Egli proprio come occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gri-
noi è mortale e fallace: per dando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a
intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché
questo sarebbe ben misera co- soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio,
sa costruire le nostre certezze ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi
su qualcuno che non sia Dio. mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo
Eppure quante volte anche noi ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso:
coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì pos-
cerchiamo amici e conoscenti sono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego
che possono garantirci favori e di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li
vantaggi? Questo tempo forte ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo
dell’anno liturgico potrebbe luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti;
ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti
essere un’occasione per rivede- qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non
re i nostri punti di riferimento, ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno ri-
per decidere di affidarci, una sorgesse dai morti”».
volta per tutte alla persona di
Gesù.

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 11


Un ricco senza nome pagina curata da Don Luciano-Parroco di Bovegno

Un ricco senza nome e un l’odio, ma il disinteresse. Il Dio e dei fratelli davanti


povero di nome Lazzaro male più grande che si può alla vita non se lo porrà
fotografano il dipanarsi fare è di non compiere il nemmeno davanti al miste-
della storia umana. Il ricco bene. Nella parabola Dio ro della morte. Non sono i
non ha un nome perché si non è mai nominato, ep- miracoli o le visioni a cam-
lascia identificare con le pure è presente, pronto a biare il cuore, ma il grido
ricchezze. Il denaro, infat- curare e fasciare ogni piaga lacerante dei poveri. Essi
ti, assume spesso le carat- di Lazzaro. sono “Parola di Dio” e
teristiche di una seconda “Ti prego manda Lazzaro a “carne di Gesù Cristo”:
natura, una seconda pelle. casa di mio padre ad avvisare i “Qualsiasi cosa avrete fatto a
Il povero, invece, ha un miei cinque fratelli”. La rispo- uno di questi miei fratelli più
nome perché è amico di sta è agghiacciante: piccoli l’avrete fatta a me”.
Dio. “Neanche se vedono un morto La terra è piena di Lazzari.
Peccato del ricco non sono tornare si convertiranno”. Il E se Gesù dà al povero il
gli eccessi, ma ricco vede il povero in nome del suo amico Laz-
l’indifferenza. Per il ricco funzione di se stesso e dei zaro, ogni povero dovreb-
l’altro non esiste. Lazzaro propri interessi. In realtà, be avere un nome familia-
muore di stenti e il ricco non è la morte che conver- re.
neppure se ne accorge. Il te, ma la quotidianità. Chi
contrario dell’amore non è non si pone il problema di

Maestri di Contemplo: Lo Spirito manifesta i segreti di Dio


spiritualità

Il pane in eccesso che Ci sono molte cose del mistero promessa: la nostra tristezza si
tu tieni per te è di Dio e del cuore umano che si cambierà in gioia.
capiscono poco a poco. Tutte
dell’affamato, il man- Gesù conosce le nostre debo-
insieme sarebbero troppo pe-
tello che tu custodisci lezze, sa che anche noi lo lasce-
santi. Gesù lo sa. Lungo la vita
nel guardaroba è remo solo: ci incoraggia, ci do-
il suo Spirito, a tempo debito, ci
dell’ignudo, le scarpe na la pace, ci sostiene nella di-
porterà avanti: manifesterà real-
che marciscono in casa sperazione e nella tribolazione.
mente i segreti di Dio.
Alla fine di tutto Gesù ci acco-
tua sono dello scalzo, il
Facciamo fatica a vedere Gesù glierà e ci spiegherà ogni cosa.
denaro che conservi nel nel mondo contemporaneo; ma
cassetto è del bisognoso. (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
il Signore conosce le nostre do- re)
(san Basilio, vescovo di mande.
Cesarea, 329-379)
Vede che stiamo indagando su
di noi, sulla vita, su di lui. Gesù
non è estraneo al nostro disagio
e alle nostre lacrime. Fa una

Non di solo pane 2^settimana di Quaresima n. 979 pagina 12


Il santo del giorno: Sant’Adriano di Cesarea,
martire; beato Geremia da Valacchia, religioso

“I giorni più belli e lieti non sono necessariamente quel-


li pieni di avvenimenti spettacolari, ma quelli che apro-
Venerdì
Marzo
Tempo di Quaresima
5
no semplici scenari: come il sole che al tramonto si na-
sconde dietro il ventaglio della notte.” (Salmo 96,11-12)

Il Santo del Giorno: san Conone l’Ortolano


Parola di
Parola di Dio
Dio
in briciole
briciole Un eremita, intento a coltivare un campicello di legumi e deciso a
in essere un buon testimone del messaggio del Risorto; poi la violenza
della storia, che irrompe in quel piccolo campo e tenta di imporre le
sue logiche. È questa la storia di san Conone l’Ortolano, il cui profi-
lo biografico ci è arrivato solo per sommi capi. Secondo la tradizio-
Riscoprire la giustizia e la ne era originario della Palestina, anche se in realtà il dato è estrapo-
carità lato da una sua frase rivolta al prefetto che a Perge, in Panfilia, lo
Pagina curata da Don Luciano V. M.
interrogò: “Sono di Nazareth, la mia famiglia è quella di Cristo”,
rispose Conone. Parole pericolose, pronunciate davanti al rappre-
“..ma Ruben sentì e volendo salvarlo disse: sentante dell’imperatore Decio, che aveva scatenato contro i cristia-
Non togliamogli la vita…..” ni una feroce persecuzione tra il 249 e il 251. La sua risposta, infatti,
gli costò una tremenda tortura e poi la morte.
(Gen 37,3-4.12-13a.17b-28)

La vicenda di Giuseppe è cru-


dele: è molto brutto essere tra-
diti e pugnalati alle spalle. Ma è
ancora più brutto quando que-
Vangelo: Mt 21,33-43 45-46
sto viene fatto dai propri fra-
telli, cioè da coloro che hanno In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del
lo stesso sangue e hanno man- popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che posse-
giato alla stessa tavola. In real- deva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una
tà Dio sa ricavare del bene an- siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La
che da questa situazione: Giu- diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando
seppe sarà colui grazie al quale arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai
Israele si stabilirà in Egitto. contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e
Ancora oggi però ci sono tante uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidaro-
no. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li
famiglie lacerate e divise, molte
trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio
volte semplicemente per inte- figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i conta-
resse. Questa Quaresima è un dini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, ucci-
tempo propizio per riscoprire diamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciaro-
la giustizia e la carità soprattut- no fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il pa-
to nei confronti di quelle per- drone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli rispose-
sone che, in maniera più o me- ro: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la
no arbitraria, abbiamo escluso vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo
dalla nostra vita, perché ci sia- tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scrittu-
mo sentiti traditi o perché noi re: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pie-
stessi abbiamo tradito. E’ dav- tra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meravi-
vero un’ottima occasione per glia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno
di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
prendere sul serio la parola di
Dio.

Non di solo pane 1^settimana di Quaresima n. 979 pagina 13


Le delusioni di Dio a cura di don Luciano Vitton Mea-Parroco di Bovegno

Matteo racconta la passio- ni operai che pianificano vigna rimarrà una delizia
ne del padrone di un lati- in modo malvagio a pro- per tante creature alle tena-
fondo che ha progettato la prio uso e consumo. Si ce e ricerca del vino della
costruzione di un vigneto, può cadere facilmente nel gioia.
cingendolo con una siepe a loro errore: appropriarsi
mo’ di abbraccio, scavan- di quanto una vigna può Nel suo amore smisurato
dovi un tino, e mettendovi regalare. La vigna della pa- Dio gioca sull’altare
a custodia una torre fortifi- rabola può essere simbolo dell’uomo il proprio Figlio.
cata. Realizzata l’opera, dello Stato, della Chiesa, Dio affiderà la vigna ad un
eccolo pronto a metterla in del gruppo, della famiglia, popolo nuovo capace di
mani altrui. L’evangelista della comunità, del lavoro produrre frutto, ma userà
presenta la storia di un a- stesso. Anziché occuparsi misericordia anche
more di tenerezza e del del compito loro assegna- dall’antico popolo
suo tradimento. to, si arrogano diritti non dell’Alleanza, quando
pattuiti, ammantandosi da prenderà consapevolezza
Affiora da un lato, la no- fruitori del vigneto anziché della propria infedeltà.
biltà d’animo di un signore da semplice manovalanza.
che realizza un progetto Senza pentimento e dispo-
Che delusione! Ma il tradi- nibilità autentica al cam-
pensando pure ad eventua- mento dell’uomo non è in
li beneficiari; dall’altro, si biamento non ci si apre al
grado di fermare la bontà perdono.
fa strada il cinismo di alcu- del progetto di Dio. La sua

Maestri di Contemplo: In cammino


spiritualità
L’esercizio spirituale è il raccogli- re. Tutte le facoltà di me stesso
mento di tutto se stessi per metter- sono coinvolte e raccolte nella mia
“Le opere di Dio na- si davanti a Dio. E’ un viaggio libertà. So che la disciplina del
dell’anima in cui si invoca la grazia pensiero non è sempre spontanea,
scono e crescono ai pie- del Signore, si mette ordine nella a volte è faticoso. Anche il mio
di della Croce.” propria vita e poi si riparte per vi- corpo a volte soffre qualche disa-
(san Daniele Comboni, vere nella ricerca della volontà di gio. Il cuore ha quasi sempre biso-
vescovo missionario, 1831- Dio. Invoco lo Spirito Santo: lo gno di sciogliere qualche chiusura
1881) Spirito di Gesù apra il mio cuore o di operare qualche distacco.
alla sua Parola, mi renda semplice,
Aiutami, o Signore, a rimettere la
disponibile e buono. Domando
mia vita nelle tue mani.
allo Spirito Santo gli stessi senti-
menti che furono di Cristo Gesù. (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
re)
Metto in gioco tutta la mia perso-
na: l’intelligenza, il corpo e il cuo-

Non di solo pane 2^settimana di Quaresima n. 979 pagina 14


I santi del giorno: San Marciano di Tortona,

6
vescovo; beata Rosa da Viterbo, vergine.
Sabato
“Getta il tuo affanno nel Signore ed egli ti darà
sostegno e ristoro”. (Salmo 55,23 Matteo 11,28-30) Marzo
Tempo di Quaresima

Vangelo: Lc 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a lui I santi del giorno: santa Coletta Boylet
tutti i pubblicani. I farisei e gli scribi
mormoravano: «Costui accoglie i pec- Attorno alla vita di santa Coletta Boylet la tradizione ha tra-
catori e mangia con loro». Ed egli dis-
se loro questa parabola: «Un uomo mandato numerosi racconti di eventi prodigiosi, a partire dalla
aveva due figli. Il più giovane dei due sua stessa nascita, “donata” ai genitori in tarda età. Di certo
disse al padre: “.. dammi la parte di
patrimonio che mi spetta”. Pochi gior- questa donna determinata fu non solo una mistica ma anche
ni dopo, il figlio più giovane, partì per una riformatrice: all'interno della grande famiglia delle Clarisse
un paese lontano e sperperò il suo
patrimonio. Quando ebbe speso tutto, indicò con forza il ritorno alle origini del carisma, a una fedel-
sopraggiunse una grande carestia ed
egli cominciò a trovarsi nel bisogno. tà più stretta all'eredità di santa Chiara. Nata nel 1381 a Cor-
Allora andò a mettersi al servizio di bie, fu chiamata Nicoletta – da cui Coletta –, in onore di san
uno degli abitanti di quella regione,
che lo mandò nei suoi campi a pasco- Nicola. A 18 iniziò il suo originale percorso religioso, segnato
lare i porci. Avrebbe voluto saziarsi
con le carrube di cui si nutrivano i dall'inquietudine; solo nel 1406 indossò il velo da clarissa, rice-
porci; ma nessuno gli dava nulla. Allo- vuto dalle mani di Benedetto XIII, il quale autorizzò l'opera
ra ritornò in sé e disse: “... Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, riformatrice cui lei si sentiva chiamata. Dopo i primi duri osta-
ho peccato verso il Cielo e davanti a coli la sua opere ebbe frutti: fondò 17 monasteri. Morì nel
te; non sono più degno di essere chia-
mato tuo figlio. Trattami come uno 1447.
dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da
suo padre. Quando era ancora lonta-
no, suo padre lo vide, ebbe compas-
sione, gli corse incontro, gli si gettò al
collo e lo baciò. Il figlio gli disse:
“Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio”. Ma il pa-
dre disse ai servi: “Presto, portate qui Medita a cura di Don Luciano-Parroco di Bovegno
il vestito più bello e fateglielo indossa- Perfino le dimore più esclusive possono apparire gelide gabbie do-
re, mettetegli l’anello al dito e i sandali rate a coloro che non hanno ancora sperimentato in profondità la
ai piedi…. mangiamo e facciamo festa, tenerezza del Padre. Nessuna pagina al mondo lascia intravedere la
perché questo mio figlio era morto ed
è tornato in vita, era perduto ed è stato generosità del cuore di Dio come quella del Padre misericordioso.
ritrovato”. E cominciarono a far festa. Si è perduto un figlio, e sembra una sconfitta di Dio. E Dio che
Il figlio maggiore si trovava nei campi. cosa fa? Vince, perdendosi dietro a colui che si è smarrito. Il figlio
Al ritorno, quando fu vicino a casa, sprecone e festaiolo ha tutti i nomi del mondo perché la stagione
udì la musica e le danze; chiamò uno del ribelle appartiene a tutti, premessa di una dichiarazione d’amore.
dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo Arriva il giorno in cui il ragazzo ribelle si ritrova mandriano di por-
fratello è qui e tuo padre ha fatto am- ci. Servo e affamato potrebbe “rubare le ghiande ai porci ma non può
mazzare il vitello grasso, perché lo ha accontentarsi di ghiande” (Don Primo Mazzolari) L’uomo nasce con
riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, una voglia di mondi lontani. Quando però prende coscienza del
e non voleva entrare. Suo padre allora pane di casa si mette in moto verso il Padre. A Dio non importa il
uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a
suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti motivo per cui si torna, se per il pane o per il padre. A lui basta che
anni e non ho mai disobbedito a un ci si decida di rientrare. A lui non interessa né giudicare né di assol-
tuo comando, e tu non mi hai mai da- vere, ma aprire un futuro altro. Vuole salvare il figlio fallito da se
to un capretto per far festa con i miei stesso, dal suo cuore di servo, restituendogli un cuore di figlio. Il
amici. Ma ora che è tornato questo tuo
figlio, il quale ha divorato le tue so- fratello maggiore entra in crisi. Virtuoso e infelice misura tutto sulle
stanze con le prostitute, per lui hai opere, sul dare e il ricevere; “Io ti ho sempre ubbidito e tu non mi
ammazzato il vitello grasso”. Gli ri- hai dato neanche un capretto”. Sono le parole di chi ha osservato le
spose il padre: “Figlio, tu sei sempre regole, ma come un salariato. E’ la confessione di un fallito che ha
con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma fatto il bene sognando in cuor suo tutt’altra vita. Onesto ma infeli-
bisognava far festa e rallegrarsi, perché
questo tuo fratello era morto ed è tor- ce, perché il suo cuore è assente. Il Padre vuole salvare anche lui dal
nato in vita, era perduto ed è stato suo cuore di servo.
ritrovato”».

Non di solo pane 2^ settimana di Quaresima n. 979 pagina 15


Riflessioni quaresimali a cura di don Luciano Vitton Mea
IL PREZZO DELLA GRAZIA

La grazia a buon mercato è nemica mortale ta cara a Dio, perché ha costato a Dio la vita
della Chiesa; oggi, nella nostra lotta, si impone del Figlio - Voi siete stati ricomprati da Cristo
la grazia che costa… a caro prezzo (1 Coro 6,20), perché ciò che
costa caro a Dio non può essere a buon mer-
La grazia facile è quella di cui disponiamo in cato per noi. E' grazia anche perché Dio non
proprio. E' la predicazione del perdono senza il ha trovato che suo Figlio fosse troppo prezio-
pentimento, è il battesimo senza disciplina ec- so per la nostra vita, ma lo ha dato per noi. La
clesiastica, la Cena santa senza la confessione grazia che costa è l'Incarnazione di Dio.
dei peccati, l'assoluzione senza confessione
personale. La grazia a buon mercato è la grazia La grazia che costa, è la grazia in quanto san-
non avallata dall'obbedienza, la grazia senza la tuario di Dio che dobbiamo protegger dal
croce, la grazia che astrae da Gesù Cristo vi- mondo, che non si ha il diritto di gettare ai ca-
vente e incarnato. ni; è del pari grazia in quanto Parola vivente,
Parola di Dio che pronuncia Egli stesso, come
La grazia che costa è il tesoro nascosto nel gli piace. Questa parola ci invita come richia-
campo: per esso, l'uomo va e vende a cuor mo misericordioso a seguir Gesù sulla via
contento tutto ciò che possiede; è la perla di dell'obbedienza, si presenta allo spirito ango-
gran prezzo: per acquistarla, il mercante si pri- sciato e al cuore affranto come parola di per-
va di tutti i suoi beni; è la regalità di Cristo: per dono. La grazia costa molto, perché costringe
essa, l'uomo si toglie l'occhio ch'è per lui occa- l'uomo a sottomettersi al giogo dell'obbedien-
sione di caduta; è la chiamata di Gesù Cristo: za a Gesù Cristo, ma è una grazia che Gesù
intendendola, il discepolo abbandona le reti e dica: Il mio giogo è soave e il mio peso leggero (Mt.
lo segue. 11, 30).

La grazia che costa, è il Vangelo che incessan- (Dietrich Bonhoeffer - Tratto da: Le Prix de la Grace,
temente bisogna riconquistare, è il dono per Ed. Delachtux et Niestlé. Neuchatel 1967. pp. 11-13)
cui bisogna pregare, è l'uscio al quale bisogna
bussare. Costa, perché richiama all'obbedienza;
è grazia, perché richiama all'obbedienza a Gesù
Cristo; costa perché, per l'uomo, è a prezzo
della sua vita; è grazia perché, soltanto allora,
fa all'uomo il dono della vita; costa, perché
condanna i peccati, è grazia perché giustifica il
peccatore.

La grazia costa molto anzitutto perché è costa-

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