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Come comportarsi con un bambino ADHD: il “parent training”

Giulia Riccio e Raffaele D’Errico


Giulia e Raffaele sono i genitori di una bambina affetta da ADHD.
Raffaele è anche Pediatra di famiglia e Presidente AIFA Onlus, Associazione Italiana Famiglie ADHD..
Megaride News 2002; 1: 14

La vita familiare con un bambino affetto da Deficit di Attenzione e iperattività non è


delle più semplici e, talvolta, si creano vere e proprie disfunzioni sia personali, di
coppia che familiari.
Compreso che il proprio bambino è affetto da una turba organica, bisognerà rendersi
conto che la cosa più importante sarà quella di creare un ambiente che favorisca
l’autoregolazione e la riflessività del bambino, dal momento che le sue difficoltà
comportamentali consistono soprattutto nell’ impulsività, iperattività e deficit
attentivo, con conseguente scarso autocontrollo.

Riteniamo, a tal proposito, che sia fondamentale rivolgersi al bambino non


accavallando più pensieri, ma esprimendo, con poche parole, un pensiero alla volta.
Spesso è capitato che la nostra bambina, con fare disperato, dicesse: «Mamma, ma
quante cose devo fare insieme?»
Ciò ci ha fatto riflettere sull’importanza, data la difficoltà intrinseca e peculiare
nell’organizzazione del bambino, di dare un comando alla volta.

E’ inoltre importante che i genitori siano di supporto e di sostegno l’uno all’altro,


anche nel confermare le richieste dell’altro genitore e nell’assicurarsi che esse
vengano eseguite. Un ambiente severo e organizzato, con ritmi ordinari
cadenzati, certamente aiuterà molto il bambino ad affrontare meglio le sue difficoltà.

C’è da dire che - almeno nel nostro caso - il supporto farmacologico è stato
fondamentale per risolvere il problema della concentrazione, portando la nostra
bambina da risultati insufficienti in seconda elementare, a risultati buoni nel primo
quadrimestre della terza classe e distinti alla fine dell’anno scolastico. Questo ha
accresciuto molto la sua autostima e l’ha resa più serena.
AIFA Onlus – Associazione Italiana Famiglie ADHD www.aifa.it 1
Naturalmente, non è un percorso semplice e per questo riteniamo fondamentale, pur
comprendendo le difficoltà della bambina, essere fermi nei comandi ed assicurarsi
che vengano eseguiti, ignorare gli atteggiamenti lievemente negativi, punire
severamente gli atteggiamenti molto negativi, essere di esempio positivo, evitare
di essere noi stessi aggressivi nei comandi, evitare le punizioni corporali
utilizzando, invece, tecniche del tipo: “Privare il bambino di qualcosa a lui
particolarmente gradito” o “Obbligarlo a rimanere fermo per alcuni minuti” per
riflettere sul suo atteggiamento. Premiare e gratificare i comportamenti positivi
anche se siamo arrabbiati con lui per altri motivi.

La strada certamente non è facile ed è irta di ostacoli, ma siamo certi che l’amore
reciproco dei genitori e degli stessi nei confronti del bambino, la tenacia, la volontà di
voler consentire al bambino di costruirsi un futuro sereno, l’aiuto di Dio nel quale
fortemente crediamo, siano gli ingredienti per il superamento di qualsiasi difficoltà.

Un grosso aiuto, soprattutto in quelle forme di ADHD particolarmente impegnative


per la presenza di manifestazioni psichiatriche associate (forme comorbide) o in
quelle in cui la componente psicologica è fortemente intaccata, sarà reso dal “parent
training” guidato da esperti psicologi.

Per un ulteriore approfondimento e chiarimento su questo capitolo, rimandiamo


all’esaustivo testo scritto da ClaudioVio, Gian Marco Marzocchi e Francesca Offredi,
“Il bambino con deficit di attenzione/iperattività – Diagnosi psicologica e
formazione dei genitori” (Ed.Erickson), dal quale noi stessi abbiamo tratto spunto e
del quale ringraziamo chi si è adoperato e continua a farlo al fine di migliorare la
qualità della vita di questi bambini e di rendere un buon supporto ai genitori nella
gestione di un compito tutt’altro che facile.

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