c > 0, definite su tutto R, e da tre famiglie di funzioni, che hanno tutte legge
y(x) = −1/(x√2 + c) con c ≤ 0 ma di cui √ una famiglia
√ è definita nella semi-
retta (−∞,√ − −c), un’altra definita in (− −c, −c) e l’ultima definita nella
semiretta ( −c, +∞).
y
2) y ′ = − .
x
Dobbiamo escludere x = 0, quindi le soluzioni dell’equazione differenziale sa-
ranno definite su intervalli che non contengono l’origine. Sicuramente le fun-
zioni costanti y(x) = 0, x ∈ (−∞, 0) e y(x) = 0, x ∈ (0, +∞) sono soluzioni.
Per il Teorema di unicità della soluzione del problema di Cauchy, ogni altra so-
luzione non si può annullare mai. Per determinare le altre soluzioni separiamo
le variabili:
y′ 1
=− .
y x
Passando alle primitive, otteniamo
y′ ex
3) p = .
y2 − 2 2y
Iniziamo osservando che deve essere y 6= 0, ossia nessuna soluzione si può mai
annullare, altrimenti non ha senso la frazione a destra dell’uguale. Inoltre
deve essere y 2 > 2 per dar senso alla radice quadrata
√ a denominatore. Quindi
√ soluzioni che saranno o sempre maggiori di 2, oppure sempre minori
avremo
di − 2. Per determinare queste soluzioni, separiamo le variabili
2y
p y ′ = ex ,
y2 −2
e poi passiamo alle primitive
p
2 y 2 − 2 = ex + c , c ∈ R.
Abbiamo cosı̀ ottenuto un’identità che determina le soluzioni y(x) in forma
implicita. Riscriviamo l’identità come
p 1
y 2 − 2 = ex + c , c ∈ R .
2
(Osserviamo che, data l’arbitrarietà di c, non abbiamo scritto c/2, ma solo
riscalato la costante.)
Per poter esplicitare la y, dobbiamo elevare al quadrato i due membri
dell’identità. Questa operazione è corretta solo se 21 ex + c > 0, ossia nei casi
(
x ∈ R, se c ≥ 0 ,
x ∈ (log(−2c), +∞) , se c < 0 .
Quindi, tenendo conto di queste limitazioni sulla variabile x, possiamo elevare
i due membri al quadrato, ottenendo y 2 − 2 = ( 12 ex + c)2 , c ∈ R, ossia
2
2 1 x
y = e + c + 2, c ∈ R.
2
A questo punto, dal momento che il secondo membro è sempre strettamente
positivo, possiamo esplicitare la y come
s 2
1 x
y=± e + c + 2, c ∈ R.
2
Quindi le soluzioni dell’equazione differenziale sono le funzioni
s 2 s 2
1 x 1 x
y(x) = e + c + 2 , y(x) = − e + c + 2,
2 2
172 Capitolo 4 Equazioni differenziali
Calcolando l’esponenziale ad ambo i membri, cosa che si può fare senza alcuna
restrizione su x, otteniamo
1 + y 2 = e2 log |x|+c , c ∈ R,
ossia
y 2 = e2 log |x|+c − 1 = ec x2 − 1 , x 6= 0 , c ∈ R,
Dal momento che y 2 deve essere strettamente positivo, quest’ultima identità ha
senso solo se ec x2 −1 > 0, cioè per x appartenente alle semirette (−∞, −e−c/2 )
e (e−c/2 , +∞). Sotto queste restrizioni sulla variabile x, possiamo esplicitare
y, ottenendo p
y(x) = ± ec x2 − 1 , c ∈ R .
Quindi l’integrale generale dell’equazione differenziale è composto dalle fun-
zioni p p
y(x) = − ec x2 − 1 , y(x) = ec x2 − 1 ,
definite o sulla semiretta (−∞, −e−c/2 ), oppure sulla semiretta (e−c/2 , +∞).
Osserviamo esplicitamente che abbiamo due √ famiglie di soluzioni negative,
definite attraverso la stessa legge y(x) = − ec x2 − 1, ma su domini differenti
4.7 Svolgimento degli esercizi 173
y2 + 1
2) y ′ = , y(0) = 0.
x2 + 1
Non abbiamo restrizioni da porre né nella x né nella y per poter separare le
variabili. Otteniamo
y′ 1
2
= 2 ,
y +1 x +1
e, passando alle primitive,
arctan y = arctan x + c , c ∈ R.
log y ′ 1
y = ,
y x
e passiamo alle primitive
log2 y
= log |x| + c , c ∈ R.
2
Siccome ci interessa una soluzione definita per x > 0, possiamo riscrivere
l’identità precedente come
log2 y = 2 log x + c , c ∈ R.
y′ −2x
4) √ = , y(2) = 1.
y 1 − x2
Deve essere y > 0 per dare senso alla radice a denominatore. Quindi la
soluzione sarà strettamente positiva. Per quanto riguarda la x, deve essere
x2 6= 1. Dal momento che vogliamo che la soluzione sia definita per x = 2, tale
soluzione sarà definita al più in (1, +∞). Con questi presupposti, separiamo
le variabili
1 −2x
√ y′ = ,
y 1 − x2
e, passando alle primitive
√
2 y = log |1 − x2 | + c , c ∈ R.
Togliamo il modulo, tenendo conto del fatto che la soluzione sarà definita al
più sulla semiretta (1, +∞):
√ 1
y= log(x2 − 1) + c , c ∈ R.
2
Determiniamo la costante c utilizzando la condizione iniziale: 1 = (log 3)/2+c.
Quindi c = 1 − (log 3)/2 e l’identità diventa
2
√ 1 x −1
y = log + 1.
2 3
Prima di elevare al quadrato ambo i membri dobbiamo imporre
2
1 x −1
log + 1 > 0,
2 3
√
ossia x2 −1 > 3e−2 e in conclusione x > 1 + 3e−2 (ricordiamo che ci eravamo
già limitati alle x > 1). Quindi la soluzione è
2 2
1 x −1
y(x) = log +1 ,
2 3
√
definita sulla semiretta ( 1 + 3e−2 , +∞).
x 2 2
5) y ′ = ex −y , y(−1) = 2.
y p 2
La soluzione è y(x) = log(ex + e4 − e) definita su tutto R.
2
6) y ′ e−y + x = 0 , y(0) = 0. La soluzione è y(x) = − log x2 + 1 definita su
tutto R.
176 Capitolo 4 Equazioni differenziali
y
2) y ′ = √ , x ∈ (−3, +∞).
x+3 √
L’integrale generale è y(x) = c e2 x+3 , x ∈ (−3, +∞), c ∈ R.
sin x
3) y ′ = √ y, x ∈ (− π2 , π2 ).
cos x √
Si tratta di un’equazione omogenea con a(x) = sin x/ cos x, funzione continua
sull’intervallo (−π/2, π/2). Calcoliamo le primitive di a:
Z Z
sin x t=cos x 1 √ √
√ dx = dt=− sin xdx = − √ dt = −2 t + c = −2 cos x + c .
cos x t
2
3) y ′ = 2xy + xex /2 , y(0) = 1.
2 2
La soluzione è y(x) = ex (2 − e−x /2 ), x ∈ R.
sin x π
4) y ′ = y , y = 1.
1 + cos2 x 2
La soluzione è y(x) = e− arctan(cos x) , x ∈ R.
5) y ′ = 2xy − y , y(−2) = 1.
2
La soluzione è y(x) = ex −x−6 , x ∈ R.
4.7 Svolgimento degli esercizi 179
2xy
6) y ′ = + 3 , y(2) = 0.
x2 − 1
I coefficienti dell’equazione differenziale sono a(x) = x22x−1 e b(x) = 3. Il
coefficiente a risulta essere continuo per x 6= ±1. Dal momento che cerchiamo
una soluzione definita per x = 2, dovremo limitarci alle x nella semiretta
(1, +∞). La primitiva della funzione a(x) che ci occorre è
Z x
2t 2 1 2
A(x) = 2
dt = log(x − 1) − log 3 = log (x − 1) , x ∈ (1, +∞) ,
2 t −1 3
in modo tale che ϕ sia una soluzione dell’equazione differenziale. Si può ve-
rificare che non si riesce a trovare una soluzione di questa forma. Allora
tentiamo alzando il grado del polinomio, ossia con una funzione della forma
ϕ(x) = (ax2 + bx + c)ex , e determiniamo i coefficienti del polinomio in modo
tale che ϕ sia una soluzione dell’equazione differenziale. Abbiamo
ϕ′ (x) = (ax2 + (2a + b)x + b + c)ex , ϕ′′ (x) = (ax2 + (4a + b)x + 2a + 2b + c)ex ,
5) y ′′ − 6y ′ = x2 , y(0) = 0 , y ′ (0) = 0.
Si tratta di una equazione non omogenea con termine noto f (x) = x2 . Iniziamo
determinando l’integrale generale dell’equazione omogenea associata. L’equa-
zione caratteristica è λ2 − 6λ = 0, che ha due soluzioni reali λ1 = 0 e λ2 = 6,
4.7 Svolgimento degli esercizi 183