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Herausgegeben von
Ernst Heitsch, Ludwig Koenen,
Reinhold Merkelbach, Clemens Zintzen
Band 19
m
Β. G. Teubner Stuttgart
Ricerche sulla cronologia
dei filosofi ellenistici
Von
Tiziano Dorandi
D i e D e u t s c h e Bibliothek - C I P - E i n h e i t s a u f n a h m e
Dorandi, Tiziano:
Ricerche sulla cronologia dei filosofi ellenistici /
v o n T i z i a n o D o r a n d i . - Stuttgart: T e u b n e r , 1991
(Beiträge zur A l t e r t u m s k u n d e ; B d . 19)
I S B N 3-519-07468-0
NE: GT
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE XI
I. L'ACADEMIA 1
1. La successione di Polemone 3
2. Lacide di Cirene 7
3. Tra Cameade e Clitomaco 11
4. Filone di Larissa 17
II. LA STOÀ 21
III. IL KEPOS 43
1. Premessa 57
χ Sommario
2.1. L'Academia 59
2. 2. La Stoà 61
2. 3. Il Kepos 62
3. Sguardo sinottico 65
INDICI 79
*Riprendo in queste pagine la seconda parte della mia comunicazione letta al XIX
Congresso Intern, di Papirologia (Il Cairo, 2-9 Settembre 1989) e in stampa nei
Proceedings ofXIX International Congress ofPapyrology integrata con quanto ho scritto
i n DORANDI, Platone e l'Academia, pp. 5 6 - 5 8 .
1
Phld., Acad. hist. Q 2-5 (Polem. F 54 Gigante).
2
Per la formula κατά Φιλοκράτην a indicare l'anno di un arconte, cf. ancora col.
O 31 (κατ' αρχοντ' Άλέξανδρον), ΧΧΧΙΠ 7 (κατά Νικόμαχον) e DINSMOOR, p.
263 s.
3
Cf. GOMPERZ, p. 603 e ID., Die herkulanische Biographie des Polemon, in
Philosophische Aufsätze, E. Zeller (...) gewidmet (Leipzig 1887), p. 147.
4
Eus./Hieron., ehr on., Ol. 127, 3 (p. 130, 21 Helm 2 = Arces. Τ 4f Mette). Le
indicazioni della tradizione sono incerte, ma la data più attendibile rimane il 270/69 della
versione ieronimiana.
5
Cito solo qualche esempio. 277/6: G. DE SANCTIS, «RFIC» 28 (1900), p. 56.
270/69: E. ROHDE, «LC» 42 (1882), 58 (= Kleine Schriften I, Tübingen u. Leipzig 1901,
p. 359); VON SCHOEFFER, 589; JACOBY, Apollodor, p. 342 s. e FGrHist 244 F 346;
ZELLER, Π 1, p. 9 9 3 s. n. 2 e W . KOLBE, i n H. POMTOW, « K l i o » 14 ( 1 9 1 5 ) , p. 2 6 8 .
4 I. L'Academia
[Κράτηο μεν ουν τότε διεδέίξατο την διατριβήν· λέγε]Ιται [δέ το τρί]τον
[ετοί μετά] I τό[ν Π]ολ[έμωνα] κατά Φιλοκ[ρ]άΙτην έγλιπε[ΐν] τον βίον
e così intende:
Cratete dunque ottenne allora la direzione della scuola. Viene riferito che nel
terzo anno dopo Polemone sotto l'arconte Filocrate abbandonò la vita.
Alla luce di tutti questi elementi suggerirei di integrare così le 11. 3-4 della
col. Q: προ] I το[ΰ Π]ολέ[μων<χ] e di individuare pertanto nell'ignoto
personaggio finito nel 276/5, durante l'arcontato di Filocrate, Crantore, che
"morì prima di Polemone".
Il nome di Crantore poteva trovare posto nella lacuna delle due linee iniziali
e lo svolgimento del periodo essere stato: Cratete ottenne la direzione della
scuola perché, viene riferito (λέγε]1ται alla 1. 2 s. ritengo integrazione certa),
premorì a Polemone.
Abbiamo le seguenti date: Polemone resta a capo dell' Academia dal 314/3
fino alla morte nel 270/69.1 Dopo di lui lo scolarcato passa a Cratete a causa
della prematura scomparsa di Crantore nel 276/5.
La vita di Crantore dovette essere relativamente breve come si può dedurre
dalla corretta esegesi del primo distico dell'epigramma funebre che gli dedicò il
poeta Teeteto:2
dove al v. 2 καί γη ροκ ήλυθεν οϋτι npócco riceve senso se messo in rapporto
con il ν. 1: Crantore fu caro alle Muse proprio perché evitò la vecchiaia, cioè
morì giovane.3
Incerta resta la determinazione dell'anno di morte di Cratete a causa anche di
una possibile lacuna nel testo di Diogene Laerzio: τελευτών δή ò Κράτηο ...,
καθά φηαν Άπολλόδωροο έν τρίτω των Χρονικών, άπέλιπε βιβλία ...
Se si accetta il testo restituito dal Jacoby: (κατά το * ετοο τήο η' καί κ'
καί ρ' Όλυμπιάδοε), Cratete sarebbe scomparso tra il 268 e il 264 a. C. (128
Olimpiade),4 un dato che non contrasta con la mia proposta.
"Morì, dopo aver iniziato il suo scolarcato nel quarto anno della CXXXIV
Olimpiade e dopo aver diretto la scuola per ventisei anni".3
In Apollodoro leggiamo:4
[ τηνςχολήν
ακχών έτη παρέδω]ΙΙκεν όκτώ καί δέκα,
τοοαΰτα I δ' έτερα προελαβών την του I βίου
μεταλλαγην έπoιήcαlτ' έπί Καλλιχτράτου·
έπί Πα(ν)Ιτιάδου δ' έτεροι λέγουαν, I ¿κ δέκα
έτη διαλιπείν I ταπί π ά α δια vócov.
1 HOMOLLE, p. 163, che confuse tuttavia Callistrato col più tardo arconte omonimo
del 156/5.
2
BELOCH, I V 2 , p . 5 5 8 s.
3
Cf. DINSMOOR, Archon list, p. 167 s. e già Dow, «HSCP» (1937), p. 108 s. e B.
D. MERITT, «Hesperia» 7 (1938), p. 139.
4
Cf. DINSMOOR, Archon list, p. 168. Lo spostamento è ora confermato: il 205/4 è
infatti occupato da Diodoto, cf. S. J. TRAILL, «Hesperia» 45 (1976), pp. 296-303.
5
Cf. MERITT, Archons, p. 179.
6
HABICHT, Studien, pp. 163-165.
7
Cf. WiLAMOwrrz, p. 409 s. (= p. 276) e W. CAPELLE, Lakydes, RE ΧΠ 1 (1924),
530 s. Non si deve fare affidamento sul μόν<χ ... di D.L. IV 60 sicuramente falso, cf.
DORANDI, Apollodoro, p. 19 n. 44.
10 I. L'Academia
1 Filodemo dà prima una propria versione in prosa dei versi del Cronografo e poi li
trascrive nella loro scrittura originale. L'apparente stranezza è giustificata dal fatto
singolare che il testo della Academicorum historia è tramandato quasi esclusivamente da
un manoscritto (PHerc. 1021) che ne conserva una prima stesura ancora allo stato di
'abbozzo'. Cf. DORANDI, Platone e l 'Academia, pp. 109-113.
2
Phld., Acad. hist. XXIV 28-XXV 16 (Apollod. FGrHist 244 F 56 = Cam. Τ 3b 23-
34). In XXIV 29 si deve accogliere l'integrazione ό του Πολεμάρχου del Gomperz (cioè
Cameade Π) invece di Ό του Έπικώμου del JACOBY, Apollodor, p. 387 n. 1 (cioè
Cameade I); in XXIV 37 conservo, con il Mette, ancora contro il Jacoby, μετά την I
Καρν[εά]δου τελευτην. Per i versi di Apollodoro escludo invece il forzoso tentativo
di ricostruzione operato dal Mette. Per questi e altri problemi testuali rimando al mio
commento ad loc. (DORANDI, Platone e l'Academia, p. 247).
Tra Cameade e Clitomaco 13
1
Phld., Acad. hist. XXIX 39-XXX 12 (Apollod. FGrHist 244 F 54-55 = Cam. Τ 3a
20-30).
2
JACOBY, Apollodor, pp. 385-389: spec. 387.
3
Per l'arcontato di Agnoteo, cf. solo DlNSMOOR, p. 224; per quello di Policleto, infra,
p. 19 n. 2. L'anno di carica di Licisco si ricava sottraendo all'arcontato di Agnoteo i dieci
anni passati da Clitomaco nel Palladio.
4
I n b a s e ai risultati d e l FERGUSON, p. 7 4 s., del KIRCHNER 1 9 0 0 , p. 4 6 5 s. e d e l
KOLBE, p. 120. Cf. DINSMOOR, Archons list, pp. 196-198 e la ulteriore bibliografia citata
in MERITT, Archons, pp. 184, 1 8 5 , 1 8 6 s.
5
DINSMOOR, pp. 224 s. e 270-272. La terza corrisponde alla mia seconda. Pur
discostandomi dai risultati del Dinsmoor, tre tradizioni ravvisavo ancora in Apollodoro,
pp. 25-27.
14 I. L'Academia
1
DINSMOOR, Archons list, p. 196 s.
2
JACOBY, Apollodor, p. 3 8 9 n. 6.
3
Anche in questo caso i risulati del JACOBY, Apollodor, p. 388 s. mantengono la loro
validità.
Tra Cameade e Clitomaco 15
* Tra il 140/39 e il 129/8 ci sono, in realtà, undici anni, ma questo non è un motivo
sufficiente per accettare la congettura ενδεκα del Jacoby (Apollodor, p. 389 n. 5) in vece
di μ]έν δέκα di Mekler. Filodemo o la sua fonte presupponevano infatti un calcolo che
aveva come limiti il 139 e il 129.
2
Seguiva (col. XXV 16-19) una probabile fonte alternativa (τινά) che tramandava
una diversa durata della vita di Clitomaco di oltre settanta anni (... ετη [..] I .. [....
προ«:] toîc έβ[δομήΙκοντα) purtroppo non più ricostruibile. Fonti alternative sulla
durata della vita di uno scolarca non sono estranee alla Academicorum historia fìlodemea,
cf. i capitoli 2 e 4 di questo volume.
3
D.L. IV 67 (Clitom. Τ la Mette).
4
Steph. Byz., s.v. Καρχηδών, p. 363 Meineke (Clitom. Τ l e 2 ) . La notizia
confluisce identica in Eustat., ad Dionys. Perieg. 195, p. 251 Müller.
5
Cf. JACOBY, Apollodor, p. 389 nell'orma di un suggerimento del Wilamowitz.
16 I. L'Academia
rimaneva l'anno di morte a causa di una lacuna solo parzialmente restaurata dal
Bücheler e dal Mekler (11. 17-19):1 ß u k ] a c δ' [έΙξή]κοντ' ετ[η vócco]i ?
καΐτέετρεψεν, [οϊ δέ λέγ]ου[ο]ιν I [.. τ]έτ[τ]αρα [. Il von Fritz riteneva, a
ragione, incerta l'integrazione [έΙξή]κοντ' e poneva, per congettura, l'anno di
morte nell' 86/5.
Più di recente il Glucker2 ha richiamato l'attenzione sulle 11. 39-40 della
stessa colonna, così ricostruite dai precedenti editori: ßicocac [δ' εν ? I καί]
έξήκοντ* ετ[η [κατ]έΙ[(:τρεψεν] έπί Νικήτου [... I ...]αναν έν τώι τ[ρί]τωι.
L'arcontato di Nicete (84/3), durante il quale sarebbe morto un ignoto
personaggio - il Bücheler, seguito dal Susemihl e dallo Zeller, aveva pensato a
Eraclito di Tiro -, 3 è dal Glucker messo piuttosto in relazione con Filone: il
filosofo di Larissa sarebbe pertanto morto nell' 84/3.
Una rinnovata autopsia del PHerc. 1021 ha messo in luce la presenza del
nome dell'arconte Nicete anche nella 1. 19 della medesima col. XXIII confer-
mando la supposizione del Glucker di un rapporto fra i due luoghi.
Ecco come propongo di ricostruire il brano:4
1
Stampo il testo del MEKLER, p. 107. Il BÜCHELER, p. 20 suggerì ßici>c]ac δ'
[εΙξή]κοντ' ετ[η καί τρία.
2
GLUCKER, ρ . 1 0 0 n . 11.
3
BÜCHELER, loc. cit.-, SUSEMIHL, II, p. 2 8 4 n. 2 4 8 ; ZELLER, M 1, p. 6 3 0 n. 3.
4
Cf. DORANDI, Platone e ¡'Academia, P. 170.
5
Una soluzione come [έβ]δ[οΙμή]κοντ' ετη [καί πέμ]π[τε presenterebbe ben più
gravi difficoltà.
Filone di Larissa 19
1
Casi di versioni alternative sono attestate ancora nella Academicorum historia: per
Lacide (XXVII1 ss.), su cui v. supra, cap. 2 e per Clitomaco (XXV 16 ss.) su cui supra,
cap. 3.
2
Per l'arcontato di Policleto, cf. B.D. MERITT, «TAPhA» 95 (1964), p. 252 s. e
Archorts, p. 186 s. Per Nicete, cf. ID., Archons, p. 186.
3
ROUSSEL, p. 3 4 9 e ID., IDel, ad 1498.
4
Dopo MERITT, Year, p. 184 e Archons, p. 183, cf. HABICHT, p. 239. La tesi del
Roussel era stata respinta dal DLNSMOOR, Archon list, p. 191 a favore del 158/7. ¡Del
1498 richiamata dal Meritt attesta però, senza dubbi, l'arcontato di Pirro come precedente
immediato di quello di Antesterio, datato con sicurezza al 157/6 (cf. J.H. KENT,
«Hesperia» 16 [1947], p . 224), quindi al 158/7.
* Riprendo in queste pagine la prima parte della mia comunicazione letta al XIX
Congresso Intemazionale di Papirologia (Π Cairo 2-9 Settembre 1989) e in stampa nei
Proceedings of XIX International Congress ofPapyrology con alcune modifiche soprat-
tutto per quanto riguarda le conclusioni.
1
C f . JACOBY, Apollodor, p p . 3 6 9 - 3 7 1 ; MAYER, p p . 2 1 1 - 2 3 7 ; H. VON ARNIM,
Kleanthes 2, RE XI 1 (1921), 558 s.; G. VERBERE, Kleanthes van Assos,
«Verhandelingen van de Koninklike Vlaamse Academie v. Wetenschappen, Letteren en
Schone Künsten van België» (Brüssel 1949), pp. 50-68; POHLENZ, I, p. 26 s. e Π, p. 16
(= p. 35 n. 17).
2
Cf. COMPARETTI, p. 502 s. e TRAVERSA, pp. 42-45. Le due colonne corrispondono
a SVF I F 477. Il testo è quello da me stabilito nella nuova edizione dell'opera in
preparazione per "La Scuola di Epicuro" (Napoli).
3
Coll. IV-VIN Dorandi. Cf. T. DORANDI, Filodemo, Gli Stoici (PHerc. 155 e 339),
«CErc» 12 (1982), pp. 91-133, spec. 99, 106, 111-113 e, più dettagliatamente, ID.,
Estratti biografici su Zenone di Cizio nell'opera filodemea "Gli Stoici" (PHerc. 155 e
339), negli Atti del Conv. Intern. La regione sotterrata dal Vesuvio. Studi e prospettive
(Napoli 1982), pp. 443-454.
4
Ps.-Luc., macr. 19 (SVF I F 475); Val. Max. Vili 7 ext. 11; Cens., d. nat. 15, 3 e
D.L. VII 176 (SVF I F 474). Della attendibilità della notizia dello pseudo-Luciano dubita
F. RUHL, Die Makrobier des Lukianos, «RhM» 62 (1907), p. 429 s.
^ Vedile raccolte e discusse in DLNSMOOR, p. 46. Cf. Κ. VON FRITZ, Zenon 2) von
Kition, RE XA (1972), 83.
24 II. La Stoà
Il problema più immediato consiste nello stabilire con esattezza gli anni
degli arconti Antipatro/Arrenide, Aristofane, Clearco e Iason.
Gli anni di carica di Aristofane e Clearco sono ormai fissati con sicurezza
rispettivamente nel 331/0 e 301/0,2 e quello di Iason oscilla tra il 231/0 e il
230/29.3 Controverso è ancora il caso di Antipatro/Arrenide per la definizione
del quale punto di partenza rimangono i due luoghi filodemei della Stoicorum
historia (XXIX) e del de Stoicis (V). 4
La datazione tradizionale, accolta fin dal Beloch,5 cioè il 263/2 per Antipatro
e il 262/1 per Arrenide, ha esclusa il Heinen, che scende al 262/1 per Antipatro
e al 261/0 per Arrenide.6
Ingannato da una falsa lettura delle 11.13-14 della col. V del de Stoicis, che
era stata fornita dallo Sboidone al Pritchett7 (ECTINECTE...CAPAK.... IKAIM....),
il Heinen così argomenta: tra l'arcontato di Arrenide e quello di Clearco ci sono
quaranta anni (τεοοαράκοντα) più alcuni mesi (il M della 1. 14 è verisí-
milmente da integrare in μήνεο); l'anno di Arrenide, il quarantunesimo da quello
di Clearco (301/0), risulta pertanto, per calcolo inclusivo, il 261/0 o, per
calcolo esclusivo, il 260/59. Tra le due possibilità la scelta cade piuttosto sul
261/0 in considerazione anche del fatto che Cleante fu scolarca dopo Zenone per
trentadue anni e morì durante l'arcontato di Iason, nel 230/29.8
1
Phld., de Stoic. V 9-14 Dorandi (Apollod. FGrHist 244 F *44). Che Antipatro era
stato il predecessore di Arrenide è detto nella col. IV 7-8: la capitolazione di Atene alla
fine della Guerra Cremonidea avvenne έπ' ΆνΙτιπ]άτρου τ[οΰ] προ Άρρενείδ[ου],
2
Aristofane: MERITT, Year, pp. 88-91 e ID., Archons, p. 169. Clearco: MERITT,
Archons, p. 171.
3
Iason, MERITT, Archons, p. 177; HABICHT, Untersuchungen, pp. 113, 117, 128 n.
66, 144; J. et L. ROBERT, Bull, épigr. 1981, 404-405; MERITT, «Hesperia» 50 (1981), p.
9 6 s.; OSBORNE, p . 2 4 1 .
4
Uno statuts quaestionis, dopo DINSMOOR, p. 46 s„ in HEINEN, pp. 182-186;
HABICHT, Untersuchungen, p. 113 s. e OSBORNE, p. 2 2 6 s.
5
J. BELOCH, « K l i o » 2 (1902), p p . 4 7 3 - 4 7 6 e ID., I V 2, p p . 55 s. e 7 5 s.
6
HEINEN, pp. 182-186. Seguito, p. es., da É. WILL, Histoire politique du monde
hellénistique (Nancy 19792), p. 224 s.
7
W.K. PRITCHETT, Ancient Athenian calendars on stone (Berkeley and Los Angeles
1963), p. 388 s.
8
Cf. HABICHT, Untersuchungen, p. 113 s.; ID., Studien, pp. 13-16, 70 n. 24 e
OSBORNE, p. 226-241, spec. p. 227. Elementi a favore hanno creduto di poter ricavare
dalla cronologia delfica R. ETIENNE-M. PIÉZART, «BCH» 99 (1975), pp. 59-62 (cf.
26 II. La Stoà
Con lucidità il Heinen nota comunque che l'esattezza dei suoi calcoli poggia
sulla validità delle premesse che: 1. Clearco sia stato l'arconte del 301/0; 2. le
letture e le integrazioni dello Sbordone siano giuste; 3. l'arcontato di Iason sia
da porre, al più tardi, nel 230/29.
Di questi tre punti, il secondo è, senza dubbio, erroneo, ma rimangono
stabili gli altri due e la correttezza del metodo applicato.
Una rinnovata autopsia del PHerc. 339 conferma le letture e le integrazioni
dei precedenti studiosi, che consentono di ribadire la vecchia tesi degli arcontati
di Antipatro nel 263/2 e di Arrenide nel 262/1.1
Sottraendo i sicuri έννέ[α καί] τριάκο[ντ' ετη] I και μήνε[ο] τρ[εΰ al
301/0, anno dell'arconte Clearco, si giunge infatti, per calcolo inclusivo, al
262/1 e, per calcolo esclusivo, al 261/0. Il conseguente confronto con i
trentadue anni dello scolarcato di Cleante rende infine effettive le date del 262/1
per Arrenide e del 230/29 per Iason.
Cleante nasce nel 331/0 (arconte Aristofane), nel 262/1 (arconte Arrenide)
diviene scolarca della Stoà, alla morte di Zenone del quale era stato discepolo per
diciannove anni; muore nel 230/29 (arconte Iason). La durata della vita di
Cleante raggiunge in tal modo centouno anni.
Alla luce di questi risultati si prospettano due soluzioni:
1. Filodemo riferisce nelle colonne XXVIII-XXIX della Stoicorum historia
due diverse tradizioni sulla cronologia di Cleante - come talvolta nella
Academicorum historia -: 2 la data di nascita di Cleante e quella di morte devono
quindi esser lasciate distinte e il numero degli anni vissuti dallo scolarca
rimanere oscuro.
2. I centouno anni possono essere spiegati se messi in relazione con la
notizia di Diogene Laerzio VII 176 che Zenone e Cleante morirono alla stessa
età e con la anonima indicazione in un passo lacunoso del de Stoicis (V 9),
secondo la quale alcuni attribuivano anche a Zenone centouno anni di vita.3
? nasce Zenone
331/0 (arconte Aristofane) nasce Cleante
262/1 (arconte Airenide) muore Zenone; Cleante scolarca
230/29 (arconte Iason) muore Cleante
Non più che una breve replica merita, infine, la fantasiosa ipotesi proposta
dal Mayer.3
Lo studioso, a partire da una personale ricostruzione delle colonne IV-VI
(VI-VIII Dorandi) del de Stoicis, credette di aver individuato in quel capitolo
tracce di una polemica fra Apollodoro di Atene e Demetrio di Scepsi circa la
cronologia di Zenone.
Zenone - avrebbe sostenuto Apollodoro - non morì a centouno anni, come
pretendeva Demetrio (col. IV 11 = V 11 s. (ό) Οΐήψ[ιοο έ]πί[ο]ταται), ma
1
Vicina alla quale, ma non identica, è quella di Apollonio di Tiro, pseudo-Luciano,
Censorino e Valerio Massimo.
2
Perseo, SVFI F 458 (D.L. VII 28). Immetodico il tentativo di correggere il testo
tradito settantadue in novantadue, presupponendo un errore di lettura oß in vece di ςβ
avanzato a partire da H.F. CLINTON, Fasti Hellenici (Oxford 18413), Π, p. 453 n. i e
riproposto da UNGER, Die Zeiten des Zenon von Kition und Antigonos Gonatas, art. cit.,
pp. 102-105, 106 s., Κ. BRINKER, Das Geburtsjahr des Stoikers Zenon aus Citium und
dessen Briefwechsel mit Antigonos Gonatas, Progr. Realgymn. Schwerin 1888, p. 3 s. e
da GRILU, pp. 299-301. Contra, a ragione, già SUSEMIHL, Anaiect. Alex, chron., op. cit.,
p. xxiii ss. (cf. JACOBY, Apollodor, p. 365 n. 9 e FGrHist Π D, p. 738; VON FRITZ,
Zenon, art. cit., 84 s.).
3
MAYER, pp. 211-237, spec. pp. 235-237. Contra, cf. DORANDI, Filodemo. Gli
Stoici, art. cit., pp. 111-113.
28 II. La Stoà
certamente vecchio. Per Apollodoro, come per Perseo, Zenone sarebbe vissuto
solo settantadue anni (334/3-262/1). Se Cleante fosse nato, come sosteneva
Demetrio, nel 331/0, tra lui e il maestro ci sarebbero stati solo tre anni di
differenza, il che è impossibile. La data di Perseo/Apollodoro è corroborata da
Diogene Laerzio: è infatti più probabile che quando Cleante si recò come
discepolo da Zenone avesse avuto ventitre e non cinquanta anni.1 La sua nascita
va dunque spostata al 304/3, mentre l'anno della morte deve esser stato il 233/2,
cioè dopo trenta anni di scolarcato come si dedurrebbe dalla col. XXIX della
Stoicorum historia?• Tutti gli altri dati sono falsi. I novantotto anni che
Apollonio di Tiro attribuisce a Zenone e Cleante e i novantanove dello pseudo-
Luciano, Censorino e Valerio Massimo (per Cleante) sono la stessa cifra
calcolata per inclusione o per esclusione. Apollonio forse ritoccò la data di
Demetrio riducendola da centouno anni a novantotto per meglio combinare i
cinquattotto anni del suo scolarcato con i quaranta della sua ακμή. 3 Entrambe le
tradizioni sarebbero sorte in margine alle due lettere falsificate che si
scambiarono Zenone e Antigono Gonatas/* dove leggiamo che Zenone reclinò
l'invito del sovrano Macedone a recarsi alla sua corte di Pella perché ormai
ottantenne.
1
Che i diciannove anni di discepolato presso Zenone corrispondano agli ultimi della
vita del maestro è ribadito dal POHLENZ, Π, p. 16 (= p. 35 n. 17).
^ Π MAYER, p. 236 s. pone punto fermo dopo τριάκοντα e integra così il resto della
frase: και [τό]ν [Δ]ιονύα[ον] I τοίν[υν]. La congettura è impossibile come dimostra
la paragraphes dopo la 1. 5 a indicare la fine del bios di Cleante e l'inizio di quello di
Dionisio di Eraclea. Contro una simile ipotesi prospettata anche dal MERITT, Year, p.
225, cf. DORANDI, L'arcontato diArrenide, art. cit., p. 218.
3
C f . VON FRITZ, Zenon, art. cit., 83 s. e GRILLI, p. 2 9 2 ss.
4 Anche a voler ammettere (GRILLI, pp. 291-294), che la polemica non riguardava
l'autenticità delle lettere e che Apollodoro attaccava invece la ricostruzione di Demetrio
perché fondata su calcoli sbagliati, tutto il ragionamento del Mayer non trova giustifi-
cazione testuale nella lezione dei papiri.
6
D I O G E N E DI SELEUCIA MNESARCO E DARDANO
1
Cf. H. VON ARNIM, Diogenes 45, RE V 1 (1903), 773-776 e Κ. VON FRITZ, Zenon
4) von Tarsos, RE XA (1972), 122. La successione nello scolarcato è attestata da Phld.,
Stoic, hist. XLVm 4-7 (SVF ΙΠ Diog. F 3): ΔιοΙγέν[η]ς 'Αρτεμιδώρου I Οε[λευ-
κε]υο [ά]πο Tíypioc I ό [παραλαβών Ζή]νωνοο την I [οχολήν],
2
Sull'episodio dell'ambascerìa dei tre filosofi a Roma rimando solo a FERRARY, pp.
3S1-363. Le testimonianze sono raccolte, da ultimo, come Carnead. Τ 7a-k Mette.
3
Cie., de sen. 23 (SVF Ut Diog. F 6).
4
SUSEMIHL, I, p . 8 3 n . 3 5 8 ; ZELLER, M 1, p . 4 6 n . 1; H . VON ARNIM, Diogenes, art
cit., 7 7 3 s.; POHLENZ, I, p . 1 8 0 e Π, p . 9 1 (= p. 3 6 0 n . 2 ) e GLUCKER, p . 19 n . 18.
^ Ps.-Luc., macr. 20 (SVF ΙΠ Diog. F 4). Non c'è motivo per negare l'attendibilità di
questa informazione.
6
GLUCKER, p. 19 n. 18. Ne accetta i risultati J.G.F. POWELL, Cicero. Cato maior de
senectute (Cambridge 1988), p. 153 s.
7
Per un primo inquadramento sulle vicende biografiche dei due personaggi, cf. Κ.
VON FRITZ, Mnesarchos 5, RE X V 2 (1932), 2 2 7 2 - 2 2 7 4 e H . VON ARNIM, Dardanos 12,
RE IV 2 (1901), 2180. Ulteriori dettagli nelle pagine seguenti.
8
Sul significato del termine "conversione", cf. BARNES, p. 68.
30 II. La Stoà
1
Cie., Luc. 69 (Antioch. F 5, 116-119 Mette).
2
BARNES, pp. 6 8 - 7 0 , spec. p . 6 9 η. 7 6 . C f . a n c h e FERRARY, p. 5 9 5 η. 3 0 .
3
Cf. infra, cap. 7.
4
II che, all'apparenza, non sembrerebbe contraddetto dal passo del de senectute di
Cicerone citato: num. postea Zenonem Cleanthem aut eum quem vos etiam vidistis
Romae, Diogenem Stoicum, coegit in suis studiis obmutescere senectus?
Diogene di Seleucia Mnesarco e Dardano 31
1
FERRARY, pp. 449-464.
2
Phld., Stoic, hist. LDI 3-7. Su cui ν. infra.
3
FERRARY, p. 452 s. sulla base di Phld., Stoic, hist. LI.
4
FERRARY, P. 4 5 6 .
5
Athen. V 186a (SVF ΠΙ Ant. 14 = Panaet. F 29 van Straaten).
6
FERRARY, p p . 4 5 7 4 5 9 .
7
FERRARY, p p . 4 5 9 - 4 6 4 .
32 II. La Stoà
1
Ma ν. la testimonianza di Cicerone cit. infra, n. 3.
2
Per la cronologia di Panezio, cf., infra, cap. 7.
3
D Barnes ne colloca la nascita nel 160 ca., ma niente impedisce diriportarlaal 170
ca. D'altronde, Cicerone nel de oratore (145) parla di Mnesarco come auditor di Panezio
e osserva che, nel 110, ancora vigebat: vigebat auditor Panaeti illius tui Mrtesarchus.
4
COMPARETTI, pp. 467, 526-528 richiamato anche dal FERRARY, p. 456 s.
5
Sulla questione tornerò nell'Introduzione alla mia nuova edizione commentata dello
scritto filodemeo.
6
FERRARY, p . 4 5 6 .
Diogene di Seleucia Mnesarco e Dardano 33
In questo documento Panezio compare tra i numerosi Ιεροποιοΐ (oltre 61) che
organizzarono a Atene le solenni feste in onore di un Tolemeo (Πτολεμαίο)
sotto l'arcontato di Lisiade.
Primo e ineludibile problema è quello connesso con la datazione dell'anno di
carica di Lisiade.
Il Crönert1 ricondusse Lisiade al 1S2/1 sul fondamento di IDel 1505, un
decreto dal quale si deduce che l'arcontato di Lisiade precedeva di un anno quello
di Archon e di due quello di Epicrate. Convinto che nell' IDel 1505 il segretario
della Boulé, Mnesifilo, provenisse dalla phyle Sypalettis, lo studioso retroda-
tava Epicrate al 162/1 o 150/49 o 138/7 e di conseguenza, Lisiade al 164/3 o
152/1 o 140/39. Tra questi anni, a sua volta, gli unici liberi restavano il 150/49
per Epicrate e il 152/1 per Lisiade.
Il gran numero di delegati per gli Πτολεμαΐα era giustificabile, in quel
tempo, con la larga popolarità di cui godeva a Atene Tolemeo VI Philometor,
mentre sarebbe stato poco convincente dopo che, nel 145, Tolemeo Vili
Euergetes Physkon ebbe cacciati da Alessandria i dotti greci. Il 152/1 inoltre,
primo anno della centocinquantasettesima Olimpiade, ben si adattava anche alla
tradizione che voleva celebrati gli Πτολεμαΐα nel primo anno appunto di un
ciclo Olimpico.
Il Cichorius poneva l'arcontato di Lisiade piuttosto nel 139/8.21 nomi di
almeno due personaggi romani nella lista degli ίεροποιοί, Gtópioc (36) e
Λεύκιοο (33) sarebbero stati indizi significativi: la notoria rarità del prenome
Spurius nell'onomastica romana porterebbe infatti a identificare lo Gtópioc
' Ρωμαΐοο con Spurio Mummio. Costui venne per la prima volta in Grecia,
forse anche a Atene, nel 146 in qualità di legatus di suo fratello L. Mummio
Achaicus3 e, una seconda volta, a Atene, nel 138, di ritorno, con Scipione
Emiliano e Lucio Metello Calvo, dall'ambasceria in Oriente. Fu in questa
occasione che poté essere invitato a partecipare agli Πτολεμαΐα. Il Λεύκιοο è
dunque Lucio Metello Calvo e non è da escludersi che nelle linee mancanti
dell'iscrizione fosse anche ricordato Scipione, quale Πόπλιοο 'Ρωμαΐοο. La
massiccia presenza di dotti fra i componenti del comitato va messa in relazione
con la loro cacciata da Alessandria nel 145 e il conseguente esilio a Atene.
1
CRÖNERT, Stoikerinschrift, pp. 474-475. Dopo i tentativi di G. DOUBLET, «BCH»
16 (1892), p. 373; HOMOLLE, p. 162 (145/4); VON SCHOEFFER, 591 (146/5); FERGUSON,
pp. 62-64 (166/5); KIRCHNER 1900, p. 460 e PA 9336 (ca. 160).
2
CICHORIUS, p p . 1 9 8 - 2 0 5 .
3
Cie., ad Att. X m 6,4.
Panezio di Rodi 37
1
CICHORIUS, p p . 2 0 5 - 2 0 7 .
2
KOLBE, pp. 115-118. Ulteriori elementi prosopografici raccoglie il KIRCHNER in
margine a IG Π 2 1938, p. 423.
3
CICHORIUS, pp. 207-212. Corara, JACOBY, FGrHist Π D, p. 717 s. (comm. a 244 Τ
3).
4
CICHORIUS, pp. 212-216 a partire dall'epigramma di Antipatro per la morte di un
principe dei Tolemei (A.P. VII 241 = 25 Gow-Page). Contra, R. LAQUEUR, Ein
Epigramm des Antipatros vonSidon, «Hermes» 44 (1909), pp. 146-150. Cf. A .S. Gow-
D.L. PAGE, The Greek Anthology. Hellenistic Epigrams (Cambridge 1965), Π, p. 54 s.
Si tratta di Antipatro di Tarso, maestro di Panezio (CRÖNERT, Stoikerischrift, p. 479,
seguito da Β. PUECH, Antipatros de Tarse, DPhA 1,1989, p. 221 s.) piuttosto che di An-
tipatro di Alessandria, discepolo di Cameade (CRONERT, Stoikerischrift, p. 481 n. 2). Cf.
T. DORANDI, Antipatros d'Alexandrie, DPhA I (1989), p. 219.
5
W.S. FERGUSON, «Klio» 9 (1909), pp. 337-340. Accettano la datazione del Crönert
a n c h e J. KIRCHNER, Lysiades 2, RE Χ Π Ι 2 ( 1 9 2 7 ) , 2 5 2 9 , il VAN STRAATEN, p. 2 3 e il
MERITT, Year, p. 1 8 7 s.
6
FERGUSON, Cycles, P. 3 0 .
7
Superate si dimostrano le ipotesi avanzate dal JACOBY, FGrHist Π D, p. 717 e da U.
VON WILAMOWTTZ-MOELLENDORFF, Panaitios, in Rede und Vorträge (Berlin 1926 4 ), p.
198 n. 2 (147/6); DINSMOOR, p. 261 s. (159/8). Più attendibile, semmai, la proposta di
ROUSSEL, p. 360 s. e ¡Del 1505, p. 12 s. (ca. 150).
38 II. La Stoà
1
DINSMOOR, Archon list, pp. 24 e 193.
2
PRITCHETT - MERITT, p. XXX e B . D . MERITT, « H e s p e r i a » 3 3 (1964), p . 2 0 7 ; 3 4
(1965), p . 9 0 e ID., Archons, p. 184.
3
Cf. C. PÉLÉKIDIS, Histoire de l'éphébie attique des origines à 31 av. J.-C. (Paris
1962), p. 300; H. VOLKMANN, Ptolemaia, RE XXIII 2 (1959), 1586; E. MANNI,
«Athenaeum» n.s. 33 (1955), p. 264 e «Historia» 24 (1975), p. 32.
4
HABICHT, p p . 237-247: spec. 2 3 8 s. e 246.
1
Cf. CHR. BLINKENBERG, Lindos. Fouilles de l'Acropole 1902-1914. II. Inscriptions
(Berlin-Copenhague 1941), Π 1,498-502.
2
Cf. Cie., de divin. I 3, 6 (F 6 = 71) e Phld., Stoic, hist. Lm (F 30) e LX (F 31).
L'ambasceria è convincentemente datata al 140-138 dal CICHORIUS, pp. 204-205. Per
altre proposte meno attendibili, cf. VAN STRAATEN, pp. 14-17 e GARBARINO, p. 383 s. n.
3. Il recente tentativo di H. B. MATTINGLY, Scipio Aemilianus' eastern embassy, «CQ»
n.s. 36 (1986), pp. 491-495 di anticiparla al 143/2 ha suscitato i dubbi di FERRARY, p.
399 n. 4. Cf. M.T. GRIFFIN-E.M. ATKINS (edd.), Cicero. On duties (Cambridge 1991), p.
xix. Sulla presenza e il ruolo avuto da Panezio in quell'occasione, da ultimo, FERRARY,
p. 610 ss.
4
A.E. ASTIN, Scipio Aemilianus (Oxford 1967), p. 297 e n. 4.
5
Veli. Pat., hist. 113, 3 (F 15): Quippe Scipio tarn elegans ¡iberalium studiorum
omnisque doctrinae et auctor et admirator fuit, ut Polybium Panaetiumque praecellentes
ingenio viros, domi militiaeque sec um habuerit.
6
Cie., de rep. 121, 34 (F 119).
7
CICHORIUS, p p . 2 2 0 - 2 2 3 .
40 II. La Stoà
1
L'ipotesi del Cichorius ha trovato consenzienti, tra gli altri, R. DAEBRXTZ, Hanno
26, RE VII 2 (1912), 2363; E. NORDEN, Die germanische Urgeschichte in Tacitus'
"Germania" (Berlin 1923 4 ), p. 32; E. HONIGMANN, Libye, RE ΧΠΙ 1 (1926), 173; L.
MEYLAN, Panétius et la pénétration du Stoïcisme à Rome au dernier siècle de la
République, «Rev. Théol. Philos.» 17 (1929), p. 173; F. HILLER V. GAERTRINGEN,
Rhodos, RE Suppl. V (1931), 800; TRAVERSA, p. 79; POHLENZ, Π, p. 237 s. (= I, p. 390
n. 5) e P. PÉDECH, La méthode historique de Polybe (Paris 1964), p. 589.
2
COMPARETTI, P. 5 3 0 .
3
BÜCHELER, p. 553 (= p. 145). Cf. R. VON SCALA, Die Studien des Polybios
(Stuttgart 1890), I, p. 325 n. 1.
4
CRÖNERT, Stoikerinschrift, p. 4 7 6 s. C f . TRAVERSA, p. 7 8 .
5
HILLER V. GAERTRINGEN, αρ. POHLENZ, Panaitios, 440. Qualche dubbio su questa
ricostruzione avanzaò poi il POHLENZ, I, p. 97 s., Π, p. 237 s. (= I, p. 390 n. 5). Cf.
anche U. VON WILAMOWITZ-MOELLENDORFF, Der Glaube der Hellenen (Basel-Stuttgart
1959 3 ), Π, p. 391 η. 2. Favorevole si mostra invece J. DESANGES, Pline l'Ancien.
Histoire naturelle livre V, 1-46 (Paris 1980), p. 106 s.
6
TATAKIS, p. 2 6 .
7
Cf. VAN STRAATEN, pp. 13 e 236 s.; K. ZIEGLER, Polybios, RE XXI 2 (1952),
1 4 5 5 e F. W . WALBANK, « J R S » 5 5 ( 1 9 6 5 ) , p. 1 s.
8
Polyb. XXXVm 21-22.
9
Plin., nat. hist. V 1, 9 s.
Panezio di Rodi 41
1
Una discussione ragionata in GARBARINO, pp. 381-386.
2
Accetto la cronologia alta dell'ambasceria di Cratete. Cf. GARBARINO, pp. 356-362.
3
Secondo la testimonianza di Phld., Stoic, hist. LXm. Cf. GARBARINO, p. 386 e
FERRARY, p p . 4 0 0 e 6 0 8 .
4
L'anno di morte di Antipatro si ricava da D.L. IV 64 (Antipatro mon poco prima di
Cameade): cf. VAN STRAATEN, p. 19. Non convince l'ipotesi di H. COHN, Antipater von
Tarsos. Ein Beitrag zur Geschichte der Stoa (Berlin 1905), p. 7 che giudica la notizia di
Diogene Laerzio un aneddoto privo di fondamento stoico e sposta la data di morte di
Antipatro al 125/20. La suggestione del CRÖNERT, Stoikerinschrift, p. 478 e del
medesimo COHN, op. cit., p. 6, che Panezio fosse succeduto a Antipatro quando questo si
ritirò dall'insegnamento per una malattia è fondata su un luogo della Stoicorum historia
(LX) ancora incerto.
5
R. PHILIPPSON, Panaetiana, «RhM» 78 (1929), pp. 338-340.
6
M. POHLENZ, Antikes Fiihrertum. Cicero de officiis und das Lebensideal des
Panaitios (Leipzig-Berlin 1934), p. 125 s. (tr. it. Brescia 1970, pp. 190-192); Panaitios,
425 e ID., I, p. 193 s. (= I, p. 393).
42 II. La Stoà
1
Cie., de o f f . ΙΠ 2, 8 (Posid. Τ 9 Edelstein-Kidd, 7 Theiler = Panaet. F 35).
2
Cf. GARBARINO, pp. 387-390; FERRARY, pp. 395-400 e il commento del KIDD a
Posid. Τ 9 (Cambridge 1988), Π 1, p. 12 s.
8
I L ' G I A R D I N O ' DA EPICURO A P A T R O N E *
Questa ricostruzione della cronologia del Giardino dal suo fondatore Epicuro,
fino a Patrone, contemporaneo un poco più anziano di Cicerone, non vuole
essere soltanto una riproposizione della lista degli scolarchi che si succedettero
nella direzione di quella scuola, ma piuttosto un tentativo globale di
rappresentazione sintetica delle principali vicende dei membri di maggiore
spicco alla luce delle nuove ricerche e, in particolare, del contributo che viene
dai papiri di Ercolano.
Quasi tutte le date sono congetturalmente restituite, ma le poche certe con-
sentono di porre alcuni punti fermi a partire dai quali cercare di riorganizzare in
misura ormai abbastanza chiara la storia del Kepos.
La cronologia di Epicuro1 (342/1-271/0) è principalmente fondata sui sin-
cronismi di Apollodoro riassunti da Diogene Laerzio:2
* Questo capitolo prende spunto dalla breve nota, per più versi superata, di T.
DORANDI, G . INDELLI, A. TEPEDINO GUERRA, Per la cronologia degli scolarchi epicurei,
«CErc» 9 (1979), p. 141 s.
1
Per una dettagliata discussione, cf. W. SCHMID, Epikur, RAC V (1961), 681-687 e
H. STECKEL, Epikuros, RE Suppl. XI (1968), 579-593. Utile anche il commento di A.
LAKS, Édition critique et commentée de la "Vie d'Épicure" dans Diogene Laërce (X, 1 -34),
in Cahiers de Philologie I (Lille 1976), pp. 1-118. La bibliografia su singoli problemi
sarà di volta in volta indicata.
2
D.L. X 14-15 (Apollod. FGrHist 244 F 42). I dati sono ripresi da Suidas, lex., s.v.
Έπίκουρ« 2404 (vol. Π, p. 363 s. Adler). La traduzione è quella di GIGANTE, Diogene
Laerzio, p. 405.
46 III. Il Kepos
"Tra gli altri, anche Eraclide, nella sua Epitome di Sozione, riferisce che egli
(Epicuro) fu allevato a Samo, dopo la colonizzazione ateniese, e che a diciotto
anni venne in Atene, quando Senocrate insegnava nell'Academia ed Aristotele in
Calcide. Dopo la morte di Alessandro il Macedone e l'espulsione dei colonizza-
tori ateniesi da Samo ad opera di Perdicca, Epicuro passò a Colofone, dove era
suo padre. Ivi si trattenne per un certo tempo e raccolse intorno a sé dei
discepoli, ma poi ritornò in Atene, arconte Anassicrate".4
Epicuro era nato a Samo da Neocle, un colono ateniese che si era trasferito
sull'isola nel 352,5 a diciotto anni (323) era venuto in Atene, evidentemente per
adempiere all'obbligo dell'efebia. Dopo l'espulsione dei coloni ateniesi da Samo
a opera di Perdicca, il filosofo si era trasferito a Colofone (post 322), dove si
trovava suo padre. Qui tenne scuola per alcuni anni e ritornò poi in Atene, al
tempo dell'arconte Anassicrate (307/6).
Appare subito evidente una leggera discrepanza fra le due fonti relativa
all'anno di arnvo di Epicuro a Atene: nel 305/4, secondo Apollodoro, nel 307/6,
secondo Eraclide. Che, nella ricostruzione oggettiva delle vicende della vita del
filosofo, non sia da dare troppa importanza a simili lievi discrepanze fu già
ribadito dallo Zeller.1
Si noti, inoltre, la mancanza, nella tradizione di Eraclide/Sozione, di ogni
accenno al soggiorno di Epicuro a Mitilene e a Lampsaco e una certa impreci-
sione e vaghezza nella descrizione degli episodi.
Dalla testimonianza dello stesso Epicuro apprendiamo che aveva cominciato
lo studio della filosofia a quattordici anni (327).2
Intorno al 290 si colloca il grave episodio della apostasia di Timocrate, il
fratello di Metrodoro e discepolo di Epicuro, che abbandonò il Giardino e dette
vita a una lunga campagna diffamatoria contro il maestro.3
Altre date si ricavano dalla presenza del nome dell'arconte nelle soscrizioni di
alcuni libri del περί cpúcecoc^ e in alcune lettere scrìtte dal filosofo e conservate,
per lo più, da Filodemo.5
Strettamente legata alla cronologia di Epicuro è quella di Metrodoro di
Lampsaco, che morì, cinquantatreenne, sette anni prima dell'amico (278/7), e
che era nato, quindi, nel 33 I/O.6
Tra i membri che componevano la prima cerchia di amici e discepoli di
Epicuro e che ne frequentavano la scuola, qualche riferimento abbiamo su
Pitocle, Polieno, Colote e Idomeneo, quattro personaggi che Epicuro incontrò
durante il suo soggiorno a Lampsaco.
Il Sedley7 ha dimostrato come la notizia che Pitocle sarebbe morto
diciottenne nel 289 è falsa. Pitocle era nato infatti intorno al 324, aveva
diciassette o diciotto anni nel 307/6, quando Epicuro giunse a Lampasaco e nel
292/1, all'età di trentadue anni, era ancora vivo.
Prima di Epicuro, forse nel 278/7 (arconte Democle), scompare Polieno.8
1
ZELLER, M 1, p. 3 7 6 n . 5
2
D.L. X 2. Cf. STECKEL, Epikuros, art. cit., 580.
3
Cf. D. SEDLEY, Epicurus and his professional rivals, in Cahiers de Philologie I
cit., pp. 127-132, 151-154, spec. 152 η. 27.
4
Cf. DORANDI, Arconti, Τ 3 , 5 , 6 .
5
Cf. DORANDI, Arconti, Τ 8-10, 12-26, 28. 30-33 e 35-36. Le indicazioni precise
riporto nelle Tavole cronologiche alla fine di questo volume.
6
Cf. D.L. X 23 (Metrod. App. 1 Körte).
7
D. SEDLEY, Epicurus and the mathematicians ofCyzicus, «CErc» 6 (1976), pp. 43-
48.
Quasi niente si riesce a sapere su Colote: pare che sia nato nel 320 ca. e che
dopo il 268 abbia scritto la sua opera περί του δτι κατά τα των άλλων
φιλοοόφων δόγματα ουδέ ζην εοτιν, dedicata al re Tolemeo II Philadelphos
(282-246) e impegnata in una critica violenta contro Arcesilao, scolarca
dell'Academia a partire dal 268-264.1
Più ricca la documentazione su Idomeneo. Nella ricostruzione della Angeli,2
Idomeneo sarebbe nato intorno al 325 e avrebbe avuto ca. quindici anni quando
conobbe Epicuro a Lampsaco. Nel periodo tra il 306 e il 301 si colloca la
partecipazione attiva di Idomeneo alla vita politica della propria città in qualità
di dignitario di corte, mentre la sua adesione all'epicureismo data dopo il 301.
Dall'epistolario con Epicuro, che si estende dal 305 al 271/0, ricostruiamo il
lento cammino della sua "conversione" filosofica.3
Primo successore di Epicuro nello scolarcato fu il suo vecchio allievo di
Mitilene, Ermarco.4
Il Krohn5 aveva, ipoteticamente, collocato la sua data di nascita nel 325, ma
già il Philippson e il Bignone,6 sulla base del testamento di Epicuro,7 dove si
parla di coloro che insieme a lui e Ermarco "scelsero di invecchiare nella filoso-
fia" (οογκαταγηρόκκειν προείλοντο έν φιλοσοφία), dedussero che i due
filosofi erano pressoché contemporanei. Se così, al momento del primo
incontro con Epicuro, Ermarco era sulla trentina.
L'unica data sicura della sua vita è quella del 267/6, anno in cui è
testimoniata una lettera a un ignoto Theopheides su argomenti retorici.8 Niente
possiamo dire invece sulla collocazione cronologica dell'episodio che vede
protagonisti Ermarco con Pitocle e Ctesippo durante una loro visita a Lam-
psaco.1
In un anno imprecisato, verso il 250, alla morte di Ermarco, ottiene lo
scolarcato Polistrato.
Ben poco conosciamo della sua biografia. La questione più grave che ha
tenuto occupati gli studiosi è stata quella di definire se fu o meno allievo diretto
(ακροατή«:) di Epicuro. Attraverso un minuzioso esame di tutto il materiale
antico, il Capasso ha cercato di dimostrare che Polistrato non poté ascoltare di
prima persona Epicuro e che quindi la sua data di nascita deve esser spostata nei
primi decenni del III secolo.2 Con maggiore approssimazione possiamo dedurre,
vedremo, che nel 220/19 (arconte Menecrate) il filosofo era già morto.
Una rinnovata autopsia del PHerc. 17803 (Filodemo, Storia del Giardino),*
ha messo in evidenza due date fondamentali delle vite di Dionisio di Lamptrai e
di Basilide, rispettivamente terzo e quarto scolarca del Giardino.5
Nel pz.VII m* 13-17 Tepedino leggiamo:
1
Anon., PHerc. 176 fr. 5 ΧΧΙΠ 1-14 (Herrn. F 2): una lettera scritta da Batide,
sorella di Metrodoro, alla piccola Apia, figlia del fratello. Cf., da ultimo, A. ANGELI,
«CErc» 18 (1988), pp. 46 (testo) e 50 s. La LONGO, Ermarco. Frammenti, op. cit., p.
115 pensa a una data precedente il 270.
2
M. CAPASSO, Polistrato uditore di Epicuro?, «CErc» 12 (1982), pp. 5-12.
3
Pubblicato, dopo CRÖNERT, Kolotes, pp. 81-87 e 181, da TEPEDINO, pp. 17-24.
* Si tratta di un libro della Storia dei filosofi (Ούνταξιc των φιλοοόφων) di
Filodemo, come ho ribadito in T. DORANDI, Filodemo storico del pensiero antico, ANRW
36.4 (Berlin-New York 1990), p. 2416 s.
5
Per Dionisio, cf. H. VON ARNIM, Dionysios 120, RE V 1 (1903), 974; per
Basilide, cf. CRÖNERT, Kolotes, pp. 87-89.
6
D.L. X 25.
7
C f . HABICHT, Studien, pp. 163-165.
50 III. Il Kepos
Crönert1 che aveva collocato Γάκμή di Basilide nel 180-150 ca. in conseguenza
del fatto che questi viene ricordato da Ipsicle nella prefazione al così detto XIV
libro degli Elementi di Euclide.2
Nello stesso papiro leggiamo anche di un patto stipulato tra Dionisio di
Lamptrai e un tale Diotimo di Semachidai:3
1
CRÖNERT, Kolotes, p. 88 n. 431.
2
Hyps. [Eucl.], elem. XIV, vol. V, pp. 2, 1-4, 4 Heiberg = vol. V 1, pp. 1, 1-2, 6
Stamatis. Per la cronologia di Ipsicle, cf. P.M. FRASER, Ptolemaic Alexandria, I, pp.
423-425,435-437 e II, p. 612 n. 380, 613 n. 387.
3
PHerc. 1780, pz. Vlllr 1-6 Tepedino. Il testo come stabilito in DORANDI, Arconti, Τ
43.
4
II CRÖNERT, Kolotes, p. 83 leggeva invece Μενεδή[μο]υ (arconte nel 179/8) e
spostava di conseguenza lo scolarcato di Dionisio al 210-180 ca.
5
Cf. TEPEDINO, pp. 21-23.
6
Phaidros, p. 9 9 , in considerazione soprattutto della presenza del
II RAUBITSCHEK,
titolo καθηγητή«:, identificherebbe con Dionisio di Lamptrai l'omonimo filosofo
onorato in IDel 1801, una iscrizione posteriore al 166 a.C.
7
Cf. DORANDI, INDELLI, TEPEDINO GUERRA, Per la cronologia degli scolarchi
epicurei, art. cit., p. 141 e n. 14.
Il 'Giardino' da Epicuro a Patrone 51
1
Cf. W. ALY, Protarchos 5, RE ΧΧΙΠ 1 (1957), 924 e FRASER, op. cit., I, p. 423 s.
2
Cf. I. GALLO, Frammenti biografici da papiri. II. La biografia dei filosofi (Roma
1980), pp. 3 7 , 1 2 1 e ID., «ZPE» 51 (1983), pp. 5 1 - 5 4 ; FERRARY, p. 4 4 5 n. 3 3 .
1
DE FALCO, L'epicureo Demetrio Lacone, op. cit., p. 6 s.
2
R. PHILIPPSON, «PhW» 44 (1924), 316 s.
3
H. DAHLMANN, Bemerkungen zu den Resten der Briefe Varros, «MusHelv» 7
(1950), p. 207.
4
Un'utile messa a punto critica già in ANGELI-COLAIZZO, p. 50 s., ripetuta quasi alla
lettera in PUGLIA, Demetrio Lacone. Aporie testuali ed esegetiche in Epicuro, op. cit., pp.
37-41.
5
Κ. VON FRITZ, Zenon 5) von Sidon, RE XA (1972), 122-138, spec. 122.
6
ANGELI-COLAIZZO, pp. 4 9 - 5 2 .
7
Cie., Acad. 112, 46 (F 7 Angeli-Colaizzo).
8
Cf. T. DORANDI, Aristion, DPhA I (1989), p. 369 s. e R. GOULET, Athénion, ivi,
p. 649 s.
9
Cie., Tuse. ΙΠ 17, 38 (F 8).
10
GLUCKER, p. 103 η. 19 e 132. Per Patrone, v. infra.
11
E. BADIAN, Rome, Athens and Mithridates, «AJAH» 1 (1976), p. 126 n. 43.
Il 'Giardino' da Epicuro a Patrone 53
1
ANGELI-COLAIZZO, p . 4 9 s.
2
Phld., rhet. II (PHerc. 1674), LVI18-21 (F 19).
3
Cie., de nat. deor. 121,59 (F 6).
4
C f . FERRARY, p p . 4 4 5 - 4 4 7 .
1
Cie., adfam. ΧΙΠ 1,2 e RAUBITSCHEK, Phaidros, p. 99-101.
2
Cie., de fin. 1 5 , 1 6 . A questo periodo risalirebbe (RAUBITSCHEK, Phaidros, p. 98 s.)
IG Π 2 3899 (dedica di una statua a Fedro da parte di Attico ?).
3
Nel 79/8 era senex: cf. Cie., de nat. deor. 133,93.
4
Phleg. Trail. FGrHist 257 F 12 § 8 (da Phot., bibl., cod. 97, vol. Π, p. 64 Heniy).
5
Un rapido profilo traccia R . PMLIPPSON, Patron 8, RE XVm 4 (1949), 2291 s.
6
Cie., adfam. ΧΙΠ1.
7
Cie., ad Att. V 11, 6.
1. PREMESSA
1
K.G. ZUMPT, Über den Bestand der philosophischen Schulen in Athen und die
Succession der Scholarchen, «AbhPreussAk» 1842 (Berlin 1844), pp. 27-119.
2
Pp. 27-63.
3
Pp. 64-116.
4
Pp. 116-119.
5
GLUCKER, p p . 3 3 2 - 3 3 7 .
6
JACOBY, Apollodor, pp. 403-413.
7
MEKLER, pp. 117-120.
8
F. ÜBERWEG, Grundiß der Geschichte der Philosophie. I. Die Philosophie des
Altertums hrg. v. K. Praechter (Basel 1926 12 ), pp. 663-666.
58 Premessa
1
Cf. supra, cap. 6.
2.1. L ' A C A D E M I A
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1. INDICE DEI LUOGHI DI AUTORI ANTICHI
Anonymus Athenaeus
PHerc. 176 V 186 a 31
fr. 5 XXIII 1-14 48 s.
Cameades (Mette)
Anonymus Τ 3a 20-30 11-16
vita Phibnidis (PHerc. 1044) Τ 3b 23-24, 36-39 11-16
fir. 11 51 T7a-k 29
Olimpiodoro* 62
Saufeio, Appio 54
Saufeio, L. 54
Panezio 29, 30, 31,
Scipione Emiliano 35, 36, 39,
32, 33, 34,
35-42, 58, 40, 41, 42,
61, 70, 71, 61,72
72, 73, 77 Senocle* 60
Indici 89
Norden, E. 40
Indelli, G. 45, 50
92 Indici