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PAROLE NELL’ACQUA
Premessa
I materiali che seguono sono una piccola parte del lavoro svolto alla Scuola Media “N. Costa” di
Biella Chiavazza durante l’anno scolastico 2004-2005, all’interno di un percorso che ha coinvolto
varie discipline intorno al tema dell’acqua.
Ispirati dalla visione dell’opera di Pino Pascali 9mq di pozzanghere (1967)1 ne abbiamo costruita
una molto simile: nove pannelli di truciolato con buche irregolari, sotto le quali è stato fissato un
contenitore di plastica. L’acqua, come nell’originale, è stata colorata con anilina.
Naturalmente subito dopo abbiamo cercato di utilizzarla per produrre suoni: oltre che diventare una
specie di palco sul quale recitare e cantare, ogni pozzanghera ha accolto il suono di piastre
metalliche percosse e immerse, così da variarne l’intonazione. Al centro due piccoli leket, le zucche
africane usate come tamburi d’acqua.
1
Cfr. Maura Pozzati (a cura di), La scultura contemporanea: luoghi, spazi, materiali, Collana Art’è ragazzi (Dir. Marco
Dallari), Bologna, 2002, p.31. www.artespa.it
1
Palco d’acqua
2
Cuore di pietra
Elena legge una poesia di Erri De Luca2 mentre Andrea esegue al pianoforte Cuore di pietra, scritto
per lui dall’insegnante:
Naufragi
Durante l’esecuzione un gruppo di ragazzi e ragazze costruisce una scultura ispirata ai lavori di
Richard Long, un artista della Land Art che ha realizzato una serie di Stone Circles, cerchi composti
di pietre:
2
Erri De Luca, “Naufragi”, in Opera sull’acqua,Einaudi, Torino, 2002, p.19.
3
“I Circles sono sculture a forma tonda che hanno una forza misteriosa e primitiva. Il cerchio è il
simbolo del cosmo, è il sole e la luna, è la forma di una nuova vita contenuta nella pancia della
mamma, è recinto e capanna, igloo e tana. Il cerchio è nel disegno infantile il primo autoritratto che
il bambino fa di sé, è il girotondo, è il simbolo dell’amore rappresentato dall’anello nuziale”.3
Nel nostro caso il cerchio di pietre diventa simbolo negativo: terre chiuse che tengono lontani i
migratori senz’ali di Erri De Luca.
Nel finale del brano, mentre il pianoforte sfuma, emergono suoni d’acqua, registrati
precedentemente in riva a un piccolo torrente, e un ritmo fatto con le pietre:
3
Maura Pozzati (a cura di), op. cit., p.33.
4
5
Se c’è una strada…
La canzone di Ivano Fossati ci regala uno sguardo accogliente: se c’è una strada sotto il mare,
prima o poi ci troverà.
Benguela
“Questa canzone proviene da una fiaba in cui alcuni pescatori tornano a casa a mani vuote. Devono
cambiare posto e per avere miglior fortuna invocano gli dei di un fiume molto pescoso, il fiume
Kasai e cantano per supplicare i geni dell’acqua. Quando la corrente è molto forte e si deve remare
duro, i pescatori lodano il capo della regione, Benguela, che deve fare da intermediario con gli
antenati”.5
4
Ivano Fossati, Lindbergh. Lettere da sopra la pioggia, Sony Music, 1992.
5
cfr.: All’ombre del baobab: L’Africa nera in 30 filastrocche, libro + CD, Mondatori, 2002
6
Uélé molibá mákásí
(Congo, Lingala)
Luká luká
Remate! Remate!
Mbôká ná yé (bis)
Il suo paese
Remate! Remate!
7
8
9
Altre canzoni in viaggio
Il viaggio 6
G. Testa
6
Gianmaria Testa, Extramuros, Com’Nicole Curtois -Higelin, 1996.
10
Sei la conchiglia7
7
Gianmaria Testa, Altre latitudini, Com’Nicole Curtois -Higelin - Le chante du monde, 2003.
11
Sei la conchiglia
P.M. Giovannone
Gianmaria Testa
12
13
La barca 8
Enrico Strobino
Isole sconosciute
Non ce ne sono più
Sono tutte sulle carte
Con i vizi e le virtù
Se mi diceste il nome
La conoscerei
Mio Re, se lo sapessi
Non la cercherei.
E l’alba di un abbraccio
Li vide risvegliare
E da quel giorno insieme
Non smisero di cercare.
8
Liberamente tratta dal racconto di José Saramago, Il racconto dell’isola sconosciuta, Einaudi, Torino, 1998 e 2003.
14
Chi vuol partire parta
In cerca del suo andare
Con la vernice bianca
E un nome da inventare
L’Isola Sconosciuta
La vollero chiamare.
La barca
Enrico Strobino
15