Sei sulla pagina 1di 6

Le gravi difficoltà socio-economiche dell'Italia unita

L'Italia unita era un ​Paese povero​, soprattutto al Sud: sette italiani su dieci erano contadini poverissimi e
analfabeti, non capivano la lingua nazionale e sapevano esprimersi solo nel dialetto nativo.Non erano
proprietari della terra che lavoravano, non compravano quasi nulla, non avevano quasi nulla da vendere e
non pagavano imposte dirette perché non godevano di alcun reddito imponibile. Due italiani su dieci erano
operai o lavoratori poveri urbani che non vivevano granché meglio dei contadini.Gli uni e gli altri erano
spesso denutriti, erano gravemente esposti alle malattie e con una speranza di vita di quarant'anni. Questi
strati della popolazione erano ​esclusi dal diritto di voto​, poiché per votare bisognava essere un maschio
adulto. saper leggere e scrivere e pagare quaranta lire di imposte dirette, una somma che l'enorme
maggioranza degli italiani non aveva mai visto tutta insieme. Gli elettori costituivano dunque un piccolo
«club oligarchico» di meno di cinquecentomila persone su un totale di ventidue milioni: professionisti,
commercianti, industriali e soprattutto proprietari terrieri. Il Risorgimento era stato fatto da loro e per loro.
Con un corpo elettorale così ristretto, e ulteriormente ridotto da una forte astensione, bastavano poche
decine di voti per diventare deputati.
Le misure della Destra Storica su autonomie e debito pubblico
Il Regno d'Italia fu guidato nei primi anni della Destra Storica formata dagli Eredi di Cavour come Urbano
Rattazzi Marco Minghetti e Bettino Ricasoli. il Regno d'Italia nacque come sezione del Regno Sabaudo è in
grande maggioranza erano piemontesi anche lo stato maggiore dell'esercito l'alta burocrazia e l’alta
magistratura.Il nuovo stato non concessa alcuna forma di autonomia locale per paura che venisse
attaccata l'unità ancora fragile. questa politica inasprì le disparità fra il Piemonte e le altre regioni e
accentua la conquista piemontese nei confronti degli Stati presistenti.Il debito pubblico piemontese dovuto
alla guerra d'indipendenza e alla costruzione della nuova rete ferroviaria venne incorporato nel bilancio
del Regno d'Italia e l'intero paese si ritrovò a dover pagare i costi delle prime infrastrutture utili allo sviluppo
del solo Piemonte. anche i debiti degli altri Stati furono incrementati al bilancio dello stato. il debito pubblico
sulle regioni povere scaricando adesso i costi delle guerre e della industrializzazione piemontese.
G
​ li effetti della politica economica liberista .
il Regno di Sardegna aveva applicato una politica economica liberista che la classe dirigente considerava
un requisito essenziale per essere al pari degli altri Stati europei ed alla quale i proprietari terrieri levano i
loro redditi. Essa consisteva nell' applicare tariffe doganali basse che permettessero di esportare i prodotti
per poter partecipare al mercato mondiale.Dopo l'Unità la politica liberista venne estesa all'intera
penisola.Questa politica risultava vantaggiosa per l'agricoltura ma non per l'industria italiana, molto
arretrata e debole sia per poter competere sul mercato internazionale sia per soddisfare la domanda
interna.Senza protezione doganale i prodotti italiani non erano competitivi.Le aziende del centro-nord non
potevano reggere il confronto con i paesi sviluppati mentre le attività industriali del Sud furono spazzate via
dalla concorrenza.Il Regno d'Italia costruiva un mercato assai ristretto perché la maggioranza della
popolazione viveva in un regime di sussistenza e di autoconsumo. Mentre al nord cominciava cresce la
posizione industriale che si aggiunge alla Florida agricoltura Padana al Sud si poteva esportare solo una
produzione agricola in gran parte basata sul latifondo.Questa situazione generò un patto politico-sociale fra
le classi dirigenti definito il​ blocco fra borghesia agraria-industriale del Nord e latifondisti del Sud.
La guerra civile contro il brigantaggio nel meridione.
I Problemi maggiori vennero dell'​ex Regno delle Due Sicilie​.La Società civile del Sud era stata schiacciata
dal malgoverno Borbonico di conseguenza l'unificazione era stata attesa come una liberazione
dall'oppressione,dalla corruzione,dalla miseria e dai privilegi.La partecipazione Popolare alla Impresa dei
mille aveva coinvolto strati popolari molto ampi. I contadini si aspettavano Forme di autogoverno e la
proprietà della terra ma non ebbero né l'una né l'altra.​Le famiglie contadine furono compromesse dal
inasprimento fiscale è da servizio militare obbligatorio.Vennero soppresse le forme di proprietà
Comune della terra che dà sempre permettevano i poveri di vivere. ​Il sud aveva finito per maturare
costumi politici violenti. Non solo nelle campagne i contadini insorgevano spinti dalla miseria dalla fame ma
anche nelle città le fazioni politiche legate a clan familiari locali si contendevano il potere col ricatto,la
violenza e la sopraffazione.In Le bande Armate rappresentano una piaga endemica.​Nel processo
risorgimentale le bande s'erano inserite nel vuoto di potere in seguito alla dissoluzione del federalismo e si
erano poste al servizio dei gruppi di potere Impegnati nella liberazione dell'isola.A Guerra finita le
formazioni furono messe da parte o riccacciate ​nell'illegalità.​L’illusione per le promesse Non mantenute si
trasformò in rifiuto politico radicale e nell'adesione di intere regioni ai tentativi borbonici di riconquistare il
regno. Si sviluppò una vera e propria guerra civile che prese il nome di brigantaggio.L ​ e bande di Briganti si
macchiarono di episodi di raccapricciante violenza.In alcuni casi le bande furono finanziate da legittimisti
borbonici.I​l Regno d'Italia rispose con Lo stato di guerra.La legge Pica del 1863,che lo istituì, riconosceva
alla giustizia militare la facoltà di condannare a morte quei briganti che fossero catturati con le armi in
pugno; e ai lavori forzati chiunque avesse aiutato i briganti.​Il Generale Alfonso Lamarmora fu invitato a
reprimere il brigantaggio.Più di metà dell'Esercito Italiano fu impiegato e la guerra civile.Verso la fine del
1865 il brigantaggio poteva considerarsi stroncato anche se per anni sopravvissero piccole bande isolate.
Il Meridione ai margini dell'Italia unita
Il sud fu dunque più conquistato che annesso,​ e umiliato sia socialmente sia politicamente.L'assenza di una
classe Borghese forte lasciava spazio da una parte a orientamenti filoborbonici e dall'altra a tendenze
democratico-repubblicane,tutti aspetti che rendevano sospetta la società meridionale alla classe politica
settentrionale.I Garibaldini vennero emarginati e l'esercito volontario fu liquidato con 6 mesi di paga.​ Il
Garibaldismo radicato nel sud rappresentava una risorsa che non fu usata dai politici piemontesi neanche
per completare l'Unità d'Italia conquistando Roma. Infatti Napoleone pose un veto sulla conquista della
capitale della cristianità Cattolica.Inoltre vi erano ragioni di cautela per la politica interna.Roma non doveva
essere conquistata dalla rivoluzione,ma dall'azione politica moderata della destra.
Gli investimenti per la modernizzazione del paese e il pareggio di bilancio
Il Primo compito che i governi della destra si prefissero fu la costruzione di una rete ferroviaria
nazionale.​Oltre ad essere necessaria per creare un mercato integrato ed efficiente la rete ferroviaria
divenne simbolo di unità e dello sforzo di modernizzazione del paese. L'impegno fu enorme per uno stato
povero come l'Italia. A ​ gli investimenti per la rete ferroviaria,si aggiunsero altre voci di bilancio che
determinarono l'impennata della spesa pubblica. Inoltre erano richieste ingenti risorse finanziarie per la
riorganizzazione del sistema amministrativo-burocratico, delle Forze Armate e per la creazione di una
scuola pubblica nazionale. Per fare ciò il governo dovette chiedere in prestito ai cittadini i soldi
necessari.P​ er raggiungere il pareggio di bilancio si decise quindi di ricorrere alla tassazione indiretta, cioè
sui beni di consumo anziché sui redditi.Era l'unica soluzione per non aggravare eccessivamente il carico
fiscale sui Ceti abbienti che costituivano la maggioranza dell'oligarchia al potere, e per costringere a
pagare anche chi non pagava imposte dirette non avendo reddito imponibile.​Nel 1868 fu istituita l'imposta
sul macinato. Questa Imposta provocò l’immediato rialzo del prezzo del pane,base dell'alimentazione delle
classi popolari.In tutto il paese scoppiarono rivolte violentissi che dimostrarono una sorprendente capacità
di organizzazione dei dimostranti.I​ n Emilia e in Romagna fu decretato lo Stato d'assedio.​Nel 1876 il
pareggio di bilancio fu raggiunto e trionfalmente annunciato dal ministro delle finanze Sella​.La Destra
Storica aveva creato una frattura profondissima con le masse popolari soprattutto con quelle meridionali.
La conquista di Roma e la nascita della questione Cattolica.
Il 20 settembre 1870 il piemontese Raffaele Cadorna aprì una breccia nelle mura di Roma, a Porta Pia, e
occupò la città. Roma venne proclamata l'anno dopo capitale del Regno. l'Unità d'Italia era simbolicamente
conclusa e Inoltre era stata realizzata senza e contro i contadini meridionali e i cattolici.Co ​ n la legge delle
Guarentigie(1871)si garantì ​la libertà religiosa e la sovranità della chiesa sui palazzi del Vaticano.La
religione cattolica rimaneva religione di Stato.I​ l Papa si dichiarò nel 1864 Prigioniero del Regno d'Italia e
con il cosiddetto Non expedit diede ai fedeli l’indicazione di astenersi dalla vita politica.Per diversi decenni
l'oligarchia al potere dello Stato italiano fu costituita da una minoranza che esprimeva pensiero liberale laico
mentre i cattolici costituirono una maggioranza ostile che costituì l'opposizione.​La fase della questione
Cattolica avrebbe trovato una soluzione con i P ​ atti Lateranensi tra chiesa e stato fascista nel 1929. In
Germania il cancelliere Bismarck intervenne a difesa del laicismo dello Stato: il controllo delle scuole
elementari fu interamente assunto dallo Stato i gesuiti furono estromessi dall'insegnamento e la formazione
del clero passò sotto la gestione statale. Bismarck chiamò questa offensiva anticattolica ​Battaglia per la
civiltà,​ ma essa durò poco perché Bismarck iniziò a temere l'avanzata del socialismo.

L’arroccamento ideologico della Chiesa Cattolica.


Papa Pio IX aveva già condannato il laicismo liberale nel 1846.Nel 1864 la sua posizione si era precisata
con l'enciclica quanta cura ​che conteneva Il ​Sillabo una raccolta di proposizioni giudicate incompatibili con
la dottrina Cattolica.​Il Sillabo condannava tutti gli errori dell'età moderna tra qui Il liberalismo,la libertà di
coscienza,il razionalismo.la libertà di stampa ,le idee Socialiste.P ​ apa Pio IX convocò per la prima volta
dopo tre secoli un concilio da tenersi in Vaticano,per ribadire e rafforzare la propria autorità spirituale.Nel
luglio 1870 il concilio vaticano proclamò dogma l’infallibilità dei pronunciamenti del papa in materia di fede e
dottrina morale.La chiesa Cattolica portava a compimento l’assolutismo spirituale inaugurato dal concilio di
Trento.
Il governo della sinistra
La destra scontava l’impopolarità derivante dai costi sociali Imposti per finanziare il pareggio di bilancio e la
modernizzazione del paese.​ La situazione venne aggravata dalla recessione che in quel momento stava
colpendo l'Europa,s​ i andarono a creare nuovi interessi economici che chiedevano di essere rappresentati e
difesi dal potere politico e strati sempre più ampi della popolazione chiedevano di poter partecipare
attivamente alla vita dello Stato.P ​ er questo nel 1876 avvenne un cambio di maggioranza che portò al
potere un uomo dell'opposizione della Sinistra Storica:A ​ gostino Depretis.​ Le Differenze ideologiche sociali
fra Destra e Sinistra non erano profonde poiché entrambe si rifacevano al pensiero liberale e poiché il
parlamento era eletto dai ricchi non esistevano grosse distinzioni sociali fra i componenti dei due
schieramenti.L​ a Destra ​esprimeva un forte senso dello Stato.L ​ a Sinistra rappresentava la pluralità degli
interessi privati di fronte allo Stato e si faceva portavoce di un allargamento della base del sistema politico
perché fosse data a voce ai Ceti meno privilegiati.La sinistra era molto forte al Sud.
Passaggio a un moderno sistema politico.
Il governo di Depretis, abolì la tassa sul macinato​.Nel 1882 varò una riforma elettorale che allargò il diritto
di voto estendendolo a più di 2 milioni di persone.S ​ i trattava di un suffragio ristretto ma in questo modo un
terzo dei maschi adulti acquisiva l'effettivo diritto alla cittadinanza politica,prima i maschi adulti con diritto di
voto erano meno di un decimo.Per la prima volta media e piccola borghesia,e perfino lo strato superiore
delle classi popolari veniva coinvolto nella vita pubblica.Si rese necessaria un'organizzazione per la ricerca
del consenso elettorale di dimensioni molto superiori al passato.Erano necessarie organizzazioni politiche
stabili capaci di incanalare il consenso.Cominciarono a prendere forma I ​Moderni partiti e i deputati
dovevano spendere soldi per la politica ed essere capaci di rappresentare i bisogni del loro collegio
elettorale.Cominciava ad affermarsi in Italia un sistema politico più moderno in parallelo con i primi segnali
di sviluppo produttivo.
76Trasformismo parlamentare,vantaggi e gli svantaggi.
Dal 1876 al 1887 Depretis manovrò abilmente il governo per superare la tradizionale distinzione
parlamentare tra destra e sinistra. Depretis non vedeva nulla di male nel fatto che vecchi avversari
passassero dalla sua parte. La politica del trasformismo vide transitare molti parlamentari di destra nella
nuova maggioranza.Il Trasformismo rese più moderno e duttile il sistema politico italiano,più capace di dare
voce alle esigenze del paese finalmente rappresentato in maniera meno elitaria. Depretis affrontò
efficacemente Questioni urgenti come l'analfabetismo con la ​legge Coppino del 1877 che istituiva 2 anni di
istruzione obbligatoria per i bambini.Il Trasformismo nella storia dell'Italia è stato identificato con l’origine
della corruzione politica e con un vero e proprio mercato elettorale.Il trasformismo portò fuori dall’aula
parlamentare pratiche di scambio tra alleanze parlamentari e favori, negativi per una società fragile,disunita
e priva di tradizioni politiche.Per accontentare le diverse esigenze locali lo Stato riiniziò a spendere più delle
proprie Entrate,determinando un aumento del debito pubblico.
La politica protezionista e la Triplice Alleanza,
Nei primi anni 70 era finito il periodo dell'espansione capitalista ed era cominciata la fase
depressiva.Tranne la Gran Bretagna,uno dopo l'altro tutti i paesi istituirono tariffe doganali sulle merci di
importazione chiudendosi in una p ​ olitica protezionista. L
​ ’Italia adottò una prima tariffa protettiva nel 1878
che venne inasprita nel 1887.Si trattava di sostenere un industrializzazione ancora molto fragile che in una
situazione di recessione rischiava di venire spazzata via.La nuova Politica Doganale favorì gli interessi
degli industriali,legati agli investimenti pubblici alla produzione bellica,ma provocò gravi danni ad alcuni
settori della produzione agricola.Le tariffe colpivano le colture più pregiate ,per esempio la Francia , replicò
al protezionismo italiano con dazi che danneggiarono gli interessi degli esportatori di vino e seta.
La politica economica a favore di industriali e latifondisti.
Lo Stato abbandonò la sua neutralità liberista e scelse quali interessi proteggere e in quali settori investire.
Queste scelte furono il risultato della capacità di pressione dei grandi poteri economici su quello
politico.Nacque un blocco di interessi statalista e industriale ,saldato dal protezionismo, un'alleanza fra la
politica e determinati interessi protetti, a cui si oppose la destra, radicata fra gli agrari padani è l'industria
leggera.La Siderurgia e in generale l'industria pesante non venne favorita solo attraverso le tariffe che la
mettevano al riparo dalla concorrenza straniera ma anche dagli investimenti pubblici e dalle commesse
statali legate alla produzione bellica.Simbolo di Questo intreccio di interessi fu la fondazione nel 1884 della
acciaieria di Terni che avrebbe lavorato soprattutto per lo stato producendo binari ferroviari e corazze per le
navi da guerra.I​ n campo agricolo le tariffe erano state introdotte per proteggere il grano italiano dalle
importazioni a basso costo di cereali russi o americani rese possibili dalle navi a vapore.I latifondisti erano
riusciti ad ottenere queste agevolazioni perché erano in grado di Esercitare pressione sul Governo.Per
l'economia delle regioni meridionali che possedevano un’agricoltura arretrata dal punto di vista
dell'organizzazione produttiva,il decennio dell'innalzamento delle barriere doganali fu disastroso,soprattutto
perché avvenne con la crisi dell'Agricoltura in Europa.Il sud che si reggeva sulle esportazioni di grano perse
la maggioranza dei mercati di sbocco e in particolare quello francese. gli interessi del Mezzogiorno furono
identificati con quelli dei latifondisti che venivano protetti dal potere politico.Al sud si rafforzava così un
blocco storico,basato sugli interessi protetti degli industriali fornitori dello Stato e degli agrari.
La nuova collocazione internazionale dell'Italia.
L'Italia si trovava attratta dall'orbita tedesca.Con la Germania l'Italia aveva in comune l'unificazione politica
tardiva è un modello di sviluppo fondato sull'industria pesante e sul ruolo delle banche,che fornivano allo
stato crediti a lungo termine.L'appoggio politico tedesco aveva portato al compimento dell'Unità nazionale
italiana con la conquista del Veneto 1866, e indirettamente,con la conquista di Roma del 1870 quando la
Prussia aveva battuto la Francia alleata del papa.Le Potenti banche tedesche intervennero a risollevare lo
sviluppo economico italiano.Il nuovo schieramento internazionale dell'Italia culminò con la Triplice Alleanza,
nel 1882, fra Germania, Austria e Italia, fu un’Alleanza solamente difensiva ma segnò la rottura con il
passato.L'Austria divenne un paese alleato anche se rimaneva aperta la questione delle Terre italiane non
ancora liberate dalla dominazione asburgica.L’Italia conquistava due forti partner politici e commerciali
entrambi retti da monarchie autoritarie e con i quali si era stabilita una forte sintonia.
1887 Crispi Lo statalismo nazionalista di
Nel 1887 Depretis morì e fu sostituito da Francesco Crispi,suo ministro degli interni,che dominò la politica
italiana per dieci anni imprimendole una forte svolta autoritaria e modernizzatrice.L'ascesa al potere di
Crispi avvenne in un periodo in cui la linea seguita dalla Sinistra cominciava a produrre significative
trasformazioni.L'Italia cominciava a sviluppare un apparato industriale si sforzava di imitare la politica
autoritaria tedesca e cercava uno spazio fra le potenze imperialistiche.Crispi era stato uno dei dirigenti della
rivoluzione palermitana del 1848.Fu un repubblicano mazziniano,si era impegnato nella organizzazione
dell'impresa dei Mille e fin dal 1861 si era seduto in Parlamento fra i democratici dell'estrema sinistra.Nel
1864 divenne sostenitore dei Savoia.Divenne Ministro degli Interni e anche dopo le sue dimissioni continua
a spingere il governo nella direzione di una politica estera aggressiva, colonialista e favorevole a
un'alleanza con la Germania.Fu uno dei maggiori sostenitori della triplice alleanza e dimostrò così tanta
abilità politica che Depretis dovete affidargli nuovamente il Ministero degli Interni.
La politica autoritaria contro i movimenti popolari
Crespi divenne il leader di una nuova politica di grandezza,di un nazionalismo aggressivo,ansioso di
competere sulla scena internazionale.​Egli assunse la carica di ministro degli Esteri e degli
Interni,​accentrando nelle proprie mani la direzione della politica italiana.Il nuovo presidente del consiglio era
fortemente appoggiato dalla monarchia alla quale offriva la prospettiva di sedere tra le grandi potenze
colonialiste e imperialiste.Il prezzo di questa politica fu però una violenta repressione interna, che venne
esercitata contro il movimento operaio e popolare.In questi anni in Italia e negli altri paesi europei nasceva
una novità:l'organizzazione del movimento operaio da parte del Partito Socialista.Si sviluppava anche il
movimento contadino.In Romagna videro la luce le prime organizzazioni anarchiche e Socialiste, mentre in
Sicilia, tra il 1891 e il 1894, la lotta contadina assunse una forma originale con i Fasci, leghe formatesi per
ottenere la riforma dei Patti agrari, cioè delle condizioni terribili con cui i latifondisti sfruttavano il lavoro
contadino.Anche i cattolici stavano ritornando all'impegno sociale con la fondazione delle leghe Bianche,di
cooperative, opere di beneficenza e assistenza.Tutte le esperienze di lotta Popolare,e in modo violento
quella dei fasci italiani, furono represse con lo stato d'assedio,con l'esercito e con il Pugno di Ferro.Per
accrescere il prestigio politico italiano Crispi era disposto a far pagare ai lavoratori qualunque prezzo.Era
l'uomo che è meglio rappresentava l'alleanza tra grande industria e latifondo ma fu anche l'unico politico
capace di reggere il timone in una situazione di crisi economica e sociale gravissima,che avrebbe potuto
compromettere la tenuta dello Stato unitario, sforzandosi di modernizzare e rendere più efficienti le
pubbliche istituzioni. Inoltre non si lasciò tentare dalla prospettiva del sovvertimento della legalità.
La disastrosa avventura imperialista del Corno d'Africa
I​ l sogno di grandezza di Crispi comprendeva l'avventura imperialista, e su questo terreno il suo progetto
politico si infranse. Nel 1885 il governo Depretis aveva lanciato l'Italia nella prima impresa coloniale
occupando il porto di Massaua e da lì iniziando la penetrazione dell'Eritrea.Alle spalle dell'Eritrea si
estendeva l'Etiopia, un antico Impero Cristiano copto.Anche l'Etiopia aveva mire sull'eritrea perché offriva
un prezioso sbocco sul Mare. Nello scontro militare l'Italia subì una sconfitta a Dogali nel 1837 e negoziò
un trattato che riconosceva le conquiste italiane in Eritrea.Nel 1895 Crispi decise di rilanciare la politica
coloniale italiana voleva sottomettere l'Abissinia.L'avventura si trasformò in un disastro,l'esercito fu sconfitto
ad Adua nel 1896 e gli italiani si rifugiarono in Eritrea. La colonizzazione dell'Etiopia fallì ed in Italia
scoppiarono violenti moti di piazza contro Crispi che fu costretto a dimettersi.
La questione meridionale
Il divario fra sud e nord, continuava a crescere.Era un divario economico sociale perché al Sud agricoltura
industria pativano un ritardo storico.Era poi un divario politico, perché il Regno delle Due Sicilie era stato
governato ancora peggio degli Stati centro-settentrionali, in maniera arbitraria e corrotta. era infine anche
un divario culturale.il Sud aveva ancora percentuali di analfabetismo, un sistema scolastico universitario
lacunoso che leggi a favore dell'Istruzione elementare nazionale non riuscivano a sanare.Per I primi 15
anni dell'Italia unita sotto il governo della destra, il Sud era stato escluso del potere politico è penalizzata
dalle scelte di governo.Con l'avvento della sinistra, le cose avrebbero dovuto cambiare,e invece la svolta
protezionista penalizzò ancora una volta il sud.La politica crispina, favori interessi economici-sociali del
Nord e quelli politici del Sud.Il Nord ricevette commesse industriali, le classi dirigenti del Sud potere,e
vaghe prospettive di vantaggi che avrebbero ricavato dall' espansione coloniale.
Le denunce degli intellettuali meridionalisti
Gli intellettuali denunciarono il prezzo che il Sud pagava in termini di degrado sociale e politico. Giustino
Fortunato, Pasquale Turiello, Gaetano Mosca,Gaetano Salvemini,Napoleone Colajanni,accumularono studi
e riflessioni sull'argomento.In maniera diversa l'uno dall'altro questi altri politici e intellettuali individuarono le
radici dell' arretratezza del meridione da un lato,in un sistema sociale arcaico e immobile, dall'altro, in un
regime politico che premiava la corruzione e impediva all'innovazione.La società meridionale sembrava
divisa in un'oligarchia parassitaria, e una massa immensa di contadini miserabili.La stato unitario si mise
al servizio degli interessi dell'oligarchia latifondista creando un intreccio di potere e interessi di parte, di cui
approfittarono sia il nord sia le clientele diffuse del Sud.In questa situazione di arretratezza tutto ciò che
per molti decenni le campagne meridionali riuscirono ad esportare furono braccia per il lavoro, donne e
uomini per i quali si aprì come unica prospettiva l'immigrazione.A partire dagli anni Ottanta dell'Ottocento e
nell'arco di quasi un secolo,quasi 30 milioni di italiani abbandonarono il paese,trasferendosi in America ma
anche nei paesi più ricchi d'Europa.Fuggiti dalla miseria gli emigranti andavano spesso incontro a
umiliazioni e sfruttamento,ma trovavano anche la possibilità di inserirsi in società che non li condannavano
ad un immobilismo senza prospettiva.L’Emigrazione ebbe conseguenze importanti anche per l'economia
italiana.Le rimesse che gli emigrati inviavano alle loro famiglie fornirono a lungo una portata economica
essenziale per le comunità di origine e per l’Italia in generale.
Il radicamento di mafia camorra
Una società Povera incapace di produrre sviluppo come quella meridionale su facilmente preda di
organizzazioni criminali come mafia e camorra di cui non si conoscono bene le origini perché si muovevano
ovviamente nell'ombra. Probabilmente la loro nascita era in relazione con il declino tardivo e impetuoso di
un federalismo ormai anacronistico e del controllo sociale che esso era in grado di esercitare.In questa
situazione tali organizzazioni si proposero come strumento di difesa degli interessi della aristocrazia
latifondista e della borghesia terriera contro la minaccia delle classi popolari soprattutto rurali. Si trattava di
organizzazioni ristrette ma che erano già radicate nel territorio e capaci di controllarlo al posto o per conto
dello Stato. nel 1893 la mafia fece la sua prima vittima illustre assassinando l'ex sindaco di Palermo
Emanuele Notarbartolo.Nel 1909 a cadere fu un ispettore di polizia italo-americano, Joe Petrosino venuto
in Italia per indagare sui rapporti criminali che l'immigrazione siciliana aveva intessuto tra le due sponde
dell'Atlantico. il presunto mandante un'importante addosso mafioso,fu assolto grazie all’alibi fornitogli da un
parlamentare di Agrigento.
La crisi di fine secolo.
La crisi che investiva l'Italia era di carattere politico sociale e istituzionale: p ​ olitico P
​ erché il tentativo
Crispino di accrescere l'economia e l'autorevolezza dell'esecutivo era fallito,e né la monarchia,né il governo
né il parlamento avevano saputo proporsi come motori dello sviluppo,S ​ ociale p
​ erché la crescita economica
non aveva prodotto alcun miglioramento nel tenore di vita delle masse popolari; Istituzionale ​perché le
fragili strutture dello Stato erano inquinate e corrotte.L'aspetto più scandaloso della crisi istituzionale fu
quello le​ gato alla vicenda della Banca Romana.E ​ reditata dallo Stato Pontificio era uno de più grandi istituti
di emissioni.Nel 1893 le denunce del deputato Napoleone Colajanni fecero emergere che la banca Romana
aveva stampato molto più denaro della quota assegnatele falsificando i propri bilanci. L'operazione era
stata condotta per finanziare alcuni uomini politici. in quel periodo era a capo del governo Giovanni Giolitti,
il governo Giolitti fu travolto dallo scandalo e Crispi tornò al potere.La Banca Romana fu sciolta ma la
magistratura non andò a fondo nella faccenda.Nel 1896 governo di Crispi cadde definitivamente, e tornò al
potere la vecchia destra con il marchese siciliano Antonio di Rudinì.La Destra Storica tornava al potere
proponendosi come rappresentante delle forze vitali e libere penalizzate dalla politica di Crispi,cioè della
piccola e media industria.
I moti di protesta dei 1898 e la svolta autoritaria.
Milano che si stava affermando come capitale morale della Moderna Italia industriale e democratica e
proprio a Milano,dove il Partito Socialista era più radicato,le tensioni sociali diventarono acute,esplodendo
nel 1898.il pane era fortemente rincarato in seguito allo scarso raccolto nazionale,e alla guerra fra Stati
Uniti e Spagna che aveva colpito le importazioni di grano americano.Scoppiarono disordini in tutta Italia, ma
a Milano si ebbero violente manifestazioni contro il governo e il Parlamento.Tali manifestazioni videro la
partecipazione di molti impiegati e intellettuali.Con la crescita socialista la minaccia rivoluzionaria sembrava
farsi concreta. Il governo reagì con brutalità.A Milano fu proclamato lo stato d'assedio,e le truppe aprirono il
fuoco sui manifestanti.Tutti i giornali d’opposizione furono chiusi e molti dirigenti politici, fra cui socialisti
Bissolati,Costa e Turatti, furono incarcerati.Le Organizzazioni sindacali vennero sciolte e vennero colpite
anche numerose associazioni cattoliche.Umberto I conferì un’onorificenza al generale che aveva
comandato la strage.Il governo Rudinì fu istituito da Luigi Pelloux che impresse alla vita pubblica una
sterzata violentemente autoritaria.Tentò di dare vita a una serie di decreti che limitavano la libertà di
stampa, il diritto di associazione e vietavano lo sciopero.I socialisti ed una parte dei Liberali reagirono
energicamente in Parlamento.A Monza nel luglio 1900 l'anarchico Gaetano Bresci assassino il Re.Umberto
I pagò tragicamente le sue azioni,Gli successe il figlio Vittorio Emanuele III(1900-46) figura mediocre che
dichiarò di voler restaurare la pace e la Concordia.

Potrebbero piacerti anche