CAPITOLO 42
Addome acuto
Luigia Romano, Nicola Gagliardi, Francesco Lassandro,
Stefanella Merola, Antonio Pinto, Stefania Romano, Mariano Scaglione
Introduzione
Il termine addome acuto è molto generico e, come tale, non precisamente definito. Si
rinvia a un gran numero di sindromi e condizioni cliniche, talora molto diverse, associate
alla rapida insorgenza di dolore addominale acuto. Per tradizione tale termine si iden-
tifica con le emergenze chirurgiche. Tuttavia, solo un quarto dei pazienti che sono pre-
liminarmente inquadrati nel pronto soccorso con addome acuto ricevono effettivamente
un trattamento chirurgico. Ciò è ancora più vero nell’anziano, dove le implicazioni cli-
niche e diagnostico-differenziali pongono sovente notevoli difficoltà di inquadramento.
È in questo scenario che si inserisce la diagnostica per immagini che ha il compito di
abbreviare i tempi diagnostici e suggerire la più opportuna opzione terapeutica.
In questo capitolo saranno trattate schematicamente solo alcune tra le più comuni
condizioni cliniche di addome acuto nell’anziano, con l’obiettivo di fornire qualche ele-
mento diagnostico utile a chi si cimenta nella quotidiana sfida delle emergenze.
Occlusione intestinale
L’occlusione intestinale è tra le più frequenti cause di addome acuto, rappresentando circa
il 20% dei ricoveri in chirurgia d’urgenza [1]. Circa l’80% delle occlusioni intestinali si
localizza a livello del piccolo intestino. Sulla base della fisiopatologia, l’occlusione del-
l’intestino tenue può essere distinta almeno in due categorie principali: occlusione sem-
plice e occlusione “ad ansa chiusa” [1]; questa distinzione, utile in termini patogeneti-
ci, risulta necessaria ai fini prognostici e per il corretto timing chirurgico [1].
L’occlusione semplice è rappresentata dall’interruzione del transito intestinale in uno o
più punti a causa di un processo ostruente endoluminale, intrinseco alla parete dell’ansa
o compressivo extraluminale (Fig. 1); il supporto vascolare dell’ansa è indenne. L’occlu-
sione “ad ansa chiusa” riguarda un fenomeno dinamico molto più complesso che può
regredire o richiedere la laparotomia d’urgenza (Fig. 2), pena un rischio notevolmente
maggiore di complicanze (fino a 25%) [1]. Dal punto di vista clinico distinguere queste
due entità nosologiche unicamente sulla base delle indagini cliniche e laboratoristiche
può non essere semplice. Il ritardo diagnostico che ne può derivare può avere risvolti pro-
gnostici sfavorevoli per l’istaurarsi di complicanze anche gravi. In questo contesto, l’ima-
ging radiologico può essere dirimente nella distinzione di queste due entità nosologiche.
L’esame radiografico diretto dell’addome, l’ecografia e la tomografia computerizza-
ta (TC) sono metodiche che comunemente vengono impiegate nei casi di occlusione a
42_Romano 18-07-2006 13:06 Pagina 416
insorgenza acuta, mentre l’enteroclisi, associata o meno alla TC, si utilizza nei casi di
occlusione parziale (subocclusione).
L’esame radiografico diretto dell’addome rimane l’indagine di screening di riferi-
mento nei pazienti con sospetta occlusione dell’intestino tenue, avendo un’eccellente accu-
ratezza diagnostica nei casi con presentazione clinica classica: la sua specificità oscilla
tra 50 e 60% dei casi, con un tasso di falsi negativi intorno al 20% [2]. L’ecografia è una
metodica preziosa nella valutazione degli stadi evolutivi dell’occlusione meccanica. Il
suo valore si esprime al meglio quando viene associata all’esame radiologico diretto
dell’addome, consentendo di identificare, attraverso lo studio delle pareti delle anse e
del liquido extraluminale, perlomeno tre stadi evolutivi del processo occlusivo, indi-
pendentemente dalla causa patogenetica che ne è alla base [3]. La TC rappresenta il
gold standard nell’occlusione meccanica a insorgenza acuta perché consente l’identifi-
cazione della causa alla base del fenomeno occlusivo [4]. Il valore aggiunto offerto dalla
TC risiede nella possibilità di differenziare i casi di occlusione semplice da quelli ad
ansa chiusa e, nell’ambito di questi ultimi, di distinguere potenzialmente i casi non
a b
Diverticolite
effettuare una diagnosi certa sulla scorta dei soli reperti dell’imaging di base. Inoltre, nella
valutazione prognostica delle possibili complicanze evolutive successive a un episodio
infiammatorio acuto trattato conservativamente, la TC è indicata nella localizzazione delle
formazioni ascessuali (mesocoliche o pelviche), offrendo così al clinico informazioni che
possono essere di effettivo ausilio nella scelta della terapia da instaurare [7].
Il reperto TC di diverticolite si basa sull’analisi dell’ispessimento parietale del seg-
mento colico coinvolto, dell’infiltrazione infiammatoria del piano adiposo periferico, della
presenza di ascessi nelle forme complicate.
La moderna tecnologia TC multistrato (MSTC) sembra anche essere particolarmente
idonea alla diagnosi di microperforazioni diverticolari anche se non complicate da
ascessi [8].
Appendicite acuta
Perforazione gastrointestinale
La perforazione del tubo digerente può essere determinata da differenti patologie: nel
paziente anziano le più frequenti sono rappresentate dall’ulcera peptica (Fig. 5), da
neoplasie, da diverticolite e da cause iatrogene [10]. Il segno radiografico di perforazione
gastrointestinale è l’aria libera extraluminale che, in base alla sua origine, può localiz-
zarsi nella cavità peritoneale (pneumoperitoneo) e/o negli spazi retroperitoneali (pneu-
moretroperitoneo). Lo pneumoperitoneo può anche essere espressione di patologia
non perforativa, essendo osservabile, per esempio, in caso di recente intervento chi-
rurgico, paracentesi, insufflazione tubarica, trauma, pneumatosis cystoides intestinalis.
I pazienti con perforazione del tubo digerente presentano generalmente segni e sin-
tomi di peritonite localizzata oppure generalizzata. In fase clinica precoce, tuttavia, la
sintomatologia può essere variabile in base alla sede e alla causa della perforazione,
divenendo potenzialmente ascrivibile ad altre patologie addominali acute quali pan-
creatite, colecistite oppure appendicite acuta.
Nei pazienti con sospetta perforazione gastrointestinale, l’esame radiologico diretto del-
l’addome rappresenta la prima indagine diagnostica utlizzata: il pneumoperitoneo è age-
volmente identificabile sotto forma di aria libera in sede sottodiaframmatica nel radio-
gramma sagittale del torace eseguito in ortostasi [11]. Nei pazienti anziani, spesso impos-
sibilitati ad assumere la posizione ortostatica, l’esame radiologico diretto dell’addome
eseguito con paziente in decubito supino, in decubito laterale sinistro oppure in decubi-
to prono può essere estremamente utile nel mostrare numerosi segni di pneumoperito-
neo, espressione di patologia di tipo perforativo, descritti nella letteratura [12-14].
Di recente sono state inserite nell’iter diagnostico del pneumoperitoneo anche altre
metodiche di imaging quali l’ecografia [15] e, soprattutto, la TC. Quest’ultima metodica
è sempre più utilizzata nel paziente anziano (Figg. 6, 7) con sospetta patologia perforati-
va [16] sia a causa della bassa sensibilità dell’esame diretto dell’addome nell’individuare
la presenza di aria libera, soprattutto nelle perforazioni digiuno-ileali [17], sia a causa
dell’elevata sensibilità diagnostica della TC nell’identificare piccolissime bolle di aria libe-
ra (Fig. 8), nel fornire preziose informazioni sulla causa e sulla sede di origine (Fig. 9)
della perforazione [18] e nel rilevare ulteriori condizioni patologiche associate (Fig. 10).
42_Romano 18-07-2006 13:06 Pagina 421
a b
Fig. 6. TC: piccola quota di liquido libero in sede periepatica e di aria libera nel piccolo omento
(a) estesa caudalmente intorno alla vena porta (b)
a b
Fig. 10. TC: cospicuo pneumoperitoneo con modico versamento fluido (a). Si associa ernia ingui-
no-scrotale bilaterale (b)
All’esame TC, i segni diretti di perforazione sono rappresentati dall’aria libera intra-
peritoneale, dallo stravaso extraluminale di MDC e dalla discontinuità della parete inte-
stinale [19].
Bibliografia
1. Helinger H, Maglinte DD, Birnbaum BA (1999) Clinical imaging of the small intestine, 2nd ed.
Springer, New York
2. Baker SR (1990) The abdominal plain film. Appleton and Lange, Hartford
3. Di Mizio R, Grassi R, Marchese E et al (1995) “Unbalanced” small bowel obstruction in adults.
US findings of free fluid between the loops and its prognostic value. Radiol Med 6:787-793
4. Balthazar EJ (1994) CT of small-bowel obstruction. AJR Am J Roentgenol 162:255-261
5. Scaglione M, Romano S, Pinto F et al (2004) Helical CT diagnosis of small bowel obstruction
in the acute clinical setting. Eur J Radiol 50:15-22
6. Scaglione M, Grassi R, Pinto A et al (2004) Positive predictive value and negative predictive value
of spiral CT in the diagnosis of closed loop obstruction complicated by intestinal ischemia.
Radiol Med 107:69-77
7. Kaiser AM, Jiang JK, Lake JP et al (2005) The management of complicated diverticulitis and
the role of computer tomography. Am J Gastroenterol 100:910-917
42_Romano 18-07-2006 13:06 Pagina 423