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C O S A S I IN TEN D E
PER
P ER IO D IZZ A Z IO N E
T A T TIC A
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Prima di introdurre la mia Periodizzazione Tattica, è bene
chiarire cosa si intende con il concetto di ‘periodizzazione’.
Il termine in questione sta a significare l’organizzazione e la
pianificazione annuale dell’allenamento.
Per Neto (1999) “la Periodizzazione comprende la divisione dell’anno di
allenamento in periodi particolari di tempo con obiettivi ben definiti”.
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all’interno dell’organizzazione del lavoro dei giochi di squadra
quali il calcio, non tennero in dovuta considerazione:
• il fatto che, come detto, la preparazione era rivolta al
raggiungimento della massima forma in un determinato
periodo dell’anno, solitamente compreso fra le 2 e le 3
settimane, mentre un campionato di calcio dura 8-9 mesi;
• l’assoluta mancanza di una periodizzazione applicata agli
sport di squadra.
Periodo preparatorio
E’ il periodo all’interno del quale si ‘gettano le basi’ per la
stagione a venire. In questo periodo, si allena la squadra dal
punto di vista fisico, con carichi di lavoro crescenti e si
comincia il lavoro tecnico e tattico per la costruzione e
l’applicazione del sistema di gioco scelto dall’allenatore. E’
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talmente grande l’importanza che viene attribuita dagli
allenatori, dai media e dai tifosi a questo periodo che spesso si
arriva a dire che è in questo periodo che si ‘vincono i
campionati’. Quasi che nel resto della stagione non si debba o
non si possa continuare a lavorare ed a progredire. Verso la
fine del periodo preparatorio i carichi di lavoro tendono a
diminuire di volume e ad aumentare di intensità: allenamenti
più brevi con esercitazioni a ritmo più alto, sia per le
componenti tecniche sia per quelle fisiche.
Periodo agonistico
E’ il periodo in cui si concentrano gli impegni delle coppe e del
campionato. Solitamente, in questo periodo, si procede
utilizzando lo stesso rapporto volume-intensità utilizzato nella
parte finale del periodo preparatorio, vale a dire con
allenamenti a volume ridotto (tempo e quantità del carico
impiegato) ma con intensità medio-alta. Verso la fine del
microciclo settimanale, il carico di lavoro subisce un ulteriore
decremento.
Periodo transitorio
E’ il periodo che separa la fine delle competizioni ufficiali dalla
ripresa dell’attività agonistica con il successivo ritiro
precampionato. In questo periodo i calciatori utilizzano una
parte del tempo a disposizione per smaltire le fatiche della
stagione appena conclusa ed un’altra per riprendere
l’allenamento fisico in modo da non presentarsi in condizioni
precarie alla ripresa degli allenamenti per la stagione seguente.
Durante i periodi in cui il gruppo lavora insieme, cioè nel
periodo preparatorio ed in quello agonistico, il calciatore deve
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allenarsi dal punto di vista fisico, tecnico, tattico e psicologico.
Quello che ci preme sottolineare è il metodo tradizionale di
approccio all’allenamento delle qualità fisiche-tattiche-tecniche-
psicologiche e l’innovazione proposta dalla Periodizzazione
Tattica.
Non ha più senso ripartire il lavoro fra periodo preparatorio e
periodo agonistico, modulando i fattori di intensità e carico.
Altrimenti torniamo all’applicazione del vecchio concetto di
periodizzazione di tipo sovietico.
Quello che invece prevede la Periodizzazione Tattica é:
• promuovere un lavoro basato sull’intensità, da intendersi
come l’intensità massima possibile che un giocatore può
dare in un determinato momento della stagione, vale a
dire secondo una ‘intensità alta relativa’;
• di conseguenza, non dare troppa importanza ad una
suddivisione fra fasi di carico e fasi di scarico del lavoro.
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Ecco quindi che il periodo preparatorio non deve più avere
come obiettivo primario quello di migliorare le capacità
condizionali della squadra ma quello di migliorare il livello
globale del gioco della squadra, di introdurre e cominciare a
lavorare sul concetto di Modello di Gioco.
Uno introduzione al lavoro che proseguirà durante il periodo
agonistico. Fin dal primo giorno di ritiro, si va a lavorare sul
Modello di Gioco.
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C’è molto di Queiroz dietro i successi recenti del Manchester
United.
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parte dei calciatori, i giocatori non lavorano come gli atleti
delle discipline olimpiche.
Quindi, la parola chiave è ‘ottimizzazione’. Bisogna ottimizzare
gli spazi a disposizione, ottimizzare il tempo, ottimizzare i
materiali che si hanno a disposizione...
Per far questo, si deve ‘integrare’ il lavoro tattico con quello
fisico, tecnico e psicologico.
E la base di tutto il lavoro del microciclo settimanale deve
essere costituita dal lavoro tattico. Questo perchè il calcio è
uno sport collettivo, di squadra e, come tale, ha nella tattica il
suo punto cardine. L’organizzazione di squadra fa la differenza
non tanto fra il vincere ed il perdere ma sopratutto fra l’avere
possibilità di vittoria e non averle.
Nessuna squadra può vincere ad alti livelli se non è preparata
tatticamente.
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Infatti, se pensiamo ad un microciclo classico di una squadra di
Serie A, vediamo come gli aspetti tattici vengano allenati più
intensamente soltanto negli ultimi 2-3 giorni della settimana.
Invece, gli aspetti tattici, essendo la parte più importante del
gioco, dato che il calcio è soprattutto tattica, devono essere
allenati costantemente durante tutta la settimana.
E’ inutile dedicare alla tattica appena il 10 o 15% del tempo
totale impiegato durante la seduta di allenamento, quando
sappiamo che la tattica è l’elemento più importante del gioco.
Dobbiamo quindi utilizzare una metodologia di allenamento
che ci permetta di allenare gli aspetti tattici, siano essi
individuali, di reparto o collettivi, in maniera continuativa,
senza tralasciare gli aspetti del condizionamento fisico,
psicologico e tecnico.
Molte volte, quando si parla di utilizzare un metodo integrato,
gli allenatori e gli addetti ai lavori pensano che basti
semplicemente inserire il pallone all’interno dell’allenamento.
Questo deriva da una errata concezione della Periodizzazione
Tattica. Anche se la palla viene usata nel 90% dei casi durante
l’allenamento, c’è differenza fra allenarsi con la palla ed
allenarsi utilizzando il pallone per costruire tatticamente il
gruppo. Il segreto dietro la metodologia della Periodizzazione
Tattica non è l’utilizzo del pallone negli allenamenti ma
l’allenamento volto a raggiungere un determinato obiettivo
tattico.
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Per Oliveira, J. (1991) “non basta affermare che la tattica è importante, è
necessario che... la tattica sia il baluardo di tutta la metodologia adottata.”
Per Mourinho (cit. in Oliveira et co, 2007) “test fisici?! E’ una questione di
convinzione. Io non ci credo... Non utilizzo programmi muscolari
individualizzati. La palestra e le macchine sono per il dipartimento medico. Il
cosiddetto allenamento integrato e la mia metodologia di allenamento non
hanno la minima relazione... se non l’uso del pallone!”
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Le squadre che utilizzano o hanno utilizzato la Periodizzazione
Tattica sembrano più in forma non perchè corrono più veloci
o sono più forti fisicamente ma perchè i loro giocatori sanno
esattamente cosa fare in ogni situazione.
Stare in forma andrà così a significare non più la condizione
fisica di ogni singolo elemento, ma la condizione generale della
squadra sotto il punto di vista del gioco, cioè del livello di
applicazione del Modello di Gioco.
Per Mourinho (2006) “Non credo, nel calcio di oggi, che ci siano squadre
preparate bene fisicamente ed altre no...ci sono delle squadre adattate o
meno al modo di giocare del loro allenatore. Quello che noi cerchiamo è che
la squadra sia in grado di adattarsi al tipo di sforzo che il nostro modo di
giocare richiede”.
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I concetti come forza, velocità e resistenza, giova quindi
ripeterlo, non sono mai gli elementi primari delle sedute di
allenamento e del programma. Quello che conta è il ‘gioco’,
che ci indica lo stato di forma generale della squadra.
In sostanza, la periodizzazione classica prevede:
• l’esaltazione della componente fisica nel macrociclo,
mesociclo e microciclo di allenamento secondo la
dicitura per cui ‘i calciatori sono atleti’.
• La divisione del microciclo settimanale in allenamenti a
prevalenza tecnica, tattica, fisica e psicologica (si pensi
agli allenamenti quasi interamenti dedicati alla visione di
filmati sui prossimi avversari o alle lunghe ed estenuanti
conversazioni sulla partita appena svolta).
• La divisione del carico all’interno del microciclo
settimanale diminuendo l’intensità ed il volume mano a
mano che ci si avvicina alla partita di campionato.
• la necessità di utilizzare allenamenti non specifici rispetto
al calcio e, comunque, con poca interazione fra i membri
dello staff e quindi con un rapporto non idoneo fra
lavoro svolto a secco e lavoro con la palla.
• La nozione secondo cui il periodo agonistico è un
periodo di ‘conservazione’ e non di incremento della
forma della squadra.
Di contro, la Periodizzazione tattica prevede:
• Un lavoro contestualizzato.
• La tattica diventa il nucleo centrale del lavoro sia nel
macrociclo che nel mesociclo che nel microciclo.
• Richiede all’allenatore una elevata conoscenza del
modello di gioco che si vuole impiegare, in tutte le sue
fasi e la conoscenza delle esercitazioni più idonee per
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allenare le componenti tattiche, tecniche, fisiche e
psicologiche necessarie ad insegnarlo.
• Le sessioni del microciclo assumono tutte la stessa
importanza.
• Il lavoro è volto ad un costante miglioramento delle
qualità di una squadra durante tutto l’anno, senza
limitarsi al mantenimento del livello raggiunto.
Modello di gioco
Come abbiamo visto, fino ad ora abbiamo sottolineato
l’importanza del concetto di ’Modello di gioco’. Prima di
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proseguire ritengo opportuno dare una definizione di Modello
di gioco.
Per Modello, secondo il Dizionario Italiano Devoto-Oli, si
intende:
“L’oggetto o il termine atto a fornire un conveniente sistema di punti di
riferimento ai fini della riproduzione e dell’imitazione”.
Per Oliveira (cit. da Marisa Gomes, 2008) il Modello di gioco spiega “come
dobbiamo giocare: come dobbiamo attaccare, come dobbiamo difendere e
come dobbiamo fare le transizioni.”
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Per Carvalhal (2002) “il modo in cui rendere operativo il modello di gioco è
quello di utilizzare esercizi specifici...questi devono essere fatti con intensità
e concentrazione, sempre subordinati al modello di gioco adottato”.
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