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VI secolo (520-525) in cui l’imperatore è Giustiniano, sotto i primi tentativi privati di codificazione(giuristi,

avvocati che decidono di raccogliere leges e iura) e poi sulla scorta del tentativo di Teodosio II (primo
codice pubblico).

 Giustiniano irrompe e decide di recuperare questo immenso patrimonio di cultura giuridica e lo


riordina inizialmente partendo dal codice, inteso come raccolta di leges ordinarie.
 Codex è raccolta di legge ordinarie, nel 529 inizia questa avventura con una Costituzione (una
legge chiamata De novo codice componendo) con cui si istituisce una commissione, persone
competenti in grado di raccogliere le leggi da intendere come costituzioni imperiali
 Il codice fu messo in vigore da una successiva costituzione dello stesso anno, successivamente nel
530 si istituì una commissione con la quale si ordinava ad un'altra commissione presieduta da
Triboniano, il ministro della giustizia di Giustiniano, di predisporre il Digesto. Prima iniziativa era
rivolta alle leges ovvero il codice, la seconda alla iura (brani delle opere dei giuristi)
 Nel 533 entra in vigore il Digesto, con un’altra Costituzione chiamata Tanta o Dedoken (nome
greco, quindi bilingue), i nomi sono le prime parole della Costituzione.
 Il digesto rese inattuale il Codice appena entrato in vigore, questo genere la necessità di un
secondo codice, il Corpus Iuris Civilis (rifatto dopo il Digesto) che entra in vigore nel 534 con la
Costituzione Cordi.
 Dopo il secondo codice, le successive leggi furono raccolte nelle Novelle, ovvero nuove
costituzioni.
 Le 4 parti del Corpus Iuris Civilis (denominazione dell’Umanesimo, Rinascimento), contrapposto al
Corpus del diritto canonico, sono: Digesto, Novelle, Codice e Istituzioni
 Le istituzioni del 533 sono una parte del corpus iuris civilis, che contengono i fondamenti del
diritto privato, è un manuale istituzionale e a predisporre il manuale è l’imperatore stesso e finisce
nel corpus.
 Tutto quello che è contenuto nel corpus ha per Giustiniano valore di legge, anche il manuale
istituzionale, il crisma imperiale è dato da tutto il suo contenuto
 Il valore legislativo del Digesto, abbiamo studiato che le opinioni dei giuristi erano fonti di
produzione, l’interpretatio prudentium aveva valore creativo e di produzione del diritto, un conto è
il meccanismo del diritto classico romano in cui c’è un sistema di fonti articolato e quello che dice il
giurista è una fonte di produzione, ma lui svolge attività consultiva. Dopo a parlare non è il giurista
vivo ma le opere che ha scritto. La fonte dentro al corpus e digesto non è la voce del giurista ma è
rappresentato dalla sua opera e il montaggio letterario è complesso, es. Ulpiano riferisce qualcosa
di altri, fonte scritta di secondo grado.
 Per il sistema delle fonti al tempo di Giustiniano, tutto ha valore di legge, il codex e le novelle ma
anche e istituzioni e il digesto con tutte le varie opinioni assemblate.
 Si tratta di un Corpus non organico, ci sono opinioni in contraddizione dei giuristi. Allora ecco
perché l’assetto giustinianeo è IUS CONTROVERSUM, tutta massa giuridica con contraddizioni
interne. La massa di norme del corpus iuris civilis offre una serie di regole e norme ma non dà la
soluzione finale del caso. La massa deve essere interpretata dal giurista, che deve dare una
qualificazione giuridica di una fattispecie con capacità argomentativa, per verificare l’applicabilità di
una regola. Il diritto va sempre e comunque interpretato e il confronto delle tesi è fondamentale.
Il giurista commonlawyer dice che l’arte del giurista è l’arte del distinguere, mai un caso è identico
all’altro.
 Giustiniano autorizza i commissari, come Triboniano, ad intervenire sui testi per adeguarli,
modificarli, eliminare eventuali contraddizioni quindi si apre un enorme problema: quello che
conosciamo del testo è l’autentico pensiero o è interpolato(modificato)? Le interpolazioni sono le
modifiche dei testi dei giuristi classici apportate dai giustinianei. Nella gran parte della seconda
metà del 1800 e inizio 1900 si sono ricercate le interpolazioni. Oggi è superato perché si è
compreso l’intervento e si è deciso che i testi sono per la maggior parte autentici.
 Uno dei dibattiti dell’800 come è stato possibile realizzare in appena 3 anni il digesto, l’ipotesi
accreditata si è lavorata per masse, questi commissari si sono divisi il lavoro per gruppi di opere a
seconda della massa di riferimento.
 Il digesto giunge dalla tradizione manoscritta, con amanuensi che trascrivono. Due tradizioni
manoscritte diverse: edizione Monsen (giurista tedesco) basato sulla littera boloniensis o vulgata;
La seconda è l’edizione littera pisana o florentina, tradizione conservata a Firenze. A seconda
dell’amanuense si possono vedere delle varianti in alcuni punti del testo.

DOPO GIUSTINIANO?
Irrompe la lingua greca, una tradizione basata sui basilici che conserva il corpus. In Oriente si
sviluppa la cultura del secolo successivo.
Il materiale è il terreno di rielaborazione del nostro diritto, diritto privato europeo dall’1800 in poi.
Il codice civile francese è del 1804, quello tedesco è del 1900, in Germania prima il diritto applicato
era quello romano nelle sue diverse rielaborazioni.
I giuristi tedeschi Savigny ed altri erano i più importanti, si occuparono del diritto romano,facevano
parte della scuola storica e poi scuola pandettistica, da pandette, parlavano di usus modernus
pandettarum? Facevano opera di attualizzazione del diritto romano, quindi obbligazione, negozio
giuridico, responsabilità sono l’ insieme di concetti, diritto romano basato sulla rielaborazione
ottocentesca, traduzione nel codice contemporaneo, su un impalco romano. Negozio giuridico non
c’è nel Codice civile (concetto romano, elaborazione, dibattito contemporaneo). ES. PERDO IL
TRENO PERCHE’ NON MI E VENUTO A PRENDERE IN VESPA, HA VIOLATO UN NEGOZIO GIURIDICO O
NO? Ho uno strumentario(contratto, obbligazione) frutto del diritto romano, ma tutto poggia sulla
mia mente e sull’interpretazione.

CONCETTI E IDEE IN GENERALE


IUS= è diritto soggettivo intestato, che fa capo ad una persona e può essere in rem o in personam

Il diritto privato ha infatti due diverse caratterizzazioni: ius in rem e ius in personam, partizione
antica e moderna del diritto romano, che nasce con il diritto romano arcaico sul piano
processuale e arriva fino ad oggi.

 Ius in personam= vuol dire che sono titolare di un diritto nei confronti di una persona, non
sono titolare di un diritto nei confronti di una res. Nel primo caso ho un diritto relativo, nei
confronti di un soggetto identificato.

 Ius in rem = diritto nei confronti di una res ed è diritto assoluto, ovvero che io ho nei
confronti di una cosa, in senso assoluto perché tutti noi omnes siamo in relazione di
esclusione nei confronti del “mio” diritto nei confronti di quella cosa. E’ un diritto verso
tutti, perché ti devi astenere dal turbare il mio diritto nei confronti di quella cosa. Il diritto
di escludere tutti voi.
E’ un diritto che si rivolge a tutti, imponendo l’astensione di un comportamento di segno
negativo, ovvero non devo incidere rispetto alla sfera giuridica di un soggetto titolare di un diritto
nei confronti di una cosa.

 Il paradigma dei diritti assoluti è il IUS IN REM per eccellenza, la proprietà privata, il
dominium. Il dominus è il proprietario, ha a che fare con domus ovvero casa. Io dispongo
della mia proprietà come voglio. Il dominus dispone della propria res come vuole. La
proprietà è diritto di godere e disporre in modo pieno e esclusivo (art.832 c.c.)

Poi c’è una lista di diritti in rem, elaborati dalla western ligal tradition, nel corso degli anni, tutti basati sul
modello del diritto di proprietà ma sono diritti reali limitati o di godimento. Non contemplano l’assolutezza
del diritto come la proprietà, ma porzioni, come ad es. l’usufrutto, la superficie.

 I diritti in rem o diritti reali sono in numero chiuso, contemplati dall’ordinamento.


Seguono o schema: soggetto che ha diritto su cosa e esclude gli altri.
La sfida attuale è utilizzare schemi antichi per risolvere problemi nuovi.
Il mondo dell’immaterialità come si colloca in questa schematizzazione? E’ un tema in bilico
tra ius in rem e ius in personam.

Nella concezione contemporanea i diritti reali non esauriscono i diritti assoluti (i diritti
assoluti sono diritti reali ma non solo).

 Diritti assoluti ma non reali: i diritti fondamentali presenti nella Costituzione chiamati
PERSONALISSIMI (alla salute ad esempio, ha un rango costituzionale ma risponde all’antico
schema). Dentro lo ius in rem vi sono diritti personalissimi che accrescono la categoria dei
diritti assoluti.

Ius in personam= io nei confronti di altri, identificazione del soggetto nei confronti del quale io ho il mio
diritto o diritti di credito (da credere, ovvero io ci credo, io mi aspetto…). La relazione è credito, debito.
Quello che credo, è quello che tu devi. La relazione è specifica, si realizza tra credito e debito o creditore e
debitore.
Ciò che deriva da un rapporto obbligatorio (legare, strutturare un vincolo). L’obbligazione è ius in
personam, ovvero relazione debito, credito.

La nozione di obbligatio non è definita nel Codice civile, è solo nella cultura del diritto privato. Nelle
istituzioni di giustiniano, si dice che l’obbigatio è il vincolo giuridico di un soggetto nei confronti di un altro
soggetto secondo il nostro diritto.

Nel rapporto c’è un soggetto sul lato attivo chiamato creditore, ed uno sul lato passivo, il debitore, legati
da un vincolo che impone al debitore di tenere un certo comportamento (dare facere, prende il nome di
adempimento o soluzione). Il vincolo nasce, la solutio è l’adempimento di un vincolo, il vincolo si è
estinto.

Art.1173 e seguenti parla di obbligazioni, non c’è a definizione ma solo espressione delle fonti. Art. 1175
dice che il debitore e il creditore devono comportarsi secondo regole di correttezza, quindi vuol dire che c’è
un vincolo che tiene uniti i due soggetti.

Quindi due nature diverse del diritto, la categorizzazione è il traslato rispetto a actio in rem, actio in
personam, un modo in cui fare un processo.

Actio, ovvero causa, perché faccio valere un diritto assoluto o di credito (so dall’origine chi è il soggetto a
chi rivolgere la mia pretese, che viengono prima dell’actio, ad es. chi è il debitore, è actio in personam).
Nell’actio in rem so solo che ho il diritto su quella cosa e lo vanto nei confronti degli omnes e chi turba la
relazione, diventa il soggetto passivo della mia actio (il soggetto non era identificato, avevano tutti un
dovere di astensione)

27/02/2018

Altre idee di diritto

Fatto giuridico= è la nozione più ampia, si intende qualsivoglia accadimento che abbia un rilievo per i
diritto, cioè produca effetti giuridici.

Lo scorrere del tempo è un fatto giuridico, se io lo prendo in considerazione sotto il profilo giuridico
(conseguenze dello scorrere del tempo può essere la prescrizione) la nascita, la morte sono un fatto
giuridico.

La morte è un fatto sotto il profilo della successione che si apre, è il momento dal quale si producono gli
effetti di quegli atti che chiamiamo MORTIS CAUSA, cioè finalizzati a produrre effetti dopo la morte
(testamento produce i suoi effetti alla morte, prima non li produce).

La nascita è un fatto giuridico produce effetti, come capacità giuridica ovvero titolare di diritti, ma non
capacità di agire che si acquista con la maggiore età, il tempo incide sui diritti.

Quindi il tempo, la nascita, la morte sono tutti effetti giuridici. Sono fatti naturali, perché connessi alla
natura che prescindono dalla volontà umana.

La nozione di fatto giuridico contiene al suo interno una nozione species, di atto giuridico. Da fatto passo ad
atto, si riconosce che nell’atto ci sia una riconducibilità a coscienza e volontà del soggetto.

Gli eventi naturali che non si riconducono a coscienza e volontà del soggetto ma che hanno rilevanza per il
diritto, costituiscono il fatto in senso stretto. Quando è l’uomo che compie qualcosa tendenzialmente è
atto. ES. art.2043 c.c. dice che qualunque fatto doloso o colposo…, è riconducibile al soggetto quindi il
legislatore doveva in realtà utilizzare atto.

Atto giuridico è classificazione che al suo interno contiene una classificazione più definita che prende il
nome di negozio giuridico.
Il negozio giuridico si iscrive nella categoria dell’atto, ed è quell’atto che consiste in manifestazioni di
volontà diretta a produrre effetti giuridici. La volontà, che deve manifestarsi, portarsi all’esterno ed è
indirizzata al prodursi effetti giuridici. (testamento, manifestazione di volontà di un soggetto; altrimenti se
frutto di un accorso, sarebbe un patto successorio illecito perché comprimono la volontà testamentaria,
assolutamente vietato)

C’è una conformità tra volontà e effetti giuridici. Il negozio è species dell’atto giuridico, una manifestazione
di volontà di un solo soggetto o più soggetti al di fuori del caso di testamento (vale per tutti i contratti, il
contratto è una species all’interno de negozio giuridico, è quel particolare negozio in cui la
manifestazione di volontà è da parte di almeno due soggetti).

Quando classifichiamo il negozio come uni, bi o plurilaterale guardiamo da quanti soggetti proviene la
manifestazione di volontà. Il testamento è unilaterale, il contratto è bi o plurilaterale, un contratto di
società è plurilaterale.

Negozio giuridico: in relazione agli effetti prodotti può essere inter vivos o mortis causa

In relazione alla manifestazione della volontà che provenga da uno, due o più soggetti
può essere uni, bi o plurilaterale

Come si manifesta la volontà? Al bar chiedo il caffè, metto la monetina per il caffè, moneta per il biglietto,
acquisto online. A livello formale, se compri un appartamento per rendere valido il contratto deve essere
per iscritto, la forma scritta se l’oggetto è bene immobile è necessaria. Se intendo donare serve la forma
scritta o notarile? Forma notarile e due testimoni.

La manifestazione di volontà va dai gesti, forme espresse come consenso orale alla forma scritta come
per la compravendita immobiliare, il notaio è necessario per la donazione, perchè la forma è più solenne.

Distinguiamo negozi solenni e non a seconda che sia prevista o meno una forma specifica. Quando la
forma è ai fini della volontà dell’atto, la forma è ad substanziam, non ci sarebbe neanche la manifestazione
della volontà.

Forma ad probationem, ai fini della prova, la necessità di questa forma è perché deve esserci una prova
dell’esistenza di un fatto in un modo ad es. contratto di transazione, la prova deve essere scritta, è quel
contratto che prevede con reciproche concessioni di porre fine ad una controversia già nata o che sta per
nascere. La manifestazione di volontà è imprescindibile per il negozio giuridico, possono essere
manifestazioni solenne o meno.

ES. asta, entra un amico che saluta e si aggiudica l’asta. E’ un tema di errore, ovvero falsa rappresentazione.
Errore, violenza, dolo sono tre casi di errore nel negozio giuridico.

Se non vi è manifestazione di volontà, vi è la riserva mentale, non ha valore sul piano del diritto. Non ci può
essere annullabilità per riserva mentale.

ATTO IN SENSO STRETTO che non è negozio giuridico, atto che dipende da coscienza e volontà del
soggetto ma non è manifestazione di volontà volta al prodursi di effetti giuridici.

Es. io sono debitore di 100.000 nei confronti di una persona, c’è iuris vincolum, obbligazione. Do i soldi,
questo fenomeno è negozio o atto giuridico in senso stretto? Si tratta di un atto giuridico, perché effettuo
un pagamento, un adempimento in denaro, con effetto è estintivo. Se l’obbligazione è sorta, il diritto non
prende in considerazione la manifestazione di volontà, ma solo che quello è un atto dovuto, non viene in
gioco giuridicamente la volontà. Atto realizzato con coscienza e volontà, ma non c’è asse tra volontà e
effetti, che sono obbligati.
Contrapposizione tra autonomia negoziale, libertà come sfondo concettuale nel darsi la regola; l’atto
dovuto, non vede libertà, deve pagare e basta.

Altro esempio è adempimento parziale con riserva, ti do solo una parte dei soldi, lì è atto dovuto con
componente negoziale. Il profilo operativo è: il negozio giuridico è annullabile di fronte a cause patogene,
con un vizio della volontà. Deve esserci la possibilità di annullare, quando la volontà è viziata. Se si tratta di
atto in senso stretto non è annullabile.

Art.1191: il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta, non può impugnare il pagamento a causa della
propria incapacità. Esempio che spiega che il pagamento fatto dall’incapace non è impugnabile.

 Quando parliamo di manifestazione di volontà volta a prodursi effetti giuridici, significa che
quel negozio giuridico incide su diritti, farà nascere, modificare o estinguere diritti in rem
(proprietà, servitù, usufrutto) o in personam. Il negozio è in grado di costituire, modificare,
estinguere diritti reali e di credito. Diritti assoluti sono indisponibili alla negoziabilità.

Es. Contratto di locazione, obbligazione dell’uno, il locatore, che mette a disposizione e l’altro deve pagare
un canone. Il canone può aumentare con accordo modificativo del contratto. Locazione di un bene mobile si
chiama noleggio, perchè c’è il corrispettivo in denaro.

Il negozio giuridico incideva sui diritti reali e di credito e il negozio aveva quindi effetti reali e obbligatori.

 Il contratto invece produceva solo effetti obbligatori, non reali. Es. per il diritto romano la
compravendita è contratto, in cui il compratore non è il proprietario del bene, non c’è
effetto reale, la compravendita non ha effetto translativo, non trasferisce la proprietà. La
compravendita realizzava un passaggio del possesso non della proprietà.

Il contratto può essere classificato in modo uni, bi, plurilaterale. Si classifica secondo quindi in base a che
gli effetti obbligatori sorgano in capo ad uno, due o più soggetto. Es. per il bilaterale la compravendita,
unilaterale ci sono un mutuante e un mutuatario, il mutuante eroga il mutuo e tu devi restituire la somma
tra 20 anni, l’obbligazione è unilaterale, solo in capo al mutuatario.

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