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DATI DEL CANDIDATO
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vengano comunicati alla Società Dante Alighieri e da questa a soggetti
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La prova Ascoltare dura 50 minuti ed è composta da quattro parti, per un totale di 18 item.
La prova Leggere dura 70 minuti ed è composta da quattro parti, per un totale di 15 item.
Alla fine della prova avrai dieci minuti per copiare le risposte sul tuo foglio delle risposte.
Il punteggio assegnato per ogni risposta delle prove Ascoltare e Leggere varia in base al tipo di
domanda. Ogni risposta errata, omessa o doppia vale zero punti.
Non è consentito l’uso di fogli di brutta copia: puoi prendere appunti solo su questo stampato; alla
fine della prova avrai dieci minuti di tempo per trascrivere le risposte sul tuo foglio delle
risposte.
È vietato usare il bianchetto; i fogli delle risposte e i fascicoli d’esame dovranno essere compilati
con una penna a inchiostro non cancellabile blu o nero. I fascicoli d’esame e i fogli delle risposte
riempiti a matita, con penna cancellabile o corretti con il bianchetto saranno annullati.
Gli apparecchi elettronici devono restare spenti per tutta la durata dell’esame. Durante la prova è
vietato utilizzare apparecchi elettronici come smartphone, tablet, lettori ebook o computer. Le
prove di coloro che verranno sorpresi con apparecchi elettronici accesi saranno annullate.
Non è possibile usare alcun tipo di materiale didattico o personale di ausilio alle prove (appunti,
dizionari, libri, ecc.).
PRIMA PARTE
(Le risposte corrette valgono 1,5 punti. Le risposte errate, doppie o lasciate in bianco valgono 0 punti)
ISTRUZIONI
Ascolta i brani e associa a ogni brano (1-4) una delle sei frasi elencate (A-F). Scrivi nella tabella la lettera della
frase che hai scelto accanto al numero del brano corrispondente. Devi scegliere solo quattro frasi, una per
ogni brano.
Quale frase corrisponde al brano che hai appena ascoltato? La frase giusta è la G.
Ora la registrazione sarà interrotta e puoi fare domande alla commissione d’esame se non hai capito le
istruzioni.
---
Adesso hai un minuto per leggere le frasi. Allo scadere del minuto sentirai un suono e inizierà la prova.
Ascolterai ogni brano due volte.
Argomento: La scrittura…
Brano Frase
4.
ISTRUZIONI
In questo esercizio ascolterai tre brani. Ascolta ogni brano e completa le frasi, scegliendo fra le tre soluzioni
proposte (A, B, C) l’unica adatta. Devi scegliere solo una soluzione per ogni frase.
Ora la registrazione sarà interrotta e puoi fare domande alla commissione d’esame se non hai capito le
istruzioni.
---
Adesso hai un minuto per leggere le frasi. Allo scadere del minuto sentirai un suono e inizierà la prova.
Brano A: La professoressa Sofia Corradi parla della nascita del progetto Erasmus
7. La birra era considerata una bevanda meno nobile del vino perché
A) era nata nella bottega di un fornaio.
B) era fatta con ingredienti molto comuni.
C) era poco conosciuta dalle classi ricche.
ISTRUZIONI
Ascolta il brano e completa le frasi (11-14) scegliendo fra le tre soluzioni proposte (A, B, C) l’unica adatta.
Devi scegliere solo una soluzione per ogni frase.
Adesso hai un minuto per leggere la presentazione del brano e le frasi. Allo scadere del minuto sentirai un
suono e inizierà la prova. Ascolterai il brano due volte.
Intervista a Michele Masiero, direttore editoriale della casa editrice di fumetti Sergio Bonelli Editore.
ISTRUZIONI
In questo esercizio ascolterai due brani. A ogni brano sono associate due frasi. Completa ogni frase
scegliendo dagli elenchi corrispondenti la soluzione adatta, come nell’esempio (Brano A - 0/G). Devi scegliere
solo una soluzione per ogni frase.
Ora la registrazione sarà interrotta e puoi fare domande alla commissione d’esame se non hai capito le
istruzioni.
Adesso hai un minuto per leggere le frasi. Allo scadere del minuto sentirai un suono e inizierà la prova.
Ascolta il primo brano e completa le frasi 15 e 16. Ascolterai il brano due volte.
Ascolta il secondo brano e completa le frasi 17 e 18. Ascolterai il brano due volte.
PRIMA PARTE
(Le risposte corrette valgono 2 punti. Le risposte errate, doppie o lasciate in bianco valgono 0 punti)
ISTRUZIONI
Completa le frasi qui sotto (1-3): leggi il testo a p. 10 e segna una crocetta sul riquadro giusto (). Indica solo
una possibilità (A, B, C o D).
Sul finire del 2017, e del mio quarantesimo anno di vita, partii con alcuni compagni per la
terra di Dolpo, un altipiano nel nord-ovest del Nepal dove avremmo superato passi oltre i
cinquemila metri, viaggiando a piedi per circa un mese lungo il confine tibetano.
L’Himalaya non è una terra in cui addentrarsi alla leggera: per percorrere centinaia di
chilometri tra montagne disabitate serviva una vera spedizione, con guide, portatori, muli, un
campo da montare ogni sera e smontare ogni mattina, e compagni di viaggio.
Dei nove che partirono con me uno era Nicola, a cui mi legava un’amicizia nascente. Ci
eravamo incontrati da poco, sentivamo di assomigliarci, ed eravamo nella fase in cui si ha tutto
da scoprire uno dell’altro. Ma credevamo entrambi che le amicizie non vanno guardate
accadere: vanno fondate, costruite, hanno bisogno di imprese memorabili per il futuro. Così
un giorno di primavera gli avevo descritto il Dolpo al telefono e gli avevo chiesto: - Ci
andiamo insieme?
- Sì, - mi aveva risposto. Adesso era autunno e nessuno dei due si era più tirato indietro.
L’altro compagno era Remigio, l’amico più caro e difficile che avessi a quel punto della mia
vita. Nei dieci anni della nostra amicizia non ero mai riuscito a portarlo via dal paese di
montagna dov’era nato e cresciuto, e dove io ero andato ad abitare. Non che volessi estirparlo,
ma dividere con lui qualcosa di diverso: un luogo dove fossimo entrambi stranieri, il senso
della lontananza e dell’esplorazione. Lo avevo lavorato ai fianchi per mesi, avevo usato ogni
possibile tecnica di persuasione, non avevo ottenuto altro che dubbi e ripensamenti. C’era
sempre un ginocchio che non andava, i soldi che mancavano, perfino la macchina che faceva
storie. Alla fine si presentò in aeroporto quando ormai mi ero rassegnato a non vederlo più
arrivare.
- E così vieni anche tu? - domandai.
- Eh già, - rispose, stringendosi nelle spalle. Sapevo che in montagna si cammina da soli
anche quando si cammina con qualcuno, ma ero contento di dividere la mia solitudine con
questi compagni.
Partimmo ai primi di ottobre, quando sulle Alpi ormai si aspetta la neve, e sbarcammo in
una Katmandu calda e polverosa, appena uscita dalla stagione del monsone. Dalla mia ultima
visita la città sembrava essersi ancora espansa nella sua ampia valle: c’erano ulteriori strati di
periferie, baraccopoli, quartieri residenziali, cani randagi, scimmie, mendicanti, mucche
scheletriche in mezzo alla strada, bambini. Dei templi indù e buddisti di piazza Durbar,
danneggiati o del tutto sgretolati dal terremoto di due anni prima, restavano ancora le
macerie, e i puntelli di legno a sostenere i muri rimasti in piedi. Grandi cartelli annunciavano
che il governo cinese si stava occupando della ricostruzione.
ISTRUZIONI
Alle p. 12-13 puoi leggere due articoli sulla vita del famoso ciclista italiano Fausto Coppi (testo A e testo B):
indica a quale testo si riferiscono le frasi della tabella qui sotto (4-8), segnando una crocetta ():
Frasi A B C
7. Gli italiani vedevano nel ciclismo un’opportunità per sfuggire alla povertà.
Fausto Angelo Coppi nasce a Castellania, in Fausto Angelo Coppi era di Castellania, un paese
provincia di Alessandria, il 15 settembre 1919 in in provincia di Alessandria, dove era nato il 15
una famiglia di modeste origini. Poco più che settembre del 1919. L’aspetto fisico appariva
adolescente è costretto a trovarsi un lavoro come fragile: molto alto (1,87 m) magro (peso forma 76
garzone di salumeria. Ragazzo a modo ed educato kg), il volto malinconico segnato da un grande
è subito apprezzato per la sua dedizione, il suo naso. Come atleta però, e in particolare come
fare introverso e la sua naturale gentilezza. ciclista, era molto dotato, grazie alle sue due
Per hobby scorrazza qua e là su di una gambe lunghe e magre da fenicottero, il battito
rudimentale bicicletta regalatagli dallo zio. Si cardiaco rallentato ed un torace carenato. Da
distende dal lavoro con lunghe scampagnate, dove ragazzo aveva lavorato in una salumeria, anche se
si inebria al contatto con l’aria aperta e la natura. il suo grande sogno era il ciclismo, che cominciò a
Nel luglio 1937 disputa la sua prima corsa. Il dargli delle soddisfazioni nel 1940, a 21 anni,
tracciato non è facile, anche se si svolge tutto in quando vinse il suo primo Giro d’Italia. Con lo
prevalenza da un paese di provincia all’altro. scoppio della guerra fu fatto prigioniero dagli
Purtroppo a metà gara è costretto a ritirarsi poiché inglesi a Capo Bon in Africa; nel maggio del 1943
una gomma si sgonfia inaspettatamente. venne internato a Megez el Bab e poi trasferito al
Gli inizi non sono quindi promettenti, malgrado il campo di concentramento di Blida, presso Algeri.
ritiro sia da attribuire al caso e alla sfortuna più Tornò in Italia, a Napoli, il 1° febbraio del 1945.
che alle doti atletiche del giovane Fausto. Nello stesso anno, il 22 novembre, a Sestri
Mentre Coppi pensa al ciclismo sopra la sua testa Ponente, sposò Bruna Ciampolini, dalla quale
scoppia la seconda guerra mondiale. Militare a ebbe una figlia, Marina, nel 1947, lo stesso anno
Tortona, caporale della terza squadra di un in cui poté riprovare l’ebbrezza della vittoria, al
plotone in quadrato nella compagnia agli ordini di Giro d’Italia, dopo ben sette anni.
Fausto Bidone, viene fatto prigioniero degli inglesi Il Giro d’Italia divenne il suo grande palcoscenico,
in Africa, a Capo Bon. dove rappresentò le sue opere migliori, vincendo
Il 17 maggio 1943 viene internato a Megez el Bab la gara anche nel 1949, 1952 e 1953. Negli stessi
e poi trasferito al campo di concentramento di anni diede spettacolo anche sulle strade di
Blida, nei pressi di Algeri. Francia, vincendo il Tour de France nel 1949 e nel
Fortunatamente esce incolume da questa 1952, stabilendo un primato, la vittoria nello
esperienza e, una volta tornato a casa, ha modo di stesso anno nel Giro e nel Tour, che sarebbe stato
riprendere i suoi allenamenti in bicicletta. Il 22 eguagliato soltanto molti anni più tardi da altri
novembre 1945, a Sestri Ponente, si unisce in pochi campioni: Merckx, Hinault e Indurain. In
matrimonio con Bruna Ciampolini, che gli darà tutto [arrivò primo in] 110 corse, di cui 53 vinte
Marina, la prima dei suoi figli. distaccando tutti gli avversari.
Poco dopo, qualche osservatore, convintosi del Per Fausto Coppi fu coniato il titolo di
suo talento, lo chiama alla Legnano, che diventa di “campionissimo” e, quando, da solo, arrivava ai
fatto la prima squadra professionistica a cui grandi traguardi era in genere annunciato con la
prende parte. In seguito difenderà i colori delle famosa frase: “Un uomo solo al comando, la sua
seguenti squadre: Bianchi, Carpano, Tricofilina maglia è biancoceleste, il suo nome Fausto
(alle ultime due abbinò il proprio nome). Alla fine Coppi!” Una leggenda vivente insomma, in
del 1959 si lega alla S. Pellegrino. un’Italia ancora agricola, appena uscita dalla
Il Campionissimo del ciclismo vinse 110 corse di guerra, dove il successo come ciclista
cui 53 per distacco. Il suo arrivo solitario sui rappresentava un modo di uscire dalla miseria,
grandi traguardi era annunciato con una frase, un’Italia senza automobili, dove tutti andavano
Dal brano qui sotto sono state tolte tre parti di testo: cercale fra quelle elencate a p. 15 (A-E) e rimettile a
posto in corrispondenza dei buchi 9, 10 e 11:
Nel capitolo XXVII de Le avventure di Pinocchio, Collodi racconta che il burattino, recandosi a scuola carico
di libri, incontrò dei ragazzacci che lo convinsero ad andare con loro alla spiaggia. Là nacque una rissa,
combattuta tirandosi proprio i libri. Uno dei ragazzacci scagliò contro Pinocchio un volume
particolarmente pesante che colpì, per sbaglio, un bambino di nome Eugenio, quasi ammazzandolo.
Essendo Pinocchio il proprietario del volume, i carabinieri lo arrestarono. Il libro era un manuale di
matematica e più precisamente di aritmetica. 9. _____________. Non neghiamo che la matematica possa
risultare talvolta anche pesante: apprendere la matematica può essere faticoso, così come lo è l’apprendere
seriamente qualunque altra disciplina. Lucio Lombardo Radice, illustre matematico italiano del ’900 ebbe a
scrivere: «Per comprendere la matematica occorre far funzionare il cervello e questo costa sempre un certo
sforzo». Il problema è che, purtroppo, tale sforzo viene ingigantito, a scuola, da pregiudizi pedagogici ed
errori didattici. Essi non favoriscono, anzi, ostacolano, il passaggio dei ragazzi dall’intelligenza matematica
spontaneamente presente nella loro mente fin dalla nascita a quelle forme superiori di ragionamento
astratto che nella loro mente prenderanno vita e si svilupperanno soltanto se qualcuno, con competenza
D’altra parte, apprendere la matematica è cosa utile e bella. D’Amore sostiene che c’è matematica
dappertutto e quindi non aiutare i ragazzi a conoscerla sarebbe come avviarli a vivere in un mondo di cui
padroneggiano soltanto una piccola parte, quella – ma esiste? – che fa a meno della matematica. La
matematica è dappertutto ma, verrebbe da dire, se ne sta umilmente celata. Stewart ha proposto di
attaccare un’etichetta rossa su tutto ciò che, intorno a noi, utilizza la matematica. Su tali etichette
conviene scrivere “contiene matematica”: scopriremmo così che tutta la nostra casa, la strada che
percorriamo ogni giorno, l’automobile con cui ci muoviamo, eccetera eccetera, sarebbero coperte da
etichette rosse. 11. _____________. È tempo di osservare meglio questa modesta ancella, scoprendo
alfine che ella – come accade nelle favole – non soltanto appare indispensabile ma persino bellissima. La
matematica, insomma, è la Cenerentola del sapere cioè la più bistrattata ma anche la più brava e modesta,
buona e bella, tra le discipline in cui è articolata la conoscenza umana.
A. Come Cenerentola, e forse aiutata anch’essa da una fatina dai capelli turchini somigliante a
quella di Pinocchio e denominata Didattica, la povera matematica merita di essere amata da quel
principe azzurro che è ciascuno dei nostri allievi.
B. E così il nostro computer, il telefono, persino la carne e le verdure che mangiamo. La nostra
vita, insomma, è fatta tutta quanta di matematica. Ce ne accorgiamo poco in quanto la
consideriamo come un’umile servetta che sta silenziosa in cucina o in lavanderia invece che in
sala da pranzo a conversare con noi.
C. Perché all’autore non venne in mente di farlo essere, invece, un testo di grammatica o di
geografia? Perché la matematica, aritmetica compresa, è considerata la materia più pesante per
gli studenti, tanto da ammazzare, o quasi, un bambino che si scontri con un tomo ad essa
dedicato.
D. Perché lo fanno? Per rimanere antipatici? Per gioire nel tormentare i ragazzi? Più probabilmente
perché tutte queste considerazioni chiamano in causa la storia, quella della matematica e quella
più generale alla quale anche le vicende della matematica hanno preso e continuano a prendere
parte.
E. Quella che è stata chiamata da alcuni autori, per indicare le abilità matematiche di un bambino
prescolarizzato, protomatematica, diventerà matematica vera e propria soltanto attraverso un
percorso educativo sapientemente guidato.
ISTRUZIONI
Nella tabella qui sotto ci sono quattro domande (12-15): la risposta a ogni domanda si trova in uno dei
paragrafi in cui è diviso il testo di p. 17 (B-G). Indica il paragrafo giusto per ogni domanda, scrivendo nello
spazio vuoto la lettera corrispondente, come nell’esempio (0-A). Attenzione: ad alcuni paragrafi non
corrisponde nessuna domanda.
13. A quando risalgono le prime regole sulla durata giornaliera del lavoro?
14. Come è cambiata la concezione del lavoro dopo le battaglie dei sindacati?
15. In quale periodo storico ci fu poco interesse a migliorare l’organizzazione del lavoro?
Soltanto il mestiere di scriba è conveniente, perché controlla il lavoro degli altri. In realtà studiare
da scriba, per diventare amministratore o funzionario dell’amministrazione del regno, era un
B impegno lungo e difficoltoso; una volta acquisita la posizione, però, secondo l’autore della satira,
il prestigio e il benessere erano un premio sicuro.
Per tutta l’antichità il lavoro manuale godette di scarsa considerazione e spesso fu disprezzato.
Non esisteva l’idea che il lavoratore avesse dei diritti e raramente il lavoro fu veicolo di mobilità
sociale, in particolare il lavoro nei campi. Questa sottovalutazione (insieme alla facilità di
C procurarsi degli schiavi) ebbe un’importante conseguenza nel mondo greco-romano: non si
sviluppò l’industria, perché l’innovazione tecnologica non fu applicata alla produzione e non servì
ad alleviare la fatica umana e animale.
Nei collegia, numerosi nell’impero romano, riconosciamo le più antiche associazioni di mestiere.
Secoli più tardi, nel Medioevo europeo, le corporazioni di mestiere si occuparono di regolare la
D produzione e di stabilire le norme di fabbricazione. Mentre nelle città medievali gli imprenditori
dell’artigianato e del commercio acquistavano prestigio, tutta la varietà di lavoratori a giornata non
specializzati e i contadini restarono legati alla fatica ed esclusi da ogni benessere.
Nella seconda metà dell’Ottocento vengono introdotte le prime leggi per migliorare le condizioni
degli ambienti di lavoro e le prime limitazioni nell’orario di donne e bambini. È l’inizio di una
F lunga strada che porterà in Occidente alle moderne legislazioni del lavoro, una strada però che
alcuni dei paesi in via di sviluppo stanno ora percorrendo e molti non hanno ancora intrapreso.
L’idea del lavoro che si è affermata in Occidente nel secondo dopoguerra è figlia delle lotte
sindacali, dei miglioramenti legislativi e di una cultura che valorizza la persona: il lavoro, oltre che
G fonte di reddito, dovrebbe essere anche finalizzato alla realizzazione personale; il lavoratore deve
poter godere di tempo libero e coltivare la sua vita privata.