non dimenticare cosa vuol dire vivere nel nostro regno. Un regno dove la vita dura veramente poco, proprio come i soldi - che sono sempre pochi, tanto che spesso non sono sufficienti per vivere, ma ormai, dopo tanto tempo, ci si fa il callo, ci se ne fa una ragione e si và avanti. Proprio l'altro giorno, sono riuscito, per la prima volta, a racimolare qualche soldo in più per un pasto caldo e un pernottamento nella prestigiosa osteria della città. Mentre mangiavo e gustavo il piatto prelibato del giorno, mi si avvicina una figura esile che, forse incuriosito dal fatto che una persona comune come me è riuscita ad assicurarsi un pasto nel posto più lussuoso della città, mi si affianca, mi guarda e comincia a raccontarmi, senza né presentarsi né chiedere niente in cambio - una storia tanto incredibile quanto scontata. Già, in città si conosce molto bene chi la comanda, dopotutto il barone del regno è famoso in tutte le lande, ha dalla sua parte l'elite e gode di appoggi praticamente dappertutto e comunque, dove non arriva il suo nome, ci pensa il vil denaro. Comunque sia, il tizio, senza perdere tempo, comincia il suo racconto: tutto inizia col barone del regno, sempre in cerca di nuovi volontari - da andare al massacro - con la solita promessa di riempirli di denaro, soldi che neanche in dieci vite riuscirei a racimolare. Ma nulla in questo mondo è dato a titolo gratuito: dietro alla grande ricompensa si cela una verità tanto scontata quanto agghiacciante. Il regno è invaso da esseri maligni di ogni razza ed ormai tutto è in balia del caos e delle sue orde. Chi ha moltissimi denari, ormai si è barricato nel suo castello pieno di guardie e persino di mercenari. Ma il barone del regno è un uomo tanto bizzarro quanto sadico. Mi racconta che, non molto tempo addietro, aveva incaricato un gruppo di quattro avventurieri disperati, di andare a recuperare una vecchia spada appartenuta in passato ad un suo ex-compagno, mai più tornato, con la promessa che, oltra al denaro, avrebbero potuto tenere tutti i tesori che sarebbero riusciti a trovare. Una volta assoldati i quattro volenterosi, li ha mandati allo sbaraglio verso le terre desolate del nord, condannandoli a morte cera, con tanto di spia a seguito che, da lontano, seguiva attentamente le loro gesta disperate, andando a riferire tutto dettagliatamente al barone stesso una volta terminato l'incarico. Quando ha finito il suo racconto, il tizio fa una pausa, mi guarda dritto negli occhi, accenna un sorriso, si alza e se ne va con passo lento. Prima di uscire dalla locanda, si accerta che continuassi a seguirlo con lo sguardo, mi fa un gesto che ha destato la mia curiosità: alza la mano destra mostrandomi tre dita. Accidenti a lui! Proprio quella notte non sono riuscito a chiudere occhio... mi chiedo perché abbia fatto tutto questo e a che scopo... e poi quel gesto alla fine che forse fatto per farmi incuriosire o forse per mettermi in guardia di qualcosa che dovrà accadere...