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1) ROTAZIONE POLSI
2) COMPRESSIONI MANI
3) SCUOTERE MANI BRACCIA SU E GIU
4) STROFINARE UNGHIE
5) ESTENSIONE DITA
6) MASSAGGIO AVAMBRACCIO, PALMI, DITA TENENDO
RILASSATO L’ARTO
7) STRECH UN DITO PER VOLTA ALL’INDIET. TENENDO
BRACCIO TESO (MIGNOLO VERSO INTERNO) PER TENSORI
8) STRETCH TUTTE LE DITA CONTEMP. ALL’INDIETRO
9) TIRARE DITA VOLTA VERSO L’INTERNO DEL PALMO PER
ESTENSORI (BRACCIA SU)
10) DIVARICARE DITA MANO SINISTRA
11) ACCORDARE AD ORECCHIO CON DIAPASON E
CONTROLLARE CN ACCORDATORE ELETTRONICO
Il musicista, sia professionista che dilettante, è particolarmente esposto alle malattie ortopediche che
colpiscono la mano. Il professionista, infatti, va considerato alla stregua di uno sportivo di alto livello, in cui la
mano subisce un costante sovraccarico. Il dilettante, invece, è paragonabile ad uno sportivo amatoriale in cui
la patologia si sviluppa per lo scarso allenamento. L'uso di strumenti musicali può slatentizzare stati morbosi
preesistenti o indurre l'insorgenza di nuove malattie. Le principali cause che conducono i musicisti a soffrire
di problemi alle mani sono da ricercare nelle posture errate, nell'utilizzo di strumenti non ergonomici, nei
microtraumi ripetuti e nel sovraccarico funzionale.
Le tendiniti
Le infiammazioni dei tendini del polso e della mano colpiscono frequentemente pianisti, chitarristi e violinisti.
Si manifestano con dolore dopo l'uso degli strumenti musicali e progressiva limitazione funzionale che riduce
le prestazioni. La malattia di De Quervain, una tendinite del polso, si sviluppa frequentemente con l'uso
dell'archetto e del pianoforte. Il dito a scatto, una tendinite dei flessori delle dita, colpisce soprattutto
chitarristi. Un'attenta indagine anamnestica ed un preciso esame clinico permettono di individuare la natura
del disturbo. In taluni casi, l'indagine ecografica può essere d'ausilio. Nelle fasi iniziali può essere tentato un
trattamento conservativo con l'uso di tutori, antinfiammatori e laserterapia. Tuttavia, questi presidi non
sempre riescono a risolvere i sintomi per cui bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico.
Le compressioni nervose
Le compressioni dei nervi nei musicisti interessano soprattutto il nervo mediano ed il nervo ulnare (sindrome
del tunnel carpale e sindrome del canale di Guyon). Ne sono maggiormente colpiti pianisti, violinisti e fiati. Il
quadro clinico è caratterizzato da disturbi della sensibilità, dolore, progressiva debolezza muscolare. La
diagnosi è innanzitutto clinica ma possono essere d'aiuto l'elettromiografia e l'elettroneurografia. Nelle fasi
iniziali delle compressioni nervose l'uso di farmaci (anti-infiammatori, cortisone, neurotrofici), il riposo e
l'eventuale correzione di fattori scatenanti (posture, strumenti non ergonomici) possono risolvere la
sintomatologia. Nelle fasi più avanzate, invece, è spesso necessario ricorrere alla chirurgia.
La distonia del musicista o crampo del musicista è un'alterazione del movimento della mano con perdita del
controllo motorio volontario. In alcune condizioni, come passaggi difficili o veloci, alcune dita (soprattutto
anulare e mignolo) sfuggono al controllo, perdono velocità e coordinazione, si muovono in maniera anomala.
Circa l'8% dei musicisti va incontro ad un problema simile nel corso della sua carriera. Spesso i segni iniziali
della malattia vengono sottovalutati, o viene tentato un fallimentare compenso modificando la tecnica.
Talvolta la malattia è così invalidante ed insidiosa da causare un calo della performance artistica fino
all’abbandono dello strumento. I fattori scatenanti più importanti sono una modificazione della tecnica, gli
aumenti dei carichi di lavoro, il cambio di strumento, il disagio psicologico. La diagnosi è affidata ad un
attento esame clinico ma la malattia può essere misconosciuta a causa del quadro indefinito e generico. Il
musicista si esprime in termini di tecnica (ad esempio difficoltà nel fare un trillo) e il medico deve poter
comprendere la terminologia usata. La terapia si basa sulla rieducazione funzionale, l’uso di farmaci come la
tossina botulinica, modifiche ergonomiche dello strumento musicale e altro. La diagnosi ed il trattamento di
questa malattia del musicista richiede alta competenza e dovrebbe essere affidata a specialisti in chirurgia
della mano.
La malattia da virtuoso
Parlando di mano del musicista non si può non ricordare il famoso violinista Niccolò Paganini. Vissuto tra il
700 e l'800 è stato considerato un impareggiabile violinista tanto che si riteneva avesse fatto un patto
faustiano col diavolo. Tanto virtuoso da poter suonare, si dice, anche con la sola corda di sol. Tanto geniale
da non concedere il bis a Carlo Felice di Savoia (Paganini non ripete!). Morto a soli 58 anni, il genio non
ricevette nemmeno una sepoltura cristiana a causa del suo discutibile carattere: sregolato, donnaiolo,
impertinente, ribelle. L’aspetto fisico, certamente non lo aiutava: volto scavato, occhi infossati, edentulo. Gli
sono state attribuite diverse malattie come la sifilide, la tubercolosi e disturbi nervosi. Tuttavia, un’analisi
postuma dei ritratti dell'epoca riportano una postura spigolosa e mani affusolate; la revisione critica delle
dichiarazioni di alcuni medici che lo visitarono ha fatto emergere dettagli importanti sulle sue mani: dita
lunghe e sottili dotate di una straordinaria motilità, elasticità e flessibilità. Il collo era tale da permettergli di
tenere in perfetta posizione il violino senza l'ausilio della mano sinistra. Sulla base di questi elementi, si è
potuto arrivare ad una diagnosi postuma: il celebre violinista, in realtà, soffriva di una rara malattia genetica,
la sindrome di Ehlers-Danlos o malattia degli uomini caucciù, che rende le articolazioni eccezionalmente
mobili ed i tessuti elastici. Proprio queste caratteristiche hanno sopraddotato le sue mani e determinato la
fortuna del genio. Un esempio di come anche una malattia invalidante possa essere trasformata in una
“malattia da virtuoso”.