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Finmeccanica

Capitolo 1 Le origini del gruppo Finmeccanica

La Società Finanziaria Meccanica Finmeccanica nasce ufficialmente nel 1948, in


seguito alla decisione dell’Iri, Istituto per la Ricostruzione Industriale, di cedere parte
delle sue aziende, al fine di costruire una sub-holding che si potesse occupare della
gestione del settore meccanico e cantieristico, settori all’epoca fortemente segnati da
un dopoguerra che richiedeva una pronta riconversione post-bellica e da un’opinione
pubblica che non perdonava all’Iri l’incapacità di provvedere a tale cambiamento.
All’atto della sua costituzione, la holding si trovava a dover gestire il 25% della
capacità produttiva meccanica italiana, con forte presenza nel comparto navale e nella
produzione navale e una forte dispersione negli altri settori.

Aziende apportate alla Finmeccanica nel 19481


1. Ansaldo (Genova)
2. OTO - Odero-Terni-Orlando (Genova)
3. San Giorgio Soc. Industriale (Genova Sestri)
4. Alfa Romeo (Milano)
5. Filotecnica Salmoiraghi (Milano)
6. Motomeccanica (Milano)
7. Stabilimenti S.Eustacchio (Brescia)
8. Arsenale Triestino (Trieste)
9. Cantieri Riuniti dell’Adriatico (Trieste)
10. Fa.Ma. Fabbrica Macchine (Napoli)
11. Industria Meccanica Napoletana (Baia – Napoli)
12. Metalmeccanica Meridionale (Napoli)
13. Navalmeccanica (Napoli)
14. Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli (Pozzuoli – Napoli)

Inizialmente il gruppo andò incontro a svariati problemi gestionali, derivanti dalla


presenza di sue stesse distinte aziende concorrenti in stessi segmenti, dall’eccessiva
differenziazione e dal fatto che l’Iri non godesse di risorse tali da permettere gli
ingenti investimenti necessari (nonostante comunque la holding abbia potuto godere
dei cospicui aiuti concessi dal Piano Marshall).
Nonostante le difficoltà che si registravano in quegli anni, a partire dai primi anni ’50,
si cominciarono ad aprire le prime opportunità, grazie soprattutto al sostegno
americano che in vista dello scenario politico estero, procurò commissioni al gruppo
che permisero l’ascesa del fatturato, nonostante comunque sussistesse un problema
legato agli interessi passivi dovuti all’Iri, che permise di contenere le cifre e
considerare infruttifero il credito concesso.
1
Fonte: http://www.finmeccanica.com
Gli anni ’50 si caratterizzano per un ancora povero dimagrimento occupazionale,
e per una inefficienza aziendale, che unita agli indirizzi produttivi originari e ai
problemi specifici di alcuni settori italiani non permettevano il raggiungimento
dell’economicità d’impresa, nonostante alcuni settori come quello automobilistico con
l’Alfa Romeo, vedeva nel 1960 un fatturato per dipendente aumentato di 17,8 volte
quello d’inizio anni ‘50 e un aumento delle vendite da 341 nel 1950 a 51890 nel
1960.Il settore che più di tutti pesava sul gruppo, date le importanti dimensioni
all’interno di esso, era il settore cantieristico, che subiva i cicli della domanda
internazionali, dovuti principalmente al gigante americano che con una flotta
eccedente il proprio mercato, cedeva a prezzi vantaggiosi le proprie navi, saturando il
mercato e causando un crollo della domanda; i cantieri che allora, negli anni ’50,
stavano cominciando la ripresa, non trovavano una collocazione adeguata in
Finmeccanica.
Fu così che nel 1959 nasce Fincantieri, con lo scopo di assumere partecipazioni in
società del settore navale, scorporate da Finmeccanica, conseguendo quindi il
controllo dell’80% della cantieristica italiana e che con un eccellente management
prova a recuperare terreno ammodernandosi, innovandosi, nonostante lo scenario
competitivo globale che pesava su tutto lo scenario europeo.
Grazie allo scorporamento del settore cantieristico da Finmeccanica, il conto
economico del gruppo si alleggerisce di un pesante deficit e incomincia una nuova
stagione di investimenti, che si perpetuerà fino al 1986, e vedrà la nascita di aziende
come Selenia nel 1960 (dalla fusione di Sindel e Microlambda) e una riorganizzazione
più razionale dei settori partecipati, focalizzandosi principalmente sull’automotoristico,
l’aeronautico e il termo-eletto-meccanico. Grazie alla presidenza di Giorgio Tupini, si
avvio in questo periodo una fase di riallocazione delle priorità e delle linee guida del
gruppo che miravano a obiettivi quali lo sviluppo dei settori tecnologicamente più
avanzati e lo sfoltimento in quei settori partecipati non significativi, progetti che
vennero attuati con successo ad eccezione delle aziende elettroniche che vennero
cedute alla Stet e successivamente recuperate; inoltre, sempre sotto la presidenza di
Tupini, si assiste nel 1969 alla nascita di Aeritalia, in collaborazione con la Fiat, creata
“per dotare di un valido strumento operativo la nostra industria aeronautica,
caratterizzata da dimensioni assai modeste”.
Gli anni ’70 si caratterizzano per uno scenario globale provato da una grave crisi
petrolifera, che in Finmeccanica coincide anche con un momento di crisi direzionale,
dovuta alla presidenza di Crociani che venne coinvolto nello scandalo Lockheed; fu
così che vennero attuati duri provvedimenti volti a esortare al risparmio e agli attenti
investimenti che tuttavia non ebbero subito successo, nel 1975 infatti le perdite erano
quasi triplicate anche se insostenibile fu solo la gestione dell’Alfa Romeo, che venne
alienata poi nel 1986 per poterle garantire un futuro.
Solo nel 1976, Finmeccanica vara il nuovo piano industriale incentrato su tre punti
cardine: risanamento, internazionalizzazione e dimensione competitiva.
Ci fu infatti un rilancio dello sviluppo grazie a un sistema di alleanza industriale e
progetti di cooperazione internazionale che videro protagonisti settori quali difesa,
sicurezza e aerospaziale, con il rilancio di Aeritalia in una stagione di grandi
collaborazioni estere.
Significativo del periodo fine anni ’70 inizio anni ’80, è il riassetto che si attua in
Ansaldo, che vede la creazione di Ansaldo Trasporti e Ansaldo Sistemi Industriali,
riorganizzazione necessaria vista la difficoltà incontrata dall’azienda nel passato
decennio, dovuta soprattutto all’inefficienza di saturazione e alle dimensioni
sovraordinate per essere destinate a un mercato unicamente nazionale o a mercati
emergenti dai quali si otteneva un risultato economico quasi nullo; fu così che si attua
un importante processo di diversificazione che rafforza la posizione di Ansaldo nei
mercati internazionali, grazie soprattutto all’attenzione crescente posta sulla ricerca.
Gli anni ’80 segnano profondamente la storia del gruppo, sono gli anni in cui si avvia
un processo di privatizzazione che porta Finmeccanica nel decennio successivo a
quotarsi in borsa e ad aprire successivamente le sue strade alla globalizzazione; in
Italia si delinea un processo di privatizzazione delle aziende pubbliche che ha delle
importarti ripercussioni sul gruppo, vedi ad esempio la costituzione dell’Iri in società
per azioni o la liquidazione dell’Efim dal quale Finmeccanica rileverà le aziende del
comparto della difesa.
Con la vendita dell’Alfa Romeo, si concludono gli anni di profondo deficit, tuttavia,
risanata la questione reddituale, il gruppo ha bisogno di ingenti risorse per potersi
aprire a sbocchi internazionali e per poter amplificare la propria forza competitiva
grazie all’utilizzo della ricerca; l’Iri, a fine anni ’80, si ritrovava in condizioni
economiche precarie, gravate dalle partecipazioni in finanziarie disastrate, motivo per
il quale si decise per la quotazione di Finmeccanica in Borsa, avvenuta poi nel 1990,
per la quale l’Iri si ritirò da tutte le aziende della holding mantenendo solo i 2/3 delle
azioni della capogruppo, che per la restante parte era nelle mani di banche e mercato.
Al contempo, nel 1989, l’Iri riassegnò a Finmeccanica le aziende Selenia, Elsag e Sgs,
con l’obiettivo di assegnare al gruppo il compito di presidiare le attività ad alto
contenuto tecnologico, che permisero l’ingresso in settori quali la missilistica, la
robotica e la componentistica microelettronica e l’importante fusione di Aeritalia e
Selenia nell’azienda Alenia.
I primi anni ’90 sono interessati da frequenti fusioni e creazioni di sub-holding, come
la creazione di Ansaldo Energia nel ’91 e l’incorporazione della già controllata Sifa in
Finmeccanica SpA, ma anche sottoposti a un energico piano di risanamento che
prevedeva una razionalizzazione produttiva, attraverso la dismissioni di attività non
facenti parte del core business, la costituzione di joint ventures (nel 1999 nasce
AugustaWestland e AMS) e consorzi e il perseguimento della via verso
l’internazionalizzazione che si dimostrò vincente, andando a incidere sul 40% del
fatturato complessivo.
Nel 1992, Finmeccanica fa dunque il suo ingresso nel listino ufficiale del mercato
azionario di Milano, come Finmeccanica SpA
In questi anni confluiscono nel gruppo le società della difesa, per un complessivo
controllo del 70% delle capacità industriali italiane aerospaziali e del comporto della
difesa; queste acquisizioni di società ex Efim e la continua ricerca di rafforzamento a
livello globale necessitano di un’ulteriore riorganizzazione finalizzata alla fusione di
alcune controllate a partire dal 1993 e alla creazione di divisioni presidiate da società
capofila (Alenia Aerospazio, Augusta Elicotteri,Alenia Difesa, Ansaldo, Elsag Bailey),
obiettivi che cominciarono a delinearsi nel ’96

Incidenza delle aree di business sui ricavi di


Finmeccanica, 1994
7% Difesa
20% Aerospazio
Automazione sistemi
23% industriali
Energia
Trasporti

33%
18%
Tuttavia, questa politica di acquisizione era preoccupante dal punto di vista
dell’indebitamento, che cresceva esponenzialmente nonostante dal punto di vista del
fatturato, le acquisizione estere si rivelavano redditizie; fu così che nel 1997, venne
attuato un importante piano di riassetto e rilancio che prevedeva alcune linee dure e
drastiche, come la vendita di Elsag-Bailey, la societarizzazione delle attività principali
e nuovi accordi per joint ventures nei settori core, come l’accordo con Gec-Marconi per
il settore difesa.
Il 2000 segna un’apertura al nuovo millennio caratterizzata da un passaggio
importante, ovvero il collocamento in Borsa con un’Opv che vede l’Iri lasciare sul
mercato quasi la totalità della sua quota e consente al gruppo di acquisire libertà
d’azione, avvicinandosi sempre di più al modello di gruppo industriale integrato.
L’ultimo decennio ha visto Finmeccanica acquisire sempre più importanza a livello
internazionale, nel 2002 ha infatti intrapreso una strategia di espansione nei mercati
dell’aerospazione, della difesa e della sicurezza, portandosi nel 2005 fra i primi 10
player internazionali, fino ad arrivare ad oggi, dove finalmente si presenta come
gruppo integrato, con una forte presenza nei mercati esteri, che gli porta circa il 50%
degli ordini.

Capitolo 2 Scenario competitivo e prodotti e processi del gruppo Finmeccanica

Settore aerospaziale ed elicotteristico


L’industria aerospaziale comprende le attività relative alla costruzione di aeromobili e
veicoli spaziali, è inoltre un settore che occupa il mercato sia civile che militare i cui
risultati permettono inoltre una riduzione del deficit commerciale nazionale.
I prodotti e sistemi aerospaziali fanno parte della categoria di prodotti COPS (Complex
Product System), ovvero prodotti ad alto costo e ad elevata possibilità di
personalizzazione, per i quali è necessario mantenere un grado di diversificazione
tecnologica per far fronte all’elevato profilo di rischio e al lungo periodo di ritorno degli
investimenti.
Per quanto concerne Finmeccanica, gli anni ’80 segnano l’inizio di un circolo virtuoso,
che vedrà una crescita importante del fatturato a metà dei suddetti anni, per divenire
successivamente per un certo periodo il principale settore del gruppo, fenomeno
dovuto alla dismissione di Alfa Romeo e alla crisi del settore energetico per l’abolizione
del nucleare.
La percentuale del settore sul fatturato del gruppo continuerà ad assestarsi sul 20-
30% dei ricavi totali, in diminuzione alla fine degli anni ’80 a causa dell’affermazione
della difesa e dell’automazione come business principale e fautore dei ricavi maggiori.
La continua ricerca da parte del gruppo, a partire dagli anni ’70, di aprirsi verso
mercati esteri è ciò che ha permesso un notevole aumento degli ordini e di
conseguenza il divenire del quinquennio 1985-1990 il più redditizio del settore.
Il mercato mondiale dell’aerospazio si è evoluto a partire dagli anni ’90 sempre più
verso una dinamica più civile che militare, fattore che ha visto Finmeccanica perdere
posizione nella sfida concorrenziale coi competitors globali, sfida che vede gli USA
affermarsi lungo il corso degli anni in maniera sempre più incisiva.
Gli anni ’90 si sono caratterizzati per un processo di concentrazione, che ha visto la
nascita di numerosi gruppi, oggi leader di settore; alcuni esempi rilevanti si osservano
nel 1995, con l’acquisizione da parte di Lockheed di Martin Marietta, che da vita a
Locheed Martin oppure l’acquisizione nel 1997 da parte di Boeing di McDonnel
Douglas.
Da questo punto di vista, l’evento di maggior rilievo in questo periodo per quanto
riguarda Finmeccanica si rileva nel 2000 con la nascita di AugustaWestland, nata
dalla fusione delle controllate specializzate nella produzione di elicotteri di Augusta,
già partecipata del gruppo e di GKN Westland Helicopter, partecipata di GKN, dove
inizialmente le due parti mantennero il 50% delle azioni ciascuna, per poi vedere nel
2004 l’acquisizione del 100% della proprietà da parte di Finmeccanica.
Augusta Westland si concentrò subito nella costruzione di elicotteri per il quale alla
fine del 2001 è già leader di settore per volumi d’affari.

Settore della difesa


Il settore della difesa è caratterizzato negli anni ’90 da importanti cambiamenti,
soprattutto nel contesto italiano dove vige un’eccessiva frammentazione industriale,
nonostante molte imprese facessero capo al gruppo Finmeccanica, e c’era una carenza
di internazionalizzazione che non permetteva di competere con realtà più
industrializzate.
Vengono quindi varate da alcuni stati membri dell’Unione Europea alcune direttive che
permettessero di facilitare, perlomeno nel contesto europeo, una circolazione più
libera che permettesse la condivisione di tecnologie, capitale umano, innovazione.
Gli anni novanta, meglio conosciuti come gli anni della globalizzazione, appuntano a
questo settore la necessità di un ciclo di ristrutturazione che interessasse il mondo
intero, e non più una competizione esclusiva tra le maggior potenze; persino negli
Stati Uniti, paese leader in questo settore, sono interessati da un riassetto che venne
incentivato dal governo stesso e portò a una politica di fusioni e acquisizioni che
determinò il passaggio a 6 principali operatori di settore in America: Lockheed Martin,
General Dynamics, L – 3 Communications, Northrop Grumman, Boeing e Raytheon.

Dal 1989 il settore della difesa costituisce il principale nuovo business di Finmeccanica
e il principale comparto per fatturato, con una crescita quasi ininterrotta dal 1990, del
gruppo; sempre in questi anni assume importanza anche la ricerca e sviluppo dedicata
a tale settore, che arriva a catturare quasi la metà degli investimenti totali, e il gruppo
nello specifico si concentra con le sue aziende nei sistemi di difesa e nell’elettronica
per la difesa.
I primi anni 2000 sono gli anni in cui Finmeccanica si appresta a completare il suo
percorso di sviluppo che la porterà a trasformarsi in una holding industriale, business
oriented e con una concentrazione prevalente sul settore aerospaziale e della difesa.
Solo alla fine del primo decennio del 2000, quindi alla fine del processo di
ristrutturazione che ha interessato il mondo intero e prima della crisi economica del
2008 che condizionerà gli andamenti economici globali, non nello specifico questi
settori che rimarranno piuttosto indenni, si delinea uno scenario sia italiano con
protagonisti player come Iveco Dv, Finmeccanica, Fincantieri e Avio a delineare il
contesto competitivo italiano sia a livello internazionale dove Finmeccanica si
posiziona all’ottavo posto tra i grandi gruppi industriali dell’aerospazio e della difesa.
Fatturato Settore Difesa (ricavi in miliardi)
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
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Settore energetico
Il settore dell’energia è quello tra i meno preponderanti del gruppo Finmeccanica,
soprattutto a partire dal 1987, quando a causa della decisione nazionale di
abbandonare il nucleare, si è dovuto provvedere a una riorganizzazione del comparto,
sopratutto nella termo-elettro-meccanica basata sui combustibili fossili, per il quale si
vivrà una rinascita fino al 1995, dove poi si vedrà gradualmente diminuire
l’importanza del settore sia in termini di fatturato che di quota di mercato all’interno
del gruppo.
Una delle partecipate di Finmeccanica più influenti nel settore dell’energia è l’Ansaldo
Energia che ha conosciuto uno sviluppo particolare grazie agli avvenimenti che hanno
interessato il settore verso la fine degli anni ’90 e inizio anni 2000; in questo periodo,
Ansaldo Energia ha potuto godere di una serie di dinamiche settoriali che hanno ad
esempio portato a un boom di aumento della domanda esplosa in America e nel
mercato cinese, grazie alla quale l’azienda è riuscita a entrare nella top ten delle
aziende produttrici di turbine a gas, che pose fine al mercato delle turbine a vapore
che vide un calo della domanda impressionante, dovuto alla notevole competitività di
quelle a vapore derivata da un impatto ambientale molto più sostenibile, e quindi
permettendo ad Ansaldo Energia di approfittarne, conquistandosi la quinta posizione in
termini di quota di mercato e rimanendo sulla ottava per le turbine a vapore.
Quote di mercato per turbine a gas nel periodo 1998-
2001
4% 1%
6%
GE
7%
Siemens P.G.
Alstom P.
MHI
Ansaldo E.
BHEL
57%
56%
26%

È un settore molto influenzato anche dalle dinamiche politico sociali che interessano i
vari paesi, ad esempio col referendum sul nucleare e il riassetto verso impianti a
combustibili fossili si osserva un picco della quota di investimenti che andrà a calare
già nei primi anni 90, fenomeno che si traduce in un progressivo disimpegno da parte
del gruppo nel settore in questione.
Lo sbarco in Borsa della società operante nell’energia fu previsto anche come
momento di coronamento dopo tutti gli sforzi conseguenti la ristrutturazione ma con la
crisi del 2008 e del credito, il progetto fu temporaneamente sospeso.
Tuttavia nonostante per Finmeccanica l’impegno nel settore energetico fosse secondo
a settori quali difesa, spazio o sicurezza, Ansaldo Energia vide una crescita notevole in
seguito alla ristrutturazione aziendale, dal 2005 al 2011 i dipendenti aumentarono di
900 unità, furono depositati 187 brevetti e si vide aumentare notevolmente la
posizione finanziaria netta aziendale; la scelta tuttavia, fu quella di concentrare risorse
e attenzione sui business principali del Gruppo, dato l’impellente bisogno di capitali e
la necessità di ridurre l’indebitamento complessivo, cedendo le proprie quote di
Ansaldo Energia.

Energia elettrica e nucleare


Questo settore comprende negli anni post ristrutturazione, impianti per la generazione
di energia elettrica, attraverso Ansaldo Energia, sia da fonte convenzionale sia da
fonte nucleare.
Le linee di business della partecipata si dividono in:
 Generazione
- Turbine a gas
- Turbine a vapore
- Generatori
- Impianti
 Service
- Parti di ricambio di turbine, generatori e impianti
 Nucleare
- Impianti
- Service
- Decommissioning

Il Service è uno dei comparti collegati alla “power generation” che negli anni hanno
più visto un aumento della domanda da parte della clientela, insieme alle tecnologie di
supporto impiantistico e alla diagnostica.
L’attenzione riposta sulle attività di service è un’importante leva strategica poiché
permette di sviluppare una relazione con il cliente che va oltre al mero supporto
assistenziale post vendita, ma si inserisce in una moderna visione di partnership
azienda-cliente che le permetterà di assumere sempre più affidabilità e prestigio.
Ansaldo Energia ha assistito nel corso della sua storia a numerosi programmi di
ristrutturazione che l’hanno portata frequentemente a cambiare anche il proprio core
business.
Dal 1853, infatti, ha prodotto navi, locomotive, automobili e poi impianti per la
produzione di energia, per arrivare poi, a fine ‘900, in seguito a Chernobyl e al
referendum sul nucleare, a dover affrontare una fase di diversificazione e
internazionalizzazione che la porterà a concentrare la sua attività nella progettazione
di impiantistica per centrali elettriche chiavi in mano, comprensive di ingegneria di
processo, e sviluppo di progetti con soluzione project financing.
Una scelta indirizzata all’innovazione è ciò che ha permesso all’azienda di indirizzare la
propria rinascita verso un’ottica di competitività internazionale, nel 2006 infatti
l’acquisizione di due società europee specializzate nel settore del service delle turbine
a gas, hanno rafforzato la scelta strategica di indirizzarsi verso una maggiore presenza
nei mercati esteri.
La partecipazione nel gruppo avrà poi fine nel 2013, quando Finmeccanica sigla
l’accordo per la cessione della propria partecipazione in Ansaldo Energia.

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