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LA CONTESA

aria, e DELL’ AGQ.VA


festa a' Cavallo
R appresentata
VELE AVGUSTISSIME NOZZE
delle
5ACRE, CESAREE, REALI
M. M.
DELL'IMPERATORE
^EOPOLDO
E DELL'
INFANTA
ARGHERITA
delle SPAGNE.
Inuéniafài e defcrkf/U
da FRANCESCO SBARRA
CONSIGLIERÒ DI SVA MaESTa' CESAREA.

A n- AT VIENNA D’ AUSTRIA,
appreflo Matteo Cófrnerovio, Stampatore della Corte, f Anno 1667.
ALLA
SACRA, CESAREA, REAL
MAESTÀ
DELL'
IMPERATILICE
ARGHERITA,
CONTESA DELL' A¬
RIA, E DELL' ACaVA, fo-
me Jì riconofce finàlmente termi-
nata /otto i felicijftmi éul^ìci^ del
gloriofo Nome di V.S. C. R.M ; così mcht^
àlT iflejjo ha fommamente ambito di reflàr hono¬
rata net ejporjìagli occhi delAdondo fui Tea¬
tro delleflampe, ficura di non poter meglio compa^
Tire\ che adorna diJìpretiofa MARGHERI¬
TA; la quale com’ ha veduto con tanto gujio^ nel
a i
"'g VsSS“e
Mouniverfdkper lefue A V U V b 11
Nozze, Jpero che fia per aggrdàme l effigie dh-
hoz&dtd in quefii fogli, che qudl dmota,feben-
rozzdtdvoletta, come d mio Nume ‘Tutelare reve-
rentemente le confacro in Voto, mentre a V.ò. C.
R. M. profondiffìmdmente ni inchino.

D.V.S.C.R.M.

Humilijr Devotìjr Oblìgr ^ OJeqqr Ser^uo

FRANGEseo Sbarra.
Rà le piu Nobili demoftrazioni dellepubli-
che allegrezze, con le qualiè folito il Mondo fo-
lennizzare gl’ auventurofi fiicceffi, tennero Tempre
il primo luogo le Gioftre, i Tornei, & altri limili
armeggiamenti, ne i quali, imitandofi con lo fcher-
zo delle finte contefe la ferocia delle t^ere battaglie,
fi vede Tiftefla Guerra deporre nel giubilo univerfalele fue fpo-
glie funefte, & addobbata difefireggianti divife concorrer tutta pla¬
cida, e lieta ad efultare con Armi innocenti in grembo alla Paco.
Mal’ acutezza di quegl’ ingegni fpiritofi, che fiorirono in’ ogni tem¬
po nella vaga Metropoli della Tofcana, che perciò fé le deve meri¬
tamente il Nome di Flora, doppo haver ricliiamata allavital’arto
meravigliofa del Pennello, già per molti fecoli fepolta nella Tomba
dell’oblio, ridotta alla Tua antica Maefl-à, e perfezzione l’Architet¬
tura, dalla barbarie dei tempi auvilita, e poco men, che difirutta, in-
fegnato alla Poefia il Tofcano linguaggio, fcoperte non meno in Ciel
nuove ftelle, che in Terra nuovi Mondi, & inventata nella Mufica.»
un’ altra Maniera, che imitando il Naturai difcorfo, fenza toglier-,
punto della Tua intelligenza, efprime meravigliofamente gl’affetti,
ha di più aggiunto à queffi generofi elTercizij dell’Armi il maggior
ornamento, che potefTegiamaiefcogitarfi, mentre hà faputo erudire
i feroci Corfieri ad emular fotto Maeftra mano le dcftrezze, cdifi-
nuolture delle meglio effercitate danze con tal aggiuflatezza di figu¬
re, e di pafll regolati al Tuono di Mufici inftrumenti, che più, non po¬
trebbe aTpettarfi da un ben ordinato Balletto praticato dai più pe¬
riti con tutte T efquifitczze dell’arte. Coll riconofciutala Corte del
Scr:*"" Gran Duca per la vera Tcola de gl’ efièrcizi; CavallereTchi,
non è meraviglia. Te viene anche richiefta dall’ altre à fomminiftrar-
ne direttori, e Maeftri per fimiglianti funzioni. Onde S MA MAESTÀ
CESAREA, che tra T altre Angolari fue doti poflìede un ottimo gu-
fto in tu tte le Materie, rifbluta d’introdurre tra le pompe maggiori
delle fue feliciflime Nozze quell’ ingegnofo, e Nobil fefieggiamen-
to, e di qualificarlo al maggior fegno co T intervento della Tua A M-
GMSTISSIMA perfona , doppo haverne incaricata la fopra in¬
tendenza all’111:"’" & Ecc: " Sig:'' Conte Gundacher di Dietriflein,
fuo Cavallerizzo Magg:'®, e ConCgliero di Stato, diede ordine, che
A fifa-
fi facefTevenird’ItaliailSigi.Cavalier AleiTandro Carducci Gentil-
huomo della Camera del Sereniir;'”‘‘ G. Duca, edel Ser. Fienupc.,
Leopoldo di Tofcana, che alle fue qualità riguardevoli aggmngcL.,
unaperfettiffimamtelligcuzanonfolodifimilieirerazq mad ogn
altro fpettante alla Gimnaftica, accio egli fiotto 1 autorità & appi o-
vazione di S.E. fiopraintcndcndo alle machine, & a gl habitpoidi-
nalTe e dirigefle tutte quelle operazioni Cav^allerelche, che ihmaliC
cfipedienti per render confipicua fi celebre Fella, per la quale conve¬
nendo trovarli un l'oggetto Heroico, e proprio, e che porgeflean¬
che il modo cb r inveiitione, d’arricchirla di machine, e di numeio-
fie, evaghecomparfie, perrapprefientarlacon la Magnificenza e gran¬
dezza dovuta, si compiacque S. M.C.d’imporne la cura alla debo¬
lezza del mio ingegno, come anco di fipiegarne co verfi il racconto,
per dovere ellèr poi quelli animati dalla Mulìca del Sigv Antonio
BertalifiuoMaellro dìCapella,l'oggetto di primaclalfie, che fiegna-
latofi per la fipazio di 42. anni nel continuato fiervizio di tre A v-
GVSTISSIM.1 Cesari, ha fatto conolcerc in quella funzione, a
chefegno arrivil’ eccellenza delfino valore.
PerlafabricadelTeatro, e delle Machine fu chiamato da Ferra¬
ra il Sigir Carlo Pafetti Ingegnerò famofio, e che refofi homai celebre
perle fue raeravigliofe operazioni ne Maggiori Teatri dell’ Italia...
non Inficia, che la nollra età invidij gl’Archimedi, e gl’ Architi à i fe-
coli decori!.
J1 Maggior Cortile della Refidenza Imperiale, che per lo fipa-
ziofio tratto di piedi 445. da Levante à Ponente, e di piedi 2 71. da.,
mezzo dia Tramontana maellofamente s’ellende , tutto cinto all’
intorno dalla Magnificenza di vallilTime fabriche , fù l’Arringhe
dellinato per una fella si folenne, ridotto in forma ettagona dal Sig:*
Pafetti, con Inficiarvi in mezzo un fipazio di piedi 385. per lungo, e
di 2 3 5. per largo, capace non meno per 1’ operazioni de i Cavalberi,
c per la comparfia delle loro comitive, che per lo palTeggio delle.^«
Machinc in grandezza, e quantità confiderabili.
Dalla parte Occidentale occupata dal Palazzo detto Neuburg,
fe ne portò avanti per lo fipazio di 60. piedi un limile, & all’ illeflb
congiunto, che per elfer fiabricato della medefima altezza, con Ar¬
chitettura conforme, fe ben finto, non si dillingueva dal vero 5 Te¬
neva dalle bande due gran Portoni, dai quali formandoli altrettan¬
ti angoli ottufi, principiavano li palchi di finto Marmo con ordino
dorico, rifaltanti dalla Muraglia piedi 18. in triplicati corridori di
ftinti, che abbracciando all’ intorno l’Arringo, porgevano modo ad
un’ infinità di fpettatori di goderla Fella con ogni commodo imma¬
ginabile.
ginabile. JI pollo inferiore con bruttura di pilallri, e volte à boz-
zi, fofteneva un piano più gentile, fopra il quale con fue ColonncL^
j, ribuitea debitadiftanza, si rcggevala cornice dellinata per bafc
ad una ferie di balaullri, che ricorreva d’ogniintorno, l'opra i qua¬
li lorgevano ordini numerolì di gradi, come pur cò l’ifteflò deeli
vio SI vedevano i fentali inferiori, che tutti andavano à termina¬
re con angoli ottulì verfo la parte Orientale in altri due limi-
ghanti Portoni, renando tral’uno, èl’ altro vaghiffima facciata^
di ben dilpoHcfcalee, che follevandofidalla bafe d’altezza di pie¬
di terminavano fopra le prime feneftrc del Palazzo , confor¬
me pur erano anche 1* altre , che ne i corridori di fopra circon¬
dando il Teatro, s’ univano con aggiullata limctria alla vaghez¬
za de NobililTimiedeficij, che gli fanno corona. La difpolizioned’
un Teatro fi ben’ intelo, & eretto con tanta Magnificenza, era per fe
liellà ballante a formar nell elpettativa univerlale gran concetto
della Fella, quando fenza paragone molto maggiore non T havelfe
prodotto il laperfi, chedovevaintervenirmi! Maggior MONARCA
della Terra con due Ser:-' Altezze, & altri perfonaggi, e Cavalieri
i piu qualificati della fua Corte, ondeapenaljauntc) il giorno prefif-
fo à così gran fpcttacolo, che fi vidde il Teatro occuparli dalla prim
Nobiltà della Germania, e d’ altre Nazioni concorfe da varie parti per
godere nell’AuguflilTime Felle i Magnanimi effetti della generofità
d’un C E S A R E.Le gradinate piu cofpicue,e le fenellre del Palazzo,
che oltre a quelle renavano occupate dalla llruttura dei Palchi, e da
gl’ordigni delle Machine, rifpondevano fopra 200 fui’ Campo,raf-
fembravano tanti Cieli, elfendo ripiene di belliffime Dame, che qua¬
li altre flelle fcintillando cò raggi de gl’occhi,folgoravano co lampi di
quelle gioie, che per vederli collocate ne loro fuperbillimi addobbi,
tutte liete, e fallofe rifplendevan più chiare del folito. Così lumino-
li quegl’Aflri di bellezza, compartivano vari) influffi, riguardan-^
do con afpetti, ò benigni, ò contrari], chi procurava nel contemplarli
d’indagare il pronollico delle fue fortune amorofe, quando per dar
il compimento a quelli Cieli con la comparfa del Maggior Luminare,
li vidde a punto dalla parte d’ Oriente forgere il SOLE ciò è a dire
laMAESTA' DELL’ A\^GMSTISSIMA SPOSA,da cui
potenti reflellì fuperato ogn’ altro lume,llimò fua gloria rellar fepol-
to in quell’ Abilfo di luce, onde ben all’ hor si comprefe la vera cagio¬
ne , che haveva perfuafo à partirli in quello dallo llile praticato no
gl’ altri felleggiamenti con rapprefentarlo di giorno, non elfendo
polfìbilc, che la Notte ardillcfpiegar giamailefuc tenebrofe infegne
a fronte di quello SOLE, dalla cui luce abbagliata la deboi pupilla_.
A 2 del
ctó..pez.atodiporpor^
diquello,oves affacciai
miato alle ftelle, compara . • rr e n NORA, e MARI A
ONORA. =1= Sere»AroducheffeELEONOK ,^^^^

PE^WALE eGO NTAGHEfnon ardilo rcRringere in poche

lezze, perche P , ^ defcriverfi dalla penna, inhabile,


pX:l“?òS‘pt^ dfd'ogn'a.rra,a^po.ergm„gc..

««> Slioccid del Teatro

;kbi4;s=3g3H=ilS
tadiMerlo d’oro, econriccaliaràad Aigen^^^^^
richiamare da un numerofo concert T^rra 1p Meravialie_>

SdSurg'X—

tifizio; eraqueftaMachina di circonferenza piedi iSo, e 28 d ai


tezza &: in s?vafto corpo non si vedeva, che oro divffato di poi poi ,
fcherzavanefuoifianchiun’infinitàdi ftatue
duftrc Mano meravigliofamentc fcolpite, con fregi,
Mafchare & un ordine dibalauftri, che nella parte fuperiore la co
ronava tu’tto pur dell’ ifteffo Metallo i in fimigliante forma arricchite
rifplendevano^laProraarmatadiforte,eriecofperone,elaPoppr
fuWimequafiTrono Reale maeftofamente architeuata Di pom^
non inferiore corrifpondevano l’Antenne, le Gabbie il fanale 1^
farte, le vele, e l’infegne con quel piu, che poteva defiderar p
redarla perfettamente, la corteggia,vano 3 o Tritoni, ricopert
azzurre fcagiie lumeggiate d’Argento, con capelliere d alga e
gi di coralli, e conchiglie, con buccine nella deftì
le curiofc figure di quei Moftri Marmi Quefto raaravigUofo Vaffcll
rifili TStJiC

, ^ I I r II. I
AjU|àMAlAyÉ&
dall'diiet ^^'0^1'^, ’^^d^p}orulo^iintcc'.'MoIi 'lenente li*
'^jua, 'jècm/a l^ìa ‘Tetta,Jliidaia i ìtà^àd^^mTtltii \or y^othle aell- Jm^cnak I(^idenza. l,^ir ì^u^ujhjjimjd^e'
jua, conitiir'a

Ciìt!i f^ill'i/in.V.ltll>
per efTer fabrìcatoconla perizia maggiore, che fappia praticare il Ma®
gifterò Anglicano, fi faria creduto venir dall’ Oceano fettentrionalej
fè nel vederfi tutto luminofo di' varie ftelle, cheT adornavano,e per T
A V R E O V E L L O, che tra gl’ òftri fpiegava non meno per’ ih-
fegna, che per trofeo delle fue chiare impréfe, non fi fofiè ràuvifato
per quel gloiiofo Naviglio, che primo d’Ogn’ altro cimentatoli con_i
l’orgoglio de fluttfe con l’ire decenti,doppO un còrfo felice approdò
finalmente alle rive delCielo,dalle quali fpiccatofi àdellb per cagione
ben degna, fe ne veniva co fuoi famofi Argonauti nella forma piò
propria, che fapelTe rapprefentare l’antica Grecia i piu celebri He-
roi, benché, nè quelli, nè meno la quantità de Marinari, che tra tutti
eccedevano il numero di 6o. non vengano dimollrati dalla llampa_»
in rame, difettofain quella parte, come pur fon’ altre ancora peli3
nonhaver potuto alTillervi il Sig:'’Pafetti impedito da piò impor¬
tanti applicazioni. Giunto > chefù in Teatro lollcllato naviglio, co¬
me fe folfe in Porto, fi vidde fubbito una parte de Marinari accorrer
pronta ad ammainarle vele maggiori, mentre intenti al lor minlfie-
rio altri ilavano sò le Gabbie, altri alfillivano al timone, & altri per
varie urgenze fcorrevano fpeditamente d’alto a ballb, e da baffo in
alto peri’ aereo fentiero delle fatte con’agilità e franchezza indici¬
bile 5 e doppo haver veleggiato col trinchetto buono fpazio all’ in-
tornó,effendofi fermato in mezzo 5 unafemmaalata, cheàPoppa
rifedeaconhabitodiDamafcóbianco,tutto fparfod’occhi, d’orec¬
chi, e di lingue trà vari] ricami d’oro, e di gemme, cOn’ aurea Trom¬
ba alla mano, rauvifata per la Fama, con voce chiara, alta, e fonora_,,
quale appunto si conveniva à tal perfonaggio, divertì dà ogni altra
applicatione i fenfi del Teatro alla dolcezza del fuo canto publican-
do in quefta guifa il foggetto della Fefi:a_ii
Fama. Da gli ftelhti gM >
O ve £ eterni lumi
^ejìa Nave ìrnmoHal ricca ìtìjplende,
Sù le rive del’’ Ifiro
Cò famofi Argonauti hoggì dìfcende i
,Qj4efii gld Arbitri fono
Di queld alta Contefa,
Che tra PARIAMO tra /’ AC^A
Novellamente accefiti
Non deve in altra guifa,
Che alTribunal di Marte, efferdecìfa;
^eflo farà P Arringo, é in quejìo in breve
E P una, e P altra deve
< B Con
Con numero p^efiffo
De piu prodi Campioni
Sojlener fue ragioni ,*
V elemento del Foco,
Cb’ é de ir Aria congiunto,
Con fua fquadra /’ ajjìjle s
E la Terra, ad borente
A la liquida sfera.
Le conduce in rinforzo armata Schiera >
Fer piu degna cagione
Non si 'vide già mai
La piu bella Tenzone ; bora da Voi
O magnanimi Heroi
SI appref ino del Premio a i Vincitori
I meritati bonari.

All’ hora gl’ Argonauti riconofcendofi di gran lunga fbpra^


uvanzati nel valore da quei Nobiliffimi Cavallieri, che dovevan de¬
cider con r armi la contefa de grElementi, uniti, e concordi, fi dichia¬
rarono d’efièr pronti à cedere à quei, che reftaflèro Vittoriofi, la_j
famofa conquifta del V E L L O D’ O R O..

Coro d’ Ar-1 In quejlo VE LEO D'O RO,


gonauti. ^fhe fù di nofre ìmpref unico fegno,
Hauran de pregi loro
Honorato Trofeo,premio condegno.
Quando la Fama, che tutto ode, etutto ridice,fentendodal
Tuono di belliche Trombe auvicinarfi le fquadre de i combattenti,
conia Canzonetta, che fegue, ne die deraguaglio.
Fama. Magiafento
Jl concento
De lor concavi Metalli,
Che di bellici tenori
Fà fonori
Eccheggiai, e Monti, e Valli,
Folgorante,
Fulminante
Già de P Armi io vedo il lampo.
Ecco arditi, e generofi,
Foderofi
Gl'Elementi entrano in campo.
E nell’
E neir iflcflb pulito dileguandofi T altro Portone della parto
Occidentale, fi viddero comparire le generofe fquadrigliej laprima
delle quali fù riconofciuta alla fua propria divifa , efièr quella dell’
Aria,al cui numerofo corteggio precedeva il Sig;> Federico Duhau-
toij gentilhuomo del Ser;"*" Sig:"^ Prencipe di Lorena c Tuo Stalmai-
ller, con habito cangiante di Lamiglia d’Argento, e di quel vagoco-
lore, che velie 1’ Aria sù lo (puntar del giorno, tutto rabefcato di can¬
nutiglie, e gioie con ricchififime reticelle d’oro, con falde, e fini¬
menti nell’ iftelTaguifa, regalate di penne divarie forti con berretta,
e piume corrifpondenti all’ habito , fopra un forte Deftriero vaga¬
mente bardato, e con fei Lachè dell’iftelTa divifa, indi da otto Pala¬
frenieri di fimil liurea, guidati a mano con doppi cordoni d’orofuc-
cedevano quattro fuperbiffimi Cavalli tutti ftellati in fronte di ricco
gioiello, intrecciati il crine di nafiri, e tocche conteftiera, emorfo
gemmati, in coperta fuperba di tela d’argento, e color d’Aurora, in
cui fpiccavano di ricamo d’oro, di perle, e topazi; una Fenice nel
mezzo, cinta di Stelle, che non invidiava la forte a quell’ Aquila, che
tra gl’ aftri del Cielo rifplende, con fregi fpaziofi,e rilevanti, e fran¬
gio, e fiocchi d’oro, d’ ogn’ intorno, e ne gl’ angoli quattro faccio di
Venti, che in vece di fiati fpiravano argentati raggi.
Venivano di poi cinque Trombetti, & un Timpano con unga-
rine di toccha dell’ ifteffo colore, trinate d’oro con fottomanicho
bianche fparfe d’ Vccelli al naturale, fopra Cavalli bardati nel mede-
fimo concerto, confuolazzi fimili pendenti dai lor concavi Metalli,
ai fuono de quali rimbombando d’ogn’intorno TARI A publicava
cf nfifirepitofa Armonia, qualfoflèil coraggio della fua fquadra.»
guidata dal Scr:”" Sigv Prencipe CARLO DI LORENA, che
accompagnando all’Altezzà del fuo Regio fangue gli fpiriti elevati,
fi moftrava degno campione di quel fublime Elemento, & auvezzo
a ritrovarli nelle Battaglie campali co piu formidabili Nemici, che
habbia già mai veduti, non folo la Germania,ma tutta la Chriftiana_j
Republica, accrefceva con la fua prefenza il valore ne fuoi feguaci,
eh’ erano gli.

[Conte d’HofFchirchen, 1

Ill-.rai {Conte Cazianer, ! Camerieri


iBaron FrancefoBrainer, ^di S.M.C.
[Conte Guilielmo diEttinghen,
B 2 Ili: mi
rCònte Ferdinando Ernefto d’]
Erberftein, [.Camerieri
di S.M.C
Sigi” Conte Coloredo,
^Conte Adamo diBrandais.
Tutti ad imitationedeSig:'- Prencipe armati di doppie piftollc,
cfpadagioiellata,comcpuredell’iftefs’armi gucrmte erano 1’ altre
fquadriglie. Cavalcava fua Altezza un generofo Leardo fparfo d
alcune macchie per accrefcerglivaghezzajcon fella di laftrad argra-
to, regalata d’oro, e di perle, con tdìicra^ e rèdini di concei to, ftafie,
e fieno d’oro. e che pregiandoli di fervir a si degno Campione dell’
Aria, ne portava!’ infegnenelle fue capricciofe bardature, compofte
di Nuvole d’ argento, travcrfate da una fafcia di varij colori a
glianza dell’ Iride,con varie faccio di venti tutte gemmate,fpiranti fi-
niffime tocche, che formavano felloni, fiocchi, e fuolazzi 5 ergeva^ su
la Telia un’ ondeggiante gruppo di piume, e sù la fronte una llelia^
formata divarie gemmeinfieme unite, mentre, o mordendo il fieno
per vezzo, olcotendo la chioma per fallo, o prorompendo ne lalti
per giubilo, ambiziofo di prolungarli la prerogativa della fua forte, li
moveva con lento, & orgogliofo palTeggio.
VellivaS. Altezza un petto rilucente tutto ricamato d’ oro, di
perle, Scaltre gemme, che rapprefentavano ne diverli colori coix.
buon difegno difpolli, la vaghezza dell’ Aure, eia varietà de i volati-
li,corrilpondentifaldiglie le fcendevano dagl homerifopra libraccio
ricoperto fino a mezzo di lama d argento , e color d aurora eou-.
maniche pendenti alla Greca del piu fino billbd Olanda, compito di
Merlo conforme ; da un cinto di brevi, ma leggiadriinme piume di
varij colori partendoli la l'opra velie divifa in varie malfai ette di
Venti di rilevato ricamo, eh’ ellalavano dalla bocca refpiri d ai gen¬
io, ed’oro, fcendevalòpra il girello, che ricamato di Nuvole coil.
pizziprezioli all’ intorno, era tutto di tela d argento, e color d
Aurora,feminato dillelle, quali che quelli occhi del Cielo, foliti a
ferrarli su F apparir del giorno, voleUero llar’ aperti anche a fronte_j
dell’ Aurora per contemplar le meraviglie di si Nobil comparla, dell’
ifteffa qualità era il Manto, contornato di merlo d’oro finiirnno del¬
la maggior altezza li ritrovi, che fcendendole dal tergo auvùnto a ric¬
co gioiello con galani d’Inghilterra, e raggruppato fu! fianco, rella-
va poi in dilatate falde vezzeggiato,e follenuto dall’ aure, che habita-
trici dell’ Aria, rendevano al fuo gencrolb campione quello, ollèquio
devoto,ad una calza intiera àproportione dell’ habito si cogiungeva
lacalzcttadi color d’aurora, ricoperta fin’alla metà della gamba, d’
argenteo
argenteo coturno, all’ ufo de gl’ antichi Romani, tutto rapportato d
'oro, e di gemme, e fopral’ elmo emulator del lucido usbergo, da cui
pendeva un sfarzofofuolazzo di toccha , contornato di ricchiffimo
pizzo, s’inalzavano in biondeggiantipiume, infegne dell aurora,
& in candide garze, colori dell’ Alba , le piu belle divife di quefttj
vaghe foriere'del Sole,onde da così bel mattino non poteva afpettar-
fi, che un chiariflimo giorno di gloidofifllmo applaufo a si pompofo
fefteggiamento. Da 12. ftaffieri con ben aggiuflàta liùrea al rima¬
nènte della comitiva,che armati di fulmini la delira in ordinanza ot¬
timamente difpofla marchiavano, era fervitafua Altezza, e dafeiper
ciàfcunoli Cavallierifuoifeguaci, li quali in conformità della mede-
fìnia riccamente abbigliati dell’ infegne dell’ Aria, accordando al tre¬
mulo moto delle leggieriffime piume la gravità del palfeggio, univa¬
no così bene al brio della bizzarra gala la Maeflà del foftenuto decoj
ro, che dai fulmini, onde erano armati i fentivano atterrarfi le più
inefpugnabili fortezze delle belliffime fpettatrici.,
Chiudeva quefta prima comparfa un gruppo di Nubi d’argento;
che oltre all’ artifizio, che l’haveva colorite, e difpofte, si rauvifava-
no per tali, mentre fenzaconofcerfi da chi prendeifero il moto cón-
ducevano afllfalbpra un Trono lublime la fiiperba Giunone, il cui
fatto veniva lufingatódallayaga figlia di Taumante, che veftita de_>
fuoi vari] colori, ricoperti d’ oro, e di gemme, l’inalzava per om¬
brella la pompa Trionfile del fuo bel arco, mentre all’ iftelfa facendo
corona le Ninfe dell’ Aria, con arredi efprimenti la lor condizione ;
24-GrifimeravigliofiinneftidellaReginade gl’ Vccelli, edelRèdelle
fiere, tutti ricoperti divelli, e piume d’oro, armati di fulmini gl’ arti¬
gli, si pregiavano di férvir d’ Arcieri alla grati Conforte ‘di Giove, che
d’oro coronata, efuperbamente veftita di Daraafeo azzurro tutto
tempeftato d' oro, di perle, & altre gioie, con manto bianco difimi-
gliante artificio arricchito, si faceva conofeere per quella temuta-,
Deità, non meno moderatrice dell’ Aria, che difpenfiera delle gran¬
dezze. La magnificenza,ericchezza di quefti habiti, e di tutti gl’altrl
in Teatro comparii, che al numero di mille, e trecento s efteièro cosi
bene aggiuftati, e con tanta proprietà difinimenti in ogni parte di-
fpofti, devonoriconofcerfidal buon guftodiS. E.ilSig."^ Cavalleriz¬
zo Magg.-^" con la finezza del cui giudizio s’ e regolato il Sig.' Cau.-^
Carducci, il quale sù l’invenzione, epenfieri fuggeriti dall’ Autoi^
del iuggetto,hàdivifato il tutto con tal diftinzione di colori, e dife-
gni, e con tanti ornamenti di gioie,guarnizioni, e ricami non folo ne
ipompofiffimi addobbi de i Cav'allieri, ma etiandio in tute le loro
èòmparfe, che ben hà fatto conofeere eiler quefto fpettacolo degno
^ C della
dèlia grandezza d’nn C E S A R E, ’c della fcgnalata occafione délìéJ
fucÀV^GVSTISSIME Nozzc_j.
Alla {quadra dell’ Aria feguiVa, come fua feconda, quella del
F O C O 5 la precórrevano in numero eguale all’ altraj conia fcorta_«
d’un Stalmaifter, li Cavalli a Mano in ricche copèrte divifate di fiam¬
me compofte di rubini,e càrbonchij con’ ima Salamandra hel raezzoi
con fiòcchi, frangie, piume & altre gale adorhati non men riccamen¬
te di quelli della prima fquadriglia 5 è con l’ifiefla quantità di Trom¬
betti, e timpani, é lèrVitù a piedi 51’habito dicialcunO era di formai
propWziònataalla fna qualità, ma tutto deirifielfa materia, ciò è
toc^di color di foco, guarnita d’ orò con finimenti, & alamari di
fiamme , e piume di color di foco. Conduttiero di quello lumihofo
Elemento era lo Iplendor dell’ Italia, chiaro non meno per gli èfferci-
ziidiMarte,cheper gliftudij diPallade, che tanto balla per inten¬
der, fenza efprimere il Nome, Fili."’'’ & Ecc.*”" Sig.'" Conte RAI¬
MO IS D O Mcntecuccoli, Tenente Generale dell’ armi di S. M. C.j
fuo Configliero diStato,edi Guerra, leiohormai si glòriofo per tan¬
te lue Militari impiefe in Italia, in Francia, in Fiandra, in Olanda, in_.
Germania,in Danimarca,in Polonia, in 7 ranfilvania, 8c in Ongha-
ria, ove con la famofa Vittoria ottenuta con numero tanto inferiore
di fòrze contro gli sforzi Maggiori della Potenza Ottomanna, fom-
jmerfe nel fiume Raab il formidabile orgoglio di quella gran Monar¬
chia. Onde à tanto Valore paffato per tutte le Cariche Militari à
quel fupremo comando, e raffinatoli à gUifa dell’ Oro per lo fpazio di
40 anni nel piu fiero cimento de Martiali ardori, era dovuto a ragio»

ne il ptirno pollo tra i Cavallieri del Foeo, quali erano gli

Conte Marzin*
Conte Bartolomeo di Starhetn-
berg*
Conte Caprara.
111:*^* Conte Giacomo di Brandais. Camerieri
SS'/\Baron Fràncefco Leopoldo di di S.M.Cs
Tierhaimb.
Conte SigifmondoTraiitmons-
dorfF.
Baron Emetto di Sciafftem-
. bergh.
Vefliva
V’eftiv'aS.E. unluminofovsbergó, fojvrà il qualepàreva, cbè fóflb-
roinondatiilGange,eF IdafpecondiluVijd’oro, e di gioic^ delle_>
quali fabricata una Fenice, àfpirava à rìnovarfi fòurà uri lucido rogo
d’ ardenti rubini, ed’acceficarborichij, e degl’ifteffi èran córtipofle
le fiamme, che lumeggiaré d’ orò, le ferpéggìavario dall’ horneró
fourà il braccio, ricoperto d’ una Manica caderite di firiiffimb biflfo
con punte fintili, e dal fianco le Icerideano fui girèllo di larrià d’
argento con rapjportidi fiarttmé nell’ éfiremità, teniiinata da uri’
altiffim'o contórno di pizzi d’ òro 5 fopra candida calzetta deri¬
vante da una intiera,non men ricca del veltitó,cal2aVa àrgetìtató
coturno, ricoperto di rubirii, & àltré gioie, e di fiamrne Intrec¬
ciate infième con cannutiglie d’ oro , e galani, e de gl’ ifteffi ad¬
dobbi era bardato il fuO generofo Cavallo, con fuólazzi di tócca.»
color di foco, e galarii di zendalo firnilè tefiuto a fiarrime d’argen¬
to cori Un gioiello di Rubini in fronte, da cui fòrgevari lé piu¬
me alla fua diviià conformi 5 onde tra taritó foco tutto infiammato di
generofi fpiriti,foffìandó dall’ ardenti nari, é dagli acCefi anh'eliti i
lampi, simoftrava non men defiderofo di portarli al Marzial con¬
trailo, che impatiente della dimora 5 Vn gruppo di fiamriie gioiel¬
late rifplendeva nella delira di S. E., é fiocco conforme le pèndeva
dal fianco 5 le pènné di color di foco, che difpofie cori nobil difegno
s’erges^an fopra una Salamandra, che gli ferviVa di Cimieró, imi¬
tando il tremolar delle fiamme , s’inalzavano tatìto, che pareva s’
incaminaflèro a ricóngiiingerfi alla loro sfera 5 Le pendeva dal Te r-
go fermato con gruppi di Rubini, e di perle un Manto di Tela d’a r-
gento cori preziofo pizzo all’ intorno d’altézza conforme all’ altro
della fquadra antecedènte , tutto iritéfiutó di fiamme, che, fuento-
iando con sfarzo, davano a divedere, che maggiormente pompeg¬
giano , quando fono agitate dal Vento. Teneva i 2, fiaffieri dell’
ificlla liurea dèi refio dalla fua comitiva gUerniti la delira di fiamme,
e fei per ciafeunó n’ havevan li Cavallieri fuoi feguaci, i quali nell’
ifieflà guifa di S. E. pompofamerite vetìiti, accompagnando la di-
fpofiezza della perfona a tante infegne di foco, defiavano ne piti
gelidi feni le fcintille amorofe ; feguiva di poi una vafiilTima mo¬
le rapprefentando il dirupato giogo di cavernofa Montagna, la.»
cagione del cui moto non poteva , fe non aferiverfi a qualche oc¬
culta forza di focofa elfalatione , che nelle fue vifeere racchiùfaj
si fupponeva,gia che l’aperto fiio fedo in forma d’accefa fucina^
co gl’ignudi, & affaticati fabri, lampeggiando di fiamme, si dichia¬
rava peri’ albergo del Dio del foco, il quale per’ auv aiorare con là
fuaprefenza li fuoi Campioni j si vedeva in piedi stila parte piu elé-
C 2 vata
vara del Monte, armato di pefante martello col Icguito di 24. Ci¬
clopi, che provifti deiriftefs’ armi, fpiravano dalla rabbulFata fron¬
te horrore, e fierezza. Era quefti tutto ignudo, folo ricoperto fui
fianco da un cinto di drappo negro con lembi ricamati d’oro, e di
moie in forma di fiamme con manto fimile dal fuo tergo cadente^
fino a terra, con borzacchini d’argento regalati neH’iftelTa forma_,,
ondeparea, che anche le gemme à gara col biondo Metallo preten-
dcflerod’acquiftar tra le fiamme la lor perfettione.
Quefti Elementi fuperiori havevan già nel concetto degl’aftan-
ti preoccupato il primo jpofto, quando colf iftefla accompagnatura_j
d’unStalmafter,e di 4. Cavalli a mano coperti di tocca cerulea, che
ne rilevati ricami d'oro, perle, Coralli, e fmeraldi elprimeva un bi-
zarro grottefco di Delfini, e trofei Marittimi neH’eftremità, e nel
^ezzoun pelago fluttuante con varijfcherzi di pefci, marginato da
un feftorte di Nicchi],perle,e coralli col rimanente de gl’ addobbi del¬
le {quadre precedenti,feguiti da numero eguale di Timpani, e Trom¬
be, e coll’iftcffo equipaggio tutto abbigliato di tocca Blumeranu
trinata d’argento con finimenti, e falde d’alghe, conchiglie, e coral¬
li, si fece vedere il feroce drappello dei Cavallieri del Mare guidato
dal Ser;‘’'“ Sig:' PRENCIPE FILIPPO Conte Palatino di
S V LZP A C.CH, che germegenerolbd’una ftirpe tra le piu chia¬
re de i Prencipi della Germania, inneftando alla grandezza della_5
fua Nafcita corrifjaondente valore, l’hà degnamente impiegato con¬
tro il commun nemico à prò dell’Aquila Augufta , e dell’alato
Leone ; Onde piu volte imporporati di barbaro fangue i flutti del
Mirteo, e ripieni del fuo nome gloriole non folo l’Jonie, e l’Adria-
tichefponde, ma i lidi piu remoti del Panfilio e dell’Egeo, come_3
ben noto a Nettuno, era anche daH’iftefTo eletto, per fbftcnere le
ragioni del Mare col feguito degl’
iConteFrancefco Carlo Palvi, ]
Conte Francefeo di Mansfeld,
Conte Gio: Ferdinando diFder-
berftein,
111:'"^ .Baron Sigifredo Chriftoforo .Camerieri
SS:” Brainer, di S. M.Ci
Conte FJenrico di Mansfeld,
Conte Ferdinando di Flerber-
llein.
Conte MalT:''® Fierftembergh.
Haveva
HavevaS.A.unpettodi fcaglied’argento rabefcato di perle, & al-
tregioieconvarij Delfini, in vece di fquamme ricoperti di fmeraldi,
édiamanti, deiriftefla qualità le feendeano i drappelloni su le ma¬
niche di laftra d’argento, &c azurra ricamata di gioie con cadutcj
alla Greca fimili a quelle dell’altre (quadre 5 Da un fregio di nic¬
chi] d’alto ricamo con varie gioie, e galani, che li cingeva il fianco,
diluviava una pioggia di perle, e coralli diflinti in capricciolè falde
con frangie d’oro (opra il girello di lama cerulea terminato da dop¬
pio ricamo con finiflimo pizzo.Impugnava con la deftra il Tridentato
Scettro di Nettuno, armato il fianco di Nohiliffimo fiocco con fini¬
menti di perle,e fmeraldi ; Argentato coturno con rapporti fimili
intrecciati di cannutiglied’oro, le ricopriva parte della calzetta di
colorcelefie, che derivava da un’intiera in conformità dell’altre_j>j
Da ricchi gioielli pendente un manto di broccato color di Mare,c d’
argento figurato di pefei, con Taltiffimo contorno d’un pizzo d’oro
conforme a gl’ altri, fuolazzandole da gl’ homeri , ralTembrava il
Mare ficlfoairhora,che il fuo tumido feno vien agitato da i Venti;
Con bardature conformi non men ricche, che ingegnofe divilàte_p
da fiere natanti, che reggevano gli fuolazzi,e feftoni di tocche, e
zendadi,era il (ho Cavallo, che foftenendo sù la fronte con nobii
gioiello una pennacchiera fuperba, vivace ne gl’ atti, c (piritofo nc i
moti, o feotendo in aria la chioma, ò battendo in terra il piede,
cfprimcva l’inquietudine di quell’eleménto,delle cui infegne siri-
conofeeva si ben addobbato.
Haveva S. A.per Cimiero la fcagliofa Teftad’un Delfino, che
folitoà comparire fra le tempefiofe burrafehe, campeggiava molto
bene tra quelle piume di color del Mare, che tramezzate con alcune
bianche, che fèmbravano (pume,ibpradi lui si follevavanoinfluttuo-
la Marea.
I 2. Staffieri cò l’ifiefla divifa del refto del fuo feguito, armati
ditridenti, le facevancorteggio, e (èi fimili,con la medefima diftin-
tione dell’altre fquadren’havevano li Cavallieri diquefta in confor¬
mità dell’ habito di S. A. tutti bizarramente vediti, i quali aggiun.
gelido al brio del fcmbiaiite & alla galà de gl’addobbi l’infegne di
^uelMarCjOvenacquela Madred’Arhore,con l’ondeggiante volu¬
me, eh’ergevano fui Cimiero, minacciavano a piu d’tin Core amo-
rofo naufragio. Vedevafi di poi un fublimc contorno di fcogli, che
férviva di margine ad un feno di Mare, che,-orgogliofo comparendo
in terra, (dava à credere, che utia parte dell’Oceano trapalTati di nuo¬
vo lifiioi confini, come già altrè volte, (pezzati gli argini d Abila,
cCalpe,fene veniflTeà formare un’altro Mediterraneo nel Germani-
D co
coMondo,efollev3ti per ogni parte i minacciofi fùoi flutti, ripieni
di varie Deità del Mare, de proprij arredi capricciofamente veftite, &:
armate di fieri tridenti , si moftrava pronto à defefa del proccllofio
fiuoNumc, il quale fdpra un Trono elevato, compofto de fiuoi piu
ricchi tcfiorijC loftenuto da due gran Corfieri Marini, fie ne veniva_5
fremente di sdegno nel vederli metter in lite le gemme piu belle dcj»
gl’ondofifuoi Regni,delle quali, come pur d’ogni altra, non men,
che d’argento,e d’oro si fregiava il fiuo ricco girello di color del
Mare; con manto limile, che in dilatate falde Icendendoledagliho-
meri al piede, aggiungeva un nobil decoro al fuo fiero lèmbiante_a.
Era corteggiato all’intorno da 24. Venti, che fon le lue forze mag¬
giori, ignudi con girello di leggierilTimo drappo azzurro con rap¬
porti d’argento, e tutti alati nella forma sirapprelènta il melfaggiero
de gli Dei, che fpirando dalle gonfie gote i vigoroji lor fiati, pareva
che muovclfero quella machina ondola, e ben era credibilc,mentreè
proprio de Venti il dar il moto al Mare, e quello non appariva, che^
da altri lo potefle ricevere.
Alla ferocia del lùo principale faceva vaghiflìmo contrapollo
l’auxiliario Elemento con J’illelfa comitiva di Stalmailler, e di Ca¬
valli à mano in coperta di toccha verde con rilevato ricamo d’oro,c
di gioie, vali di fiori, c di frutti, e nel mezzo due Vrne ritorte della Co-
piainfieme intrecciate, e di limili Tefori ripiene,e in tutti gl’altri
addebbi non inferiore a quelle delle prime comparlè, conl’illeiro
numerodiTimpani,eTrombe,e gentea piedi, ma piu vagamente-?
addobbati, mentreIbprala tocca d’argento,della quale erano rutti
veftiti con trine verdi, e d’oro, vi havevano con bellillimi rapporti
di fiori, e frutti innellato quanto ha di bello la Terra, della cui /qua¬
dra si vedeva direttore rill:'"° Se Ecc;‘"°Sig;'^ Conte GVNDACHER
di Diettrichllein fopra intendente della Fella ; Cavallicro della pri¬
ma Nobiltà di Germania, che llimatillìmo non meno per le Cariche
qualificate, che folliene nella Corte Cefarea, quanto per le lue ama¬
bili maniere, che si obliganocon gentilillìmi tratti gl’affètti d’ogni
anima ,tenea meritamente il primo pollo in si vaga comparlà , /er-
vitoda I 2. lachè, come da lèi per cialcuno ogni Cavalliero della fua
fquadra ; Cavalcava S.E.un lìiperboCorfiero, il cui feroce afpetto
veniva mitigato da una gentiliflima bardatura d’argento velata di
verde à foggia di fogliami, che Iparfi con ben intefo difegno di frutti,
e di fiori,!’adornavano il petto, & il collo con due Cornucopie ri¬
piene de i medefimi, si ben clpreffi in colorate cere , che fe ben figli
dell’arte,non si dillinguevano da i piu perfetti,che làppia produr
la Natura, difìefi fopra una vite d’oro, che pendente da ambe le parti
della
della groppa con gran fogliami contornati di cannutiglie, e perlcj»,
s’intrecciavano tra varie gioie, efuolazzi di tocche, c zendalu
Veftiva S. E. una rilucente armatura rabefeata di ricami d’argen¬
to, che tra verdeggianti fìneraldi feopriva vari] fiori compofli di
mecche V imitavano al naturale con la vivacità de i lor colori i richiflì-
mi drappelloni deir ifteffa materia, e lavoro h ricopriano parte delle
maniche di drappo bianco fiorito con longhe ftrifeie di rafo verde_j
contornate di cannutiglia, c perle, che gonfiando confafto, venivary
riftrette nel mezzo da una corona di fiori, Ibrtendone il candido biflo,
che in fpatiofe falde con Merlo corrifpondente si dilatava alla Gre¬
ca ; vari) fogliami dell’ ifteffo rafo arricchiti de fuddetti lavori, diftinti
in bizarriffimi lembi le ricoprivano parte del girello di candido broc¬
cato con fiori al naturale, e fregio d’altri fiori,e fogliami di ricamo con
fuperbiflimo pizzo all’intorno. ^ • r j»
Vn ftivaletto d’ argento ad imitazione dell Vrna doviziola d
Arnalthea, colmo di fiori, e frutti, le ricopriva parte della calzettaj
bianca, che nafeea da un intiera a fimiglianza dell’ altra. Armato di
gioiellata fpadail fianco,reggcva nella deftraun caduceod’argento, a
cuiinvccediferpi, s’aggiravano intorno vaghifTime treccie di fron-
di, e fiori, & in un Manto di drappo d’argento, e verde con fiori al na¬
turale circondato da ricchiflìmo pizzo d’ altezza conforme a gli altri,
fpiegava tutte le pompe di Flora, che dall’ innamorato Zeffiro con te¬
pidi iofpiri fi vedevano offequiofamente corteggiate. Ergeva foura il
nobil cimiero una ben ordinata fel va di verdeggianti piume, che tutte
fparfe di fiori, portando il vaghiffimo Aprile entro i confini del piu
horrido Inverno, faceva ne gl’ animi de gli fpettatori parziali verdeg¬
giar piu che mai la fperanza di vederlo vittoriofo infieme con la fuaj
{quadra formata da gl’

fConte Gio: Hoija.


Conte Chriftoforo Vratislau.
MarchefeGioiBattiftaSpinola.
Conte Gottardo di Salaburgh. Camerieri
SS:» Conte Maffimiliano di Wald- di S.M.C.
ftein.
Conte Sigifmondo di Thunn.
Conte Adamo Maffimiliano di
S. Giuliano.
D 2 In
'7,rpHmavttd‘ S r ''f '
mate I ,, v obli«avano a corrifpondere co defiati
ieneriffim. fcnfi d Araor'’‘ V” . j,„uali, acciò mai non li
frutti alla pompofa comparfa * 'nera in un mobii Giardino
mancaircro, nc conducevano ^

circondato da balauftr, * T ja liquidi chriftali, che

ftiaThTcorgg“‘d‘^ll£rue'Nln^

ruvaga.Xpoir,rpiega„,cncllapiuM^

reMe7nS7fordIffi,7a7l’Arring^^^ I’ a i 'a
taranCONTESAdeir ARIA, e dell ACQVA.
° En circondata da 24 Selvaggi armati di noderofi tirfi, li quali
con k vagBez7.a de i fiori,frondi, e frutti,de i quali comparivano ador-
coniav g riivide7zadellelornativefembianze.
"’’''ZTa aLZchtadelh^ paffeggio delli W
CavaS, kn^a poterfi arrivare da chi foffe animata ( benché nellc^
ftampe vi fi fianopet errore applicati i Cavallo portava qualche cre¬
dito air oppinone di coloro, che ardirono contro la piu xommune, 6c
approvata, d’ attribuire il moto a quefto ftabile elcment .
Vfeitele predettefquadrecò le lor machine in campo, & occu
pato tutto il fuo vaftd giro,rivolgendofi in j’"""^^^jXtta^O 1
Nave fermata ih mezzo cò gl’ Argonauti, Giudici della battaglia,
parca, che procuraffe ciafeuno a gara dell’ altro di allettarli con a va¬
ghezza delkfua comparfa ,àfinc di guadagnarne gl ^
poi favorevole nella fiera contefa l’arbitrio de voti loro, come gia ha-
vevano guadagnati gl’applaufi de graftanti,6heneIveder co 1 ittef-
fa agilità de cavalli marciare, e raggirarfi 4* v^ftiffime Moli ,ciafcuna
dell? quali dilatandofi in 1 30 piedi di circonferenza, s ergeva fopra
3 od’altezza, tanto piu n’ammirava l’occulto artifizio, quanto me¬
nò arrivava a poterlo comprenderc-s. n , n
Così feorrendo tutto il Teatro all’ intorno quefta bella, c non^
piu
piu veduta comparfà, refero li Cavalieri in paflando il dovuto ofle-
quio alle M. M.dell’ Auguftiffirtie Imperatrici,& alle ScrcnilT” ’ Arci-
diichcfle, e nel prender 1 a feconda volta) Venendo appunto ripieno con
ordine meravigliofo tutto il campo, li 4Elementi sii le lor machine,
bramofi di portar in voce le proprie ragioni,prima di paifaràdifputar-
le còl’armi, fecer’alto intorno alla Nave, affiftito cialcuno dalli fuoi
Cavallierijcheinfiemc colnumerofolor fèguito fi4Cavallo, come à
piedi, in longhe fila difiefi, fi moftravanonon men defiderofi, che^
pronti di venir d più fiero contrafto.
All’h ora Giunone, e Nettuno per Vantaggiar la propria caulà ne
gl’ animi de Giudici, procurarono di rapprefentargliene i meriti con la
dolcezza di quefte armoniche note_5.
Gì un. £fi proterTìo fei.
Che ilpregio de le P ERLE À mè Contendi ì
Nett. (5 ì diritti miei
dunque à fiofza ufurparmì hoggì pretendi ì
Ginn, Del mio chiaro fereno
^uejìe gemme fon figlie
Nett. Ma cornette nel fieno
Sol de le mie conchiglie
Giun. Sonruggiadofi humori
DaP Aria difiillati,
DaP Aria congelati
Sù Matutinì albori
Nett. Ma dal Mare hanno ipregi
^efie cadenti filile,
eh’ egli ad ejfier firtille
Gemme, e pompe de Regi.
Giun. Da mè fin concepite
Nett. Per mè fin fi pregiate
Giun. Permè fola fin nate
Nett. Per mè fiolfin nutrite,
Auvanzatafi la contela trai’ Aria, e T Marc, Ibttentrarono gl’ altri
Elementi, e tutti li 4 Choriinfieme, con ftrepitolò, ma ben ordinato
concerto di ilumerolc voci à Ibftener le pretentioni de lor principali.

«j Nodrice
1 rP è P Aria, e no ’l Mare*

E Nett.
]Vetr. 1
Son /’ onde
Bcrec:
\Feconde
e lor
-, \dì gioie si rare,
Cho. J *
Nctt. ^^Pur troppo fon chiare
Giun.j/i? nojire ragioni,
Nett. In vano foppuoni
Giun. ^ torto contendi.

a. 2. Cedio ante t'arrendi,

Chordi Giun.1 Di gemma si vaga^


è Ville. \Che tanto ri appaga,
Chori à.i\CheJiimafi tanto,
Nettunof” ^ , .Aria 1 ,
,, I Afcriver (e ne deve al . \ il Vanto.
cBereu.J Acquaj
Ma Vulcano tra/portato dalla vchemenza di Tua natura focofa^,
efprelTcin queftiMufici accenti i fuoi liberi fenfi.
Vulc. Hebbe la Reggia fua P Aria dal Fato
In unpojlo elevato.
Per che aP Acqua fourajìì ;
Ceda dunque Nett un ,* non più contrafli.

Air bora Berecinthia, come ièconda, si ftimò obligata à reprimere gl’


orgogliofi concetti del Foco con quelle Note

Bere. Ceda alRettor de P onde


^pefta parte contraria,
Che le ragioni fu e fonda nè P Aria
Vulc. .^jsali fan P auvedrai
Dal Giufo fofentate
DeP Aria le ragion, di ferro armate
Bere. Tanto il Foco prefume ì
Che ardifee far à fronte
Colproceliofi Nume ?
Sà pur, che in un momento
Può refar da quef Acque opprefo, e Jfento ?
Vulc. Fin onta di quef' Acque
Saprò render maggiori
Ne miei campioni i marita li ardori,

A quelli concetti lèntitalì accender di sdegno il petto anche T Iride,


benché per altro fia foriera di pace,sì dichiarò prontilliina all’ armi.
Irid.
Irid. Ed io non più di pace.
Ma di guerra miniflra,
Scoccherò da queJP arco
Contro i baffi Elementi
De d ira di Giunon faette ardenti

Mi Giunone, c Nettuno imponendo il filentio alla lingua, intitnaro»


no la diiputa deH’armi con quefta bellicofà armonia.

Giun.l.S]à dunque non più


Ne11. J Contrajìi la lingua,
Jl vero di/lingua
Guerriera Virtù.
Alche adherendo gl’altri Elementi, benché difcordi fra loro, s’ac¬
cordarono in quello Mufico concerto ad irritare i loro feguaci alla_5
pugna.

Vu 1 c. 1 a C armi sù,sù
Giun.l operi
Bere, j” Guerrieri,
Nett. J Nel vofiro valore
Ripojìo è E honore
De voflri Elementi

Secondati da tutti Chori.

li Detti ì Su pronti,^ ardenti


con tutti!, ad alt a disfida,
li lor J Jl ferro decida
Chori. J Cbi più ne prevaglia i
Battaglia, Battaglia.
Onde per darle luogo, cominciarono àritirarfi tutti ad un tempo, T
Aria, e f Foco dalla parte di Ponente, e dall’ oppofta il Mare, c la Ter¬
ra, replicando fcmpre
Battaglia, Battaglia.

Alternate quelle voci dav^arij inllrumenti d arco, e di fiato, che lu-


fingando mirabilmente l’udito de gl’ alianti, li riempivano il cuorcj
di fpiriti bellicofi, rivolgendofi le valliffime Machinc de gl’ Elementi,
e caminando con tal agilità,e leggiadria,che parevano piu tùlio effetti
fopranaturalidi Thelfali incanti, che opere ingegnofe di Meccanici
ordigni.

E 2 Doppo

/
Doppo la partenza di quefìi, fece fentirfi di nuovo la Fama lufin-
gar non meno con la dolcezza dellafua voce il Teatro, che T animo de
combattenti con la fperanza del premio.

Fama. EccoofortiGuemert ill^ELLO J)' ORO,


su sii 4 E armi, a le Glorie,
Che di vofre Vittorie
É dovuto trofeo fi bel Te foro.

All bora quella gran Mole de gl’Argonauti rivolta la prora con placi¬
do moto, come fe veleggialTe nella maggior tranquillità del Mare_j,
portando con sé gl’applaufi di ciafeuno, s’incarnino à ritirarli da una
parte del Teatro, imponendoli nell’ilfelTo tempo dalla Fama, eda
gl’ Argonauti il darli il legno della battaglia.
Fama. [Di timpani, e trombe
Chor. j 11 tutto rimbombo
d’Arg I in bellici carmi ;
[A' la pugna, à la pugna, à T armi, à /’ armi,

Ondeinunfubitos’udi'rifuonard’ ogn’ intorno un flrepitofo, ma_?


ben regolato concerto di timpani,c trombe guerriere, che le ben Ipira-
va terrore, faceva però nalcere dal terrore il diletto.
a' quell’ invito Marziale li due Capi delle fazzioni fèguiti dalle_?
fquadre adherenti s’incaminarono conpaflb frettolofo à prender po¬
llo per la Battaglia, procurando ciafeuno di loro con 1’ indullria di
varij caracolli di acquillar il più vantaggiolb, mentre la gente à piedi
ritirandoli dalle bande con ordine ben concertato, venne à formar al
Teatro nella diverlità delle fuc divilè una vaghillima ghirlanda.
A pena s’eran polli in battaglia li due campi, quel del’ Aria, e lùo
adherente dalla parte Occidentale, e l’altro dell’ Acqua, c fuoauxilia-
i
riodall’oppolla di Levante, che al Tuono dibellicoli inllromcnti da i
quattroCapi fquadra fi diede principio alla zuflfa,ingegnandoli ciafeu,
no di loro ad ufo militare di guadagnar terreno, 6e incontrati fi Ipara-
rono leduepiftolle, indi polla mano alla fpada, perdite volte firiatta-
carono, facendo apparir cialcuno con caracolli, e guadagni di groppe
non meno la Tua militar difciplina, che l’agilità, & obedienzadel ca¬
vallo nell’elfeguire ài cenni della mano ogni loro intenzione, e tutto
contalbriò,edifpollezza,chepiù non rellò da defiderarfi della loro
elperienza, e valore. Al ritirarli di quelli, fpiccandofi due altri Ca-
vallieri per parte, uno per fquadra, con moti differenti da quelli de i
loro Capi, ma cò l’armi medefime, doppo l’ellèrfi piu volte con artifi-
ziofi caracolli coraggiolàmente alfrontati, & adempite perfettamen¬
te le
telclor parti, rìtirandofi, diedero campo ad altro numero fimile di
Cavallicri di far pompa deir ifteflaperÌ7,ia in variati incontri ; Nel
Tepararfi di quefti, fopragiunfero due Cavallieri per fquadra, che_5
partendofi aggiuftatamente il campo,incontratifi due volte con pillol-
la,&: altrettantecon arme bianca, formarono quattro fieri Duelli, ne
i quali la prodezza, T efperienza, la difinuoltura, e l’coraggio tri di
lorgarreggianti, riportarono egualmente le meritate lodi. A quelli
fuccefiero tré per (quadra, che in diverfi,ma tutti fieriffimi incontri
con replicati colpi di piftolle,edi Hocchi, mefcolando cò lampi di
quelli il tuono di quelle, porgevano al Teatro un dilettolo terrore,
tré dei quali nel lèpararfi la Mifchia, lafciatifi trafportare dal ferver
della pugna à fronte delle fquadre nemiche, vennero da tré altri dell’
iftelfecaricati fino all’ ordinanza delle lor Truppe, dalle qual! Idr-
tendone un fimil numero contro i loro perfequtori, gli diedero la_>
caccia fino à che gli viddero ricoverati fotto’l calore della loro arma¬
ta, dalla quale fpiccandolène altri quattro à caricar gl’ auverfarij, gli
coftrinièroà veloce ritirata, dandoli in quello modo principio à va¬
ri) attacchi in forma di carofelli ,ne i quali campeggiando à concor¬
renza la franchezza nell’ adoprar l’armi, e la perfezzione nel maneg¬
giare i Cavalli, o folTenel prenderà tempo le volte, ò nel mutar à
proporzione la velocità del corfo con eguale intelligenza,e bravora_5,
•si trovò obligatol’univerfalconfenfo à dichiarar con fentenza con¬
corde, che folTeimpolIìbile di ritrovarli Cavallicri di maggior habi-
lità,più elperti,c più coraggiofi di quelli. Così pugnandoli con_5
egual Ibrte, evalore in quella curiofa fc3ramuccia,reftavano fofpefi
of animi dei Circonftanti à chi di loro fe ne doveflè il pregio.
Quando incaloriti gl’animi de Combattenti, si portarono tutti
inliemeTruppa,perTruppa ad un fieriffimo incontro,nel quale,doppo
lo Iparo delle doppie pillollc, già ritornavano con lo Hocco per obli-
gar la Vittoria, fino all’hora indepcndente ,à dichiararli à forza d’un
fatto d’armi,odali’una,òdall’altraparte,màun lampo improvifo,
che dalla parte di Ponente si vidde, accompagnato dallo Hrepito d’
unfulmine,edal luonodi queHa voce imperiolà & la fermateli armi.
obligòli Cavallieriàfolpendereicolpi, & à rivolger gl’occhi ove_9
fentivan rapirfi l’udito da una loaviffima finfonià, che in conformità
dell’ordine impoHoli di polàr farmi,dall’iHefla parte del Cielo li
richiamava alf attenzione, per intender che miHcrio contcnefle la
novità di queH’improvilo accidente} Et ecco che fquarciatoil feno
delle nubi, lortìdairiHeflè all’improvifo un vaHiiUmo Tempio, che
non meno per la forma fublime,che per laRicchezza,e Magnificenza,
fuperavaquel sifamolbjche dalfanticà Gentilità confecrato a Dia-
F na,
na, si numera anche hoggi tra le meraviglie del Mondo ; Era di figu¬
ra ottagona pelatofopra alcuni gradini, che teneva all’intorno, dai
quali forgevano per ornamento degl’ angoli cfteriori colonne quadre
di Bronzo legate con marmi finilTimi, che feoprivano la Tua ricchezza
tra vari; intagli di capricciofi rabefehi, con piediftalli conformi,c
felloni dell'iftelfo Metallo, conldpra una Cornice, (tutto d’ordine_a
dorico,)rollenente una balaullrata di bronzo,fornita nc fuoi piediftal¬
li di ftatue limili, che faceva Corona ad un circolo di Pilaftri, ripieno
di feneftre, per dar luce ai Tempio, Itipra il quale s’inalzava un’ altif-
lima cupola fatta à fcaglie d’argento, e terminata con un coloflb di
bronzo rapprefentante la Fama, per la cui mano le Virtù, figurato
nell’ altre ftatue,regiftranoi nomi di chìlepolfede, negl’Archivi] im¬
mortali di quella glorioliflima fede ; fopra il fuo limitare s’ergeva il
Maeftolb Frontilpicio con un Portico foftenuro da 8 Colónne, la metà
in forma quadra, contigua alla facciata, e dall’ iftefla rifaltanre, l’altre
in Ifola, differenti fra loro, l’angolari quadrare, e tanto quelle, co-
l’altre lor fimili,con lor piedellalli tutte di bronzo cinte di marmo tra-
forato,che facevano cò la varietà del lavoro fpiccar piu lumiùofa quel¬
la ricca materia^ Le due del mezzo di figura rotonda, fabricate di lapis
lazuli, palefavano nell’auree vene la fimpatia di quel colore col bi¬
ondo Metallo 5 fopra l’Architrave pur di bronzo rabefeato di marmo
con triglifi, eMethope,e trofei di baffo rilievo, forgeva una balau-
llrata deH’iftelfo, che ne piediftalli conformi, era tutto ripieno di lla-
tue rapprefentanti varie Virtù. Nell’intervallo delle Colonne di
mezzo, con pilaftrate, e volte dell’ifteffa ftruttura delle Colonne_p
quadre, era la Porta del Tempio, e nelle due dalle parti, quafi à cufto-
dirnel’ ingreffo,ftavano collocati nèi lor nicchi; il Valore, & il Meri¬
to, fenzai quali non s’entra in quel Tempio, l’uno d’altro effigiati
di bronzo , come pur dell’ ifteffo fabricate rifplendevano non Tolo
r altre ftatue, i piedcflalli,gl Architravi, e le Colonne, ma tutti li
loro capitelli, e bafi, le Porte,! termini,! fregi,! felloni, e gli sfondi
delle cornici, che in cosìfaldo metallo efprimevano quanto foffe du¬
rabile quella gran fabrica confccrata all’Eternità. Quella mole_a
meravigliofa doppo l’efferfi portata avanti per gran fpazio verfo la
metà del Teatro, fecndendo 3 Terra foura alcune nubi, che riverenti
lèi inchinavano al piede, /copri nell’ ifteffo tempo aperto un lumi-
nofo recelfo nel Cielo, ove affila rifplendeva 1 Eternità, che per tale_j
fu rauvifata alla fua Maeftosa fembianza, veftira di candido drappo d’
argento, fparfodiflelle, che formate di finiffijme gioie fuperavan di
fplendore le Notturne faci del Cielo, mentre anche nel mezzo giorno
rilucendo, benché in parte si alta, e remota,abbagliavano gl’ occhi de
Circon-
Circondanti ; di broccato verde, Simbolo della fpcranza di quel
premio, che da lei promeffo, all’amor della Virtù dolcemente n’in¬
fiamma, era il rimanente dell’ habito, che in larghe falde di pizzi d’
orodivifate, le ricoprivano il braccio, e da gl’homeri in ricchillimo
manto le feendea, pur ftellatodi gioie, con fodra di toccha d’ora, e
fregiato all’intornod’altiflimo ricamo, ne cui Icinrillanti Iplendori
la chiarezza di quella luce rauvifavafi, ond’clla colà sù nel Ciclo im¬
mortalmente fiammeggia. Quella gran Diva, ched fulita. anche
lènzaeffer veduta, di parlar col muto linguaggio d’tfficaciffimi im-
pulfi àchi la vuol intendere, à pena comparve, chele bene in parte così
elevata,d'ondepuranches’erafpiccatoil Tempio,che era di molto
fuperioreài più alti culmini del Palazzo Imperiale, fece fentire, ac¬
compagnato da un foavillimo concerto di Viole, chiarilfiino, e dtftin-
to al maggior fegno il fuono di quelle armoniche Note.

Eternità) St, st fermate l'armi ; alta cagione


Toglie fra gC Elementi hoggi la lite;
Refino tra di Foi f ire fpite ;
Cosi dal del f Eternità u impone,
^jianto hà di vago l’Eritrea Marina
Ne le ricche fue coni he, accolto in una
MARGHER ITA Reale,alta Fortuna
Bel maggior tra i Monarchi, il del de fina,
^itefi far a LEOPOCOO, il gran Germoglio
Di quell AVSIRI AC A firpe, immortale.
Al cui chiaro valor T or din fatale
Del’ Impero Roman promette il fglìo.
Onde il Genio di lui, eh’ bora rìfede
In queflo Tempio mio, cogl’altri fuoi
AVGFS TI Geniq à fi foggiar tra Voi
Per si lieti Himenei rivolge il piede.
Lor feguaie e la Gloria, e fico il Cielo
De /’ Heroiche Virtù pofe la fchiera ;
Ammirate,e apprendete ; io nè la sfera
Del’ Eterna mia Luceà voi mi celo.

Riconcentratali l’Eternità nell’ Abill'o della fua luce, ed ellinta al Tuo


auvilò la cagione di si fiera battaglia ; li Cavallieri con leggiadro ca¬
racollo si dillclèrointorno al Teatro, attendendo con impatienza 1’
arrivo in Terra degl’AVGVSTISS IMI Geni;, che nel Tempio
dell Eternità con moto maellolb, lène venivan feendendo, lènza po¬
terli comprender dai più curiofi indagatori, come fi fofteneffe in Aria
F 2 una
una fabrica tale d’altezza di piedi ?o,di larghezza48, con fiaco pro-
norzionato,non ottante, che in una pnblica piazza, e di Mezzo gior-
no foire efpotta quali dà ogni parte à gl’ occhi delTeatro,mentre a pe-
nàtràr chiufo delle Scene,& à forza di lumi, che riflettendo ove piu
fi vuole,inganan facilmente la vitta,rief:e, lenza fcoprirl’ ordigno il
far comparir Machine molto minori di quella, che in Arialibratafi fo-
prail fuoproprio pefo,e nell’ approlTimarfi à terrafempremaggiore
feoprendo la fua magnificenza,e ricchezza,piu rotto,che un artifizio
humano,raflembrava quel Prodigio celette della fuperna Gerufakm-
me che defeendente dal Cielo, ammiro tra le fue vifioni ilProfeta di
Patmo. Havevaquettagranmoleingombratitalmente dittuporegl
animi de gl’ alianti,che non pareva rettaflè luogo ad altre meraviglie,
quando perelporncun infinità dimoltomaggiori,compendiatcnel a
Pomparla di s! M. C., giunle à terra, c fparite ^^1, dilTerrando le
porte, che figurate di bronzo,rapprefentavano 1 A M S T RIA C H h
imprefe, aperl'e il fuo vallo feno, che mirabilmente architettato con
volto del pM fino oltramare, tutto Iparfo di gioie Udiate, Attenuto
da prcziofe colonne di faldiffimo Diamante, con bafi, e del
più puro Metallo, raprefentava la propria fede di quegl
S TIS SIMI fpirti, che per fi degna cagione venivano a ’
accompagnati da numcrofo corteggio, guidato dal Sig. Conte Fer-
Z Jo LantierGentilhuomodiboccadiS.M.C che mquefta fun-
tioneefleicitò la carica di fuo Stalmaitter, yettito di lama d argento,
in cui lampeggiava collcgata con cannutiglia d oro un ordinata con-
fufione di gemme, fopra un Dettriero di fimili bardature addobbato.
colfeguitod’ s.fervitorivettitiditocched’ oro e d
la varietà difpotte, con berrette fimili, adorne di piume de gl ittefli
colori. Venivano di poi nell’ itteffa forma 16 Palattenien t^nen o
per mano con gran cordoni d’ argento, e d’ oro 8. fuperbi Corficn
Lpertiditelad’ argento, tutta ricamata d’oro, etempettatadi peirle,
&^altre gioie, che trà varij trofei formavano 1 infegne Imperiali,
fon fiocchi pendenti pur d’oro, c di perle 5 Doppo 1 quali feguivano
12 Trombetti in tre fila.dittinti da due Timpani, tutu con Cafaccho
ditela d’argento,guernited’ oro , fopra cavalli nell itteflà ^orm^
bardati, con berrette, e piume conformi, e Pennoni fimili, che fuo-
lazzando da lor concavi oricalchi con l’infegne imperiali, venivano
con oflèquiofi baci riveriti dall’ Aure. Quindi comparucro gl

TU mi i^Conte Ferdinando
J nodiSprinzenftein. S.M.C.
'(Conte Giovacchino Slavata, j
t Conte
rConte Carlo di Waldftein» ] ^ ,
ìli: iConteFrancefco di Lodron. iCamerieri
SS:» iConteGiacomoLesle, idiS.M^C^
[Conte Maffimiliaiio diThunn.j
Con girello di broccato d’oro, e d* argento bardato di pizzi fimilis
fopra di cui cadendo in più parti divifa la fopra vefte Iparfa d oro, di
p eri e, & altre gioie con ricchiffinio manto, che k ca(^va da gl nome-
ri, rendeva una grave, e dilettevol pómpa, dell iftelli addòbbi fi ve¬
devano bardati li lór cavalli, reggevano con la finiftra un rilucento
feudo fórmatò di talchi à fquamme,e contornato di frangie d oro,nel
cui leno con ricamo di cannutiglia conforme s inalzava 1 Aquila Im¬
periale,l’ondeggiava sù bricco cimiero un vaghilflmo volume di pe¬
ne bianche, & azurre, fi ben dilpofie fra loro, che figurando urt Ciel
fereno, in cuilpuntallero i prinii Albori del giorno, annunciava¬
no vicina la comparlk di quel Sole luminofo di gloria, che rifplende_>
in S. M. G. Venivano ferviti da 8 ftaffieriper ciafeuno, dell’ iftelfaj
divifa, che havean tutti gl’ altri Cavallieri di quello numcrofo cor¬
teggio, à i quali elTehdo fiiccelTitrà l’ali delle guardie 20 lachè ; ve-
lliti di tócca d’argento, con calza à taglio formata di trine d’oro, del¬
le quali con altri finimenti havevan pur tutto V habitó fregiato, cori
fodre, e fotto maniche di tocca d’oro con reticelle limili, e berretto
di vaghe pennacchiere compite, fi vidde poco dopposùl’ gran limi¬
tare del Tempio ricevendor adórationi da tutti ì cori, comparirei!
fouranÓ MONARCA, rapprefentando il fuo A V G V S TISSIM O
Genio,nella forrna più propria,che ranticoh allo fapeUe éfporré,qua-
liNume terreno, à gl’ occhi di Roma la riveritaMaellà defuoi più glo-
riofi Regnanti; Haveva la fopra velie di broccato d’argento, tutta
fcintillante d’ oro, perle. Zaffiri, Smeraldi, è Diamanti, & altre gioie
d’inellimabil valore, delle quali fi vedeva con alto ricamo fupeiba-
mente addobbata,che dal fianco ili tre órdini di DrappeUoni dillinta,
con finiménti di grolTiffimé Marghérite,maggiori anche di quello ;
chefiemprol’ egittià Regina, le fcéndevasù F ricchiffimo girello d’
argenteo drappo con finimenti di pizzi d’òro, i piu pretiofi, che van¬
ti il lulfo moderno, onde parca che in un Marc d’ argento fi follerò
portati à fluttuare tutti i Tefori del Mondo 5 di fimiglianti faldiglio
veniva ricoperta la metà della manica, che à ragione fallofà fi gonfia¬
va, nel vederli in tutte lefuecrefpe trapunta di ricchi gioielli ; conJ
fotto maniche di finiffimo billb cadente, tutto regalato all’ intorno
delle punte piu lliraate, che fappian fabricare le Minerve dell’
Di gemme piu pretiofe compofto le i-ifplendeasù 1’ AuguftiiTimaj
fronte r Imperiai Diadema, Ibprail quale tremolando peri’ eUré^
ma finezza un artifiziofocorapofto di candide piume, diftinte da_*
alcune di color celefte in brevi fiocchi inanellate, davano à credere,
che la Triforme Diva vi folTe col iìió Cielo diicefa,per arricchirli di lu¬
ce, afiài meglio, eh’ ài raggi dii ebo, ài lampi, che folgoravano da_.
tante gemme infieme raccolte 5 le Icendeva dal Tergo aggruppato à
due telle di Leoni d’oro regalati di gemme,un Manto di drappo can-
didiffimo, e d’ oro paflàto, cón aureo pizzo all’ intorno, che T have-
rebbeaccrefeiutaMaefià, fepiu Maeftofo di quello, che fi vede for¬
mato dalla natura, potelTe renderfi quell’ A V G V S T O fembiante.
Teneva nella delira lo Scettro d’oro gioiellato, è pronto à impugnai?
anche il ferro, ove il Tempo lo richieda. Io follencva sù f fianco, ve-
ftito d’argentee ipoglie, e tutto leminato di gemme,con^ impugnatu¬
ra d’ oro in fembianza d’Aquila, che Gieroglifico dell’ Imperio, dava
a divedere, che quello non pub meglio riiplendere, che nell’ efiènj
follenuto dà gl’A V S T RI A CI MonarchijRicchiffìmo calzare ad’ u-
fo degl’ Heroi tutto gioiellato,ricoprendoleparte dellacalzetta,che_»
di color di perla lì diramava da un’ intiera, le feendea riverente àba-
ciarle il piede, lotto di cui li pregiava divederli humiliato il Fallo hu-
mano, raccolto in una llafFa d’ oro, tutta tempellata di gioie, corri-
fpondente allo fprone, & à tutti li fornimenti del feroce Corllero.che
fe ben ofeuro di manto, chiaro per li alta fortuna di fervire à S. M. C.
Nobile d’ aria, fuelto di fianchi, pieno di groppe, breve dii ella, e d’
occhi vivace, tutto brio ne i movimenti, e tutto fpirito ne i falò, era fi
graziofo, e fi fucilo, fi agile, lì obediente, e fi pronto à i cenni, che_>
portandoli Nomedi Speranza,la toglieva ad ognìaltro d’arrivar già
mai à poterlo eguagliare, non meno nella belladifpofizione, che im.
li perfette qualitàr Ergeva sci la fronte un numerolb progrelfo di piu¬
me candide, e azurre, fono di cui, arricchita d’ un lucido gruppo di
gemme, la fua candida llella, ralTembrava il benigno Pianeta di Ve¬
nere, alfhor che sùmatutini albori rellafolo ad arricchir il Cielo del
fuo bel luraeì L ambiva, e non mordeva il morfo, fabricato non di ri¬
gido ferro, ma d’ oro lucente fmaltato di gioie, che tale è anche quel
freno fi loavejche tutto gioie, e contenti vien riverentemente baciato
datanti regni, che dall’ ifiellb fon retti fotte quell’ A V G VSTISSIMÀ
deftra; d’ egual pompa fornite comparivano le fue ingegnofe barda¬
ture di lama d’argento, con varijrabefchi, e fregi d’oro, e di gioie,
trà le quali fi follevavano dué Coróne imperiali di rilevato ricanto,
onde cadevan vari fcherzi di Zendadi d’ oro, e d’ argento con galani
cilefiri legati con gruppi di perle, & altre gemmé, fiben compartito
il tutto
ìr^tntanJa ilfno numerai to^on, domi LàuMiert-, che Tijutrmo altri Hem dei C^art-j^Jtrtaà, ^ntt Ja!‘ Carro iella 5\ona conJìtc accanii
o'nperial 'SjfiJenza. di Vienna, jcr le fvr Attpuftiffime 'JVozxe i^ùntrlto.
‘ta nel magator Li
'Hiy.i'.C.M.mi it i/»
,
Oilfmiae ^ojta 'dal iy Catucci . .l/i l. -.djlZ. Crii .
41 tutto, è con fi aggiuftato difegno, che folgorando ad ogni tnotó, lu-
fingavano non meno la villa con laloro bellezza, che 1 àbbaglialleró
con r eccelli va luce. Mà il fuperbo Deflriero, benché potefle van-
tarfi di portar un doviziofo Perù’ d’oro, e di gioie in fi pregiati ad¬
dobbi, nulla flimava (|uelle pompe in paragóne del pregio, che fe li
doveva,mentre pitivigorolo d’ Atlante, fenza vacillare lotto ùtu
pendoli gioriofo, follènéva tutto il Cièlo dell’ Immane grandezze, à
cui pareva, che tutte l’Indie dellinatè a lervirè all iA V S T R1A C A
Potenza, fuifeeratefi de più ricchi tefori, glel havellero tributati iim
il grand’occafiono» ,= . ^
Così veniva 1’ AV^Qì^STlSSlMÓ CESARE in lembian-
za adeguata alla fua Grandezza, e con aljietto proprio del fùo altilfì-
mo fiato, fpirando gratia,e Maéfia, fi difpófio nella perfona, e fi ama¬
bile nelle maniere, che non girava fguardo, che noli feminaffè affet¬
to, non faceva moto, che non raccogliéfle applaufi. Era fcrvóto alla
fiaffa dal fuo Cavallerizzo con un compagno, l’uno, e 1’ altrò in ha-
bitocorrifpondenteàfi pompófo corteggiò, con 24 Pàggi della pri¬
ma Nobiltàd’Europacórthabitinella forma lolita, mà di materia^
piu bella, e piu ricca, eifendo di drappo d’ argentò ricoperto di trine
d’ oro, le quali cadendole dal fianco con mlmerofe lifie, compivano
una calza intera con fodra di telàd’óroj dell’ific^Tàqua}itahaveva-'
nQ le berrette, con fuperbi fuòlazzi di penne bianche,& azurrejbran-
divano con la delira argentata Zagaglia, fofienendo nella finifira_i
una targa rilucente, limile à quelle dèi Cavallieri, che precedevano)
con qualche varietà nel difegnó. ,
Chiudevano quell’ ordinanza dai lati 6ó Prabanti veftiti allà_i
Suizzera di tela d’argentò, giiérnità d’oro, e bizarramente frappata
per feoprire in vaghifflmi fiocchi le fotto fodre di tocca d’ oro con_.
berrette, e piume fimili, còli le lor armi di luminofo argento, guidati
da due offiziali, che riccamente vefiiti conforme la lor cOnditione ) sù
ladivifadegl’ altri, le marciavano alla fronto.
Nell’ ifiellà forma di S.M. C. rapprefentaiidò altrettanti Geni) di
CESARI AV'STRIACI lèguivano fopra Nobili Defìrieri cofi-*
bardature conformi gl’
[ConteFerdinàndodiColoiiitsc.
iConte Carlo di ScilFtemberg.
Ill;"’‘^Conte Francefeo Agoftino di; Camerieri
SS: ri Waldftein. di S;MiCi
ConteSigifmondo diDietricch-
llein.
G 2 Conte
fConte Carlo Cauriani
Marchefe di Grana.
Conte Chevenniller.
Ili:'"* Conte Maffimiliano Brainen Camerieri
SS:” 'Conte Venceslao di Altham. ^di S.M.C.
Conte Ferdinando di Harrach.
Conte Kinsgìii.
Conte ChriftoForo di Altham.
Serviti da 8 Staffieri per ciafeuno con liurea di concerto col rimanerti
te della comitiva. LaNobiliffimapréfenzadi queffi Cavallieri coru
raggiuftatalindura degl habitiricchiffimi, che tutti Ipiravano Ma¬
gnificenza, e grandezza; unita ai Diadema imperiale, che tutto
gemmato gli cingeva la fronte, & all’ aureo Scettro, che bran¬
divano nella delira, li conflituiva nell’ afiblutb pofTelTo della..
Monarchia de cuori, tra i quali anche quegli, che fi vantavano
d’ eflèr liberi dalla foggettione amorofa, correvano à tributarli
r homaggio de propri affetti, Venivano leguiti da un pompolìffi-'
nioCarro, àcuifirailgià mai non fi vidde dall’ antica Roma ne più
luperbitrionfi de fuoi vittoriofi Guerrieri. , Queffà Mole d’ altezza
di piedi i 2,e di circonferenza 6 5.che perNobiltà di difegno, per arti¬
fizio d’intagli per varietà di figure, e per ricchezza d’Ornamenti, fe
beni’ultima nella comparfa, poteva degnamente afpirare al jprimo
honore nella lode, rilìalendeva tutta luminofa d’ oro, e folgoranto
di gemme, tramezzate d’oltrainarè cori drappelloni di rafò azurro
regalati d’altiffimb ricamo d’ oro,e di gioie, e tutto in fi rara guifa di-
fpofl:o,che il pregio della materia era vinto di gran lunga dalla fingo-
larità del lavoro,veniva tirato da 8 candidififimi armellirii,4 per frón¬
te, tutti addobbati di bardature di laftrad’argento con vaghiffimi
fiocchi, e finimenti d’ oro, e di gemme con lo sfarzo di fuperbè pen¬
ne sù r elevate teffe,che,infuperbendb della lor forte,fcotean per fa-
fìo le chioma, e cori fonori Nitriti intimavano ad Eto, e Piroo 1’ ar-
renderfi nella contefadelPrimato, mentre conducévario nort quella
Face del giorno, che bora fOrge, ed hor cade ; ma una Lampa Itimi-
nofa, che trai’humanc vicènde già mai non tramonta, efiendo talo
la Gloria, che affifa fi vedea sù 1’ Carro fopra un Trono elevato, bu¬
ffando fenz’ altre irifegne à riconofcerla per tale; il vederla, qual
fempr’ è ff ata, indivifibil feguace degl’ AVSTRIACI Monarchi.
Era veftita di candido drappo con Manto dell’ ifteflb, tutto ricoperto
di gemme, fopra le quali pareva, che Giove, come già in grembo di
Danae,
Danae, foffe diluviato in pioggia d’oro,così riccamente trapunti fpic-
cavano ifuoi nobiliffimi fregi; Era accompagnata da un Choro di
Virtù Hcroiche,che effendo proprie doti dell’ AVGVSTISSIMA
Cafa, dimoftravanola lorgrandezza nella Magnificenza degl’ habi-
ti di broccato d’oro, e d’argento tutti Iparfi di gioie, che 1’ accrefcea-
noàmaraviglialofplendorc. 2 4laché, deir iftcfla divifa de gl’ altri,
circondavanoilfublime Carro, feguito da 4 gcnerofi Cavalli vaga¬
mente bardati, che tutti fpirito.e forza,anhelando di gloria, e brillan¬
ti di giubilo nel vederfihonorati di Icrvire à quefta nobiliffima pom¬
pa, efultavano con ben difciplinarifalti lòtto laMaeftraMano d’ al¬
trettanti periti Cavallerizzi, che bizarramente veftiti d’un petto con
fue faldiglie di telad’ argento à foggia di fquammc contornate d’ oro
e fiocchi cileftri con girelli di tocca d’oro, tutti fregiati di pizzi d’ ar¬
gento con lotto maniche limili, e vaghiffime piume in tefta, feguiti da
16. Staffieri, lèrvivandi retroguardia al Carro luminolò della Glo-
ria_%
Con quello pompefo corteggio, che oltre a i Cavallieri, in lì
gran numero, nei quali non fivedeano, che addobbi de piu preziolì
Metalli, e delle gemme piu llimate, era compollo di piu di 3 00 perfo-
ne, che, tutte con ricca divifa d'argento, e d’oro, lèmbravano tantcj
Minere, che animate dal defideriodi Icrvire all’A VG V S Tl S SIMO
C E S A R E, lo feguilfero, per effer pronte à contribuire le proprie vi-
feerc alla Magnanimità de liioi generofiflìmi fpirti,paireggiò la M S. il
Teatro, riverita co l’inchino della fpada dalli Cavallieri, che in bcl-
liffima ordinanza difpolli, formavano degna Corona à fi Macllofa_5
comparlà, e terminato il giro, fi portò dalla fronte del Teatro per dia¬
metro là dove r AVGVSTISSIMA SPOSA flava godendo di
fi degno fpettacolo,& ivi, come nella propria sfera de fuoi contenti,
cflendofi pofato, la Gloria, che nel feguirlo, piu gloriofa fi rende, ar-
reftato il corfo,& accompagnando la voce al fuono, fi lenti rapir gl’
animi de circondanti con la foavità di quelle Mufiche Note, non mcn
diquel,chefiafolitalufingarcC) fuoi dolciflimi incentivi gli fpkitipiu
grandi-
Gloria. Jh quanto è 'vano
Il fajìo humano
Sen'^a Virtù i
Cade, e languifìe.
Manca, e jfarifee.
Ne appar mai più
rifteflo concetto venne confermato dal pieniflimo Choro delle Virtù
Heroichc-?.
H Gh:
Ch;di| Gloria fallace.
Virtù j ^J4af fugace
Lampo / en và,
La Gloria vera
Con nofra Schiera
Solo f dà
All’ hora la Gloria dando piu cfatta contezza de gl' AVGVSTISSI-
MI GENIIj e della cagione ben degna della lor venuta,invitò gli Gl-
vallieri della battaglia à fefteggiarne con loro,ben cflcndo ragione,che
per si alti, e fortunati Himcneifivedeflcnellefquadrcdi tutti gl’ £le,
menti giubilar T Vniverib.
Gloria. Tra quefi regyJpirti
La Gloria, e la Virtù tengon la fde ;
^gejìi, eh' ogrl altri eccede,
É' quel Genio fubUme
Del' AVSTRIACO Monarcha, al cui valore
Si ri [èrba dal Fato
De le PERL E piu belle il primo honore,
AlP hora che ingemmato
Di REAL MARGHERITA,
Del Cielo unico dono,
Splenderàfouragl altri il fuo bel Trono.
E quegli i Genij A VGESTI
Son di fu a chiara Jìirpe,
Che def inaia herede
Del famofo Tefiro,
Che conquijìò Giafone,
Col Montipreziofo
Di queflo FELLO D' ORO
Riconofeer dourà I opre piu degne
De novelli ARGONAFTI,
Al cui faper cammefo
Di Nemiche tempefe in onta, e fcherno
Sarà de la gran Nave
De la fua Monarchia /’ alto governo ;
CeJJi dunque ogni lite
De i difeordi Elementi,
E voi depojle /’ armi, e gl' odijjpenti
Cò Genij A FSTR lACI à fejleggiar u unite
Per sì lieta novella.
Che de le PERLE Eoe
Ogni
pregio, eJplendore
Sia per ejfer accolto in così bella
HESFERIA MARGHERITA,
Che deve al gran LEOPOLDO
Col nodo d' Himeneo vederJt unita-,.
Onde le VirtùHeroiche riconorcendoper il più degno feftcggiartìenta
1 ingegnofà invenzione del Balletto à Cavallo j lo ptopofero CollUd-
no di quelle voci.

Vna deJj ò Guerrieri


Choro./ Da i bellici ajfalti
V'olgete i Corjleri
A i placidi /alti,
2.‘^“del| Congiri^ e con volte,
Chor. j Con vaghe intrecciate,
Con gruppi, e con fàolte
Il Balio formate,
li àeV Nel regger il freno
Chor. j .y’ ammiri la Dejlrà
In pace non meno.
Che in guerra Maefra.
La Gloria concorrendo nell’ ifteflTo penfiero, per lalciar à tal effetto li.
bero il campo, incaminandofiverfo il Tempio, unita infieme di con¬
certo con le Virtù, fece rifuonar il Teatro di quelli Mufici accenti.
la QXoùdl A' sì felice auvìfo, e sì giocondo,
cleVirtù.j ChevengadeftinataalG RAND’ AVCNSTO
^gefa G IO lA dal del, ben ancE’ ègiujìo.
Che digioia ripiengiubili il Mondo.
E partendoli dal Teatro porto con se gli lguardi,e le lodi di tutti, dan¬
doli nell’ illelTo tempo principio ad una pieniffima, & allegra lìnfonii
formata da piu di i oo inllfomenti d’arco,oltre le trombe, flauti, Se al¬
tri dallato, che farà in fine di quella con tutte l’altre fegirenti del bal-
Jerto,invcntate,e compolle dal Sig:" Gio:HenricoSmelzer,che primo
Violinillà della CapellaCefarea, hà lempre in ogni Fella Teatrale re-
golatacò la Virtù mirabile delle fue note ogn’Attione, ches’ è dovu¬
ta rapprelèntarui,e nel mutar,chc fece quell’ Aria di proporzione, la_s
M. S. infieme con altri della fuafchiera, eie 4 Iquadiglie s’ incaminò

con follenuto palleggio à prender pollo per il balletto, vedendoli pari¬


mente in moto nel’ illclfo tempojcMifura óooperlòneà piedi, che_j
pallando con belFordinanza tra iCavalli in forma altrettanto curiolà,
quanto nuova, per non elferfi praticata giamai in altre fimiJi opera-
H 2 zioni.
/
2,ioni, fi andavano diTponendo intorno al Teatro, mentre fi formava
la prima figura per introduzione del Balictto, al quale diede princi.
pio il Sourano MONARCA, facendo fdo la prima entrata in ai io.
fe cornette fopra una Nobil corrente con tal aggiuftatezza, e grazia,
che non faceva moto fenza efierfeguito dall’ oflequio, e dallo ftupor

de riguardanti, che tutti rapi ti in eftafi per lo giubilo eftremo, li tribù-


tavanocò più teneri affetti del cuore, auguri; di Gloria, e voti di fcli-
cita. Cofi quel Grande deftinato dal Cielo d moderar cò le fuc leggi
il Mondo, fi viddeair bora coll’ intelligenza della Mufica, che perfet¬
tamente pofIiede,fegno evidente del filo animo ben comporto, rego¬
lare alla battuta delle Note lo fpiritofo dcrtriero nel ribatter delle cor¬
vette, e doppo alcuni diritti, e volte, con diletto,c meravigliaoflèrva-
te da i piu periti dell’ arte, fermarfi mifiiratamente in cadenza, opera-
tionenonpiu veduta, & univerfalmenteftimata la piu difficile, elio
porta fare un Cavallo, in ventione del Sig/ Carducci, havendo egli re-
moftrato per la prima volta, e fatto praticar’ con ogni facilitàin queft’
Auguftiffimefefte il formare, c muover tutte le figure in ogni forto
di maneggio fopra diverfe Arie di Trombe, c d’inrtromenti d’arco in
cadenza aggiuflata, & inoltre introdotte alcune repliche, ò Echi, che
nel mancar dell’ armonia, dando qualche paufà al Moto, hanno fatto
maggiormente godere l’ordinata vaghezza delle figure, e refèle pcr-
fettiffimejfpiccandofcmpre più le Mofied’ogni maneggio al rinforza
degl’ inrtromenti.
Terminata da S. M. lafiia leggiadriffima operatione, le Trombe
in legno di devoto applaufò, le fecero con un Eco fommeffo humiliflì-
moinchino, Indi con ripigliare piu vigorofàmente il fiiono, invitor-
no 4Cavalli di Corvetteàfare il loro ingrcrtb, e querti, mentre s’ an.
davano intrecciando con difficultofè partate, auvanzandofi S. M.trà
loro, le vennero à far corona con un mezzo cerchio, fermandoli i Ca*
valli, che erano in moto, al termine del tempo, che li venia preferitto
dall’aria; con r ifteffo maneggio, ma con varietà di figure fi molfero
altri quattro, i quali doppo fatti vari; gruppoioni per ogni diametro
con volte, leguiti dal rimanente della loro /quadra, variandoli in cia-
fcheduna entrata gl’ intrecci, formarono intorno a S. M, che opera¬
va in mezzo, un perfettiflimo cerchio. A quella bella figura fègui la
bizzarra entrata di 4 Cavalli di raddoppio, che ripartendoli mifura-
tamentelofpaziodelcircologiaformato, vi fecero pompa della loro
perizia con varij cambiamenti di mano, e fèrpeggiando tra Cavalli di
corvette, sì fermarono à mifura del fiiono fuori del cerchio in diametro
Diagonale-?.
Impazienti i capi fquadra di fefleggiare, havendo cambiati i Ca-
valli atti all’armeggiare in altri più leggiadri, e propri) per il Ballet-^
to, fi mofiero con riloluto, & ariofo galoppo fegiiito ogn’ vino di loro
da tre della fua fquadra, e provocati da un rinforzo di Timpani, e
Ttombe con vari) caracolli, ad’ imitazione e di guerra , e di danza s’
intrecciarono foprai Cavalli già fermi, indi con lafciare,cheiloro Ca-
vallieri \^olteggiafrero intorno à medefimi, fi portarono unitamente
con briofi giri di raddoppio intorno alla M. S. à renderle il dovuto
homaggiodc iloroolfequij, c nell’ ufcir del cerchio, incontratili ag-
giuùatamentene ilorofeguaci al termine della loro operatione iru.
moto di feguir ciafcuno agevolmente ilfuo capo, con 1' arreftarfi,
vennero à formar parte della terza figura, che fù perfettionata dop-
po variati intrecci di galoppi dal rimanente delle 4 fquadre con ab-
ballàrfi r armonia de gl’inftromcnti, per rinforzarla di poi con più
bizzarro impulfo à quelli, che dovevano fulfeguen temente operare,
il che elfendofi praticato in tutte le figure, fi tralafcierà di replicarlo
per sfuggir’ il tedio della foverchialonghezza_..
Quindifi viddecon diletto molto maggiore S. M. Cef^ con tut¬
ti gl’ altri della fua fquadra, muovendoli in cornette, lafciar in mezzo
uno fpazio capace à quattro agiliffimì faltatori, i quali al principio d’
un aria capricciofa,& allegra, fonata alternatamente da Trombe, &
inflromenti d’arco, divife in due. bori nelle parti oppofle del Thea-
tro,fecero il loro ingreffo con varie palfate per linee diagonali,alzan-
dofi tutti à tal fegno in diflefe capriole, che più alti, e maggiori non^
fi fpiccanoifalti da i Cerui più Incili all’ hor, che procurano di fot-
trarfi con rapida fuga dall’ eflercito latrante de più feroci mafiini,
onde con ralfembrare altrui piu toflo volanti, che faltatori, facevano
credere per Hifloria la fa volofa invenzione dell’alato Corfiero di Pe-
gafo, e dell’Hippognfod’Adolfo.
Terminata ne gl’ angoli, (benché in flampa apparifea diverfa-
mente ) la bizzarra operatione de ifaltatori,fott’entrarono nel me-
demo fpazio i quattro capi fquadra à fare una flretta, e raddoppiata.^
treccia, fcherzando nel medefimo tempo i Cavalli di terra con volto
ingannate intorno à quei di cornette, dopoi movendo S.M. con va¬
rie bifeie accompagnato da tutti gl’altri 8, mentre fi operava in varie
figure da quei di galoppo, fi died e nuova forma al Ballo, e da quefl:a_»
pafsb alla quinta figura la M. S. con gruppoioni, e volte in corvetta,
intrecciandoli indudriofamente tra gl’altri 8 di quell:’ opera, che fi
molfero nel medemo tempo con variate figure, e fpiccandofi tutti i
Cavalli dellefquadre, doppo molti,e variati intrecci di galoppo,fi for¬
marono dalla meta i quattro raggi, e dal altra le due sfere, mentre_j
I nelle
jnellc loro \^oIte venivano imitati da i Cavalli di corvette, che rifpon.
deano puntualmente col loro maneggio alla mifura de gl’ inftru.
menti.
JndiS.M. formando co gl’altri 8 difficultofa, c raddoppiata^
treccia, venne imitata prima da i Cavalli di terra, e poi da tutti gl’ al.
tri di galoppo con ordine meravigliofo all’invito, che ne fece il ca'
pricciofofuonod’una allegriffimafollia,S.M. che fino ad bora haveà
fempre operato in mezzo al Theatro, per goder piò da vicino i lumi-
nofi raggidcll’AVGFSTlSSIMA SPOSA, fi portò lotto gl’ocelli
fuoi con quattro bizzarrifi[ìmi,c veloci dritti di corvette, precedendo,
le non meno olfequiofi, che fefianti li 4 di terra fempre in fronte della
M. S, con li quali à mifura perfettiffima di Mufica, fenza feompagnar-
la dalla finezza della perizia cavallerefca, alternarono 1’ artifiziofo
maneggio, fempre obligato all’ armoniche leggi dell’ aria, e refiando
S.M. in mezzo de i quattro di terra fopragiunfero i quattro capi
fquadra, che le formarono co gl’ altri un circolo perfetto, dal quali
mentre parca, che S. M. volelfe fortire, le venne indufiriofamento
impedito con alcune paffàte da gl’ s del cerchio, i quali raddoppian¬
dole intorno con difficiliffima treccia, S. M. volteggiando nel mez¬
zo con bizzarre corvette, prefemeravigliofamente il tempo, efeio-
gliendo la treccia, con breve, ma veloce fuga le n’ ulcì, venendo rac¬
colto da i Cavalli di corvette, e ridotto con quella forma nel fuo Mae-
ftofo pollo, e felleggiando con varij moti gl’ altri tutti di galoppo G
fece palTaggio all’ottava figura.,. ’
Doppo breve ripofo intimato dall’ Eco dell’Aria,che all’ impro-
vilo cangioffi m una dilettevole allemanda di cento, e più inllromen-
ti d arco, muovendoli tutti! Cavalli, diedero principio ad un pafleg-
gio grave, e iVIaellolb in forma di danza con varietà di moti, e d’in¬
trecci fi bé intefi, c di figure con talleggiadria di difegno rapprefenta-
te, che meno perfetti de loro palTi forfi poteanfi immaginare i regola¬
ti gin delle sfere 3 invenzione molto à propolito, che oltre al refpiro,
Che porto a i Cavalli doppo fi faticofe opcrationi, diede anche como¬
do a tutto il Theatro diriconofcereli Cavalieri, d’ammirare l’artifi-
tio, ericchezzadeiloroaddobbi, e di contribuirci dovuti applauli
al valore, che dimofiravano, mentre sòr aria medelima fi vedevano
muoveredallapartedelTempioliPaggi, le guardie, & i lachè, cho
lenza confonderle figure de i Cavalli, venivano con buon ordine à
metterfi al pollo per fervir à S. M, nella ritirata, e nell’ ifteflò tempo fi
portavano ad occupare il luogo di quelli le accompagnature de gl’
lementi, per ritrovarli in punto da formar lo fquadronc à fuo tem¬
po, che gl uni,egl altrielìèndoda 700 perfone, tutte riccamento
vcllite.
Vcfl:ite,nel moto diverfo incontrandoli,facevano con le lorVaghe di»
vife una cangiante, e dilettevol moftra, che qual ondofa marea_»
fcherzava intorno alla belliffimafigura, che formavano li Cavallieri
accompagnati dallainaravigliofa operatione de4, Saltatori, i quali
continuarono ancora à far pompa dellaloro agilità nella figura fulfc-
guente, formata al terminar’ dell’ allemanda sù la fua cadenza finale,
àcuifuccedendo una briofa Zarabanda fonata da molte trombe, fi
molfero tutti li Cavallieri, ciafcuno da per se in divérfe, ma ben con¬
certate figure, & in variati maneggi, onde fi vidde ad un tratto in_.
ogni parte del Teatro con ordinata confufionerifplcndere iluminofi
usberghi, folgorarle riche fopraveftijfuentolar i Manti sfarzo!!, &
ondeggiar i fuperbi cimieri, con una fluttuante pompa d’oro, d’ ar¬
gento, e di gemme, chefpiravano fplendore, vaghezza, è Magnifi¬
cenza, e terminata la prima parte dell’ Aria, fi portarono con molti
intreccia formar una Stella, nel cui centro operava S.M. con varice
volte in corvette infieme co gl’ otto, e ferpeggiando i capi fquadra_»
tra i Cavalli delle loro fchiere, che formavano i raggi Diagonali, fe-
guendo li medefimi doppo l’intreccio con induftre, & ordinato fcio-
glimento, fi fermarono in giufla cadenza in altrafigura, della cui vi¬
lla mentre flava appagandoli il Teatro, li 4 Saltatori portandoli fotto
la refidenza dell’AV GVSTISSIMASPOSA con molte pallàte
fempre in Aria con capriole, fecero conofcere, che nel faticar acquif.
lavano, e non perdevan lalena5 Con quella meraviglia altri havereb-
be creduto, che dovelfehaverfine il Balletto, quando al rinforzo del¬
le Trombe fi vidde variarli figura con cinque giri in moto contrario,
arreflandoll àmifura di cadenza quei fi trovavano piu vicini al cen¬
tro, rinovandofi per ultimo l’ariolo maneggio de Saltatori, e mentre
li Cavallieri delle 4 fquadriglie s’incaminavano di galoppo à riunirli
l'otto illoro condottiero, S.M. con briolMlmi diritti di coruettc, ac¬
compagnato da dodici della fua fquadra in due ale vicino all’ A VG V-
STISSIMASPOSA formavano un’ altra vaghilTima treccia, che
perla confufa,ma ben’ordinata velocità del moto,rcndeva con l’oro,
argento, e gemme e piume de ricchilllmi addobbi una ferpeggiante
pompa di vaghezza, e di luce con gran meraviglia degli Ipettatori,
che doppo tante, e li varie operazioni vedevano! Cavalli più vigo-
roli che mai, tutto derivando dall’ induflriofi ripartimenti ordinati
dal Sig:' Carducci, che fenza mai dar paufa alla continuata ferio
delle variate figure,!’una all’ altra fullegucnti,gl’ haveva faputo con,
grand’ accortezza, e giuditio compartir à tempo gl’ aggiuflati ripoll.
Terminato con quella treccia il Balletto, e formandoli nell’ ifleflb
tempo lo fquadronc de i Cavalli, fi Ipiccarono i 4 capi fquadra dal po¬
li fto
porto loro,c pararono dietro àS. M. al cader dell’ ultima cornetta del
filo Cavallo, & al termine della zarabanda, à cui fuccedendo una ftre-
pitofa armonia di Trombe guerriere, s’incaminb la ritirata,prcceden-
doil Sig:" Conte Ferdinando Lantier,lcTrombe,e i timpani, indi
S.M.co’lfolitocortcggio, c guardie prefe la Marcia feguito da i 4
capi fquadra, e da i Cau:‘' della fua Schiera in tre file dirtinti, appreflò
qucftile4fquadrigliedegr Elementi ad 8. per fronte, e nell’ ultimo
li faltatori ertendofi intanto formato un fquadrone di tutte F accom¬
pagnature dei CatiF che fopra 5 00 in belliffima ordinanza gl’ anda¬
vano feguendo. Giunto vicino al Tempio quei, che guidava fi dilet-
tevol pompa, quali che violentato dal defiderio univerfale del Teatro,
che nonfapevafatiarfi di ammirarla, fe neritornò per diametro ìil
faccia deir A VGTSTISSIMA SPOSA, e con piegare à mano delira,
acquirtando terreno quella Nobile, vaga, e non piu veduta ritirata’
Tempre ferpeggiando per tutta la larghezza del Teatro, ad eflPetto di
non volger le fpalle all’ Imperiai refidenza, arrivò finalmente alTem-
pio, nel quale al fonoro rimbombo di Timpani, e Trombe arrertato
in ala sù l’ingrelTo, fe n’ entrò S. M. C. à guifa di Trionfante, ripor¬
tandone per dovuti trofei gl’ affetti, & i cuori di tutto l’Teatro, fegui¬
to da i Cavallieri, e dall’ applaulò univerfale, che cllaltando alle ftelle
fi nobil maniera di ferteggiare, dichiarava con publiche acclamazio¬
ni, chel AVGTS lISSIME N02^ZE deiMaggiori MONAR¬
CHI dellaTerranonfipoteanlòIennizzareconpiùpompofa,e de-
gnaFefta. Per la ricchezza de gl’ habiti in quantità tale non veduta.»
altrove fin hora.Per la Magnificenza degrApparatfvaftità delle Ma¬
chine, e lor mirabili operazioni, che, fenza diffonderfi da vantaggio,
balla accennare,che tutte fur difporte, & ordinate dal Sigd Carlo Pa-
fetti, che ha fatto co miracoli dell’ Arte inarcare il ciglio anche à que¬
gli, che han no 1’ occhio affuefatto alle meraviglie. Per la foavità della
Mufica,efprefra da i primi virtuofi di quello fecolo, che tra voci, & in-
flromenti giunfero al numero di 2 00. le voci tutte al fervizio attualo
diqueft’ AVGMSTISSIMA Corteinfieme con la Maggior parte do
gl’inftrumenti,& il refto intrattenuto daaltreCappelle di quella gran
Città, fede ben degna del Trono IMPERIALE, e fopral’tutto per lo
qualità dePerfonaggi, cheu’ intervennero, e perla pcrizia,e Valoro
di tanti Nobiliffimi Cavallieri, che u’ operarono, non effendole man¬
cata fe non la forte di quella Penna famofa, che anche dal Grand’ Alef-
landro fu invidiata alle Glorie d’Acchillc, per/piegar degnamento
il racconto delle fuc perfezzioni, e tramandarne alla Notizia
de Pofteri una memoria immortalo.

J L FINE.
Terza. .

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