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Tu aspetti tutti
Signore, nessuno vive tanto nell'attesa come te! to della notte. Quelli che ti chiamano per
Nella tua misericordia tu aspetti tutti: quelli che so- nome e quelli per i quali sei dolorosamente
no lontani e quelli che sono vicini. Quelli che dico- innominabile. Davvero, Signore, tu sei in at-
no "sì" e quelli che dicono "no". Quelli pronti pri- tesa di tutti. Di quanti ti cercano con ansia e
ma del tempo e quelli che procrastinano. Il figlio di quanti non s'interrogano mai. Di quanti
prodigo che ritorna come un mendicante e il fratel- ogni giorno ti pregano «Vieni, Signore!» e di
lo maggiore che lo incolpa. Quelli che avvertono la coloro per i quali la preghiera è una ferita
tua presenza nei passaggi più comuni della vita e silenziosa, una convulsione, un tormento o
quelli che solcano i suoi corridoi infiniti accumu- una rivolta. È bello sapere che, nell'immensi-
lando sempre più silenzio e domande. Quelli che ti tà della tua attesa traboccante di compassio-
ricordano a ogni momento, e gli indifferenti. Quelli ne, ciascuno è ancora in tempo per la spe-
che ti vedono nella certezza e quelli che per i quali ranza.
il tuo mistero si compara ai frammenti di un enig- (José Tolentino Mendonça)
ma sparsi e indecifrabili. Quelli che riconoscono le
tue tracce indiscutibili e quelli che non ti trovano
da nessuna parte. Quelli che nel ripetere il tuo no-
me percepiscono lo spuntare del giorno e quelli
che si sentono proiettati ancor di più nello sconfor-
Il passaggio è brusco: dal de- no del Creatore, fonte di luce. “Ascoltatelo!”. Chi ascolta Ge-
serto alla trasfigurazione, dalle Una fede senza esperienza del sù, diventa come lui. La Paro-
tentazioni alla voce rassicuran- Tabor non è fede. Ci può sta- la fa coabitare con lui. La fede
te del Padre. L’esperienza sin- re nel corso della vita, la sta- in Gesù non è una religione
golare del Tabor è legata ad gione della prova e del deser- della visione, ma dell’ascolto.
un tratto decisivo della vita di to, ma la fede è preceduta e Si sale sul monte per vedere,
Gesù: calano gli ascolti, le fol- termina davanti al volto del ma si viene rimandati
le si assottigliano, nubi minac- Cristo Risorto. In caso contra- all’ascolto.
ciose si addensano sul gruppo rio, si ridurrebbe a puri pre-
Quel volto pieno di luce è lo
dei Dodici. Per rincuorare il cetti morali. Per Pietro, Gia-
stesso che si riempirà di san-
gruppo Gesù prende gli apo- como e Giovanni la luce del
gue nell’ultima notte della vita.
stoli più influenti e regala loro Tabor non rimarrà un evento
La luce e il sangue sono inse-
un’estasi incancellabile. Pietro esteriore. Provocherà in loro
parabili per Gesù. Non si arri-
rimane stordito, ma pure gli un’attrazione fatale. Il volto
va alla gloria della trasfigura-
occhi degli altri due testimoni dell’uomo diventa ciò che
zione pasquale se non si tran-
si riempiono di luce. Fino ad guarda con gli occhi del cuore,
sita attraverso la Croce.
allora si pensava che vedere si trasforma in ciò che prega
Dio comportasse la morte. ed ama. Ma non si trova la
Loro invece contemplano il luce vera se, prima, non si a-
Figlio di Dio e rimangono in prono gli occhi sulle proprie
vita. In Cristo Dio ha risanato tenebre. La luce può subire
la vista dell’umanità. Ogni uo- un’eclissi a causa del peccato,
mo è come un’opera incom- ma, purificato il cuore, essa
piuta , ma progettata dalla ma- torna a splendere sovrana.
L’ultimo posto non è un Gesù ha provato turbamento da- modo della sua presenza nella
castigo: è il posto di Dio,
vanti alla prospettiva della Croce. storia.
infatti lì troviamo il Si- Così anche il discepolo: non solo Anche il rapporto con Gesù
gnore Gesù, venuto non il turbamento di fronte alla Croce cambia. E poi c’è il mondo, la
per essere servito ma per del Maestro, ma di fronte alla debolezza del cristianesimo nella
servire. Quando venne Croce che continua anche dopo nostra cultura, tante doman-
tra noi non trovò posto se la risurrezione del Maestro. de…..E’ lì che un giovane, sa-
non nel legno di una pendolo o no, cerca un futuro,
Ci sono dei momenti nella vita in
mangiatoia. Quando se una parola, un amore, una spe-
cui si ha bisogno di aggrapparsi a
ne andò trovò posto solo ranza.
qualcosa: le abitudini quotidiane
sul legno della Croce. si logorano e la vita perde di (S. Pagani, Non sia turbato il vostro
(Ermes Ronchi, religio- splendore. Ci vuole qualcosa di cuore)
so) più. Non è più tutto come prima.
Passano gli anni e le stagioni,
cambia il volto della Chiesa e il
Contemplo: La via
Maestri di
Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
spiritualità
Gesù dice che lui è la via per rag- Le facili strade di oggi conducono
giungere la qualità più vera della a possibilità eccessive e inganne-
Chi non amerà i ne- vita. voli che poi vengono negate, e a
mici non potrà mai passioni momentanee che alla fine
L’immagine della via risponde al
conoscere veramente il diventano tristi.
desiderio umano di orientamento
Signore e la dolcezza nel caos di questo mondo, esprime Il rapporto con Gesù, invece, se è
del suo Spirito. Lo una richiesta di superamento di un reale, è questa via che porta alla
Spirito Santo insegna vagare senza meta tra una cosa e luce e alla comprensione, ad una
ad amare i nemici l’altra nel corso degli anni. sapienza più alta e ad una consape-
come se fossero fratelli volezza maggiore della nostra ori-
La strada di Gesù è una via giusta
e figli. gine e del nostro destino.
che non teme di misurarsi con tan-
(Silvano del Monte Athos, te altre vie che vengono offerte da (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
monaco, 1866-1938) una cultura che manifesta una crisi re)
difficile da superare.
Il brano di Matteo si apre mette paura, il servo no. Il Golgota, amare in perdita
con una domanda che capo- Vangelo mette fine alla pau- senza alcun calcolo. “Sono
volge il rapporto uomo- ra di Dio. Il padrone si ser- venuto per essere servo” è la più
Dio. Due discepoli chiedo- ve degli altri, Dio fa sua la spiazzante di tutte le descri-
no, come tante persone causa dell’uomo. Il padrone zioni di Dio. Parole da ver-
“religiose”, che Dio realizzi castiga, il servo soccorre. tigine. Dio, mio servitore!
i loro sogni. In realtà, il Dio, dunque, si fa vicino, Dio non tiene il mondo ai
grande miracolo di Gesù è anzi si china sulle persone. suoi piedi, si mette in ginoc-
di convertire il desiderio, La ricerca del primo posto è chio lui stesso ai piedi delle
fino a trasformarlo in capa- una passione forte. Penetra creature. Dal basso cura le
cità di accoglienza della vo- e avvolge il cuore umano ferite. I grandi della storia
lontà di Dio “Sia fatta la tua pericolosamente. “Non sapete esigono troni al proprio io
volontà”. Contenuto della quello che chiedete”, cioè, non smisurato. Dio non ha tro-
richiesta è essere i primi. avete capito a cosa andate ni. Preferisce un grembiule.
Domanda fuori luogo per- incontro, che cosa scatenate Se Dio si fa servitore,
ché Dio non risponde ad con la fame dio potere. Per “servizio” è il nome nuovo
un’identità altra. “Tra voi non il Vangelo essere alla destra della storia, il nome segreto
sia così” . Essere al di sopra e alla sinistra di Gesù vuol della civiltà.
crea distanza. Il padrone dire occupare due posti sul
Contemplo: La fede
Maestri di
spiritualità Vivere di fede significa fidarsi di l’intelligenza, anima i sentimenti e
Gesù, abbandonarsi a lui. Bisogna mi fa sentire consapevole del mio
Pensavo che per arriva- conoscerlo, entrare in relazione essere orientato a Dio.
re a Dio fosse necessa- con lui; sentire il suo amore, il suo
Il messaggio più importante che
rio salire, salire e sali- consiglio, il suo conforto. Le paro-
Gesù ci ha lasciato nelle sue ultime
re. Invece, leggendo il le di Gesù diventano orientamenti
parole di addio è stato l’invito alla
di vita, sostegni contro ogni scon-
Vangelo, ho capito che fede. Abbiate fede in me.
forto.
per arrivare a Dio bi- La fede aiuta a superare il turba-
sogna scendere, scendere Mi fido di Gesù e faccio quello mento del nostro essere uomini, e
che mi dice lui. Penso come lui,
e scendere, come Gesù. guida ad una lettura della vita e
amo come lui: questa è la fede. Vi-
della storia più vera, più nascosta,
(Charles de Foucauld vendo di fede so leggere il presen- più definitiva.
1858-1916) te e partecipo fin d’ora al mondo
futuro. La fede è una fiducia salda, (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
che dona pace interiore, raccoglie re)
Il pane in eccesso che Ci sono molte cose del mistero promessa: la nostra tristezza si
tu tieni per te è di Dio e del cuore umano che si cambierà in gioia.
capiscono poco a poco. Tutte
dell’affamato, il man- Gesù conosce le nostre debo-
insieme sarebbero troppo pe-
tello che tu custodisci lezze, sa che anche noi lo lasce-
santi. Gesù lo sa. Lungo la vita
nel guardaroba è remo solo: ci incoraggia, ci do-
il suo Spirito, a tempo debito, ci
dell’ignudo, le scarpe na la pace, ci sostiene nella di-
porterà avanti: manifesterà real-
che marciscono in casa sperazione e nella tribolazione.
mente i segreti di Dio.
Alla fine di tutto Gesù ci acco-
tua sono dello scalzo, il
Facciamo fatica a vedere Gesù glierà e ci spiegherà ogni cosa.
denaro che conservi nel nel mondo contemporaneo; ma
cassetto è del bisognoso. (S. Pagani, Non sia turbato il vostro cuo-
il Signore conosce le nostre do- re)
(san Basilio, vescovo di mande.
Cesarea, 329-379)
Vede che stiamo indagando su
di noi, sulla vita, su di lui. Gesù
non è estraneo al nostro disagio
e alle nostre lacrime. Fa una
Matteo racconta la passio- ni operai che pianificano vigna rimarrà una delizia
ne del padrone di un lati- in modo malvagio a pro- per tante creature alle tena-
fondo che ha progettato la prio uso e consumo. Si ce e ricerca del vino della
costruzione di un vigneto, può cadere facilmente nel gioia.
cingendolo con una siepe a loro errore: appropriarsi
mo’ di abbraccio, scavan- di quanto una vigna può Nel suo amore smisurato
dovi un tino, e mettendovi regalare. La vigna della pa- Dio gioca sull’altare
a custodia una torre fortifi- rabola può essere simbolo dell’uomo il proprio Figlio.
cata. Realizzata l’opera, dello Stato, della Chiesa, Dio affiderà la vigna ad un
eccolo pronto a metterla in del gruppo, della famiglia, popolo nuovo capace di
mani altrui. L’evangelista della comunità, del lavoro produrre frutto, ma userà
presenta la storia di un a- stesso. Anziché occuparsi misericordia anche
more di tenerezza e del del compito loro assegna- dall’antico popolo
suo tradimento. to, si arrogano diritti non dell’Alleanza, quando
pattuiti, ammantandosi da prenderà consapevolezza
Affiora da un lato, la no- fruitori del vigneto anziché della propria infedeltà.
biltà d’animo di un signore da semplice manovalanza.
che realizza un progetto Senza pentimento e dispo-
Che delusione! Ma il tradi- nibilità autentica al cam-
pensando pure ad eventua- mento dell’uomo non è in
li beneficiari; dall’altro, si biamento non ci si apre al
grado di fermare la bontà perdono.
fa strada il cinismo di alcu- del progetto di Dio. La sua
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vescovo; beata Rosa da Viterbo, vergine.
Sabato
“Getta il tuo affanno nel Signore ed egli ti darà
sostegno e ristoro”. (Salmo 55,23 Matteo 11,28-30) Marzo
Tempo di Quaresima
Vangelo: Lc 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a lui I santi del giorno: santa Coletta Boylet
tutti i pubblicani. I farisei e gli scribi
mormoravano: «Costui accoglie i pec- Attorno alla vita di santa Coletta Boylet la tradizione ha tra-
catori e mangia con loro». Ed egli dis-
se loro questa parabola: «Un uomo mandato numerosi racconti di eventi prodigiosi, a partire dalla
aveva due figli. Il più giovane dei due sua stessa nascita, “donata” ai genitori in tarda età. Di certo
disse al padre: “.. dammi la parte di
patrimonio che mi spetta”. Pochi gior- questa donna determinata fu non solo una mistica ma anche
ni dopo, il figlio più giovane, partì per una riformatrice: all'interno della grande famiglia delle Clarisse
un paese lontano e sperperò il suo
patrimonio. Quando ebbe speso tutto, indicò con forza il ritorno alle origini del carisma, a una fedel-
sopraggiunse una grande carestia ed
egli cominciò a trovarsi nel bisogno. tà più stretta all'eredità di santa Chiara. Nata nel 1381 a Cor-
Allora andò a mettersi al servizio di bie, fu chiamata Nicoletta – da cui Coletta –, in onore di san
uno degli abitanti di quella regione,
che lo mandò nei suoi campi a pasco- Nicola. A 18 iniziò il suo originale percorso religioso, segnato
lare i porci. Avrebbe voluto saziarsi
con le carrube di cui si nutrivano i dall'inquietudine; solo nel 1406 indossò il velo da clarissa, rice-
porci; ma nessuno gli dava nulla. Allo- vuto dalle mani di Benedetto XIII, il quale autorizzò l'opera
ra ritornò in sé e disse: “... Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, riformatrice cui lei si sentiva chiamata. Dopo i primi duri osta-
ho peccato verso il Cielo e davanti a coli la sua opere ebbe frutti: fondò 17 monasteri. Morì nel
te; non sono più degno di essere chia-
mato tuo figlio. Trattami come uno 1447.
dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da
suo padre. Quando era ancora lonta-
no, suo padre lo vide, ebbe compas-
sione, gli corse incontro, gli si gettò al
collo e lo baciò. Il figlio gli disse:
“Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio”. Ma il pa-
dre disse ai servi: “Presto, portate qui Medita a cura di Don Luciano-Parroco di Bovegno
il vestito più bello e fateglielo indossa- Perfino le dimore più esclusive possono apparire gelide gabbie do-
re, mettetegli l’anello al dito e i sandali rate a coloro che non hanno ancora sperimentato in profondità la
ai piedi…. mangiamo e facciamo festa, tenerezza del Padre. Nessuna pagina al mondo lascia intravedere la
perché questo mio figlio era morto ed
è tornato in vita, era perduto ed è stato generosità del cuore di Dio come quella del Padre misericordioso.
ritrovato”. E cominciarono a far festa. Si è perduto un figlio, e sembra una sconfitta di Dio. E Dio che
Il figlio maggiore si trovava nei campi. cosa fa? Vince, perdendosi dietro a colui che si è smarrito. Il figlio
Al ritorno, quando fu vicino a casa, sprecone e festaiolo ha tutti i nomi del mondo perché la stagione
udì la musica e le danze; chiamò uno del ribelle appartiene a tutti, premessa di una dichiarazione d’amore.
dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo Arriva il giorno in cui il ragazzo ribelle si ritrova mandriano di por-
fratello è qui e tuo padre ha fatto am- ci. Servo e affamato potrebbe “rubare le ghiande ai porci ma non può
mazzare il vitello grasso, perché lo ha accontentarsi di ghiande” (Don Primo Mazzolari) L’uomo nasce con
riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, una voglia di mondi lontani. Quando però prende coscienza del
e non voleva entrare. Suo padre allora pane di casa si mette in moto verso il Padre. A Dio non importa il
uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a
suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti motivo per cui si torna, se per il pane o per il padre. A lui basta che
anni e non ho mai disobbedito a un ci si decida di rientrare. A lui non interessa né giudicare né di assol-
tuo comando, e tu non mi hai mai da- vere, ma aprire un futuro altro. Vuole salvare il figlio fallito da se
to un capretto per far festa con i miei stesso, dal suo cuore di servo, restituendogli un cuore di figlio. Il
amici. Ma ora che è tornato questo tuo
figlio, il quale ha divorato le tue so- fratello maggiore entra in crisi. Virtuoso e infelice misura tutto sulle
stanze con le prostitute, per lui hai opere, sul dare e il ricevere; “Io ti ho sempre ubbidito e tu non mi
ammazzato il vitello grasso”. Gli ri- hai dato neanche un capretto”. Sono le parole di chi ha osservato le
spose il padre: “Figlio, tu sei sempre regole, ma come un salariato. E’ la confessione di un fallito che ha
con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma fatto il bene sognando in cuor suo tutt’altra vita. Onesto ma infeli-
bisognava far festa e rallegrarsi, perché
questo tuo fratello era morto ed è tor- ce, perché il suo cuore è assente. Il Padre vuole salvare anche lui dal
nato in vita, era perduto ed è stato suo cuore di servo.
ritrovato”».
La grazia a buon mercato è nemica mortale ta cara a Dio, perché ha costato a Dio la vita
della Chiesa; oggi, nella nostra lotta, si impone del Figlio - Voi siete stati ricomprati da Cristo
la grazia che costa… a caro prezzo (1 Coro 6,20), perché ciò che
costa caro a Dio non può essere a buon mer-
La grazia facile è quella di cui disponiamo in cato per noi. E' grazia anche perché Dio non
proprio. E' la predicazione del perdono senza il ha trovato che suo Figlio fosse troppo prezio-
pentimento, è il battesimo senza disciplina ec- so per la nostra vita, ma lo ha dato per noi. La
clesiastica, la Cena santa senza la confessione grazia che costa è l'Incarnazione di Dio.
dei peccati, l'assoluzione senza confessione
personale. La grazia a buon mercato è la grazia La grazia che costa, è la grazia in quanto san-
non avallata dall'obbedienza, la grazia senza la tuario di Dio che dobbiamo protegger dal
croce, la grazia che astrae da Gesù Cristo vi- mondo, che non si ha il diritto di gettare ai ca-
vente e incarnato. ni; è del pari grazia in quanto Parola vivente,
Parola di Dio che pronuncia Egli stesso, come
La grazia che costa è il tesoro nascosto nel gli piace. Questa parola ci invita come richia-
campo: per esso, l'uomo va e vende a cuor mo misericordioso a seguir Gesù sulla via
contento tutto ciò che possiede; è la perla di dell'obbedienza, si presenta allo spirito ango-
gran prezzo: per acquistarla, il mercante si pri- sciato e al cuore affranto come parola di per-
va di tutti i suoi beni; è la regalità di Cristo: per dono. La grazia costa molto, perché costringe
essa, l'uomo si toglie l'occhio ch'è per lui occa- l'uomo a sottomettersi al giogo dell'obbedien-
sione di caduta; è la chiamata di Gesù Cristo: za a Gesù Cristo, ma è una grazia che Gesù
intendendola, il discepolo abbandona le reti e dica: Il mio giogo è soave e il mio peso leggero (Mt.
lo segue. 11, 30).
La grazia che costa, è il Vangelo che incessan- (Dietrich Bonhoeffer - Tratto da: Le Prix de la Grace,
temente bisogna riconquistare, è il dono per Ed. Delachtux et Niestlé. Neuchatel 1967. pp. 11-13)
cui bisogna pregare, è l'uscio al quale bisogna
bussare. Costa, perché richiama all'obbedienza;
è grazia, perché richiama all'obbedienza a Gesù
Cristo; costa perché, per l'uomo, è a prezzo
della sua vita; è grazia perché, soltanto allora,
fa all'uomo il dono della vita; costa, perché
condanna i peccati, è grazia perché giustifica il
peccatore.