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Il concetto di salute è cambiato nel corso dei secoli, adeguandosi ai diversi contesti culturali.

Il più antico tentativo di formulare una spiegazione di salute risale alla teoria umorale di
Ippocrate.
Per Ippocrate, nessuna divinità influiva sulla medicina e il corpo era sano quando le parti che
lo componevano funzionavano correttamente ed erano in armonia; in caso contrario, il corpo
era ammalato.
Ippocrate stabilì la teoria degli umori, basandosi sul principio pitagorico della divisione
tetradica. Secondo lui, la bile nera prodotta dalla milza genera umidità e malinconia, la bile
gialla elaborata dal fegato crea secchezza e collera, la flemma originata dal cervello
determina freddo e apatia, il sangue che sgorga dal cuore provoca caldo ed emotività. La
salute di un organismo è data dalla proporzione fra questi umori chiamata crasi; se vi è
equilibrio e armonia, cioè discrasia, il medico deve curare il paziente attraverso
l’alimentazione e l’ambiente climatico esterno.
Tutte le cose che stanno sotto il cielo della Luna sono formate da quattro elementi
fondamentali: la terra, l'acqua, l'aria ed il fuoco, che posseggono, a coppie, le quattro qualità
fondamentali dei corpi: il caldo, il freddo, il secco e l'umido. Il Fuoco sarà così di natura calda
e secca, l'Aria calda e umida, l'Acqua fredda e umida, mentre la Terra sarà fredda e secca.
Nel corpo umano, i quattro elementi fondamentali partecipano alla natura dei quattro umori
dell'organismo: il sangue, la bile gialla, la bile nera, e la flemma. La terra corrisponde alla bile
nera, l'acqua alla flemma, l'aria al sangue ed il fuoco alla bile gialla.
Questi umori, che hanno sede in vari organi del corpo regolano il buon funzionamento
dell'organismo; e a seconda della prevalenza o mancanza di uno o dell'altro umore si
determina la malattia. Ippocrate presenta tratti innovativi, egli diede per la prima volta un
carattere autonomo e specifico ad una pratica empirica, trasformandola in una vera e propria
tecnica fondata su un metodo scientifico; egli ritiene che grazie ad essa l'intera verità potrà
gradualmente essere scoperta. Infatti Ippocrate crede che l'appello alla divinità per spiegare
la malattia sia solo un modo per mascherare l'ignoranza ed astenersi dalla ricerca delle vere
cause.
Si trattava quindi di una concezione razionale basata sull’osservazione.
La scienza moderna ha sicuramente smentito la teoria di Ippocrate, tuttavia ne sono rimaste
alcune tracce nel linguaggio comune e nelle varie forme medicina alternativa, come la
medicina naturopatica.
Una diversa concezione di salute, dalle società tradizionali a quelle del mondo cristiano, al
Buddhismo, al Cristianesimo, assume un’impronta religiosa e spirituale. In queste culture, la
salute tende a coincidere con l’ansia di salvezza; pertanto il bisogno dell’uomo di superare
ogni tipo di sofferenza, fisica o psichica, morale o spirituale, si identifica con la necessità di
liberarsi dalla condizione esistenziale umana, ovvero dal ruolo di soggetto passivo rispetto
all’esperienza del male, che trova la sua manifestazione più immediata e violenta nella
malattia e nella morte. I due termini, salute e salvezza, formano così un binomio ideale,
l’essenza unica dell’esperienza religiosa nelle diverse società, tanto che la salvezza si rivela
estensione della salute, bisogno di un “bene” totale e perenne.
Questo pensiero risalta in contesti sociali in cui emergono le figure terapeuta-guida religioso,
sacerdote-guaritore o fondatore religioso che compie guarigioni miracolose. Un esempio sono
i sacerdoti-guaritori ispirati da spiriti delle culture africane; così come anche la figura di Gesù,
che compiendo guarigioni miracolose annunciava un messaggio di salvezza totale.
La salute, nel concetto biblico-cristiano, è la liberazione globale dell’individuo e della
convivenza che Dio offre, chiedendo la collaborazione umana, e questa liberazione si fonda
sul rapporto vitale con Dio, che si attua gradualmente e si completa nella convivenza dell’altra
vita.
Due definizioni, per molti aspetti, opposte: la prima ha un carattere scientifico e razionale, la
seconda spirituale e divino.
Un professore dell'università di Milano, Alberto Martinelli, propone un ulteriore definizione di
salute; la salute,secondo lui, è un bisogno fondamentale dell'uomo e un'esigenza primaria
della società. Inoltre afferma che la malattia,la vecchiaia, la morte sono esperienze universali,
che fanno parte della vita quotidiana delle persone e nello stesso tempo ne definiscono i
limiti; sono fonte di sofferenza e rendono difficile o del tutto impossibile lo svolgimento dei
ruoli sociali.
Si hanno in questo caso sue aspetti distinti, ovvero la salute è si una necessità basilare per
ogni essere umano ma allo stesso tempo rappresenta una richiesta primaria da parte della
società, la quale si preoccupa quindi di tutelare quelli che sono i suoi interessi, o meglio di
non perdere soggetti attivi in grado di svolgere i propri ruoli sociali. Secondo questo punto di
vista una persona non è in salute solo se non riesce a svolgere i propri compiti all'interno
della comunità.
Se si considera la salute semplicemente come un bisogno fondamentale dell'uomo possono
crearsi diversi punti di vista contrapposti, si vengono via via definendo concezioni di salute
diverse tra di loro. Ogni persona ha delle priorità che cambiano a seconda delle esperienze
vissute, lo stile di vita,le condizioni socio-economiche,gli ideali. Partendo da questa premessa
si hanno definizioni di salute differenti.
Infatti, secondo l'approccio organico fisicista la salute sta nel riportare l'organismo, individuo o
ambiente, al suo perfetto funzionamento, attraverso dei controlli che intervengono sulle cause
del disturbo o del deficit, i quali provocano uno squilibrio bio-organico. Si può avere un
approccio marxista, dove la salute sta nella piena accessibilità a tutti i consumi desiderati
dalla persona, a condizione che tali consumi non siano alienati. In altre parole, salute sarebbe
vivere in un ipotetico “regno dell'abbondanza” , in cui si ha la possibilità di accedere a
qualunque bene o servizio, in base ai bisogni di ognuno.
L'approccio fenomenologico, invece, definisce la salute in rapporto alla pienezza di senso nei
rapporti umani di intimità, parentela, amicizia, familiarità in cui il soggetto quotidianamente si
trova; l'individuo ha bisogno di una comunicazione vitale. Se si prende in considerazione un
orientamento sociologico- funzionalista si avrà che secondo la sociologia dell'azione la salute
consiste nella perfetta integrazione dell'individuo al suo ruolo sociale ;mentre per la sociologia
di sistema la salute è assicurare alle diverse parti dell'ambiente un corretto svolgimento delle
loro funzioni per realizzare scopi collettivi. Infine, basandosi su un approccio semiologico, si
ha il bisogno , l'esigenza di una distinzione sociale , quindi sostanzialmente la salute è la
raggiunta distinzione sociale significativa.
Ogni approccio preso singolarmente può apparire limitato e inutile al fine di capire cosa voglia
dire effettivamente salute, eppure ogni visione contiene aspetti fondamentali per spiegarla. È
necessario infatti considerare nella stessa misura tutte le dimensioni presenti nell'essere
umano,ovvero fisica, psichica e sociale.
La definizione attualmente accettata di salute è infatti quella elaborata, nel 1948
dall'Organizzazione Mondiale per la Salute (O.M.S) , un' istituzione specializzata delle
Nazioni Unite con sede a Ginevra. Dalla Costituzione dell' O.M.S si ha quindi che: “ la salute
è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto in una
assenza di malattia e di infermità”.
La sfera biologica è costituita dal nostro corpo; la sfera psicologica è caratterizzata dai nostri
pensieri ,paure, domande, sogni, desideri; l'alimento della nostra psiche sono gli affetti e
l'amore. La sfera sociale-razionale consiste nell'essere in grado di mantenere relazioni con
gli altri.
La salute non dipende solo dal benessere delle diverse dimensioni che la determinano, ma
dall'equilibrio armonico tra le dimensioni stesse.
Inoltre dalla definizione data dall'O.M.S si capisce come l'attenzione non dovrebbe
concentrarsi solo sulla cura della persona malata ma dovrebbe tutelare e proteggere ogni
singola persona. Bisognerebbe in primo luogo promuovere delle attività preventive, dare
maggiori informazioni,sollecitare a fare esami di controllo periodici e proporre terapie di
sostegno. In caso si riscontrano malattie in atto si dovrebbe attuare una cura tempestiva e
adeguata; infine servirebbe , nei limiti del possibile, la garanzia di un normale e graduale
reinserimento dell'individuo nella società, dopo un periodo di terapia in ospedale. È un'attività
che comporta interventi sociali per la promozione sanitaria anche degli ambienti familiari, di
lavoro e di vita sociale.
Quando si parla di salute è bene tener conto di quali fattori la influenzano; età, sesso e fattori
costituzionali, legati per esempio al patrimonio genetico, sono i fattori virtualmente
immodificabili che influiscono sullo stato di salute della persona. Mentre, fattori come gli stili di
vita, le relazioni interpersonali, l'ambiente di vita e di lavoro, le condizioni socio-economiche,
sono modificabili.
Molti studi hanno dimostrato l’esistenza di disuguaglianze sociali ed economiche nelle
condizioni di salute, per cui le persone con basso livello socio-economico si ammalano di più
e muoiono prima.
La posizione sociale esercita una forte influenza sulla portata e sulle caratteristiche dei rischi
per la salute nei diversi gruppi socio-economici; i gruppi più benestanti hanno più possibilità di
vivere una vita sana, mentre le persone di bassa condizione socio-economica provano
maggiore stress psicosociale che causa effetti negativi sulla salute sia attraverso un percorso
biologico, interessando, ad esempio, il sistema endocrino o immunitario, che
comportamentale, inducendo comportamenti come il bere o il fumare.
Più è bassa la posizione sociale, maggiore è l'esposizione dei fattori a rischio.
Le politiche che danneggiano la salute umana vanno identificate e, dove possibile, cambiate.
Le disuguaglianze nella salute all’interno dei Paesi sono evitabili. Non esiste alcuna ragione
biologica perché la speranza di vita debba essere di 48 anni più lunga in Giappone rispetto
alla Sierra Leone o 20 anni più corta tra gli aborigeni rispetto agli altri australiani.
Ridurre le disuguaglianze sociali nella salute, venendo così incontro ai bisogni delle persone,
è un problema di giustizia sociale.
La Costituzione italiana definisce la salute come "fondamentale diritto dell’individuo" e come
"interesse della collettività" (art. 32, 1° comma), delineando due aspetti, quello del diritto e
quello dell’interesse, distinti ma coordinati. Lo "stato di salute" non riguarda solo il singolo ma
si riflette sulla collettività, per cui la relativa tutela non si esaurisce solo in situazioni attive di
pretesa ma "implica e comprende il dovere di non ledere ne porre a rischio con il proprio
comportamento la salute altrui".
La salute è un dono prezioso,tuteliamola al meglio.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni


giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire
un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire
ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta
musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria
sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi
non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.

Pablo Neruda

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