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PA 1
ANNO II GI 8
ARCHEOLOGIA NE
GENNAIO/FEBBRAIO 2012
STORIA
7
SCIENZA
PER I SOCI
E MISTERO
LA SONDA
GALILEO
Una bomba
termonucleare
contro Giove
contro Giove
di Vincenzo Di Gregorio 91 E l’Inizio fu Fetonte. Era per
caso un alieno? Leggende sulla
Scienza/Corpo fondazione di Torino e gli Egizi
di Danilo Tacchino
20 A Passeggio nella Naturalità
di Rosanna Toraldo Simbologia/Mistero
24 Punto P. L’altra faccia della
sessualità maschile
94 Alchimia del Mandala
di Vally Aries
di Valter Bencini
98 Apologia del mistero.
33 Quid est homo (I)
di Ludovico Polastri
Riflessione semi-seria su
questo Sconosciuto (!)
di Hoseki Vannini Comitato redazionale:
39 Assenzio, la pianta dai mille
segreti 102 Morbo di Morgellons.
Vincenzo Di Gregorio
di Giorgio Pattera Nanotecno(pato)logia o altro? Lilly Antinea Astore
di Samuele Venturini Francesca De Salvia
Storia/Archeologia Andrea Critelli
108 Perché tutto questo
43 Umano, transumano,
postumano. Antropologia
accanimento contro la
Massoneria?
Sviluppo e
del nuovo millennio di Marco Marafante progetto grafico:
di Massimo Centini Andrea Critelli
110 Scienza sacra e misteri
50 La villa monumentale di
Aiano-Torraccia di Chiusi
occulti dell’Eros, dell’Amore
e dei suoi opposti
Contatti redazionali:
redazione@runabianca.it
di Antonia Fumo di Giovanni Francesco Carpeoro
coppia e conseguenti aumenti d’ansia dovrei severo” interiore, che la fa sentire “imperfetta”
porre domande su come il partner vive la sua e che penso le aumenti l’ansia di risolvere la si-
anorgasmia, se è interessato a risolverla insieme, è tuazione. Questa “imperfezione” addirittura si
soddisfatto lo stesso oppure è frustrato, se si colpe- scontra con una intesa definita “perfetta”. Faccia
volizza o se le rivolge accuse. un gioco, la prego, mandi in vacanza questo giu-
Oltre al colloquio poi risulta fondamentale l’os- dice, stia con se stessa, senza giudicarsi e accet-
servazione corporea ed integrare così le infor- tandosi in quello che percepisce. Devo rilevare
mazioni verbali, con quelle che derivano dal lin- anche una contraddizione, da non sottovalutare,
guaggio del corpo: come si muove, come respira, quando mi pone il quesito dell’amica e mi chie-
che postura ha, quali zone di tensione presenta, de se andare con un altro uomo risolverebbe la
come vive la propria femminilità, che abbigliamen- situazione. Il fatto che lei presti attenzione al sug-
to porta, che accessori ha, che profumi mette. In gerimento e mi chieda un parere, significa che
pratica, nonostante l’anorgasmia, vive positiva- l’equazione perfezione dell’intesa = imperfezione
mente il suo essere donna o lo nasconde anche sua non è così perfetta, scusi il gioco di parole.
nell’aspetto? C’è una lettura della realtà, che sicuramente me-
In generale, lasciando perdere le cause organi- rita attenzione e approfondimento. Da una parte
che, a cui si rimanda per la terapia specifica da lei assolve suo marito e la relazione, prendendo-
caso a caso, devo rilevare che nella maggior par- si le responsabilità dell’anorgasmia e sentendosi
te dei casi il disturbo dell’orgasmo si accompa- “imperfetta” , dall’altra è pronta a valutare il con-
gna spesso a trattenersi, ipercontrollo, mancan- siglio dell’amica, che in qualche modo sposta le
za della capacità di lasciarsi andare e incapacità colpe sul marito. Che posso dirle al momento,
di sentire pienamente le sensazioni sessuali, con conoscendo così poco la sua storia ? Lungi da
il realizzarsi e l’auto-mantenimento di un’ansia un moralismo, che non mi appartiene, le dico
da prestazione. A livello individuale consiglierei soltanto, per esperienza personale e di psico-
di risolvere con una terapia breve il quadro d’an- terapeuta, di ascoltare soltanto se stessa. Sono
sia, oppure un ciclo di psicoterapia, se dovessi scelte individuali. Una relazione si instaura se ci
accorgermi, e spesso è così, che ci sono vissuti sentiamo di farlo, se questo è il nostro desiderio,
più profondi della semplice ansia da prestazio- se la passione e l’emozione ci portano là, se, in
ne. Nelle psicoterapie corporee oltre al verbale, caso di una relazione extraconiugale, non diamo
si può dare spazio ad un lavoro sul respiro, sul più possibilità di miglioramento e recupero alla
movimento, sulle posture, sul massaggio de- vecchia storia che viviamo. Cambiare partner,
contratturante atto a sciogliere l’ipercontrollo, con l’ottica che pare consigliare, in maniera mol-
a ripristinare la capacità di lasciarsi andare e di to facile, la sua amica, quasi come se si dovesse
”sentire”. A volte è la dinamica di coppia che ri- provare una medicina nuova, non so quanto po-
chiede attenzione. Il partner può necessitare un trà sinceramente giovarle. Certamente cambia
lavoro individuale e di coppia per l’eiaculazio- la situazione e potrebbe trovarne giovamento,
ne precoce, ma anche per situazione opposte ma non so se cambia il suo vissuto intimo e per-
di lunga durata, perché se, vive come una ferita sonale del problema e se non sblocca, l’ansia
profonda del proprio maschile l’anorgasmia del- potrebbe aumentare e peggiorare anche la sua
la partner , in quanto incapace di soddisfarla, e si sensazione di inadeguatezza. Ascolti se stessa, il
produce in prestazioni amatorie da guinness dei miglior maestro che può avere al riguardo!
primati, aspettandosi il risultato dell’”orgasmo di Per il resto valuti se nelle spiegazioni molto ge-
lei”, questo non farà che aumentare l’ansia e lo neriche che le ho dato, ci siano
stress della partner ed il suo sentirsi sempre più spunti in cui può riconoscere ele-
inadeguata. L’anorgasmia ha bisogno di calma e menti della sua storia e nel caso,
accettazione propria e da parte dell’altro per ve- se ritiene opportuno, rivolgersi ad
dere risultati positivi. un terapeuta per un percorso in-
Nella donna c’è la profonda ferita di sentirsi in- dividuale o di coppia.
completa, come traspare anche nella sua lettera,
dove addirittura entra in scena un suo “giudice Dott. Valter Bencini
La Medicina dell’Armonia
Un cammino al centro dell’universo-uomo
O
gni concezione tradizionale della me- (forza centripeta) rappresenta il fenomeno Yang.
dicina deriva direttamente da una Yin e Yang sono due termini che riassumono tutti
visione tradizionale universale del i fenomeni osservabili nel mondo della manife-
mondo, tramandata attraverso i testi sacri (Veda, stazione e della relatività. Nell’infinito e nell’asso-
Bibbia, ecc.). Per queste dottrine, l’essenza prece- luto essi si confondono: non esistono infatti che
de la sostanza, il pensiero precede la manifesta- l’unità ed il vuoto. Da questa polarità, che è essa
zione, l’infinito precede il finito. L’ordine cosmico stessa in movimento, deriva ogni ritmo ed ogni
parte direttamente da quell’informatore infor- vibrazione, da cui l’universo è costituito.
male a cui si dà a volte il nome di Dio, osservando Il cosiddetto “numero” è il concetto essen-
la natura e deducendone le leggi. ziale che rende conto dei ritmi: essi si spiegano
La grande Legge Universale, che si ritrova in nell’immensità cosmica e seguono alcune leggi
tutti i regni della natura, dall’atomo alle galassie, cicliche e numeriche, che si traducono in forme.
passando dalla biosfera, è quella della polarità. La forma universale è sicuramente la spirale, e la
Essa può essere definita come l’espressione di maggior parte delle vibrazioni può essere rap-
un’unità in movimento. Ogni movimento suppo- presentata con curve spiraloidi (elicoidali). Que-
ne almeno due punti di vista: il punto di partenza ste curve sono quelle della traiettoria degli astri
e quello di arrivo. Dunque due interpretazioni: un nello spazio. Questo tipo di forma si ritrova nella
allontanamento e un avvicinamento. L’allontana- struttura delle galassie, nelle nebulose come nel
mento (forza centrifuga) costituisce il fenomeno cuore della materia vivente, negli aminoacidi e
che gli orientali chiamano Yin, e l’avvicinamento nella stessa struttura del dna, elemento fonda-
La corrispondenza dei Chakra con gli orga- ricorda il caduceo di Mercurio, simbolo della me-
ni del corpo (non si tratta della localizzazione dicina, e si tratta di una rappresentazione di una
anatomica reale dei diversi plessi, ma della loro stessa realtà: due correnti (Yin e Yang) che attra-
rappresentazione coordinata dal punto di vista versano tutti i piani dell’universo, li vivificano e li
della trasmissione dell’energia) e la loro struttura armonizzano. La leggenda racconta che Mercu-
rio separò un giorno, con la sua bacchetta, due smica che si sviluppa attraverso Kundalini.
serpenti che lottavano; il caduceo formato dalla
sua bacchetta e dai suoi serpenti è diventato il Il plesso solare, all’altezza del diaframma, è
simbolo della concordia. Esso è l’attributo di chi particolarmente importante: è il centro princi-
opera nella medicina ed è al servizio della salu- pale degli assi nervosi, regola il movimento dei
te. Il nono arcano dei Tarocchi (l’Eremita) mostra visceri e dei vasi sanguigni; è la torre di control-
un vecchio saggio che porta una lampada all’al- lo della rete nervosa, che ci permette di espri-
tezza degli occhi ed un bastone attorno al quale mere le emozioni e che accompagna quelli che
un serpente pare che si avvolga “come attorno a chiamiamo “istinti”. E’ lo stesso plesso solare che
quello di Esculapio” spiega Wirth: “Si tratta in ef- regola le variazioni biologiche e biochimiche
fetti del simbolo di correnti vitali che il taumaturgo legate alla paura e al desiderio. E’ il generatore
capta per esercitare la medicina degli iniziati”. più importante della personalità dinamica, che
I Chakra corrispondono ad una specifica fun- sente ed esprime i nostri amori, i nostri rancori, i
zione vitale che è essenziale per l’evoluzione spi- nostri desideri e le nostre ambizioni.
rituale degli esseri: Nel presente articolo abbiamo compiuto il
primo passo in un percorso che ci porterà alla
• Chakra Coronale (centro, alla sommità del scoperta di una scienza medica della totalità
capo): continuità della coscienza dell’essere umano, uno studio che non si limita
• Chakra Frontale (terzo occhio): chiaroveg- al descrittivo o al teorico, e che non concentra
genza esclusivamente il suo obbiettivo sull’”uomo ma-
• Chakra della Gola: chiarudenza (esatta lato” o sulla “malattia”, o sulla lotta per il tratta-
percezione del Logos, quindi espressione mento dei sintomi patologici, ma apporta all’es-
esatta attraverso la parola: la gola è chiusa sere umano una disciplina esistenziale e metodi
quando la verità non riesce ad esprimersi) appropriati di addestramento della personalità.
• Chakra Cardiaco: comprensione Una scienza dell’uomo dell’avvenire, che si fondi
• Chakra Ombellicale: sensazione sull’integrazione armoniosa dell’essere umano
• Chakra Splenico: spostamento con sé stesso, con il mondo e quindi con l’uni-
• Chackra della Radice: sede dell’Energia Co- verso.
N
egli articoli precedenti abbiamo de- che si pensa di sapere non è così scontato, anzi…
dicato la nostra attenzione ad un ele- In questa visione semplicisticamente unita-
mento che caratterizza duemila anni di ria, ad esempio, si narra della cacciata degli Ebrei
pensiero teologico, e precisamente alla convin- dall’Egitto e di Mosè che li guidava; si analizza
zione diffusa che la Bibbia sia un libro ispirato da il famosissimo tetragramma che rappresenta il
Dio e che dunque non possa contenere errori, nome impronunciabile di “dio”, cioè YHWH, che
incertezze, dubbi interpretativi… si vuole vocalizzare e dunque pronunciare come
La realtà si presenta decisamente diversa, pro- YAHWEH.
prio a partire anche da questioni di ordine lingui- Su di esso poi si sono sviluppati, nei secoli,
stico, sia dal punto di vista generale che specifi- studi e tentativi di interpretazione, elaborazioni
co, ridotto cioè ai singoli termini. mistiche e misteriche, attribuzioni di significati
Nella tradizione religiosa dottrinale si dà per esoterici e iniziatici… Ma ciò che bisogna sape-
assodato che sia esistito il popolo degli Ebrei, re è che, quando quel nome è stato pronunciato
discendenti di Abramo, e che questi parlassero per la prima volta (Genesi 4,26), la lingua ebrai-
ovviamente la “lingua” ebraica. A questo tema ho ca non esisteva neppure. Non esisteva nemme-
dedicato un capitolo intero ne “Il dio alieno della no quando quell’appartenente al gruppo degli
Bibbia”, evidenziando come la questione sia mol- Elohìm (i nostri “formatori” provenuti da altri
to più complessa di come la si vuole rappresen- mondi) ripeté il suo nome a Mosè dopo l’uscita
tare dal punto di vista etnografico. dall’Egitto e durante la permanenza nel deserto.
Ma, anche dal punto di vista linguistico, ciò Egli disse: “Questo è il mio nome” (Esodo 3,14-15).
Ma noi ci dobbiamo chiedere: che lingua par- bliche. Nell’antico territorio corrispondente agli
lavano Mosè e le genti che lo hanno seguito? Da attuali Libano e Siria, prima della comparsa degli
secoli, le famiglie cui appartenevano quelle per- ebrei in Palestina, si era sviluppata una civiltà co-
sone erano stanziali in Egitto, per cui è probabi- nosciuta come cultura ugaritica, dal nome della
le parlassero una qualche forma di egiziano del città di Ugarit, il suo più importante centro ur-
tempo. bano, corrispondente all’attuale Ras Shamra, sul
Nella migliore delle ipotesi, essi parlavano Mediterraneo. A questa civiltà appartengono de-
una forma di amorreo, molto diffuso al tempo, o gli ostraka, ciottoli di ceramica contenenti scrit-
di aramaico, che si stava allora affermando. Ma ture beneauguranti, ritrovati dagli archeologi. In
tutto farebbe propendere per l’egiziano. alcuni di essi, ci si rivolge a dei viaggiatori che si
Gli studi del Dipartimento di Filologia Semiti- accingevano a scendere verso sud e ai quali vie-
ca dell’Università La Sapienza di Roma - specifica- ne detto: «Vi possano accompagnare Yahwèh del
tamente i lavori pubblicati dai docenti Prof. Gio- Temàn e la sua Asheràh».
vanni Garbini (anche membro dell’Accademia In questi scritti, apparentemente banali,
dei Lincei) e Prof. Olivier Durand – documenta- ci sono in realtà due indicazioni sorprenden-
no che l’ebraico non sarebbe la lingua originaria ti. Innanzitutto, la cultura ugaritica conosceva
delle tribù israelitiche, ma che si sarebbe forma- Yahwèh come “signore del Temàn”, termine che
to verosimilmente verso il X sec. a.C. in lingua semitica indica il sud, ed è noto che
Sappiamo che l’uscita di Mosè dall’Egitto vie- Israele e il Sinai si trovano a sud rispetto al Liba-
ne collocata dai vari studiosi in un periodo che no e alla Siria. Ci troviamo quindi nel territorio in
varia dal XVI al XIII sec. a.C., pertanto la lingua sua cui Mosè incontrò il suo Elohìm, e i viaggiatori
e del suo popolo non poteva ovviamente essere che vi si recavano venivano affidati alla protezio-
l’ebraico, che si è sviluppato come elaborazio- ne di quel “Signore” che lo governava. Ma si dice
ne di un dialetto sudfenicio, e le cui prime do- anche che l’Elohìm chiamato Yahwèh aveva una
cumentazioni epigrafiche appartengono all’VIII Asheràh, cioè una “compagna”.
sec. a.C. La presenza di una compagna è attestata an-
Dal momento che quelle genti sono uscite che in ambito strettamente ebraico: materiale
dall’Egitto, l’ipotesi più verosimile porterebbe a molto importante in tal senso è stato infatti tro-
pensare che parlassero la lingua di quella nazio- vato in un sito localizzato nel sud, tra il Neghev
ne. e il Sinai: Kuntillet Ajrud. Si tratta di un santuario
Anche dopo lo stanziamento in terra di Ca- attivo ancora tra il IX e l’VIII secolo a.C., occupato
naan, la lingua ebraica era parlata sostanzial- da israeliti che esercitavano funzione profetica:
mente solo da coloro che vivevano nel regno di vi sono state trovate invocazioni rivolte a Yahwèh
Giuda (a sud quindi), mentre i sudditi ebrei del e alla sua paredra, conosciuta ancora una volta
regno di Israele (a nord) usavano perlopiù i dia- con il nome di Asheràh. I giudei egizi risiedenti a
letti dei territori fenici, cui erano geograficamen- Elefantina (Egitto) non avevano alcuna difficoltà
te attigui. a rivolgersi a Yahwèh e alla sua compagna Anat-
Siamo dunque di fronte a un tetragramma che Yahu ancora nel V secolo a.C.
nella Bibbia è stato scritto diversi secoli dopo es- L’archeologia e la paleografia ci hanno anche
sere stato stato pronunciato, e che è stato ripor- dato modo di verificare che il nome Yahwèh era
tato con le consonanti di una lingua che, quando presente nel territorio posto a sud della Palestina
è stato formulato, non esisteva ancora. (Neghev e Sinai) sino dal III e II millennio a.C., nel-
È quindi un’invenzione originale degli Ebrei? È le forme Ja/Ya, Jaw/Yaw, Jahu/Yahu, Jah/Yah: era
un prodotto della fantasia monoteista della clas- dunque un governatore localmente conosciuto
se sacerdotale gerosolimitana? e adorato in quelle aree. Sono attribuite inoltre
Possiamo rispondere di no, e parlare piuttosto a questi millenni (molto tempo prima quindi di
di assimilazione o acquisizione. Mosè e dell’esodo degli Ebrei) iscrizioni con il te-
La conoscenza del tetragramma infatti, indi- tragramma di Yahwèh (YHWH) e con la scrittura
pendentemente dalla sua formulazione espressa Yaw-rad, che significa “discesa”.
di fronte a Mosè, è documentata da fonti extrabi- L’epigrafia amorrea di Mari (Mesopotamia),
databile intorno al XVIII secolo a.C., presenta Che tipo di analisi, deduzioni, ipotesi produr-
numerose documentazioni di nomi composti rebbe uno studioso che trovasse poi quel nome
con YAHWI o YAWI, o anche semplicemente YA. molti secoli dopo, senza avere riferimenti precisi
La persistenza del culto a questo governatore e documentati circa tempi e modalità delle sua
locale è poi documentata nei secoli successivi, origine?
quando Porfirio (storico fenicio del III secolo d.C.) Non dimentichiamo che la trasposizione in
scrive che a Berito (Beirut) era venerato un dio di forma scritta è avvenuta secoli dopo il momento
nome Ιευω (Ieuo). in cui quel termine è stato pronunciato, perché
Siamo quindi di fronte a un culto presente in in quel momento l’ebraico ancora non esisteva.
quel territorio a partire almeno dall’inizio del II Come sempre accade quando si esaminano
millennio a.C., e seguito sia dalle popolazioni no- le cosiddette verità religiose alla luce dei testi da
madi che stanziali: quel governatore locale era cui le si vuol fare derivare, bisogna prendere atto
dunque ben conosciuto da chi aveva a che fare di un fatto: la tradizione dottrinale presenta una
con quell’area geografica soggetta al suo con- visione apparentemente unitaria e indiscutibile,
trollo. nonostante la storia e la conoscenza dei fatti non
Data la sua presenza in ambito non mosaico lo consentano. Ma sappiamo che non potrebbe
e in forme varie, non è possibile che il termine essere diversamente: le esigenze della religione
Yahwèh non richieda interpretazioni in ebraico, dogmatica impongono chiarezza anche a scapi-
perché rappresenta semplicemente il tentativo to della verità. Quest’ultima deve essere celata,
di trasporre in quella lingua il suono del nome quando si presenta nella sua evidenza decisa-
proprio? mente più articolata e quindi anche contraddit-
Non è possibile che gli autori biblici non ab- toria, ma soprattutto ricca di sfumature che ren-
biano fatto altro che cercare di riprodurre il suo- dono la storia molto più affascinante nella sua
no attraverso la scrittura delle consonanti di cui complessità.
disponevano? Comprendiamo che il monoteismo unitario,
Che cosa succederebbe se un occidentale che ha attribuito a YAHWEH e al suo nome valen-
dicesse semplicemente il suo nome a una po- ze universali, non ha fondamento documentato
polazione che possiede un sistema di scrittura ma è frutto di elaborazioni successive, che hanno
totalmente diverso dal nostro e magari solo con- sempre dimenticato, o più spesso volutamente
sonantico? accantonato, questioni che rendono di fatto im-
Come verrebbe graficamente rappresentato possibile la costruzione dottrinaria che da secoli
quel suono tanto lontano da quelli ai quali la po- viene diffusa.
polazione è abituata?
La sonda Galileo
Una bomba termonucleare contro Giove
FOTO: IL PIANETA GIOVE CON UNA MACCHIA ANOMALA IN SUPERFICIE (FONTE: OLIVIER MEECKERS)
I
l 19 Ottobre del 2003 un astrofilo dilettante, se vi fosse stato un corpo celeste di dimensioni
Olivier Meeckers, nel fotografare il pianeta tali da creare un “buco” su Giove di quelle dimen-
Giove si è accorto che, vicino alla linea del sioni, sarebbe stato avvistato settimane o mesi
suo equatore, si era formata una macchia nera di prima dell’impatto (cosa che non è accaduta). Le
origine sconosciuta. dimensioni infatti di quel buco erano approssi-
Furono formulate in quel momento diverse mabili a quelle del nostro pianeta.
ipotesi, che si rivelarono tutte prive di un riscon- Qualcosa quindi di incredibile era accaduto su
tro scientifico. quel pianeta, qualcosa che non ha mai avuto una
Si parlò dell’ombra proiettata da una delle sue spiegazione ufficiale da coloro che gestiscono
lune sulla superficie del pianeta. Ma dai primi l’informazione pubblica e dalla NASA in primis.
rudimentali calcoli fu verificato che la macchia Eppure, loro avrebbero avuto molte cose da
nera non era della grandezza giusta per essere dire su questo argomento, preferendo invece
l’ombra di un pianeta, e che “ruotava” seguendo che questo “mistero” si perdesse nell’oblio.
la velocità di rotazione di Giove e non delle sue Tuttavia, qualcuno aveva previsto questo
lune, confermando che era proprio una specie di evento qualche mese prima dei fatti, ma non fu
“buco” aperto sulla sua superficie. creduto. Questo articolo cercherà di chiarire i re-
Si pensò ad un impatto con qualche corpo ce- troscena di questa vicenda, e di condurre il let-
leste, come quello avvenuto nel 1994 con la co- tore a capire come quell’evento avrebbe potuto
meta Shoemaker-Levy. cambiare, se non cancellare, in un attimo tutte le
Ma anche questa ipotesi fu scartata perché, specie viventi sul nostro pianeta.
stimento protettivo dei “pellet” al plutonio della ta il Sole e le altre stelle. Infatti, in esso, la fusione
sonda Galileo, permettendo al materiale fissile di di due atomi di idrogeno avviene nel nucleo più
unirsi e SUPERARE la massa critica, autoinnescan- interno solo grazie alle enormi pressioni e tem-
dosi e deflagrando. Le dimensioni della “macchia perature che vi si raggiungono (dell’ordine di mi-
nera” fotografata sulla superficie gioviana ci da lioni di gradi).
l’idea della potenza dell’esplosione che è avve- Nel pianeta Giove queste pressioni e tempe-
nuta all’interno del pianeta. rature sono “leggermente” al di sotto dell’auto-
Risultato? Un bel “BUCO”… e tanto spavento! accensione.
Ma cosa abbiamo rischiato? Il grosso rischio che abbiamo corso nell’otto-
In tutti i libri di scuola si legge come Giove sia bre del 2003 è stato che l’enorme deflagrazione
quella che si definisce una “stella mancata”. Pra- nucleare del plutonio della sonda Galileo avreb-
ticamente, il nostro sistema solare sarebbe po- be potuto fungere da INNESCO e far superare al
tuto essere un sistema binario, cioè un sistema nocciolo gioviano la sua massa critica, trasfor-
con DUE SOLI. Giove è il più grande dei pianeti mandolo in un sole. Se questo fosse successo,
del sistema solare, con un raggio di 71.500 km avremmo avuto uno stravolgimento dell’intero
(11 volte maggiore di quello della Terra). La sua sistema solare, a partire dai satelliti/lune giovia-
composizione chimica, però, è molto più simile a ne. Lo spesso strato di Europa si sarebbe imme-
quella del Sole che a quella dei pianeti rocciosi: diatamente sciolto, e le ipotetiche forme biolo-
infatti è prevalentemente gassoso, con abbon- giche di vita aliena contenute nei suoi mari si
danza di idrogeno ed elio. sarebbero risvegliate alla luce accecante di un
L’accensione di un sole avviene quando due nuovo sole.
o più nuclei di idrogeno vengono compressi, Ma le razze biologiche presenti sulla Terra sa-
sino a far prevalere la repulsione elettromagneti- rebbero state spazzate via da un’onda d’urto dal-
ca, unendosi tra loro ed andando a generare un le conseguenze devastanti.
nucleo di massa maggiore dei nuclei reagenti. Il Infatti, quando si accende un sole, il suo dia-
processo di fusione è il meccanismo che alimen- metro si riduce bruscamente contraendosi, ed
...Proprio nel tempo attuale è inutile dire dermi a cercare di far arrivare al viandante che
“Non aver paura” o “Non esser malato”. passeggia e si ferma tra le pagine di Runa Bianca
E’ necessario spiegare loro perchè hanno paura, questo amore che ho dentro, questo desiderio
perchè sono malati e dar loro l’antidoto... di comunicare visioni di una Natura invernale
(Edward Bach) vestita a Festa di Primavera, attraverso semplici
parole.
M
artedì 27 dicembre 2011, ore 7.00. Difficile devo dire mettere in linea cuore, vi-
Apro la finestra della mia camera sione sottile e la materia che ho di fronte, con-
aspettandomi una giornata, a detta vogliare e divulgare. So solo che ora prendo ba-
del meteo, uggiosa e nuvolosa... Invece le mie rattoli, olio d’oliva ed acqua, riempio lo “Zaino
previsioni non sbagliano mai. Stelle splendenti e Alchemico” e vado fuori, chiudendo la porta a
Pianeti come Giove e Venere, vicini a questo lem- feste natalizie che oramai, in questo tempo di
bo di terra, ultima frontiera della Valle dell’Idria non tempo, servono solo a chi vuole rimanere
quale è il Salento, già preannunciavano un cielo attaccato ad usi e costumi di un epoca che nulla
come quello che ho di fronte: azzurro ed illumi- ha a che vedere con la Nuova Era.
nato da raggi dorati che Padre Sole ci invia co- Chiudo la porta al vecchio ed entro nell’Anti-
stantemente. I prati, coperti di Calendula e bian- co Mondo Alchemico di Gaia, con la sua giovane
chi Tordilium, chiamati anche ombrellini minori, Energheja, che accoglie e riconosce in me l’Esse-
mi scaldano il cuore e la ferma decisione di uscire re di Natura a Lei simile, co-creatrice figlia di un
ad inebriarmi di Energia mattutina, prima di se- tempo lineare che ha compreso come attraver-
precise prescrizioni. Aggiungo che, essendo sta- elabora attraverso archetipi. Ecco che l’archeti-
to il primo a cui ho rivolto il mio sguardo cere- po/ fiore/ nota collabora con la parte più intima
brale, l’ho trovato non solo simile a me in quan- nel nostro Essere Divino e lo aiuta a denudarsi
to pensiero ma fondamentale per quello che è delle proprie difficoltà oggettive, che lo costrin-
stato il mio lavoro negli ultimi 8 anni. Purtroppo gono spesso a fermarsi sulla tortuosa via dell’Il-
molti dimenticano di parlare dei fondamenti te- luminazione.
orici che la floriterapia presuppone per una cor- Il pensiero è energia, e come tale influenza noi
retta applicazione, e cioè gli aspetti psicologici stessi. Tutto quello che è intorno a noi, se nega-
delle patologie emotive e i meccanismi che le tivo, nuoce alla salute. Le Essenze Floreali come
generano. gli Oleoliti Alchemici sono in grado di entrare
Medico gallese, Edward Bach (1886-1936), in vibrazione con tali onde perché possiedono
negli anni ‘30, si accorse, nel corso della sua lun- le medesime energie. Così come ogni fiore ha
ga esperienza di medico, che una stessa terapia una vibrazione ben identificata, con una propria
non sempre curava i medesimi sintomi in ogni frequenza vibratoria: quando le vibrazioni ar-
paziente; anzi, per una stessa sintomatologia, moniose dei fiori entrano in contatto con quelle
somministrando lo stesso rimedio, si avevano re- umane, ne annullano la disarmonia riportandole
azioni diverse. Il principio su cui si basa è fondato ad una situazione ottimale, riequilibrando il con-
sulla considerazione della “malattia” vista come tatto con il nostro Sé superiore.
reazione e mezzo rivelatore di uno squilibrio Un aiuto concreto che affianca Aroma e Flori-
energetico che si manifesta con disturbi psichi- terapia è l’uso delle Acque di Luce bianca, ma di
ci e fisici. Osservò anche che certi pazienti con questo parleremo in seguito; certo è che l’Acqua
carattere e personalità simili spesso reagivano trasposta le nostre memorie, lavando l’Antico ed
nello stesso modo ad un dato sintomo. Ipotizzò introducendo il Nuovo. L’acqua è una sostanza
che per la cura della malattia era più importante importante per la vita del nostro Pianeta, ne co-
tener conto della personalità individuale che dei pre i due terzi e costituisce il 99% delle moleco-
sintomi fisici. Concluse che era l’atteggiamento le che formano il corpo umano. Sono stati fatti
mentale che modificava l’armonia dell’equilibrio molti studi sulle proprietà fisiche dell’acqua, ma
nell’organismo: questa alterazione si manifesta- fino a non molto tempo fa poco si sapeva del-
va poi con la malattia, disturbo o sintomo. Quin- le sue proprietà energetiche sottili. La maggior
di, e ci ritroviamo con la Medicina Alche- parte delle testimonianze su queste speciali
mica e con quello che ho anticipato proprietà deriva dagli studi sugli effetti della
nell’Aromaterapia Alchemica, la ma- “terapia con l’imposizione delle mani” degli
lattia o il malessere che generano anni ‘60. I primi studi sulle speciali qualità
il sintomo non sono altro che dell’Acqua sono stati fatti dal Dr. Bernard
l’espressione di un disagio Grad dell’Università Mc Gill di Montreal.
profondo che coinvolge Egli voleva capire le reali capacità par-
la persona a livello sia tendo da come i guaritori o gli operatori
fisico che psichico, ed è energetici caricavano l’acqua di pra-
proprio questo disagio na e poi la davano a bere ai pazienti,
che dovrebbe essere i quali iniziavano a sentirsi bene. Ma-
analizzato e affrontato. saru Emoto è lo scienziato giappo-
Naturalmente non scor- nese che ha dimostrato la capacità
diamo che ognuno di noi dell’acqua di memorizzare le in-
vibra a suoni ben
precisi ed
formazioni che riceve dall’ambiente, dando for- mi di gola (V° chakra – Vishudda). Come pianta
ma a cristalli diversi per ogni tipo di “messaggio”. Giovina porta ilarità e gioia. Aiuta a comunicare
Dunque, Acqua e Olio sono veicoli meravi- all’altro/a i propri sentimenti e rancori, con ferma
gliosi per i Fiori che attraversano il nostro Esse- dolcezza, lasciando andare la rabbia. Sostiene le
re Alchemico Divino, in un Viaggio che ha come mamme nei primi mesi in cui la nascita di un nuo-
Destinazione l’Illuminazione. Mi sembra giunto vo essere le fa sentire “fuori fase e non “all’altez-
il momento di volgere lo sguardo e continuare za”, conducendole sulla via di una comprensione
il discorso sulle Essenze di Lavanda e Borragine. “esterna” con il proprio figlio/a. Spesso alcune
Se ricordate, per chi ha seguito e letto il pre- giovani puerpere mi chiamano disperate perché
cedente numero di Runa Bianca, vi ho parlato non capiscono quando il neonato piange e si di-
dell’oleolita alchemico del fiore di Lavanda e di spera, vorrebbero quasi trovare un linguaggio
Borragine. comune, sentono la loro paura e la traducono
LAVANDA, a livello Archetipale, elabora e in ansia. L’Essenza Floreale di Borragine aiuta a
migliora la comunicazione, sublima la sessualità trovare un punto d’accordo tra madre e figlio/a,
repressa, liberando ciò che è giusto che sia. Il Re- ma anche tra i due genitori che devono ritrovarsi
spiro che dà vita diviene fluido e leggero. Inte- come uomo e donna.
ragisce tra materia e spirito, facendosi da ponte. L’azione dell’oleolita è diversa dall’essenza: il
(Come Essenza Floreale Alchemica), agisce sul- primo agisce dalla struttura/materia per poi arri-
lo Spirito e sull’Anima/Animus portando vento vare all’emozione come blocco; la seconda inve-
di freschezza mattutina, aiutando a far cadere ce inizia dall’emozione, come parte più sottile di
condizionamenti acquisiti fin dall’infanzia, con- noi, per arrivare al corpo. Dunque entrambi sono
duce per mano il Bambino o la Bambina ferita a utili rimedi naturali con una propria energia che
“lasciar andare tristi pensieri”, a fortificare il Cuo- si pone in ascolto dell’Essere di Natura che chie-
re e collegarlo con la parte più alta del nostro Es- de loro aiuto.
sere di Luce. Bene. Ora, in punta di piedi, mi alzo da questa
BORRAGINE, a livello Archetipale, agisce pietra antica, satura di ricordi di Ere e Passaggi
sull’umore innalzando la vibrazione personale. epocali, ringrazio Padre Sole che tramonta in
Aumenta l’autostima, libera da parole non pro- un’ondata dorata e rossa come il fuoco del mat-
nunciate per non ferire e ferirsi. Migliora la pre- tino che si sta spegnendo. Mi avvio piena di me
disposizione dell’Essere Umano a comunicare e d’amore lasciandomi dietro passi argentati di
con l’altro, specchio della propria anima/animus. una Luna già presente nel Cielo. Ringrazio Madre
Come Essenza Floreale Alchemica, simile all’ole- Terra, sfiorando cespugli ed arbusti e, “surriden-
olita, migliora la comunicazione con il Sè, debole do al cielo” mi avvio nella segreta dimora, centro
soprattutto per chi soffre di tiroiditi o proble- dell’ Essere: il mio Cuore.
Punto P
L’altra faccia della sessualità maschile
C
os’è e dov’è il punto P? Ed il punto L dove si le scatole cinesi, mostrano quanto sia in realtà
trova? Sono la stessa cosa? Sotto il frenulo complessa la sessualità maschile, generalmente
c’è una zona di intenso piacere: è corretto considerata estremamente semplice ed in taluni
chiamarla punto g maschile o clitoride maschile? casi superficialmente “bollata” come grossolana,
caratterizzata da un semplice periodo di carica,
acme, scarica. La nostra ricerca sul web ci parla
Premessa di punto P posizionato nella prostata; si trova no-
tizia poi di un punto L, da taluni indicato come
Abbiamo visto come, per il punto G nella don- sinonimo di punto P, ma che in realtà è avvertibi-
na, ci sia, in ambito scientifico, una discussione le in altra parte del corpo con una pressione nel
sulla sua stessa esistenza, ma l’area dove si do- tratto del perineo, tra ano e testicoli, e stimolabi-
vrebbe localizzare è estremamente chiara e de- le peraltro attraverso l’uretra, con particolari tec-
terminata (parete anteriore della vagina, a circa niche, nel coito orale. A complicare poi le cose, si
5 cm dall’apertura); per il punto P nell’uomo, ma trova notizia che, secondo alcuni, l’omologo del
direi per la sessualità maschile in generale, l’inde- punto G non sarebbe il punto P prostatico ma
terminazione regna sovrana. un punto del pene alla base del glande definito,
Se svolgiamo una ricerca su internet, le spie- forse non molto correttamente, addirittura “clito-
gazioni sul punto P sono più di una, talvolta in ride maschile”.
contraddizione tra loro e aprono possibilità in- Gli interventi nei forum aggiungono spesso
terpretative che, come la concatenazione del- confusione alla confusione.
L’esercizio rituale si chiama “Adorazione al Nelle fasi iniziali del massaggio ci può essere
sole”: invece di chinarsi, come ci si potrebbe lieve bruciore, sensazione di dover urinare, al-
aspettare, in direzione del sole, si rivolge l’ano ternarsi di vari sentimenti ed emozioni (rabbia,
verso di esso. pianto etc).
a tastare l’ano e rimane ferma lì. E’ il momento le nove, le tre, le dodici (coccige) le sei (perineo).
di utilizzare un gel o una crema lubrificante e, se Le eventuali sensazioni di calore acuto possono
non si vuole usare le dita nude, un guanto o un essere controllate dall’uomo, immaginando di
preservativo. respirare dentro questa sensazione.
Posizione prona
contatto della mano o abbracciato. In ogni caso estremamente vicine, ma qualche distinguo va
la donna non dovrà offendersi, ma rispettare il fatto. Il punto L, così chiamato in riferimento a
sentire del compagno. L’orgasmo ampio, largo, Leslie Leonelli, si troverebbe nella zona tra i te-
duraturo, di tipo femminile, fa sì, come avviene sticoli e l’ano (perineo); è un’area che ha la stessa
alla donna nel punto G, che la carica energetica conformazione del pene, ed in qualche modo ne
arrivi nella profondità del nostro essere ad aprir- rappresenta la continuazione, la radice. Il punto
ci, in modo iniziatico, impressioni che vengono L può essere stimolato nel rapporto orale o at-
dal “dentro”. traverso il massaggio. Alcuni sostengono che si
possa attivare con la stimolazione anale, ma cre-
do che questa caratteristica sia più peculiare del
punto P.
ORGASMO DEL PUNTO L – Viene descritto
come un orgasmo lento, graduale, senza resi-
stenze, procede fluido come fosse un respiro;
contrazioni di piacere forti, ma non acute come
nell’orgasmo abituale: vengono descritte come
tonde, calde e profonde. Dura molto e si diffonde
piacevolmente in tutto il corpo. Comincia prima
dell’eiaculazione, che manca nella stimolazione
del punto P, e termina dopo.
STIMOLAZIONE ORALE DEL PUNTO L- Bisogna
provocare un’aspirazione che, attraverso l’uretra,
porti lo stimolo al punto L.
Ed il punto L?
Nel 1986 uscì un libro di Elisabetta Leslie Leo-
nelli, sociologa, psicoterapeuta e sessuologa dal
titolo: Coccole e Carezze: Alla Radice della Virilità
(Rizzoli, Milano, 1986, pp.197; il testo fu pub-
blicato nuovamente nel 2000). Riporto alcune
espressioni: “Mentre avevo davanti le sezioni late-
rali dei genitali maschili con i corpi cavernosi, i ner-
vi, i testicoli, la prostata, ecc… mi sono resa con-
to, improvvisamente, di quanto la base del pene
affondi profondamente dentro le pelvi. Ciò che si Provocare l’aspirazione attraverso l’uretra
vede all’esterno del corpo costituisce meno della con il coito orale.
metà dell’intero apparato, mentre i corpi caverno-
si, veri e propri protagonisti dell’erezione del pene, La donna dovrà succhiare dolcemente e ritmi-
continuano all’interno delle pelvi, al di là dell’osso camente (succhiare e poi smettere, ripetendo l’o-
pubico, al di sotto della prostata, fin quasi a rag- perazione in rapida sequenza). In pratica, l’uretra
giungere la parete del retto.” è qui equiparabile ad una cannuccia. La donna
In molti degli articoli reperiti su Internet si appoggia le labbra sulla punta del pene e l’uo-
pone, per fortuna, chiara la distinzione e la man- mo arriva a questo orgasmo soltanto attraverso
canza di nesso tra punto P e punto L. In altri, l’azione dell’aspirare, senza che venga toccato o
questa confusione è alimentata. Le zone sono stimolato altrimenti.
L’intento di bloccare la fuoriuscita dello sperma, era soltanto un punto per interrompere l’eiacu-
una volta che l’uomo ha passato il punto di non lazione, ma un punto da cui si poteva trarre un
ritorno, è quello di far risalire l’energia lungo i grande piacere. Una pressione praticata in modo
meridiani che hanno origine da quel punto, piut- ritmico può far affluire più sangue e creare pulsa-
tosto che farla fuoriuscire dal corpo come nella zioni molto gradevoli; il punto si stimola meglio
normale eiaculazione. dopo un’erezione, quando c’è, perciò, molta ec-
citazione.
Jen-Mo
Metodo delle tre dita
L’origine del soprannome il “punto da un mi-
lione di dollari” secondo alcuni deriva dal sentirsi La differenza tra punto P e punto L la si può
ricchi energeticamente da parte degli allievi, per notare anche dallo schema seguente in cui si
altri dalle parcelle che i maestri Taoisti moderni comprende come, pur essendo due zone estre-
chiedevano ai loro allievi per insegnar loro i se- mamente ravvicinate, siano diverse e soprattut-
greti dell’arte. L’uomo, prima di eiaculare, allunga to necessitino di essere stimolate con modalità
una mano dietro le natiche e preme il punto con differenti. La freccia blu orizzontale va a stimo-
decisione, così da impedire che il seme fuoriesca lare il punto P, e in questo caso la via più facile
dalla prostata e attraverso l’uretra. Una compa- d’accesso è intuibile che sia quella rettale; la frec-
gna che sa reperirlo e bloccarlo è sicuramente da cia blu verticale è riferita al punto L, e si capisce
preferire, perché in tal modo la manovra è me-
glio direzionata.
Le prime volte non sarà facile: premere trop-
po vicino allo scroto fa refluire l’eiaculato in ve-
scica (urina torbida), premere troppo vicino all’a-
no non blocca l’eiaculazione. Per essere efficace,
l’esercizio deve chiudere i canali alla base della
ghiandola prostatica. In molti casi per chiudere
è indicato il metodo delle tre dita, che prendono
bene il punto ed esercitano la giusta pressione.
L’orgasmo da eiaculazione retrograda (iniacu-
lazione) viene descritto come più lungo, più pia-
cevole, con accorciamento del tempo di latenza
tra un’ erezione e l’altra senza il senso di spossa-
tezza che può esserci talvolta dopo una eiacula-
zione; anzi, vengono riferite sensazioni di attività
e rivitalizzazione. Dopo una iniaculazione è sem-
pre consigliabile massaggiare il proprio perineo.
In ogni caso, anche per i Taoisti lo Jen-mo non Punto P e Punto L: confronto
che accede al punto dall’esterno. La stessa dot- Demandare all’intuizione piuttosto che al co-
toressa Leonelli ha dimostrato che le cose stan- municare è una delle cause, non solo in ambito
no diversamente da chi pensa che i due punti sessuale ma dei bisogni in generale, del fallimen-
siano la stessa cosa. Infatti, la domanda che lei to della coppia. Una frase come “Se mi ama capi-
giustamente si pone è quella di capire come si rà” coltiva il mito equivalente, in campo femmini-
potrebbe raggiungere questo tipo di orgasmo le, del “principe azzurro” che deve intuire, capire,
profondo con il sistema dell’aspirazione e del anticipare. Qui è invece la “bella addormentata”
massaggio perineale se il centro si trovasse nella che si deve svegliare!
prostata, che è raggiungibile solo per via anale. Spetta solo a noi svegliare, prima che le oc-
casioni di risveglio siano cercate altrove. Spet-
ta solo a noi far capire che il nostro pene non è
Sotto il frenulo del pene: un’asta uniforme che “dove tocchi tocchi, il risul-
punto G o clitoride maschile? tato è sempre equivalente”, ma che ha punti dove
è estremamente più piacevole essere stimolati.
La sessualità maschile sta rivelandosi foriera Spetta solo a noi far capire che, dentro il nostro
di sorprese. Il luogo comune di una sessualità bacino, ci sono altre zone erogene che siamo di-
semplice, caratterizzata esclusivamente da una sponibili ad esplorare insieme, in complicità ed
pulsione penetrante, sta piano piano lasciando intimità.
il posto ad una immagine di zone erogene estre-
mamente recettive, non sempre così appariscen-
ti, che richiedono grande complicità e intimità
con la partner.
E’ finita qui? No. Il Dr. Veglio, radiologo pie-
montese ed esperto di cultura orientale, ha par-
lato in un congresso di andrologia riferendosi alle
caratteristiche fortemente erogene di una zona
del pene, di punto G maschile. La zona è descritta
all’inserzione del frenulo, in un avvallamento che
pittorescamente viene descritto come le “labbra
del glande” e che altri, in modo più grossolano
hanno chiamato “chiappette”, e che altri ancora,
forse con un rigurgito vetero-femminista, hanno
anche definito, a causa del termine labbra, clitori-
de maschile. Ovviamente in questo caso i termini Zona di massimo piacere localizzata sotto
punto G o clitoride non hanno alcun nesso con il frenulo.
l’embriologia, ma soltanto con il grande piacere
che questa zona è in grado di apportare all’uo-
mo. Conclusioni
Veglio non consiglia il classico sesso orale, ma
indica una tecnica tantrica raffinata per stimola- In sintesi, possiamo affermare che:
re al massimo il punto in questione. Una stimo- 1. la semplicità della sessualità maschile è un
lazione continua a labbra socchiuse, che sussur- luogo comune;
rano mantra e sfiorano solo il pene, mentre la 2. esistono delle zone erogene situate nella
lingua stimola direttamente il punto erogeno, prostata (punto P) e nella regione perine-
passando e ripassando come un’ape che si posa ale (punto L)
sul fiore. Questa zona, immediatamente posta 3. tali zone possono essere stimolate in ma-
sotto il frenulo, è conosciutissima dagli uomini e niera separata o combinata. Il punto P per
poco dalle donne. La spiegazione di questa man- via rettale, il punto L per via orale o tramite
canza di conoscenza, almeno fino ad oggi, è che massaggio perineale;
l’uomo si vergogni a parlare di certe cose. 4. sul pene, sotto il frenulo, esiste una terza
zona, che al momento non ha una defini- mistero della sessualità femminile
zione precisa, molto sensibile ed in grado • E&M Zadra – Tantra la via dell’estasi sessuale
di procurare piacere al maschio; • E&M Zadra – Tantra per due
5. provare piacere all’ano non è collegabile • E&M Zadra – Trasgredire con amore
all’omosessualità o ad un concetto di spor- • http://ww.alfemminile.com/sesso-sessualita/
cizia. Si tratta semplicemente di una zona alfabeto-sesso-d17142c245066.html
erogena che può essere apprezzata da ete- • http://ww.clicmedicina.it/pagine%20n%2015/
rosessuali come da omosessuali; puntog_uomo.htm
6. il punto P nell’uomo da un punto di vista • http://donna.libero.it/sotto_le_lenzuo -
iniziatico rimane, a mio avviso, l’analogo la/28704071/un-orgasmo-da-urlo-punto-l
del punto G nella donna. • http://forum.zeusnews.com/viewtopic.
7. i primi a ricercare la complicità e l’intimità php?t=37831
con la partner per quello che riguarda la • http://massaggio-massaggi.blogspot.
sessualità maschile dobbiamo essere noi: com/2011/06/massaggio-prostatico-la-salute-
l’intuizione è un falso mito della coppia. delluomo.html
• http://www.mimanchitu.it/amore/sessuolo-
Bibliografia: gia/guide_sesso/dettagli_guidasesso.asp?ID_
• D & F. Bergamino – Sesso Teoria & Pratica CONTENT=2
• C. Bruchez – Giochi di Coppia • http://www.sessosublime.it/index.php/luo-
• J. Chang – Il Tao dell’amore mo/come-fatto
• S. Chang – Il Tao del sesso • http://www.sessosublime.it/index.php/luo-
• M. Chia & D. A. Arava – 1001 Orgasmi mo/il-punto-l-maschile
• Douglas & Singer – I segreti sessuali dell’Oriente
• S. Freud – Totem e Tabù Note:
• J. Kelly – Conoscere l’amore - La descrizione del massaggio del punto P
• E.L. Leonelli – Coccole e carezze: alla radice del- prende fedelmente spunto da “Tantra la via
la virilità dell’estasi sessuale” di E&M Zadra
• W. Reich – La funzione dell’orgasmo - La maggior parte delle immagini sono tratte
• W:Reich – La rivoluzione sessuale da libri e articoli citati in bibliografia.
• Strocchi Castellani Jodice – Sesso – energia, - Altre immagini da: http://gizmodo.com/
fantasia, vitalità, gioco istraw/, http://ilparadisodeilibri.it/2010/11/30/
• R. Tannahill – Storia dei costumi sessuali eiaculazione-precoce/, http://modelsgallery.
• J. Wright – Il massaggio erotico altervista.org/estate-2010-uomini-in-costu-
• E&M Zadra – Il punto G – Una guida tantrica al me/
“Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio mo immersi costantemente durante la nostra
dell’uomo perché te ne curi?” (Sal. 8) esistenza e di cui nessuno, neppure gli scienziati,
sanno dare una definizione precisa. Le quattro
L
a conclusione a cui in definitiva arriviamo forze fondamentali che spiegano l’interazione
è che nulla può essere definito come cer- tra i corpi e dunque la materia stessa, la forza
to, che noi ci muoviamo e siamo, di fatto, gravitazionale, la forza elettromagnetica, la forza
incompleti o forse non sufficientemente evoluti nucleare debole e la forza nucleare forte (queste
per riuscire a comprendere chi siamo e quale è il ultime caratteristiche che si manifestano solo
nostro ruolo nell’enorme disegno nel quale sia- dentro l’atomo) sono elementi non tutti corre-
mo giocoforza incastrati. Il salmista, attraverso il labili tra loro. Di fatto, non essendo riuscita per
salmo 8, chiede lumi a Dio: “Che cosa è l’uomo ora la scienza a trovare il legame che unisce que-
perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ste quattro forze, non siamo in grado di spiega-
ne curi?”. Una domanda che ci porta ad affronta- re come mai i fenomeni fisici che si manifestano
re un lungo viaggio, interrogandoci fino nel no- nell’infinitamente piccolo seguano leggi diverse
stro profondo inconscio. da quelle che caratterizzano il mondo sensibile
in cui viviamo. Se un oggetto nella realtà tangi-
bile può essere collocato nello spazio con cer-
Realismo relativo tezza conoscendone la sua velocità, nella realtà
subatomica ciò non è possibile; per il principio
Materia, Spazio,Tempo. Tre concetti in cui sia- di indeterminazione di Heisemberg dobbiamo
scegliere se conoscere la sua posizione o la sua La teoria delle supercorde tuttavia ha una
velocità. struttura concettuale così profonda e complessa
Einstein non riuscì a trovare una teoria unifi- che siamo ancora ben lontani dall’averne piena
cante, una teoria “del Tutto”, nonostante vi avesse padronanza. La sua matematica è così compli-
dedicato diversi decenni della sua vita rivelatisi, cata che finora non se ne conoscono neppure le
tuttavia, infruttuosi. A quei tempi la forza debole esatte equazioni, ma solo delle approssimazioni
e quella forte non erano ancora state scoperte risolte parzialmente. Si ipotizza uno spazio ad
ma egli trovava già insopportabile l’esistenza di undici dimensioni, molto difficile da far accettare
due forze distinte, gravità ed elettromagnetismo. alla nostra limitata mente e soprattutto da speri-
Nel frattempo furono scoperte le altre due forze, mentare.
il che rese ancor più difficile l’impresa. Secondo Ohno, ricercatore giapponese, an-
Verso la fine degli anni ‘60 però gli americani che la struttura del DNA degli esseri viventi ri-
Weinberg, Sheldon, Glashow e il pakistano Salam chiama quella di uno spartito musicale. Egli ha
idearono un modello matematico che descri- cercato di convertire ognuno dei quattro nucle-
veva la forza elettromagnetica e quella debole otidi dell’acido desossiribonucleico (A,G,T,C) in
come aspetti di un’unica “forza elettrodebole”. E’ due possibili note in chiave di violino: A in do-re,
ormai certo anche che al crescere della tempera- G in mi-fa, T in sol-la, C in si-do. Pur essendo que-
tura la forza nucleare forte si indebolisce, avvici- sto codice musicale carente di alcune delle note
nandosi per intensità a quella elettrodebole. Ma, (4 contro 7), sfruttando ripetizioni e combinazio-
per osservarne l’unificazione, bisognerebbe rag- ni di questi segmenti musicali si possono otte-
giungere la fantastica temperatura di 10 miliardi nere sequenze musicali molto simili a suonate
di miliardi di miliardi di gradi centigradi. L’ultima di Chopin, ma anche valzer e mazurche. Forse la
forza rimasta, la gravità, continua ad oggi a sfug- materia è fatta anche di vibrazioni musicali, forse
gire all’unificazione. è per quello che la musica ci rilassa, ci eccita, ci
Nel 1984 Witten, Green e Schwarz proposero trasforma. Di fatto non sappiamo di cosa è costi-
una nuova teoria fisica, la cui innovazione scien- tuito l’essere umano: la definizione di materia ci
tifico-matematica risiede nel concetto di “corda”. sfugge pur essendone composti.
Secondo questa teoria, se potessimo esaminare E anche sulla concezione di spazio e tempo,
le particelle fondamentali, come i quark e gli elet- nei quali siamo immersi, le idee non sono chiare.
troni, con un “ingrandimento” centomila miliardi Con Einstein si è realizzato un grande cambia-
di volte maggiore di quello che ci è permesso mento nel modo di pensare circa lo spazio e il
dalle tecnologie attuali, scopriremmo che esse tempo: l’equazione della relatività stabilisce che
non hanno una forma sferica ma sono composte se la massa dei corpi in movimento varia a secon-
da minuscole linee o anelli sottilissimi in conti- da della velocità, allora nuove dimensioni dello
nua vibrazione. La teoria afferma che le proprietà spazio-tempo vengono definite dalle interazioni
delle particelle osservate, comprese quelle che della massa variabile con il campo di energia. Per
veicolano le forze, sono il riflesso dei vari modi Einstein spazio e tempo non sono più quantità
in cui queste microscopiche stringhe possono assolute e distinte, di valore primordiale come
vibrare, come corde di una chitarra. Anziché pro- aveva supposto Newton, ma intrinsecamente
durre note musicali, però, ciascuna delle possibili relative, per cui lo spazio non è assolutamente
vibrazioni ci appare come una diversa particella. distinguibile dal tempo; sono gli eventi di inte-
Così l’elettrone è una corda che vibra in un razione tra energia e materia che determinano
certo modo, il quark una corda che vibra in un dimensioni variabili dello spazio-tempo nell’uni-
altro modo, il fotone una corda che vibra in un verso.
altro modo ancora, e così via. Le interazioni tra Sembra quindi che lo spazio-tempo si com-
particelle diventano allora fusioni e scissioni di porti come un “fluido virtuale” rispetto al quale
corde. Semplificando al massimo, potremmo af- può essere definito il moto di un corpo isolato.
fermare che le particelle sono le note prodotte Persino lo spazio vuoto (anche se, è bene ricor-
dalle vibrazioni delle microscopiche corde e che darlo, il vuoto assoluto non esiste) ha una sua
l’universo è musica, energia vibrante. specifica struttura geometrica. Allo stesso tem-
po però è la materia a dare allo spazio-tempo la arrivare alla metà della distanza tra lui e la tarta-
struttura geometrica che osserviamo, e quindi ruga; ma se si suppone di poter dividere un seg-
esso non è indipendente dal suo contenuto. Pur- mento dello spazio all’infinito, Achille non potrà
troppo le distorsioni dello spazio-tempo, funzio- avere altro che un tempo infinito per raggiunge-
ni della velocità a cui sono soggette le masse dei re l’infinitesima suddivisione della distanza che
corpi in movimento, generano inammissibili pa- lo separa dalla tartaruga.
radossi logici a tutt’oggi irrisolti. Il più famoso è il Il paradosso dei gemelli, come quello del-
cosiddetto paradosso dei gemelli. la tartaruga irraggiungibile, evidenziano come
Trattasi di un esperimento mentale in cui si alcuni ragionamenti scientifici, apparente-
suppone che uno dei due gemelli resta a terra e mente coerenti, portino a conclusioni para-
l’altro naviga nello spazio ad una velocità che si dossali. Sono esempi che restano perciò una
approssima sempre più a quella della luce; dato sfida alla ricerca di nuovi modelli concettuali
che C=S/T, se la velocità dell’astronave aumenta, di revisione del ragionamento scientifico pre-
il valore del tempo sull’astronave deve diminui- cedente che, pur sembrando per molti aspetti
re, deve cioè rallentare il ticchettio dell’orologio logico, applicato rigorosamente, diviene irra-
del gemello in volo rispetto a quello del gemel- zionale anche nei riguardi del senso comune.
lo rimasto a terra. In tal caso, quando il gemello Un evidente errore comune ai due paradossi
volante torna a casa, trova il fratello molto più della tartaruga ed Achille ed a quello dei gemel-
vecchio di lui. Lo stesso effetto si otterrebbe se il li consiste nel trattare entità quali lo spazio ed il
gemello viaggiasse in prossimità di un buco nero tempo come assolute, e poi pensare di render-
che, data la sua enorme gravità, ne rallenterebbe le relative tra loro. Ogni entità infatti, per esse-
il tempo. re considerata assoluta, dovrebbe anche essere
Questo tipo di concetto non è nuovo: basti assolutamente distinta dalle altre e quindi non
pensare al paradosso di Achille e la tartaruga potrebbe poi essere relativizzata. Secondo alcu-
formulato da Zenone d’Elea (480 a.C.), che impe- ni scienziati, poiché la nostra mente deve scin-
diva al veloce Achille di sorpassare la tartaruga dere gli eventi nella loro successione, ne deter-
perché, prima di raggiungerla, avrebbe dovuto mina anche lo scorrere temporale, scorrere che
non esisterebbe se fossimo in grado di percepire non fornisce una misura oggettiva ma “elastica”,
l’insieme delle informazioni che ci arrivano con- soggettiva, diversa da individua ad individuo,
temporaneamente. pur avendo una costanza individuale. Nei malati
“ Vi è una grave discrepanza tra il flusso del tem- di Parkinson, per esempio, si verifica una perdita
po della nostra esperienza e le teorie scientifiche, dell’accuratezza nella stima del tempo; questa
mirabilmente esatte, del mondo fisico per le quali il distorsione viene curata somministrando so-
tempo è fermo… c’è qualcosa di difettoso, sconcer- stanze come la dopamina. H. Bergson riteneva il
tante, che va risolto” (K. Popper). tempo della esperienza soggettiva costruito dal-
Il paesaggio cambia, mutano le forme, gli la mente. “Il mondo non fluisce, esso semplicemen-
uomini invecchiano e muoiono. Che la terra di- te è” (Weyl). Anche per la logica buddhista tutto
venga ed il tempo scorra appare evidente osser- è senza il fluire del tempo, senza estensione spa-
vando gli stessi strati geologici, i fossili; tuttavia ziale; nascere e morire è un’illusione; è illusione
paradossalmente, scientificamente, tutto è fer- la stessa paura di morire (Buddha). I mistici, da
mo! La discordanza, ora insolubile, tra l’esperien- sempre, vivono questo mondo come illusione,
za quotidiana e la “mirabile certezza” (Einstein) vocazione oggi anche della fisica moderna.
scientifica del tempo non fluido, bloccato, pare Già si può intravedere a questo punto, con la
verrà risolta abbastanza presto dalla fisica post- sola fatica scientifica, quel limite temporale che
moderna. da tempo è patrimonio conoscitivo dei mistici.
Si è arrivati ad ipotizzare dunque il tempo Quando il tempo viene tagliato, da questo pun-
fermo, il block time. La mente è strutturata così to, che potremmo dire un punto di crisi, di sin-
da percepire il mondo esterno in modo diver- golarità, irrompe l’aldilà manifestandosi come
so da quello che è in realtà; i colori, i suoni non “contemporaneità del principio e della fine”. For-
esistono esternamente, essi sono il risultato di se il tempo è solo una vasta contemporaneità. Lo
elaborazioni mentali: vibrazioni esterne ven- scorrere è soltanto al livello della nostra attuale
gono visualizzate o sonorizzate nella mente; la coscienza che vive nelle cose. Secondo l’imma-
molteplicità delle cose pare sia fornita dal nostro gine indiana, il tempo non è come la freccia che
meccanismo conoscitivo là dove l’universo è uni- parte da un punto per arrivare ad un altro ma è
tario, non frammentato. Forse la mente non è lo come l’acqua del lago nel quale solo la superficie
strumento adatto per descrivere il mondo. increspata dal vento cambia continuamente. Il
I neurofisiologi sanno che il cervello è una lago sembra mutare ma in realtà l’acqua, e spe-
macchina che trucca il tempo, pare possieda una cialmente l’acqua profonda, non muta e tutto è
prospettiva del tempo diversa dalla regola dello compresente. Per questa via si scopre il tempo
svolgersi ordinato: causa-effetto, stimolo-reazio- “sacro”, quello dell’aldilà. Ecco perché il calenda-
ne. Il cervello reagisce a stimoli esterni non per- rio romano era presentato dai “pontificies” e dopo
cepiti, ritarda o anticipa il dato della esperienza di loro fu presentato dal “rex sacrorum”, proprio
cosciente, gioca con la simultaneità, proietta gli perché il tempo di là, qualora venga percepito da
eventi all’indietro nel tempo. Gli eventi soggettivi noi, è cosa sacra che appare ed avvia alla nostra
temporali vissuti più o meno velocemente sono salvazione.
il prodotto interpretativo del cervello. E’ quanto La conclusione in definitiva a cui arriviamo è
afferma anche la “legge di Weber”, dal nome del che nulla può essere definito come certo, che
fisiologo tedesco che, introno alla metà dell’800, noi ci muoviamo e siamo, di fatto, incompleti o
notò che la variabilità della misura del tempo nei forse non sufficientemente evoluti per riuscire a
singoli individui dipende da un coefficiente di comprendere chi siamo e quale è il nostro ruolo
variazione costante: ognuno di noi ha una scala in questo enorme disegno nel quale siamo gio-
del tempo che è simile sia che si misurino inter- coforza incastrati. Il salmista attraverso il salmo 8
valli di breve durata sia che siano più lunghi. chiede lumi a Dio: ”che cosa è l’uomo perché te
In sostanza la scala del tempo sembra esse- ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”.
re scritta su una specie di “regolo”, di nastro, che La risposta tuttavia non arriva. Una domanda
può venire disteso per far sì che abbracci ogni in- a cui la religione non è mai riuscita a dare una
tervallo di tempo, dai secondi ai giorni. Il “regolo”, risposta, una domanda inevasa che ci porta ad
interrogarci fino nel nostro profondo inconscio. za che possa essere affermata come certa, al di
Non solo. A queste considerazioni si aggiunga il fuori di ogni immagine esterna fallace, di ogni
fatto che la nostra esistenza si svolge in una zona condizionamento biochimico, di ogni limite per
dell’universo con limiti fisici ben definiti, confini quanto riguarda il numero delle nostre cellule
che i matematici ed i fisici hanno cercato di tra- cerebrali e via dicendo, è l’esperienza del nostro
durre in equazioni, ipotesi, verifiche sperimenta- esistere: l’esperienza di “esserci”. Questo elemen-
li. to pare sia l’unico che permetta di aprire uno
E’ noto ormai a tutti che la velocità massima spiraglio alla speranza di conoscere qualcosa di
esistente è quella della luce e che oltre questo sicuro. “C’è verità solo nell’esserci e nell’esistere del
limite non è possibile andare perché, spiega Ein- mondo”, ci ricorda Heidegger.
stein, una resistenza si oppone sempre ad un E’ vero che anche questa esperienza ha la sua
movimento. La velocità della luce trova dunque base biologica, biochimica, tuttavia noi sentiamo
la sua definitiva resistenza in quel punto che ac- che il fatto di “esserci” è un fatto profondamente
consente una velocità di circa 300.000 chilometri vero, disarticolato dai mediatori chimici del no-
al secondo, che è la massima raggiungibile nel stro corpo o dal numero di cellule cerebrali. Dall’
nostro universo o, come ipotizzano alcuni co- interno di questa radicale esperienza comune
smologi, nell’universo che noi abitiamo. a tutti gli uomini, esperienza che parte dall’”es-
Questa ulteriore realtà sarebbe ancora una serci”, si muove un grumo psichico che si svolge
realtà materiale, pur con un concetto di materia ed appare rivestendosi, alla fine, dell’immagine
diverso dal nostro attuale, una materia più sot- simbolica. Il simbolo, in qualche modo, raffigu-
tile, che potrebbe ulteriormente sottilizzarsi, e ra e racchiude in una immagine nota, perché
così all’infinito sempre più in là dell’aldilà attra- mutuata dall’esterno, questa interna esperienza
verso i superamenti dei vari limiti di equilibrio. dell’”esserci”.
Le cose che vediamo non sono l’immagine vera In ogni caso si può dire pertanto che, attra-
e reale dell’universo, ma solo una densificazione, verso questa via, si affondano le proprie radici
un simbolo, le cui apparenti dimensioni spazio- nell’essere. E’ come se, da una matrice profonda,
temporali sono pure scientificamente crollate una energia psichica si mettesse in azione, pro-
perché legate a sistemi di riferimento e dipen- prio nel momento in cui mi accorgo di “esserci” e
denti dal loro stesso movimento, come ci è stato me ne stupisco: “esplosione della mente” (Milare-
recentemente dimostrato. pa). Energia che sento operante e che si riveste di
L’uomo è dunque inserito in quello che può una immagine per potersi presentare alla ribal-
essere chiamato, usando un concetto di Max ta del nostro conoscere. Immagine certamente
Muller, un “realismo relativo”. Non potendo dun- mutuata dall’esterno, legata ai contenuti cultura-
que essere certi dei dati immediatamente forniti li dell’epoca dalla quale l’immagine è stata presa
dal mondo esterno, si presenta abbastanza pro- a prestito; tuttavia immagine idonea ad espri-
blematica la speranza di conoscere i dati fonda- mere la misteriosa esperienza dell’”esserci” ed a
mentali di questo mondo, e più problematica ricondurci all’essere. Ogni percezione, pensiero,
ancora quelli di una eventuale realtà non visibile, emozione, azione, veglia, riposo, sogni, illusioni e
sia pure attraverso la sua immagine simbolica. quant’altro sono cose vere, non tanto per il signi-
Ed allora, in questa totale frana conoscitiva, che ficato, sempre discutibile che racchiudono o per
cosa resta come dato sicuro di conoscenza? Cosa il traguardo, sempre opinabile, cui mirano, ma
resta in definitiva all’uomo se le immagini ester- sono vere in quanto oggettivamente esistenti.
ne non reggono, se anche il contenuto di verità Ciò che è comunque importante sottolineare
dell’immagine simbolica viene compromesso? è l’energia psichica originaria, quella che è mes-
sa in moto nel momento in cui ci accorgiamo di
esserci. Questa energia psichica è infatti il dato
Esistere: l’unica certezza concreto autonomo, condizione della nostra
dell’uomo maturazione, probabilmente della nostra stessa
evoluzione. Essa appare alla coscienza e questa
L’unico dato conoscitivo, forse l’unica certez- ne resta affascinata come se la coscienza fosse
immersa nel sacro, nel “numen”, “visitata dagli Studiosi moderni, storici delle religioni legano
dei”: “la verità dell’essere è la dimora dell’uomo” il senso, l’esperienza dell’esistere unitario all’idea
(Heidegger). L’esistere non è una struttura tra le del cosiddetto sacro. Oggi si parla di esperien-
altre, ma è la condizione stessa delle strutture, za del sacro quando stupito, meravigliato, im-
fondamento unitario sul quale si manifestano provvisamente m’accorgo di “essere al mondo”
le diverse modalità dei fenomeni. “Nell’universo nell’esistere unitario dell’universo: “mysterium fa-
è impossibile pensare alla separazione tra le cose” scinans”. Sacro come fatto mentale, non dunque
(Hoyle). Tutto l’universo, sassi , vegetali, anima- posto al di fuori ma emergente dal fondo inson-
li, uomini, sono sostanzialmente “essere unitario dabile dell’esistenza stessa. I teologi sono spiaz-
che è la vera realtà” (Upanishad). zati. Forse, per vivere, a noi basta quel poco di
Noi apparteniamo all’esistere come le onde penetrabilità nel mistero che è possibile e que-
appartengono al mare. Non c’è nulla fuori dall’e- sto, con ogni probabilità, è anche troppo per noi.
sistere. Non possiamo uscire o separarci dall’e- Attraverso di noi, quindi, con lo strumento della
sistere totale dell’universo come le onde non interiore intuizione, potremo arrivare alla com-
possono separarsi o uscire dall’oceano. Neppure prensione, all’esperienza dell’essere.
per un istante l’albero ha esistenza a sé, autono- Viene così sperimentata una realtà più pro-
ma: la pioggia bagna le foglie, il vento scuote le fonda, immutabile, a-temporale, alla quale si ar-
fronde, il suolo lo nutre, le stagioni, la luce, il sole, riva dolcemente, senza sbalzi, gradini o fratture,
la luna, svolgono il loro compito nel vortice dei senza l’esperienza della morte; si apre all’espe-
molti influssi legati all’essere unitario. Chi è per- rienza una realtà più vasta, o meglio è lo spiri-
venuto a comprendere la totalità dell’esistere “è to che prende coscienza della sua reale natura,
qualcosa di più di sé stesso”, “pensa più di quanto aprendo orizzonti illimitati. La realtà non è più
pensi” (Levinas). “Per l’uomo la cui consapevolezza illogica, fratturata, avulsa dagli schemi del mon-
abbraccia l’universo, questo diventa il suo corpo” do. Il nostro spirito, pur nella maggiore o minore
(Govinda). densità, risponde ad una armonia totale, della
In questa profondità, superata ogni dimen- quale noi siamo sereni cittadini sia nel denso che
sione limitata, ci ritroviamo nel comune dato nel sottile, sia immersi negli inferi dell’universo,
sostentatore di tutto l’essere, che del resto ci sia nel cielo terzo di cui parla S. Paolo scrivendo a
riguarda anche personalmente. Il dato lumino- quelli di Corinto, ove udì “parole ineffabili, le quali
so dell’”esserci” ci permette dunque di superare non è lecito ad un uomo alcuno di proferire“.
tutti i limiti, e permette altresì di radicarci in un Diceva Confucio: “Poiché il cielo mi ispira, nes-
vasto fondamento esistenziale di verità, l’unico suno può nulla contro di me”. Dunque a questo
sentito direttamente come tale. I simboli, i loro punto non ha più senso parlare di oggettivismo
significati, le religioni hanno un ruolo, non tan- contrapposto ad un soggettivismo. Nella realtà è
to di verità, perché essa è mistero impenetrabile, vero che ci sono distinzioni di comodità discor-
quanto piuttosto un ruolo vitale. I simboli reli- siva ma, alla radice, la sostanza è unica ove tutte
giosi servono, cioè, per poter vivere in attesa di le distinzioni sfumano ed i paradossi trovano la
morire. loro conciliazione.
T
racciare la storia dell’assenzio è come storia.
ripercorrere una parte del cammino Artemisia absinthium (questo il nome latino,
dell’Uomo, dall’erboristeria alla farma- famiglia delle Composite) è una pianta semiar-
copea e fitoterapia, dalla mitologia all’arte e alla bustiva, vivace ed elegante, dalla radice perenne
letteratura1. e dalle foglie vellutate color grigio-argento, den-
Un esempio? In una scena del noto dramma tellate e lanceolate, che può raggiungere il metro
shakespeariano Amleto grida: «Assenzio, assen- d’altezza e vivere fino a dieci anni. Vegeta ovun-
zio!», forse alludendo ad una delle proprietà di que (in Italia, Europa e bacino del Mediterraneo),
questa pianta che, se assunta in quantità ec- dalle prossimità dei giardini, ove un tempo veni-
cessive, porta all’absintismo cronico. Questa va abitualmente coltivata, fino ai 2000 m. d’altez-
patologia, causata appunto dall’uso continuo e za; i fiori (gialli, emisferici e numerosi) sono riuniti
smodato di liquori a notevole concentrazione di in grappoli di piccoli capolini reclinati.
assenzio, conduce alle stesse gravi conseguenze Fin dai tempi più antichi, l’assenzio era co-
dell’alcolismo: affezioni gastriche, epatiche, re- nosciuto ed apprezzato per le sue proprietà di-
nali, allucinazioni, impotenza, epilessia; per que- sinfettanti ed anestetiche: se ne trova la prima
sto, forse, Amleto cita l’assenzio come sinonimo traccia in un papiro egizio risalente al 1600 a.C.
di pazzia… Già utilizzata fin dai tempi di Ippocrate (V° sec.
Ma facciamo un passo indietro e un po’ di a.C.), gli antichi Greci consacrarono questa pian-
1) Si ringrazia la Prof. Rosamaria Massa per il prezi- ta officinale ad Artemide (da cui, appunto, Arte-
oso supporto letterario misia), dea della fertilità: accostamento del tutto
appropriato, se consideriamo che la moderna amaro, infatti, che nelle Sacre Scritture simboleg-
fitoterapia consiglia l’impiego dell’assenzio nei giava le vicissitudini e i dolori della vita, identità
casi di amenorrea giovanile, essendo stato isola- che si sposa perfettamente con l’etimologia gre-
to in essa un olio essenziale emmenagogo (ab- ca del termine: apsinthos infatti significa “spia-
sintolo o thujone2). Se ne deve evitare l’assun- cevole”. Occorreva avere molta fiducia nella sua
zione, tuttavia, durante l’allattamento, in quanto efficacia per tollerarne il sapore sgradevolissimo;
il principio amaro in essa contenuto (absintina) ma la saggezza popolare ammonisce: “amaro in
passa nel latte, rendendolo inappetibile: «Amaro bocca, dolce al cuore”…
come l’assenzio», recita infatti un vecchio detto Ma veniamo a tempi più recenti.
del popolino, che l’additava istintivamente come L’assenzio, “l’erba santa” degli antichi, cono-
termine di paragone per indicare qualcosa di ve- sciuta anche nella tradizione popolare come
ramente amaro. “l’erba da vermi” (per le sue note proprietà antiel-
Più tardi, Dioscoride (altro medico greco - I° mintiche, contro gli Ossiuri), ha dato il suo nome
sec. d.C.), oltre a riconfermare le innumerevoli e ad una bevanda alcolica egregiamente noci-
benefiche proprietà di questa utilissima pianta va, della quale i personaggi di Emile Zola fan-
(se usata “cum grano salis”), ne allargava le pos- no grande uso: il famoso (o meglio famigerato)
sibilità d’impiego anche come repellente contro Absinthe. “Le péril vert” (“il pericolo verde”, così
gli insetti; il succo fresco infatti, cosparso sulla era chiamato in Argot) accompagnava la vita dei
pelle, tiene lontano mosche, tafani, zanzare, api bohèmiens che solevano radunarsi, per esempio,
e formiche: l’antenato del nostro “Autan”, insom- in quel Café Momus descritto da Henry Murger
ma…3 ne “La vie de Bohème”, che Puccini metterà in
Ma l’assenzio non serve solo ad alleviare i musica.
fastidi che gli insetti procurano all’uomo. Se Anche Baudelaire, il precursore dei Poeti ma-
vivessimo ai tempi di Nicolas Lémery (1737), ledetti, lo cita spesso nei suoi “Fleurs du mal”, e
botanico francese, sapremmo come fare per di- addirittura uno dei maestri dell’impressionismo
sinfestare il nostro cane dalle pulci: lavarlo con francese, Edouard Manet, lo ha immortalato in
l’acqua tiepida ottenuta dalla bollitura, per un’o- un quadro del 1876, intitolato appunto “Buveur
ra e mezza, d’una manciata d’assenzio. d’absinthe” (“Il bevitore di assenzio”). L’opera su-
Nei giardini, poi, l’infuso d’assenzio (disperso scitò un deciso scandalo e venne rifiutata dal
con l’annaffiatoio o polverizzato con la pompa) si Salon anche perché, come modello, l’artista si
rivela un insetticida efficace contro afidi, bruchi, avvalse di un vero clochard e il trasfigurato rea-
cocciniglie e parassiti alati; questo come rimedio lismo dell’immagine sconcertò la giuria. Si dice
naturale per contrastare l’abuso dei “pesticidi” che anche Vincent van Gogh ne facesse largo
chimici, velenosi per l’uomo e gli animali. consumo e che le immagini distorte caratteriz-
Anche i Celti e gli Arabi raccomandavano l’uso zanti le sue opere, oggi di valore inestimabile,
dell’assenzio, ed i medici dell’antichità lo reputa- siano state in qualche modo “ispirate” dallo stato
vano un vero e proprio toccasana, grazie alle sue alterato di coscienza in cui il grande pittore olan-
molteplici proprietà terapeutiche. dese cadeva, forse dopo gli eccessi con tale be-
Nel 1588, Tabernaemontanus (medico e bota- vanda. Proprio per questo l’Absinthe, che spesso
nico tedesco, che raccolse nella sua opera Eico- veniva chiamato più sbrigativamente “il liquore
nes Plantarum più di 3.000 piante) ne consigliava di van Gogh”, con un gioco di parole e d’asso-
l’assunzione alle persone “di cattivo carattere”: nanza andava ad identificare una personalità,
preludio dei rimedi omeopatici? E’ talmente in quel momento, absente (assente). Autentico
2) Così chiamato per essere presente anche in una flagello degli inizi ‘900: si pensi che il consumo
Cupressacea, la Thuja occidentalis di questo liquore, preparato con l’essenza tossica
3) Una curiosità: per chi volesse conoscere tutto, e convulsivante contenuta nella pianta e deno-
ma proprio tutto (per quell’epoca) sull’assenzio, minata “fata verde”, passa dai 6.713 ettolitri del
basta consultare un codice miniato di Dioscoride, 1873 ai 360.000 del 1911! Molto di ciò che la fine
risalente al secolo XIV, gelosamente custodito nel- del nostro secolo ha attribuito alla droga, la fine
la biblioteca del Seminario Vescovile di Padova. dell’Ottocento l’attribuì all’assenzio. La differen-
in questo caso, non si devono superare le dosi mediche della “Scuola Salernitana” consigliava-
consigliate. Al contrario, in liquoreria la “forza” no l’assenzio come preventivo del mal di mare,
dell’alcol è in grado di fissare una percentuale di mentre per calmare il mal di denti occorre masti-
absintolo molto maggiore rispetto all’acqua, per carne le radici.
cui le preparazioni non devono essere assunte in Provare per credere…
abbondanza o di continuo, ma solo ogni tanto o
in caso di necessità. Bibliografia:
Ricordiamo che in tedesco “Wermut” significa • D.Manta/D.Semolli – LE ERBE NOSTRE AMICHE
assenzio, in quanto per la preparazione di que- (vol.III) – Ferni, Ginevra, 1976
sto notissimo liquore (così come per aperitivi ed • I.Frattola – PIANTE MEDICINALI ITALIANE – Si-
amari in genere) si utilizza proprio questa pian- gnorelli 1977
ta, ma badando bene di aggiungere solo la so- • G.Lodi – PIANTE OFFICINALI ITALIANE – Eda-
stanza amara e non l’olio essenziale; inoltre, per gricole 1978
maggior sicurezza, viene di solito impiegato l’As- • P.Lieutaghi – IL LIBRO DELLE ERBE – Rizzoli
senzio pontico (Artemisia pontica = del Ponto, 1981
l’odierna Anatolia), dal contenuto assai minore • P. & I. Schönfelder – ATLANTE DELLE PIANTE
del principio attivo in oggetto. O almeno si spera MEDICINALI – Muzzio 1982
sia così…5 • J.Valnet – FITOTERAPIA – Giunti Martello 1984
Due spigolature per chi viaggia: le regole • R.Evans Schultes – MEDICINES FROM THE
EARTH – Vallardi 1984
5) A partire dal 1983 l’assenzio torna allo scoperto
• Platearius – LE LIVRE DES SIMPLES MEDECINES
e, al confronto con i veleni che circolano, in quasi
– Garzanti 1990
completa innocenza. Questo grazie alla biologa
• P.Lanzara – PIANTE MEDICINALI – Orsa Maggio-
molecolare francese Marie-Claude Delahaye, che
re 1997
ha realizzato un museo dell’assenzio a Auvers-sur-
• P.Rigotti – CENT’ERBE – Libritalia 2003
Oise, il villaggio dove è sepolto Van Gogh.
D
al XVIII secolo il corpo umano cominciò “Rifarsi” è un tentativo oggettivo di ottenere un
ad essere paragonato ad una macchi- risultato diverso da quello naturale, e quindi in-
na; poi, nel XIX secolo, con l’affermarsi tervenire concretamente al fine di cambiare il
del modello industriale, il congiungimento tra nostro apparire, rispondendo a istanze culturali
naturale e artificiale fu accelerato. determinate dall’ambiente sociale. Dai ritocchi
Ha avuto così inizio quel processo che con- per mascherare gli effetti dell’invecchiamento,
durrà ad avvicinare sempre più biologia e tecno- all’imeneplastica a garanzia di una nuova vergi-
logia, dando sostanza a una nuova dimensione nità, l’intervento estetico sul corpo costituisce
antropologica che definiamo postumana, entro per molti aspetti un affronto alla natura.
la quale l’uomo si allontana sempre più dai limiti Proust scriveva che “Il viaggio di scoperta non
della sua specie, perseguendo una perfezione in consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuo-
cui la tecnica risulta dominante. L’idea secondo vi occhi”. Guardare quindi in modo diverso quan-
cui creatura animale e macchina siano sistemi to ci circonda, per andare oltre il totalitarismo del
dinamici con parti comunicanti e collegamenti significante e scorgere significati “altri”, diversi,
retroattivi rende più vaga la distinzione tra orga- ma non per questo falsi. Anzi, probabilmente, sta
nico e inorganico, tra vivo e non vivo, sfaldando proprio nella variazione dell’angolo di lettura la
così alcune certezze fisiche e metafisiche poste possibilità di scorgere, forse, la realtà. Una real-
alla base dell’antropocentrismo. tà che però spesso non corrisponde alla verità,
Il primo tassello del modello antropologico ma dimostra come tutto possa diventare un velo,
postumano è costituito dalla chirurgia estetica. uno strumento per interfacciare l’apparenza con
l’essere secondo coordinate che sono elusivo do- Le tecnologie “di miglioramento” possono es-
minio delle consuetudini sociali, in una dialettica sere di tipo cibernetico, che consentono di im-
in cui tutto diventa “post” o “pre”, e il presente, plementare il corpo umano potenziandone le
come la presenza (termini strettamente legati funzioni biologiche. A queste se ne aggiungo-
sul piano etimologico, ma non nel significato) è no altre più moderne, costituite dalle molteplici
continuamente provvisorio, quasi un flash che possibilità prospettate dalle biotecnologie.
stordisce e rimanda ad un “poi” spesso inesisten- Globalmente, l’aspetto che balza immedia-
te. Questo è il background in cui l’apparenza tro- tamente agli occhi è rappresentato dalla man-
va il modo per esprimersi completamente in un canza di un’oggettiva distinzione tra naturale e
mondo che non c’è. artificiale: di fatto il transitional human, da cui il
Sulla base di considerazioni di questo tipo ab- termine transumanesimo, coniato nel 1966 da
biamo modo di constatare che perseguire l’ap- Fereidoun M. Esfandiary (1930-2000).
parenza ha due dirette conseguenze: Il principio di base è che l’uomo possa e deb-
ba essere superato: naturalmente, devono essere
1. la sua importanza e il suo ruolo nei rappor-
opportunamente valutati gli aspetti etici e socia-
ti socio-culturali;
li che questo presunto miglioramento determina
2. i nuovi modelli di conoscenza dovuti, da
nella nostra cultura.
sempre, allo stordimento, prodotto dell’e-
In sintesi, secondo il modello transumano, l’u-
sclusiva osservazione dell’apparenza.
manità vivrebbe una fase post-darwiniana, nella
L’apparenza diventa così il materiale fonda- quale gli uomini sarebbero nella condizione di
mentale all’interno del processo di socializzazio- controllare l’evoluzione, giungendo anche a pre-
ne; non è una scoperta recente, risale a molto venire e guidare mutazioni fino a ieri imprevedi-
tempo fa, anche se oggi sembra frutto dell’iper- bili; i processi naturali sarebbero quindi dominio
comunicazione onnipresente ed invasiva. In par- di sistemi esterni, e non più delle regole naturali.
ticolare, tra i sociologi è spesso in uso la metafo- Avendo come modello di riferimento il pro-
ra della vetrina: tutto finisce per essere esposto meteismo materialista, la ricerca della “vita per-
all’osservazione dell’altro, e di conseguenza pre- fetta”, raggiunta con tutti i mezzi esterni all’or-
sentato con toni che ne enfatizzino le effettive ganico, suggerisce soluzioni possibili attraverso
valenze. sistemi dinamici svincolati da ogni freno etico.
Naturalmente, la chirurgia estetica è solo il Il modello dell’uomo creato, manipolato, ri-
gradino più basso dell’ingegnerizzazione dell’u- costruito appare l’espressione più vivida e pene-
mano che conduce verso la creazione di nuovi trante del trionfo della mathesis, di conseguenza
modelli antropologici. la celebrazione della razionalità come forza ca-
Ci rendiamo quindi conto che la fase del co- pace di spiegare, organizzare, ridefinire il reale.
siddetto transumanesimo è ormai alle spalle: L’abbaglio della superpotenza della scienza la-
siamo infatti entrati in quella del postumano, scia alle regole fisiche il controllo anche di ambiti
che ha fatto propri i principi filosofici della fase fisiologicamente dominio della metafisica.
precedente. Principi che possono essere estre- Il trompe-l’oeil della conoscenza crea finzioni
mizzati in un concetto molto semplice: la condi- e ipotesi irrealizzabili per l’uomo; con il paradig-
zione umana deve essere migliorata con l’ausilio ma della cultura dell’artificiale, l’uomo acquisisce
di tutti gli strumenti offerti dalla scienza e dalla un mezzo per credersi portatore di una falsa cer-
tecnologia, al fine di irrobustire la nostra specie tezza di autonomia, svincolata dalla natura. Con
e fare in modo che possa reagire, con mezzi non le opportunità, le ipotesi, ma anche le illusioni
naturali ma integrati nell’uomo, alla malattia e della tecnologia del post umano, l’essere evolu-
all’invecchiamento. to nega la somiglianza con il suo dio: la protesi,
Il passaggio è teoricamente lineare: il trapianto, la manipolazione genetica, fino al
cyborg in grado di riprodursi, sono la conferma
Tecnologie di miglioramento che “quell’immagine e somiglianza” accomunan-
↓ te l’uomo al suo creatore è espressione arcaica
Uomo → Uomo transumano → Postumano. nell’epoca del postumano.
Come abbiamo avuto modo di constatare attraverso ipotrofie e ipertrofie a carico dei diversi
all’inizio di questo articolo, dobbiamo osservare tessuti; b) l’informe, ossia la perdita di riconoscibi-
che il termine ibrido contiene in sé comunque lità morfologica, esito di un arresto nel processo di
elementi destinati, nella nostra cultura, a dirige- differenziazione o nella saldatura di più parti; c)
re l’interpretazione verso ambiti inquietanti, per- l’ibrido, frutto della contaminazione originale – in
ché spesso l’ibridazione viene letta, anche solo a genere un processo di accoppiamento – con esiti
livello inconscio, come fase di una metamorfosi morfologici intermedi; d) la chimera, nata dall’as-
che anticipa uno stadio successivo spesso nega- semblaggio di enti (organi, tessuti) provenienti
tivo. Infatti, come poneva in evidenza Nicola Ab- da essenze differenti” (R. Marchesini, 2000, pagg.
bagnano, con hybris “i Greci intesero una qualsiasi 203-204).
violazione della norma della misura, cioè dei limiti Malgrado tutto, l’uomo è oggi fortemen-
che l’uomo deve incontrare nei suoi rapporti con te conteso tra l’idea di “migliorare” il mondo, di
gli altri uomini, con la divinità e con l’ordine delle cambiarlo, di modificarlo, e quella di mantenere
cose” (N. Abbagnano, 1998, pag. 547). inalterati sentimenti, valori, emozioni.
L’ordine e l’armonia normalizzano la nostra Questo status si rivela però impossibile da at-
cultura e si pongono come entità inseparabili e, tuare se si auspica giungere, un giorno sempre
soprattutto, rivelano il profondo bisogno di por- più vicino, alla manipolazione profonda della na-
re un argine al divenire, individuando dei limiti tura. L’uomo oggi non è quindi più considerato
ontologici, dei domini morfici e di moto, capaci un essere stabile ma, nelle prospettive postu-
di mantenere il sistema in uno stato di motilità mane, è un soggetto posto al centro di un’inar-
apparente. Logica conseguenza di questa inter- restabile metamorfosi. I principi conservatori di
pretazione è la tendenza a considerare il cam- tradizione umanista sono messi in discussione
biamento come qualcosa che si oppone alla na- da correnti di pensiero, anche molto diverse, ma
tura delle cose e quindi a ritenere qualsiasi mu- comunque orientate a fare dell’uomo un essere-
tamento pericoloso e blasfemo. Ne consegue, macchina, e come tale manipolabile.
prendendo ancora spunto da Abbagnano, che Il principio di base ipotizzato dal post-human
“l’ingiustizia non è che una forma di hybris, perché sarebbe diretto a trasformare il corpo in un “con-
è trasgressione dei giusti tenitore” di tecnologia, con parti
limiti nei confronti degli sostituibili e quindi migliorabili,
altri uomini”. pronto per ogni tipo di interfac-
Per alcuni scienziati, cia. Emblematica la tesi di Arian-
la hybris diventa anche na Dagnino, che immagina una
l’archetipo della nostra metamorfosi diretta verso una
posizione nei confronti progressiva elisione delle diffe-
della natura, delle no- renze sessuali, in ragione di “a)
stre forme di violenza sempre di meno la riproduzione
sull’ambiente praticate seguirà il corso naturale, per cui
con l’aiuto di una tecno- riproduzione in vitro, gestazione
logia in continuo muta- extrauterina, allattamento arti-
mento. ficiale di fatto renderanno obso-
Nella sostanza, sul leto il ruolo materno; b) la carat-
piano culturale, la me- terizzazione morfologica dei due
tamorfosi indotta attra- sessi andrà lentamente scompa-
verso gli strumenti della rendo verso forme neotecniche e
scienza conduce verso neoandroginiche, perché di fatto
stravolgimenti che scar- non esisterà più un tropismo ses-
dinano i nostri modelli di armonia e i nostri punti suale legato al dimorfismo, sostituito da un pluri-
di riferimento. Secondo Roberto Marchesini, i ri- tropismo improntato più sul concetto di alterità
sultati possono essere di diverso tipo: “a) il defor- indifferenziata (e spesso non identificata) e della
me, ovvero la destrutturazione morfica realizzata solipsia onanistica; c) la fecondazione non avverrà
La villa monumentale di
Aiano-Torraccia di Chiusi
Vita tardoantica ed altomedievale di un impianto romano
villa.
Alla sala si accedeva tramite due ingressi aper- Chi abitava la villa di Aiano-
ti nell’abside sud, attraverso un vestibolo che, nel Torraccia di Chiusi?
suo riutilizzo più tardo, si presentava pavimenta-
to da laterizi e conservava due piccole fornaci. L’impianto originario della villa ha certamen-
Qualche difficoltà interpretativa pone, invece, te un’intenzione monumentale. Ne è un chia-
l’area a Nord della sala a tre absidi: una grande ro segno non soltanto la particolarità della sala
aula, il “Vano U”, scavata solo parzialmente e ca- all’epoca esalobata che, per le sue considerevoli
ratterizzata, ad oggi, da tre pilastri quadrango- dimensioni, ha evidenti funzioni di ricevimento
lari ed un ingresso monumentale; una probabi- e di rappresentanza, ma anche il lusso degli ap-
le struttura porticata esterna al perimetro delle parati decorativi pavimentali (numerosi sectilia
murature, la cui natura è attualmente oggetto di e porzioni di tappeti musivi) e parietali (nume-
studio. rosissime tessere musive e lastrine per intarsio
in pasta vitrea, porzioni di intonaco affrescato e
crustae marmoreae), attribuibili alla prima fase di
Storia del rinvenimento vita dell’edificio, tra III-IV sec. d.C.
È inevitabile, dinanzi a tali attestazioni, imma-
Già all’inizio del XX secolo l’area di Aiano-Tor- ginare che l’edificio fosse proprietà di un ricco
raccia di Chiusi aveva restituito materiali arche- notabile dell’epoca che esercitava un controllo
ologici che l’avevano resa oggetto d’attenzione più o meno ampio sui territori limitrofi.
da parte di studiosi dell’epoca, come L. Chellini Tuttavia, per motivi ancora non del tutto chia-
e R. Bianchi Bandinelli. Le indagini aereofoto- ri, tra la fine del IV sec. d.C. e la prima metà del V
grammetriche eseguite da E. Mazzeschi negli sec. d.C. si attesta un nuovo impulso riorganizza-
anni Sessanta del Novecento hanno, in seguito, tore della villa, che si dota di un “nuovo” ambien-
acuito l’interesse per quest’area, che risultò esse- te trilobato, sorto sulle rovine della precedente
re sede di un edificio romano. Nel febbraio 1977, sala a sei absidi. La nuova connotazione architet-
grazie a tali attestazioni oltre ad ulteriori rinve- tonica dell’ambiente trilobato e, più in particola-
nimenti di G. De Marinis la Soprintendenza per re, la sua pavimentazione in una tecnica pseudo-
i Beni Archeologici della Toscana pose sull’area musiva divengono per gli studiosi nuova fonte di
un vincolo archeologico. notizie in merito all’identità sociale, culturale ed
Le indagini condotte sulle strutture della villa economica degli antichi proprietari.
in questione, di fatto, proseguono in maniera si- Tale pavimentazione, infatti, dimostra la co-
stematica solo a partire dal 2005, anno in cui l’U- noscenza di formule decorative alla moda, tipi-
niversité catholique de Louvain (Belgio), in qualità che della decorazione musiva dell’epoca; tutta-
di concessionaria di scavo da parte del Ministe- via, l’esecuzione tecnica della messa in opera,
ro per i Beni e le Attività Culturali, sotto la guida l’impiego di materie prime non di alta qualità e
del prof. Marco Cavalieri, ha avviato il progetto reperibili in loco, l’adattamento di schemi musivi
di ricerca “VII Regio. La Valdelsa in età romana e alla tradizione cementizia, la stesura di una linea
tardoantica”. continua pittorica, di colore scuro, che seguiva
Il progetto coinvolge numerosi studenti, vo- il profilo e l’andamento della trama del disegno
lontari e ricercatori che si alternano durante le con l’intento di “risparmiare” tessere litiche, ci la-
campagne di scavo estive ma che contribuisco- sciano intuire scelte del committente eseguite
no, anche durante i mesi invernali, allo studio di in funzione dell’accessibilità e del costo della “ri-
questa particolare ed interessante realtà archeo- strutturazione”, verosimile segno di una minore
logica, apportando ciascuno il proprio contribu- capacità economica del nuovo proprietario. Va
to in specifici ambiti di ricerca. La varietà cultu- da sé l’ipotesi di un nuovo personaggio, edotto
rale e professionale che caratterizza i membri in merito ai gusti e alle mode dell’élite ma di ran-
dell’équipe di Aiano-Torraccia di Chiusi ha costi- go o, più banalmente, di disponibilità econo-
tuito, fino ad oggi, il suo più peculiare punto di miche non eguagliabili al precedente.
forza. Successiva trasformazione di destinazione
casi, molto rari e/o costosi, anche in frammenti di scavo archeologico di tale portata, e soprattutto
notevoli dimensioni; vetro in varie forme, colori la costante necessità di reperire fondi adeguati
e fatture: bicchieri e calici, tessere di mosaico e rendono ogni giorno più arduo riuscire a perse-
lastrine in pasta vitrea atte ad abbellire le pareti guire tutti gli obiettivi prefissati.
interne della villa, vaghi di collana frutto di magi- Ciò nonostante, priorità costante della ricerca
strale riciclo di elementi di spoliazione della villa è far convergere e dialogare i dati ottenuti dai di-
e numerosi scarti di fornace; grandi quantità di versi approcci tecnico-scentifici. Le informazioni
laterizi sia da copertura sia da costruzione; og- stratigrafiche, il rilievo e l’interpretazione delle
getti metallici e monete di vario tipo e datazione, strutture murarie, lo studio dei reperti rinvenuti,
attualmente oggetto di studio. la conoscenza topografica e toponomastica, le
indagini archeometriche: tutto deve concorrere
a realizzare una visione d’insieme chiara e logica-
Obiettivi e prospettive dello mente e storicamente valida del sito in questio-
studio ne.
”Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cer- parere, potrebbero risultare più plausibili di altre.
care nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.” Ma passiamo innanzi tutto ai fatti.
Guy Maupassant Nel campo delle incisioni, e quindi più in ge-
nerale della simbologia, esistono fondamental-
A
vere dei nuovi occhi. E’ questa la chiave mente tre situazioni differenti in caso di scoperta:
di tutto. Esplorare il territorio, studiarne
- Scoprire simboli in siti sconosciuti che ven-
la storia, ascoltare testimonianze, non è
gono scovati in seguito ad un’esplorazione;
sufficiente se non si guarda il tutto con occhi di-
- Scoprire simboli in siti conosciuti collocati
versi, se non si è pronti ad accettare che il Garga-
in posizioni defilate, mai notate prima di
no va ben oltre lo scibile conservato negli archivi
allora;
storici e biblioteche.
- Riconoscere simboli visibili da tutti, ma mai
Noi del Team Archeo – Speleologico ARGOD
considerati o univocamente identificati.
lo sappiamo bene. Nel momento in cui abbiamo
accettato l’idea che sul nostro Promontorio pote- Ed è quest’ultimo il caso della nostra nuova e
vamo scoprire l’impensabile, andando al di là del sensazionale scoperta, o meglio, identificazione:
nostro personale bagaglio culturale, abbiamo un simbolo conosciuto come Mursunsydän, pa-
iniziato finalmente a “vedere”. Il tutto sempre nel rola per noi quasi impronunciabile, provenien-
rigore della metodologia scientifica. te dalla lontana e fredda Finlandia, incisa sulla
Noi ci basiamo sui fatti, e solo a volte tentiamo Chiesa di San Cirillo a Carpino, piccola cittadi-
di costruire delle ipotesi che, secondo il nostro na garganica situata a nord della Puglia.
che addirittura l’avremmo trovato in sud Italia. Cuore di Tricheco, oppure è stata incisa per
Bisogna dire che dagli accademici c’è stato su- emulazione?
bito un invito alla cautela. Risulta una scoperta - Può aver a che fare con una qualche forma
al di fuori di ogni apparente logica. In effetti, a di sciamanesimo qui sul nostro promonto-
detta loro, tale simbolo non è mai stato trovato rio?
al di fuori della Lapponia. Al momento in Sibe-
Purtroppo, per ora, molte di queste domande
ria, dove lo sciamanesimo è ancora praticato,
rimarranno insolute.
(in alcune zone della steppa orientale e verso i
Non dimentichiamo un aspetto fondamenta-
confini con la Mongolia) non risulta essere stato
le: si tratta di un simbolo estremamente raro su
mai ritrovato. Nessun ritrovamento è stato mai
scala mondiale, del tutto assente nei nostri libri e
attestato nemmeno nei territori occupati dagli
documenti storici, nessuna immagine o altro rife-
attuali eschimesi.
rimento decorativo, soprattutto qui in Italia; per
A questo punto, occorre fare un riepilogo. Par-
cui, chiunque l’abbia inciso doveva conoscerlo o
tiamo dai fatti:
per trasmissione di conoscenze da qualcuno che
- Gli esperti finlandesi e la studiosa gargani- in Lapponia c’è stato, o per testimonianza diret-
ca, la Dott.ssa Cristina Pertosa, non hanno ta. Oppure, qualcuno originario della Lapponia
dubbi sul fatto che si tratti di una Svastica ha direttamente inciso quel simbolo sul nostro
lappone. territorio, per una ragione che per ora ignoriamo.
- Vicino alla Svastica lappone un’altra svasti- Tutto questo, se assunto essere avvenuto in epo-
ca, anch’essa molto rara, il Nodo di Salomo- ca medievale, ha davvero dell’incredibile.
ne. Naturalmente non è possibile, attualmente,
- Tali incisioni sono ubicate sul portale avere una tale conferma.
dell’antica Chiesa di San Cirillo, di cui si ha Un’ultima considerazione.
traccia documentale a partire dal 1310 d.C. Sullo stesso portale sono incise ben due for-
(anche se si hanno fondati motivi di crede- me rare di svastica. Se pensiamo alle svastiche
re che sia più antica). greche scoperte a Monte Sant’Angelo e ai nodi di
- Ad oggi, in Italia, la nostra segnalazione Salomone, trovate sempre a Monte Sant’Angelo
è l’unica ufficiale che sia mai arrivata agli e a Siponto, è evidente che non possono essere
esperti della Finlandia. tutte coincidenze. Più si va avanti e più il Garga-
no dimostra di essere un incredibile contenitore
Ora alcune domande:
di simboli rarissimi.
- Cosa ci fa una Svastica lappone a Carpino, Le ricerche continuano, e posso già anticipare
qui sul Gargano? un fatto importante: l’elenco di svastiche parti-
- E’ stata incisa in antichità o e è più recente? colari sul Gargano, non è finito!
- E’ stata incisa proprio per fare riferimento al
C
ome spesso è accaduto nella storia, le ci ed empirici quesiti:
scoperte più interessanti e rivoluzio- - è accertato che nell’area italiana compresa
narie sono nate da semplici intuizioni. tra Capua (antica Velthurna) e le attuali pro-
Anni di studio e di ricerca trascorsi tra intere notti vince di Roma, Viterbo, Frosinone, Lucca,
su antichi testi da tradurre ed interpretare, sotto Grosseto e Livorno, la popolazione etrusca
gli effetti di caffè e nicotina, e week end in esplo- raggiungesse i 3 milioni di abitanti, riuniti
razione sul campo incuranti di freddo, pioggia in una confederazione o lega, che gli stessi
o caldo afoso, per poi trovare l’illuminazione di Etruschi chiamavano “Nazione”, come dedot-
un’idea in quella solitaria ed insignificante frase to dall’Elogio Funebre di Laris Pulenas del 200
in un libro o piuttosto in una fotografia distratta- a.C. Come è dunque possibile che la tradizio-
mente scattata da turisti domenicali. ne attribuisca ad Enea la fondazione di Roma,
È da questa considerazione in apparenza così essendo sbarcato sulle coste laziali con (for-
“profana” che scaturisce una delle più contro- se) poche centinaia di compagni?
verse visioni di una realtà forse creata ad arte da - Le più antiche leggende narrano che Enea,
chi voleva celare ben altre verità, come nel caso in fuga da Troia, appena sbarcato si diresse
degli Etruschi: un popolo vittima della “damnatio subito nell’alto Lazio, nel porto di Regisvilla
memoriae” dei Romani prima e del Cattolicesimo (nei pressi dell’attuale Tarquinia), come aves-
dopo. se conosciuto sin da principio la meta ultima
La nostra intuizione, comunque suffragata da del suo viaggio. La più nota Lavinio fu infat-
un estenuante lavoro di ricerca, nasce da sempli- ti edificata solo successivamente dal figlio
Ascanio. Perché l’eroe troiano giunse proprio frì al re Tarquinio sotto forma di 9 rotoli dietro il
in quel luogo alla corte del Re Etrusco Tarcon- pagamento di una somma di denaro considere-
te? Esistono prove di suoi approdi in Puglia, vole. Questi, diffidente nell’acquistare qualcosa
in Calabria, in Campania… eppure, sceglie di cui ignorasse il contenuto, tentennò. La donna
una città ben specifica. bruciò 3 dei nove libri, offrendone 6 allo stesso
- Analogamente ad altre storie raccontate, prezzo; all’ennesimo rifiuto, bruciò altri 3 libri.
compresa quella di Gesù Cristo, esistono al- Tarquinio il Superbo quindi comprò i soli tre libri
cuni “buchi temporali” nella cronologia etru- rimasti al costo dei nove iniziali. L’anziana donna,
sca: si passa dalla cultura poco più che primi- dopo aver ceduto la parte restante di un sapere
tiva dei Villanoviani (abitanti autoctoni degli ancestrale, scomparve nel nulla, dando origine
stessi territori) ad un’organizzazione federale alle leggenda secondo la quale essa fosse pro-
assolutamente moderna ed evoluta come prio la Sibilla Cumana.
quella Etrusca, con un salto se non di tempo, A prescindere dal profondo significato simbo-
certamente di cultura. Com’è avvenuto que- lico della leggenda, i Libri Sibyllini furono da su-
sto passaggio? I Villanoviani si evolsero nel bito considerati “intoccabili”. Uno dei custodi (du-
giro di pochi decenni, furono assorbiti da una umviri), Marco Aurelio, solo per averne ricopiato
civiltà superiore e straniera, oppure rappre- alcune profezie, venne giustiziato con una morte
sentarono una sorta di casta inferiore, come orribile: cucito in un sacco e gettato a mare.
accadeva con gli autoctoni egiziani? Anche in questo caso, con l’avvento del Cri-
stianesimo, quest’opera unica subì una sorte ne-
Con il tempo, abbiamo imparato che le impre- fasta: Stilicone, nel 400 d.C. ne ordinò la distru-
cisioni cronologiche, le molteplici versioni ripor- zione.
tate della medesima vicenda e la confusione sui Stessa sorte è toccata ai testi detti della “Di-
nomi dei relativi protagonisti sono chiari sintomi sciplina Etrusca”, come ai “Libri Hauruspicini”, ai
di un artefatto storico atto a cancellare o modifi- “Libri Fulguratores”, ai “Libri Rituales”, ai “Libri
care qualcosa di scomodo. La tradizione etrusca, Acherontici”, ai “Libri Fatales” ed agli “Ostentaria”.
ricchissima di manufatti, pitture ed incisioni, non Quali segreti potevano giustificare un tale az-
poteva affidare la propria immensa cultura alla zeramento culturale e la necessità di riscrivere la
sola tradizione orale, come invece asseriscono storia “a tavolino”? Certamente qualcosa di tal-
alcuni archeologi contemporanei. Ma sappiamo mente sconvolgente secondo i canoni del tem-
bene che il terreno più fertile dove seminare una po, da restare appannaggio di pochissimi eletti;
nuova versione dei fatti è rappresentato da una qualcosa che poteva addirittura non limitarsi
iniziale “tabula rasa” dei documenti scritti. alle origini dell’Impero Romano, ma che avrebbe
Plutarco, nella sua “Vita di Numa” descrisse le coinvolto il nascente Cristianesimo, se non addi-
vere origini della cultura romana rivelate dalla rittura le stessa genesi dell’Umanità conosciuta...
ninfa Egeria ad un sacerdote della sabina Curi: in
vista della morte, egli dispose che tali scritti fos-
sero seppelliti per sempre accanto al suo corpo. Ogige, Atlantide ed i Pelasgi
Probabilmente questi testi dovettero rivelarsi
particolarmente “eretici”, se i posteri decisero di “Nulla ha di fisso e costante il mondo,
disseppellirli e bruciarli definitivamente. se i giri osserviamo delle cose;
Dionigi di Alicarnasso ci narra che il re etru- La cieca e instabil Dea così dispone
sco Tarquinio il Superbo, attorno al 520 a.C., in- E tutto va precipitato al fondo.
trodusse a Roma i “Libri Sibyllini”, testi profetici, Tutto volge Fortuna sottosopra
ritualistici, oracolari ed astrologici di origine gre- e ognor fa nascer le vicende istesse,
ca (ma sono in molti a sostenere fossero antiche né si dà ma che d’essa allegra cesse
pergamene etrusche poi tradotte), rinchiuden- dal crudo gioco e dall’ostil sua sopra.
doli nel tempio dedicato a Giove Capitolino (sul-
la sommità del Campidoglio). Quel popol che fu visto al ciel la testa
La leggenda vuole che un’anziana donna li of- superbo alzare un dì, del reo destino,
del tempo struggitore ora meschino, te da quella primordiale. Molte alture restarono
sotto il fatal peso oppresso resta. separate dalla terra continentale, divenendo
isole ed arcipelaghi (“la natura delle cose cangiò
Puon soffrir solo, e disfare gli anni, d’aspetto”-Plinio).
anzi i secoli ancor l’opre d’ingegno, L’evento apocalittico sterminò gran parte
contro cui nulla puonno e il fiero sdegno delle popolazioni esistenti ma altre, dopo esse-
del veglio edace e di Fortuna i danni. re rimaste in mare per mesi, approdarono sulle
Tutto rimane, e finché sol lucente alture che il loro procedere alla deriva via via gli
il cielo schiarirà, la terra e l’onda, poneva davanti.
rimarrà intetto ognor ciò che feconda. In questo contesto si inserisce il mito di Gil-
gamesh, figura per molti versi identica al biblico
Ai papiri affido l’umana mente.” Noè, al Noha dei Maya, al Topi azteco, all’Yima
(Aurem Opus Antiquitatum Italicarum) persiano ed al Nu-wah cinese.
Nel 1696, nelle campagne vicino Roma, venne
Occorre andare al 1788 per trovare le teorie ritrovato un vaso raffigurante proprio il diluvio
più affascinanti circa un’origine “alternativa” del
Popolo Etrusco a firma del noto Don Gianrinaldo
Conte Carli.
Parliamo, prima di ogni altra vicenda o ipo-
tesi, di un secondo- e molto più vicino- “Diluvio
Universale”, detto “di Ogige”, avvenuto circa 4000
anni fa, particolare che ci costringerebbe a retro-
datare molte delle teorie archeologiche e antro-
pologiche oggi accettate.
I segni dell’ultima Grande Glaciazione (ter-
minata 4.000 anni prima) erano ancora evidenti
nelle aree polari. In un periodo presumibilmen-
te compreso tra il 5000 ed il 4000 a.C. si verificò
un disgelo improvviso e repentino, oppure uno
straordinario innalzamento delle maree (entram-
be causate forse dal passaggio di un meteorite,
come ci tramanda Diodoro).
Consideriamo che è stato calcolato già nel
XVIII secolo che, un corpo celeste che si avvici-
nasse alla Terra ad una distanza di 72 mila chilo-
metri, alzerebbe il livello delle acque anche di 12
mila piedi (3657 metri circa), con variabili dovute
ovviamente alla massa.
La maggior parte delle terre emerse furono
quindi inghiottite da una massa di acqua inim-
maginabile nel volgere di poche settimane. La
grande ondata di piena entrò attraverso lo Stret- di Ogige, con uomini ed animali che riparavano
to di Gibilterra, sconvolgendo la geografia del in una nave, utilizzato per le celebrazioni delle
bacino Mediterraneo. La datazione di fossili di “idroforie”, delle festività comuni a tutto il bacino
crostacei e conchiglie, nonché la presenza di ar- Mediterraneo in cui si rievocava la grande inon-
desie sulle molte zone collinari italiane, ne con- dazione.
fermerebbero la veridicità. Abbiamo quindi una situazione di neo-Genesi
Il mare coprì per lungo tempo molte aree e individuabile, attraverso un parallelo con la mito-
poi, con il suo lento ritiro, diede origine all’at- logia, all’epoca di Ercole Egizio, nel 4690 a.C, a cui
tuale fotografia geografica, comunque differen- vengono appunto attribuite le Colonne d’Ercole:
un quadro di civiltà primordiale (ma già piutto- nazione di “Pelasgi” indichi proprio questi anti-
sto evoluta) con culti e tradizioni molto simili se chi esuli di altre civiltà che, attraverso il mare, si
non comuni, che si trova improvvisamente ad diffusero in nuovi territori prendendone le carat-
essere “rimescolato” e trapiantato in nuove terre teristiche (Umbri, Ausoni, Siculi, Liguri e Tirreni
da civilizzare, ripartendo da zero. provenienti da Oriente e dall’Egeo; i Coni da Sud;
Queste genti riportarono comunque la pro- Veneti, Cignei, Fetontei, Sardini– anche se Tacito
pria cultura di origine (spesso incentrata sul cul- li descrive consanguinei degli Etrusci- e Orobi da
to di Saturno) che, con il passare dei secoli, si mo- Nord).
dificò secondo le peculiarità delle aree geografi- Tra le coincidenze tese ad avvalorare questa
che colonizzate: con un po’ di fantasia potremmo ipotesi c’è l’uso, da parte di tutte le popolazio-
vedere dietro a questi eventi l’interpretazione di ni pelasgiche, di dividere il territorio in 12 parti
una metafora come quella della “Torre di Babele”. (città, aree, regioni o “città-stato”, come nel caso
In Italia, questi popoli vennero classificati dal- degli Etruschi).
la storia come autoctoni, cosa giusta nella termi- Il Carli, sulla base della coincidenza dei miti
nologia ma inesatta qualora volessimo analizzar- comuni a tutti i popoli antichi, pone il diluvio di
Ogige all’origine dello stesso disastro di Atlanti-
de, una delle terre da cui provenivano questi po-
poli erranti del mare; la terra da cui nasceva so-
prattutto la loro comune conoscenza di base, un
sapere che forse aveva radici ancor più antiche
della stessa Atlantide che ne era custode.
Molti popoli nel mondo raccontano di aver
avuto origine da antichi avi provenienti dal mare
e fuggiti dalla propria terra natale sconvolta da
un cataclisma:
- gli Atzechi da Aztlan;
- gli Olmechi da Atlaintika;
- i Vichinghi da Atli;
- i Celti da Avalon;
- i Fenici ed i Cartaginesi da Antilla;
- i Berberi da Atarantes;
- gli Irlandesi da Atalland.
bensì un condottiero di stirpe reale, che poi ven- Ad avvalorare la tesi di un meteorite come
ne confermato re nelle nuove terre. causa scatenante del Diluvio di Ogige interven-
Altra particolare coincidenza risiede nel fatto gono alcune tradizioni scritte ed orali provenien-
che tutti i primi invasori di Africa e Grecia, seppur ti dalle medesime popolazioni. È comune infatti
appellati con nomi di dei ed eroi, erano comune- il parallelismo del fuoco con l’acqua, come nella
mente chiamati “Figliuoli dell’Oceano”, come te- favola di Fetonte o dell’egizia Fenice che si rige-
stimoniato da Omero, allo stesso modo con cui nera dalle ceneri.
gli Atlantidei (o Titani) erano definiti “generati dal Un corpo celeste avrebbe dunque sfiorato la
mare”. Terra, lanciando frammenti infuocati e rivoluzio-
Tutto ciò potrebbe farci azzardare l’affasci- nando l’equilibrio dell’asse terrestre? Innegabile
nante ipotesi che le similitudini costruttive e cul- è la contemporaneità storica e mitologica del ra-
turali riscontrate in molteplici luoghi del Globo, pido alternarsi di incendi ed inondazioni, proprio
America compresa, avessero veramente un’uni- nel periodo attorno al 4000 a.C. Horus Apoline
ca origine. ci fornisce il geroglifico di un leone sormontato
Infatti, nella moltitudine di popoli erranti per da un uomo con in mano una fiamma ardente.
mare dopo il diluvio, quelli con le maggiori co- Lo stesso leone è nell’atto di abbassare il capo in
noscenze avrebbero sicuramente imposto il pro- direzione di uno specchio d’acqua.
prio sapere agli indigeni incontrati. In molte zone del globo, soprattutto nelle
La necessità di un ritorno alla normalità dopo aree costiere caratterizzate da dirupi (anche nel-
il diluvio è testimoniata anche
dalle imponenti strutture di scolo
scavate da antichissimi popoli, con
l’obiettivo di bonificare le aree pia-
neggianti. Molte aree della stessa
Italia sono state caratterizzate da
territori paludosi ed insalubri.
Dionigi di Alicarnasso assicu-
ra che Oenotro, figlio di Licaone,
giunse in Italia e trovò solamente
un paese deserto, incolto ed abi-
tato esclusivamente sulle sommità
dei monti.
Ci è stata data testimonianza
che nella zona di Piacenza le pa-
ludi furono presenti fino all’epoca
di Annibale (“che nell’attraversarle
perse un occhio”).
Giustino, ai tempi della prima
guerra con gli Sciti, descriveva una
tale quantità di territori paludosi
da impedire l’accesso all’Egitto.
Furono molte dunque le cultu-
re antiche a testimoniare questo
grande cataclisma alla base della
diffusione di una seconda civiltà,
alcune anche rimarcando la pro-
pria origine antecedente (gli Arca-
di, ad esempio, sostenevano che il
loro popolo fosse più antico della
Luna). FOTO: AFFRESCO ETRUSCO RAFFIGURANTE TIFONE DALLA
“TOMBA DI TIFONE” A TARQUINIA (FONTE: WIKIPEDIA)
le vicinanze di Roma), è possibile effettivamente ed Osiride. Diodoro narra che “Osiride fu ucciso e
riscontrare degli strati geologici piuttosto parti- lacerato da suo fratello Tifone […]. Iside, moglie e
colari. Partendo dal basso, troviamo conchiglie sorella, lo vendicò, ma nel ricercare le varie parti del
ed ammoniti per un’altezza spesso anche di corpo del marito non riuscì a ritrovare la parte vi-
metri; poi, un ampio strato di terra o rocce vul- rile, istituendo le festività del Fallo come elemento
caniche o sedimentarie. Speso questi strati sono di rigenerazione”. Erodoto attribuì questi eventi ai
tutt’oggi interrati o sommersi, ma la cosa che più tempi di Ercole Egizio, quindi al tempo dell’inon-
incuriosisce è che, nelle parti visibili (e quindi re- dazione.
lativamente più recenti), abbiamo in rapido sus- Se dunque per definizione Osiride rappresen-
seguirsi di uno strato di carboni e di conchiglie tava il sole ed Iside la Luna (quasi ad indicare un
che spesso coincidono e si confondono. perfetto equilibrio iniziale), chi avrebbe dovuto
William Whiston teorizzò queste “prove” come rappresentare Tifone che ai tempi di Ercole Egi-
segue: “Per un passaggio di una cometa vicino alla zio causò tanta rovina? Sarà forse un caso che il
Terra di otto volte più vicina della Luna, di circola- primo Re d’Egitto diede ad una cometa proprio
re che era l’orbita di essa terra, divenne ellittica; e il nome di Tifone? Gli Egizi, secondo Plutarco, as-
il sole che da prima era al centro d’un circolo, si ri- sociavano il nome di Tifone alla sventura e dete-
trovò nel fuoco d’un ellissi corrispondente al luogo stavano il mare aperto. Mai è menzionato nella
dell’attrazione della cometa, che discese appunto cultura egizia il nome di Nettuno o di suoi omo-
nel piano dell’eclittica verso il suo perielio, l’anno XII loghi. Gli stessi Egizi, che continuarono a perpe-
del Toro. L’anno s’allungò per conseguenza di gior- trare il numero 360 nel conteggio annuale (evi-
ni 10 e ore 1,30 e venne il diluvio”. denziati dai 360 sacerdoti di Acaut o dai 360 vasi
Scheletri ed ossa di animali tipici di ambienti nel tempio di Osiride secondo le cerimonie quo-
caldi, ritrovati in Siberia, Ungheria e Francia, fa- tidiane), erano privi di quei 5 giorni in più presu-
rebbe appunto supporre un vero e proprio capo- mibilmente causati dallo spostamento dell’asse
volgimento delle fasce climatiche. Sopra il Volga, terrestre.
sul monte Bogda, sulle rive di un lago salmastro, È anche degno di curiosità sapere che il termi-
vennero ritrovate conchiglie tropicali e coralli. ne giapponese per indicare gli uragani è proprio
Sembrerebbero coinvolte anche note leg- “Tifone”.
gende metaforiche come quella egiziana di Iside
E
dificato nel IV secolo sul luogo della cro- comprendere gli aspetti più reconditi dell’archi-
cifissione e sepoltura di Cristo, il Santo tettura risale agli anni venti del Novecento con
del Salvatore è stato un riferimento sim- Josef Sauer che, nel saggio Symbolik des Kirchen-
bolico e religioso, insomma un archetipo, per gebäudes studiò, soprattutto in base a fonti del
tutti i seguaci del Messia. In questo senso sono medioevo maturo, il modo in cui nell’età di mez-
significative le numerose e dettagliate descrizio- zo venivano interpretati i fatti architettonici.
ni dei pellegrini che si recarono a Gerusalemme a
partire dal 333 d.C., unite alle molteplici testimo-
nianze figurative presenti su ampolle e monete, Il Santo Sepolcro
ma soprattutto le repliche architettoniche nelle
quali è rappresentato, sebbene schematicamen- Nella Vita Constantini, Eusebio di Cesarea scri-
te e limitato agli elementi essenziali, il Sepolcro ve che il Santo Sepolcro fu edificato tra il 333 e
di Cristo. il 336 per volontà dell’imperatore Costantino. Il
Le imitationes non seguono uno schema ar- complesso era costituito da una basilica a cinque
chitettonico ben definito, e questo lascia inten- navate, ricordata dalle fonti come Martyrium,
dere come l’aspetto estetico e materiale fosse dietro alla cui abside si apriva un ampio porticato
meno significativo del messaggio simbolico rac- che fungeva da accesso per l’Anastasis. Al centro
chiuso nel linguaggio architettonico. della stessa, a pianta circolare, vi era l’Edicola ot-
In questo senso un primo tentativo volto a tagonale della tomba di Cristo, intorno alla quale
dodici sostegni creavano un colonnato cinto da l’ampliamento del Santo Sepolcro, consacrato
un deambulatorio nel quale si aprivano tre nic- poi nel 1149.
chie semicircolari. Nonostante i numerosi rifacimenti che si suc-
Nel 614 i Persiani saccheggiarono Gerusalem- cedettero nel corso dei secoli l’Anastasis manten-
me e bruciarono numerose chiese, tra le quali il ne la sua planimetria originale, mentre l’Edicola
Santo Sepolcro. In seguito il patriarca Modesto venne completamente rifatta nel XII secolo, mo-
promosse il restauro dell’edificio, e soltanto nel mento in cui una struttura poligonale sostituì
638 la città si arrese definitivamente al califfo l’ormai scomparso ottagono di età costantiniana.
Umar.
Durante l’epoca della dominazione musulma-
na, Gerusalemme conservò una popolazione so- Le imitationes
stanzialmente cristiana e continuò a essere meta
di pellegrinaggi. Tuttavia, nel corso del X secolo, La fioritura dell’architettura e l’ondata di pel-
i rapporti tra le fazioni si incrinarono: nel 966 il legrini che si riversarono in Terra Santa tra il IX e
califfo fatimide Al-Hakim ordinò arresti ed esecu- il XII secolo sono descritti da Rodolfo il Glabro,
zioni arbitrarie, nonché la distruzione degli edi- monaco e cronista dell’XI secolo, nella Historia-
fici di culto. Per sua volontà nel 1009 venne de- rum libri Quinque, come espressioni di un unico
molito il Santo Sepolcro, poi restaurato dall’im- movimento spirituale in un tempo carico di atte-
peratore bizantino Costantino IX Monomaco tra se escatologiche, di paure e di grandi impulsi di
il 1042 e il 1048. rinnovamento.
Soltanto dopo la conquista crociata del 1099 Parallelamente all’edificazione di numerose
Gerusalemme tornò nell’orbita cristiana e diven- chiese e alla diffusione del culto delle reliquie
ne capitale dell’omonimo regno latino. Un inten- della Vera Croce, i cui frammenti erano conser-
so fervore edilizio avvolse la città: oltre alla rie- vati in preziosi contenitori detti “stauroteche”,
dificazione di numerose chiese fu avviato anche gente di tutto il mondo e di ogni ceto sociale
cominciò a dirigersi verso il Sepolcro del Salva-
tore. È in questo clima di tensione religiosa che si
inseriscono le riproduzioni architettoniche degli
edifici della Terra Santa, in particolare del Santo
Sepolcro e dei suoi singoli elementi, su tutti l’A- cominciarono al ritorno dell’abate nel 1036 e ter-
nastasis e l’Edicola, basati sui resoconti scritti e minarono soltanto nel 1068. L’edificio presenta
figurativi redatti dai pellegrini di ritorno dai pel- una planimetria ottagonale nella quale si inne-
legrinaggi. stano quattro ambienti rettangolari, una chiara
L’esempio più antico è la chiesa cimiteriale di riproposizione delle absidi presenti nel modello
Sankt Michael a Fulda, in Germania, eretta tra gerosolimitano.
l’820 e l’822 dall’abate Egil con la collaborazione Anche la rotonda di Lanleff, presso Caen in
di Rabano Mauro, che nella sua dedica per l’alta- Francia, innalzata nel tardo XI secolo, voleva es-
re maggiore non lascia dubbi sulla relazione con sere una copia dell’Anastasis: un vano centrale è
il Santo Sepolcro: “In primo altare: Hoc altare deo circondato da un deambulatorio, costituito da
dedicatum est maxime Christo cuius hic tumulus dodici piedritti, dal quale sporgono asimmetri-
nostra sepulcra juvat”. L’edificio è costituito da un camente tre absidi. Anche se lo studio delle fon-
vano circolare, le cui colonne sostengono una ti non ha accertato nessuna dedica, il rimando
parete cilindrica sormontata da una cupola otta- all’originale è chiaro nella riproposizione delle
gonale, sotto al quale è ricavata una cripta. absidi semicircolari.
Sempre in Germania due secoli più tardi Anche in Italia ci sono testimonianze interes-
Meinwerk, vescovo di Padeborn, volle edificare santi come a Bologna ove, sin dall’887, il com-
una chiesa “ad similitudem s. Ierosolimitane ec- plesso di Santo Stefano è ricordato dalle fonti
clesie” e, nel 1033, inviò a Gerusalemme l’abate come “Sanctus Stephanus qui vocatur Hierusalem”,
Wino di Helmashausen, per ricavare le dimen- ma soltanto nel XII secolo raggiunse il massimo
sioni e riprodurre la pianta del Sepolcro. I lavori splendore. In questa fase, oltre alla trasposizione
FOTO: FULDA, SAINKT MICHAEL, INTERNO (FONTE: ANTONIO CADEI, ARTE MEDIEVALE, 2002, I, ROMA, SILVANA EDITORIALE)
dell’Anastasis in un edificio ad alzato ottagonale suto nella seconda metà del VII secolo, intraprese
con colonnato interno a pianta dodecagonale, un viaggio in Terra Santa, dove soggiornò nove
nell’area circostante vengono riproposti, a imita- mesi visitando i principali luoghi della venerazio-
zione di Gerusalemme, luoghi che furono teatro ne cristiana. Nel viaggio di ritorno in patria, colto
della Passione di Cristo. da una tempesta, approdò sull’isola di Iona nelle
Nell’Abbazia di Fruttuaria, in Piemonte, eret- Ebridi, sede di un famoso monastero fondato da
ta da Guglielmo da Volpiano tra il 1003 e il 1006, S. Colombano nel VI secolo, il cui abate era pro-
viene riproposta la riproduzione dell’Edicola. prio Adamnano.
L’edificio ha una terminazione a cinque absidi Più complessa appare la storia della chiesa
attraversate da un transetto, al cui incrocio con del Santo Sepolcro di Milano: qui si registra la
la navata centrale sorgeva una piccola rotonda presenza dell’imitatio sepulcri e di un sistema
in muratura. La forma e le dimensioni ne hanno memoriale costituito da sacelli e simulacri della
consentito un diretto confronto con la rotonda Vita e Passione di Cristo, il cui studio simbolico
aquileiese eretta tra il 1031 e il 1077. Il puntuale non può essere affrontato in poche righe. Inqua-
riscontro tra le strutture è stato messo in relazio- drabile nell’XI secolo, un documento del 1036
ne con la vasta diffusione del De Locis sanctis libri cita come committente Benedetto Rozo; il com-
tre, testo redatto dall’abate Adamnano sulla base plesso si distingue per un inedito sviluppo della
dei resoconti e degli schizzi di Arculfo. Questi, vis- cripta, che viene ad occupare tutta la lunghezza
FOTO: GERUSALEMME CELESTE, LA “CITTA DI CRISTO”, ERA UNO DI TEMI PIÙ DIFFUSI NELL’ICONOGRAFIA MEDIEVALE. LA SI
IMMAGINAVA DOTATA DI DODICI PORTE E PERFETTAMENTE REGOLARE, IN NETTA ANTITESI CON IL CAOS URBANISTICO DELLE
CITTÀ MEDIEVALI (FONTE: FILOSOFIA MEDIEVALE. DA SANT’AGOSTINO A SAN TOMMASO, GIUNTI EDITORE, MILANO, 2006)
dell’edificio, nella quale trovava spazio, probabil- tra fine IV inizi V secolo, nello scritto De Quantita-
mente sotto l’altare presbiteriale e raggiungibile te animae, afferma che il cerchio è simbolo della
da qualche tipo di collegamento di cui oggi non virtù per la regolarità e l’armonia delle sue carat-
rimane traccia, l’imitatio sepulcri. teristiche formali (“congruentia rationum atque
Le strutture finora esaminate, pur essendo concordia”) mentre Eusebio di Cesarea, anch’egli
specificatamente dedicate al Santo Sepolcro, ne vissuto nel IV secolo, descrive, nella Vita Constan-
riprendono solo alcuni elementi, peraltro archi- tini, l’Anastasis circolare come matrice della Ge-
tettonicamente molto differenti dal modello ori- rusalemme celeste. Concetto ripreso ed elabo-
ginale. In effetti nessuna fonte medievale mette rato, sempre nel corso del IV secolo, da Socrate
in evidenza le qualità formali e strutturali di un Scolastico che, nella Historia ecclesiastica, instau-
edificio, considerando invece gli aspetti pratici, ra una identità nominale fra il Santo Sepolcro e
liturgici e simbolici. Evidentemente gli uomini la Gerusalemme celeste. Conseguentemente le
del Medioevo avevano un’idea diversa dalla no- parole di Cirillo di Alessandria per cui “la Chiesa
stra su ciò che rende un edifico paragonabile ad è immagine per imitazione della Gerusalemme ce-
un altro. leste” trovano eco, nel XII secolo, nelle considera-
zioni che il teologo Candido di Fulda mette per
iscritto nel suo Vita Eigilis: secondo l’autore il cer-
La simbologia nelle imitationes chio simboleggia la Chiesa che non ha mai fine
e contiene in sé i sacramenti; rappresenta anche
Le fonti medievali attestano come, sin dal IV il regno dell’eterna maestà divina e la speranza
secolo, fosse diffusa l’inesattezza nel descrivere nella vita futura (“praemia mansura quibus iusti
le forme geometriche. Gregorio di Nissa, pur scu- merito coronatur in aevum”). Altre interpretazioni
sandosi di utilizzare una terminologia imprecisa, sul significato simbolico del cerchio si ebbero in
parlava della pianta ottagonale di
una chiesa come di un cerchio con
otto angoli, e con il passare dei se-
coli questo genere di distinzioni di-
venne sempre meno rigoroso. Nel
VI secolo Isidoro di Siviglia diventa
estremamente vago: nei suoi scritti
una sfera è una figura rotonda si-
mile a sé stessa in ogni sua parte;
un cilindro è una figura quadrata
con un semicerchio alla sommità.
Un secolo dopo, nel De locis sanctis
libri tres, Arculfo definisce l’Edicola
dell’Anastasis e altri luoghi santi
come rotundi, quando in realtà noi
sappiamo non esserlo affatto. An-
che l’Anonimo pellegrino riporta
in un disegno tre edifici che asseri-
sce aver visto di persona: al centro,
l’Anastasis è resa come un cerchio
perfetto privo di absidi e sostegno.
Evidentemente, dietro a quelli che
un contemporaneo definirebbe
“errori”, vi sono criteri connessi al
significato simbolico e numerolo-
gico.
Già Agostino d’Ippona, vissuto FOTO: LA RESURREZIONE DI CRISTO, PIERO DELLA FRANCESCA (1463),
MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO (AR) (FONTE: WIKIPEDIA)
tutto il Medioevo fino a Dante. nella descrizione della chiesa di Sankt Michael a
Parallelamente si avvia un interpretazio- Fulda, vede nelle otto colonne un simbolo non
ne simbolica delle Sacre Scritture che riunisce della Resurrezione ma delle Beatitudini.
nell’area sacra del Sepolcro i segni, le memorie e
i simboli della cosmogonia: qui venivano rappre-
sentati metaforicamente il centro della terra, la Conclusioni
tomba di Adamo, il ricordo del sacrificio di Abra-
mo e di Melchisedek. Quanto esaminato finora mi sembra sufficien-
Anche i numeri assumono un significato sim- te ad affermare come, per la realizzazione delle
bolico importante. In particolare l’otto e il dodici imitationes, fossero ripresi e riproposti solo alcu-
ebbero nell’architettura medievale e, nel caso ni elementi e strutture architettoniche, il cui si-
specifico, nella riproposizione di alcuni elementi gnificato simbolico e numerologico richiamava
nelle copie degli edifici, un ruolo di primaria im- nella mente dei fedeli l’archetipo originale.
portanza, in quanto la loro quantità numerica è Deichmann, in un suo saggio del 1983 intito-
relazionata ai valori simbolici che essi avevano lato Archeologia Cristiana, manifestò forti dubbi
nella dottrina medievale. Il dodici, specialmente sulla possibilità che nell’età paleocristiana l’ar-
in connessione alla tomba di Cristo, richiamava chitettura esprimesse dei significati: a suo giudi-
alla mente in modo quasi automatico il numero zio le interpretazioni simboliche della forma del-
degli apostoli. Agostino, nel Iohannis evange- le chiese furono elaborate solo a partire dall’età
lium, afferma che il numero dodici è il risultato carolingia e, nella maggioranza dei casi, “le inter-
del prodotto di tre, le persone della Trinità, per pretazioni sistematiche della forma delle chiese”
quattro, le regioni del mondo in cui gli apostoli furono attribuite a edifici già esistenti. Condizio-
predicavano i quattro vangeli. Per Eusebio, nella namenti semantici si ebbero solo in alcuni cam-
Vita Constantini, il dodici rammenta i discepoli di pi: nell’orientazione delle chiese, talvolta nel sim-
Gesù mentre Arculfo associava il numero di que- bolismo del tre e dell’otto e in altre situazioni che
sti ultimi a quello delle lampade che pendevano, esulano dal contesto di nostro interesse. Tuttavia,
in tre gruppi di quattro ciascuna, nel Santo Se- a fronte di quanto da me trattato e alla luce delle
polcro. più recenti indagini e testimonianze archeologi-
Anche il numero otto era ricco di significati che, mi trovo in accordo con quanto asserito da
implicando riferimenti, come già sostenuto nel Krautheimer, nell’ormai lontano 1942, nel saggio
IX secolo da Scoto Eriugena, alla domenica della Introduction to an “Iconography of Medieval Ar-
Pasqua, alla Pentecoste, alla rinascita, all’immor- chitecture”: “Fin dall’età paleocristiana e per tutto
talità e soprattutto alla Resurrezione: era anzi il il medioevo sia le descrizioni e le rappresentazioni
simbolo stesso del Redentore. In questo senso va grafiche di edifici, sia le copie architettoniche non
sottolineato quanto affermato da Agostino nelle furono altro che una vilis figuratio, per la quale era
Epistolae: “[…] ut octavus primo concinat” ovvero sufficiente scegliere un certo numero di elementi
il numero otto era considerato come un “ritorno” essenziali: la scelta di tali elementi e il loro risalto
del numero uno e quindi un simbolo di rigene- visivo erano determinati dall’importanza delle loro
razione. Tuttavia anche in questo caso le inter- connotazioni religiose”.
pretazioni non sono univoche: Candido di Fulda,
È
un fatto ormai generalmente accettato davanti alle coste cilene sarebbero stati ritrovati
che non fu Cristoforo Colombo a scopri- i resti del naufragio di una giunca cinese che, dai
re il continente americano. Quando, il 12 cocci di stoviglie ad essi associati, farebbero risa-
ottobre 1492, le tre famose caravelle sbarcaro- lire l’imbarcazione all’epoca Ming.
no sulla costa di un’isola dei Caraibi, erano state Una cosa comunque è sicura, che molto prima
ormai da secoli precedute dalle imbarcazioni di dell’arrivo di Colombo, dei Vichinghi e dei Cinesi,
altri navigatori provenienti dal Vecchio Mondo. il continente americano era intensamente popo-
Attorno al 1000, una spedizione vichinga guidata lato, vi erano sorte culture stanziali e grandi ci-
da Leif Eriksson, figlio di Erik il Rosso, lo scoprito- viltà che ci hanno tramandato le tracce di ampli
re della Groenlandia, avrebbe raggiunto una ter- complessi urbani, edifici imponenti, opere d’arte
ra posta ad occidente della Groenlandia stessa, di elaborata fattura, talvolta i segni di una cono-
che i Vichinghi chiamarono Vinland (dal termine scenza che non cessa di stupirci, come nel caso
“Vin” che significa “pascolo” in lingua norrena) della matematica e dell’astronomia maya.
e che dovrebbe corrispondere a Terranova o al Un punto importante che dobbiamo sempre
Labrador. Questo racconto, a lungo ritenuto leg- tenere presente è che, nonostante il raggiungi-
gendario, è stato comprovato nel 1961 dalla sco- mento di questi importantissimi sviluppi, tutto
perta dei resti di un villaggio vichingo a L’Anse quanto riguarda la storia delle Americhe prece-
aux Meadows, nella parte settentrionale dell’iso- dente al 1492 per noi è preistoria, sfuma in una
la di Terranova. nebbia indistinta. Perché nel XVI secolo i con-
Come se non bastasse, in tempi più recenti, quistadores non si limitarono a sottomettere le
civiltà più evolute del “nuovo mondo” ovvero prima cosa, occorre tenere presente che le affi-
Aztechi, Incas e quel che rimaneva della civiltà nità linguistiche fra le varie popolazioni umane
Maya; ma fecero di tutto per annientarle in ogni riflettono (perlopiù) le loro parentele biologiche.
loro aspetto, a cominciare dalla distruzione di Fenomeni per i quali un popolo è costretto ad
tutti documenti scritti. Ed in tal modo interi, im- abbandonare la propria lingua e la propria cul-
portantissimi capitoli della storia umana furono tura per adottare forzatamente quelle di una
consegnati all’oblio. popolazione completamente diversa, come è
Secondo l’ipotesi più comunemente accet- avvenuto ad esempio per gli afro-americani,
tata, le popolazioni amerindie avrebbero avuto sono piuttosto rari e compaiono relativamente
origine da bande di cacciatori nomadi siberia- tardi nella storia, ragion per cui siamo legittimati
ne che durante l’età glaciale, circa 12.000 anni a ritenere che l’albero genealogico delle lingue
fa, avrebbero attraversato quello che oggi è lo umane rifletta con buona approssimazione quel-
stretto di Bering che, a causa dell’abbassamento lo delle popolazioni.
del livello degli oceani conseguente alla glacia- Nel 1957 il linguista Joseph Greenberg propo-
zione, si sarebbe trasformato in un ponte di ter- se una teoria che allora apparve rivoluzionaria:
ra emersa (denominato Beringia). Solo in tempi quasi tutte le lingue parlate dalle popolazioni
molto recenti si è cominciato a pensare che que- native americane, e di conseguenza le popo-
sta sia solo una parte della storia, in realtà molto lazioni stesse, dal Canada alla Terra del Fuoco,
più complessa, dell’antico popolamento delle avrebbero avuto un’unica origine, riconducibile
Americhe. ad una migrazione avvenuta in epoca preistorica
Spesso è necessario semplificare per poter dall’Asia settentrionale; apparterrebbero ad una
scoprire la complessità sottostante. Questo è stessa famiglia che egli denominò amerindia.
certamente avvenuto nel caso dello studio delle Quasi tutte, perché Greenberg individuò due
origini delle popolazioni native americane. Per importanti eccezioni: i linguaggi (e le popolazio-
tra loro, Selknam (Ona) e Yamana, (i due gruppi locare a ben 40.000 anni fa.
più meridionali e più isolati) Kaweskar (Alacaluf) e In secondo luogo, siamo ben sicuri che fino ai
Aonikenk (Haush) più a nord, in Patagonia. vichinghi e a Colombo l’unica via per accedere
Secondo diversi autori che hanno analizzato il al continente americano fosse rappresentata sol-
DNA di questi popoli, i fuegini sono i discendenti tanto dal ponte di terra della Beringia e/o dallo
della prima popolazione che arrivò in America pas- stretto di Bering? E se la navigazione transocea-
sando dallo stretto di Bering, circa 20.000 anni fa, nica fosse molto più antica di quanto abbiamo fi-
ben prima dei Clovis. Successive ondate migratorie nora supposto? In fin dei conti, l’Australia è stata
spinsero questo popolo sempre più a sud, sino a raggiunta via mare dall’uomo circa 70.000 anni
che si trovò chiuso nel vicolo cieco della Isla Grande fa, e i Polinesiani hanno conquistato il Pacifico
e degli isolotti circostanti, alla punta estrema della navigando su zattere di balsa.
Terra del Fuoco”.2 Qualche tempo dopo la pubblicazione in in-
Probabilmente, però, l’aspetto più interessan- ternet di una prima versione di questo articolo,
te è che i Fuegini erano completamente diversi un mio conoscente che indicherò con le iniziali,
da tutti gli altri Amerindi e/o popolazioni giunte C. R., mi fece avere la comunicazione che vi tra-
nelle Americhe dall’Asia orientale attraverso lo scrivo, purtroppo senza specificare la fonte:
stretto di Bering: “Recenti studi di paleoparassitologia hanno di-
“ I crani di Fuegini fossili non mostrano i caratte- mostrato che alcune popolazioni precolombiane
ri mongoloidi (non vorrei essere fraintesa, intendo conservavano nel loro intestino tracce di parassiti
le caratteristiche somatiche altaiche tipiche dei po- che non sarebbero potuti sopravvivere alle rigide
poli orientali) tipici invece degli Amerindi”.3 temperature e al tipo di alimentazione a cui i movi-
A dire la verità, che i Fuegini non avessero menti migratori attraverso lo stretto di Bering era-
molto a che spartire con gli amerindi, anche sen- no sottoposti. Parassiti che ancora oggi non esisto-
za le analisi del DNA mitocondriale lo si poteva no nelle popolazioni Inuit, per esempio.
già sospettare, se non altro perché i Tehuelche, Perciò, questi parassiti come ci erano arrivati
gli Amerindi della Patagonia, manifestavano nei nelle Americhe? Per rispondere alla questione è ne-
confronti dei Fuegini un vero e proprio odio raz- cessario affiancare alla tesi delle migrazioni glacia-
ziale che raggiungeva l’apice nei confronti dei li anche la possibilità di flussi atlantici a latitudini
sanguemisto amerindio-fuegino. temperate. Qualcuno attraversò l’oceano in epo-
La teoria di Greenberg, che mezzo secolo fa che assolutamente insospettabili.
era un’ipotesi rivoluzionaria, oggi è, per così dire, Chi, quando e da dove forse ce lo dirà la
la versione ufficiale. Bene, possiamo dire tran- genetica”.4
quillamente che i conti non tornano, e ci sono Occorre perlomeno prendere in considerazio-
molte cose che essa non spiega, anche una volta ne l’ipotesi che le Americhe possano essere state
corretta con l’aggiunta del quarto ramo paleo- raggiunte via mare già in età preistorica, a lati-
amerindio. tudini molto più basse di quelle che finora sono
Per prima cosa, la presenza dell’uomo sul con- state considerate.
tinente americano sembra risalire molto più in- Possiamo ipotizzare la presenza nelle
dietro nel tempo rispetto ai 12.000 anni contem- Americhe di popolazioni ancora più antiche dei
plati dall’ipotesi di Greenberg, e pure i 20.000 paleo-amerindi, ossia gli antenati dei fuegini e
anni che sono stati ipotizzati correggendo la sua dei Pericu? (in via ipotetica indicheremo queste
teoria al rialzo per fare posto al gruppo paleo- ultime con il termine di paleo-americani).
amerindio risultano ancora troppo pochi, circa la Sembrerebbe proprio di poter dare una ri-
metà del tempo a cui risalirebbero le più antiche sposta affermativa a questa domanda, perché la
tracce umane sul continente americano, che al- rivista “Nature” nel numero del settembre 2003
cuni ritrovamenti, come vedremo, farebbero col- segnala i risultati davvero sorprendenti di una ri-
2) Sottospecie e popolazioni, la solitudine di h. sa- cerca condotta su 33 crani molto antichi ritrovati
piens, “L’orologiaio miope” (www.lorologiaiomio- nella Bassa California, che sembrerebbero pre-
pe.com). sentare delle affinità genetiche piuttosto con le
3) Ibid. 4) C. R. comunicazione privata, settembre 2009.
ha dato vita alla più antica e più misteriosa delle Ebbene, a questo punto arriva la sorpresa, per-
culture precolombiane: gli Olmechi (senza peral- ché nel 1999 due archeologi dello Smithsonian
tro escludere che potesse trattarsi di una “vera” Institute, Dennis Stanford e Bruce Bradley, si
popolazione negroide di origine africana giunta sono accorti che l’industria litica Clovis non
nell’America meridionale attraverso l’Atlantico). presenta nessuna somiglianza con quella del-
Quello degli Olmechi costituisce uno dei più la Siberia da cui provengono gli antenati degli
affascinanti ed intriganti misteri dell’archeologia Amerindi, ed ha invece una somiglianza spicca-
precolombiana: questo popolo e questa cultura ta con un’industria litica europea, quella solu-
sembrano comparire dal nulla nell’America cen- treana. Non basta. Sebbene il sito che ha dato il
trale 3.500 anni fa, quindici secoli prima di Cristo; nome a questa cultura, Clovis, appunto, si trovi
una cultura che appare subito matura, che ci ha nel Nuovo Messico, la maggior parte dei siti in
lasciato notevoli opere ingegneristiche e sculto- cui compaiono questi manufatti si trova nell’est
ree, che sembra essere la civiltà madre di tutte degli attuali Stati Uniti, concentrata soprattutto
le successive culture mesoamericane, compresi attorno alla Chesapeake Bay, la grande baia che
i maya e gli aztechi, e che scompare altrettanto lambisce tre stati: Virginia, Delaware e Maryland,
all’improvviso, lasciando dietro di sé una cin- oltre al Distretto di Columbia: una disposizione
quantina di sculture ed alcune enormi teste di che suggerisce una provenienza dal mare ed un
pietra dai tratti marcatamente “negroidi”. irradiamento da est verso ovest.
Erano forse i discendenti di paleo-americani Nell’età glaciale, argomentano Stanford e
di origine sud-asiatica con caratteri fisici “negri- Bradley, il livello degli oceani era significativa-
tici”? mente più basso di oggi a causa della grande
Questa però è solo una parte della storia. quantità di acqua imprigionata sotto forma di
Sembrerebbe che quelli di origine sud-asiatica ghiaccio sulle masse continentali; inoltre un’inin-
non siano i soli paleo-americani con cui abbia- terrotta “linea costiera” di ghiacci si estendeva
mo a che fare, ma che nell’America preistorica dalla sponda europea a quella americana dell’At-
si siano confrontate due popolazioni distinte di lantico, inglobando l’Islanda e la Groenlandia.
origine del tutto diversa. Per dei cacciatori solutreani che si spostassero
Altri ritrovamenti di resti umani e indizi arche- lungo di essa a bordo di canoe dando la caccia a
ologici suggeriscono infatti la presenza di un al- foche ed altri animali marini, ipotizzano i due ar-
tro ceppo di paleo-americani dai tratti fisici “cau- cheologi, raggiungere il Nuovo Mondo sarebbe
casoidi” e di origine europea. stato tutt’altro che impossibile.
Studiando gli attrezzi litici dell’età della pie- Se, come nel caso dei paleo-americani di ori-
tra del continente americano, si incontra in pri- gine sud-asiatica o africana, ci poniamo il pro-
mo luogo la cultura Clovis, così chiamata dal sito blema delle tracce che questi antichissimi euro-
del Nuovo Messico dove per la prima volta que- americani possono aver lasciato, sarà ancora più
sti manufatti furono rinvenuti nel 1929. Questi facile dare una risposta positiva.
ultimi consistono in punte di lancia e di freccia Notiamo per prima cosa che all’epoca della
di lavorazione raffinata (al punto che noi oggi, conquista erano diffuse leggende su uomini di
abituati agli utensili di metallo, ci stupiamo di pelle bianca e barbuti che sarebbero comparsi
cosa hanno saputo fare gli uomini preistorici con all’improvviso dopo una catastrofe naturale (for-
la pietra, con quanta abilità, precisione e senso se le inondazioni provocate dal disgelo seguito
estetico siano riusciti a lavorarla); la cultura Clovis al dryas) per aiutare i nativi e portare loro una
si sviluppò attorno a 12.000 anni fa, e scompar- forma più elevata di civiltà; talvolta un uomo
ve all’avvento della mini-età glaciale nota come solo, più spesso un gruppo comunque identi-
Dryas superiore; finché 9.000 anni fa compare la ficato con il nome del suo leader: Viracocha in
cultura Folsom, derivata da essa, che è considera- Perù, Quetzalcoatl o Gucumatz nell’America cen-
ta quella che ha portato la lavorazione della pie- trale E ed è anche noto come il ricordo di questi
tra scheggiata al più alto livello di perfezione in uomini divinizzati dai nativi spianò la strada alla
assoluto, tra gli strumenti litici del Vecchio e del conquista da parte degli Spagnoli, la cui invasio-
Nuovo Mondo. ne fu scambiata per il ritorno di Quetzalcoatl o
T
ra le innumerevoli caratteristiche distin- vita del faraone sovrano regnante, allo stesso
tive della civiltà egizia, troviamo al pri- modo in cui Osiride rappresenta il faraone da
mo posto la simbologia. defunto. Il Dio falco Ra è rappresentato spesso
Attraverso il “geroglifico”, rappresentazione con le ali spiegate, a simboleggiare la protezio-
grafica di un soggetto o di un evento legato ad ne su tutti i sovrani regnanti della dinastia egizia.
esso, la simbologia ha dato voce ad un popolo Emerso dalle acque primordiali del Nun, Horus fa
artistico ed esteta, quale appunto è stata la civil- del sole il suo corpo, divenendo di fatto simbolo
tà delle piramidi e dei faraoni. di prosperità e di salute.
Oggi possiamo studiare i simboli egizi analiz- La storia egizia racconta che l’occhio fu strap-
zando i milioni di reperti rinvenuti nei siti archeo- pato alla divinità in seguito al combattimento tra
logici africani. Reperti e siti archeologici comple- il Dio-sole e Seth, Dio del male, che vive ed opera
tamente saturi di riferimenti artistici a divinità, o sulla Terra, avendo usurpato il potere al legittimo
semplicemente ad ordinarie scene di vita reale o re Osiride, ucciso e tagliato in 14 pezzi. Le teorie
di vita quotidiana del popolo. più o meno fondate ed ufficializzate che orbita-
Paradossalmente, attraverso la loro simbolo- no intorno la simbologia del famoso occhio han-
gia, gli egiziani sono riusciti addirittura a fondere no una straordinaria caratteristica, del tutto inu-
e far convivere suale quando si parla di mondo antico. Nessuna
insieme, nella stessa rappresentazione artisti- entra in conflitto con le altre.
ca, il sacro ed il profano. L’esempio per eccellenza Spaziano nei vari campi del sapere, dalla me-
di questa unione è sicuramente il famoso occhio dicina alla matematica, dall’architettura alla reli-
di Horus. Chi, almeno una volta nella vita, non si gione, ma senza mai contrastarsi tra di loro, sem-
è imbattuto, spesso anche inconsapevolmente, mai spesso completandosi e dandosi un senso a
in questo straordinario emblema artistico e ma- vicenda.
tematico allo stesso tempo. Ciò che rende affascinante il simbolo in sé è
Facendo un panoramico sunto introduttivo appunto l’armonia che si crea quando si riescono
della storia di Horus possiamo dire che il Signor a fondere diversi elementi, per dar vita in seguito
Horus, o Hor in lingua madre, rappresenta una ad una sola creazione perfetta.
delle più importanti ed adorate divinità egizie. Questo lo possiamo appunto notare in tutte
Dio - Sole, considerato la rappresentazione in le teorie studiate fino ad oggi. Infatti, nella mate-
matica egizia, le parti componenti l’occhio di Ho- Questo però non ci deve indurre in dubbiose e
rus erano utilizzate per comporre frazioni aventi titubanti riflessioni, ma bensì ci deve far rendere
denominatore comune il numero 64. Il denomi- conto ancora di più della completezza della sim-
natore 64 era utile per rappresentare le unità di bologia egizia.
misura dei cereali nel raccolto. Sommando le fra- Quindi, come per l’occhio destro, anche la
zioni che costituiscono l’occhio si ottiene 63/64... rappresentazione dell’occhio sinistro assume un
manca evidentemente 1/64. proprio significato simbolico.
Ma la leggenda vuole che l’ 1/64 mancante Dalle raffigurazioni marmoree delle incisioni
sarebbe apparso solamente grazie ad una magia rappresentanti Horus possiamo notare che l’oc-
di Thoth. Tuttavia, se analizziamo la stele di Nebi- chio sinistro è cavo: manca praticamente tutto
pusesostri, ci accorgiamo che entrambi gli occhi l’apparato visivo. Per questo la tradizione vuole
di Horus sono inseriti in un contesto geroglifico, che l’occhio destro, perfettamente sano, è l’oc-
che a sua volta rappresenta un’equazione ma- chio del Dio che “Tutto vede e soveglia”, mentre
tematica... dove il risultato finale è appunto 0... quello sinistro, cavo e cieco, è l’occhio destinato
ecco svelato l’arcano! all’umanità.
Ma come è arrivato questo simbolo fino ai Il significato è evidente e palese a tutti colo-
giorni nostri? Per questo dobbiamo ancora una ro che leggono la leggenda. Ancora una volta i
volta ringraziare il noto faraone Tutankhamon. due occhi si completano a vicenda. L’occhio cavo
E’ proprio sulla salma mummificata del faraone, necessita di quello sano per poter vedere... e l’oc-
precisamente sotto il 12° strato di bende che lo chio sano non avrebbe
ricopriva, che gli archeologi, impegnati nell’ana- senso di esistere senza l’occhio malato.
lisi del sarcofago, hanno rinvenuto un amuleto Questa è solo una piccola analisi di 1 dei circa
raffigurante appunto una rappresentazione “sti- 10.000 simboli e geroglifici che oggi sono sog-
lizzata” dell’occhio. getto di studio da parte degli egittologi, degli
Per questo motivo, l’occhio è stato considera- archeologi e, in alcuni casi, anche di qualche
to prima di tutto come amuleto. Il prezioso sim- ufologo. Infatti le tradizioni egizie riportano di
bolo era inserito nei bendaggi dei defunti, nei Horus scene ben precise tratte dalla vita del dio:
papiri e nelle incisioni, in quanto simbolo di rige- “Ra percorre ogni notte il mondo degli inferi, su di
nerazione e di rinascita. L’amuleto era portato sia una nave reale, dove naviga lungo il Nilo celeste
da esseri umani che da animali, con l’auspicio di attraverso la Duat, superando Caos, per emergere
ottenere, dal Dio che rappresentava, protezione ancora una volta all’alba, trionfante, protetto dal
per sé e per la propria famiglia. In tal senso è pos- mostro Apep e Mehen. E’ colui che ha creato l’uo-
sibile addirittura trovarlo all’esterno di qualche mo, fu il primo faraone e ha stabilito i costumi della
abitazione, per proteggerla dai malintenzionati. nostra civiltà”.
Spesso però è possibile imbattersi in due tipo- Secondo i dogmi egizi, strettamente legati
logie diverse di rappresentazioni dell’occhio di alle diverse razze aliene ad oggi conosciute, Ho-
Ra. Infatti esistono, quasi paradossalmente, rap- rus era appunto colui che aveva donato la vita al
presentazioni sia dell’occhio sinistro che dell’oc- genere umano, e letteralmente “Colui che tutto
chio destro del dio egizio. vede e sorveglia dall’alto”
L’itinerario Burdigalense
Le antiche vie del pellegrinaggio
raggiungere la meta attraverso difficoltà e pe- penisola balcanica entrò nel territorio di Costan-
ricoli, si legge l’intento a voler seguire le orme tinopoli. Nella fase finale del suo viaggio attra-
del sacrificio di Cristo. Solo così si può giustifi- versò la penisola anatolica e la Siria per giungere
care ai nostri occhi un viaggio che ancora oggi infine a Gerusalemme.
si presenta poco agevole, soprattutto dove il A differenza degli altri pellegrini che sin dall’i-
paesaggio è aspro e scarsamente popolato. Ieri nizio della cristianità si recarono a Gerusalemme,
come oggi li anima lo spirito religioso che inci- il burdigalense fu ispirato a compilare un suo dia-
ta a ripercorrere le tappe della presenza terrena rio personale, l’Itinerarium a BurdigalaJerusalem
di Gesù: a Betlemme, ad imitazione della prima usque, nel quale delineò tutto il percorso e de-
visita dei Magi nella mangiatoia dove nacque, e scrisse tutte le località attraversate. Annotò me-
a Gerusalemme dove subì il martirio, fu sepolto ticolosamente ogni fase del suo lungo viaggio,
e risuscitò, ad imitazione della Maddalena e del testimoniando, ma solo implicitamente, della
burdigalense, per immedesimarsi nella sofferen- durezza del percorso, della fatica e dei sacrifici
za subita con il sacrificio in croce, avvenuto per che esso comportava. Quell’uomo religioso con-
riscattare l’umanità dal peccato. segnò alla storia un diario preciso e puntuale,
ma scevro da ricadute pietistiche e da autocom-
miserazione, così da far apparire facile anche un
L’itinerario Burdigalense viaggio che invece presentava molte difficoltà,
la prima delle quali era l’incognita per i pericoli
Nel 333 d. C. la via orientale per raggiungere in agguato che si potevano manifestare ad ogni
Gerusalemme da Bordeaux era tracciata in parte passo e all’improvviso. Un probabile sentimento
dalle vie consolari romane che conducevano a di empatia con la sofferenza inflitta a Cristo at-
Costantinopoli, capitale dell’Impero romano d’O- traverso il martirio gli poteva far rendere accet-
riente, e in parte dal percorso del Danubio, la via tabile qualsiasi sacrificio affrontato lungo il cam-
fluviale che aveva favorito il diffondersi delle più mino che lo separava dalla meta cristiana, in pre-
antiche civiltà. I romani avevano esteso nel loro visione che l’appagamento per averla raggiunta
impero una rete viaria che s’irradiava da Roma in lo avrebbe ripagato dalle difficoltà superate. In
tutte le direzioni, penetrando nel territorio con tal modo per chi, come lui, avesse voluto intra-
rettilinei che rendevano possibili e rapidi gli spo- prendere consapevolmente quel viaggio, tutto
stamenti militari. Percorse però non solo per con- poteva sembrare più facile, alla luce delle prove
quiste territoriali, ma anche per commercio, per ritenute necessarie da affrontare e degli ostacoli
incontri tra cittadini di varie località e per viaggi da superare in nome di Cristo.
culturali, le vie romane contribuirono al progres- Noto come Itinerarium Burdigalense, il diario
so dei popoli. Frequentate già per innumerevoli del viaggio è riportato in Corpus Christianorum
motivi, lo furono anche in epoca cristiana. I loro Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographi-
percorsi rettilinei facilitavano il cammino e ren- ca, Turholti 1965, e corrisponde al documento
devano più vicina la meta religiosa dei pellegrini. più antico dei pellegrinaggi cristiani. Ispirato in
Partito da Burdigala, il pellegrino francese si parte agli itinerari di viaggio dei romani, divenne
diresse verso Tolosa e, costeggiando in parte il guida preziosa per la schiera dei pellegrini che
Golfo del Leone, attraverso la via Domizia, la più intesero seguire il suo esempio a raggiungere,
antica strada romana costruita in Gallia, raggiun- nel tempo, la Terra santa. Da diario intimo si tra-
se Arles. In Provenza risalì verso il Moncenisio e, sformò in guida universale quando, diffuso in
attraverso questo passo alpino, raggiunse Tori- ambito religioso, rappresentò una pietra miliare
no. Poi proseguì per la Via Postumia, costruita dai per coloro che ne intesero seguire le orme. Da
romani da Aquileia fino in prossimità di Genova umile e anonimo uomo di fede, il bourdigalense
per congiungere il mare Adriatico con il mar Li- divenne così il pellegrino per eccellenza, il pio-
gure. Percorrendola in direzione est, il pellegrino niere del pellegrinaggio in Terra santa e il suo
passò attraverso Tortona, diario fu “guida geografica e spirituale” per il pel-
Piacenza, Cremona, Verona e Vicenza, fino ad legrino cristiano di ogni tempo.
Aquileia. Di là, lungo la valle del Danubio e la Il burdigalense nel suo viaggio di ritorno, per
(Ordonia), Aecas (Troia). Raggiunto Benevento, La Puglia, anche con i pellegrinaggi cristiani,
proseguì verso Roma attraverso Capua, percor- si riappropriò del ruolo di “ponte sul Mediterra-
rendo la Via Appia antica. Il suo viaggio continuò neo”, assolto da sempre per le civiltà che si erano
poi verso nord, da Roma sulla Via Flaminia e sulla susseguite sul suo territorio, dall’uomo di nean-
Via Emilia percorrendo tratti che in seguito rien- dertal in poi.
trarono nel tracciato della Via Francigena, finché I romani, che avevano fatto del Promontorio
giunse a Milano. Per dirigersi verso Burdigala, la di Leuca, o Capo Japigio, il finis terrae sud orien-
città dalla quale era partito, seguì le strade fran- tale del loro impero nel continente europeo, ave-
cesi dirette verso ovest. vano in realtà calcato le orme di popoli di civiltà
Il burdigalense descrisse tutto il percorso se- preistoriche evolute come gli autoctoni Uluzzia-
guito, citando le città attraversate e le mansiones, ni, gli atlantici romanelliani, i nomadi scandinavi,
le zone di sosta dove trovare ospitalità e, per chi i costruttori di megaliti, i neolitici medio orien-
procedeva a cavallo, le mutationes che permet- tali... e come gli esponenti di civiltà avanzate di
tevano il cambio dei cavalli. Indicò anche la di- epoca storica, quali le genti iapige (Dauni, Peu-
stanza che intercorreva tra questi punti di sosta, ceti e Messapi), e Greci, che li avevano di poco
il cui valore medio corrispondeva a circa 25 mi- preceduti.
glia. Questa descrizione minuziosa del percorso Risalendo da Otranto fino a Roma e poi fino
è stata di aiuto in seguito agli studiosi per indivi- in Francia, il pellegrino di Bordeaux aveva de-
duare anche lo sviluppo viario romano, oltre che scritto tutto il percorso di ritorno, iniziando dal-
per le vie della fede. la via Appia-Traiana, che congiungeva l’estremo
Nel tempo i pellegrini che si recavano a Ge- lembo sud-est della penisola italica con Roma,
rusalemme preferirono seguire l’Itinerario bur- ma che in quel tempo sembrava essere la meno
digalense anche nel viaggio di andata, attraver- frequentata delle vie romane. Dopo l’approdo
sando l’Italia in entrambe le direzioni, per poter ad Otranto, provenendo dall’altra sponda dell’A-
visitare Roma, luogo del martirio di Pietro. Tale driatico, egli conobbe così, quale primo pellegri-
via per Gerusalemme presentava minore diffi- no cristiano ufficiale della storia, il territorio del
coltà territoriale lungo il percorso e i pellegrini Salento, il tratto sud della Puglia. Lo descrisse
erano anche favoriti da un clima più clemente. come un luogo poco abitato, ricoperto da foreste
Infine offriva l’opportunità di effettuare l’ultimo e con paludi costiere, ma ugualmente accoglien-
tratto via mare, un viaggio non meno pericoloso, te, poiché percorso da antiche vie, megalitiche,
ma sicuramente meno faticoso. messapiche, sallentine e romane, fornito dagli
stessi romani delle mutationes e delle mansiones, vrebbe annotato nel suo Itinerarium. Dobbiamo
che gli furono provvidenziali. concludere che una delle zone del Salento più
In un passo del libro “Grecìa Salentina – Origini fittamente abitate dai Messapi, posta fra i grandi
e Storia”, Edizioni Ghetonia, Rocco Aprile, autore centri di Cavallino, Roccavecchia, Muro e Vaste,
salentino, rifacendosi ai testi di altri studiosi che nel IV secolo d. C. era ormai pressoché deserta>.
avevano trattano l’argomento, quali A. Sanasi, F. Interessante è notare che tra le foreste che ri-
D’Andria e R. Gelsomino, scrive: coprivano il Salento i resti di antiche civiltà (men-
<Un pellegrino di Bordeaux, dopo aver visita- hir, dolmen e specchie) marcavano la via percor-
to la Terra Santa, ritorna nella sua città. Imbarca- sa dal burdigalense e probabilmente gli faceva-
tosi a Valona, sbarca a Otranto e percorre la Pu- no da guida, come avevano fatto da millenni per
glia, annotando scrupolosamente le mutationes tutti gli altri viandanti, essendo state tracciate
(posti in cui si cambiano i cavalli) e le mansiones proprio intorno a quei monumenti megalitici,
(dove i viaggiatori potevano sostare per mangia- punti nodali del territorio, tutte le vie antiche che
re e dormire). Il pellegrino dichiara di aver trova- lo percorrevano.
to la prima mansio ad un miglio dal porto. Dalla Da Brindisi a Roma il pellegrino di Bordeaux
mansio di Otranto a quella di Lecce – dice il pel- seguì ancora la via Appia, più nota per essere
legrino – ci sono circa 25 miglia con una mutatio stata descritta nel 39 a. C. dal poeta latino Quin-
intermedia sita in aperta campagna, con ogni to Orazio Flacco, nativo di Venosa, il quale ave-
probabilità a qualche chilometro dall’attuale Ca- va intrapreso il viaggio insieme al suo mecenate
limera, che allora non esisteva, così come non e a Virgilio. Da quel momento, alle descrizioni
esistevano gli altri centri della Grecìa salentina dell’uomo di cultura pagano, si aggiunsero quel-
(Carpignano, Martano e Martignano), perché se le del bourdigalense, che lesse il territorio con gli
il pellegrino passando li avesse visti, certamen- umili occhi del pellegrino.
te li avrebbe annotati nel suo “taccuino di viag- Alle sue annotazioni, però, fecero riferimento
gio”, come faceva sempre, giorno per giorno, con in seguito tanto i semplici, gli umili, i diseredati,
scrupolosità puntigliosa, raccogliendo i toponi- quanto regnanti e papi, poiché la condizione co-
mi dalla viva voce degli abitanti del luogo. Egli mune per poterlo svolgere era quella di imme-
dice soltanto che dopo Otranto la strada costeg- desimarsi nel ruolo del pellegrino, spinto come
giava le paludi, poi si addentrava tra i boschi, in- lui da una buona dose d’intraprendenza e di au-
contrando resti di antiche civiltà (supponiamo tostima, ma soprattutto ispirato da una forte e
dolmen, menhir, specchie). Se fosse esistito un incrollabile fede religiosa.
solo nucleo abitato, certamente il pellegrino l’a-
(Puglia) e a Trasano (Basilicata) registrano le più nel V millennio a.C, avevano consolidato invece
antiche testimonianze della presenza della cultu- una loro cultura e sviluppato abitudini specifiche
ra neolitica in Europa. (“La passione dell’origine – adeguando il loro organismo all’ambiente post-
Giuliano Cremonesi e la ricerca preistorica nel glaciale. L’adattabilità alle condizioni ambientali
Salento”, a cura di Elettra Ingravallo, Conte Edi- aveva permesso loro di superare alterne fasi cli-
tore Le 1997), con ampia diffusione di comunità matiche, quali un millennio (XI-X a. C.) di prima
che, stabilite in territori eletti a loro residenza, di- fase temperata dovuta alla fine della Glaciazio-
vennero società stanziali complesse, interagenti ne Würm, un altro millennio di nuova Glaciazio-
tra loro per commercio, ma unite anche da pra- ne breve o Dryas recente (9.000/8.000 a.C.), una
tiche rituali di sepoltura processuale (area sepol- conseguente nuova deglaciazione (dall’8.000
crale del canale Sàmari a Gallipoli). in poi) ed una breve fase di clima molto rigido
Dalla mappa genetica elaborata da Cavalli- (6.200/5.800 a.C.) seguito da una successiva fase
Sforza risulta che la diffusione dell’agricoltura temperata.
avvenne ad opera di colonizzatori partiti da una Essi, a partire dal millennio XI a.C. si erano pro-
sola regione in Medio Oriente. Le aree interessa- digati fondamentalmente ad elaborare tecniche
te da tale diffusione furono: Mesopotamia, India, per facilitare la sincronizzazione delle dinami-
Ucraina, Palestina, Persia, Anatolia, Egitto, Euro- che terrestri in relazione a quelle celesti, avendo
pa. compreso che lo scenario caotico verificatosi nel
Il genetista dimostrò anche che la biforcazio- passaggio tra il Pleistocene e l’Olocene era stato
ne linguistica corse in parallelo con la biforcazio- provocato da un’oscillazione anomala della Ter-
ne genetica che contraddistinse i popoli neoliti- ra, più che dall’apparente instabilità della calotta
ci, derivata dalla modificazione della dieta e dalla celeste, manifestata con la modificazione degli
sedentarietà. La venuta dei neolitici in Occidente scenari astrali all’orizzonte e al Polo Nord astrale.
determinò, perciò, un radicale rinnovamento in Dalla primitiva osservazione astronomica
Europa, agendo su più fronti, compreso il lin- empirica effettuata con elementi mobili, tipo un
guaggio, avendo sovrapposto l’indoeurpeo agli palo di traguardo, pratica già nota sin dal Paleoli-
idiomi derivati dal “nostratico”, la lingua madre di tico, essendo documentata dalle registrazioni dei
origine paleolitica risalente al 15.000 a.C. cicli astronomici effettuata con incisioni a tacche
Le genti che abitarono l’Europa dall’XI mil- nei reperti ossei rinvenuti nel sito francese di Les
lennio a.C. in poi, fino all’incontro con i neolitici Heyez de Tayac, derivò un sistema meglio orga-
FOTO: MAPPA DIFFUSIONE DELL’AGRICOLTURA CHE COINCIDE CON LA DIFFUSIONE DELLA LINGUA INDO-EUROPEA (NELL’ EURASIA )
nizzato, con postazione stabile per l’osservatore i Cro-magnon loro antenati, che si erano mossi
e punti fissi di riferimento per gli oggetti astro- dalla loro area franco-cantabrica a seguito delle
nomici osservati. davastazioni post-glaciali, presentano all’analisi
Ancora nell’8.000 a.C., però, anche per gli os- biologica dei loro resti la caratteristica di avere
servatori astronomici fissi e complessi, come il avuto un “metabolismo ultrarapido”. Essendo
cerchio di Stonehenge, si impiegava un mate- passati da cacciatori stabili in fase glaciale a rac-
riale deperibile quale era il legno. Il noto monu- coglitori seminomadi in fase post-glaciale, espo-
mento a cerchi di megaliti fu preceduto, infatti, sti al rischi d’ingerire sostanze tossiche presenti
da cerchi di pali mobili, aventi le medesime fun- in natura che era necessario espellerle rapida-
zioni astronomiche. mente, svilupparono una mutazione genetica,
Nella stessa data nella Gran Bretagna, fu pra- elaborando un nuovo enzima preposto ad acce-
ticata una rudimentale tecnica di riproduzione lerare il loro metabolismo. Tale caratteristica, che
del nocciolo, essendo note a quelle genti che si è propria dei cacciatori-raccoglitori nomadi, li di-
prodigavano per la conoscenza e per la stabili- stingueva pertanto dai neolitici, caratterizzati da
tà della terra, le proprietà commestibili di albe- un “metabolismo lento”, poichè il loro organismo
ri e piante da frutto rientranti nella loro dieta di era abituato ad ingerire sostanze note e non tos-
raccoglitori seminomadi. La sperimentazione siche, dovute alla selezione operata tra i prodotti
di coltura incipiente interessò la Gran Bretagna di cibo spontaneo offerto dalla natura.
forse proprio a causa della carenza di cibo, per
continuo sfruttamento del suo territorio, essen-
do rimasta isolata sin dal millennio XI a.C. a cau- Insediamenti stabili
sa dell’inabissamento dell’istmo che la collegava
dall’Europa per l’innalzamento del livello degli Le stesse pratiche di agricoltura e di alleva-
oceani dopo lo scioglimento dei ghiacci della mento, che avevano trasformato i cacciatori-
Glaciazione Würm. raccoglitori seminomadi in comunità sedentarie,
Nel tempo, i monumenti astronomici in legno avevano anche favorito la costruzione stabile,
furono sostituiti da quelli in pietra, migliorando dai primi villaggi con capanne recintate alle vere
la loro funzione per le caratteristiche di stabilità urbanizzazioni.
e di incorruttibilità, necessarie ai fini dell’obietti- Le conoscenze relative alle prime città della
vo proprio dell’operazione megalitica. storia ci hanno condotto in Medio Oriente, con
Spostandosi per mare lungo le coste atlanti- Gerico in Palestina (9.000 a.C.), seguita da Çatal
ca e mediterranea, quelle genti evolute sul pia- Höyük e oggi anche da Novali Cori, entrambe in
no astronomico e costruttivo, eressero cumuli di in Anatolia. Lo scenario costruito intorno a quel-
pietre per sopraelevare le alture dell’entroterra e le città evolute, frutto di società complesse ed
intorno a quei “centri geodetici”, con intento co- avanzate, era derivato dall’idea che la fase neo-
smologico distribuirono dolmen e menhir orien- litica, iniziata 10-12 mila anni fa, si era sviluppata
tati astronomicamente. Con essi crearono com- ad opera di agricoltori ed allevatori in aree rese
posizioni geodetiche “a ruota” e “a tela di ragno” fertili dal clima temperato dell’era post-glaciale.
sulle ampie aree circostanti, assecondando l’ener- Recenti studi fanno risalire invece la nascita
gia del luogo, configurato a “cella geomorfologi- dell’agricoltura al periodo denominato Epipale-
ca”, in espansione per l’energia irradiata da quei olitico, il corrispondente del Mesolitico europeo
centri cosmogonici. Il compito dei costruttori di (10.000/6.000 a.C.) nelle aree medio orienta-
megaliti prevedeva di dover compiere un’opera- li, caratterizzate da siccità e da carenza di cibo,
zione ponderale diffusa nel mondo conosciuto condizioni sfavorevoli alla vita, dovute alla su-
per conferire stabilità della Terra e sincronia al bentrante Glaciazione breve, detta Dryas recen-
suo moto, modulandone lo scambio energetico te (9.000-8.000 a.C.), dopo un millennio di clima
con il cielo. Per il loro sostentamento facevano temperato.
ricorso a cibo reperito in natura, nutrendosi pre- I resoconti delle analisi effettuate sui semi ve-
valentemente di pesca e di raccolta di vegetali. getali indicano che le genti di quell’area, abban-
Per questo anche i costruttori di megaliti, come donando la savana ormai inospitale, perchè tra-
la Siria. Rientra tra le scoperte che modificano il Gobleki Tepe è il più antico complesso religio-
corso sinora delineato dall’archeologia e della so finora conosciuto, che, se classificato secon-
storia dell’uomo, poiché precede di oltre un mil- do il modello dei costruttori di megaliti europei,
lennio la costruzione di Gerico, le cui mura corri- sarebbe stato costruito da cacciatori-raccoglitori
spondevano sinora alle costruzioni monumenta- seminomadi, in movimento per diffondere l’o-
li più antiche elevate dall’uomo, ed è molto più perazione equilibrante megalitica nel mondo.
antico della nota città anatolica di Çatal Höyük. Se associato, invece, alle pratiche neolitiche svi-
La sorpresa consiste nel constatare che l’ele- luppate per l’esigenza legata alla sopravvivenza,
mento fondamentale prevalente, che permise la dopo le devastazioni post-glaciali, corrisponde
coesione delle genti, che le spinse ad aggregarsi ad un esempio di trasformazione di comuni-
in insediamenti urbani, a organizzarsi in società tà seminomadi in stanziali, divenendo il centro
complesse con distribuzione razionale di cariche di un territorio fertile, dove si aggregarono e si
e compiti per un migliore funzionamento della stabilirono per necessità contingenti. Il passag-
società e della distribuzione del lavoro e delle ri- gio da cacciatori-raccoglitori seminomadi in una
sorse, fu la religione. nascente civiltà urbana, prettamente funzionale
Collocato in una regione dove è presente l’ar- alla sovravvivenza e al sostentamento autopro-
chitettura urbana e nella quale si è anche pratica- dotto, implica comunque il possesso di un re-
ta l’agricoltura incipiente, il complesso di templi taggio culturale remoto e la maturazione di un
rinvenuto a Gobleki Tepe dimostra la centralità patrimonio di conoscenze di carattere culturale
conferita alla religione da quelle genti che l’abi- e religioso, attribuibile solo ad una cultura ben
tarono raccogliendosi in comunità stanziali sin radicata nel Paleolitico. Proprio tale spessore cul-
dall’inizio dell’Olocene e che in seguito furono turale, leggibile nel complesso di Gobleki Tepe,
anche in grado di produrre il cibo e di permetter- scatena paradossalemente scetticismo e rifiuto a
si il sostentamento autonomo. guardare a quei tempi remoti con occhi nuovi,
aperti alla luce di sempre più rivelanti evidenze. Tepe anche i riferimenti alle dinamiche celesti
Le pratiche di agricoltura, di allevamento e di dell’epoca, avendo le genti superstiti degli eventi
artigianato, che caratterizzano la cultura emer- provocati dal passaggio precessionale, avvenuto
gente della comunità neolitica costituivano le nel millennio XI a.C., riconosciuto in esse le cause
esperienze nuove per quelle nascenti comunità delle esperienze drammatiche vissute sulla Terra.
urbane, ma la religione, per l’innato sentimento In fase post-glaciale, quelle stesse genti, tro-
del sacro presente in ogni essere umano e la co- varono sulla collina di Gobleki Tepe il sito giusto
noscenza della tecnologia megalitica facevano per elevare il complesso sacro più rappresentati-
parte del patrimonio culturale di quelle genti vo della nuova era dell’Olocene, per praticare la
centro-euroasiatiche ed atlantiche che avevano loro religione astrale direttamente derivata dal-
superato la fase cruciale climatica del passaggio la conoscenza astronomica e contribuire con la
precessionale dal Pleistocene all’Olocene, rifu- loro arte e con la loro fede a mantenere un equi-
giandosi nel più accogliente bacino del Mediter- librio cosmico, tendente al caos ciclico, finalità
raneo. prioritaria del loro piano megalitico.
Proprio la religione, connessa alle conoscenze Essendo ancora cacciatori-raccoglitori semi-
astronomiche che avevano già guidato l’uomo nomadi, pervenuti attraverso il Mediterraneo in
del Paleolitico, dal Neandertal al Sapiens-sapiens, Anatolia, per l’allontanamento rapido dalla loro
rappresentavano i fattori di coesione necessari a nicchia ecologica franco-cantabrica devastata
far sì che quelle comunità, aggregate per neces- dalle turbolenze post-glaciali, trovarono nella
sità, potessero gestire al meglio le problemati- piana circostante di Harran, verdeggiante sin
che connesse alla complessità della emergente dall’inizio dell’Olocene, il terreno fertile da cui
civiltà urbana. trarre il loro necessario sostentamento.
La scoperta dell’implicazione astronomica nel Elessero il territorio a “luogo cacro” e vi si atte-
complesso di Gobleki Tepe risulta sorprendente starono, divenendo stanziali.
solo se si esclude un patrimonio di conoscenze Solo nei tempi di siccità provocati dalla Gla-
astronomiche empiriche, derivate da una mille- ciazione breve, probabilmente, quelle genti ana-
naria osservazione del cielo, con la registrazione toliche, come quelle di cultura natufiana che si
dei piccoli e dei grandi cicli temporali da parte ritirarono dalla savana nord africana verso la Pa-
dell’uomo del Paleolitico superiore, i cui manu- lestina, praticarono l’agricoltura al primo stadio,
fatti non prescindono da una pratica di religione sfruttando la conoscenza acquisita degli alberi e
astrale, se pur espressa in chiave mitica, simboli- degli arbusti fruttiferi e dei semi dei cereali che in
ca e metaforica. fase temperata li avevano nutriti sino alle muta-
Non dovrebbe sorprendere, pertanto, riscon- zioni climatiche di quel momento.
trare nelle costruzioni megalitiche di Gobleki
E l’Inizio fu Fetonte
Era per caso un alieno?
Leggende sulla fondazione di Torino e gli Egizi
FOTO: THE CHARIOT OF PHAETHON, 1531-32, LOGGIA, CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO, TRENTO
L
’antica leggenda qui narrata si riferisce sa gemma verde dagli immensi poteri.
al mito della caduta di Fetonte. Narra di Il mito di Fetonte è un classico della mitologia
un dio disceso dal cielo, che si avvaleva greca che ancora ricordiamo, seppur vagamente,
dell’aiuto di assistenti di metallo dorato. Durante di aver letto nei libri di scuola. E’ stato narrato da
la sua permanenza tra gli uomini, insegnò loro molti autori illustri in tutte le epoche, tra i quali
l’arte dell’Alchimia e della fusione dei metalli. In Esiodo, Igino, Ovidio, Aristotele, Plutarco, Euse-
seguito provvide a fondere una grande ruota bio, San Giovanni Crisostomo, Boccaccio, Anto-
d’oro forata, ricavandola dal metallo del carro di- nio Astesano ed Emanuele Thesauro.
vino, con cui trasmettere la sua conoscenza all’u- Esso ci racconta come Fetonte, figlio Di Elios il
manità. Quando il dio ritornò in cielo, lasciò che Sole e di Climene, figlia di Oceano, riuscì a impa-
uno dei suoi aiutanti dorati assistesse gli uomini dronirsi, con astuzia e sagacia, del carro paterno
che avevano accolto i suoi insegnamenti. utilizzato ogni giorno per portare luce e calore
Le leggende sul Monte Musinè e sul Roccia- alla madre Terra. Egli però, sebbene il padre ten-
melone narrano che una delle proprietà della tò di insegnargli i rudimenti fondamentali per
creatura di metallo dorato fosse quella di assu- poter condurre il carro infuocato trainato da ben
mere varie forme a suo piacimento. Una sua trac- dodici scintillanti destrieri, non seppe controllar-
cia è ricollegabile alla leggenda della caverna del ne il percorso. I cavalli quindi si imbizzarrirono
drago, all’interno del Monte Musinè, in cui que- e portarono il carro fuori dal cammino abituale,
sta creatura “mutaforma” acquisì l’aspetto di un scendendo e salendo attraverso il cielo a loro
grande drago d’oro che proteggeva una lumino- piacimento e causando immani disastri, incen-
di, siccità e inondazioni sulla Terra, per via dei e la fondazione di Torino. Si tratta, infatti, di un
repentini sbalzi termici dovuti al loro percorso racconto che rientra nelle conoscenze della re-
incontrollato. Zeus, il padre degli Dei, accortosi ligione e della mitologia greca. Il punto nodale
del disastro che stava avvenendo per colpa del che lega questo mito alla nascita di Torino è da
carro di Elio, lanciò immediatamente una folgore ricercare in quel fiume arcaico in cui il figlio di
sul conducente, facendolo precipitare. Elio cadde: l’Eridano appunto, un nome di ori-
Cadde nel fiume sottostante, l’Eridano, che gine greca che per alcuni significherebbe “dono
lo accolse nelle sue acque; sulle sue sponde ac- del mattino”, perché gli antichi abitanti delle sue
corsero la madre e le tre Eliadi, sue sorelle che, sponde sembra rimanessero affascinati dallo
sconsolate, soffrirono immensamente. Il padre spettacolo dell’alba che sorgeva dal fiume, per
di tutti gli dei, impietosito dal pianto di quelle via dei raggi del sole che ne inondavano il letto,
donne addolorate, decise di tramutarle in piop- trasformandolo in un enorme solco scintillante
pi, mentre Elio riprese le redini del carro infuo- di luce e di riflessi argentei.
cato, continuando con ordine il suo percorso I Romani lo conobbero come Padus, i Celti lo
giornaliero per portare la giusta luce e il giusto chiamavano Bodinco o Padan. Per noi, oggi, è il
calore sulla Terra: “Cade intanto Fetonte cò fiam- fiume Po, il corso d’acqua più lungo della peniso-
meggianti crini di lunga, luminosa face diretro a sé la italiana ed il punto di riferimento della pianura
l’aere solcando […] il gran padre Eridàn l’accolse in padana, in cui convergono la maggioranza dei
grembo assai lontano dal natal suo loco […]”; così fiumi che scorrono in questa piana ed in lui afflu-
leggiamo in Ovidio, nelle Metamorfosi. iscono. Anche nel periodo antico, il Padus era il
Da questa sommaria narrazione non spicca padre benevolo di tutte le genti italiche padane,
un collegamento diretto tra questa leggenda in cui trovavano fonte di vita e di rigenerazione. Il
Po, quindi, può essere il primario elemento che ci del suo Api, adorato in Egitto per patrio nume, sot-
porta ad intuire come sia possibile che, nel corso to sembianze di toro, del nume istesso le diede le
dei millenni, l’avvenimento del racconto mitolo- insegne e il nome!”
gico di Fetonte possa essere stato ambientato Questo principe egizio fondò quindi Eridania,
nella piana torinese. il primo nucleo di Torino, prendendo contatto
Ma l’interpretazione più intrigante, venata da con le popolazioni autoctone liguri e taurine, ini-
un’ambigua parvenza di storicità, che si stacca ziando così un nuovo regno detto dei “Fetontei”,
dal tradizionale mito classico greco, la si può leg- che molti secoli dopo venne soggiogato dall’in-
gere nell’“Historia della Augusta città di Torino”, vasione perpetrata dagli Etruschi di settentrione.
scritta da Emanuele Thesauro nel 1679; l’autore, Thesauro ci dice anche che il principe Pheaton
nella sua stesura, attinse informazioni non solo cadde e morì realmente affogato nel fiume dopo
da innumerevoli testi in latino, sepolti nelle bi- una gara di corsa a cavallo con le antiche bighe;
blioteche sabaude, ma anche da un primo libro si narra che precipitò insieme con i suoi cavalli
sulla storia di Torino, scritto nel 1577 da Filiberto all’altezza del parco del Valentino, dove ora tro-
Pingone: “L’Augusta Taurinorum”. Secondo que- neggia la cosiddetta “fontana dei mesi”. Questo
sto storico del seicento, che era al servizio della principe in territorio torinese sembra venisse
Madama reale Maria Cristina, Fetonte non era al- chiamato Eridano, in onore della stirpe dei re
tro che un principe egizio di nome Pa Rahotep egizi Eridani, da cui proveniva, dando il nome al
(Pheaton Siue Pherithon, secondo la traduzione fiume della zona.
greca), che era giunto attorno al 1523 a.C. in ter- La leggenda ci dice anche che questo principe
ritorio torinese, insieme ad un nutrito stuolo di portò con sé il culto del dio Toro Api, diffonden-
suoi seguaci, con lo scopo di trovare nuovi lidi e dolo nei nuovi territori da lui acquisiti e facendo
nuove terre. erigere in suo onore un imponente tempio, dove
Egli fu spinto a partire dall’Egitto, sotto il re- ora sorge la Gran Madre. Da questo culto nascerà
gno di Amenophi I, da alcuni dissidi sorti con la poi secoli dopo Taurasia, la città dei Taurini.
casta sacerdotale, che seguiva il culto di Amon, Alcuni autori, ferventi sostenitori della Tori-
in dissapore con il nascente culto solare di Aton, no magica, ipotizzano come vi sia un chiaro ri-
di cui il principe Pheaton sembra fosse un soste- ferimento alla parentela egizia di Torino nella
nitore. Giunse nel torinese dopo esser passato leggenda della fondazione e nella presenza del
dalla Grecia, aver costeggiato tutta la costa tirre- museo egizio. Infatti, viene spesso evidenziato il
nica ed essere approdato in Liguria, dove lasciò fatto che la maggioranza degli oggetti custoditi
il figlio Ligurio, che diede il nome a questa terra. nel museo appartengano all’epoca della XVIII di-
Secondo le parole del Thesauro, Fetonte: “[…] nastia faraonica.
sopra le sponde del Po fondò questa colonia. Tra le Quella dinastia, appunto, alla quale pare ap-
altre singolarmente onorata, prendendo gli auspici partenga il nostro principe Pheaton.
N
on è stato facile, né immediato il pro- emozione riuscire a cogliere, attraverso le forme
cesso di comprensione del Mandala, e ed i colori, nuove sfumature di sensazioni che ar-
in queste righe vorrei illuminarne uno ricchivano il mio spirito.
degli aspetti, che forse esula dalle informazioni Giunsi così ad elaborare la mia prima analisi:
recuperabili un pò ovunque, ma che, spero, ac- “Osservare un Mandala produce una serie di sen-
cenda la scintilla che vi spingerà a “cercare di an- sazioni e stati d’animo molto simili, ma oggettiva-
dare oltre”. mente più profondi, rispetto a quelli esperiti davan-
Il mio primo incontro con il Mandala avvenne ti ad un dipinto, una scultura o altra forma d’arte.”
in modo apparentemente fortuito (ma sappiamo Successivamente compresi che questo avvie-
bene che nulla avviene per caso, come dice una ne perché il Mandala è soprattutto un simbolo,
mia carissima amica: “CASO è il 73° nome di Dio”); o meglio, un insieme di simboli, e tale caratteri-
un giorno, in una bacheca, notai il volantino di stica viene riconosciuta universalmente, poiché
un corso con il Mandala e, pur avendone già sen- appartiene a tutte le culture da noi conosciute,
tito parlare in altre occasioni, quel giorno “cattu- ed è utilizzato nei più svariati ambiti: dalla psi-
rò” la mia attenzione. cologia alla filosofia, all’arte, alla religione, alla
Non potendo partecipare al corso mi misi alla mitologia, all’esoterismo, allo sciamanesimo, alla
ricerca di informazioni, e da quel momento ini- cosmologia, ecc.
ziò il mio personalissimo viaggio alla scoperta Nel cercare di comprendere il significato (nel
del Mandala, che mi portava a riconoscere la sua senso più ampio) della parola simbolo, è impor-
presenza ovunque; ogni volta era una grande tante conoscerne i principali aspetti:
essa deriva dal latino symbolum, che a sua vol- so dei pensieri che emergono alla coscienza e
ta ha origine dal greco σύμβολον (súmbolon); l’alfabeto diventa simbolo e veicolo tra il trascen-
nella Grecia antica, il termine aveva il significato dente (mondo degli Archetipi) e il mondo tangi-
di “tessera di riconoscimento” o “tessera ospitale”: bile della materia.
secondo l’usanza di quel tempo, la tessera, di Potremmo quindi concludere che la funzione
solito in terracotta, veniva spezzata in due parti, del simbolo è “evocare per congiungere”: esso
e ognuna veniva conservata dalle due persone rievoca immagini e sensazioni legate al simbo-
o gruppi coinvolti nell’evento a testimonianza lo stesso; in sostanza, quello che attira la nostra
dell’avvenuto accordo o alleanza fra le parti. Il attenzione verso il Mandala è il riconoscerci in
perfetto combaciare delle due parti della tessera una simbologia che ci appartiene (perché incisa/
diveniva così, nel tempo, una prova tangibile del registrata nel nostro DNA), che stimola la com-
sodalizio, accordo o legame fra le parti interes- prensione dell’unione e della completezza, per
sate. cominciare a percepire il senso reale del “tutto è
Oggi, aprendo un qualsiasi vocabolario, tro- Uno”.
viamo di simbolo la seguente definizione: “ele- Il riconoscimento e l’interpretazione dei sim-
mento materiale, oggetto, figura, animale, perso- boli è dunque la chiave per comprendere. Tutto,
na e sim. considerato rappresentativo di un’entità in fondo, è stato espresso in simboli e continua
astratta, ovvero di quanto evoca o rappresenta, ad esserlo ancora oggi; non a caso il messaggio
per convenzione o per naturale associazione di lanciato nello spazio per indicare la nostra forma
idee (es. il verde è simbolo della speranza, la colom- di vita aveva una chiave di lettura simbolica, e
ba è simbolo della pace).” non a caso i famosi crop circle (cerchi nel grano)
Per uno dei padri della psicologia del profon- altro non sono che forme mandala simboliche
do, C.G. Jung, “Ciò che noi chiamiamo simbolo è che giungono dallo spazio.
un termine, un nome, o anche una rappresentazio- La simbologia è anche la chiave per interagire
ne che può essere familiare nella vita di tutti i giorni con il nostro centro d’informazione, il DNA, dove
e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al sono registrati ed archiviati tutti i dati della me-
suo significato ovvio e convenzionale. Esso implica moria genealogica (la nostra storia personale) e
qualcosa di vago, di sconosciuto o di inaccessibile della memoria del collettivo o ancestrale dell’es-
per noi. E poiché ci sono innumerevoli cose che ol- sere umano.
trepassano l’orizzonte della comprensione umana, Per meglio comprendere questo concetto,
noi ricorriamo costantemente all’uso di termini immaginiamo che il nostro DNA sia la scheda
simbolici per rappresentare concetti che ci è im- madre del nostro computer (corpo fisico), dove
possibile definire o comprendere completamente. troviamo registrati i vari dati, programmi gestio-
Questa è una delle ragioni per cui tutte le religioni nali, risorse internet (memorie genealogiche ed
e le tradizioni esoteriche impiegano un linguaggio ancestrali); alcuni programmi li conosciamo e li
simbolico o delle immagini”. (v. C.G. Jung, L’uomo sappiamo usare, di altri conosciamo l’esistenza,
e i suoi simboli) ma non sappiamo come usarli, di altri ancora
In sintesi, per Jung i simboli sarebbero il lin- ignoriamo l’esistenza, ma sono comunque atti-
guaggio dell’inconscio ed i sogni i suoi mezzi di vi. Per tutti ci sono password d’accesso (alcune
comunicazione. note... altre no).
Nelle antiche scritture, come ad esempio Ora siamo nel tempo della manifestazione del
quelle dei Veda dell’India, troviamo che “Il suono tutto come UNO, siamo nel tempo della consa-
è l’espressione della mente cosmica ed è alla base pevolezza dell’Io divino eterno nell’UNO, stiamo
di tutti i linguaggi umani.” Ogni parola è dunque imparando a cercare dentro di noi, ricevendo
vibrazione ed ha il potere di influenzare il mondo aiuti da quelli che chiamiamo maestri, extrater-
fisico. Se Dio è il regista e lo scrittore del poema restri, esseri angelici, Io superiore/evoluto; siamo
umano, allora il DNA è il codice sacro di lettere anche nel tempo in cui possiamo decidere di uti-
chimiche, le cui vibrazioni creano la materia ge- lizzare/vivere il programma vita secondo un’im-
netica di ogni organismo vivente. Il linguaggio postazione predefinita, oppure di comprenderlo
nasce proprio come esigenza di esprimere il flus- e, utilizzando il libero arbitrio, svincolarci dagli
Q
uando si presentano a noi circostan- ad aggirare quella zona buia, si evolve in qualche
ze che sfuggono a una comprensione modo quel nodo inaspettato, che però comun-
razionale, le cataloghiamo immedia- que esiste, mentre quel qualcosa di non previsto,
tamente come “misteri” e le custodiamo con ri- di inspiegabile ha dato una piega diversa ai no-
spetto ed un pizzico di timore in fondo al nostro stri piani.
cuore. Non ci addentriamo in esse, le lasciamo ai In un periodo storico che ha, molto più che
margini della nostra vita e, finché non diventa- in passato, come priorità l’indagine dei misteri
no urgenti, facciamo finta di nulla, ci trinceriamo che affollano la vita e la storia degli Uomini, vie-
dietro un sorriso ambiguo e tiriamo avanti aspet- ne quasi come logica conseguenza indagare la
tando che siano altri a risolverle. natura del mistero in sé. Ogni momento dell’esi-
Eppure, sotto sotto, una curiosità insistente stenza, ma soprattutto il primo e l’ultimo- la na-
non ci permette, come vorremmo, di ignorarle, scita e la morte- sono connaturati da un alone di
non ci permette di mettere a tacere le doman- mistero a cui, in un modo o nell’altro, si è tentato
de che affollano la nostra mente… Sembra quasi di dare una spiegazione logica. Ma può la logi-
che questa parolina “mistero” ci insegua, di sop- ca svelare la presenza del mistero nell’avventura
piatto, in ogni attività che intraprendiamo: infat- umana? Malauguratamente la logica può giusto
ti, anche nella più insignificante delle circostanze catalogare le dimensioni di un mistero, può de-
esistenziali, si insinua un evento imponderabile, scriverne le particolarità, ma quando si tratta di
che scompagina l’organizzazione razionale del affermare in cosa consista questo benedetto mi-
nostro operato. In fin dei conti, si riesce sempre stero, essa deve farsi da parte.
Il bello della parolina “mistero”, e di tutto ciò della vita, ci rendiamo facilmente conto che noi
che rappresenta, è la sequela inenarrabile di di- siamo immersi nel mistero, che tutto in noi, dalla
scussioni e teorie che essa genera. Sicuramente, nostra origine al nostro fine ultimo, è connatu-
e per dare un taglio non accademico alla nostra rato da un inafferrabile mistero. Per non andare
ricerca fra il serio ed il faceto, il mistero provoca troppo lontani, è un mistero essere nati in una
in primo luogo un certo timore, quindi curiosità, famiglia piuttosto che in un’altra, è un mistero in-
ed infine una sorta di simpatia. Già, perché, in un namorarsi di una persona piuttosto che di un’al-
mondo dove tutto deve avere una spiegazione o tra, avere un talento piuttosto che un altro, è un
una contropartita, il mistero crea un’evanescen- mistero la durata della nostra esperienza terrena,
te, ma pregnante presenza di sé, e questa indi- è un mistero il sorriso di un neonato, è un miste-
scutibile presenza comporta un imbarazzo con- ro… e si potrebbe continuare all’infinito. In que-
trollato che è anche divertente, ma non produce sta pseudo–lista abbiamo limitato alla ordinaria
altro risultato che una sua muta parvenza. quotidianità la somma dei misteri enumerati; ma
In fondo, è piacevole assistere alle seriose di- se ci affacciamo ad una finestra in una notte stel-
squisizioni che un qualunque mistero fa sorgere, lata, mio Dio!
è bello osservare la piega indispettita, ma seve- Quanti “perché, ma, come, o chissà” si presen-
ra, che si disegna sul volto dei soliti “sapientoni”, tano alla nostra mente. Provate a farvi spiegare
quando di mistero si parla. Fa piacere riflettere da un meteorologo esperto le leggi del clima,
sull’arguzia un pò cinica, sempre ironica, che la provate a farvi spiegare come funziona quel mec-
“Sapienza ufficiale” riserva al mistero, e tutto canismo che fa di una giornata un’esplosione di
questo fa crollare le distanze fra l’uomo comune, sole o un diluvio… beh! Ne sentirete della belle
che per certi versi accetta e si arrende al mistero, e, oltre alla descrizione del fenomeno immediato
e gli scienziati duri e puri che provano a smantel- e del suo “perché”, vi ritroverete ancora una volta
larlo a tutti i costi e senza riuscirci... davanti a tante teorie che, spesso, cozzano fra di
Giusto a titolo di esempio, avete mai dato uno loro, ma non vi sanno dare l’esatta spiegazione
sguardo agli occhi dei partecipanti ad un dibat- delle leggi che regolano il clima. Non mi inoltro
tito quando si parla di “cerchi nel grano”? Avete nel campo della fisica in quanto, in quella sede,
notato con quanta cura teorie su teorie tenta- alla spiegazione sperimentale di un mistero se-
no di riportare alla “normalità” quel fenomeno, gue, paradossalmente, un altro mistero. Come
escludendo ogni intervento non umano? Avete a dire che un mistero svelato genera un mistero
notato che le diverse posizioni teoriche si palesa- ancor più misterioso! E la medicina? Si può dire
no, più che nelle parole, negli atteggiamenti del che ad ogni scoperta segua un ulteriore, miste-
corpo? Che le braccia sono quasi sempre incro- rioso interrogativo…
ciate sul busto e le gambe nervosamente acca- Ed è bene fermarsi, altrimenti ci si accorge che,
vallate, come ad escludere qualunque “contatto” in fondo, non c’è nulla che non sia un mistero! E
con la materia del contendere? così prosegue l’azione incessante e silenziosa del
Credo che nessuno possa affermare di non mistero in ogni settore della nostra esperienza
aver provato un sottile piacere quando la discus- umana, così il mistero segna ogni nostro attimo
sione si conclude con un nulla di fatto che lascia di vita, diviene il compagno fedele della nostra
quel mistero esattamente come era, almeno per mente e delle nostre emozioni. Nel “mistero del
la scienza cosiddetta ufficiale. In ultima analisi, il mistero” si incrociano i nostri pensieri più recon-
mistero sembra essere lì per ricordarci quanto è diti, le nostre intuizioni improvvise, prende corpo
utile, in ogni frangente della vita, un pò di sana la nostra autonoma capacità di confrontarci con
umiltà, di rispetto per quanto di più grande di la nostra natura più vera e profonda, e diviene il
noi esiste, ma non solo. Difatti, non è tutta qui la mistero la faccenda più ricorrente in ogni nostra
carica dirompente di questa evenienza che chia- esperienza. Sembra quasi che esso sia lì per ricor-
miamo mistero: le sue caratteristiche sono innu- darci non solo la fallacia della nostra mente, l’i-
merevoli e rimandano alla complessa semplicità nadeguatezza dei nostri mezzi di ricerca, ma so-
della vita. prattutto il fascino di questo espediente, messo
Se ci poniamo dinanzi (e ri-eccolo!) al mistero là apposta per spronarci ad osservarlo attraverso
l’attività del cuore, l’unica in grado di vedere ol- È, dunque, uno stimolo incessante l’esistenza
tre le apparenze, di fornire una risposta ai nostri del mistero alla nostra capacità di inventare, o
“perché”. E non è importante che quella risposta meglio, di immaginare la sua fonte e il suo po-
sia giusta in sé, deve esserlo per noi: siamo noi, sitivo scioglimento. Fondamentalmente, intanto
difatti, il fulcro di ogni mistero svelato; è in noi, un mistero attira la nostra attenzione in quanto
e solo in noi, la risposta adeguata, e il mistero ha mette in crisi la nostra stabilità emotiva, in quan-
l’ulteriore compito di generare soluzioni perso- to suscita il nostro interesse, trasformando la ri-
nali allo stesso mistero. cerca della sua soluzione in passione. E cos’è la
Questa poliedricità del mistero consente di passione se non il lato più intrigante dell’amore?
allargare le prospettive di risoluzione ad un pro- Ovunque si incentri l’attività intellettuale dell’uo-
blema, allena mente e cuore a tener conto di mo e produca risultati tangibili, lì, c’è l’interven-
mille variabili e di ogni opinione al loro riguardo, to dell’amore… L’amore, infatti, è il motore che
e quindi produce incessantemente conoscenza. avvia ogni cambiamento, ogni avanzamento di
In fin dei conti, se non ci fossero i misteri, non stato, nulla si muove senza la sua spinta, e que-
ci sarebbe alcuna spinta alla conoscenza, al pro- sto sentimento è alla base della vita, ne è l’origi-
gresso e al rapporto fra noi e quanto ci circonda. ne misteriosa, il cammino altrettanto misterioso.
Il mistero, come ogni faccenda della vita che ci Ne consegue che niente meglio del mistero va a
tocca per ricordarci la “grande pochezza” del no- braccetto con l’amore, ne è la sua diretta conse-
stro essere, è la chiave per fare della nostra uma- guenza. E, come è facile arguire, non c’è mistero
nità l’accesso ad una realtà che non deve essere senza amore!
necessariamente patrimonio degli occhi e della Dove si arresta la razionalità, quando si è puri
mente, ma di altro: quell’altro che ci scolla dalla di cuore, interviene l’azione dell’intuizione, quel
legge di gravità e ci permette di superare i nostri “grimaldello” dell’anima che, oltrepassando le
limiti, spesso ritenuti tali finché la soluzione di un regole della fredda e precisa ragione, si presen-
mistero non li abbatte! ta come un lampo, come una “risposta” perfetta,
magari nel bel mezzo di un sogno notturno o di amato, a fornirci le chiavi per andare alla sua ed
una passeggiata nei campi, e quel “lampo”non alla nostra scoperta, dedito ad un’unica occupa-
ha avuto bisogno, per sorgere in noi, né di calcoli zione: farci crescere insieme a lui. Innamoriamo-
astrusi, né di regoli e compassi! E cos’è mai l’intu- ci, quindi, del mistero, coltiviamolo in noi senza
izione, a quale categoria speculativa appartiene, timore di venirne schiacciati, senza farci confon-
come possiamo catalogarla? Mistero! La maggior dere da un uso scorretto della nostra razionalità
parte degli uomini di scienza onesti hanno sem- che, quasi sempre, è un freno alla conoscenza e
pre sostenuto che la loro scoperta più eclatante non uno stimolo, a differenza dell’intuito che, in-
fosse avvenuta “per caso”, in seguito, appunto, ad vece, è il linguaggio del mistero. Diamo al miste-
una idea improvvisa, paradossalmente slegata ro il posto che gli è proprio, non lo teniamo lon-
dai loro studi precedenti ma perfettamente ade- tano da noi, ma immergiamoci nelle sue oscure
rente alle nozioni già enucleate ed in linea con la e fantasiose caratteristiche.
possibile soluzione, improvvisamente svelata da Impariamo a vivere il mistero come parte in-
un quid inconsueto, non programmato. Anche tegrante di noi… In fin dei conti chi mai ha avuto
in questo caso, ancora una volta, questa circo- accesso alle profondità della sua anima, chi può
stanza per nulla rara non ha alcuna spiegazione dire di conoscersi davvero? Nessuno, di fronte a
razionale ma è, di nuovo, un mistero. E non biso- sé stesso, al mistero della sua essenza, del suo
gna essere illustri studiosi per sperimentare que- essere così come è, e non altrimenti, è in grado
sto evento in quanto, innumerevoli volte, l’uomo di dare e di darsi una spiegazione a tutto que-
della strada, alle prese con un problema che lo sto. Per comprendere il “perché” di certe nostre
affliggeva, si è trovato in testa la sua soluzione malinconie, di una depressione, anche solo di un
mentre era affaccendato a fare altro, mentre gesto improvviso, appunto imprevedibile, andia-
ormai dava per scontata la sua convivenza con mo in analisi. E il più delle volte, quando termi-
quell’annosa questione. nano le sedute, noi ed il terapeuta, su noi stessi,
Gira e rigira, il mondo ruota proprio intorno sappiamo meno di quando abbiamo iniziato la
al mistero, ne è figlio legittimo. Un figlio spesso terapia. Ed allora, se anche noi siamo un mistero,
scavezzacollo, poco incline alla regole di indagi- perché non impariamo a fare del mistero non “un
ne consuete, un figlio avido di sorprese, pieno qualcosa” da scoprire a tutti i costi, ma semplice-
di fantasia e pronto a farsi da parte se “costretto” mente un evento da vivere? Perché non decidia-
nelle maglie della ragione, che vuole essere ama- mo di fare del mistero la normalità e di adattare
to ed apprezzato per ciò che è, e non per ciò che la sua forza creatrice alla nostra vita, arricchen-
si crede che sia. Un figlio pronto, però, se si sente dola della sua poesia? Mistero!
Morbo di Morgellons
Nanotecno(pato)logia o altro?
U
ltimamente, sia in televisione che, so- Leitao – notò che sua figlia presentava strani sin-
prattutto, in Internet, si è sentito molto tomi, assimilabili proprio alla descrizione fatta
parlare del “Morbo di Morgellons”. Ma da Browne nel testo medico del 1600, e decise
di cosa si tratta? Perché così tanta confusione re- di denominare allo stesso modo questa malattia.
gna attorno a questo argomento? Con il seguen- Non reperendo informazioni riguardanti que-
te articolo voglio quindi esporre una panorami- sta patologia e trovando solo pochissimi medici
ca, seppur generica, su tale fenomeno. in grado di ascoltarla, o quanto meno di indagare
tale fenomeno, decise insieme a loro di diagno-
sticare una nuova malattia: il morbo di Morgel-
La storia lons, appunto. Questi medici, inoltre, aderirono
alla Morgellons Research Fonudation (MRF)2, dove
Il termine “Morgellons” compare per la prima decisero di studiare i molti casi di parassitosi ir-
volta intorno all’anno 1600 in un testo medico, risolti, liquidati dalla medicina convenzionale
indicando un’anomala crescita di peli o capelli come malattie psichiatriche. Attualmente, se-
sulla parte dorsale del corpo1. condo la MRF, 15.623 è il numero di famiglie che
Occorre attendere l’anno 2002 per la ricom- hanno almeno una persona affetta da tale pato-
parsa di questa patologia, o quanto meno del logia.
suo nome. Circa 9 anni fa una biologa – Mary
1) http://www.duepassinelmistero.com/
Morgellons.htm 2) http://www.morgellons.org/
I sintomi
Diversi sono i sintomi con cui si
manifesta il Morgellons, e forse è an-
che per questo motivo che la medici-
na non è stata ancora in grado di clas-
sificare meglio tale patologia. Tra le
sue caratteristiche, quindi, si posso-
no annoverare: punture, sensazione
che qualcosa cammini sotto la pelle,
lesioni cutanee, fibre o filamenti che
emergono dalla pelle, dolori mu-
scolari, affaticamento, diminuzione
della memoria, disfunzioni della ca-
pacità cognitiva, disturbi dell’umore.
Sebbene anche il CDC (Centers for
Disease Control and Prevention) stia FOTO: SCIE CHIMICHE
indagando tale malattia, a tutt’oggi
non se ne conoscono ancora tutti i Il dott. Edward Spencer (neurologo) ha ipotiz-
sintomi, e di conseguenza le relative cure. Nel zato che il Morgellons possa avere origine dallo
corso del tempo, il Morgellons è stato confuso spargimento di nanopolveri, o smart dust, utiliz-
o associato ad altre patologie che presentano zate in ambito militare. La dott.ssa Hildegarde
sintomi simili, come il morbo di Lyme (patologia Staninger (tossicologa) ha accertato che il Mor-
batterica), le parassitosi deliranti, o la sindrome gellons è collegato alla presenza di fibre di silico-
da affaticamento cronico. Nonostante ciò, il Mor- ne e polietilene all’interno del corpo della perso-
gellons presenta comunque delle differenze che na affetta. Ella ha avanzato anche l’ipotesi secon-
non possono essere trascurate, e che lo rendono do cui queste nanofibre avrebbero un certo col-
ancora una malattia non classificabile. legamento con le scie chimiche (o chemtrails).
Secondo le ricerche della dottoressa Stanin-
ger e del dott. Swartz, il Morgellons sembra esse-
Studi dei ricercatori indipendenti re la conseguenza di invasioni, nei tessuti umani,
ad opera di nanomacchine, nanofilamenti, nano-
Come abbiamo visto poc’anzi, è ancora diffi- sensori dotati della capacità di autoassemblarsi
cile delineare in modo chiaro il morbo di Mor- e di replicarsi.
gellons. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che I campioni di fibre e filamenti estratti dai pa-
sono ancora poche le persone e soprattutto le zienti affetti dal morbo di Morgellons bruciano a
Istituzioni che stanno svolgendo una ricerca at- temperature non al di sotto dei 760°C circa e, se
tiva a tal proposito. Anche la confusione media- osservati al microscopio, non presentano strut-
tica non aiuta in questa ricerca. ture paragonabili ad organismi procarioti od
Le ricerche condotte da alcuni scienziati e ri- eucarioti, e pertanto possono essere considerati
cercatori indipendenti [3, 4, 5, 6, 7] hanno portato a alla stregua di macchine.
formulare alcune ipotesi che, a mio parere, vale Sempre dagli studi effettuati su campioni bio-
davvero la pena analizzare, per smentire o con- logici di pazienti, si sono osservate fibre di colore
fermare quelle che andremo a citare più avanti. bianco, rosso, nero e blu che fuoriuscivano diret-
3) http://www.morgellons-research.org/morgellons/ tamente dalla pelle dei malati di questo morbo.
4) http://morgellons-info.blogspot.com/ Ulteriori analisi effettuate su questi filamenti
5) http://www.rense.com/general76/morgdef.htm hanno fatto propendere per un’origine artificia-
6) http://www.rense.com/Datapages/morgdat1.htm le degli stessi. Una delle spiegazioni della mani-
7) http://www.carnicominstitute.org/articles/ festazione del Morgellons sarebbe da ricercare,
bio2011-7.htm
to che il Morgellons possa essere attualmente quindi, ipotizzò che delle ife fungine potessero
solo una DP. comporre le fibre del Morgellons.
Un farmacologo dell’Oklaoma State University Tuttavia, un biochimico della Stony Brook Uni-
volle indagare meglio questo fenomeno e decise versity trovò che all’interno delle lesioni dei ma-
di scrivere alla MRF (Morgellons Research Founda- lati di Morgellons era contenuto l’Agrobacterium,
tion), per reperire qualche campione di fibra da un genere di batteri che causano tumori nelle
analizzare, dato che sarebbe stato abbastanza piante. Il gruppo di controllo risultò negativo al
semplice verificare la natura di tali filamenti. Il ceppo in esame. Questo batterio viene impiega-
dott. Wymore ricevette pochi giorni dopo alcu- to commercialmente nella produzione di piante
ni campioni, che osservò quindi al microscopio. geneticamente modificate (OGM) e – almeno in
Egli notò una certa similitudine tra le fibre dei condizioni di laboratorio – è in grado di inserire il
vari pazienti, ma non trovò alcuna corrisponden- proprio DNA in cellule umane.
za con le fibre naturali reperibili nell’ambiente. Secondo altri psichiatri e medici, alcuni sinto-
Una collega pediatra del dott. Wymore analizzò mi psichici delle persone affette da Morgellons
con un dermatoscopio alcuni pazienti, e vide potrebbero essere dovuti all’azione che il sistema
chiaramente i filamenti sotto pelle. La caratte- immunitario, mediante l’uso di citochine, esplica
ristica particolare era che tali fibre si notavano a causa della presenza di un agente patogeno
anche sotto la pelle non lesionata. Ciò non com- all’interno del corpo. Un’eccessiva produzione di
pariva assolutamente nei gruppi di controllo e in citochine può avere effetti deleteri sul sistema
pazienti con altre patologie dermiche. nervoso, provocando disturbi mentali.
Questi dottori continuarono ad approfondi- Solitamente, quando una patologia è scono-
re tali indagini e riuscirono a portare alla polizia sciuta, viene considerata come delirante. Recen-
scientifica forense di Tulsa dei campioni di fibre temente, però, anche il mondo accademico sta
di malati di Morgellons da analizzare. Gli esperti considerando il Morgellons come una seria pa-
confermarono che le fibre non provenivano da tologia.
abiti, tappeti, biancheria o lenzuola. Fu esegui- Nel 2006 la dottoressa Leitao del MRF, insieme
ta anche un’analisi spettrofotometrica, e questi ad atri due medici, pubblica un articolo sull’A-
filamenti non trovarono alcuna corrispondenza merican Journal of Clinical Dermatology inti-
con ben 880 composti comunemente impiegati tolato: “The Mystery of Morgellons Disease – Infec-
nella produzione di fibre per uso commerciale. I tion or delusion?”. In questo studio viene spiegato
solventi per l’estrazione delle tinture non rilascia- come il Morgellons sia una patologia cutanea
rono alcuna colorazione. misteriosa, che è stata descritta più di 300 anni
Infine, provarono a sottoporre le fibre ad una fa. La patologia è caratterizzata dall’estrusione di
gas-cromatografia, procedendo con un graduale filamenti e fibre dalla pelle in correlazione con
riscaldamento delle stesse a circa 370°C e regi- altri sintomi, sia neuropsichiatrici che dermato-
strando i composti vaporizzati. I risultati mostra- logici. A tal proposito, il Morgellons assomiglia e
rono una piccola quantità di anidride carbonica può essere confuso con la malattia di Lyme, dato
emessa, tuttavia le fibre rimasero intatte. Qualsi- che la risposta alla terapia antibatterica risulta
asi materiale organico avrebbe dovuto normal- essere per certi aspetti simile, suggerendo che il
mente vaporizzarsi ed i componenti inorganici morbo di Morgellons possa essere collegato ad
ridursi in cenere, a seconda del tempo impiega- un non meglio definito processo infettivo. Ulte-
to a raggiungere la temperatura massima. Ma ciò riori ricerche cliniche e molecolari sono necessa-
che è accaduto è stato soltanto un oscuramento rie per chiarire questo mistero.
delle fibre. Tra gli articoli più recenti, cito quello del 2010
Il direttore dei Clongen Laboratories (un’orga- apparso sul giornale Clinical, Cosmetic and In-
nizzazione privata di ricerca nel Maryland) ma- vestigational Dermatology dal titolo: “Morgel-
neggiò dei filamenti che gli furono inviati da un lons disease: Analysis of a population with clinical-
malato di Morgellons. Utilizzò degli enzimi per ly confirmed microscopic subcutaneous fibers of
estrarre il DNA dalle fibre. Quando lo sequenziò, unknown etiology”. L’eziologia del Morgellons è
trovò che apparteneva ad un fungo. Il direttore, sconosciuta, e i criteri diagnostici devono essere
L
a situazione economico-finanziaria, già ne. Ma chi sono i cosiddetti Massoni e che fun-
da un po’ di tempo, non è delle miglio- zioni svolgono all’interno della nostra società?
ri, sia in Italia che nella restante parte del La prima cosa da fare nel comprendere la Mas-
mondo, e la popolazione crede che la principale soneria è quella di liberare la mente da nozioni
causa di tale crisi sia il complotto tra Massoneria preconcette su di essa, risultato di chiacchiere
e Illuminati di Baviera. Andiamo per ordine però, disinformate, o congetture, o perfino di pettego-
facendo un po’ di luce su queste due organizza- lezzi maliziosi. Non si pretende che tutti i Masso-
zioni. ni siano perfetti nel pensiero, nella parola e negli
Innanzitutto, dobbiamo fare una netta distin- atti; ma ci si aspetta che i Fratelli osservino i più
zione tra Massoneria e Illuminati. alti principi morali, richiedendo a ogni Fratello
Gli Illuminati nascono nel 1776, ed il loro di comportarsi con gli altri (che siano membri
fondatore è un professore di giurisprudenza di dell’ordine o meno) come vorrebbe che essi si
nome Adam Weishaupt. La società degli Illumi- comportino con lui; di frequentare la Loggia di
nati si forma, per chi non lo sapesse, come alter- appartenenza con regolarità, nella misura in cui
nativa alla Massoneria; ma qual’è il suo compito? i doveri verso la famiglia o altro glielo consenta-
Il compito degli Illuminati era quello di diffonde- no; di dare alla causa della carità tanto generosa-
re le opere dei Lumi all’interno di uno stato, la Ba- mente quanto i suoi mezzi gli permettano. Una
viera, che proibiva gran parte di tali scritti. Inol- definizione di Massoneria è che essa sia “un siste-
tre, si proposero di operare un perfezionamento ma morale”, e l’insegnamento morale è di fatti la
morale dei loro membri, e di riunire la Germania, base sulla quale si appoggia.
e poi l’Europa, per ottenere un ritorno allo “stato
di natura”, in cui gli uomini sarebbero vissuti in
pace tra loro. I tre Grandi Principi
Per la Massoneria, invece, non si ha una data
di nascita ben precisa, ma la si ricollega spesso Da tanti anni i Massoni hanno seguito tre
alla costruzione dell’antico tempio di Re Salomo- grandi principi:
I. Amore Fraterno. Ogni vero Libero Murato- posto sopra la piramide è molto probabilmente
re mostra tolleranza e rispetto nei confron- un simbolo proveniente dall’antico Egitto che,
ti delle opinioni altrui e si comporta con durante il periodo del rinascimento, venne co-
gentilezza e comprensione verso i propri munemente usato per indicare l’onniscienza del
simili e fratelli. Dio Cristiano che vigila su tutto il creato. Anche
II. Conforto. I Massoni sono inclini ad eserci- i Massoni adotteranno l’occhio che tutto vede,
tare la Carità, e ad interessarsi non solo a ma solo dopo quattordici anni dall’inserimento
loro stessi, ma anche alla comunità in ge- del sigillo ufficiale nella banconota Statunitense,
nerale, sia con donazioni di benevolenza questo per indicare un essere supremo (Dio) che
sia con sforzi e lavori volontari. I massoni non abbia un nome specifico: per entrare in una
si rivolgono alla Verità e aspirano ai più alti Loggia ed essere un Massone si deve credere
valori morali, cercando di raggiungerli nel- nel Grande Architetto Dell’Universo, e non con-
la loro vita. ta con che nome lo si chiami. Poiché all’interno
III. Benevolenza. Sin dai primi tempi, la mas- delle Logge ci possono essere Fratelli di diverse
soneria è stata attenta ai problemi dei ma- religioni, ma uniti dalla loro Fratellanza e ricerca
lati e degli infermi, e conserva ancora oggi della Verità.
tale attenzione. Inoltre, somme di denaro Passiamo ora alla famosa scritta in latino “No-
sono date a Enti di carità nazionale e locali. vus ordo seculorum”. L’uomo che inserirà nella
banconota da un dollaro questa famosa frase
Abbiamo fatto una bellissima panoramica non era un Massone, come tanti hanno creduto
sulla Massoneria e sui Massoni, ed ora smontere- o credono, ma una persona normalissima, non
mo le famose teorie del complotto che vedono i appartenente alla Massoneria. La frase è presa
Massoni e gli Illuminati in combutta per conqui- da un poema latino di duemila anni fa, che recita:
stare il mondo. I complottisti ritengono che nel- “Il nuovo ordine dei secoli”, ed è usata, in questo
la banconota da un dollaro Americano ci siano caso, in riferimento all’inizio dell’era Americana.
chiari segni del potere Massonico e una sorte di Quindi, nessun contatto o connessione diretta
codice segreto, che solo gli stessi Massoni sareb- con la Massoneria. Essa si riferisce alla nuova so-
bero in grado di decifrare. Iniziamo dalla pirami- cietà nascente, agli Stati Uniti appena nati, ad un
de incompleta sopra l’occhio onniveggente che qualcosa di nuovo, di giovane.
tutto vede: la piramide è condivisa da moltissime Ma se il popolo e i complottisti vogliono ve-
civiltà e culture in tutto il mondo. Essa non è un dere in essa il complotto e la Massoneria come
simbolo esclusivo della Massoneria, ma i Massoni organizzazione mondiale al comando della Ter-
le danno un significato speciale. Essi sono innan- ra, che continuino a pensarla così. La realtà è che
zitutto costruttori, quindi la piramide è un pro- l’uomo tende ad essere passivo di fronte ai pro-
getto di costruzione; il fatto che sia incompleta, pri fallimenti, attribuendoli ad una causa esterna,
poi, indica che un Massone è sempre in continuo rappresentata in questo caso dalla Massoneria. E’
lavoro per migliorare sé stesso come persona e auspicabile, nella ricerca della Verità, una corret-
la società in cui vive. L’occhio onniveggente che ta informazione e un buon esame di coscienza.
tutto vede (l’occhio di Dio)
applicazioni eguali o analoghe: capio, latino per bili. Racconta la leggenda che un giorno Afrodite
prendo, recipio, latino per ricevo, concipio, lati- si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo
no per genero, captivus, latino per prigioniero, Eros non crescesse, così la saggia Temi le rispose
accipio, latino per accetto, percipio, latino per che Eros non sarebbe mai cresciuto finché non
sento ecc. Come nell’atto sessuale, nell’etimolo- avesse avuto l’amore di un fratello. Afrodite si unì
gia amare è tanto prendere che ricevere e, come ad Ares e generò Anteros, e da quel momento i
nell’atto sessuale, è difficile attribuire ad un sog- due fratelli crebbero insieme, ma ogni qualvolta
getto unico il prendere o il ricevere, perché l’atto, Anteros si allontanava da Eros, quest’ultimo ritor-
come il termine, è indistinto e indistinguibile. nava fanciullo. Questo grazioso mito insegna che
D’altro canto, egualmente esplicativo è l’ideo- l’amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere
gramma cinese tradizionale/giapponese per “amo- corrisposto (Anteros). Anteros quindi potrebbe
re” (愛): consiste in un cuore (centrale) all’interno di rappresentare sia il vendicatore dell’amore di-
“accetta,”“tatto” o “percepire”. Ciò mostra un collega- sprezzato, sia il patrono dell’amore reciproco, sia
mento con la parola Agape che è amore nel senso il distruttore dell’amore, vista la paternità del dio
totale e unificante del termine. Ed in tale accezione della guerra.
soccorre altresì l’altra radice sanscrita del termine I moralisti e gli umanisti di tendenza platonica
Agape: Kap, che significa cranio, ma anche cuore. erano inclini a interpretare la preposizione antì
come “contro”, anziché “in cambio di”, trasfor-
mando così il Dio dell’amore reciproco in una
Eros e Anteros, la non personificazione di virtuosa purezza e la coppia
esistenza dell’odio Eros- Anteros nella contrapposizione tra due tipi
di amore, l’Amore terreno e l’Amore celeste, sim-
Anteros era la personificazione dell’amore boleggiato dalla duplicità di Venere (Ouranìa e
corrisposto. Fratello di Eros, i due erano insepara- Pandemos), come espressa nel Simposio plato-
FOTO: SAN PAOLO SCRIVE LE SUE LETTERE, VALENTIN DE BOULOGNE O NICOLAS TOURNIER, 1620 CIRCA, MUSEUM OF FINE ARTS, HOUSTON
nico (180c-181c), e da qui prontamente ripresa sia vissuto in un’epoca fra il I ed il VI secolo, pro-
nel Simposio di Senofonte (VIII 9-10). babilmente durante il periodo Gupta. Il Kama Su-
Ma la contrapposizione tra l’Amore terreno tra contiene 36 capitoli, organizzati in sette par-
e l’Amore celeste, a dimostrazione della sua ti, ognuna delle quali scritta da un esperto nel
fallacità, era destinata a tramutarsi in una do- rispettivo campo. Esso contiene un totale di 64
lorosa scissione dell’Uomo e della sua essen- posizioni sessuali, anche rappresentate. Vatsya-
za, che ha relegato la sessualità ad un bene di yana credeva che ci fossero otto modi di fare l’a-
consumo da ingurgitare inconsapevolmente, more, moltiplicati per otto posizioni per ognuno.
rozzamente e frettolosamente nella panine- Nel libro queste sono note come le 64 Arti. Il ca-
ria di turno. pitolo che elenca le posizioni è il più famoso, e
per questo è spesso scambiato per l’intera opera.
Tuttavia, solo circa il 20 per cento del libro
Il Kamasuthra. L’Eros Sacro è dedicato alle posizioni sessuali. Il resto è una
guida su come essere un buon cittadino e par-
Il Kama Sutra (sanscrito: , Kāmasūtra) è la delle relazioni fra uomini e donne. Il Kama
un antico testo indiano sul comportamento ses- Sutra descrive il fare l’amore come un’unio-
suale, ampiamente considerato come l’opera più ne divina. Vatsyayana credeva che il sesso in
importante nella letteratura sanscrita sull’amore. sé non fosse sbagliato, a meno che non lo si fa-
Il libro è stato scritto da Vatsyayana ed il suo tito- cesse frivolmente. Il Kama Sutra, oltre ad una
lo completo è vātsyāyana kāma sūtra (“Aforismi incredibile allegoria dell’Essere, è un’opera
sull’amore, di Vatsyayana”). Si crede che l’autore morale, un inno alla monogamia, perché chi
E
siste un documento che parla di Osiride perduta violentemente la vita ad opera di Seth
in prima persona, è al capitolo 110 del fa- (Satana), riacquistò l’esistenza terrena nel regno
moso Papiro di Torino. celeste.
Esso dice: “Io approdo al momento [giusto] sul- Dopo di lui, da allora, chi adora Osiride subi-
la Terra all’epoca stabilita, secondo tutti gli scritti sce la stessa sorte, cioè prende attraverso l’amo-
della Terra, da quando la Terra è esistita e secondo re per Dio tutto il male del mondo; così è succes-
quanto venerabile”. so anche a Gesù, che ha accolto tutto il male del
Analizzando questo interessante discorso mondo perché amava più degli altri suo Padre.
pronunciato da Osiride stesso, ci si rende con- Osiride è il Dio della Bibbia, perché ormai è di-
to che siamo di fronte ad un viaggiatore dello mostrato che i Padri della Chiesa attinsero a pie-
spazio stellare o, come diremmo oggi “un alieno ne mani dalle religioni precedenti, che adorava-
super evoluto e carismatico”, praticamente un se- no il Sole.
midio, come lo definivano molte civiltà evolute Il Sole, che attraversa le 12 costellazioni nel
del passato. Questo semidio giunse un bel gior- suo moto (i 12 apostoli secondo la Chiesa), che
no dalle stelle ad insegnare ai predinastici e pri- muore il 22 Dicembre, nel suo punto più basso
mitivi Egiziani l’arte di coltivare il grano e la vite, all’orizzonte, e ri-nasce il 25 Dicembre, Solstizio
addolcendo dalle barbarie un popolo che non si d’Inverno; tutti miti ben precedenti alla nascita
sa cosa mangiasse né bevesse, perché prima di del Cristianesimo.
Osiride non esisteva né pane né vino. A lui spetta Per avere la prova ufficiale che Gesù sia una
il primo posto nell’Olimpo dei semidei dopo che, riproposizione di miti pagani basta ripercorrere
le vite dei vari Krishna (o Kristnha), o di Horus il madri, i due avvoltoi femmine (adesso le due ma-
Jezeus, o di Mitra, per rendersi conto che sono dri divengono avvoltoi, per poter iniziare il volo
esistiti una miriade di persone nate da una vergi- di ritorno verso il padre e le stelle) [...] Io ascendo
ne in una grotta, annunciati dalle tre stelle della al cielo e viaggio sul metallo (tutte le congetture
Cintura di Orione, che verso il 25 dicembre bril- nobili e spirituali che fanno credere che Horus/
lano in cielo più delle altre, e che le 3 stelle sono Gesù ritorni al Padre sotto forma di Spirito o Ani-
dette i tre Re. E non solo: basta vedere la loro ma falliscono miseramente con questa afferma-
fine, tutti crocifissi, per rendersi conto che essa è zione dello stesso Horus, che dice di ascendere
una metafora del sole che muore sotto la costel- al cielo viaggiando sul metallo, cioè su una astro-
lazione della Grande Croce del Nord e rinasce in nave) [...] Io salgo al cielo tra le stelle, le immortali,
una serie infinita . mia sorella è Sothis (Sirio), mia guida la stella del
Quindi, ormai appurato che Gesù è una ri- mattino” (forse si serve della stella per la naviga-
proposizione del Dio Sole che nasce, muore e zione stellare?).
rinasce in un ciclo infinito, dobbiamo per forza Ciò che abbiamo appena letto ed interpretato
riallacciarci agli antichi miti pagani a cui si rifà la non è una favoletta per bambini o uno scherzo di
Chiesa delle origini: quello di Krishna e, soprat- cattivo gusto, ma frasi tratte dalle Formule 508 e
tutto, quello di Horus degli Egiziani. 509, cioè scritti di epoca egizia tradotti dall’egit-
A tal riguardo, se Osiride è Dio, Gesù deve per tologo Kurt Sethe. La loro interpretazione lascia
forza essere Horus, il figlio di Osiride. ben poco spazio all’immaginazione.
Il fatto che Osiride “approdi” (termine marina- Dobbiamo dunque rivedere tutto ciò che è
resco o aviatorio) sul pianeta Terra solo al “mo- stato detto su Gesù, e constatare che esso non
mento giusto” ed “all’epoca stabilita” fa sottinten- sia niente altro che Horus, figlio di Osiride, cioè
dere che egli atterri con la sua astronave madre, figlio del padre, e che la religione trinitaria degli
o disco alato, come dicevano gli antichi Egizi, antichi Egizi sia stata mutuata dai Cristiani seco-
solo quando si sta mettendo male per il nostro li o forse millenni dopo? Parrebbe di sì. E dob-
pianeta. biamo anche considerare il fatto che Gesù, cioè
Egli sarebbe sbarcato sulla Terra ben altre 4 l’Horus Egiziano, viaggiava e tuttora viaggia in
volte, cioè ad ogni fine Creazione, se è vero che astronave, se è vero ciò che dice di sé lo stesso
quella in cui viviamo ora è la quinta Creazione Horus, che ascende al padre ed alle stelle viag-
del mondo, o quinto Yuga. La quarta Creazione giando sul metallo. Cos’è questo metallo se non
terminò con il famoso Diluvio Universale, che af- un’astronave? Ricordiamo che gli antichi non po-
fondò Atlantide e non solo. tevano descrivere cose che non conoscevano; se
A proposito invece di Horus, il Gesù copiato in non avevano mai visto un’astronave parlavano di
seguito dai Cristiani, analizziamo un altro scritto, metallo, di disco alato, di falco o aquila dalle ali
le famose Formule 508 e 509 tradotte da Kurt Se- d’argento.
the: “Mi sono fatto dei gradini sotto i miei piedi con Come detto, sia il primo scritto che il secon-
il tuo splendore (rivolto al padre Osiride, il Sole, do lasciano ben poco spazio all’immaginazio-
la Luce), per poter salire a mia madre, il vivente ed ne; si tratta solo di tradurre gli antichi archetipi
ascendente serpente Ureo, che sta sul capo di Ra in parole moderne, e così “metallo” e “disco ala-
(Quindi, Horus/Gesù deve ritornare alla madre to” diventano “astronave”, “approdo sulla terra al
che ha un aspetto di serpente? Allora, è vera la momento giusto” diventa “atterro con l’astronave
teoria secondo cui la madre di tutto sarebbe un alle fine dei tempi, cioè alla fine di ogni Creazio-
serpente? Come non ripensare alle statuette ba- ne”, e così via.
bilonesi raffiguranti femmine rettiliformi con in Da tempo si sa che gli esseri umani sono un
braccio un bambino, anche in questo caso ripro- esperimento genetico iniziato da due razze aliene
posizioni del mito della Dea Madre, della Materia circa 500.000, anni fa. O meglio, lo sapeva solo chi
che genera il divino?). Appartiene al cielo chi è del non si accontentava di leggere documenti pre-
cielo (cioè chi ha l’Anima dentro di sé e nell’A- confezionati da istituzioni scientifiche che pensa-
nima si identifica), insieme agli Dei che devono no ancora che la civiltà umana sia iniziata non più
ascendere. Padre, sono venuto a queste due mie di 8.000 anni fa, quando invece sono stati trovati
un’infinità femminile
di reperti datati e materiale, e
oltre 500.000 anni gli Orange, una razza che
fa! somiglia al Cro magnon, ne-
L’uomo è seguito con groidi con occhi azzurri, capelli
particolare attenzione da color arancio e tute azzurre con
alcune razze aliene che lo il simbolo di Israele sulla parte
monitorano e controllano destra del petto. Secondo molte
sia da vicino che da lontano, registrazioni di ipnosi regressi-
BASSORILIEVO ASSIRO RAFFIGURANTE
attraverso apparecchiature sofi- va effettuate anche in Italia, l’O-
UN “DISCO ALATO” IN CUI SI VEDE UN EX-
sticatissime. Alcuni alieni si sono TRATERRESTRE BARBUTO E CON ARCO IN range sarebbe proprio colui che
sostituiti al vero divino, e da mil- MANO A BORDO DI UN DISCO VOLANTE atterra alla fine della civiltà, per
lenni dirigono la nostra energia portare via non tutte le persone
derivante da preghiere e meditazioni verso di del mondo, ma solo chi è affine a lui, chi ha un’a-
loro. Non solo: essi a volte si mostrano a noi con nima cioè simile alla sua.
fattezze gradevoli, quasi angeliche; ma basta che Davanti a noi si apre uno scenario suggestivo
una persona sia minimamente preparata e non e nuovo, ma da molti già percepito e preannun-
condizionata a credere per forza, ed allora ecco ciato, e la domanda che ne risulta è la seguente:
che la signora vestita di bianco si trasforma un Gesù è un super alieno estremamente progredito
essere rettiliforme alto 2.80mt che dice di essere che viaggia nel tempo e nello spazio e che, nono-
Ishtar, cioè “Iside, la madre di tutto e di tutti, la ma- stante innumerevoli reincarnazioni, ha sempre di
dre di tutte le madri del mondo” (caso reale e non coscienza di chi esso sia, da dove viene, dove torne-
isolato capitato ad una donna italiana). E’ noto rà e soprattutto conserva continuamente coscien-
anche il caso di un ragazzo (sempre italiano) a za e memoria della sua missione?
cui da anni appariva la madre defunta: improv- Chi vivrà vedrà, e mai come questa volta l’an-
visamente ella si trasformò un enorme insetto tico detto è calzante.
somigliante ad una Mantide, una razza aliena
scoperta da poco. Fonti:
Secondo studi mondiali all’avanguardia, an- • Papiro di Torino Cap.110
che di ipnosi regressiva, i nostri creatori genetici • Formule Egiziane n.508 e 509, con traduzione
sarebbero due razze: la razza dei Rettiliani, esseri di Kurt Sethe
alti 2,80mt, che avrebbero messo in noi la forza • Non è terrestre di Peter Kolosimo