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Filippo IV di Francia
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Disambiguazione – Se stai cercando altri personaggi con questo soprannome, vedi Filippo il bello.
Filippo IV
il bello

Re di Francia
5 ottobre 1285 –
In carica
29 novembre 1314
Incoronazione 6 gennaio 1286, Cattedrale di Reims
Predecessore Filippo III
Successore Luigi X
Re consorte di Navarra
16 agosto 1284 –
In carica
2 aprile 1305
Predecessore Bianca d'Artois
Successore Margherita di Borgogna
Nascita Fontainebleau, 1268
Morte Fontainebleau, 29 novembre 1314
Luogo di sepoltura Basilica di Saint-Denis
Dinastia Capetingi
Padre Filippo III di Francia
Madre Isabella d'Aragona
Consorte Giovanna I di Navarra
Margherita
Luigi X
Bianca
Figli Filippo V
Isabella
Carlo IV
Roberto
Religione Cattolicesimo
Filippo IV di Francia (Fontainebleau, aprile/giugno 1268 – Fontainebleau, 29 novembre 1314) detto il
Bello, in francese Philippe le Bel[1], fu re di Francia dal 1285 alla sua morte.

Indice
• 1 Biografia
• 1.1 Giovinezza
• 1.2 Personalità e vita privata
• 1.3 Regno
• 1.3.1 Relazioni con l'Inghilterra
• 1.3.2 La guerra di Fiandra
• 1.3.3 Crociate e relazioni con i Mongoli
• 1.3.4 Finanze
• 1.3.5 Filippo contro la Chiesa
• 1.3.6 Scioglimento dell'ordine dei Templari
• 1.4 Ultimi anni e morte
• 2 Discendenza
• 3 Ascendenza
• 4 Filippo IV Nella cultura di massa
• 5 Note
• 6 Bibliografia
• 7 Voci correlate
• 8 Altri progetti
• 9 Collegamenti esterni

Biografia
Giovinezza
Filippo nacque nella residenza reale di Fontainebleu nel 1268. Era il figlio secondogenito dell'erede al
trono di Francia, Filippo e della prima moglie Isabella d'Aragona[2].

Gisant di Filippo il Bello nella Basilica di Saint-Denis.


Nell'agosto 1270, quando Filippo aveva appena due anni, il nonno Luigi IX di Francia morì a Tunisi
nel corso dell'Ottava crociata ed il padre divenne Re Filippo III mentre il fratello maggiore, Luigi,
nuovo erede al trono. Cinque mesi dopo, nel gennaio 1271, Isabella d'Aragona, incinta del quinto
figlio, morì a seguito di una caduta da cavallo. Il 15 agosto dello stesso anno Filippo III fu
ufficialmente incoronato a Reims e sei giorni dopo si risposò con Maria, figlia del Duca di Bramante.
Nel maggio 1276 Luigi di Francia morì e Filippo, di otto anni, divenne il nuovo erede al trono. La
morte di Luigi destò la curiosità dei contemporanei giacché sorsero le voci di un suo avvelenamento
per mano della matrigna, Maria di Bramante, che all'epoca aveva appena dato alla luce al suo primo
figlio[3].
Filippo III affidò l'educazione del principe ereditario al proprio elemosiniere, Guillaume d'Ercuis[4].
Null'altro è noto dell'infanzia o giovinezza di Filippo fino al suo matrimonio, avvenuto il 16 agosto
1284, con Giovanna I di Navarra: sebbene fosse un matrimonio politico con importanti vantaggi
strategici, rappresentati dall'annessione delle ricche ed importanti contee di Champagne e Brie al
demanio reale e dalla possibilità di controllare i Pirenei attraverso la Navarra, i due formarono una
coppia molto affiatata[5].
L'anno seguente, Filippo, insieme ai fratelli minori, partecipò alla crociata aragonese intrapresa da
Filippo III contro Pietro III d'Aragona: l'esercito francese, dopo una rapida avanzata nel Rossiglione e
la conquista di Gerona, complice l'insorgenza di un'epidemia, fu costretto a ritirarsi a Perpignano, ove il
Re stesso morì il 5 ottobre 1285[6].
A seguito della morte del padre, Filippo, come riportano alcuni cronisti catalani, fu costretto a
negoziare la ritirata dell'armata crociata ma l'esistenza del patto è dubbia in quanto Pietro d'Aragona
non avrebbe ottenuto nulla provocando una battaglia contro un esercito nemico in ritirata e lo stesso
Filippo coltivava buone relazioni con la famiglia materna[7].

Personalità e vita privata


In pubblico Filippo era solito mostrarsi freddo e distaccato: proprio a causa della sua rigida ed
inflessibile personalità fu presto soprannominato, da alleati o nemici, come Il Re di ferro (in francese:le
Rois de fer) [8].
Il vescovo Bernard Saisset, oppositore del re, paragonò Filippo IV ad un gufo, bellissimo ma inutile,
criticando la sua abitudine di delegare le faccende più importanti a funzionari specializzati[9].
Quanto al carattere, Saisset scrisse:

«Non è né un uomo e neppure una bestia, ma una statua.»

(Citazione riportata in Alison Weir, Isabella: She-Wolf of France, Queen of England, p. 11.)
Viene riportata una solida relazione con la moglie Giovanna, tanto che la sua dipendenza emozionale
nei confronti della moglie è stata suggerita come una delle ragioni che portarono Giovanna a non
visitare mai il Regno di Navarra; nel 1294, Filippo nominò la moglie come reggente di Francia in caso
di sua morte prematura ma non le affidò formalmente alcun'incarico ufficiale di governo, salvo che per
i propri domini privati di Navarra e Champagne[10].
La morte della moglie, nel 1305, ebbe profonde conseguenze sull'animo del sovrano: rifiutò di
risposarsi e subì una vera e propria crisi mistica, che lo indusse a moltiplicare pellegrinaggi, aumentare
le donazioni ad enti religiosi ed ospedali ed a perorare la canonizzazione di Luigi IX[11].
Regno
Filippo fu ufficialmente incoronato il 6 gennaio 1286 a Reims, all'età di diciassette anni. Determinato a
consolidare la monarchia francese ad ogni costo, il suo regno vide il passaggio da una monarchia
carismatica (che poteva in ogni momento collassare in caso di incompetenza del sovrano) ad uno stato
retto da una solida burocrazia tratta dalla piccola nobiltà o da funzionari borghesi[12].
Proseguì il lungo percorso di recupero di feudi alla Corona: infatti, dopo aver annesso Champagne e
Brie, nel 1312 ottenne il controllo della strategica città di Lione[13].

Relazioni con l'Inghilterra

Omaggio di Edoardo I (in ginocchio) a Filippo IV (seduto): in qualità di Duca di Aquitania, Edoardo
era tenuto a prestare omaggio al Re di Francia. Dipinto del XV secolo.
Il regno di Filippo vide relazioni tese tra Francia ed Inghilterra, dato il fatto che Filippo desiderava
prendere possesso del Ducato di Aquitania, feudo francese detenuto, però, dal Re d'Inghilterra Edoardo
I, dietro impegno di omaggio feudale[14].
Nel 1293, a seguito di uno scontro navale tra inglesi e normanni, Filippo convocò Edoardo alla corte
francese. Il re inglese cercò di negoziare inviando ambasciatori a Parigi ma ottenne un secco rifiuto.
Edoardo, a quel punto, decise di inviare il proprio fratello minore Edmondo il Gobbo, cugino e
promesso sposo a Margherita, sorella minore di Filippo. Fu stipulato un compromesso in base al quale
Edoardo avrebbe restituito, in segno di sottomissione, il Ducato di Aquitania a Filippo il quale, dopo un
periodo di grazia, avrebbe provveduto all'investitura di Edoardo quale Duca; al termine della procedura
si sarebbe proceduto al matrimonio tra Margherita ed Edmondo il Gobbo.
L'anno seguente, tuttavia, Filippo rifiutò di restituire il Ducato di Aquitania, stipulò un'alleanza
difensiva (la cosiddetta Auld Alliance con il Re di Scozia Giovanni ed iniziò le ostilità con il Regno
d'Inghilterra[14]: dopo alcune brevi campagne (1294-1298 e 1300-1303) l'esercito francese conquistò
l'intera Guienna ma non fu in grado di mantenerla a seguito di frequenti rivolte istigate dal Re
Inglese[15].
A seguito dei gravi costi finanziari, Filippo nel 1303 stipulò il Trattato di Parigi in base al quale
restituiva il Ducato di Aquitania ad Edoardo I (sempre mantenendo l'omaggio feudale) e prometteva in
sposa la propria figlia, Isabella, al principe di Galles Edoardo II; il matrimonio tra i due, ufficialmente
celebrato il 25 gennaio 1308, chiuse momentaneamente il conflitto tra Francia ed Inghilterra fino alla
Guerra dei cent'anni.

La guerra di Fiandra
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di Fiandra.
A causa della promessa di nozze tra il principe di Galles Edoardo, e Filippa, figlia del conte di Fiandra,
Guido di Dampierre che avrebbe portato un rafforzamento dell'alleanza tra il re Edoardo I e il conte di
Fiandra. Filippo nel 1297, preoccupato di essere schiacciato tra la morsa dei due stati, decise di
arrestare la promessa sposa e di invadere la contea di Fiandra[16].
Tra il 1297 ed il 1299 le truppe francesi conquistarono l'intera contea e nel 1300 il Conte Guido di
Dampierre si arrese con i suoi figli, che furono condotti a Parigi ed incarcerati al castello di castello di
Compiègne. L'anno seguente, Filippo IV, in visita nella contea appena conquistata, nominò Giacomo di
Châtillon quale suo fiduciario ma il forte aumento della pressione fiscale e la pesante oppressione,
indussero le gilde artigiane a schierarsi in favore del vecchio conte[16].
Tra il 17 ed il 18 maggio 1302 scoppiò l'insurrezione di Bruges, che portò all'uccisione di tutti i
francesi presenti in città[16]. Ben presto la rivolta si estese al resto delle Fiandre e Filippo IV decise di
inviare un primo corpo di spedizione di 4.000 fanti e 2.500 cavalieri, che fu annientato nella battaglia
degli speroni d'oro avvenuta l'11 giugno 1302[17].
Scioccato dalla sconfitta, Filippo decise di liberare Guido di Dampierre[17] e di intervenire
personalmente nel conflitto ottenendo una vittoria nella battaglia di Mons-en-Pévèle[18].
L'anno seguente, il Re costrinse i fiamminghi ad accettare il trattato di Athis-sur-Orge, contenente gravi
riparazioni e la consegna delle ricche città tessili di Lille, Douai e Béthune al demanio regio[19];
Béthune fu attribuita a Mahaut d'Artois per ricompensarla dei matrimoni tra le sue due figlie con due
figli di Filippo.

Crociate e relazioni con i Mongoli


Durante il suo regno Filippo IV tenne vari contatti con l'Impero Mongolo, in particolare con l'Ilkhanato
di Baghdad[20]: accolse l'ambasciata del monaco Rabban Bar Sauma, accettò le proposte di un'alleanza
contro il Sultanato Mamelucco ed inviò insieme al monaco un proprio cortigiano, Gobert di
Helleville[21]; tenne ulteriori rapporti epistolari nel 1288 e 1289 sottolineando l'importanza di una
cooperazione militare ma non mise mai in frutto i suoi progetti.
I contatti furono ripresi nell'aprile 1305 a seguito di una nuova ambasciata inviata dal nuovo Kahn
Oljeitu, in cui offriva la propria assistenza militare per operazioni congiunte contro i Mamelucchi. Di
nuovo, tuttavia, a seguito dell'impossibilità di coordinare una crociata, nessuna spedizione ebbe
luogo[22].
Il 4 aprile 1312 al Concilio di Vienne Papa Clemente V promulgò una nuova crociata: l'anno seguente
Filippo IV, insieme ai propri figli, rispondendo all'appello del Papa fece voto di prendere la croce ma,
in ogni caso, consigliato da Enguerrand de Marigny, rimandò i preparativi[23].

Finanze

Donazione fatta da Filippo IV il Bello ai cappellani ed ai custodi della Sainte-Chapelle a Parigi.


Febbraio 1286.
Durante il regno di Filippo IV le entrate annuali ordinarie del governo francese ammontavano,
approssimativamente, a 860.000 livres tournois, equivalenti a 46 tonnellate di argento, di cui il 30%
raccolte direttamente dal demanio reale[24]; le entrate globali del Regno ammontavano al doppio delle
ordinarie[25] e l'amministrazione finanziaria impiegava circa 3.000 persone, di cui 1.000
funzionari[26].
Al momento dell'ascesa al trono, Filippo aveva ereditato un debito pubblico consistente derivante dalla
crociata aragonese[27]: nel novembre 1286 il debito raggiunse il picco di 8 tonnellate di argento, dovuti
principalmente all'Ordine del Tempio ed equivalente al 17% delle entrate ordinarie finché, tra il 1287
ed il 1288, Filippo riuscì ad estinguere il debito ed il regno conseguì un attivo di bilancio[28].
Dopo il 1289, a seguito di un calo della produzione d'argento della Sassonia unita alle guerre del Re
contro Inghilterra e Fiandre, determinarono considerevoli deficit: la crociata aragonese era costata 1.5
milioni di lire tornesi, la campagna del 1294-1299 in Guascogna contro l'Inghilterra aveva determinato
un aggravio di 1.73 milioni e la situazione finanziaria del Regno era tale che, ancora nel 1306, erano
inclusi nel bilancio i prestiti assunti per l'Aragona[28][27].
Allo scopo di coprire il deficit, nel 1289, Filippo chiese ed ottenne da Papa Nicola IV il permesso di
imporre una decima di 152.000 livres parisis sui beni ecclesiastici in Francia: grazie a rendite annuali
pari a 1.52 milioni la chiesa aveva risorse fiscali superiori al governo reale, le cui entrate ordinarie
ammontavano ad appena 595,318 lire parigine (gettito globale stimato a 1.2 milioni), con un deficit pari
al 6% delle entrate annue[29]. Con l'introduzione della decima, il bilancio ottenne un momentaneo
sollievo, seguito, però, da un nuovo disavanzo nel 1292[29].

Masse d'or (7,04 g) coniata durante il regno di Filippo IV il Bello.


In costante ricerca di denaro, Filippo dispose l'arresto dei mercanti italiani che gli avevano garantito
considerevoli prestiti dietro garanzia dei proventi futuri derivanti dalla tassazione: i beni furono
confiscati dal governo e la Corona ottenne un gettito extra di 250.000 lire tornesi costringendo i
mercanti stessi ad acquistare la nazionalità francese[29]. Tuttavia, nonostante la il provvedimento
draconiano, il deficit si manifestò anche nel 1293[29].
Nel 1295 Filippo, consapevole delle maggiori disponibilità finanziarie dei banchieri italiani, decise di
rimpiazzare i Templari con la famiglia fiorentina dei Franzesi e trasferì il tesoro reale dal Tempio di
Parigi al Louvre[30].
Impossibilitato a finanziare i costi della guerra contro l'Inghilterra e della campagna nelle Fiandre, che
avevano dichiarato la propria indipendenza nel 1297, Filippo IV non ebbe altra scelta se non svalutare
la moneta riducendo il tenore di argento: il deprezzamento garantì alla Corona un gettito extra di 1.4
milioni di lire parigine tra il novembre 1296 ed il dicembre 1299, più che sufficiente per coprire i costi
di guerra (stimati ad 1 milione di lire) ma causò anche la scomparsa dell'argento dalla Francia entro il
1301 [31].
La svalutazione ebbe effetti sociali devastanti: entro l'agosto del 1303 livres, sous e deniers in
circolazione avevano perso i due terzi del proprio valore; la conseguente inflazione danneggiò i redditi
dei creditori, quali aristocrazia e clero (che ricevevano una debole divisa dietro prestiti concessi in
moneta più forte), mentre i più poveri subirono un forte calo del potere d'acquisto e vi furono numerose
rivolte e sollevazioni popolari[31].
La pesante disfatta nella battaglia degli Speroni d'oro fu un durissimo colpo per le finanze francesi: la
moneta perse il 37% del valore in 15 mesi ed il governo fu costretto ad imporre nuove tasse ed a
confiscare l'argenteria in mano ai funzionari e ai sudditi (rispettivamente per l'intero e la metà) allo
scopo di reperire il materiale necessario alla coniazione[32][33].
Nel tentativo di impedire la fuga di capitali, Filippo vietò qualunque esportazione di preziosi senza
l'autorizzazione reale, richiese un ulteriore decima dal Papa e riportò il tesoro sotto la custodia
dell'Ordine del Tempio[32].
Dopo la vittoria nelle Fiandre nel 1305, Filippo, l'8 ottobre 1306, ordinò che il tenore di argento nelle
nuove coniazioni fosse riportato al livello del 1285, ovvero 3.96 grammi di argento per livre e
conseguentemente rivalutò la moneta svalutata del 1303 fino ai due terzi[34]: i debitori furono, quindi,
costretti a ripagare i prestiti in una moneta rivalutata[34] fatto che provocò una rivolta urbana a Parigi;
lo stesso sovrano, il 30 dicembre 1306, dovette rifugiarsi brevemente al Tempio di Parigi[35].
Il 22 luglio dello stesso anno, Filippo, probabilmente nel tentativo di reperire nuovo argento necessario
a porre in atto la rivalutazione, ordinò l'espulsione degli ebrei e la confisca delle loro proprietà:
sequestrò beni per un valore pari a 140.000 lire parigine e dispose dei funzionari reali per recuperare i
prestiti concessi dagli ebrei stessi ad esclusivo vantaggio della Corona[34][36]. La misura fu un
insuccesso: gli ebrei erano ritenuti relativamente onesti e corretti mentre l'operato dei funzionari reali
fu universalmente criticato.

Filippo contro la Chiesa


Re di Francia - Capetingi

Ugo Capeto (~940-996)


Figli

Roberto II (972-1031)

Figli

Enrico I (1008/1010-1060)

Figli

Filippo I (1052-1108)

Figli

Luigi VI (1081-1137)

Figli

Luigi VII (1120-1180)

Figli

Filippo II (1165-1223)

Figli
Luigi VIII (1187-1226)

Figli

Luigi IX (1214-1270)

Figli

Filippo III (1245-1285)

Figli

Filippo IV (1268-1314)

Figli

Luigi X (1289-1316)

Figli

Giovanni I (1316-1316)

Filippo V (1293-1322)

Figli
Carlo IV (1294-1328)
Filippo il Bello è passato alla storia per i suoi attriti fortissimi con la Chiesa cattolica ed in particolare
con Papa Bonifacio VIII. Quando, nel 1296, il Re impose una decima sul reddito annuale della chiesa
francese, il Papa promulgò la Bolla Clericis Laicos allo scopo di vietare il trasferimento di ogni
proprietà, mobile o immobile, alla Corona di Francia; per ritorsione, Filippo nel 1297 vietò
l'esportazione di valori dalla Francia, sostanzialmente impedendo ogni versamento della chiesa francese
a Roma finché il Papa fu costretto a cedere ed a riconoscere il diritto reale a tassare il clero in caso di
emergenze[37].
Nel 1300 il Re inviò il proprio fratello, Carlo di Valois alla testa di un esercito allo scopo di sostenere i
guelfi neri toscani ed il pontefice nei confronti dei rivali: il 1° novembre 1301 Carlo di Valois entrò in
Firenze ed in breve tempo fu in grado di rovesciare il legittimo governo fiorentino (tra i cui esponenti
figurava anche Dante Alighieri) in favore della fazione più vicina al Pontefice, capeggiata da Cante
Gabrielli e Corso Donati[38].
Nel 1301, Filippo fece arrestare il vescovo di Pamier Bernard Saisset per alto tradimento; Bonifacio
VIII convocò il vescovo a Roma per discutere delle azioni di Filippo ed il Re, infuriato, convocò
un'assemblea di nobili, vescovi e borghesi a Parigi allo scopo di condannare il Papa. L'assemblea,
precursore degli Stati Generali diede sostegno incondizionato a Filippo costringendo il Papa a
promulgare le bolle di condanna Ausculta fili e Unam Sanctam Ecclesiam[39][40].
Per nulla intimorito dalla dichiarazione di supremazia papale o dalla minaccia di scomunica, Filippo
sostenne con forza la celebrazione di un processo per invalidare l'elezione di Bonifacio VIII (dietro
pretesto della nullità dell'abdicazione del predecessore papa Celestino V) e, grazie all'appoggio di
numerosi nemici del pontefice a Roma (su tutti Giacomo Sciarra Colonna), fu in grado ad inviare il suo
guardasigilli Guillaume de Nogaret ad arrestare il Papa ad Anagni[41].
A seguito della morte di Bonifacio VIII, seguita pochi mesi dopo da quella del suo successore, Filippo
fu in grado di influenzare il conclave, contribuendo all'elezione dell'arcivescovo francese Bertrand de
Got il quale, nel 1306, accettò di revocare la bolla Unam Sanctam e di trasferire la sede papale da
Roma ad Avignone, determinando l'inizio del periodo noto come "cattività avignonese".

Scioglimento dell'ordine dei Templari


Re di Navarra - Capetingi

Filippo I (1268-1314)
Figli

Luigi I (1289-1316)

Figli

Giovanni I (1316-1316)

Filippo II (1293-1322)

Carlo I (1294-1328)

Giovanna II (1311-1349)

Figli
Dopo essersi assicurato un papa più favorevole alle proprie azioni, Filippo, su consiglio del
guardasigilli Guglielmo di Nogaret e del ciambellano Enguerrand de Marigny, si rivolse all'Ordine dei
Templari, creditori e depositari del tesoro reale, nonché ente assai rilevante per i beni mobili ed
immobili posseduti e per le forze a disposizione[42].
In origine, il Re era propenso ad appoggiare i propositi ripresi da Papa Clemente V volti alla fusione
dell'Ordine dei Templari e dell'Ordine degli Ospedalieri[43]. In seguito, tuttavia, cambiò idea a causa
della presenza di voci e sospetti sulla condotta dell'Ordine e probabilmente allo scopo di utilizzare
l'Ordine stesso come merce di scambio durante le trattative con il Pontefice in merito al processo a
carico di Bonifacio VIII[44].
Il 14 settembre 1307 Filippo IV, ottenuto l'avallo dell'inquisitore di Francia Guillaume de Paris (suo
confessore privato), fece redigere un ordine di arresto a carico di tutti i templari presenti nel Regno di
Francia a decorrere dal 13 ottobre del medesimo anno; il 22 settembre delegò ufficialmente a Nogaret il
compito di procedere all'arresto dei templari ed inviò l'ordine di arresto ad ogni balivo e siniscalco del
Regno in lettera chiusa e sigillata, con l'ordine di aprire le lettere esclusivamente nel giorno
stabilito[45].

«Dato che la verità non può venire completamente alla luce in altro modo e che un grave sospetto si è
impadronito di tutti (...), abbiamo deciso che tutti i membri del suddetto ordine del nostro regno siano
arrestati, senza eccezione alcuna, imprigionati e sottoposti al giudizio della chiesa, e che tutti i loro
beni, mobili ed immobili siano confiscati, messi in nostro potere e conservati con cura (...).»

(Estratto dell'ordine di arresto. Alain Demurger, I Templari, p. 439.)


Nella data prestabilita siniscalchi e balivi, dopo aver aperto le istruzioni reali, iniziarono gli arresti: 138
a Parigi, più altri 94 nelle province, per un numero complessivo finale di 546 arresti documentati tra il
1307 ed il 1311; l'effetto sorpresa fu quasi completo e ben pochi furono in grado di fuggire[46].
Dopo aver dato avvio agli arresti, Filippo notificò gli atti agli altri sovrani europei ed al Papa, sebbene
le accuse formulate incontrassero lo scetticismo generale. La situazione cambiò a seguito delle
confessioni dei membri detenuti, in particolare del Gran Maestro stesso: il 22 novembre 1307 il Papa
promulgò la Bolla "Pastoralis praeeminentiae" contenente l'ordine ad ogni sovrano europeo di arrestare
tutti i templari nella cristianità e di sottoporre i beni dell'ordine sotto tutela ecclesiastica[47].
A seguito dell'arresto la giustizia reale e gli inquisitori iniziarono a seguire le istruzioni redatte da
Nogaret contenenti la precisazione ad "esaminare con cura la verità ricorrendo alla tortura qualora sia
necessaria" sulla base dei capi di imputazione forniti nell'atto (rinnegamento di Cristo, sputo sulla
croce, sodomia, idolatria). Il 15 ottobre Nogaret stesso giustificò l'intervento avanti ad un'assemblea di
chierici e notabili ed il 24 dello stesso mese Jacques de Molay, Gran Maestro dell'Ordine, confessò
alcune delle colpe prima davanti ai funzionari regi, in seguito avanti a dottori e letterati dell'Università
di Parigi, convocati dal Re[48].
A seguito degli arresti e degli interrogatori, Papa Clemente contestò la decisione del Re di avocare la
giurisdizione sui processi, in quanto contraria al diritto canonico, ed in risposta Filippo IV avviò
un'intensa campagna propagandistica in proprio favore e convocò gli Stati Generali a Tours[49]. Il
Papa, tuttavia, nonostante le pressioni della corte francese, difese le proprie prerogative ed ottenne il
trasferimento di settantadue templari avanti un tribunale ecclesiastico (composto da tre cardinali) che,
alla fine, si pronunziò per l'assoluzione di tutti gli imputati[49].
Nell'estate del 1308 Filippo IV e Papa Clemente, dopo serrate trattative, raggiunsero un compromesso:
il re rinunciò alla conduzione dei processi, consentì alla convocazione di una commissione speciale di
chierici e di affiancare i vescovi ai funzionari regi; il Papa si impegnò formalmente a convocare un
concilio sulle sorti definitive dell'ordine[50].
Due anni dopo, in reazione alle numerose assoluzioni pronunciate dai tribunali ecclesiastici, Filippo IV
indusse il nuovo arcivescovo di Sens (Filippo, fratello minore del ciambellano Enguerrand de
Marigny), senza attendere la fine delle udienze, a convocare a Parigi numerosi templari arrestati nella
sua diocesi ed a disporre la condanna al rogo di ben 54 templari detenuti dal 1307, al solo scopo di
intimorire gli altri confratelli fino ad indurli a rinunziare ad ogni difesa del proprio Ordine[51].
Nel 1311, il Concilio di Vienne decretò lo scioglimento definitivo dell'Ordine ed il trasferimento dei
beni sequestrati all'ordine dell'Ospedale (che, in cambio, rinunziato ai propri privilegi) affinché fossero
utilizzati per la Terrasanta: due anni dopo, dietro il versamento di 200.000 libbre, Filippo IV trasferì i
beni in propria custodia all'Ospedale (che, tuttavia, avrebbe recuperato solo una parte delle proprietà)
[52].
L'epilogo dell'Ordine dei Templari fu definitivamente siglato il 11 marzo 1314 con la morte sul rogo di
Jaques de Molay e Geoffroy de Charney, rispettivamente Gran Maestro e Provveditore di
Normandia[53].
Sebbene solitamente dietro l'operato del re venga individuato un mero interesse materiale, vi sono
alcuni elementi che inducono a ridurre l'importanza di questo aspetto.
Indubbiamente, Filippo IV cercò di raccogliere denaro con ogni mezzo (nuove imposte, svalutazione,
signoraggio, espulsione degli ebrei, confische dei banchieri lombardi) ma è altrettanto vero che accettò
il parere formulato dall'Università di Parigi e non avocò a sé i beni dei templari: grazie all'operazione fu
in grado di colmare il deficit per diversi anni ed ottenne il sostegno di numerosi borghesi che furono
nominati amministratori, fittavoli o custodi dei beni posti a sequestro[54].
La soppressione dell'Ordine, in altri termini, permise alla Corona francese di rafforzare la base
economica dei nascenti ceti borghesi (il cui ruolo nell'amministrazione fu patrocinato a seguito di
un'ordinanza reale nel 1302) e al tempo stesso di razionalizzare l'amministrazione finanziaria, evitando
di dipendere da elementi "stranieri" o troppo indipendenti quali erano gli ebrei, i banchieri lombardi o
gli stessi templari[54].

Ultimi anni e morte

La tomba di Filippo IV di Francia nella Basilica di Saint-Denis


Nel 1313 morì Enrico VII, Imperatore del Sacro Romano Impero. Filippo propose la candidatura del
figlio omonimo quale Imperatore, ma la richiesta fu respinta.
Gli ultimi anni di Regno furono segnati dallo scandalo della Tour de Nesle, che scosse non poco il
prestigio della Corona.
Filippo aveva fatto sposare i suoi figli per ragioni dinastiche: il primogenito, Luigi, aveva un
matrimonio assai infelice con Margherita di Borgogna; il secondogenito, Filippo, aveva sposato
Giovanna di Borgogna, alla quale era molto legato; il terzogenito, Carlo, era marito di Bianca di
Borgogna[55].
A seguito di una visita di Isabella ai propri fratelli, costei notò che due scudieri, Gauthier e Philippe
d'Aunay, indossavano i borsellini finemente ricamati che lei stessa aveva regalato alle cognate e,
sospettando di un'adulterio, si confidò con il padre che decise di sorvegliare e arrestare i due
uomini[55].
I due scudieri furono imprigionati presso la Tour de Nesle a Parigi: sottoposti ad interrogatorio,
confessarono l'adulterio e furono condannati a morte per lesa maestà; Margherita e Bianca di Borgogna,
giudicate colpevoli di adulterio dal Parlamento di Parigi, subirono la tonsura e la condanna alla
reclusione a vita nella fortezza di Chateau Gaillard mentre Giovanna di Borgogna, colpevole di aver
protetto la sorella e la cugina, ebbe una pena minore[55].
Nell'autunno dello stesso anno Filippo si recò per una battuta di caccia a Pont-Sainte-Maxence ma,
colpito da un ictus, cadde da cavallo: trasportato al castello di Fontainebleau, non si riprese dalla
malattia e morì il 29 novembre 1314. Alla sua morte ascese al trono il figlio primogenito Luigi, Re di
Navarra sin dal 1305.

Discendenza
Da Giovanna I di Navarra Filippo ebbe sette figli:
• Margherita (1288-1300), fidanzata, nel 1294, con l'erede al trono di Castiglia, Ferdinando
(1285-1312);
• Luigi X (1289-1316), re di Francia;
• Bianca (1290-1294);
• Filippo V (1291-1322), re di Francia;
• Isabella (1292-1358), sposò il re d'Inghilterra Edoardo II;
• Carlo IV (1294-1328), re di Francia;
• Roberto (1297-1308), fidanzato nel 1306 con Costanza d'Aragona, figlia del re di Sicilia,
Federico III.
Tutti i figli maschi che raggiunsero l'età adulta divennero re di Francia mentre la figlia Isabella divenne
regina d'Inghilterra, in quanto andata sposa ad Edoardo II d'Inghilterra.
Fu re di Navarra, con il titolo di Filippo I, grazie al matrimonio con Giovanna I, regina di Navarra. Il
titolo fu suo da quando la sposò nel 1284 fino alla morte di Giovanna nel 1305: infatti, dopo la morte
della regina il titolo di re di Navarra passò direttamente al figlio primogenito Luigi l'Attaccabrighe.

Ascendenza
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi VIII di Francia Filippo II di  
Francia  
Isabella di Hainaut  
Luigi IX di  
Francia Alfonso VIII di  
Castiglia  
Bianca di Castiglia
Leonora  
Filippo III di d'Aquitania  
Francia Alfonso II di  
Raimondo Berengario Provenza  
IV di Provenza Garsenda di  
Margherita di Provenza  
Provenza Tommaso I di  
Savoia  
Beatrice di Savoia
Margherita di  
Filippo IV di Ginevra  
Francia Alfonso II  
d'Aragona  
Pietro II di Aragona
 
Sancha di Castiglia
Giacomo I  
d'Aragona Guillame III di  
Montepellier  
Maria di Montpellier
 
Eudokia Comnena
Isabella  
d'Aragona  
Béla III d'Ungheria
 
Andrea II d'Ungheria
Agnese  
Iolanda d'Antiochia  
d'Ungheria Pietro II di  
Courtenay  
Iolanda di Courtenay
 
Yolanda di Fiandra
 

Filippo IV Nella cultura di massa


Dante Alighieri si riferisce spesso a Filippo nella Divina Commedia, mai per nome ma come "mal di
Francia" (peste di Francia)[56].
Filippo è il personaggio del titolo in Le Roi de fer (Il re di ferro), il primo romanzo del 1955 in Les
Rois maudits (I re maledetti), una serie di romanzi storici francesi di Maurice Druon. È stato
interpretato da Georges Marchal nella miniserie francese adattamento della serie del 1972, e da Tchéky
Karyo nell'adattamento del 2005.
Nella serie televisiva del 2017 Knightfall, Filippo IV è interpretato da Ed Stoppard.

Note
1. ^ Filippo IV il Bello. Associazione italiana medioevale.
2. ^ Woodacre, p. xviii
3. ^ Elisabeth A. R. Brown, The Prince is Father of the King: The Character and Childhood of
Philip the Fair of France, in Mediaeval Studies, vol. 49, 1987, pp. 282–334,
DOI:10.1484/J.MS.2.306887.
4. ^ Guillaume d'Ercuis, Livre de raison (archiviato dall' il 17 novembre 2006).
5. ^ Strayer, pp. 9-10
6. ^ Hallam, p. 356
7. ^ Strayer, pp. 10-11
8. ^ Contamine, p. 142
9. ^ Barber, p. 29
10.^ Woodacre, p. 42 - 43
11.^ Demurger, p. 502
12.^ Strayer, p. xiii
13.^ Jostkleigrewe, p. 55
14.
• Les Rois de France, p. 50
• ^ Wolfe, p. 51
• Pirenne, p. 418 - 419
• Pirenne, p. 420
• ^ Curveiller, p. 34
• ^ Tucker, p. 295
• ^ Morris Rossabi, From Yuan to Modern China and Mongolia: The Writings of Morris Rossabi,
Brill, 2014, ISBN 978-90-04-28126-4.
• ^ Sir E. A. Wallis Budge, The Monks of Kublal Khan, Emperor of China (1928)
• ^ Mostaert & Cleaves, pp. 56–57.
• ^ Jean Richard, "Histoire des Croisades", p.485
• ^ Grummitt - Lassalmonie, p. 120
• ^ Torre, p. 60
• ^ Grummitt - Lassalmonie, p. 127 - 128
• Strayer, p. 11
• Torre, p. 59
• Torre, p. 60
• ^ Torre, p. 61
• Torre, pp. 61-64
• Torre, p. 64
• ^ Murray Rothbard, The Great Depression of the 14th Century, su Mises Daily Articles, Mises
Institute, 23 novembre 2009. URL consultato l'8 gennaio 2020.
• Torre, p. 65
• ^ Demurger, p. 430
• ^ Golb Norman. The Jews in Medieval Normandy. Cambridge University Press. 1998. ISBN
0521580323. p. 561
• ^ Ozment, p. 145
• ^ Raoul Manselli, Carlo di Valois, su treccani.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.
• ^ Black, p. 148
• ^ Demurger, p. 431
• ^ Lerner, p. 5
• ^ Demurger, p.428 - 431
• ^ Demurger, p.427
• ^ Demurger, p. 434 - 436
• ^ Demurger, p. 437 - 438
• ^ Demurger, p. 438 - 440
• ^ Demurger, p. 440 - 443
• ^ Demurger, p. 445 - 447
• Demurger, p. 448 - 451
• ^ Demurger, p. 452
• ^ Demurger, p. 465 - 468
• ^ Demurger, p. 469 - 476
• ^ Demurger, p. 483 - 487
• Demurger, p. 499 - 501
55.Weir, p. 92 - 101
56.^ Filippo il Bello - La Divina Commedia, su divinacommedia.weebly.com. URL consultato il 3
gennaio 2021.

Bibliografia
• Andreas Beck, La Fine dei Templari, Herder, 1992.
• Macolm Black, The Trial of the Templars, Cambridge University Press, 1978.
• Antony Barber, Political Thought in Europe, 1250-1450, Cambridge University Press, 1982.
• Philippe Contamine, Jean Kerhervé , Albert Rigaudière, Monnaie, fiscalité et finances au temps
de Philippe Le Bel: journée d'études du 14 mai 2004, Comité pour l'histoire économique et
financière de la France, 2007.
• Stephane Curveiller, Dunkerque, ville et port de Flandre à la fin du Moyen âge: à travers les
comptes de bailliage de 1358 à 1407, Presses Univ. Septentrion, 1989, ISBN 978-2-85939-361-
8.
• Alain Demurger, I Templari, un ordine cavalleresco cristiano nel Medioevo, Varese, Garzanti,
2006.
• David Grummitt e Jean François Lassalmonie, Royal public finance (c.1290–1523), in
Government and Political Life in England and France, c.1300–c.1500, Cambridge University
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• Elisabeth M. Hallam, Capetian France: 987–1328, Longman, 1980, ISBN 978-0-582-40428-1.
• Georg Jostkleigrewe, Andrzej Pleszczynski, Joanna Sobiesiak, Michal Tomaszek, Imagined
Communities: Constructing Collective Identities in Medieval Europe, Brill, 2018.
• Robert E. Lerner, The Age of Adversity: The Fourteenth Century, Cornell University Press,
1968.
• Steven Ozment, The Age of Reform, 1250-1550: An Intellectual and Religious History of Late
Medieval and Reformation Europe, Yale University Press, 1980.
• Henry Pirenne, I Paesi Bassi, in L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno -
Storia del Mondo Medievale, 1999.
• Joseph Strayer, The Reign of Philip the Fair, Princeton, Princeton University Press, 1980,
ISBN 978-0-691-10089-0.
• Ignacio de la Torre, The Monetary Fluctuations in Philip IV's Kingdom of France and Their
Relevance to the Arrest of the Templars, in The Debate on the Trial of the Templars (1307–
1314), Farnham, Ashgate, 2010, ISBN 978-0-7546-6570-0.
• Spencer C. Tucker, A Global Chronology of Conflict, ABC-CLIO, 2010.
• Alison Weir, Isabella: She-Wolf of France, Queen of England, Londra, Pimlico, 2006.
• Micheal Wolfe, Walled Towns and the Shaping of France: From the Medieval to the Early
Modern Era, Palgrave Macmillan, 2009.
• Elena Woodacre, The Queens Regnant of Navarre, Palgrave Macmillan, 2013.

Voci correlate
• Bonifacio VIII
• Cattività avignonese
• Schiaffo di Anagni
• Guglielmo di Nogaret
• Enguerrand de Marigny
• Cavalieri templari
• Guerra dei cent'anni

Altri progetti
• Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Filippo IV di Francia

Collegamenti esterni

• Barbara Frale, Come pregavano i Monaci guerrieri nelle carceri di Filippo il Bello. Le carte
originali del processo ai Templari rinvenute nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano
l'infondatezza delle accuse di eresia, su miradouro.it. URL consultato il 2 gennaio 2020 (archiviato dall'
il 3 agosto 2014).
• Filippo IV il Bello re di Francia, su treccani.it. URL consultato il 2 gennaio 2020.
• Georges Goyau, Philip IV (the Fair), in The Catholic Encyclopedia, Volume XII, 1911, su
newadvent.org. URL consultato il 2 gennaio 2020.
• Julien Théry, Philippe le Bel, pape en son royaume, su academia.edu. URL consultato il 2 gennaio
2020.
• Julien Théry, Allo scoppio del conflitto tra Filippo il Bello di Francia e Bonifacio VIII: l’affare
Saisset (1301). Primi spunti per una rilettura, su academia.edu. URL consultato il 2 gennaio 2020.
• Julien Théry, A Heresy of State. Philip the Fair, the Trial of the 'Perfidious Templars', and the
Pontificalization of the French Monarchy, su academia.edu. URL consultato il 2 gennaio 2020.

Predecessore Re di Francia Successore


Filippo III 1285–1314 Luigi X
Predecessore Re di Navarra Successore
Giovanna I 1284–1305 Luigi I
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