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A n- AT VIENNA D’ AUSTRIA,
appreflo Matteo Cófrnerovio, Stampatore della Corte, f Anno 1667.
ALLA
SACRA, CESAREA, REAL
MAESTÀ
DELL'
IMPERATILICE
ARGHERITA,
CONTESA DELL' A¬
RIA, E DELL' ACaVA, fo-
me Jì riconofce finàlmente termi-
nata /otto i felicijftmi éul^ìci^ del
gloriofo Nome di V.S. C. R.M ; così mcht^
àlT iflejjo ha fommamente ambito di reflàr hono¬
rata net ejporjìagli occhi delAdondo fui Tea¬
tro delleflampe, ficura di non poter meglio compa^
Tire\ che adorna diJìpretiofa MARGHERI¬
TA; la quale com’ ha veduto con tanto gujio^ nel
a i
"'g VsSS“e
Mouniverfdkper lefue A V U V b 11
Nozze, Jpero che fia per aggrdàme l effigie dh-
hoz&dtd in quefii fogli, che qudl dmota,feben-
rozzdtdvoletta, come d mio Nume ‘Tutelare reve-
rentemente le confacro in Voto, mentre a V.ò. C.
R. M. profondiffìmdmente ni inchino.
D.V.S.C.R.M.
FRANGEseo Sbarra.
Rà le piu Nobili demoftrazioni dellepubli-
che allegrezze, con le qualiè folito il Mondo fo-
lennizzare gl’ auventurofi fiicceffi, tennero Tempre
il primo luogo le Gioftre, i Tornei, & altri limili
armeggiamenti, ne i quali, imitandofi con lo fcher-
zo delle finte contefe la ferocia delle t^ere battaglie,
fi vede Tiftefla Guerra deporre nel giubilo univerfalele fue fpo-
glie funefte, & addobbata difefireggianti divife concorrer tutta pla¬
cida, e lieta ad efultare con Armi innocenti in grembo alla Paco.
Mal’ acutezza di quegl’ ingegni fpiritofi, che fiorirono in’ ogni tem¬
po nella vaga Metropoli della Tofcana, che perciò fé le deve meri¬
tamente il Nome di Flora, doppo haver ricliiamata allavital’arto
meravigliofa del Pennello, già per molti fecoli fepolta nella Tomba
dell’oblio, ridotta alla Tua antica Maefl-à, e perfezzione l’Architet¬
tura, dalla barbarie dei tempi auvilita, e poco men, che difirutta, in-
fegnato alla Poefia il Tofcano linguaggio, fcoperte non meno in Ciel
nuove ftelle, che in Terra nuovi Mondi, & inventata nella Mufica.»
un’ altra Maniera, che imitando il Naturai difcorfo, fenza toglier-,
punto della Tua intelligenza, efprime meravigliofamente gl’affetti,
ha di più aggiunto à queffi generofi elTercizij dell’Armi il maggior
ornamento, che potefTegiamaiefcogitarfi, mentre hà faputo erudire
i feroci Corfieri ad emular fotto Maeftra mano le dcftrezze, cdifi-
nuolture delle meglio effercitate danze con tal aggiuflatezza di figu¬
re, e di pafll regolati al Tuono di Mufici inftrumenti, che più, non po¬
trebbe aTpettarfi da un ben ordinato Balletto praticato dai più pe¬
riti con tutte T efquifitczze dell’arte. Coll riconofciutala Corte del
Scr:*"" Gran Duca per la vera Tcola de gl’ efièrcizi; CavallereTchi,
non è meraviglia. Te viene anche richiefta dall’ altre à fomminiftrar-
ne direttori, e Maeftri per fimiglianti funzioni. Onde S MA MAESTÀ
CESAREA, che tra T altre Angolari fue doti poflìede un ottimo gu-
fto in tu tte le Materie, rifbluta d’introdurre tra le pompe maggiori
delle fue feliciflime Nozze quell’ ingegnofo, e Nobil fefieggiamen-
to, e di qualificarlo al maggior fegno co T intervento della Tua A M-
GMSTISSIMA perfona , doppo haverne incaricata la fopra in¬
tendenza all’111:"’" & Ecc: " Sig:'' Conte Gundacher di Dietriflein,
fuo Cavallerizzo Magg:'®, e ConCgliero di Stato, diede ordine, che
A fifa-
fi facefTevenird’ItaliailSigi.Cavalier AleiTandro Carducci Gentil-
huomo della Camera del Sereniir;'”‘‘ G. Duca, edel Ser. Fienupc.,
Leopoldo di Tofcana, che alle fue qualità riguardevoli aggmngcL.,
unaperfettiffimamtelligcuzanonfolodifimilieirerazq mad ogn
altro fpettante alla Gimnaftica, accio egli fiotto 1 autorità & appi o-
vazione di S.E. fiopraintcndcndo alle machine, & a gl habitpoidi-
nalTe e dirigefle tutte quelle operazioni Cav^allerelche, che ihmaliC
cfipedienti per render confipicua fi celebre Fella, per la quale conve¬
nendo trovarli un l'oggetto Heroico, e proprio, e che porgeflean¬
che il modo cb r inveiitione, d’arricchirla di machine, e di numeio-
fie, evaghecomparfie, perrapprefientarlacon la Magnificenza e gran¬
dezza dovuta, si compiacque S. M.C.d’imporne la cura alla debo¬
lezza del mio ingegno, come anco di fipiegarne co verfi il racconto,
per dovere ellèr poi quelli animati dalla Mulìca del Sigv Antonio
BertalifiuoMaellro dìCapella,l'oggetto di primaclalfie, che fiegna-
latofi per la fipazio di 42. anni nel continuato fiervizio di tre A v-
GVSTISSIM.1 Cesari, ha fatto conolcerc in quella funzione, a
chefegno arrivil’ eccellenza delfino valore.
PerlafabricadelTeatro, e delle Machine fu chiamato da Ferra¬
ra il Sigir Carlo Pafetti Ingegnerò famofio, e che refofi homai celebre
perle fue raeravigliofe operazioni ne Maggiori Teatri dell’ Italia...
non Inficia, che la nollra età invidij gl’Archimedi, e gl’ Architi à i fe-
coli decori!.
J1 Maggior Cortile della Refidenza Imperiale, che per lo fipa-
ziofio tratto di piedi 445. da Levante à Ponente, e di piedi 2 71. da.,
mezzo dia Tramontana maellofamente s’ellende , tutto cinto all’
intorno dalla Magnificenza di vallilTime fabriche , fù l’Arringhe
dellinato per una fella si folenne, ridotto in forma ettagona dal Sig:*
Pafetti, con Inficiarvi in mezzo un fipazio di piedi 385. per lungo, e
di 2 3 5. per largo, capace non meno per 1’ operazioni de i Cavalberi,
c per la comparfia delle loro comitive, che per lo palTeggio delle.^«
Machinc in grandezza, e quantità confiderabili.
Dalla parte Occidentale occupata dal Palazzo detto Neuburg,
fe ne portò avanti per lo fipazio di 60. piedi un limile, & all’ illeflb
congiunto, che per elfer fiabricato della medefima altezza, con Ar¬
chitettura conforme, fe ben finto, non si dillingueva dal vero 5 Te¬
neva dalle bande due gran Portoni, dai quali formandoli altrettan¬
ti angoli ottufi, principiavano li palchi di finto Marmo con ordino
dorico, rifaltanti dalla Muraglia piedi 18. in triplicati corridori di
ftinti, che abbracciando all’ intorno l’Arringo, porgevano modo ad
un’ infinità di fpettatori di goderla Fella con ogni commodo imma¬
ginabile.
ginabile. JI pollo inferiore con bruttura di pilallri, e volte à boz-
zi, fofteneva un piano più gentile, fopra il quale con fue ColonncL^
j, ribuitea debitadiftanza, si rcggevala cornice dellinata per bafc
ad una ferie di balaullri, che ricorreva d’ogniintorno, l'opra i qua¬
li lorgevano ordini numerolì di gradi, come pur cò l’ifteflò deeli
vio SI vedevano i fentali inferiori, che tutti andavano à termina¬
re con angoli ottulì verfo la parte Orientale in altri due limi-
ghanti Portoni, renando tral’uno, èl’ altro vaghiffima facciata^
di ben dilpoHcfcalee, che follevandofidalla bafe d’altezza di pie¬
di terminavano fopra le prime feneftrc del Palazzo , confor¬
me pur erano anche 1* altre , che ne i corridori di fopra circon¬
dando il Teatro, s’ univano con aggiullata limctria alla vaghez¬
za de NobililTimiedeficij, che gli fanno corona. La difpolizioned’
un Teatro fi ben’ intelo, & eretto con tanta Magnificenza, era per fe
liellà ballante a formar nell elpettativa univerlale gran concetto
della Fella, quando fenza paragone molto maggiore non T havelfe
prodotto il laperfi, chedovevaintervenirmi! Maggior MONARCA
della Terra con due Ser:-' Altezze, & altri perfonaggi, e Cavalieri
i piu qualificati della fua Corte, ondeapenaljauntc) il giorno prefif-
fo à così gran fpcttacolo, che fi vidde il Teatro occuparli dalla prim
Nobiltà della Germania, e d’ altre Nazioni concorfe da varie parti per
godere nell’AuguflilTime Felle i Magnanimi effetti della generofità
d’un C E S A R E.Le gradinate piu cofpicue,e le fenellre del Palazzo,
che oltre a quelle renavano occupate dalla llruttura dei Palchi, e da
gl’ordigni delle Machine, rifpondevano fopra 200 fui’ Campo,raf-
fembravano tanti Cieli, elfendo ripiene di belliffime Dame, che qua¬
li altre flelle fcintillando cò raggi de gl’occhi,folgoravano co lampi di
quelle gioie, che per vederli collocate ne loro fuperbillimi addobbi,
tutte liete, e fallofe rifplendevan più chiare del folito. Così lumino-
li quegl’Aflri di bellezza, compartivano vari) influffi, riguardan-^
do con afpetti, ò benigni, ò contrari], chi procurava nel contemplarli
d’indagare il pronollico delle fue fortune amorofe, quando per dar
il compimento a quelli Cieli con la comparfa del Maggior Luminare,
li vidde a punto dalla parte d’ Oriente forgere il SOLE ciò è a dire
laMAESTA' DELL’ A\^GMSTISSIMA SPOSA,da cui
potenti reflellì fuperato ogn’ altro lume,llimò fua gloria rellar fepol-
to in quell’ Abilfo di luce, onde ben all’ hor si comprefe la vera cagio¬
ne , che haveva perfuafo à partirli in quello dallo llile praticato no
gl’ altri felleggiamenti con rapprefentarlo di giorno, non elfendo
polfìbilc, che la Notte ardillcfpiegar giamailefuc tenebrofe infegne
a fronte di quello SOLE, dalla cui luce abbagliata la deboi pupilla_.
A 2 del
ctó..pez.atodiporpor^
diquello,oves affacciai
miato alle ftelle, compara . • rr e n NORA, e MARI A
ONORA. =1= Sere»AroducheffeELEONOK ,^^^^
;kbi4;s=3g3H=ilS
tadiMerlo d’oro, econriccaliaràad Aigen^^^^^
richiamare da un numerofo concert T^rra 1p Meravialie_>
SdSurg'X—
, ^ I I r II. I
AjU|àMAlAyÉ&
dall'diiet ^^'0^1'^, ’^^d^p}orulo^iintcc'.'MoIi 'lenente li*
'^jua, 'jècm/a l^ìa ‘Tetta,Jliidaia i ìtà^àd^^mTtltii \or y^othle aell- Jm^cnak I(^idenza. l,^ir ì^u^ujhjjimjd^e'
jua, conitiir'a
Ciìt!i f^ill'i/in.V.ltll>
per efTer fabrìcatoconla perizia maggiore, che fappia praticare il Ma®
gifterò Anglicano, fi faria creduto venir dall’ Oceano fettentrionalej
fè nel vederfi tutto luminofo di' varie ftelle, cheT adornavano,e per T
A V R E O V E L L O, che tra gl’ òftri fpiegava non meno per’ ih-
fegna, che per trofeo delle fue chiare impréfe, non fi fofiè ràuvifato
per quel gloiiofo Naviglio, che primo d’Ogn’ altro cimentatoli con_i
l’orgoglio de fluttfe con l’ire decenti,doppO un còrfo felice approdò
finalmente alle rive delCielo,dalle quali fpiccatofi àdellb per cagione
ben degna, fe ne veniva co fuoi famofi Argonauti nella forma piò
propria, che fapelTe rapprefentare l’antica Grecia i piu celebri He-
roi, benché, nè quelli, nè meno la quantità de Marinari, che tra tutti
eccedevano il numero di 6o. non vengano dimollrati dalla llampa_»
in rame, difettofain quella parte, come pur fon’ altre ancora peli3
nonhaver potuto alTillervi il Sig:'’Pafetti impedito da piò impor¬
tanti applicazioni. Giunto > chefù in Teatro lollcllato naviglio, co¬
me fe folfe in Porto, fi vidde fubbito una parte de Marinari accorrer
pronta ad ammainarle vele maggiori, mentre intenti al lor minlfie-
rio altri ilavano sò le Gabbie, altri alfillivano al timone, & altri per
varie urgenze fcorrevano fpeditamente d’alto a ballb, e da baffo in
alto peri’ aereo fentiero delle fatte con’agilità e franchezza indici¬
bile 5 e doppo haver veleggiato col trinchetto buono fpazio all’ in-
tornó,effendofi fermato in mezzo 5 unafemmaalata, cheàPoppa
rifedeaconhabitodiDamafcóbianco,tutto fparfod’occhi, d’orec¬
chi, e di lingue trà vari] ricami d’oro, e di gemme, cOn’ aurea Trom¬
ba alla mano, rauvifata per la Fama, con voce chiara, alta, e fonora_,,
quale appunto si conveniva à tal perfonaggio, divertì dà ogni altra
applicatione i fenfi del Teatro alla dolcezza del fuo canto publican-
do in quefta guifa il foggetto della Fefi:a_ii
Fama. Da gli ftelhti gM >
O ve £ eterni lumi
^ejìa Nave ìrnmoHal ricca ìtìjplende,
Sù le rive del’’ Ifiro
Cò famofi Argonauti hoggì dìfcende i
,Qj4efii gld Arbitri fono
Di queld alta Contefa,
Che tra PARIAMO tra /’ AC^A
Novellamente accefiti
Non deve in altra guifa,
Che alTribunal di Marte, efferdecìfa;
^eflo farà P Arringo, é in quejìo in breve
E P una, e P altra deve
< B Con
Con numero p^efiffo
De piu prodi Campioni
Sojlener fue ragioni ,*
V elemento del Foco,
Cb’ é de ir Aria congiunto,
Con fua fquadra /’ ajjìjle s
E la Terra, ad borente
A la liquida sfera.
Le conduce in rinforzo armata Schiera >
Fer piu degna cagione
Non si 'vide già mai
La piu bella Tenzone ; bora da Voi
O magnanimi Heroi
SI appref ino del Premio a i Vincitori
I meritati bonari.
[Conte d’HofFchirchen, 1
Conte Marzin*
Conte Bartolomeo di Starhetn-
berg*
Conte Caprara.
111:*^* Conte Giacomo di Brandais. Camerieri
SS'/\Baron Fràncefco Leopoldo di di S.M.Cs
Tierhaimb.
Conte SigifmondoTraiitmons-
dorfF.
Baron Emetto di Sciafftem-
. bergh.
Vefliva
V’eftiv'aS.E. unluminofovsbergó, fojvrà il qualepàreva, cbè fóflb-
roinondatiilGange,eF IdafpecondiluVijd’oro, e di gioic^ delle_>
quali fabricata una Fenice, àfpirava à rìnovarfi fòurà uri lucido rogo
d’ ardenti rubini, ed’acceficarborichij, e degl’ifteffi èran córtipofle
le fiamme, che lumeggiaré d’ orò, le ferpéggìavario dall’ horneró
fourà il braccio, ricoperto d’ una Manica caderite di firiiffimb biflfo
con punte fintili, e dal fianco le Icerideano fui girèllo di larrià d’
argento con rapjportidi fiarttmé nell’ éfiremità, teniiinata da uri’
altiffim'o contórno di pizzi d’ òro 5 fopra candida calzetta deri¬
vante da una intiera,non men ricca del veltitó,cal2aVa àrgetìtató
coturno, ricoperto di rubirii, & àltré gioie, e di fiamrne Intrec¬
ciate infième con cannutiglie d’ oro , e galani, e de gl’ ifteffi ad¬
dobbi era bardato il fuO generofo Cavallo, con fuólazzi di tócca.»
color di foco, e galarii di zendalo firnilè tefiuto a fiarrime d’argen¬
to cori Un gioiello di Rubini in fronte, da cui fòrgevari lé piu¬
me alla fua diviià conformi 5 onde tra taritó foco tutto infiammato di
generofi fpiriti,foffìandó dall’ ardenti nari, é dagli acCefi anh'eliti i
lampi, simoftrava non men defiderofo di portarli al Marzial con¬
trailo, che impatiente della dimora 5 Vn gruppo di fiamriie gioiel¬
late rifplendeva nella delira di S. E., é fiocco conforme le pèndeva
dal fianco 5 le pènné di color di foco, che difpofie cori nobil difegno
s’erges^an fopra una Salamandra, che gli ferviVa di Cimieró, imi¬
tando il tremolar delle fiamme , s’inalzavano tatìto, che pareva s’
incaminaflèro a ricóngiiingerfi alla loro sfera 5 Le pendeva dal Te r-
go fermato con gruppi di Rubini, e di perle un Manto di Tela d’a r-
gento cori preziofo pizzo all’ intorno d’altézza conforme all’ altro
della fquadra antecedènte , tutto iritéfiutó di fiamme, che, fuento-
iando con sfarzo, davano a divedere, che maggiormente pompeg¬
giano , quando fono agitate dal Vento. Teneva i 2, fiaffieri dell’
ificlla liurea dèi refio dalla fua comitiva gUerniti la delira di fiamme,
e fei per ciafeunó n’ havevan li Cavallieri fuoi feguaci, i quali nell’
ifieflà guifa di S. E. pompofamerite vetìiti, accompagnando la di-
fpofiezza della perfona a tante infegne di foco, defiavano ne piti
gelidi feni le fcintille amorofe ; feguiva di poi una vafiilTima mo¬
le rapprefentando il dirupato giogo di cavernofa Montagna, la.»
cagione del cui moto non poteva , fe non aferiverfi a qualche oc¬
culta forza di focofa elfalatione , che nelle fue vifeere racchiùfaj
si fupponeva,gia che l’aperto fiio fedo in forma d’accefa fucina^
co gl’ignudi, & affaticati fabri, lampeggiando di fiamme, si dichia¬
rava peri’ albergo del Dio del foco, il quale per’ auv aiorare con là
fuaprefenza li fuoi Campioni j si vedeva in piedi stila parte piu elé-
C 2 vata
vara del Monte, armato di pefante martello col Icguito di 24. Ci¬
clopi, che provifti deiriftefs’ armi, fpiravano dalla rabbulFata fron¬
te horrore, e fierezza. Era quefti tutto ignudo, folo ricoperto fui
fianco da un cinto di drappo negro con lembi ricamati d’oro, e di
moie in forma di fiamme con manto fimile dal fuo tergo cadente^
fino a terra, con borzacchini d’argento regalati neH’iftelTa forma_,,
ondeparea, che anche le gemme à gara col biondo Metallo preten-
dcflerod’acquiftar tra le fiamme la lor perfettione.
Quefti Elementi fuperiori havevan già nel concetto degl’aftan-
ti preoccupato il primo jpofto, quando colf iftefla accompagnatura_j
d’unStalmafter,e di 4. Cavalli a mano coperti di tocca cerulea, che
ne rilevati ricami d'oro, perle, Coralli, e fmeraldi elprimeva un bi-
zarro grottefco di Delfini, e trofei Marittimi neH’eftremità, e nel
^ezzoun pelago fluttuante con varijfcherzi di pefci, marginato da
un feftorte di Nicchi],perle,e coralli col rimanente de gl’ addobbi del¬
le {quadre precedenti,feguiti da numero eguale di Timpani, e Trom¬
be, e coll’iftcffo equipaggio tutto abbigliato di tocca Blumeranu
trinata d’argento con finimenti, e falde d’alghe, conchiglie, e coral¬
li, si fece vedere il feroce drappello dei Cavallieri del Mare guidato
dal Ser;‘’'“ Sig:' PRENCIPE FILIPPO Conte Palatino di
S V LZP A C.CH, che germegenerolbd’una ftirpe tra le piu chia¬
re de i Prencipi della Germania, inneftando alla grandezza della_5
fua Nafcita corrifjaondente valore, l’hà degnamente impiegato con¬
tro il commun nemico à prò dell’Aquila Augufta , e dell’alato
Leone ; Onde piu volte imporporati di barbaro fangue i flutti del
Mirteo, e ripieni del fuo nome gloriole non folo l’Jonie, e l’Adria-
tichefponde, ma i lidi piu remoti del Panfilio e dell’Egeo, come_3
ben noto a Nettuno, era anche daH’iftefTo eletto, per fbftcnere le
ragioni del Mare col feguito degl’
iConteFrancefco Carlo Palvi, ]
Conte Francefeo di Mansfeld,
Conte Gio: Ferdinando diFder-
berftein,
111:'"^ .Baron Sigifredo Chriftoforo .Camerieri
SS:” Brainer, di S. M.Ci
Conte FJenrico di Mansfeld,
Conte Ferdinando di Flerber-
llein.
Conte MalT:''® Fierftembergh.
Haveva
HavevaS.A.unpettodi fcaglied’argento rabefcato di perle, & al-
tregioieconvarij Delfini, in vece di fquamme ricoperti di fmeraldi,
édiamanti, deiriftefla qualità le feendeano i drappelloni su le ma¬
niche di laftra d’argento, &c azurra ricamata di gioie con cadutcj
alla Greca fimili a quelle dell’altre (quadre 5 Da un fregio di nic¬
chi] d’alto ricamo con varie gioie, e galani, che li cingeva il fianco,
diluviava una pioggia di perle, e coralli diflinti in capricciolè falde
con frangie d’oro (opra il girello di lama cerulea terminato da dop¬
pio ricamo con finiflimo pizzo.Impugnava con la deftra il Tridentato
Scettro di Nettuno, armato il fianco di Nohiliffimo fiocco con fini¬
menti di perle,e fmeraldi ; Argentato coturno con rapporti fimili
intrecciati di cannutiglied’oro, le ricopriva parte della calzetta di
colorcelefie, che derivava da un’intiera in conformità dell’altre_j>j
Da ricchi gioielli pendente un manto di broccato color di Mare,c d’
argento figurato di pefei, con Taltiffimo contorno d’un pizzo d’oro
conforme a gl’ altri, fuolazzandole da gl’ homeri , ralTembrava il
Mare ficlfoairhora,che il fuo tumido feno vien agitato da i Venti;
Con bardature conformi non men ricche, che ingegnofe divilàte_p
da fiere natanti, che reggevano gli fuolazzi,e feftoni di tocche, e
zendadi,era il (ho Cavallo, che foftenendo sù la fronte con nobii
gioiello una pennacchiera fuperba, vivace ne gl’ atti, c (piritofo nc i
moti, o feotendo in aria la chioma, ò battendo in terra il piede,
cfprimcva l’inquietudine di quell’eleménto,delle cui infegne siri-
conofeeva si ben addobbato.
Haveva S. A.per Cimiero la fcagliofa Teftad’un Delfino, che
folitoà comparire fra le tempefiofe burrafehe, campeggiava molto
bene tra quelle piume di color del Mare, che tramezzate con alcune
bianche, che fèmbravano (pume,ibpradi lui si follevavanoinfluttuo-
la Marea.
I 2. Staffieri cò l’ifiefla divifa del refto del fuo feguito, armati
ditridenti, le facevancorteggio, e (èi fimili,con la medefima diftin-
tione dell’altre fquadren’havevano li Cavallieri diquefta in confor¬
mità dell’ habito di S. A. tutti bizarramente vediti, i quali aggiun.
gelido al brio del fcmbiaiite & alla galà de gl’addobbi l’infegne di
^uelMarCjOvenacquela Madred’Arhore,con l’ondeggiante volu¬
me, eh’ergevano fui Cimiero, minacciavano a piu d’tin Core amo-
rofo naufragio. Vedevafi di poi un fublimc contorno di fcogli, che
férviva di margine ad un feno di Mare, che,-orgogliofo comparendo
in terra, (dava à credere, che utia parte dell’Oceano trapalTati di nuo¬
vo lifiioi confini, come già altrè volte, (pezzati gli argini d Abila,
cCalpe,fene veniflTeà formare un’altro Mediterraneo nel Germani-
D co
coMondo,efollev3ti per ogni parte i minacciofi fùoi flutti, ripieni
di varie Deità del Mare, de proprij arredi capricciofamente veftite, &:
armate di fieri tridenti , si moftrava pronto à defefa del proccllofio
fiuoNumc, il quale fdpra un Trono elevato, compofto de fiuoi piu
ricchi tcfiorijC loftenuto da due gran Corfieri Marini, fie ne veniva_5
fremente di sdegno nel vederli metter in lite le gemme piu belle dcj»
gl’ondofifuoi Regni,delle quali, come pur d’ogni altra, non men,
che d’argento,e d’oro si fregiava il fiuo ricco girello di color del
Mare; con manto limile, che in dilatate falde Icendendoledagliho-
meri al piede, aggiungeva un nobil decoro al fuo fiero lèmbiante_a.
Era corteggiato all’intorno da 24. Venti, che fon le lue forze mag¬
giori, ignudi con girello di leggierilTimo drappo azzurro con rap¬
porti d’argento, e tutti alati nella forma sirapprelènta il melfaggiero
de gli Dei, che fpirando dalle gonfie gote i vigoroji lor fiati, pareva
che muovclfero quella machina ondola, e ben era credibilc,mentreè
proprio de Venti il dar il moto al Mare, e quello non appariva, che^
da altri lo potefle ricevere.
Alla ferocia del lùo principale faceva vaghiflìmo contrapollo
l’auxiliario Elemento con J’illelfa comitiva di Stalmailler, e di Ca¬
valli à mano in coperta di toccha verde con rilevato ricamo d’oro,c
di gioie, vali di fiori, c di frutti, e nel mezzo due Vrne ritorte della Co-
piainfieme intrecciate, e di limili Tefori ripiene,e in tutti gl’altri
addebbi non inferiore a quelle delle prime comparlè, conl’illeiro
numerodiTimpani,eTrombe,e gentea piedi, ma piu vagamente-?
addobbati, mentreIbprala tocca d’argento,della quale erano rutti
veftiti con trine verdi, e d’oro, vi havevano con bellillimi rapporti
di fiori, e frutti innellato quanto ha di bello la Terra, della cui /qua¬
dra si vedeva direttore rill:'"° Se Ecc;‘"°Sig;'^ Conte GVNDACHER
di Diettrichllein fopra intendente della Fella ; Cavallicro della pri¬
ma Nobiltà di Germania, che llimatillìmo non meno per le Cariche
qualificate, che folliene nella Corte Cefarea, quanto per le lue ama¬
bili maniere, che si obliganocon gentilillìmi tratti gl’affètti d’ogni
anima ,tenea meritamente il primo pollo in si vaga comparlà , /er-
vitoda I 2. lachè, come da lèi per cialcuno ogni Cavalliero della fua
fquadra ; Cavalcava S.E.un lìiperboCorfiero, il cui feroce afpetto
veniva mitigato da una gentiliflima bardatura d’argento velata di
verde à foggia di fogliami, che Iparfi con ben intefo difegno di frutti,
e di fiori,!’adornavano il petto, & il collo con due Cornucopie ri¬
piene de i medefimi, si ben clpreffi in colorate cere , che fe ben figli
dell’arte,non si dillinguevano da i piu perfetti,che làppia produr
la Natura, difìefi fopra una vite d’oro, che pendente da ambe le parti
della
della groppa con gran fogliami contornati di cannutiglie, e perlcj»,
s’intrecciavano tra varie gioie, efuolazzi di tocche, c zendalu
Veftiva S. E. una rilucente armatura rabefeata di ricami d’argen¬
to, che tra verdeggianti fìneraldi feopriva vari] fiori compofli di
mecche V imitavano al naturale con la vivacità de i lor colori i richiflì-
mi drappelloni deir ifteffa materia, e lavoro h ricopriano parte delle
maniche di drappo bianco fiorito con longhe ftrifeie di rafo verde_j
contornate di cannutiglia, c perle, che gonfiando confafto, venivary
riftrette nel mezzo da una corona di fiori, Ibrtendone il candido biflo,
che in fpatiofe falde con Merlo corrifpondente si dilatava alla Gre¬
ca ; vari) fogliami dell’ ifteffo rafo arricchiti de fuddetti lavori, diftinti
in bizarriffimi lembi le ricoprivano parte del girello di candido broc¬
cato con fiori al naturale, e fregio d’altri fiori,e fogliami di ricamo con
fuperbiflimo pizzo all’intorno. ^ • r j»
Vn ftivaletto d’ argento ad imitazione dell Vrna doviziola d
Arnalthea, colmo di fiori, e frutti, le ricopriva parte della calzettaj
bianca, che nafeea da un intiera a fimiglianza dell’ altra. Armato di
gioiellata fpadail fianco,reggcva nella deftraun caduceod’argento, a
cuiinvccediferpi, s’aggiravano intorno vaghifTime treccie di fron-
di, e fiori, & in un Manto di drappo d’argento, e verde con fiori al na¬
turale circondato da ricchiflìmo pizzo d’ altezza conforme a gli altri,
fpiegava tutte le pompe di Flora, che dall’ innamorato Zeffiro con te¬
pidi iofpiri fi vedevano offequiofamente corteggiate. Ergeva foura il
nobil cimiero una ben ordinata fel va di verdeggianti piume, che tutte
fparfe di fiori, portando il vaghiffimo Aprile entro i confini del piu
horrido Inverno, faceva ne gl’ animi de gli fpettatori parziali verdeg¬
giar piu che mai la fperanza di vederlo vittoriofo infieme con la fuaj
{quadra formata da gl’
ftiaThTcorgg“‘d‘^ll£rue'Nln^
ruvaga.Xpoir,rpiega„,cncllapiuM^
reMe7nS7fordIffi,7a7l’Arring^^^ I’ a i 'a
taranCONTESAdeir ARIA, e dell ACQVA.
° En circondata da 24 Selvaggi armati di noderofi tirfi, li quali
con k vagBez7.a de i fiori,frondi, e frutti,de i quali comparivano ador-
coniav g riivide7zadellelornativefembianze.
"’’''ZTa aLZchtadelh^ paffeggio delli W
CavaS, kn^a poterfi arrivare da chi foffe animata ( benché nellc^
ftampe vi fi fianopet errore applicati i Cavallo portava qualche cre¬
dito air oppinone di coloro, che ardirono contro la piu xommune, 6c
approvata, d’ attribuire il moto a quefto ftabile elcment .
Vfeitele predettefquadrecò le lor machine in campo, & occu
pato tutto il fuo vaftd giro,rivolgendofi in j’"""^^^jXtta^O 1
Nave fermata ih mezzo cò gl’ Argonauti, Giudici della battaglia,
parca, che procuraffe ciafeuno a gara dell’ altro di allettarli con a va¬
ghezza delkfua comparfa ,àfinc di guadagnarne gl ^
poi favorevole nella fiera contefa l’arbitrio de voti loro, come gia ha-
vevano guadagnati gl’applaufi de graftanti,6heneIveder co 1 ittef-
fa agilità de cavalli marciare, e raggirarfi 4* v^ftiffime Moli ,ciafcuna
dell? quali dilatandofi in 1 30 piedi di circonferenza, s ergeva fopra
3 od’altezza, tanto piu n’ammirava l’occulto artifizio, quanto me¬
nò arrivava a poterlo comprenderc-s. n , n
Così feorrendo tutto il Teatro all’ intorno quefta bella, c non^
piu
piu veduta comparfà, refero li Cavalieri in paflando il dovuto ofle-
quio alle M. M.dell’ Auguftiffirtie Imperatrici,& alle ScrcnilT” ’ Arci-
diichcfle, e nel prender 1 a feconda volta) Venendo appunto ripieno con
ordine meravigliofo tutto il campo, li 4Elementi sii le lor machine,
bramofi di portar in voce le proprie ragioni,prima di paifaràdifputar-
le còl’armi, fecer’alto intorno alla Nave, affiftito cialcuno dalli fuoi
Cavallierijcheinfiemc colnumerofolor fèguito fi4Cavallo, come à
piedi, in longhe fila difiefi, fi moftravanonon men defiderofi, che^
pronti di venir d più fiero contrafto.
All’h ora Giunone, e Nettuno per Vantaggiar la propria caulà ne
gl’ animi de Giudici, procurarono di rapprefentargliene i meriti con la
dolcezza di quefte armoniche note_5.
Gì un. £fi proterTìo fei.
Che ilpregio de le P ERLE À mè Contendi ì
Nett. (5 ì diritti miei
dunque à fiofza ufurparmì hoggì pretendi ì
Ginn, Del mio chiaro fereno
^uejìe gemme fon figlie
Nett. Ma cornette nel fieno
Sol de le mie conchiglie
Giun. Sonruggiadofi humori
DaP Aria difiillati,
DaP Aria congelati
Sù Matutinì albori
Nett. Ma dal Mare hanno ipregi
^efie cadenti filile,
eh’ egli ad ejfier firtille
Gemme, e pompe de Regi.
Giun. Da mè fin concepite
Nett. Per mè fin fi pregiate
Giun. Permè fola fin nate
Nett. Per mè fiolfin nutrite,
Auvanzatafi la contela trai’ Aria, e T Marc, Ibttentrarono gl’ altri
Elementi, e tutti li 4 Choriinfieme, con ftrepitolò, ma ben ordinato
concerto di ilumerolc voci à Ibftener le pretentioni de lor principali.
«j Nodrice
1 rP è P Aria, e no ’l Mare*
E Nett.
]Vetr. 1
Son /’ onde
Bcrec:
\Feconde
e lor
-, \dì gioie si rare,
Cho. J *
Nctt. ^^Pur troppo fon chiare
Giun.j/i? nojire ragioni,
Nett. In vano foppuoni
Giun. ^ torto contendi.
Vu 1 c. 1 a C armi sù,sù
Giun.l operi
Bere, j” Guerrieri,
Nett. J Nel vofiro valore
Ripojìo è E honore
De voflri Elementi
E 2 Doppo
/
Doppo la partenza di quefìi, fece fentirfi di nuovo la Fama lufin-
gar non meno con la dolcezza dellafua voce il Teatro, che T animo de
combattenti con la fperanza del premio.
All bora quella gran Mole de gl’Argonauti rivolta la prora con placi¬
do moto, come fe veleggialTe nella maggior tranquillità del Mare_j,
portando con sé gl’applaufi di ciafeuno, s’incarnino à ritirarli da una
parte del Teatro, imponendoli nell’ilfelTo tempo dalla Fama, eda
gl’ Argonauti il darli il legno della battaglia.
Fama. [Di timpani, e trombe
Chor. j 11 tutto rimbombo
d’Arg I in bellici carmi ;
[A' la pugna, à la pugna, à T armi, à /’ armi,
TU mi i^Conte Ferdinando
J nodiSprinzenftein. S.M.C.
'(Conte Giovacchino Slavata, j
t Conte
rConte Carlo di Waldftein» ] ^ ,
ìli: iConteFrancefco di Lodron. iCamerieri
SS:» iConteGiacomoLesle, idiS.M^C^
[Conte Maffimiliaiio diThunn.j
Con girello di broccato d’oro, e d* argento bardato di pizzi fimilis
fopra di cui cadendo in più parti divifa la fopra vefte Iparfa d oro, di
p eri e, & altre gioie con ricchiffinio manto, che k ca(^va da gl nome-
ri, rendeva una grave, e dilettevol pómpa, dell iftelli addòbbi fi ve¬
devano bardati li lór cavalli, reggevano con la finiftra un rilucento
feudo fórmatò di talchi à fquamme,e contornato di frangie d oro,nel
cui leno con ricamo di cannutiglia conforme s inalzava 1 Aquila Im¬
periale,l’ondeggiava sù bricco cimiero un vaghilflmo volume di pe¬
ne bianche, & azurre, fi ben dilpofie fra loro, che figurando urt Ciel
fereno, in cuilpuntallero i prinii Albori del giorno, annunciava¬
no vicina la comparlk di quel Sole luminofo di gloria, che rifplende_>
in S. M. G. Venivano ferviti da 8 ftaffieriper ciafeuno, dell’ iftelfaj
divifa, che havean tutti gl’ altri Cavallieri di quello numcrofo cor¬
teggio, à i quali elTehdo fiiccelTitrà l’ali delle guardie 20 lachè ; ve-
lliti di tócca d’argento, con calza à taglio formata di trine d’oro, del¬
le quali con altri finimenti havevan pur tutto V habitó fregiato, cori
fodre, e fotto maniche di tocca d’oro con reticelle limili, e berretto
di vaghe pennacchiere compite, fi vidde poco dopposùl’ gran limi¬
tare del Tempio ricevendor adórationi da tutti ì cori, comparirei!
fouranÓ MONARCA, rapprefentando il fuo A V G V S TISSIM O
Genio,nella forrna più propria,che ranticoh allo fapeUe éfporré,qua-
liNume terreno, à gl’ occhi di Roma la riveritaMaellà defuoi più glo-
riofi Regnanti; Haveva la fopra velie di broccato d’argento, tutta
fcintillante d’ oro, perle. Zaffiri, Smeraldi, è Diamanti, & altre gioie
d’inellimabil valore, delle quali fi vedeva con alto ricamo fupeiba-
mente addobbata,che dal fianco ili tre órdini di DrappeUoni dillinta,
con finiménti di grolTiffimé Marghérite,maggiori anche di quello ;
chefiemprol’ egittià Regina, le fcéndevasù F ricchiffimo girello d’
argenteo drappo con finimenti di pizzi d’òro, i piu pretiofi, che van¬
ti il lulfo moderno, onde parca che in un Marc d’ argento fi follerò
portati à fluttuare tutti i Tefori del Mondo 5 di fimiglianti faldiglio
veniva ricoperta la metà della manica, che à ragione fallofà fi gonfia¬
va, nel vederli in tutte lefuecrefpe trapunta di ricchi gioielli ; conJ
fotto maniche di finiffimo billb cadente, tutto regalato all’ intorno
delle punte piu lliraate, che fappian fabricare le Minerve dell’
Di gemme piu pretiofe compofto le i-ifplendeasù 1’ AuguftiiTimaj
fronte r Imperiai Diadema, Ibprail quale tremolando peri’ eUré^
ma finezza un artifiziofocorapofto di candide piume, diftinte da_*
alcune di color celefte in brevi fiocchi inanellate, davano à credere,
che la Triforme Diva vi folTe col iìió Cielo diicefa,per arricchirli di lu¬
ce, afiài meglio, eh’ ài raggi dii ebo, ài lampi, che folgoravano da_.
tante gemme infieme raccolte 5 le Icendeva dal Tergo aggruppato à
due telle di Leoni d’oro regalati di gemme,un Manto di drappo can-
didiffimo, e d’ oro paflàto, cón aureo pizzo all’ intorno, che T have-
rebbeaccrefeiutaMaefià, fepiu Maeftofo di quello, che fi vede for¬
mato dalla natura, potelTe renderfi quell’ A V G V S T O fembiante.
Teneva nella delira lo Scettro d’oro gioiellato, è pronto à impugnai?
anche il ferro, ove il Tempo lo richieda. Io follencva sù f fianco, ve-
ftito d’argentee ipoglie, e tutto leminato di gemme,con^ impugnatu¬
ra d’ oro in fembianza d’Aquila, che Gieroglifico dell’ Imperio, dava
a divedere, che quello non pub meglio riiplendere, che nell’ efiènj
follenuto dà gl’A V S T RI A CI MonarchijRicchiffìmo calzare ad’ u-
fo degl’ Heroi tutto gioiellato,ricoprendoleparte dellacalzetta,che_»
di color di perla lì diramava da un’ intiera, le feendea riverente àba-
ciarle il piede, lotto di cui li pregiava divederli humiliato il Fallo hu-
mano, raccolto in una llafFa d’ oro, tutta tempellata di gioie, corri-
fpondente allo fprone, & à tutti li fornimenti del feroce Corllero.che
fe ben ofeuro di manto, chiaro per li alta fortuna di fervire à S. M. C.
Nobile d’ aria, fuelto di fianchi, pieno di groppe, breve dii ella, e d’
occhi vivace, tutto brio ne i movimenti, e tutto fpirito ne i falò, era fi
graziofo, e fi fucilo, fi agile, lì obediente, e fi pronto à i cenni, che_>
portandoli Nomedi Speranza,la toglieva ad ognìaltro d’arrivar già
mai à poterlo eguagliare, non meno nella belladifpofizione, che im.
li perfette qualitàr Ergeva sci la fronte un numerolb progrelfo di piu¬
me candide, e azurre, fono di cui, arricchita d’ un lucido gruppo di
gemme, la fua candida llella, ralTembrava il benigno Pianeta di Ve¬
nere, alfhor che sùmatutini albori rellafolo ad arricchir il Cielo del
fuo bel luraeì L ambiva, e non mordeva il morfo, fabricato non di ri¬
gido ferro, ma d’ oro lucente fmaltato di gioie, che tale è anche quel
freno fi loavejche tutto gioie, e contenti vien riverentemente baciato
datanti regni, che dall’ ifiellb fon retti fotte quell’ A V G VSTISSIMÀ
deftra; d’ egual pompa fornite comparivano le fue ingegnofe barda¬
ture di lama d’argento, con varijrabefchi, e fregi d’oro, e di gioie,
trà le quali fi follevavano dué Coróne imperiali di rilevato ricanto,
onde cadevan vari fcherzi di Zendadi d’ oro, e d’ argento con galani
cilefiri legati con gruppi di perle, & altre gemmé, fiben compartito
il tutto
ìr^tntanJa ilfno numerai to^on, domi LàuMiert-, che Tijutrmo altri Hem dei C^art-j^Jtrtaà, ^ntt Ja!‘ Carro iella 5\ona conJìtc accanii
o'nperial 'SjfiJenza. di Vienna, jcr le fvr Attpuftiffime 'JVozxe i^ùntrlto.
‘ta nel magator Li
'Hiy.i'.C.M.mi it i/»
,
Oilfmiae ^ojta 'dal iy Catucci . .l/i l. -.djlZ. Crii .
41 tutto, è con fi aggiuftato difegno, che folgorando ad ogni tnotó, lu-
fingavano non meno la villa con laloro bellezza, che 1 àbbaglialleró
con r eccelli va luce. Mà il fuperbo Deflriero, benché potefle van-
tarfi di portar un doviziofo Perù’ d’oro, e di gioie in fi pregiati ad¬
dobbi, nulla flimava (|uelle pompe in paragóne del pregio, che fe li
doveva,mentre pitivigorolo d’ Atlante, fenza vacillare lotto ùtu
pendoli gioriofo, follènéva tutto il Cièlo dell’ Immane grandezze, à
cui pareva, che tutte l’Indie dellinatè a lervirè all iA V S T R1A C A
Potenza, fuifeeratefi de più ricchi tefori, glel havellero tributati iim
il grand’occafiono» ,= . ^
Così veniva 1’ AV^Qì^STlSSlMÓ CESARE in lembian-
za adeguata alla fua Grandezza, e con aljietto proprio del fùo altilfì-
mo fiato, fpirando gratia,e Maéfia, fi difpófio nella perfona, e fi ama¬
bile nelle maniere, che non girava fguardo, che noli feminaffè affet¬
to, non faceva moto, che non raccogliéfle applaufi. Era fcrvóto alla
fiaffa dal fuo Cavallerizzo con un compagno, l’uno, e 1’ altrò in ha-
bitocorrifpondenteàfi pompófo corteggiò, con 24 Pàggi della pri¬
ma Nobiltàd’Europacórthabitinella forma lolita, mà di materia^
piu bella, e piu ricca, eifendo di drappo d’ argentò ricoperto di trine
d’ oro, le quali cadendole dal fianco con mlmerofe lifie, compivano
una calza intera con fodra di telàd’óroj dell’ific^Tàqua}itahaveva-'
nQ le berrette, con fuperbi fuòlazzi di penne bianche,& azurrejbran-
divano con la delira argentata Zagaglia, fofienendo nella finifira_i
una targa rilucente, limile à quelle dèi Cavallieri, che precedevano)
con qualche varietà nel difegnó. ,
Chiudevano quell’ ordinanza dai lati 6ó Prabanti veftiti allà_i
Suizzera di tela d’argentò, giiérnità d’oro, e bizarramente frappata
per feoprire in vaghifflmi fiocchi le fotto fodre di tocca d’ oro con_.
berrette, e piume fimili, còli le lor armi di luminofo argento, guidati
da due offiziali, che riccamente vefiiti conforme la lor cOnditione ) sù
ladivifadegl’ altri, le marciavano alla fronto.
Nell’ ifiellà forma di S.M. C. rapprefentaiidò altrettanti Geni) di
CESARI AV'STRIACI lèguivano fopra Nobili Defìrieri cofi-*
bardature conformi gl’
[ConteFerdinàndodiColoiiitsc.
iConte Carlo di ScilFtemberg.
Ill;"’‘^Conte Francefeo Agoftino di; Camerieri
SS: ri Waldftein. di S;MiCi
ConteSigifmondo diDietricch-
llein.
G 2 Conte
fConte Carlo Cauriani
Marchefe di Grana.
Conte Chevenniller.
Ili:'"* Conte Maffimiliano Brainen Camerieri
SS:” 'Conte Venceslao di Altham. ^di S.M.C.
Conte Ferdinando di Harrach.
Conte Kinsgìii.
Conte ChriftoForo di Altham.
Serviti da 8 Staffieri per ciafeuno con liurea di concerto col rimanerti
te della comitiva. LaNobiliffimapréfenzadi queffi Cavallieri coru
raggiuftatalindura degl habitiricchiffimi, che tutti Ipiravano Ma¬
gnificenza, e grandezza; unita ai Diadema imperiale, che tutto
gemmato gli cingeva la fronte, & all’ aureo Scettro, che bran¬
divano nella delira, li conflituiva nell’ afiblutb pofTelTo della..
Monarchia de cuori, tra i quali anche quegli, che fi vantavano
d’ eflèr liberi dalla foggettione amorofa, correvano à tributarli
r homaggio de propri affetti, Venivano leguiti da un pompolìffi-'
nioCarro, àcuifirailgià mai non fi vidde dall’ antica Roma ne più
luperbitrionfi de fuoi vittoriofi Guerrieri. , Queffà Mole d’ altezza
di piedi i 2,e di circonferenza 6 5.che perNobiltà di difegno, per arti¬
fizio d’intagli per varietà di figure, e per ricchezza d’Ornamenti, fe
beni’ultima nella comparfa, poteva degnamente afpirare al jprimo
honore nella lode, rilìalendeva tutta luminofa d’ oro, e folgoranto
di gemme, tramezzate d’oltrainarè cori drappelloni di rafò azurro
regalati d’altiffimb ricamo d’ oro,e di gioie, e tutto in fi rara guifa di-
fpofl:o,che il pregio della materia era vinto di gran lunga dalla fingo-
larità del lavoro,veniva tirato da 8 candidififimi armellirii,4 per frón¬
te, tutti addobbati di bardature di laftrad’argento con vaghiffimi
fiocchi, e finimenti d’ oro, e di gemme con lo sfarzo di fuperbè pen¬
ne sù r elevate teffe,che,infuperbendb della lor forte,fcotean per fa-
fìo le chioma, e cori fonori Nitriti intimavano ad Eto, e Piroo 1’ ar-
renderfi nella contefadelPrimato, mentre conducévario nort quella
Face del giorno, che bora fOrge, ed hor cade ; ma una Lampa Itimi-
nofa, che trai’humanc vicènde già mai non tramonta, efiendo talo
la Gloria, che affifa fi vedea sù 1’ Carro fopra un Trono elevato, bu¬
ffando fenz’ altre irifegne à riconofcerla per tale; il vederla, qual
fempr’ è ff ata, indivifibil feguace degl’ AVSTRIACI Monarchi.
Era veftita di candido drappo con Manto dell’ ifteflb, tutto ricoperto
di gemme, fopra le quali pareva, che Giove, come già in grembo di
Danae,
Danae, foffe diluviato in pioggia d’oro,così riccamente trapunti fpic-
cavano ifuoi nobiliffimi fregi; Era accompagnata da un Choro di
Virtù Hcroiche,che effendo proprie doti dell’ AVGVSTISSIMA
Cafa, dimoftravanola lorgrandezza nella Magnificenza degl’ habi-
ti di broccato d’oro, e d’argento tutti Iparfi di gioie, che 1’ accrefcea-
noàmaraviglialofplendorc. 2 4laché, deir iftcfla divifa de gl’ altri,
circondavanoilfublime Carro, feguito da 4 gcnerofi Cavalli vaga¬
mente bardati, che tutti fpirito.e forza,anhelando di gloria, e brillan¬
ti di giubilo nel vederfihonorati di Icrvire à quefta nobiliffima pom¬
pa, efultavano con ben difciplinarifalti lòtto laMaeftraMano d’ al¬
trettanti periti Cavallerizzi, che bizarramente veftiti d’un petto con
fue faldiglie di telad’ argento à foggia di fquammc contornate d’ oro
e fiocchi cileftri con girelli di tocca d’oro, tutti fregiati di pizzi d’ ar¬
gento con lotto maniche limili, e vaghiffime piume in tefta, feguiti da
16. Staffieri, lèrvivandi retroguardia al Carro luminolò della Glo-
ria_%
Con quello pompefo corteggio, che oltre a i Cavallieri, in lì
gran numero, nei quali non fivedeano, che addobbi de piu preziolì
Metalli, e delle gemme piu llimate, era compollo di piu di 3 00 perfo-
ne, che, tutte con ricca divifa d'argento, e d’oro, lèmbravano tantcj
Minere, che animate dal defideriodi Icrvire all’A VG V S Tl S SIMO
C E S A R E, lo feguilfero, per effer pronte à contribuire le proprie vi-
feerc alla Magnanimità de liioi generofiflìmi fpirti,paireggiò la M S. il
Teatro, riverita co l’inchino della fpada dalli Cavallieri, che in bcl-
liffima ordinanza difpolli, formavano degna Corona à fi Macllofa_5
comparlà, e terminato il giro, fi portò dalla fronte del Teatro per dia¬
metro là dove r AVGVSTISSIMA SPOSA flava godendo di
fi degno fpettacolo,& ivi, come nella propria sfera de fuoi contenti,
cflendofi pofato, la Gloria, che nel feguirlo, piu gloriofa fi rende, ar-
reftato il corfo,& accompagnando la voce al fuono, fi lenti rapir gl’
animi de circondanti con la foavità di quelle Mufiche Note, non mcn
diquel,chefiafolitalufingarcC) fuoi dolciflimi incentivi gli fpkitipiu
grandi-
Gloria. Jh quanto è 'vano
Il fajìo humano
Sen'^a Virtù i
Cade, e languifìe.
Manca, e jfarifee.
Ne appar mai più
rifteflo concetto venne confermato dal pieniflimo Choro delle Virtù
Heroichc-?.
H Gh:
Ch;di| Gloria fallace.
Virtù j ^J4af fugace
Lampo / en và,
La Gloria vera
Con nofra Schiera
Solo f dà
All’ hora la Gloria dando piu cfatta contezza de gl' AVGVSTISSI-
MI GENIIj e della cagione ben degna della lor venuta,invitò gli Gl-
vallieri della battaglia à fefteggiarne con loro,ben cflcndo ragione,che
per si alti, e fortunati Himcneifivedeflcnellefquadrcdi tutti gl’ £le,
menti giubilar T Vniverib.
Gloria. Tra quefi regyJpirti
La Gloria, e la Virtù tengon la fde ;
^gejìi, eh' ogrl altri eccede,
É' quel Genio fubUme
Del' AVSTRIACO Monarcha, al cui valore
Si ri [èrba dal Fato
De le PERL E piu belle il primo honore,
AlP hora che ingemmato
Di REAL MARGHERITA,
Del Cielo unico dono,
Splenderàfouragl altri il fuo bel Trono.
E quegli i Genij A VGESTI
Son di fu a chiara Jìirpe,
Che def inaia herede
Del famofo Tefiro,
Che conquijìò Giafone,
Col Montipreziofo
Di queflo FELLO D' ORO
Riconofeer dourà I opre piu degne
De novelli ARGONAFTI,
Al cui faper cammefo
Di Nemiche tempefe in onta, e fcherno
Sarà de la gran Nave
De la fua Monarchia /’ alto governo ;
CeJJi dunque ogni lite
De i difeordi Elementi,
E voi depojle /’ armi, e gl' odijjpenti
Cò Genij A FSTR lACI à fejleggiar u unite
Per sì lieta novella.
Che de le PERLE Eoe
Ogni
pregio, eJplendore
Sia per ejfer accolto in così bella
HESFERIA MARGHERITA,
Che deve al gran LEOPOLDO
Col nodo d' Himeneo vederJt unita-,.
Onde le VirtùHeroiche riconorcendoper il più degno feftcggiartìenta
1 ingegnofà invenzione del Balletto à Cavallo j lo ptopofero CollUd-
no di quelle voci.
J L FINE.
Terza. .
va,n H , il
V!-V'