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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE: UN RAPPORTO DA RICOSTRUIRE

Author(s): Giorgio Pestelli


Source: Il Saggiatore musicale , 2010, Vol. 17, No. 2 (2010), pp. 265-276
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43030061

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Giorgio Pestelli
Torino

LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE:


UN RAPPORTO DA RICOSTRUIRE

Nel Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana di Niccolò Tommaseo
(1830), alla "voce" udire , ascoltare , si legge: «Udire è ricevere l'impressione del suono,
è proprietà del senso; ascoltare è porre attenzione per udire, è azione dell'intelletto»;
e pertanto: «Uditori nella sala d'un concerto, ascoltatori in una scuola, in un tempio».
L'esempio addotto per chiarire la distinzione dei due sinonimi sembra separare l'eser-
cizio della musica dall'attività dell'intelletto, e mi pare esprima in modo indiretto ma
chiaro lo stato d'inferiorità in cui la musica, negli anni in cui l'Italia si formava nazio-
ne, è stata tenuta dalla cultura più influente, con conseguenze alla lunga negative sul
mancato inserimento della musica nella scuola dell'obbligo e sulla educazione musi-
cale italiana in senso generale. Questo Colloquio di musicologia è specialmente cen-
trato sulla didattica della Storia della musica; ma voglio approfittare della libertà di
scelta che mi è stata accordata per dedicare la mia relazione inaugurale a un breve
excursus sui rapporti fra alcuni letterati italiani e la cultura musicale; in modo più pre-
ciso, sull'indifferenza, sull'interesse o sulla passione di alcuni letterati italiani nei con-
fronti della musica, sul posto che la musica ha occupato nella loro opera e personalità;
non è forse inutile dare un'occhiata in questa direzione anche in vista di una didattica
della Storia della musica che non voglia privarsi di visuali e suggerimenti capaci d
ampliare il quadro di riferimento.
La lamentela è risaputa: non c'è stato da noi quel connubio intimo e naturale fra
musica e letteratura tipico, ad esempio, dei paesi di lingua tedesca, e presente sia pure
in modo meno intenso anche in altre culture. In realtà, è sopra tutto nell'Ottocento
che la distanza della cultura italiana dalla musica come arte sembra farsi più evidente;
l'influenza di Alessandro Manzoni sul melodramma italiano è stata da tempo ricono-
sciuta e continua a fornire spunti di riflessione critica; ma il reciproco, il nutrimento

Una prima versione di questo intervento è stata letta a Bologna il 21 novembre 2008 come pro-
lusione al XII Colloquio di musicologia del «Saggiatore musicale», le cui tavole rotonde erano en
trambe incentrate sulla didattica della Storia della musica; se ne veda la relazione di base: A. Chegai
P. Russo, La didattica della Storia della musica , questa rivista, XV, 2008, pp. 269-279.

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266 GIORGIO PESTELLI

musicale dei maggiori let


to mi è accaduto di pens
nato, quando l'idea del su
prima scena della traged
vrebbe aprirgli la porta
certo punto sono risvegl
un canto pasquale, un Ch
te, Manzoni mette «un'
rispondono lontane fra i
prosa non meno sapien
guardiamo a Leopardi, lo
luminazioni e accensioni
un'aura cristallina, in un
sicali
concreti, in un pa
specialmenteprova d'im
rubata a Rossini» con a
quanto all'agilità e volubil
straordinario. Ma, comun
niente, non può far grand
mica, cioè all'imitativa. Qu
puro spettacolo, come il b

L'altra lettera è quella f


febbraio): «la qual music
piangere ancor io»; se no
che dura sei ore», con ta
Ancora peggio andiamo
aver ascoltato un «belliss
sola cosa che abbia un po
della poesia, e troppo sen
gran cuore a tutti i facch
la gelosia per Enrico Panz
portargli via l'amante; m
altrove: Cesare Pascarella
gna, non può registrare
ducci dice: «io non ci cap
Ottocento, quando le for
notorietà e la popolarità
stanze dalla musica, com
lettera sopra ricordata, d

Da che veggo che cotesta g


la musica. E da poi che veg
che esista nel mondo, è pu
smi) io ne deduco che la m

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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE 267

Un secolo prima anche Vittorio Alfieri aveva defi


tediosissimo divertimento di tutta l'Italia» {Vita, cap
in altra occasione si era incantato di fronte al Merca
schietti: «quella divina musica mi fece una profondi
Vita, «lasciandomi, per così dire, un solco di armoni
tiva»; e con sguardo retrospettivo se ne esce nella so

non vi essere il più potente e indomabile agitatore dell'an


che lo siano i suoni tutti, e specialmente le voci di contra
più affetti, e più vari, e terribili. E quasi tutte le mie trag
del sentir musica, o poche ore dopo.

Dichiarazione sorprendente per l'adesione così pro


scontri fra letterati di prima grandezza; anche se co
zata a sua immagine, Alfieri ci lascia l'impressione di
filosofica della musica cui non corrispondeva una
Una simile ambivalenza, tornando all'Ottocento, si p
in un punto dei Miei ricordi , ci confida un po' a den
chitarra: «quattro accordi, s'intende, tanto da accom
lo »; e quindi: «ci fu un tempo nel quale non pensavo
riflettendo poi che mi facevano perdere troppo tem
volo insieme coll'allegra compagnia che m'aiutava a p
uno dei miei pochi atti di virtù»; ma poi, alzando gl
vizio secondo il pregiudizio comune alle classi elev
della natura della musica, o «nelle nuvole», come d

Eppure, di tutte le opere dell'uomo, la più meravigliosa


bile, è la musica. Capisco la poesia, capisco la pittura, la s
... Ma dove diamine siamo andati a prender la musica? ..
musica c'è; è nella nostra natura ... Come si spiega l'influ
senso morale? ... Non sarebbe la musica una lingua perdu
il senso e serbata soltanto l'armonia?

E via di questo passo, in cui il moderato d'Azegli


nella Filosofia della musica parlava della musica c
bile, una nota dell'accordo divino che l'intero univer
giorno». Tornando sulla terra, l'opinione comune ne
deva tuttavia a considerare la Cultura organizzata in
le Arti, ma la musica non aveva un posto in nessuna
italiani il nutrimento aveva da essere di solide co
mentre era diffusa la convinzione che la musica, int
musica", non potesse che indebolire e deviare le cosc
flette nell'idea abbastanza corrente in quegli anni ch
dono celeste, frutto di talento naturale, e che pertan
studi, ritardando o ostacolando la fondazione di Con
musicale.

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268 GIORGIO PESTELLI

Alla fine del nostro Ott


straordinario ascoltatore
tale; Mario Giannantoni
parsa sulla «Rivista mus
un voluminoso elenco a
influenza esercitata sull
competenza musicale è
musico imaginifico svol
gli Atti a cura di A. Gu
2008). Ma d'Annunzio nel
la regola, la sua passione
to, la sua capacità di cita
poche battute, frutto de
unico, senza veri seguaci
campo: basta vedere com
si restringa nelle genera
competenza. Ugo Ojetti
definito da d'Annunzio c
in effetti, il catalogo di
sicali còlte nel mondo m
gliori, in mezzo a tanti ve
e direttori d'orchestra; c
come appartenente a un
non ha mai avuto): dopo
Ojetti si chiede se oggi i
più compiuta e profonda
dir si voglia»; è vero che
ca», una ammissione ch
Bossi all'organo cerca d'in
che alcuni letterati italia
ria, laddove a nessuno sa
arti; è anche possibile ch
to scendere alla musica,
nella considerazione deg
per il suo (finto?) candor
Ginzburg, in una pagin
all'opera, vado all'opera p
to. Spesso dormo, oppure
Non ascoltato: sentito»: p
ne di Tommaseo da cui s
quando la madre gliela ra
musica le copre le parole
dare e amare»; ma la ra
mandarmi» (un'epigrafe
raggi di luce nell'oscurit

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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE 269

Ma basta insistere su questo registro dell'estraneit


casi che si potrebbero ricordare - è dimostrato ch
sensibilità possono restare impermeabili alla musica
risonanti, di scrittori che la conoscono, ne parlan
con diversa applicazione nel loro lavoro inventivo
in perdita il conto aperto dai nostri letterati nei con
un vivaio di interessi musicali era di certo nella poet
dove l'idea circolante della fusione delle arti può a
particolare interesse dalle parti della musica. Gius
I cento anni (1857-64) e Carlo Dossi nelle Note azz
loro gusto un po' rétro - erano rossiniani in piena
una quantità di osservazioni musicali in uno spirito d
specie Dossi, caustico e acuto, meno dilettante di Rov
viene incontro con una qualità nuova: l'assenza di
competenza. Non so se sarebbe possibile fare con
Giovanni di Stefano ha fatto con la letteratura di lin
libro La vita come musica (Venezia, Marsilio, 1991); m
velle musicali italiane", che non mi risulta mai tenta
sieme. Potrebbe comprendere un piccolo capolavoro d
di Beethoven di Achille Cagna (1882); di certo ci entre
Camillo Boito (1891), dove fra spiriti affettuosi e tr
fanno della tecnica musicale materia di narrazione: p
vicenda del basso Luigi Zen, il quale su un punto «si
di cedere: pel metodo di legger la musica. Aveva da e
il setticlavio. E se qualcuno gli faceva osservare che o
comune, egli, fremendo di bile, tuonava: "Non è pos
za il setticlavio. Il setticlavio è il vangelo della music
chiesta si faceva in quattro a spiegarne il funzionam
Molto lontani dalla leggerezza di mano di Boito
peggiorativo del termine, si muovono i racconti mu
due ultimi del gruppetto riunito sotto il titolo di Qu
e Contrabbasso , dove la musica è necessaria ad alime
tato di cui ha bisogno per esprimersi. Contrabbasso
che si innamora di Adelina Patti durante una Traviat
nell'aprile 1878; in realtà è un pretesto per sfogare u
gere minutamente la Traviata , di cui si salva solo il
gine la retorica compassionevole prende la mano, spe
dre, che «colla testardaggine della gente onesta»
consigli («Né la magrezza della sua personcina, né il r
vano: non si accorgeva di strapparle dalle labbra l'ult
carle nel cuore l'ultima speranza della vita»); come sa
costituire un precedente non trascurabile di Teatro
dei Filosofi di Gadda (1931), anche se l'umorismo,
tutto diverso. Violoncello invece è un vero racconto

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270 GIORGIO PESTELLI

lista Giorgio, un talento


conti la musica è il regn
tipo; anche qui di strafo
pio, vi è sanzionato il tr
di Beethoven, Berlioz, W
e Joachim Raff messi al
sa il melodramma, solo
mento della civiltà, l'ult
convulsioni, Oriani poss
degli strumenti, per sta
musica su animi esasper
Esilissimo, ma non tra
tore Di Giacomo (1878),
musica di Cimarosa per
Un altro vecchio, il mae
randello (1910) e fa una
volto ragazzo nelle vice
in patria dopo sessant'an
trova più la sua musica,
zetti, Verdi», travolta d
meno wagneriano, il cel
falcia anche la vita dell'
di racconti dell'Ottocent
ca eccezione a me nota C
contralti di Rossini est
Racconti e novelle dell
1954); nella grande mag
me fatalità incombente
progresso ha fatto a pez
terebbero nei consueti p

Un'aria più positiva si


renze, dove agivano nat
stianelli e Fausto Torref
ven spiegate e suonate
interdisciplinari se mai
cia; il genio drammati
beethoveniane; scrive
scrivere note e se tu le
nia; sarebbe più eloque
mezzo e vado da Bastiane
lume della lucerna. Beet
staedter scriveva senza
più tardi, secondo Gaeta
do e annotando i passi c

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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE 27 1

bire tutto ciò che lo agitava; intanto scrive per la s


verità un misto farraginoso di d'Annunzio e di Jea
ma poi, con quei bruschi tratti di ironia che erano
del suo tormento mai persuaso) taglia corto: «già t'
sento sbattere in testa quei temi, e non posso pens
tevole il fatto che dalle avventurose esecuzioni pian
gionarsi tanto potere emotivo; ma è vero che Carlo
(non uditore!) molto particolare.
Chi non difettava certo di competenza musicale a
ne, che aveva frequentato il Liceo musicale di Geno
dove studierà nella Facoltà di Lettere e Filosofia:
1913 il romanzo breve II peccato , che è uno dei più
letteratura, quello comunque in cui l'esperienza mu
che meriterebbe uno studio apposito: in poche p
entrano autorevolmente Wagner, Bach, Palestrin
la Carmen e Cavalleria rusticana ; di Bach, come pers
stra novellistica, si fanno riconoscere Y Actus tragicu
secondo Matteo , la Fantasia cromatica e Fuga; non
ste clamorose, come quella di un Victor Hugo, g
Manon di Massenet, ma non tanto per ignoranza, q
bilire sopra tutto dei legami ideali; è anche singolare
la vicenda, possa farsi messaggero di tante musiche
Fuga di Bach sull'armonium, a chi può venire in m
tutta scatti ed intrecci, velata qui un po' dalla pasto
l'antica compostezza bachiana e la quieta discreta
sentire la rotta angoscia moderna». Certo, d'Annun
camente, ma è anche più superficiale, ornamentale
è ornamento, ma entra direttamente nella comp
protagonista s'innamora della novizia (suor Maria, u
va e cantava al convento), è invaso da una animata m
metrici rapporti delle cose, le sfalda nell'impalpabi
tuisce alla precisione del netto concetto, l'ondeggia
Boine pesava lo schema della narrazione ordinata in
mette di cogliere una molteplicità di fatti simultane
sto Boine riconosceva al suo racconto un carattere
traduce in una presenza pervasiva della musica.
Una presenza analoga, ma calata in un mondo esp
tura asciutta e di puntiglioso artigianato, si trova i
del linguaggio musicale entra a generare forme e rit
cie nella raccolta Preludio e Fughe , 1928-29 (le Fug
laria» e sulla «Fiera letteraria»). Anche Saba aveva a
sicale, tutta sua naturalmente, originale riflesso
anche risentiti: ad esempio, era fieramente antiwag
timenti irredentisti; da giovane s'era messo in test

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272 GIORGIO PESTELLI

una porta sbagliata (no


mondo dell'arte; la sua
anche dal concittadino
nella Coscienza di Zeno):
re», scrive il poeta parl
Fuga ... Ora un giorno,
pianoforte) gli venne la
rismo racconta Saba: «p
violino» per suonare i
Fuga. Comunque quella r
altre circostanze aiutand
naturalmente metaforic
due voci (salvo un "Cant
sus musica sospesa; «il C
prendono per sette volt
tro strofette, composte
poeta (poco immaginab
trato sul mestiere, proc
Certo, nel passare dall'
letterati si è esteso; dim
fa più rara la vanteria
ancora più intenso, il co
ni, una poesia dove la m
Conte di Kevenhüller (1
i titoli musicali si susseg
f in dung, nomi di pers
ce tenorile»), Tre impro
dove le parole la mano e
e uguali; ovunque entra
usate come sottovoci, o
rienze d'ascolto: ad ese
antitetiche o contraddit
sembra adombrare l'ac
così familiare all'età cla
Cadenza : «Tonica, terza,
della mia vita?». Uno ste
cacciatore , di cui in un'
diciamo così, operistica
ra»; e in ogni caso nel r
tutto la musica a sugger
competenza musicale
che esercita anche un "s
specifici (a Montale e la
Dipartimento di Italia

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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE 273

compendiata in E. Montale, Il secondo mestiere. Ar


Zampa, Milano, Mondadori, 1996: cfr. la recens
1998, pp. 176-182); per non parlare di Bruno Barilli
sicale coincidono in una sintesi di incomparabile ef
più interessante accennare a una figura come Mass
musicale e compositore, sopra tutto per la decisa v
si dedicò a trapiantare la musica in quel mondo de
suoi steccati. Sono ancora da rileggere i suoi ritrat
Scarlatti (discorso a Siena, 1940), Verdi, Sgamba
una intuizione come la «teoria della maschera», su
tere in un panorama troppo spesso spettacolarizzat
nonché le prime serie riflessioni su una novità del
futuro, come la "musica alla radio"; così pure, quas
zioni passeggere disseminate in tutto il volume Pa
sica, 1910-1950 (Verona, Arnoldo Mondadori, 1958)
tura, arti figurative: è sintomatica la dichiarazione
in prosa, più che da qualunque altro scrittore, d
oggi può suonare dilettantesco, ma asserzioni del g
con uno Schumann quando dichiara di aver appr
sopra tutto in riferimento a una mentalità che te
musica essenzialmente come divertimento e spetta
tato 1942, a mio avviso ancora applicabile oggi con
lettore gli scrive di masticare già cinematografia,
per capire la musica basta sentire tanti concerti; B
è farsi suonare (o come si dice passare) molta musi
abbastanza bene (ma non sia un vero e proprio "pia
che punto, ripetere. Non c'è nessun modo migliore
piacere e gusto la musica. Il resto (audizione di com

Tornando al campo più specialmente creativo e a


inserire a pieni voti è La giacca verde (1948) di
musica in tutta la vita e l'opera di Soldati dà testim
a Cesare Gárboli pubblicata su «Paragone Letter
teresse per noi specifico della Giacca verde consist
della musica, anche della sua tecnica, uno dei filon
nista è un direttore d'orchestra, «il maestro W.»,
viduo nervoso, dalla psicologia sfaccettata, imprev
geniale; a riscontro come deuteragonista o compag
timpanista, «un certo Romualdi», dal cui contrasto
gazioni musicali. Al principio del racconto la de
Verdi rivela una minuta conoscenza della partitura
trale, dell 'odore del teatro; W. «aveva la stoffa de
primo sforzando che egli ottenne dagli ottoni, dal
elettrico, con cui eccitava le scariche degli stru
W. pare si celasse Victor De Sabata, ma ancora più

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274 GIORGIO PESTELLI

al concetto di 'anticipo',
da vicino la tecnica dire
mualdi delucidare l'effe
un accordo non risolve,
del previsto». Ma il pun
luppi del racconto, il gr
musica rispetto al timp
stato chiesto di compor
in un convento, ma i m
ma ricordi distorti di M
turalmente riconosce su
per subdole approssimaz
che lui non si era ancora
tentando a caso i tasti,
quella: la si la, do si do
E così avanti per tenta
si assiste umoristicamen
tica tedesca sarebbe stat
cale con il pentagramma
il tour de force che Sol
dolo almeno con la nomenclatura delle note.
Su un caso ancora vale la pena soffermarsi, anche perché tipico del rapporto dei
nostri letterati con la musica, non costruito con la calma che viene da un costume dif-
fuso, ma per illuminazioni, lampi di passione: quello di Elsa Morante. Carmelo Samo-
nà ci informa della sua relazione totale con la musica, un vero rapporto d'amore; ci
elenca le preferenze della scrittrice, Mozart, Bach, il Beethoven ultima maniera, per
qualche tempo Verdi, Brahms, Chopin, Musorgskij: ma sempre senza sistematicità,
secondo incontri e percorsi legati al suo vissuto in cui un momento escludeva l'altro,
in una serie di raptus, di atti di possessione; poi c'erano le sordità, le chiusure stagne:
Gabriele Baldini provò con Puccini, Franco Serpa con Wagner, ma senza successo;
una discoteca privata venne a formarsi fra il 1960 e il '70, poi più nulla; il distacco
dalla musica, il silenzio totale degli ultimi anni volle dire per Elsa il distacco dalla vita.
Non accettava disquisizioni musicologiche; ma si comprò i cinque volumi del Wyze-
wa - Saint-Foix su Mozart, come un atto di devozione per quella guida a un itinerario.
Fu lei, in prove d'ascolto nella casa romana di via dell'Oca, che consigliò Pasolini nel-
la scelta delle musica per Accattone (1961), con il coro finale della Passione secondo
Matteo; e poi, di Mozart, la Marcia funebre massonica K 477 per il Vangelo (1964),
l'Adagio introduttivo del Quartetto "delle dissonanze" per Edipo re (1967). Altrettan-
to non le riuscirà con lo scrittore della porta accanto alla sua, Alberto Moravia, che
negli Indifferenti (1929) aveva fatto incominciare con degli "accordi" una Fuga di
Bach suonata da Carla. In Menzogna e sortilegio (1948) rientra nelle convenzioni
già note il personaggio del padre di Francesco, un fanatico di melodrammi, che fa
«echeggiare di cabalette la sua stamberga all'ultimo piano»; ma ancora più interessan-
te, anche se le tracce ne sono state cancellate, quanto Samonà ci racconta della genesi

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LETTERATI ITALIANI E CULTURA MUSICALE 275

dell 'Isola di Arturo (1957): «mi confidò, scrive Sam


aveva tenuto a battesimo L'isola di Arturo' men
ascoltavo solo il Quartetto op. 131: per un po' ogni
casa. Vedeva Top. 131 come un racconto articolat
sonora». Ancora nella testimonianza di Samonà: «N
concentrazione, la rassegnazione e la luce ma an
questa esperienza di ascolto, se intendiamo bene fu
di lungo eccitante, non si trova nulla nél'Isolaš, ma
nianza di una sensibilità musicale convertita in cre
libro: il canto di Wilhelm Gerace di fronte al carc
immagini dal «suono acido, quasi femmineo, disarm
sicale, e perciò così misteriosamente tragico e disp
proprio a un fatto musicale sia affidato un passo c
mento cruciale, rivelativo, un culmine nella vicend
Il riferimento all'Isola di Arturo mi dà l'occasion
chiamare in causa Giacomo De Benedetti per il ritr
ne, che dedica al romanzo in un saggio del 1963. E
non sapesse di quella sottostante presenza del Qu
dell'opera; lasciatemi citare un passo in cui il grand
Morante, un passo tutto imbottito di metafore mu
uno scrittore sempre così essenziale, esplicito senz
sottolineatura è di chi scrive):

Si ascolti , in quella frase, come lo spianato della melod


una patetica, sviscerata purezza, spremendola dolcemen
ste note, dopo di essere date tutte intere, conservino a
suono, da collegarsi tra loro, in accordi tanto più sugge
disparati, nei quali non sospettavamo la possibilità di con
... l'assolo flautato della melodia genera, dalla linearità d
lifoniche del contrappunto.

Per chi scriveva De Benedetti queste cose? per qual


storo, quanti sanno che "assolo flautato" non vuol
rivolgeva a musicisti di professione, tuttavia sempr
dere che questa pagina fosse indirizzata privatame
scrittorio mimasse l'immagine di quel tessuto quar
nutrita lavorando all'Isola.

Con Giacomo De Benedetti siamo in una critica l


col testo comprende e integra i grandi fatti cultur
sica in primo piano: come osserva Berardinelli,
Proust e Saba, ma dietro Proust si sente Wagner,
Ed è quasi superfluo aggiungere che ormai l'intrec
sempre più si è venuto rinforzando con gli studi re
ca, sulla genesi e fenomenologia specifica del lib
come Folena, Baldacci e Lavagetto e poi ampliatosi

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21 G GIORGIO PESTELLI

musicologia;e non sono da


illuminazioni di Gavazzen
Montale quelT«E suo costu
nel libretto dell' Otello ver
Per questo ho usato nel m
italiani e la cultura musica
tura della cosa, c'è stato,
venuta crescendo nelle ult
me una rivale della poesi
l'invadenza dell'opera dell'O
ca? Solo l'esecutore di grid
mentre oggi, in sedi più ap
tuosi, basta ricordare i lav
no; e sempre meno rari son
sica come un bene privato
l'esperienza della musica si
nerica "musicalità" o di in
composizione, dettando un
nerando ritmi e forme me
la circolazione, dobbiamo
contro con i testi della no
che non si presentano com
ze: quindi in primo luogo
di tante integrazioni come
escludere incontri congen
non sta mai sola. Un confr
accostare i giovani a un te
blema preliminare di una
intorno alla musica, nel se
tradurre la fisicità del lin
presentazione che si costit
non per vagare nell'indist
di comprensibilità.

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f:ffff:ffff:ffff:ffff:ffff:ffff:ffff on Thu, 01 Jan 1976 12:34:56 UTC
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