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I lezione

Nel sistema armonico tonale che ci accingiamo ad esplorare due elementi sono imprescindibili: 1) La
tonalità e 2) l’utilizzo di armonie che possano sempre essere riconducibili a sovrapposizioni di terze. Ad
esempio, il seguente accordo

è formato da una terza Mi Sol a sua volta sormontata da una quarta Sol Do quindi, apparentemente, non da
due terze sovrapposte. Ciò, ovviamente, non vuol dire che vi sia qualcosa di sbagliato o che non possa
essere utilizzato nella seguente disposizione ma, semplicemente, che la sua classificazione esatta potrà
avvenire solo dopo averlo ricondotto a terze sovrapposte dato che il Mi, ad esempio, benché sia la nota più
grave, non sarà la fondamentale; infatti, per terze sovrapposte, otteniamo la disposizione Do Mi Sol dove la

fondamentale è il Do, il Mi la terza ecc. Analogamente, il seguente accordo non avrà il Fa


come fondamentale dato che, riconducendolo a terze sovrapposte, otterremo Sol Si Re Fa dove è il Sol la
fondamentale, il Si la terza ecc. Questa semplicissima argomentazione serve esclusivamente a ribadire
quanto sia importante focalizzare il fatto che tutte le armonie utilizzate nel sistema armonico tonale siano
sempre il frutto di sovrapposizioni di terze e qualsiasi accordo, anche molto complesso, deve poter essere
ricondotto a tale tipo di disposizione perché possa essere classificato correttamente.

La triade

Sovrapponendo due terze si ottiene una triade che è un accordo di tre suoni.

Le triadi possono essere:

1) perfetta maggiore, formata da terza maggiore e quinta giusta (nel classificare gli intervalli di un accordo
si calcolerà l’intervallo che ciascuna nota forma rispetto alla fondamentale dopo che l’accordo sia stato
ricondotto a terze sovrapposte)

2) perfetta minore, formata da terza minore e quinta giusta

3) diminuita, formata da terza minore e quinta diminuita

4) eccedente (o aumentata), formata da terza maggiore e quinta eccedente (o aumentata).

Le prime due triadi sono entrambe consonanti e la definizione di “perfetta” è riferita alla quinta che è
giusta. Le ultime due sono dissonanti per cui instabili e creano nell’orecchio dell’ascoltatore la necessità di
risolvere su altro accordo.

Triadi sui vari gradi della scala, relazioni tra di esse e possibili gerarchie

Proviamo, adesso, a sovrapporre due terze su ciascun grado della scala maggiore esaminando quali triadi si
formino.

I II III IV V VI VII
Possiamo facilmente osservare che sul I, IV e V grado si hanno tre triadi perfette maggiori, sul II, III e VI tre
triadi minori e, sul VII, una triade diminuita

Le triadi del I, IV e V grado

E’ significativo che le tre triadi perfette maggiori si trovino sul I, IV e V grado della scala maggiore dato che
questi tre gradi rivestono particolare importanza in quanto rappresentano, in qualche misura, i punti
cardinali della tonalità.
Il I grado è la Tonica. La triade di tonica è punto di arrivo; un brano o una frase o una sezione, possono dare
un senso di conclusione solo se viene raggiunta la triade di tonica.
Il V grado è detto Dominante. La triade di dominante è quella che, tra gli accordi consonanti, ha la
maggiore attrazione verso la tonica ed è importante osservare che contiene la sensibile.
Il IV grado è detto Sottodominante. Ha discreta attrazione verso la tonica ma mai paragonabile
all’attrazione che ha la triade di dominante verso la tonica. Data la sua moderata attrazione può, anziché
risolvere sulla tonica, proseguire verso la dominante; in quest’ultimo caso l’attrazione della dominante
verso la tonica ne risulta addirittura accresciuta. La cosa interessante è che la gerarchia che si crea tra
questi tre accordi è determinata dal contesto e dalla tonalità che viene avvertita dato che, trattandosi di tre
triadi perfette maggiori, quindi della stessa identica natura, ciascuna di esse, in altri contesti tonali,
potrebbe benissimo prestarsi ad essere tonica o anche sottodominante o dominante. Se modulassimo in
Sol, tanto per fare un esempio, la triade Sol Si Re che, in do maggiore, era la triade di dominante e, quindi,
fortemente attratta verso la tonica, in Sol maggiore sarebbe la tonica e darebbe una sensazione conclusiva
all’ascolto senza far avvertire alcuna esigenza di risolvere su altro accordo.

Disposizione dell’accordo

Lo studio dell’armonia prevede più comunemente l’utilizzo di quattro voci per cui, facendo uso,
inizialmente, di sole triadi, una delle voci dovrà essere ripetuta.
Iniziamo ora a disporre gli accordi su due pentagrammi. Inizieremo con la scrittura a parti strette, di
derivazione tastieristica e tipica della formazione del continuista o aspirante “maestro al cembalo”. La
disposizione a parti late verrà affrontata più avanti e se ne parlerà diffusamente. Nella disposizione a parti
strette si scriverà una linea di basso isolata sul pentagramma inferiore e, le tre note dell’accordo che
sovrapponiamo al basso, nel pentagramma superiore in chiave di violino. Tra queste tre note non si supera
la distanza di ottava che rappresenta il limite perché una disposizione possa essere definita a parti strette.
Torniamo ora alle tre triadi del I, IV e V e proviamo a usare solo quelle osservando, preliminarmente, che
tutte le note della scala sono già contenute in esse. Queste tre triadi garantiscono relazioni e armonie
particolarmente robuste ed efficaci ed è facile constatare come in qualsiasi repertorio, anche di estrazione
popolare, questi accordi siano sempre presenti e, talvolta, senza l’ausilio di ulteriori armonie; vi sono casi in
cui anche solo due di essi, generalmente la tonica e la dominante, vengano impiegati anche per l’intero
brano.
Collegamento degli accordi

Nel collegare due accordi faremo attenzione all’eventuale presenza di un suono comune tra essi. Quel
suono farà da “perno” nel collegamento e dovrà mantenere la posizione rispetto alle altre voci. Tale tipo di
collegamento è detto legame armonico. Volendo collegare la triade del I con quella del IV, ad esempio,
osserviamo come il suono comune sia il Do. Tale DO è la nota più acuta nel primo accordo e dovrà
mantenere la sua posizione (continuando cioè ad essere la nota più acuta) anche nel secondo accordo. Al
momento stiamo raddoppiando la fondamentale di ciascuna triade e ciò avverrà finché non inizieremo ad
occuparci dei rivolti (più avanti si chiarirà meglio il concetto di “stato dell’accordo” che riguarda proprio la
distinzione e la classificazione di “stato fondamentale” e “rivolti”).

Legame armonico, il suono comune mantiene la sua posizione nel collegamento tra i due accordi.
I IV

In questo caso il suono comune è il Sol e manterrà la sua posizione centrale tra le tre voci in entrambi gli accordi.
I V

Posizione degli accordi


E’ una classificazione che riguarda per lo più le triadi ed è molto più comune nelle armonizzazioni a parti
strette. La posizione dipende dal suono acuto. Se troviamo la fondamentale esposta all’acuto si dice che
l’accordo è in prima posizione, se troviamo la terza esposta all’acuto avremo la seconda posizione e, con la
quinta all’acuto, avremo la terza posizione.

In linea di principio si preferisce partire con una posizione piuttosto


centrale rispetto al pentagramma per cui è consuetudine iniziare in prima posizione per gli esercizi in Do, in
Re e in Mi, in seconda posizione per gli esercizi in La e in Si e in terza posizione per gli esercizi in Fa e in Sol.

A questo punto possono essere svolti i facilissimi esercizi che vanno dal n. 1 al numero 8 della mia raccolta
di bassi.

Seguirà a breve l’argomento successivo.

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