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Fino alla fine del ‘700 tra lo Stato e la Chiesa

c’erano molti sconfinamenti: durante l’ancien


régime c’erano state ingerenze tra le due sfere dal
momento che, la Chiesa voleva impadronirsi del
potere temporale (teocrazia) e invece lo Stato
desiderava avere il controllo sul potere spirituale
(cesaropapismo). Dopo la Rivoluzione francese lo
Stato comincia a definirsi laico, ovvero
indipendente, senza dare un ruolo particolare alla
Chiesa. In questo modo si crea una netta
separazione fra le due. Il laicismo dello Stato
dunque crea un regime di separatismo, alle volte
molto accentuato, perché alcuni stati non volevano
solo una scissione tra le due realtà ma controllare
la Chiesa dall’interno (giurisdizionalismo). In
Italia nell’800 si aveva una forte visione
separatista, poiché ,come diceva anche Cavour, lo
Stato e la Chiesa dovevano semplicemente
ignorarsi reciprocamente. Quando però l’Italia si
unifica nel 1861 e nel 1870 il papa viene
addirittura privato della sua sede, egli decide di
scomunicare i suoi assalitori e impone ai cattolici
di non collaborare con il nuovo stato. L’Italia
nasce pertanto con una scomunica dello stato
,poiché quest’ultimo riteneva che la Chiesa non
avesse bisogno di territori ma dovesse pensare
esclusivamente alle cose ultraterrene. Una volta
conquistata Roma dunque, era necessario per lo
Stato disciplinare i rapporti con il papa e in
proposito viene scritta la legge delle guarentigie ,
in cui vengono elencate le garanzie appunto che lo
Stato riconosce al papa. La legge viene approvata
nel 1871 anche se i cattolici decidono comunque di
non collaborare con lo stato italiano. Durante l’età
giolittiana i rapporti migliorano ,ma lo stesso
Giolitti formalmente resta fedele alla legge delle
guarentigie affermando come le due potenze siano
come due rette parallele che non si incontreranno
mai. Durante la Prima guerra mondiale ci sono
vari tentativi per trovare una soluzione ma senza
grande successo. Nel 1922 va al potere Mussolini
che vuole evidentemente risolvere il problema del
papa in contrasto con lo Stato italiano , anche se
per torna conto personale: un accordo con la
Chiesa lo metterebbe in bella luce e gli darebbe un
certo prestigio. Dunque, vengono sottoscritti i Patti
Lateranensi nel 1929 in cui Mussolini fa delle
concessioni alla Chiesa ,che finalmente si accorda
con lo Stato. Quando cade il fascismo molti sono
contrari al prolungamento dell’accordo, ma è la
Chiesa stessa a non volervi rinunciare così da
causare delle lotte tra le forze politiche del
dopoguerra. Alla fine, l’Assemblea Costituente
voterà a favore dell’inserimento dei Patti
Lateranensi all’interno della Costituzione. L’Italia
dunque si trova in un regime concordatario dai
tempi del fascismo, caratterizzato da accordi fra lo
Stato e la Chiesa. Infatti, l’articolo 7 della nostra
costituzione recita “ Lo Stato e la Chiesa cattolica
sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e
sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti
Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate
dalle due parti, non richiedono procedimento di
revisione costituzionale.”

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