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In questa sezione viene riportata una sintesi di studi condotti sulla lega Ti-6Al-4V in
relazione alla tecnica AM utilizzata (DMLS, SLM ed EBM).
Obiettivo
L’obiettivo dello studio è la determinazione della resistenza a fatica della lega Ti6Al4V con
processi powder bed fusion indagando il ruolo della direzione di stratificazione (di build) dei
provini rispetto alla direzione di sollecitazione.
Metodologia sperimentale
- Analisi della microstruttura e delle proprietà meccaniche;
- Prove a fatica applicando sollecitazioni cicliche di flessione alternata, con un ciclo
di carico allo zero (R=0); la frequenza di prova è 15 Hz e il limite di runout è stato
posto a 2 ∙ 106 cicli.
Fig.1 Schema qualitativo con la disposizione dei provini sulla piattaforma di build
Fig.2 Provino a flessione piana con superficie grezza da caratterizzare a fatica
Risultati e discussione
1. Microstruttura
L’indagine metallografica è stata effettuata al microscopio ottico. La microstruttura è
caratterizzata da grani di fase β contenenti aghi fini di martensite αʹ aciculare allungati in
direzione Z. I grani di fase β crescono in direzione perpendicolare agli strati durante il
riscaldamento ciclico dovuto alla fusione e solidificazione rapida della polvere.
Fig.3 a) Immagine in 3D della microstruttura del DMLS Ti6Al4V (soluzione con 10% HF)
b) dettaglio microstrutturale
2. Proprietà meccaniche
La densità del materiale DMLS è molto elevata (99.97%). Il carico di rottura σr, la tensione
di snervamento e l’allungamento percentuale sono rispettivamente 1140 MPa, Ys (Rp 0,2%)
= 1080 MPa e A% = 15%.
3. Comportamento a fatica
I risultati dei test di fatica condotti sui provini con tre orientazioni diverse rispetto alla
direzione di build sono riportati in Fig.4, come ampiezza di tensione in funzione del numero
di cicli a rottura. Si nota innanzitutto come i dati di fatica siano poco dispersi. Inoltre non si
nota una significativa differenza di resistenza a fatica in funzione dell’orientazione di
produzione dei provini, seppure i provini in direzione Z abbiano quasi sempre la durata
minima a parità di ampiezza di tensione applicata.
Fig.4 Comportamento a fatica del Ti6Al4V DMLS per diverse orientazioni di fabbricazione.
Conclusioni
La sperimentazione ha mostrato un comportamento a fatica sostanzialmente isotropo;
nonostante la direzione di accrescimento influenzi le caratteristiche microstrutturali del
materiale, quali struttura e direzionalità dei grani, pori e difetti. Si attribuisce al trattamento
termico post fabbricazione in vuoto ad alta temperatura la ricristallizzazione del materiale
con la riduzione del carattere direzionale della microstruttura.
Mechanical behavior of additive manufactured,
powder-bed laser-fused materials
Obiettivo
Studio del comportamento meccanico dei materiali prodotti con processi di fabbricazione
additiva e confronto con quelli derivanti dai processi convenzionali.
Metodologia sperimentale
- Analisi della microstruttura e delle proprietà meccaniche;
- Prove a fatica applicando sollecitazioni cicliche di flessione rotante, con rapporto di
ciclo R=-1; la frequenza di prova è 25 Hz e il limite di runout è stato posto a 107 cicli.
Fig.5 Provini piatti per test a trazione (spessore= 3,8 mm) e provini cilindrici per test a
fatica (diametro 12,5 mm)
Risultati e discussione
1. Caratterizzazione superficiale
- Le superfici “as-fabricated” sono caratterizzate da una consistenza granulosa ed
asperità, conseguenza della solidificazione della polvere fusa;
- Le superfici “electropolished” sono, invece, lucide e luminose con scanalature meno
evidenti.
2. Microstruttura
- Campioni Wrought-Machined: grani di fase α di forma quasi equiassica con
dimensioni di 15-30 µm, intervallate da lamelle di fase α+β;
- Campioni DMLS Horizontal e Vertical: struttura martensitica α’, conseguenza del
raffreddamento rapido in fase di fabbricazione;
- Campioni DMLS HIP: struttura simile alla precedente ma lo spessore della fase
martensitica aumenta.
3. Modulo elastico
- Il modulo elastico è leggermente superiore per i provini DMLS rispetto a quelli
prodotti dai processi convenzionali;
- I provini DMLS Horizontal hanno una rigidezza superiore ai DMLS Vertical;
- I provini DMLS HIP presenta un modulo di young superiore.
Obiettivo
Studio del comportamento a fatica di provini ottenuti mediante processo DMLS ed EBM.
Metodologia sperimentale
- Analisi della microstruttura e delle proprietà meccaniche;
- Prove a fatica applicando sollecitazioni cicliche di trazione assiale, con rapporto di
ciclo R=0,1; il limite di runout è stato posto a 107 cicli.
Risultati e discussione
1. Microstruttura
La Fig. mostra una panoramica della microstruttura della lega TI-6Al-4V DMLS ed EBM,
influenzata dai trattamenti termici post realizzazione.
Il materiale DMLS ricotto è caratterizzato da una morfologia fine aciculare che consiste
principalmente di fase α’ martensitica o fase α, causa di un processo di solidificazione veloce
o del trattamento termico.
Al contrario, il materiale EBM ricotto mostra una morfologia leggermente più grossolana,
grazie all’elevata e costante temperatura in camera processo (630°C). Di conseguenza la
martensite non dovrebbe essere presente.
Una significativa differenza può essere osservata nella microstruttura lamellare del Ti-6Al-
4V DMLS ed EBM HIP.
Fig.12 Microstruttura del Ti6Al4V; DMLS ricotto (a), DMLS HIP (b), EBM ricotto (c) e
EBM HIP (d)
2. Comportamento meccanico
Le proprietà meccaniche della lega Ti-6Al-4V DMLS ed EBM sono riassunte della tabella
Fig..
3. Comportamento a fatica
Fig. mostra il comportamento a fatica dei campioni DMLS e EBM ricotti e HIP con le
rispettive rugosità superficiali (DMLS: Ra = 13 µm, EBM: Ra = 27 µm).
Sebbene il trattamento HIP ha ridotto significativamente la quantità e le dimensioni dei
difetti interni del materiale, senza grandi differenze rispetto al comportamento a fatica dello
stato ricotto. Tuttavia, si può notare delle differenze legate ai processi osservati: I campioni
DMLS mostrano un limite di fatica (50 MPa, 107 cicli) rispetto al materiale EBM.
Un netto miglioramento delle proprietà di fatica si possono osservare per i campioni HIP
con una dispersione inferiore rispetto al materiale ricotto.
Conclusioni
I risultati permettono di giungere alle seguenti considerazioni:
- Un confronto diretto tra i due trattamenti termici non mostrato differenze
significative in termini di prestazioni a fatica; Il processo di lavorazione superficiale
assume un ruolo fondamentale.
- La formazione di difetti e porosità sono legati a parametri di processo, alla strategia
di scansione laser ed alla composizione chimica del materiale. In assenza di un
processo di lavorazione superficiale, le prestazioni a fatica sono dominate dalla
presenza di difetti nel materiale.
Fatigue limit of Ti6Al4V alloy produced by Selective
Laser Sintering
Obiettivo
Studio del comportamento a fatica di provini ottenuti mediante processo SLM.
Metodologia sperimentale
- Analisi della microstruttura e delle proprietà meccaniche;
- Prove a fatica applicando sollecitazioni cicliche di trazione assiale, con rapporto di
ciclo R=-1; il limite di runout è stato posto a 5x107 cicli.
Risultati e discussione
1. Microstruttura
La microstruttura è caratterizzata da martensite α’ fine aciculare tipica del processo SLM,
risultato dell’elevata velocità di raffreddamento durante la fase di solidificazione.
Un lotto di campioni sono stati sottoposti a tre diverse temperature di trattamento termico:
900°C, 920°C e 950°C (β-trans = 980°C); la velocità di riscaldamento e raffreddamento da
e fino alla temperatura ambiente è pari a 5 K/min. Un trattamento termico simile alla
ricottura.
Fig.18 Microstruttura provini SLM dopo trattamento termico a 900°C (a), 920°C (b) e
950°C (c)
Con il trattamento a 900 °C, la microstruttura della martensite è ancora visibile e una rete di
fase α inizia a bordo grano. Quando il trattamento viene effettuato a 920 °C, la microstruttura
è costituita da piatti di α in una matrice β, che diventano più grossolani nel campione trattato
a 950 ° C. Questo test è anche importante per la scelta della temperatura del trattamento HIP
stabilita a 920 ° C per completare la trasformazione della α' in α+β ma evitando la crescita
dei piatti. Il trattamento HIP rivela una microstruttura simile, visibile in Fig..
Fig.19 Microstruttura provini SLM a 200x (a) e 500x (b) dopo trattamento HIP
2. Comportamento meccanico
3. Comportamento a fatica
I campioni testati a 325 MPa raggiungono i 50 milioni di cicli, numero di cicli che può essere
considerato come limite di fatica. I campioni HIP mostrano risultati che possono essere
suddivisi in due gruppi differenti. Per valori di carico superiore a 400 MPa, nessuno dei
campioni è sopravvissuto ad un milione di cicli, mentre quando il carico diminuisce sotto i
400 MPa, molti campioni hanno superato la prova.
Il valore di 350 MPa può essere considerato un limite di sicurezza.
Fig.22 Curve S-N per provini TI6Al4V SLM (a), “as built”(b), HIP (c), e confronto “as
built” e HIP (d)
Conclusioni
I campioni “as built” ed HIP hanno mostrato microstrutture diverse. Questa differenza ha un
effetto significativo sulle proprietà meccaniche statiche: la microstruttura martensitica
permette ai campioni “as built” di raggiungere valori elevati della tensione di snervamento
e di rottura durante la prova a trazione mentre la maggiore duttilità della microstruttura α+β
aiuta i campioni HIP per raggiungere un allungamento superiore.
Si può notare che entrambe le condizioni microstrutturali presentano un comportamento a
fatica simile a basso numero di cicli mentre differisce ad alto numero di cicli.