Supplemento di Altroconsumo Inchieste n° 346 - Anno XLVI - Altroconsumo Edizioni Srl, via Valassina 22, 20159 Milano - Poste

Italiane s.p.a. - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 LO/MI - In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi

diabete di tipo 2

FARLO GUARIRE
LO STILE DI VITA
E LA DIETA POSSONO
PER I DENTI
SBIANCANTI

FUORI LEGGE
acquistati online
Coronavirus, fra verità e fake news
NOTIZIE VIRALI

frutta e verdura

LA BUCCIA NON È
SEMPRE DA BUTTARE
RICETTE ANTISPRECO:
PICCOLE E GRANDI RISPOSTE QUOTIDIANE A PORTATA DI MANO

www.altroconsumo.it
N°145 04.2020
Aprile
2020

10 15

145

PICCOLE E GRANDI
RISPOSTE QUOTIDIANE
A PORTATA DI MANO 18 26
Questo è il nostro impegno nei confronti
di tutti i consumatori che vogliono fare scelte
più consapevoli ed efficaci.
Mettiamo la nostra indipendenza, la scientificità,
il senso critico del consumo, l’esperienza
al servizio dei consumatori e dei nostri soci
per difendere il loro diritto alla salute.
In un mondo pieno di domande,
Altroconsumo dà risposte.

Per chiedere consulenze e chiarimenti

www.altroconsumo.it/contattaci
Trovi i numeri delle consulenze telefoniche
nella rubrica delle lettere

Direttore editoriale Andrea Doneda

Direttore responsabile Alessandro Sessa
Redazione: Natalia Milazzo, Marzio Tosi (capiredattori),
30 34
Manuela Cervilli, Matteo Metta, Beba Minna, Simona Ovadia,
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Di Mario, Roberto Usai.
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2 InSalute 145
 Cosa ci insegna il coronavirus

L’emergenza
PRIMO PIANO e le sue lezioni
04 Notizie, consigli e aggiornamenti
nel campo della salute
e dell’ambiente.
Alessandro Sessa
Lo avvertivamo come un timore lontano, che comunque non
Direttore ci avrebbe riguardato, e invece ce lo siamo ritrovato in casa.
VITA SANA Un venerdì di febbraio abbiamo scoperto che il coronavirus

06 Consigli pratici per aumentare

era arrivato fra noi, e da quel momento si è impossessato
il benessere, scegliendo meglio dei nostri discorsi, ha cambiato i nostri ritmi di vita, il modo
e proteggendo la salute. di lavorare e di passare il tempo libero, di viaggiare e di
socializzare. Nel momento in cui scriviamo l’emergenza è in
ARTICOLI pieno corso, le autorità stanno adottando provvedimenti che

10
Coronavirus Facciamo il punto,
per distinguere la verità e quello
che è davvero utile da notizie
imprecise, falsità e perfino truffe.
Il ruolo
cambiano con l’evolversi della situazione. In una fase nella
quale siamo tutti chiamati alla responsabilità e ad attenerci
alle raccomandazioni per contenere il contagio, dovremmo
approfittare per fare tesoro di alcuni insegnamenti.

15
Il primo. Il Servizio sanitario nazionale è di fondamentale
Superticket addio Da settembre
il superticket non ci sarà più. Ab-
della sanità importanza. Così come le persone che lo compongono:
biamo calcolato il costo di esami
e visite regione per regione.
pubblica, medici, infermieri, operatori e volontari di primo soccorso
stanno facendo un grandissimo lavoro per gestire al meglio
le notizie, la situazione, in condizioni non certo facili e che hanno

18 Rischio sbiancanti In vendita

online prodotti per sbiancare i
denti risultati fuori legge.
i pregiudizi richiesto loro grande capacità di adattamento. Lunga vita
alla sanità pubblica, che va salvaguardata, riorganizzata
per rispondere a scenari nuovi e rafforzata con opportuni

21
Il buono della buccia Vantaggi stanziamenti. Noi è da anni che lo sosteniamo.
e svantaggi della parte più ester- Il secondo insegnamento riguarda l’informazione. Abbiamo
na di frutta e verdura. assistito a modalità non sempre equilibrate e corrette di
tenere i cittadini al corrente di quanto sta succedendo,

26
Attività fisica in città I cittadini
raccontano: quali città favori-
scono maggiormente la pratica
allarmismi e fake news hanno trovato ampio spazio. E in
questo modo hanno predisposto un terreno fertile per chi
dell’attività fisica. ha cercato di speculare sulle paure delle persone, vendendo
mascherine a peso d’oro o proponendo rimedi miracolosi

30
Guarire dal diabete Se si inter-
viene subito, il diabete di tipo 2
può recedere anche a lungo.
come prodotti a base di olio d’origano e papaya fermentata.
Su questi episodi abbiamo vigilato fin dal primo momento e
rivendichiamo con orgoglio il lavoro che stiamo facendo su
tutti i nostri canali per informare correttamente i cittadini.

34 Conservare il cordone? Sì, ma

solo donandolo alle banche pub-
bliche. Quelle private non sono
consigliabili.
LETTERE
38
Dove buttare il tubo delle patati-
ne • Acqua idrogenata • Medico
fuori dal comune • Esami per chi
dona.
Infine consentitemi un’ultima riflessione, che va al di là di
quello che sta accadendo. Noi che stiamo a Milano siamo
stati fra i primi a essere guardati con diffidenza, poi lo stigma
si è esteso a molti nostri connazionali: le autorità di alcuni
paesi hanno iniziato ad adottare le misure (in molti casi
opportune e necessarie) per limitare gli ingressi di persone
provenienti dall’Italia. Siamo diventati noi i “cinesi”, ci siamo
ritrovati proiettati dall’altro lato del pregiudizio. Che questo
ci serva, in futuro, ad averne di meno, a far sedimentare in
tutti noi il grande valore della tolleranza.

145 InSalute 3
 L’acqua
del rubinetto
è sicura

Dipendenze
primopiano
Il business
degli oppiacei TUMORE ALLA VESCICA
E ACQUA POTABILE
In Italia ci sono ben 350 mila persone dipendenti
La notizia impressiona, perché l’acqua
da farmaci oppiacei. Un mercato milionario su cui
potabile, quella del rubinetto, la beviamo
aleggia lo spettro della corruzione.
tutti. Il 5% dei casi di tumore alla vescica
in Europa, dice uno studio pubblicato
su Environmental Health Perspectives,
sarebbe associata all’assunzione di
sostanze che si trovano nell’acqua
corrente, i trialometani, sottoprodotti a
A cura di Simona Ovadia

base di cloro che si possono formare

nelle acque durante il processo di
disinfezione. Nella ricerca sono stati
analizzati i dati provenienti di 26 Paesi
dell’Unione europea tra il 2005 e il
2018. Non bisogna però spaventarsi o
smettere di bere l’acqua del rubinetto,
ecco perchè:
- come riportano gli stessi autori dello
studio, le stime fornite necessitano
ancora di ulteriori approfondimenti per
valutare il reale impatto sulla salute di
In Italia ci sono ben 350 mila persone dipendenti da oppiacei. queste sostanze;
L’età media sta aumentando e si aggira sui 25-26 anni, con pic- - la presenza media di trialometani
chi che arrivano a 60 anni. In Europa su 1,5 milioni di persone nell’acqua in Europa è di 11,7 mcg/l. In
che sono dipendenti da oppiacei si registrano circa 7-8 mila Italia i limiti sono molto più bassi, pari a
morti l’anno per overdose o intossicazione per associazione circa 3 mcg/l;
di oppiacei con altre droghe o alcool. A rilevarlo è l’Ocse, l’Or- - i disinfettanti sono utilizzati soprattutto
ganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in dove l’acquedotto pesca in acque
un recente report in cui viene rilevato come la prescrizione superficiali, non quando si utilizzano
eccessiva di antidolorifici da parte dei medici ha contribuito a acque di falda, più profonde.
un crescente uso problematico di oppiacei in alcune parti del
mondo con un’ondata di morti da overdose negli Stati Uniti,
Canada, Svezia, Norvegia, Irlanda e in Inghilterra e Galles che
indicano una crescente crisi sanitaria e sociale. Secondo il re-
port, la maggior parte di quelli che muoiono in Europa sono
uomini: tre morti su quattro sono di sesso maschile.
Farmaci su cui si muove un mercato milionario e lo spettro
della corruzione: nel 2014 l’osservatorio sull’impiego dei me-
dicinali (Aifa) aveva certificato che nei primi nove mesi del
2014 l’uso degli antidolorifici oppiacei era cresciuto tra il 9 e il
13% rispetto all’anno prima con relativa spesa per il Servizio
sanitario nazionale. Colpa di un consulente del ministero , poi
condannato, che veniva pagato dalle aziende per far crescere
il mercato di questi farmaci.

4 InSalute 000

Smentita la correlazione
Talco e tumori
L’uso del talco non aumenta il rischio di cancro alle ovaie:
sono le conclusioni di uno studio su 250 mila donne.
L’allerta e il caso Johnson & Johnson. Alcune donne che usavano
talco sull’area genitale, colpite da carcinoma ovarico, hanno
intrapreso diverse azioni legali negli Stati Uniti contro il produttore
Johnson & Johnson, accusando il prodotto di essere la causa del
tumore. A supporto delle loro accuse sono stati portati una serie di
studi che evidenziavano tale correlazione.
La smentita degli studiosi. Una nuova revisione, basata
sull’analisi dei dati forniti da quattro grandi studi che hanno seguito
un numeroso gruppo di donne per 11 anni, ha invece scoperto
che le donne che facevano uso di talco non avevano maggiori
probabilità di sviluppare un cancro alle ovaie rispetto a quelle che
non lo usavano. Per le donne che hanno usato talco sui genitali e
sono preoccupate che questa abitudine le abbia messe a rischio
maggiore di carcinoma ovarico, questo studio fornisce loro una
rassicurazione. Sebbene un piccolo aumento del rischio non
possa essere escluso del tutto, è probabile che questo
aumento sia molto piccolo e non rilevante.
Meglio non usare talco sui genitali. Tuttavia, Per una
non è necessario utilizzare talco o altri prodotti corretta
sulla vagina per motivi igienici. Il lavaggio igiene dei
con acqua è sufficiente e l’uso di prodotti genitali il talco
profumati può causare irritazione alla pelle
sensibile.
non serve
PROTEGGI
LA PSICHE
Più ansiosi e depressi, sfiduciati, co-
stretti a veder saltare piani da tem-
po organizzati. Il coronavirus non è
solo un’emergenza sanitaria ma an-
che un’epidemia di insicurezza che si
amplifica con la diffusione incontrol-
lata di notizie non vere. Per arginarla,
la Società italiana di psichiatria (Sip)
ha messo a punto alcune regole an-
ti-panico.
Il virus sta avendo un impatto violen-
to sulla vita quotidiana, modificando
le nostre vite e provocando l’annul-
lamento o la posticipazione di centi-
naia di migliaia di eventi minori, ma
importanti nella vita delle persone.
Questo può portare eccessivo allar-
mismo, “l’ansia da untore” e manife-
stazioni patologiche di ipocondria,
spiegano gli esperti. Da qui, le rego-
le anti-panico che partono dall’atte-
nersi alle comunicazioni ufficiali date
da mezzi di informazione autorevoli,
perché l’informazione corretta aiuta a
contenere la paura. Quindi, non stra-
volgere completamente le proprie abi-
tudini quotidiane, mantenere la calma
ed evitare di prendere decisioni se ci si
trova in un momento di panico. E, se
compaiono ansia o depressione, rivol-
gersi a specialisti.
145 InSalute 5
 A cura di Simona Ovadia e Sonia Sartori
vitasana
INTOSSICAZIONI ALIMENTARI
Uova senza
rischi
Manipolare le uova seguendo strette misure
igieniche tiene lontano la salmonellosi.
A dirlo è l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e
l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle
malattie: nel 2018, nell’Unione europea, quasi un focolaio infet-
tivo su tre di origine alimentare è stato causato da Salmonella.
Gli alimenti più a rischio di trasmettere la salmonellosi sono le
uova e la carne di pollo. Ecco alcuni consigli per evitare di in-
correre nel rischio di un’infezione gastrointestinale.
■ Scegli uova fresche. Se la data di deposizione non c’è, scegli
quelle con una vita residua più lunga.
■ A casa, conserva sempre le uova in frigorifero. Non toglierle
dalla confezione: potrai così controllare la data di scadenza ed
eviterai il rischio di contaminazione con altri alimenti.
■ Per le ricette in cui bisogna usare le uova crude (maionese,
creme…), meglio scegliere ovoprodotti pastorizzati, che dan-
no maggiori garanzie igieniche: sono nel banco frigo del su-
permercato. Se invece preferisci le uova fresche, lava sempre
il guscio prima di rompere l’uovo.
■ Attento a come le manipoli: lava sempre mani, utensili e su-
perfici venuti a contatto con il guscio delle uova; per dividere il
tuorlo dall’albume, non usare il guscio ed evita di romperlo sul
bordo della ciotola che userai per la preparazione (soprattutto
se la ricetta non prevede la cottura dell’uovo).
■ Conserva rigorosamente in frigo le preparazioni a
base di uova crude e consumale entro 24 ore.
CORSA: POCA FA BENE
Quanto si deve correre in una settimana
per garantirsi gli effetti positivi di questa
attività fisica sulla salute?
Il dibattito sull’intensità e la durata della
corsa è sempre attuale, anche se sembra
che non ci si debba sforzare più di tan-
to per ottenere comunque un beneficio.
Secondo il British Journal of Sports
Medicine non è confermato da nessun
studio che più si corre e più effetti
positivi si hanno sulla salute. Anzi.
Secondo il gruppo di ricercatori che
ha analizzato i risultati di 14 studi nei
quali sono state esaminate più di 200
mila persone che praticano la corsa
con diverso impegno, emerge che
correre fa bene anche se si pratica una
volta a settimana o sporadicamente,
una volta al mese. Un minor rischio di
morte precoce, causata da malattie
cardiovascolari o tumori, si ottiene
anche con una sola corsa settimanale
per meno di 50 minuti. Per esempio,
fare jogging per 25 minuti una volta alla
settimana può offrire un miglioramento
percepibile in termini di salute e
benessere. Lo studio, riportato dalla
rivista scientifica, sottolinea che la
corsa porta significativi benefici per
la salute e la longevità. E che se più
persone praticassero questo sport,
anche una sola volta la settimana, in
generale la salute della popolazione
migliorerebbe.
 Dormire bene in quattro mosse
Quasi un adulto su due dorme meno delle 7-9 ore
raccomandate per notte. E infatti l’insonnia è una
condizione molto diffusa. Ecco alcuni consigli validati
dalla scienza per agevolare il riposo.

Segui il tuo rituale

Non esiste un metodo
PESO E DIETE DIMAGRANTI
universale ma, 20 minuti prima

Sfatiamo
rispetto all’orario in cui vuoi
andare a dormire, fai qualcosa
che ti rilassa. Può essere la
lettura di un libro o un bagno

i miti caldo. Cogli il momento di

sonnolenza e non tergiversare.

In rete o sui giornali se ne sentono tante:

le ultime Linee guida per una sana Niente letto senza sonno
alimentazione del Crea fanno chiarezza. Non andare a letto finché
non hai sonno. Non ha senso
D L’ossatura pesante o grande determina l’eccesso di peso. andare a letto se il tuo corpo
non è ancora pronto per
Non è così: il peso delle ossa è una proporzione abbastanza
dormire. Non puoi importi
costante, circa il 15% nei maschi e il 12% nelle femmine.
di addormentarti. Piuttosto
cambia stanza e rimettiti a letto
D Dimagrire non serve a nulla perché tanto si recupera peso. quando è il momento giusto.
Non è vero, cambiare la propria dieta alimentare e lo stile di
vita consentono di risolvere il problema dell’eccesso di peso.
Certo che se dopo essere dimagriti si riprendono le vecchia
abitudini, si riacquistano i chili persi.
Svegliati alla stessa ora
D L’obesità è geneticamente predeterminata. Sicuramente Abituati a una routine regolare,
la genetica impatta sul metabolismo, ma si può combattere puntando la sveglia sempre
l’obesità modificando le proprie abitudini alimentari. alla stessa ora anche nel
fine settimana. Fai attività
fisica regolare, possibilmente
Panciere di gomma o tute di plastica aiutano a dimagrire.
D
evitando le ore serali.
Non servono, hanno solo l’effetto di far perdere acqua.

D Fare attività fisica ci permette di mangiare di più. Non è così.

Il dispendio energetico non va sopravvalutato, l’attività fisica
serve a tonificare la massa magra e a tenere sotto controllo Niente alcol e caffè
per esempio il colesterolo alto e la glicemia. Evita di bere bevande
alla caffeina dal tardo
D Le diete dimagranti ripetute possono provocare l’anoressia. pomeriggio e alcolici nelle
Le due cose non sono in relazione: esagerare con le diete ore che precedono il sonno.
dimagranti può portare a uno stato di estrema magrezza, ma L’alcol, sebbene possa dare
in molti casi i comportamenti tipici dell’anoressia compaiono sonnolenza in un primo
senza che ci sia stata prima una dieta dimagrante. momento, rende il sonno
agitato.
Approfondisci l’argomento su www.crea.gov.it

145 InSalute 7
LIBRI
Beatrice Mautino
La scienza nascosta dei cosmetici
Chiarelettere
240 pagine - 16 €
NE CONSIGLIAMO LA LETTURA
Per sapersi orientare nel mondo dei
cosmetici aiutati dalla lanterna della
scienza e non dalle false credenze.
L’autrice, al suo secondo libro sul
tema, non dà risposte facili, ma
propone strumenti utili.
Per sapere se un cosmetico fa bene
o male bisogna informarsi da fonti
attendibili. Cosa non semplice per chi
non è addetto ai lavori e non capisce
molto di chimica. La tendenza è quella
di prendere tutto un po’ per buono:
dagli allarmi su questo o quest’altro
ingrediente, alle promesse di efficacia
confezionate con belle parole in
“scientifichese”. Ecco quindi spiegato
il motivo del grande successo di questo
libro, il secondo dell’autrice sul mondo
glitterato dei cosmetici, che con rigore
ma anche la giusta leggerezza prova
a fare chiarezza. Beatrice Mautino,
divulgatrice scientifica, nota al pubblico
di Instagram con lo pseudonimo di
“Divagatrice”, ha un solo obiettivo in
testa: fornirci la cassetta degli attrezzi
per scegliere in modo consapevole.
SIMONA OVADIA
8 InSalute 145
Stop all’allergia
Antistaminico, quando? Questi farmaci sono da
preferire quando la rinite è intermittente e i sintomi sono
leggeri. I farmaci di prima scelta sono gli antistaminici di
seconda generazione (cetirizina, levocetirizina, loratadina,
desloratadina, ebastina...) che funzionano per un tempo
super
più prolungato rispetto a quelli di prima generazione e
danno minori effetti indesiderati, come la sonnolenza. A
seconda delle necessità, possono essere prescritti sia
per bocca che per uso localizzato, sotto forma di spray
nasale o collirio.
Spray nasale con cortisone Per chi soffre di rinite
allergica persistente con sintomi da moderati a gravi, gli
spray nasali a base di cortisone sono il trattamento di
prima scelta, cioè quello più efficace con i minori rischi.
Questi spray non riducono solo la congestione nasale,
ma anche tutti gli altri sintomi associati (per esempio
prurito, lacrimazione, arrossamento agli occhi). Sono
superiori agli antistaminici orali su tutti gli aspetti della
rinite allergica. L’uso continuativo di questi farmaci è
preferibile a quello “al bisogno”, sia in termini di efficacia
che di sicurezza. Le linee guida non raccomandano
gli antistaminici orali come trattamento aggiuntivo agli
steroidi intranasali per sintomi persistenti, perché non ci
sono prove di un ulteriore beneficio.
Il cosiddetto “vaccino”. L’immunoterapia, cioè un
approccio che serve a “desensibilizzare” la persona
allergica per far sì che si riduca il grado di severità dei
sintomi allergici, può essere un’opzione da valutare
soprattutto quando l’allergia riguarda una sola sostanza
e per chi soffre di disturbi particolarmente gravi. Viene
usata con buoni risultati, per esempio, per chi è molto
allergico al veleno delle api e rischia lo shock anafilattico.
Non è invece altrettanto efficace per le persone allergiche
a molti tipi di sostanze, per esempio a diversi pollini.
?!
M      
S    
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 Coronavirus
Risposte chiare
Un problema serio, che richiede un atteggiamento responsabile, ma non certo il panico.
Per evitare ansia, leggerezze e perfino truffe, serve un’informazione corretta. Togliamoci tutti i dubbi.
di Natalia Milazzo

N
el momento in cui scriviamo,
prima settimana di marzo, la
situazione della Covid-19, la
sindrome similinfluenzale provocata da
un nuovo coronavirus, è in evoluzione
continua e veloce. Inutile cercare di dare
informazioni aggiornate sull’andamento
dei casi: quando leggerai queste
pagine probabilmente ci saranno
stati cambiamenti. Quello che non si
modifica, in linea di massima, sono le
regole di base che bisogna seguire per
collaborare ad arginare la diffusione del
virus: per aggiornamenti segui il nostro
sito (www.altroconsumo.it/coronavirus)
e il sito del ministero della Salute.
Il punto, in casi come questi, non è tanto
salvaguardare la propria salute: come
ormai si è capito chiaramente guardando
all’evoluzione dell’epidemia in Cina, per
la maggioranza delle persone colpite
i sintomi del coronavirus sono simili
a quelli di una normale influenza, se
non addirittura del tutto assenti, e il
decorso benigno. Nella maggior parte
dei casi, insomma, la Covid-19 guarisce
da sé, con il riposo al caldo, come una
normale influenza stagionale, grazie
ai meccanismi di difesa del nostro
organismo (tra cui la febbre, che è una
nostra alleata per combattere i virus).
Arginare la diffusione della malattia
resta cruciale per due ottimi motivi. In
primo luogo, per proteggere chi ha un
maggior rischio che la Covid-19 provochi
invece complicazioni gravi o molto gravi,
ovvero soprattutto gli anziani e chi già
soffre di altre malattie o di problemi
del sistema immunitario. In una certa
percentuale di casi, molto variabile con
l’età, questo coronavirus può infatti dare
conseguenze gravi, in particolare una
polmonite virale primaria, vale a dire
provocata direttamente dal virus (e non,
come può accadere dopo un’influenza,
da batteri sopraggiunti in un secondo
tempo, che si possono combattere con
gli antibiotici). Se questa polmonite si

10 InSalute 145
 Infodemia?
SCEGLI LE
FONTI GIUSTE
Informati sul sito
del ministero della
Salute, dell’OMS
o dell’Istituto
superiore di Sanità

manifesta in forma grave, può essere

Regole da fonti ufficiali

necessario il ricovero ospedaliero per
sostenere l’organismo del malato fino
alla guarigione, anche intervenendo
con la terapia intensiva e la respirazione
Nel caos mediatico che si è creato intorno al coronavirus, facciamo il punto
assistita, se necessario. sulle regole davvero utili per prevenire il contagio (ministero della Salute).
Il secondo motivo è strettamente
collegato alla presenza di una certa
percentuale di casi gravi: rallentare
il diffondersi del contagio permette
al Servizio sanitario nazionale di
prestare le terapie necessarie a chi
ne ha bisogno, senza essere messo in
difficoltà da una quantità eccessiva di
ricoveri contemporanei di malati che Lavare le mani Coprire naso e bocca Mascherine quando e
necessitano di terapie impegnative. Un gesto semplice Tossisci e strarnutisci come Usa la mascherina
Seguire le regole corrette è importante ma estremamente all’interno del gomito solo se sospetti di
non solo per sé, quindi, ma anche e efficace. Per farlo o di un fazzoletto, essere malato o assisti
soprattutto come dovere civico, nei non servono prodotti preferibilmente persone malate. Lavati le
confronti della collettività: perché solo particolari, bastano monouso. ll virus mani prima di indossarla
con la collaborazione di tutti si può acqua e un sapone si trasmette ed evita di toccarla
rallentare - il che è già utile a garantire qualsiasi. L’importante principalmente per via spesso. Indossala e
la funzionalità del sistema sanitario - e è sfregare le mani respiratoria, ma può toglila dall’elastico.
sperabilmente fermare la diffusione e le dita per 40-60 entrare nel corpo anche Quando diventa umida
del virus. Per agire e per essere sereni, secondi. In assenza attraverso gli occhi, il sostituiscila con una
serve essere informati correttamente. di acqua e sapone, naso e la bocca, quindi nuova e non riutilizzarla.
Cerchiamo di aiutarci rispondendo alle va bene anche la evita di toccarli con le Gettala in un sacchetto
principali domande. soluzione idroalcolica. mani non ben lavate. e lavati le mani.

Come si trasmette
il coronavirus?
Il coronavirus si trasmette soprattutto per
via aerea, cioè attraverso le minuscole 1m 1500
Numero verde Se ti
goccioline di saliva emesse da una
ammali e compaiono
persona che lo ha contratto. Il contagio
Non prendere Distanza di sicurezza sintomi di tipo influenzale
può avvenire direttamente, soprattutto
farmaci a caso Non Mantieni come telefona al tuo medico
a causa di starnuti o colpi di tosse, che
prendere farmaci minimo un metro di di base, senza andare in
portano le goccioline a contatto con
antivirali o antibiotici di distanza dalle altre ambulatorio né al pronto
le mucose di occhi, naso e bocca di
tua iniziativa. L’uso dei persone, in particolare soccorso. In seconda
un’altra persona. Si ritiene che questo
farmaci antivirali non quando tossiscono o battuta puoi rivolgerti
avvenga più facilmente se la distanza tra
previene l’infezione da starnutiscono o hanno ai numeri unici che le
le due persone è inferiore al metro (le
nuovo coronavirus. la febbre. Regioni colpite hanno
goccioline non sono in grado di spostarsi
Gli antibiotici non Evita quanto più è messo a disposizione.
più di tanto e ricadono abbastanza
funzionano contro i possibile anche i baci, Per informazioni generali,
velocemente), ed è questo il motivo
virus, ma solo contro i gli abbracci invece, puoi chiamare il
per cui il Ministero ha raccomandato a
batteri. e le strette di mano. numero 1500.
tutti di mantenere almeno un metro di
distanza gli uni dagli altri (mantenerne
>
145 InSalute 11
Contro le bufale segnalale sul nostro sito
Purtroppo si sono già scatenate speculazioni e pubblicità ingannevoli.
Le stiamo denunciando, aiutaci segnalandole su: www.altroconsumo.it/coronavirus

Scivolosi
Smascherati Nessun olio
Aumenti serve
di prezzo fino a prevenire
al 650%
NESSUN
INTEGRATORE
Non esiste a oggi
ATTENZIONE ALLA alcuna prova di utilità
SIGLA Solo le nell’assumere integratori
mascherine con filtrante di alcun tipo per
caratterizzate dalla prevenire il contagio: né
sigla FFP2 e FFP3 hanno il molto pubblicizzato
la capacità di filtrare olio di origano, né
anche gli aerosol virali. curcuma, né aglio né
Comunque, non sono liquirizia né altro
consigliabili a tutti

Ma quale kit
Solo le giuste
regole servono

Campati
in aria IL KIT CONTRO LE
Promesse INFEZIONI È NELLA
infondate NOSTRA TESTA Non
c’è bisogno di spendere
56 euro per un “kit”
contro le infezioni:
basta seguire le regole
corrette
APPARECCHI FILTRANTI? Una grossa spesa (ben 1.390 euro)
per un apparecchio che non solo non offre alcuna garanzia di
efficacia, ma promette di eliminare le inesistenti “spore” del
coronavirus. Un virus, che non produce spore

12 InSalute 145
 Categorie
più a rischio
MEGLIO STARE
IN CASA
Oltre i 75 anni è
consigliabile stare
in casa se uscire
non è necessario
>
anche due è meglio, comunque). Il virus
però può penetrare in un altro organismo Le mascherine servono
anche indirettamente, ovvero se ci si
tocca la bocca, il naso o gli occhi con le
più a proteggere gli altri
mani a loro volta venute a contatto con che se stessi dal contagio
il virus. Anche superfici contaminate
potrebbero essere una fonte di contagio,
ma sicuramente non è la via principale.

Perché lavarsi spesso le mani

è così importante?
Gli studi hanno dimostrato che la più
efficace forma di prevenzione contro il
contagio delle malattie respiratorie come
la Covid-19 è lavare frequentemente le
mani con acqua e sapone (si è dimostrato
molto più utile che indossare una
mascherina). Il lavaggio deve essere
accurato, utilizzando la giusta dose di
sapone e sfregando bene tutta la zona
delle mani, sia sopra sia sotto, sia tra le
Piuttosto che utilizzare un gel alcolico, è meglio lavarsi le mani con acqua e sapone
dita, togliendo gli anelli. L’operazione
frequentemente e per almeno 40-60 secondi. I gel igienizzanti comunque sono efficaci
dovrebbe durare almeno 40-60 secondi.
solo se contengono almeno il 60% di alcol: verifica in etichetta.
Ecco perché la prima regola è lavare
spesso le mani con acqua e sapone.

Il gel disinfettante
è indispensabile?
No, se c’è la possibilità di lavarsi
frequentemente le mani con acqua e
sapone non c’è bisogno di ricorrere
ad altro. Solo nelle situazioni in cui è
impossibile lavarsi le mani con acqua
e sapone, opzione che resta sempre
preferibile, si può supplire con i gel
igienizzanti per le mani a base di alcol.
Ma attenzione, perché non sono tutti
uguali. Solo quelli con la sufficiente
percentuale di alcol hanno davvero
efficacia. Se si vuole ricorrere a un gel,
bisogna quindi verificare in etichetta.
L’alcol può essere indicato in vari modi
(alcohol denat, isopropanolo, etanolo,
1-propanolo), ma è la sua concentrazione
che conta: il prodotto è efficace solo se
l’alcol è in una concentrazione tra il 60% e
il 95%. I prodotti privi di un’etichetta con
la percentuale di alcol sono da lasciare
sullo scaffale. Da ricordare che il gel per
essere efficace deve essere usato sulle
mani asciutte, sfregando per almeno 30-
40 secondi. Scarsamente utili sono invece
le salviette igienizzanti per le mani:
hanno un’efficacia minore dei gel perché,
anche quando contengono davvero
ingredienti igienizzanti, li hanno in
genere in concentrazione minore a causa
della loro formulazione. Inoltre occorre
ricordare che questi prodotti (e più in
generale tutte le salviettine umidificate)
hanno un grosso impatto ambientale.
Meglio evitare anche i saponi con
aggiunta di antibatterici, non necessari e
poco sostenibili per l’ambiente.
Si trasmette attraverso i cibi?
Normalmente le malattie respiratorie non
si trasmettono con gli alimenti, quindi
questo certamente non è un canale
importante di trasmissione. Ovviamente
non si può del tutto escludere che una
persona contagiata trasmetta il virus
preparando alimenti, quindi questi
devono essere sempre manipolati
rispettando le buone pratiche igieniche.
La cottura, come sempre, elimina ogni
rischio di contaminazione (anche se non
di ricontaminazione successiva).
Gli animali domestici
possono diffondere il virus?
Secondo l’organizzazione mondiale della
Sanità (OMS) e il ministero della Salute,
gli animali da compagnia non diffondono
il nuovo coronavirus. Per il momento
non risultano identificati casi di contagio
attraverso animali domestici.
Occorre disinfettare
anche le superfici?
In linea di massima, la pulizia con
comuni detergenti è sufficiente a ottenere
una buona igiene delle superfici e il
ricorso a prodotti disinfettanti per le
pulizie di casa è sconsigliabile. In questo
caso particolare, data la necessità di
combattere in tutti i modi la diffusione
del virus, tra le regole del Ministero è >

145 InSalute 13

> devono essere utilizzati solo se si ha
stata inclusa quella di pulire le superfici
con disinfettanti a base di alcol o cloro.
In particolare vale la pena di intensificare
l’igiene delle superfici che hanno un uso
promiscuo o sono luoghi di passaggio
interno-esterno (come maniglie,
corrimano, pulsantiere, pavimenti…).
Importante ricorrere a prodotti con
la concentrazione e il principio attivo
corretti: la soluzione più pratica è
l’alcol (il classico alcol denaturato
nella confezione rosa) o la normale
candeggina (non delicata), non diluiti,
passati per maggior precauzione con un
panno usa e getta e utilizzando i guanti
di gomma. La candeggina in particolare è
da utilizzare con cautela perché potrebbe
rovinare alcune superfici. Da non
dimenticare di richiudere bene i prodotti
dopo l’uso e riporli in alto, al di fuori
della portata e della vista dei bambini.
Altri prodotti disinfettanti in commercio
non sono consigliabili: potrebbero
non avere concentrazioni sufficienti o
contenere principi attivi non efficaci sul
coronavirus, mentre cloro (candeggina) e
alcol lo sono certamente.
Le mascherine servono?
Non è dimostrato che l’uso di mascherine
da parte della popolazione sana nel
corso delle normali attività quotidiane
possa ridurre la trasmissione del virus.
14 InSalute 145
Nonostante
gli accaparramenti
di massa, l’uso
di mascherine
da parte della
popolazione sana
non è consigliato.
Inoltre, proprio
il tipo più diffuso
è inutile
a prevenire
il contagio.
Nelle città in cui non ci sono prove di una
elevata circolazione del coronavirus, ma
solo casi sporadici, non è raccomandato
un uso generalizzato di mascherine da
parte della popolazione. Nelle aree dove
invece è in corso un focolaio e c’è una
significativa circolazione del virus, la
mascherina è raccomandabile, non tanto
alle persone sane, quanto alle persone
con sintomi respiratori, come colpi di
tosse e starnuti, ma anche febbre, proprio
per limitare da parte loro la diffusione
dell’infezione (ma il primo consiglio è
che in caso di sintomi si stia a casa). La
mascherina può essere utile anche a chi
si prende cura di una persona affetta, per
ridurre i rischi di infezione, solo se però
adotta tutte le altre misure di igiene e
maneggia la mascherina nella maniera
opportuna. Ci sono diversi tipi di
mascherine e solo alcune sono in grado
di ridurre i rischi di contagio (vedi sul
nostro sito i dettagli sui differenti tipi di
mascherina disponibili).
Gli integratori sono utili?
No, nessun prodotto ha dimostrato
di poter prevenire il contagio del
coronavirus: integratori a base di olio di
origano, curcuma, papaya fermentata,
aglio o vitamina C non hanno alcuna
utilità dimostrata. Il sistema immunitario
si mantiene in forma con abitudini
sane (dieta equilibrata e la giusta dose
di movimento) e il contagio si previene
seguendo con scrupolo le regole
diffuse dal Ministero. Il resto serve
sostanzialmente solo a buttare via soldi.
Che cosa devo fare in caso
di sintomi?
In caso di sintomi come tosse, febbre,
dolori muscolari (sintomi molto simili a
quelli della normale influenza) il primo
consiglio è non allarmarsi, stare a casa
e contattare per telefono il proprio
medico di base, che è istruito a porre a
ciascuno le domande giuste per valutare
la situazione e indirizzare verso il
comportamento più indicato.
I numeri di emergenza come il 112
bisogno di un aiuto medico immediato
per problemi gravi. Il riposo al caldo e
l’idratazione (tè, acqua, spremute...)
sono consigliabili sia in caso di influenza
stagionale sia in caso di Covid-19.
La febbre aiuta a combattere il virus,
quindi non è necessario abbassarla
con antipiretici se non dà un fastidio
particolare. In caso di sintomi (anche
solo tosse o raffreddore) è cruciale non
andare a lavoro e in generale evitare il più
possibile i contatti con altre persone.
Anche chi non ha sintomi
può essere contagioso?
Sì, anche se in misura minore di chi
tossisce o starnuta. Il contagio sembra
essere arrivato in Europa proprio
attraverso viaggiatori che ai controlli
aeroportuali non presentavano alcun
sintomo della malattia (i cosiddetti
asintomatici), e che quindi non sono
stati messi in quarantena. La capacità
degli asintomatici di infettare è suggerita
anche da un recente studio pubblicato
sul New England Journal of Medicine,
che ha analizzato le secrezioni presenti in
naso e gola di persone sia sintomatiche
sia asintomatiche, rilevando una carica
di virus elevata sia in pazienti con pochi
sintomi sia senza del tutto. Tuttavia, resta
vero che è più probabile essere contagiati
da qualcuno che manifesta sintomi.
Un tetto
alla spesa
ESAMI
E VISITE
Senza il superticket
pagheremo quasi
sempre un ticket
massimo di 36 euro
circa

Il ticket giusto
Da settembre il superticket non ci sarà più.
Ecco quanto costeranno al cittadino
esami e visite, regione per regione.
di Adelia Piva
D
al primo settembre non ci sarà
più l’odiato superticket sulle
prestazioni sanitarie. Dopo nove
anni dalla sua introduzione, nell’estate
del 2011, il governo ha deciso di abolirlo.
Si tratta di un balzello di dieci euro a
ricetta oltre il normale ticket. Ma ogni
Regione può decidere come applicarlo
per cui alcune non lo applicano, in altre
può arrivare a 30 euro a seconda del
reddito o del valore della ricetta.

Un risparmio per i cittadini

Tra ticket e superticket, sono aumentati
i costi per le spese mediche a carico
dei cittadini e anche il numero di
chi rinuncia o rimanda le cure e di
chi si rivolge al privato, che risulta
più competitivo. Anche perché con
il Ssn, oltre ai costi, ci sono le lunghe
liste d’attesa per accedere a esami
e prestazioni (vedi l’inchiesta su
InSalute 140, giugno 2019). Infatti, le
strutture private sono concorrenziali
e promuovono le loro tariffe come
«allineate o più convenienti del Ssn».
Di sicuro l’abolizione del superticket le
renderà meno competitive. E soprattutto
c’è un risparmio consistente per le
tasche del cittadino. Se guardiamo
agli esami di routine (vedi cartina alla
pagina seguente) oggi in Lazio, Puglia e
Abruzzo si pagano 22,60 euro tra ticket e
superticket, da settembre con l’abolizione
di quest’ultimo si pagheranno dieci
euro in meno, con un risparmio del
45%. Anche sulle visite specialistiche i
costi saranno più abbordabili. Se oggi
in Piemonte la visita si paga 26,70 euro
a settembre saranno sei euro in meno, >

145 InSalute 15
 >
con un risparmio del 23%; in Abruzzo partecipare il cittadino alla copertura

Analisi di base
Gli esami del sangue di base (emocromo,
trigliceridi, alanina aminotransferasi,
aspartato aminotransferasi, glucosio,
colesterolo Hdl e totale) con il prelievo del
sangue (da 2,30 a 4 €) possono costare
fino all’80% in più a seconda della Regione.
Le tariffe a confronto senza il superticket.
12,60 €: Piemonte,
Liguria, Abruzzo, Lazio,
Molise, Campania,
Puglia, Calabria, Sicilia.
14,70 €: Valle d’Aosta
15 €: Umbria
17,75 €: Lombardia
il risparmio è più consistente: dai 30,66
euro di oggi ai 20,66 senza superticket, il
33% in meno.
Resta il fatto che le strutture private
offrono anche un più facile accesso: non
ci sono le lunghe liste d’attesa del Ssn, si
può scegliere lo specialista e spesso non
è richiesta la ricetta del medico di base. Il
che, però, può alimentare il consumismo
sanitario.Nel suo Report 2019 la Corte
dei Conti ha sostenuto la necessità di
ripensare la compartecipazione alla
spesa sanitaria in modo che il ticket
ritrovi il suo ruolo che è quello di far
VISITE ED ESAMI: COSTI PER IL CITTADINO SENZA IL SUPERTICKET (IN EURO)
Elettrocardiogramma
in maniera equa - visto che la spesa
non sarebbe sostenibile se il Ssn fosse
interamente gratuito per tutti - ma anche
di disincentivare l’accesso inappropriato
alle cure. L’eliminazione del superticket
va nella giusta direzione. Resta il
ticket, che in quasi tutte le regioni è al
massimo di 36,15 euro circa a ricetta
con l’eccezione di Calabria (45 euro)
e Sardegna (47,15 euro). Per esempio,
per un’ecografia all’addome inferiore la
regione Veneto paga alla struttura che
la eroga 67,05 euro, di questi il cittadino
paga 36,15 euro, il ticket massimo che

18,40 €: Trento

Ecografia addome
Visita di controllo
18,80 €: Marche
18,98 €: Sardegna
specialistica

19 €: Emilia Romagna Regioni

Radiografia
Prima visita

del torace
19,05 €: Veneto

inferiore
20 €: Toscana

22 €: Provincia ABRUZZO 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02

autonoma di Bolzano BASILICATA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
22,30 €: Friuli Venezia CALABRIA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
Giulia
CAMPANIA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
22,72 €: Basilicata
EMILIA ROMAGNA 12,50 23 18 18,60 32,50
FRIULI V.G. 15 29 17 25,10 36,15*
LAZIO 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02

*La tariffa è più alta, ma il cittadino paga solo il ticket

LIGURIA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
LOMBARDIA 11,60 22,50 17,90 17,40 32,70
MARCHE 11,60 20,70 12,90 15,50 32
MOLISE 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
P.A. BOLZANO 11,16 25 15 15,50 32
PIEMONTE 11,60 20,70 12,90 15,50 32
PUGLIA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,02
SARDEGNA 11,62 20,66 12,91 18,59 32,02
SICILIA 11,62 20,66 12,91 15,49 32,03
TOSCANA 13 22 15 26 38*
TRENTO 12,80 20,65 12,90 17,05 35,20
UMBRIA 12,80 20 16 17 35,20
VALLE D’AOSTA 12,80 22,70 14,20 17 35,30
VENETO 12,55 20,50 14,25 25,15 36,15*

più caro meno caro

SENZA SUPERTICKET TARIFFE PIÙ ALLINEATE Per una visita specialistica si spendono
20 euro in Umbria, 29 in Friuli: il 45% in più. Per una radiografia del torace i cittadini toscani
pagano il 68% in più rispetto alla maggior parte delle altre Regioni, per l’elettrocardiogramma
sono i friulani a pagare di più. Abbiamo considerato le tariffe senza superticket.

16 InSalute 145

può restare a suo carico. Ci sono poi le
esenzioni stabilite a livello nazionale
(legate al reddito, invalidità, malattie
croniche…) e quelle che ogni Regione
può decidere in autonomia, dalle
esenzioni per i disoccupati, i lavoratori in
cassa integrazione a quelle per i minori
di 14 anni (Lombardia). La competenza
sulla salute è delle Regioni e questo ha
determinato forti disparità di accesso, di
cura e qualità del servizio.
Alcune, attingendo ai propri bilanci, sono
in grado di fornire più prestazioni rispetto
ai Lea (Livelli essenziali di assistenza),
che sono quelle minime che il Ssn è
tenuto a garantire a tutti, avvalendosi
anche di innovazioni efficaci; altre non
possono anche per mancanza di risorse.
Una fase di passaggio
Nel momento in cui scriviamo (marzo
2020) ci troviamo in una fase transitoria.
Nel 2017 l’aggiornamento dei Lea ha
uniformato le prestazioni sanitarie
garantite in tutte le regioni. Ma il paniere
di prestazioni garantite è così ampio che
rende lecito chiedersi se sia sostenibile,
viste le risorse pubbliche finora messe in
campo e previste. Il rischio è un aggravio
per le tasche dei cittadini. Intanto, però,
perché entrino in vigore, è necessario che
sia approvato il nuovo tariffario, che deve
uniformare prestazioni e tariffe su tutto il
territorio: le Regioni e il governo devono
accordarsi, e per questo dopo tre anni
non c’è ancora. Resta in vigore il tariffario
nazionale del 1996 (rivisto nel 2012).
Negli anni le Regioni hanno adottato loro
tariffari, pur tenendo come riferimento
quello nazionale. Abbiamo confrontato i
20 tariffari regionali in vigore per alcune
prestazioni tra le più comuni, ipotizzando
che il superticket sia già stato abolito.
Per la stessa visita o esame le differenze
tra regioni si attenuano, ma restano: una
visita specialistica costa 29 euro in Friuli,
20 in Umbria; una radiografia del torace
costa il 68% in più ai cittadini toscani
rispetto alla maggior parte delle altre
regioni. Anche i costi degli esami del
sangue di routine variano fino all’80%.
intervista
Salviamo il Ssn
«Per salvaguardare il nostro più grande motore di giustizia sociale
è necessario un rilancio consistente e stabile del finanziamento
pubblico», dice Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe.
Nino Cartabellotta
Presidente della Fondazione Gimbe
L’emergenza Coronavirus ci
ricorda quanto è importante
avere un Ssn che tutela tutti.
Come vede il futuro del Ssn?
«La legge di bilancio 2020, grazie
alla firma del Patto per la salute, ha
sancito un aumento del fabbisogno
sanitario nazionale standard di 2
miliardi di euro per il 2020 e ulteriori
1,5 miliardi per il 2021, anche se
al momento la casella sul 2022 sta
a zero euro: un piccolo spiraglio
dopo tagli e definanziamento
che, negli anni 2009-2019 hanno
“scippato” alla sanità pubblica ben
37 miliardi di euro. Tuttavia, secondo
la Nota di aggiornamento del Def,
la spesa sanitaria sino al 2023 non
potrà superare il 6,5% del Pil. Ecco
perché, il piano di salvataggio della
Fondazione Gimbe per salvaguardare
il Ssn, prevede un rilancio del
finanziamento pubblico».
I costi sempre più alti della
sanità pubblica inducono
molti cittadini a rinunciare o
a rimandare le cure e hanno
reso più competitivi i privati...
«Sì, in Italia si assiste alla
paradossale situazione in cui i
cittadini dispongono sulla carta
del “paniere Lea” più ricco di
prestazioni, ma al tempo stesso il
finanziamento pubblico pro-capite
è agli ultimi posti, con conseguenti
diseguaglianze e iniquità di accesso.
Per questo il nostro piano di
salvataggio chiede di evitare derive
“regionalistiche” aumentando le
capacità di indirizzo e verifica del
Governo sulle Regioni nel rispetto
delle loro autonomie e di rimodulare
ticket e detrazioni fiscali per spese
sanitarie, secondo princìpi di equità
sociale e prove di efficacia di farmaci
e prestazioni.
Bisogna ridisegnare il perimetro dei
Lea secondo evidenze scientifiche e
princìpi di costo-efficacia e avviare
un piano nazionale per ridurre
sprechi e inefficienze e reinvestire
le risorse recuperate in servizi
essenziali e vere innovazioni. Infine,
per evitare derive consumistiche
e di privatizzazione tre sono le
azioni fondamentali: regolamentare
la sanità integrativa, disciplinare
l’integrazione pubblico-privato e la
libera professione secondo i reali
bisogni di salute della popolazione
e potenziare l’informazione
istituzionale verso i cittadini per
promuovere sani stili di vita, ridurre il
consumismo sanitario e contrastare
le fake news». A.P.
145 InSalute 17
 Talvolta
pericolosi
COSMETICI
NON
CONFORMI
Non acquistare
online cosmetici
di dubbia
provenienza

Sorriso a rischio

con gli sbiancanti

Alcuni prodotti venduti online
contengono perossido
di idrogeno oltre i limiti consentiti
dalla legge. Un rischio concreto
per la salute dei nostri denti.
di Simona Ovadia

I
denti bianchi rappresentano una delle
caratteristiche estetiche più ambite
e ricercate. Per rispondere a questa
richiesta, da diversi anni sono stati messi
a punto alcuni trattamenti specifici che si
effettuano negli studi dentistici. Intorno
allo sbiancamento dei denti, però, ruota
TIPO DOVE SI COMPRA anche un mercato enorme di prodotti che
GIUDIZIO GLOBALE

vanno dai dentifrici con presunto effetto

“whitening”, ai trattamenti in gel, penne
Nome del sito

e strisce che simulano le procedure

Formato

utilizzate dai dentisti. Un insieme

Sbiancanti per denti di prodotti che presenta non poche
criticità, in primis quella dell’efficacia.
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Molto spesso, infatti, sono reclamizzati
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norme di sicurezza europee. Lo dimostra
Nessuno di questi prodotti è conforme alla legge per quello che riguarda le informazioni
in etichetta. I prodotti bocciati contengono inoltre una percentuale di perossido di idrogeno la nostra inchiesta sulla sicurezza dei
superiore ai limiti di sicurezza. E giudizio pessimo bocciato prodotti venduti online, pubblicata su

18 InSalute 145

Inchieste 345, marzo 2020, all’interno
della quale abbiamo analizzato anche
alcuni di questi prodotti sbiancanti.
Nessuno è in regola
In collaborazione con altre
organizzazioni di consumatori europee
abbiamo acquistato 16 prodotti
sbiancanti acquistati su siti come
Amazon, Aliexpress e altri. Di questi,
dieci sono reperibili anche in Italia.
Abbiamo quindi verificato la conformità
dell’etichetta alle norme e poi misurato,
portandoli in laboratorio, la percentuale
presente di perossido di idrogeno, cioè
del principio attivo sbiancante. Per legge,
nei cosmetici destinati al consumatore il
perossido di idrogeno non deve superare
lo 0,1%. Concentrazioni maggiori, fino
a un massimo del 6%, sono ammesse
soltanto nei prodotti usati dai dentisti,
poiché ad alte concentrazioni o in
condizioni di utilizzo non corrette questa
sostanza può causare irritazione alle
gengive e sensibilizzare i denti.
I risultati sono preoccupanti: nessun
prodotto è risultato in regola con
le etichette. Alcuni non riportano
nemmeno la lista degli ingredienti. E ben
sette su dieci superano la concentrazione
di perossido di idrogeno prevista dalla
legge. Due di questi prodotti superano
addirittura di 60-70 volte la percentuale
di perossido ammessa, sforando anche
la concentrazione concessa ai dentisti,
cosa che rappresenta un rischio concreto
per la salute dei denti di chi li usa. Questi
sette sono stati tutti bocciati.
Quando è bene diffidare
Alla luce di queste verifiche, emerge
che non è sicuro acquistare prodotti
sbiancanti sui siti di shopping online,
circostanza che abbiamo già segnalato
alle autorità competenti. In generale,
quando si fanno acquisti online, bisogna
diffidare dei prodotti senza marca, senza
la lista degli ingredienti e senza istruzioni
per l’uso. Utile poi verificare le condizioni
della confezione, che deve essere integra
e sigillata. In caso contrario è più sicuro
rimandare indietro il tutto.
intervista
L’estetica? Dopo
Le richieste di trattamenti estetici ai denti sono in aumento, anche
da chi invece ha bisogno di cure. Solo il dentista può verificarlo.
Carlo Poggio
Presidente di Aiop, Accademia
italiana odontoiatria protesica
Carlo Poggio, odontoiatra, esercita
la libera professione a Milano,
dedicandosi al trattamento di
pazienti con problemi complessi.
È docente presso l’Università degli
Studi di Milano, l’Università di Siena
e l’University of Rochester (New York).
Lo sbiancamento dei denti
è una procedura richiesta?
«Sì, sempre di più. Raramente
viene proposta dal dentista: sono i
pazienti stessi che arrivano in studio
chiedendola. Il nostro compito è
quello di verificare in prima battuta
l’assenza di altre problematiche di
salute dei denti, che ovviamente
devono avere la priorità sul resto.
Bisogna dissuadere i pazienti
dall’investire tempo e denaro per un
trattamento cosmetico se invece ci
sono necessità di altro tipo .
Ci sono rischi?
«Se la procedura è effettuata dal
dentista in pazienti con denti
sani, lo sbiancamento è sicuro. Le
controindicazioni sono più che altro
legate alla sensibilità dei denti: in
una piccola percentuale di persone
può causare una sensibilizzazione al
freddo, ma si tratta di un fenomeno
transitorio. Bisogna in primo luogo
valutare sempre le condizioni
anatomiche prima di procedere».
Lo sbiancamento
professionale dà risultati
apprezzabili?
«Sì, sebbene non siano totalmente
prevedibili. Ci sono pazienti che
ottengono risultati eccezionali e
pazienti che non notano particolari
differenze. A volte il colore dei denti
non dipende solo da quello dello
smalto, ma da eventuali usure,
protesi od otturazioni. Anche la
durata non è eterna: andrebbe rifatto
almeno ogni due anni.»
Che cosa pensa dei prodotti
sbiancanti fai da te?
«Nei prodotti a norma le
concentrazioni di principio attivo
sbiancante sono così basse che
danni non fanno (ma neanche sono
granché efficaci). Il problema nasce
se, come dimostrate con le vostre
analisi, non è così. In generale,
però, il rischio principale di curare
l’estetica senza rivolgersi prima
al medico è quello di tralasciare,
mascherandoli, eventuali problemi
di salute dei denti». S.O.
145 InSalute 19
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“Cuoci la zucca
con un po’ di umidità
(a vapore): non la
dovrai sbucciare”
le bucce
La parte meno nobile di frutta e verdura non va considerata scarto. In bucce e gambi si nasconde una miniera
di nutrienti. Attenzione, però, alla presenza dei pesticidi. Le nostre analisi e i consigli antispreco.
M
ia nonna diceva che con una
zucca, ai suoi tempi, si sfamava
un’intera famiglia: con la polpa
si preparavano gnocchi appetitosi;
i semi si tostavano e salavano per
accompagnare un bicchiere di vino; le
bucce venivano cotte all’interno della
zuppa. Serviva un contenitore in casa?
Bastava scavarla, svuotarla e seccarla,
per crearne uno, buono per mille usi.
Altri tempi, verrebbe da dire. E invece no,
Rivedere
di Manuela Cervilli
perché anche oggi - anzi soprattutto oggi
- la sostenibilità deve passare dalla nostra
tavola. Cucinare senza sprechi è infatti
uno dei modi per alleggerire la nostra
impronta sull’ambiente.
Con gli scarti si risparmia
C’è chi dice che per cucinare ci vuole
tempo; per cucinare senza sprechi
anche di più. E servono in aggiunta
fantasia e attrezzatura da chef. Idee che
Mangiare
bene
NE SERVONO
CINQUE
Per mangiare in
modo equilibrato
servono cinque
porzioni di frutta e
verdura al giorno.
Lisa Casali, foodblogger ed esperta di
lotta allo spreco alimentare, non vuole
neanche sentire. «È solo un pregiudizio:
cucinare in modo sostenibile non
richiede più tempo. Bisogna cambiare
mentalità: serve solo un approccio al
cibo più organizzato. Per il resto è nelle
capacità e possibilità di tutti». Che
cosa significa, dunque, non sprecare in
cucina? «Vuol dire, anzitutto, fare mente
locale su quello che si ha in casa e su
>
145 InSalute 21
Verdura a confronto
Molto spesso la parte considerata “scarto” è più ricca di sostanze nutritive: è così per la zucca, il porro, il sedano.
Anche la fibra abbonda nella parte meno nobile. Purtroppo però sulle bucce ci sono spesso anche i pesticidi.

1
pesticida

3
pesticidi
Broccolo
Vitamina C 7,9 Le cime del broccolo sono
(mg/100g) più ricche di polifenoli (ma qui
6,6 abbiamo trovato anche un
pesticida); i gambi di fibra; la
Polifenoli 34
vitamica C, invece, è più o meno
(mg/100g) 51 la stessa. NEL BIO: Le cime sono
ricche sia di vitamina C sia di
Fibra 4,2 polifenoli. Nel gambo, però, c’è
(g/100g) 3 più fibra. Sui broccoli bio non
abbiamo trovato pesticidi.
Gambo Cime

Carota
La buccia della carota è più ricca
di polifenoli e fibra (ma abbiamo
trovato anche 5 pesticidi); nel
cuore ci sono più carotenoidi. NEL
BIO: Sulle bucce ci sono quattro
pesticidi: tre non sono autorizzati
per il biologico e uno di questi non
è previsto in Italia, neanche per
l’agricoltura convenzionale. I valori
sono bassi, ma queste sostanze
non dovrebbero proprio esserci.
5 0
Cavolfiore
pesticidi pesticidi La vitamina C è maggiormente
presente nelle cime rispetto alle
foglie; è il contrario per la fibra;
mentre i polifenoli sono più o
meno uguali. NEL BIO: Le foglie
sono più ricche di polifenoli e fibre
rispetto alle cime. Spicca inoltre il
contenuto maggiore di vitamina C
rispetto alle foglie del cavolfiore
convenzionale. Nessun pesticida.

Polifenoli 38,5 Vitamina C 23,4

(mg/100g) 12,4 (mg/100g) 30,1

Carotenoidi 22,3 Polifenoli 25,8

(mg/100g) (mg/100g) 29,4
34,8

5,4 Fibra 4,5

Fibra
(g/100g) (g/100g) 3,3
3,1

Buccia Cuore Foglie Cime

22 InSalute 145
 Vitamina C 0,3

0
(mg/100g) 0,9
0,8
pesticidi
Polifenoli 9,5
(mg/100g) 17,4
43,3 Vitamina C 7,6
(mg/100g) 3,6
Fibra 2,1
(g/100g) 3 Polifenoli 36,3
(mg/100g) 28,3
4,3

Fibra 4,6
Gambo Cuore Ciuffo (g/100g) 4,4
Finocchio Foglie Bulbo
I gambi sono la parte nutrizionalmente più povera.
Sui ciuffi abbiamo trovato tre pesticidi, di cui uno
anche su gambi e cuore, al di sotto dei limiti di legge.
NEL BIO: Dal punto di vista dei nutrienti la situazione
Porro
è simile. Su cuore e gambi non abbiamo trovato Nel porro normale le foglie sono più ricche,
pesticidi; sui ciuffi invece abbiamo riscontrato il rispetto al bulbo, sia di vitamina C sia di
piperonil butossido, una sostanza tollerata polifenoli. NEL BIO: Le analisi sul porro
nel bio e per la quale non esiste bio confermano la maggior ricchezza delle
un limite massimo residuo. foglie rispetto al bulbo. Nel confronto tra
convenzionale e biologico, c’è solo una
differenza significativa: la vitamina C nel bulbo
bio è molta di più.

10
pesticidi

0
pesticidi

Sedano Vitamina C 13,2

Le foglie del sedano sono più ricche (mg/100g) 9,7
di vitamina C, fibra e polifenoli. Sulle
foglie però troviamo anche tanti
pesticidi (ben 10, di cui uno anche nel Carotenoidi 13,8
cuore): sebbene in quantità basse, (mg/100g) 7
quattro di questi non sono autorizzati
in Italia. NEL BIO: anche le foglie bio Fibra 7
sono più ricche rispetto ai gambi. (g/100g)
Trovate tracce di piperonil butossido 3
(vedi scheda sul finocchio).
Buccia Polpa

Vitamina C 5,4
(mg/100g) 1
Zucca
Polifenoli 77
Nella polpa di zucca c’è il 27% di vitamina C
(mg/100g) 9,7 in meno rispetto alla buccia. Anche la quantità
di fibra nella polpa è meno della metà rispetto
Fibra 3,8 a quella della buccia. NEL BIO: Anche la
(g/100g) 3,3 buccia della zucca bio è più ricca (la vitamina
C nella polpa è meno della metà). Sulla buccia
abbiamo trovato tracce di piperonil butossido
Foglie Gambi (vedi la scheda sul finocchio).

145 InSalute 23
Frutta a confronto
La buccia è fonte preziosa di sostanze nutritive, ma è anche il luogo dove abbiamo rilevato tanti pesticidi. E il
bio? Va bene, ma non benissimo. Sul limone ci sono anche sostanze non autorizzate nell’agricoltura biologica.

6
Vitamina C 8,5
(mg/100g)
1,1

Polifenoli 107,6 pesticidi

(mg/100g) 64,1

Fibra 9,9
Mela
(g/100g) 3,2
La buccia della mela è
più ricca della polpa (ma
Buccia Polpa
abbiamo trovato anche
6 pesticidi, di cui uno

8
nella polpa): la batte in
Arancia tutto, sia per il contenuto
di vitamina C sia per la
pesticidi La buccia è più ricca (rispetto agli spicchi) sia di vitamina C sia di fibraa sia per i polifenoli.
polifenoli. Il contenuto di fibra nella buccia è più del triplo rispetto NEL BIO: La buccia bio
a quello degli spicchi. Sulla buccia dell’arancia ci sono però otto spicca per la quantità di
pesticidi (di cui due anche sulla polpa): uno con valori sopra ai vitamina C e di polifenoli.
limiti di legge. NEL BIO: Ci sono tracce di piperonil butossido. Qui abbiamo trovato il
piperonil butossido (vedi
scheda sul finocchio) e
Vitamina C 110,1 tracce di spinosad, un
(mg/100g) insetticida usato nel bio.
36,3

Polifenoli 424,9
(mg/100g) 94,6

Fibra 14,3
PESTICIDI: Su14
(g/100g) 4,6 principi attivi, 6
sono autorizzati in
Buccia Spicchi Europa, ma non in
Italia (abbiamo una
normativa più stringente
Limone in materia di pesticidi).
I valori sono ben sotto

14
La ricchezza del limone è nella buccia: contiene vitamina C, ai limiti della normativa:
polifenoli e flavonoidi, ma purtroppo anche pesticidi: ne abbiamo solo per un residuo,
trovati 14, di cui tre nella polpa. NEL BIO: Dal punto di vista l’Imazalil, la quantità
nutrizionale anche nel bio la buccia è la più ricca. Ma anche qui pesticidi si avvicina al limite
abbiamo trovato due pesticidi, entrambi autorizzati per l’agricoltura di legge.
convenzionale, ma non per la biologica.

Vitamina C 77,3
(mg/100g)
31,6

Polifenoli 298
(mg/100g) 71

Flavonoidi 175
(mg/100g) 43,8

Fibra 13,3
(g/100g) 2,8

Buccia Polpa

24 InSalute 145
>
quello che deperisce prima: in poche
parole, gestire bene le scorte. E - in
secondo luogo - utilizzare tutto, anche le
parti che consideriamo meno “nobili” di
frutta e verdura. Non servono tecniche
o strumenti particolari, né tantomeno
occorre tempo in più. Anzi in alcuni casi
questo modo di cucinare fa risparmiare
tempo: se smettiamo di sbucciare e
impariamo a usare il prodotto al 100%, in
realtà il tempo lo risparmiamo». Creare
piatti con gambi, bucce, torsoli insomma
non è roba da chef. E fa anche bene al
portafogli. «L’utilizzo degli scarti offre
il beneficio di raddoppiare la resa dei
prodotti che compriamo» continua Lisa.
«A fronte di una spesa di 10 euro è come
se comprassimo per 20 euro».
Usa tutto: dalle foglie ai gambi
Tra i pro a favore del consumo degli
“scarti dei vegetali” ci sarebbe un altro
vantaggio: quello nutrizionale.
Per capire se davvero bucce, gambi,
foglie sono fonti preziose di benessere, li
abbiamo messi a confronto con le parti
che di solito siamo abituati a mangiare.
Risultato? Le foglie del sedano sono
molto più ricche di polifenoli rispetto
al gambo (77 mg/100 g contro 9,7); la
buccia di mela lo è rispetto alla polpa
(107,6 mg/100 g contro 64,1); le foglie
verdi del porro hanno più vitamina C
rispetto al bulbo (7,6 contro 3,6 mg/100
g). «A me piace usare le foglie del sedano
al posto dei gambi - racconta Lisa Casali -
classicamente per dare profumo ai brodi,
ma anche frullarle in un centrifugato che
faccio spesso: le unisco alla scorza del
limone spremuto, aggiungo un cucchiaio
di zucchero di canna; frullo, filtro e
unisco un po’ di ghiaccio. Il risultato è
una bevanda fresca e dissetante». Molto
spesso, dunque, proprio la parte meno
nobile è la più ricca dal punto di vista
nutrizionale: oltre a sedano, mela e porro,
è anche il caso della zucca, del limone e
dell’arancia. Nella polpa della zucca c’è il
27% in meno di vitamina C rispetto alla
buccia (9,7 invece di 13,2 mg/100 g ) e la
quantità di fibra è meno della metà (3 g
invece di 7 g/100 g). Le foglie di cavolfiore
Ricette antispreco
Con il nostro aiuto Lo sai che con le
foglie di carciofo si può fare un’ottima
tisana? E che con il torsolo del cavolfiore
puoi preparare una mousse che lascerà a
bocca aperta i tuoi ospiti? Ne “Il grande
libro delle bucce” è racchiusa una vera
miniera di idee su come utilizzare non
solo la polpa di frutta e ortaggi, ma anche
altre parti, fonti di vitamine, sali minerali e
molto altro.
Ma nel libro di Lisa Casali c’è anche un po’
di Altroconsumo. Tra le ricette e i consigli
in cucina della foodblogger, ci sono anche
i risultati dell’indagine (che avete letto in
queste pagine) sulle differenze nutrizionali
tra la parte meno nobile di frutta e verdura
- gli scarti - e la parte che siamo abituati a
cucinare e consumare quotidianamente.
In più nel libro (così come nelle schede qui
accanto) c’è un confronto tra i vegetali
biologici e quelli “convenzionali”.
Lisa Casali
Scienziata
ambientale, blogger,
scrittrice ed esperta
di lotta allo spreco
e sostenibilità
ambientale.
“Il grande libro delle bucce”
Casa editrice Gribaudo
euro 19,90
In prossima uscita
sono risultate più ricche di fibra rispetto
alle cime (4,5 contro 3,3 g/100 g). Come si
fa a non sprecare tanta grazia? «Le foglie
del cavolfiore, per esempio, possono
essere cucinate con il fiore negli sformati
o nelle vellutate oppure possono essere
cotte sbollentate e poi saltate in padella
come si fa con le bietole o la cicoria», ci
suggerisce la foodblogger.
Anche i ciuffetti del finocchio
contengono tantissimi polifenoli rispetto
al cuore (43,3 contro 17,4 mg/100 g). «Si
possono usare per preparare un pesto
per la pasta: si frullano con pangrattato,
formaggio, aglio, olio, sale e pepe,
qualche pinolo o altra frutta secca. In
pochissimo tempo ecco pronto un pesto
carico di aroma e profumi». Tutte idee
praticabili, tutte idee da provare.
L’ombra dei pesticidi
Riassumendo: utilizzare frutta e verdura
quasi nella loro totalità permette di
risparmiare economicamente sulla
spesa, sul tempo che si passa in cucina
e sull’impatto ambientale. Inoltre c’è un
beneficio dal punto di vista nutrizionale.
Prima di gettarci sugli scarti c’è però
da considerare anche il rovescio della
medaglia: i pesticidi. Nella nostra
indagine siamo andati anche alla
ricerca di queste sostanze, sia su frutta e
verdura convenzionale sia sugli omonimi
biologici. Li abbiamo trovati, purtroppo
anche nei prodotti bio (con numero di
residui e contenuti sempre inferiori ai
prodotti convenzionali). In generale
i valori sono bassi (sia nel bio sia nel
convenzionale), ben al di sotto dei limiti
di legge, ma sarebbe stato meglio non
trovarne affatto. Non c’è da allarmarsi,
ma è giusto che si sappia che il problema
esiste. Il lavaggio, infatti, non è detto sia
sufficiente a eliminare queste sostanze.
Idem per la cottura. La cosa migliore,
dunque, è che siano limitate a monte. Se
siete amanti del limoncello fatto in casa o
se la grattugiatina di scorza di limone non
manca mai nelle vostre ricette, meglio
prendere in considerazione i prodotti bio,
anche se non si può essere certi al 100%,
come dimostrano le nostre analisi.
145 InSalute 25
 I motivi per cui viene
trascurata l’attività fisica

52% 33%
mancanza mancanza
di tempo di motivazione

23% 20%
mancanza costo degli
di interesse impianti sportivi

41%
non pratica sport

Abbiamo intervistato
2.135 persone,
19% 40%
pratica sport pratica sport
dai 20 ai 69 anni, meno di una ogni settimana
residenti in dieci città. volta alla (3 volte per
settimana 60 minuti a volta)

Fare sport
in città
Non solo palestra: l’attività fisica si fa anche all’aperto. Ma servono luoghi adatti. I cittadini di
Milano, Torino, Bologna sono soddisfatti per ciò che offre la città. Meno a Bari, Palermo e Napoli.
di Manuela Cervilli

26 InSalute 145

I La presenza di un parco
campetti per giocare a bocce nel
Parco di Trenno a Milano, l’area
fitness al Parco Mennea di Torino per
fare ginnastica, i vialetti dei giardini
Margherita di Bologna per le camminate
lente, i prati del Parco Perotti di Bari
per stendere il proprio tappetino e fare
yoga. Ovunque si può fare sport. E tutti lo
devono poter fare. Uno stile di vita meno
sedentario e più attivo, infatti, ci può
proteggere, da solo, da molte malattie.
Ecco perché è importante che tutte le
città - grandi o piccole che siano - offrano
ai loro abitanti opportunità concrete per
praticare attività fisica. Che si tratti di
campetti da calcio, piste per pattinare,
circuiti per correre, percorsi vita o attrezzi
sportivi all’aperto, le città dovrebbero
mettere a disposizione spazi adeguati
per far “muovere” tutti. L’ambiente
urbano non va più considerato l’antitesi
all’attività outdoor, anzi andrebbe visto
(e progettato) come una palestra a
cielo aperto. Lo sa bene il comune di
Brescia - un esempio fra i tanti- che da
anni propone l’iniziativa Sport Al Parco:
per alcuni mesi, i cittadini possono
partecipare senza costi a tanti sport, dal
nordic walking al tai chi, dal pilates alla
ginnastica. In tutti i parchi cittadini.
Soddisfatti a Milano, a Napoli no
Il parco è un prezioso alleato dell’attività
fisica: la nostra inchiesta (abbiamo
intervistato 2.135 persone tra Roma,
Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova,
Bologna, Firenze, Bari e Verona) svela
quanto siamo soddisfatti di quello che ci
offre la nostra città. In generale gli aspetti
che non ci piacciono (è soddisfatto solo
uno su cinque) riguardano la presenza
di campi da gioco e di attrezzature per il
fitness (percorsi vita, panche...). Chi abita
a Milano, Bologna, Torino si lamenta un
po’ meno, i più scontenti su questi aspetti
sono i cittadini di Napoli e Verona.
Il parco e la luce motivano
Il parco è meglio della palestra? «Non
esistono dati scientifici che sostengono
che fare sport in un ambiente aperto sia
meglio dal punto di vista dei vantaggi
Quanto
farne?
PER STARE BENE
E IN FORMA
vicino a casa motiva L’OMS consiglia
150 minuti di
le persone a fare attività fisica
moderata
attività fisica più spesso alla settimana
per la salute rispetto a un ambiente
chiuso», ci spiega Elena Casiraghi, che
insegna Metodologia dell’allenamento
e valutazione funzionale dell’atleta
all’Università degli Studi di Pavia.
«Di sicuro però la luce naturale e
l’ambiente esterno contribuiscono a una
stimolazione sensoriale positiva e alla
motivazione», spiega. Secondo la nostra
inchiesta in effetti la presenza di un parco
vicino a casa è un fattore di motivazione
per praticare attività fisica più spesso:
nella stagione calda il 57% degli
intervistati che ha un parco vicino a casa
fa sport ogni settimana, contro il 45% di
chi non ha spazi verdi in zona. Chi ha
risposto alla nostra indagine ha dai 20 ai
69 anni. L’attività fisica dunque non è solo
per i più giovani: quando è proporzionata
e adeguata (prima di iniziare meglio
consultare il proprio medico) fa bene
a tutti. «I benefici dell’attività fisica
in età avanzata sono tanti - continua
Elena Casiraghi. La cosa importante è
InPratica
fare del movimento una vera e propria
igiene personale, una routine, se non
Come mantenersi in forma. Esercizi
quotidiana, settimanale. Fino a qualche
da fare in casa o all’aperto.
tempo fa l’attività fisica era considerata
una perdita di tempo. Oggi è uno dei La formula giusta per stare bene è
fattori di prevenzione delle malattie». muoversi un po’ ogni giorno. E non
servono palestre né attrezzi particolari:
Muoversi con costanza sulla nostra guida trovi gli esercizi da fare
Il 41% degli intervistati normalmente senza spendere una fortuna.
non pratica sport; il 19% lo fa meno di
una volta alla settimana; solo il 40%
Scopri trucchi e consigli nella guida
lo fa settimanalmente. «A chi vuole
100 esercizi per restare in forma
cominciare, consiglio di individuare
Tua con un contributo di 1,95 €
un momento durante la settimana
più due nel weekend, quando si ha
www.altroconsumo.it/inpratica
più tempo. Bisogna essere costanti e
>
145 InSalute 27
Inchiesta da Milano a Palermo

Muoversi in città
CAMMINARE IN CITTÀ SPORT NEI PARCHI CITTADINI SPORT NEGLI IMPIANTI
SPORTIVI

1 su 10
non cammina mai
1 su 4
(28%) non ha a disposizione
per almeno 10 minuti nella propria zona

64%
di seguito un parco
in cui fare attività fisica

ha usato un impianto sportivo

della propria città
per fare sport nell’ultimo anno

Come valuta fare una camminata

nel suo quartiere?
51%
32% insicuro ha fatto attività
fisica al parco
nell’ultimo anno
30% poco piacevole

22% difficoltoso
Le attività più comuni nei parchi 57%
di chi li
69% camminare frequenta,
va tutte le
settimane

47% correre

23% esercizi da fermo

(stretching, addominali...)

Paghi (e quanto) per fare

attività fisica?

15% 41₧
utilizza strutture è la spesa media
gratuite mensile di chi
Quali sono le criticità più comuni usa impianti
per chi si muove a piedi? sportivi a
pagamento
60% quantità di traffico

52% velocità delle auto

Con quale criterio sceglie
un parco per fare sport?
44% cattivo stato dei marciapiedi
68% vicinanza a casa

22% per le sue caratteristiche

28 InSalute 145

CITTÀ E SPORT:
SEI SODDISFATTO?
Quali sono le città
che offrono le migliori
condizioni per fare attività
fisica? I nostri voti si basano
su un indice, da 0 a 100, che
considera il giudizio dei cittadini
su vari aspetti: contesto
urbano, parchi/spazi all’aperto,
impianti sportivi e iniziative
in città. Milano è in cima alle
preferenze delle 10 città.
76 Milano
75 Torino
74 Bologna
70 Firenze
68 Verona
63 Roma
58 Genova
56 Bari
46 Palermo
40 Napoli
>
concreti. Inutile prefissarsi di fare sport
ogni giorno se non è compatibile con la
nostra vita». Ma non solo. Va combattuto,
in generale, lo stile di vita sedentario.
«Oltre ai momenti di attività fisica vera
e propria - continua Casiraghi - bisogna
muoversi con costanza durante tutta la
giornata, evitando di stare seduti troppo
tempo. Meglio alzarsi dalla sedia con
regolarità o fare una camminata a casa
o in ufficio (bastano tre minuti ogni
mezz’ora), invece che stare seduti otto
ore di seguito e poi alla sera camminare
per recuperare i famosi 10mila passi al
giorno. Questi piccoli esercizi hanno un
impatto estremamente positivo sulla
salute, in particolare sulla pressione
sanguigna. Quando si può, per esempio,
si dovrebbero usare le scale, soprattutto
in discesa: è un’attività che sviluppa la
struttura muscolare, che dopo i 40 anni
inizia a diminuire, e soprattutto non
affatica a livello cardio-respiratorio».
Ben visibili e idratati
Secondo la nostra inchiesta, le attività
intraprese dai cittadini nei parchi della
città sono la corsa (47%), la camminata
(69%), esercizi da fermi (flessioni,
stretching, yoga, 23%). Spostarsi a piedi
è un ottimo modo per fare movimento,
ma non tutte le città sono uguali.
Camminare nelle strade del proprio
quartiere è piacevole a Firenze, Milano,
Bologna e Torino (lo dice circa la metà
degli intervistati); in fondo alla classifica
c’è Napoli, seguita da Palermo e Roma.
«Per correre o camminare in modo sicuro
meglio scegliere percorsi illuminati e
rendersi visibili con vestiti adeguati»,
consiglia Elena Casiraghi. E per quanto
riguarda l’alimentazione? «Se si esce
per una camminata di 20/30 minuti
la mattina, si può affrontare anche a
digiuno perché l’energia che si ha in
corpo, è sì bassa, ma è sufficiente. Se
invece ci si ritaglia un altro momento
nella giornata, è bene fare prima uno
spuntino. La cosa più importante è fare
attività fisica sempre idratati. Che non
significa bere una bottiglia d’acqua dieci
minuti prima di iniziare, ma bere con
costanza durante la giornata. Per capire
se siamo idratati basta fare attenzione a
non avere mai le labbra secche».
Iniziare per non fermarsi
La mancanza di tempo frena dal fare
attività fisica più di metà degli intervistati
(52% ); per il 20% invece è una questione
economica. A questi ostacoli però c’è
rimedio. Alla prima con una buona
pianificazione settimanale: «Bastano
20/30 minuti. Non serve mettere in
agenda un’ora», dice Elena Casiraghi.
Per non incidere sul budget si può
approfittare dei parchi e di ciò che la
città mette a disposizione. E a chi non
ha la giusta motivazione? L’esperta non
ha dubbi «Basta iniziare. Fin da subito
si avvertirà una cascata ormonale: sarà
l’incentivo naturale a continuare. Si inizia
e non si smette: provate».
Oltre alla corsa
Nordic walking Si tratta di una
camminata in cui le braccia spingono in
modo opposto e alternato rispetto ai piedi
con l’aiuto di appositi bastoncini. Si tratta
di uno sport adatto a tutte le età; servono
solo bastoncini e scarpe adeguate.
Percorsi vita Sono costituiti da una serie
di attrezzi (di solito in legno e con cartelli
che spiegano come usarli e quante volte
ripetere l’esercizio) disseminati per i
parchi: spalliere, assi di equilibrio, panche
per addominali. Gli attrezzi possono
essere usati anche a conclusione di un
allenamento aerobico (camminata o
corsa). Servono solo scarpe da ginnastica
e abbigliamento tipo tuta.
Yoga Nata in Oriente come pratica
meditativa, viene utilizzata nei paesi
occidentali per raggiungere uno stato di
benessere. Si tratta di un mix di esercizi
fisici e di meditazione. Adatto a tutte le
età: bastano un tappetino e abbigliamento
comodo. Molti i corsi all’aria aperta.
145 InSalute 29
 Diabete Tipo 2:
si può tornare indietro
Modificare lo stile di vita, sotto controllo medico, può portare in molti casi alla remissione
della malattia per lunghi periodi. Due fari: alimentarsi in modo corretto e fare movimento.
di Marta Buonadonna

I
l diabete nel mondo causa ogni anno
un milione e 600mila morti, mentre
solo in Italia a soffrirne sono più di
tre milioni di persone, pari al 5,3% della
popolazione. Ma c’è una buona, quanto
poco conosciuta notizia: dal diabete si
può guarire. Sì, avete capito bene. Non
stiamo parlando solo di prevenzione:
seguendo le indicazioni per un corretto
stile di vita, sempre aiutati dal proprio
medico curante, dal diabete di tipo
due si può tornare indietro. Per capire
perché, serve capire da dove proviene
questa malattia. Il diabete è dovuto ad
alterazioni nella capacità del nostro
organismo di gestire il glucosio, che come
risultato danno un livello di zucchero
troppo elevato nel sangue (iperglicemia)
e talvolta anche nelle urine (glicosuria).
Ne esistono diversi tipi (vedi riquadro
alla pagina a lato) causati da una
complessa interazione di fattori genetici
e ambientali. Il diabete di tipo due, di cui
ci occupiamo qui, è molto legato allo stile

30 InSalute 145

di vita e correlato all’età. In Italia il 70%
della popolazione affetta da diabete ha
più di 65 anni, il 40% è ultra 75enne.
Il rischio di sviluppare il diabete di tipo
due è determinato dall’intreccio di vari
fattori: genetici, metabolici e ambientali,
intesi in questo caso come stile di vita.
Proprio su questi ultimi si può agire.
I fattori di rischio
Sull’insorgenza della malattia possono
incidere molti fattori. Su alcuni, come
l’etnia, l’età avanzata o la storia familiare,
c’è poco da fare. È naturalmente più a
rischio chi ha casi di diabete in famiglia:
genitori, fratelli o sorelle o figli. Così
come aumenta il rischio per chi non è
stato allattati al seno. Ma su molti fattori
di rischio si può agire: sovrappeso e
obesità, dieta scorretta, inattività fisica e
fumo. Si stima che sovrappeso e obesità,
insieme alla sedentarietà, causino gran
parte del carico globale del diabete. Per
quello che riguarda l’alimentazione,
sul banco degli imputati troviamo in
generale l’eccesso di calorie (ovvero
di alimenti come dolci, condimenti,
formaggi...) e poi il consumo eccessivo
di carne rossa e salumi, un apporto
inadeguato di fibre alimentari e un
modello alimentare ad alto indice
glicemico, ovvero ricco di alimenti
che alzano velocemente la glicemia
(tipicamente, i carboidrati semplici, come
lo zucchero dei dolci e delle bibite). Prove
recenti suggeriscono un’associazione tra
elevato consumo di bevande zuccherate
e aumento del rischio di diabete di tipo
due. Anche il fumo, uno dei peggiori
nemici della nostra salute, aumenta il
rischio di diabete e ne aggrava molto le
conseguenze.
Il fattore più importante è il peso
eccessivo: rispetto a chi è in peso
normale, i grandi obesi sono decine di
volte più colpiti dal diabete. Accumuli di
grasso viscerale (la cosiddetta “pancia”
o “pancetta”), che sono più frequenti
tra i maschi e nelle donne dopo la
menopausa, sono risultati molto più
pericolosi di quelli su fianchi e cosce (più
frequenti nelle donne a tutte le età).
Il fumo aumenta il rischio
e aggrava le conseguenze
Tipo 1 e Tipo 2
Il diabete di tipo 1 (DM1) costituisce
circa il 10% di tutti i casi di diabete e
si presenta più spesso in bambini e
adolescenti. Nella giusta quantità, il
glucosio è indispensabile al nostro
organismo per il corretto funzionamento
degli organi più importanti. Con questa
malattia il glucosio nel sangue è elevato
perché le cellule beta del pancreas,
che producono insulina, l’ormone che
serve per assorbire il glucosio, vengono
distrutte per cause ancora non del tutto
chiare. Possono essere in varia misura
genetiche, immunitarie, ambientali e
infettive. La terapia viene iniziata di solito
direttamente con insulina (è detto anche
diabete insulino-dipendente) e purtroppo
le possibilità di prevenzione sembrano più
limitate rispetto al diabete di tipo 2.
Il diabete di tipo 2 (DM2) è la forma di
gran lunga più comune e la cui diffusione
aumenta con l’età, anche se oggi è in
crescita nei giovani, che sono diventati
più sedentari e in sovrappeso rispetto
al passato. Nelle persone affette,
l’organismo non produce sufficienti
quantità di insulina oppure l’insulina
in circolo non riesce a svolgere la sua
normale azione di abbassamento della
glicemia. Il DM2 può essere controllato
con farmaci orali e modifiche dello stile
di vita, che dovrebbero essere la prima
terapia. Se non si riesce a tenere sotto
controllo il tasso glicemico modificando
lo stile di vita si passa ai farmaci
ipoglicemizzanti orali. Se neanche questi
funzionano, si ricorre all’insulina.
Occhio al
colesterolo
QUELLO HDL
VA ALZATO
Il colesterolo
buono può essere
tenuto alto, anche
grazie all’esercizio
fisico.
Sintomi a volte subdoli
Non sempre è facile individuare
tempestivamente la presenza di questa
malattia. In alcuni casi il diabete di
tipo due può essere privo di sintomi,
il che non vuol dire che non faccia
danni. In altri i sintomi possono essere
così generici da rendere difficile
capire che dietro si nasconda proprio
il diabete. Quando ci sono, i sintomi
possono essere: frequente stimolo a
urinare, aumento della sete, aumento
dell’appetito e altri meno specifici e
sfumati. Di solito il sospetto nasce da
una glicemia alta trovata casualmente
durante esami del sangue di routine, che
deve essere poi confermata con ulteriori
esami del sangue, riscontrando in due
occasioni valori di glicemia a digiuno
superiori a 126 mg/dl o un valore di
emoglobina glicata elevato.
I danni all’organismo
Le conseguenze del diabete sulla salute
sono dovute al fatto che alti tassi di
zucchero nel sangue (iperglicemia
cronica), alla lunga danneggiano gli
organi. A soffrirne sono soprattutto i
piccoli vasi (vene e arterie) e i nervi
periferici di molti organi e apparati.
Di conseguenza, non solo il diabete
è una delle principali cause di cecità
(retinopatia diabetica), ma può inoltre
causare insufficienza renale, infarti
(anche il rischio di aterosclerosi
aumenta), ictus. Se il diabete non è
controllato, c’è poi la possibile comparsa
del “piede diabetico”: piedi e gambe
perdono la sensibilità, la circolazione è
difficoltosa, si formano gravi lesioni che
faticano a guarire e possono degenerare
in cancrena. Nei casi peggiori si può
dover arrivare all’amputazione degli >
145 InSalute 31
 >
arti inferiori. La sofferenza dei piccoli
La tavola anti-diabete vasi, che nutrono anche la parte
interna delle ossa, potrebbe essere
Cosa includere nella propria dieta e cosa moderare o eliminare: causa di una peggiore qualità dell’osso
ecco alcuni consigli, validi per chi vuole mantenersi in salute. e dell’aumentato rischio di fratture

sì no
vertebrali, dell’anca e anche in altre parti
del corpo (in particolare nelle donne).

Davvero una malattia cronica?

Biscotti, merendine,
Alimenti a base Negli ultimi decenni tutti gli studi
dolciumi che
di cereali integrali hanno dimostrato come il buon
contengono molti
(ricchi di fibra, che controllo della glicemia possa non
zuccheri e grassi
attenua il picco solo ridurre in maniera sostanziale
e sono ricchi di
glicemico) il numero delle complicanze, ma
calorie
anche migliorare la qualità di vita sia
nei pazienti con diabete di tipo uno
Cinque porzioni al sia in quelli con diabete di tipo due.
Bevande zuccherate Oggi siamo di fronte a un importante
giorno di frutta e
e succhi di frutta, cambio di visione rispetto al passato: il
verdura. Anche frutta
troppo ricchi di diabete di tipo due non deve più essere
secca, soprattutto
zuccheri considerato una malattia cronica, che
noci, e semi
non può guarire né avere remissioni
prolungate. Non è detto che il paziente
Quattro porzioni
debba rassegnarsi ad assumere farmaci
di legumi alla Carni rosse e
antidiabetici per tutta la vita. È ormai
settimana: salumi: favoriscono
dimostrato infatti che la diminuzione
contengono fibre l’insulino-resistenza
di peso nei primi anni dalla diagnosi
e proteine
può portare a una remissione anche
lunga, evidenziata dall’abbassamento
dei valori cruciali per la diagnosi
Bevande alcoliche, (emoglobina glicata) permettendo così
Due-tre porzioni di
non solo per l’alcol di ridurre o talvolta eliminare i farmaci
pesce a settimana:
in sé, ma anche per antiabetici. Potenzialmente quindi si
bene sardina,
l’apporto calorico: può arrivare anche alla guarigione,
sgombro, tonno,
nel caso, meglio a patto di mantenere uno stile di vita
salmone
consumarle ai pasti adeguato. Come si spiega? L’ipotesi
più accreditata è che nel diabete di
tipo due il danno maggiore provenga
Olio extra vergine di dall’accumulo di grasso nel fegato e
oliva e olii di semi, Burro e margarina, soprattutto nel pancreas, che impedisce
come l’olio di soia, ricchi di acidi grassi alle cellule a ciò preposte (cellule beta)
ricchi di acidi grassi saturi di produrre sufficiente insulina, l’ormone
insaturi che consente al nostro organismo di
gestire correttamente lo zucchero.
Rimuovendo questo grasso in eccesso
Attività fisica nei primi anni dopo la diagnosi, si
moderata ogni Sedentarietà avrebbe un recupero delle capacità
giorno (camminare, (meno divano, delle cellule beta di produrre insulina, e
giardinaggio, meno tv) quindi un miglioramento della glicemia
bicicletta, nuoto...) anche senza farmaci. Gli studi hanno
dimostrato che mantenere uno stile di
vita adeguato, sotto il costante controllo

32 InSalute 145

Il rischio di diabete di tipo
due aumenta del 20% ogni
due ore in più di tv al giorno
del medico, potrebbe condurre anche a
una remissione della malattia: il livello
dello zucchero nel sangue può tornare
normale senza bisogno di farmaci.
In un recente studio svolto nel Regno
Unito, per esempio, la perdita di peso
ha consentito a oltre un terzo dei
partecipanti di controllare il diabete
senza farmaci per i due anni successivi. È
stato osservato che perdere almeno dieci
chili garantisce la remissione del diabete
in quasi la metà dei casi. Anche studi
italiani, in particolare il progetto DiViNA,
cercano di replicare questi metodi,
adattandoli al contesto delle abitudini
alimentari e del sistema sanitario italiano.
I risultati preliminari sono paragonabili: i
pazienti sono riusciti a perdere in media
5-6 chili in tre mesi - pari a circa il 5% del
proprio peso - e a ridurre la circonferenza
di vita e fianchi. Dopo tre mesi alcuni
pazienti presentavano un valore medio
di emoglobina glicata leggermente
superiore a quello ritenuto normale, ma
non più patologico.Il Progetto DiViNA è
in corso nel territorio dell’Ats di Milano
Città Metropolitana e potrà essere esteso
in caso di successo (per informazioni e
partecipare: ggiudicatti@ats-milano.it).
Alimentazione e movimento
Per prevenire e ritardare l’insorgenza
del diabete di tipo due, e
contemporaneamente prevenire anche
tumori e disturbi cardiovascolari,
servono (e potrebbero bastare): una
dieta sana, un’attività fisica regolare,
non fumare e mantenere un peso
corporeo normale (indice di massa
corporea compreso fra 18,5 e 24,9; si
calcola dividendo il peso in chili per il
quadrato dell’altezza in metri, sul nostro
sito c’è un calcolatore per ottenerlo
rapidamente). Insomma, ciò che serve
per prevenire l’insorgenza del diabete
può anche aiutare a curarlo. Il primo
intervento terapeutico per i pazienti con
diabete di tipo due è infatti rappresentato
dall’adottare un corretto stile di vita, che
si traduce in una corretta alimentazione
affiancata a una efficace attività fisica.
Nella pagina a lato abbiamo riassunto
le scelte giuste a tavola per prevenire il
diabete e agevolare la guarigione. Non
esistono invece sufficienti prove per
raccomandare l’uso di alimenti “dietetici”
per diabetici, se non per un uso saltuario:
sono più comodi, ma solitamente
anche molto più costosi. Manca infine
un consenso unanime circa i regimi
alimentari impostati sull’indice glicemico
(IG) degli alimenti, ovvero la velocità
con la quale fanno salire la glicemia. La
verità è che non sempre la produzione
di insulina va di pari passo con l’indice
glicemico e vi sono alimenti, come latte
e latticini, che pur avendo un basso IG
danno risposte insuliniche simili al pane.
L’altro pilastro dello stile di vita che va
modificato per vedere effetti positivi sulla
malattia è l’attività fisica. Non occorre
diventare atleti, ma è obbligatorio
abbandonare la sedentarietà e muoversi
con costanza tutti i giorni.
Le persone con diabete devono ridurre il
tempo che trascorrono sedute e praticare
regolarmente del movimento tutte le
volte che possono: camminare, andare
in bicicletta, salire sempre le scale a piedi
sono alcuni modi semplici per farlo.
Questione
di peso
DIMAGRIRE HA
UN EFFETTO
Chi perde il15%
del peso può
veder normalizzare
glicemia, HbA1c e
steatosi epatica.
Misurare
la glicemia:
a volte non serve
L’automonitoraggio della glicemia, che
si fa analizzando una goccia di sangue
capillare ottenuta con la puntura del
polpastrello, è il metodo più semplice,
diffuso e utilizzato per tenere sotto
controllo il livello di zuccheri nel sangue
delle persone con diabete. Esistono
appositi apparecchi, pungidito e strisce
reattive di vario tipo, tutti concessi
gratuitamente ai pazienti con esenzione
per diabete mellito, in quantità decise dal
medico curante o dallo specialista e con
modalità variabili fra le diverse Regioni.
Nei pazienti con diabete di tipo 2 che
non sono in terapia insulinica, invece,
l’utilità dell’automonitoraggio domiciliare
continuativo è limitata. In queste persone
infatti, una volta che i livelli desiderati di
glicemia sono stati raggiunti e i risultati
di autocontrollo diventano abbastanza
prevedibili, il monitoraggio non aggiunge
informazioni utili e a volte può generare
inutilmente ansia.
Rimane invece utile in situazioni
particolari, per esempio quando i valori
della glicemia peggiorano (si alza o si
abbassa troppo) o con l’inserimento
in terapia di ulteriori farmaci. Tutte
situazioni nelle quali si rende nuovamente
necessario, magari per brevi periodi, un
controllo puntuale dei valori.
145 InSalute 33
 Dove
donarlo
IN 274
OSPEDALI
Per conoscere i
centri di raccolta
cerca online “Rete
banche del Centro
nazionale sangue”

Cordone ombelicale
Un dono vero, senza pubblicità
Il business delle banche private per la conservazione delle cellule staminali avanza, con tanto
di promozione illecita sui social. Ma la raccolta davvero importante è quella pubblica.
di Stefania Villa

R
egala a tuo figlio “un’assicurazione
biologica (...). La conservazione
delle cellule staminali del suo
cordone ombelicale (...) potrebbe
rivelarsi vitale per la salute di tutta la
famiglia”, “Il suo futuro lo scegli oggi”,
“...un futuro più sicuro per tutta la
famiglia”: sono questi i messaggi con cui
si presentano online le banche private
che conservano a pagamento il sangue
contenuto nel cordone ombelicale dei
neonati. Si tratta di sangue ricco di
cellule staminali importanti per curare
alcune malattie, questo è vero, ma non
nel modo che si lascia intendere: in
realtà, è la donazione alla collettività,
in banche pubbliche - di cui si occupa
gratuitamente il Servizio sanitario - la
scelta più sensata che si basa su prove
scientifiche. E non la conservazione per
sé, come fanno intendere questi istituti
privati. La legge ne vieta persino la
pubblicità che, invece, viene fatta eccome
(vedi le immagini a pagina 35).

Perché è la donazione che conta

Le cellule staminali, di cui è ricco il
sangue presente nel cordone ombelicale
(ma non solo), sono preziosissime:
possono auto-rinnovarsi, cioè riprodursi
e differenziarsi nelle differenti cellule
che compongono il sangue (globuli
rossi, piastrine...). In caso di malattie
del sangue, con chemio e radioterapia si
vanno innanzitutto a eliminare le cellule

34 InSalute 145
malate dal midollo osseo, l’organo che
produce le cellule del sangue; dopodiché
si utilizza il trapianto di cellule staminali
per colmare il vuoto lasciato da questi
trattamenti, ripopolando il midollo con
cellule nuove e sane. Secondo il ministero
della Salute il trapianto di cellule
cordonali, in particolare, si è dimostrato
utile per la cura di circa 80 malattie:
alcune tipologie di leucemie, linfomi e
mielomi, di difetti del midollo osseo, di
disturbi del sistema immunitario e del
metabolismo. Ma perché il trapianto sia
utile a curare queste malattie, le cellule
staminali devono arrivare dal cordone
di altri bambini. Il motivo sta nella
natura genetica di gran parte di queste
malattie: trapiantare le cellule del proprio
cordone ombelicale infatti, se da un
lato azzera il rischio di rigetto, dall’altro
rischia di essere inutile, perché le cellule
hanno una significativa probabilità di
contenere gli stessi difetti genetici che
hanno generato la malattia. Quelle di
estranei invece non li conterranno. Non
solo: il sangue cordonale di un estraneo
creerà cellule immunitarie in grado di
riconoscere come estranee e attaccare
le cellule malate residue nell’organismo
in cui vengono trapiantate, cosa che
invece le nostre cellule non farebbero.
Ecco perché la scienza sostiene l’uso
delle cellule di altre persone. Visto che
spesso non c’è compatibilità in famiglia,
nella maggioranza dei casi si fa ricorso
a donatori compatibili, che si possono
cercare tra tutte le 160 banche pubbliche
del mondo, tra loro collegate. Per
questo è importante la donazione: più
campioni vengono donati e maggiore
sarà la possibilità di trovare donatori
compatibili; probabilità che è comunque
alta, del 75% circa per persone di etnia
ovest-europea (al contrario di ciò
che fanno credere le banche private).
In Italia è prevista principalmente LA PUBBLICITÀ È VIETATA “IN OGNI FORMA”, MA C’È
questa donazione alla collettività, più Sorgente utilizza volti noti su Instagram: coppie delle trasmissioni
frequentemente necessaria. Si effettua tv “Temptation Island” o “Uomini e donne” si ritraggono con il
però anche la conservazione per uso loro kit per la raccolta delle staminali. L’intento pubblicitario è
dedicato, cioè per il nascituro stesso o un chiaro nel tono dei post o negli hashtag che utilizzano, come #adv
familiare, quando questi ultimi hanno o #advertising (pubblicità). Nell’ultimo post, gli stand di Futura
alcune specifiche malattie, per cui questo > Stem Cells a Bimbi in Fiera, evento per le donne in attesa.

145 InSalute 35
 >
tipo di trapianto ha senso. Dunque

Il valore della donazione - nel caso in cui dovessero servire le

staminali proprie, per ragioni valide - è
il Servizio sanitario stesso che interviene
Banche pubbliche e private nel mondo e gratuitamente. Perché, allora, scegliere
I campioni donati e conservati nelle banche pubbliche sono molti meno, una banca privata?
ma negli anni hanno permesso un maggior numero di trapianti: 30mila,
contro i mille delle banche private. Gli affari delle banche private
Non essendoci prove a supporto della
conservazione a uso personale delle
staminali, la legge vieta la presenza sul
territorio italiano delle banche private;
d’altro canto, è però concesso raccogliere
il sangue cordonale nell’ospedale
pubblico o privato in cui si partorisce,
spedirlo e conservarlo in una di queste
bio-banche che, infatti, hanno tutte sede
all’estero. La raccolta avviene attraverso
un vero e proprio kit inviato dagli istituti
stessi, da rispedire poi tramite corriere.
Le banche processeranno le cellule per
poi congelarle per il numero di anni per
800 mila 4 milioni cui si paga: 20, 30, anche 50 anni, a un
unità di sangue unità di sangue
cordonale presso cordonale presso prezzo che può arrivare fino ai 4-5mila
banche pubbliche banche private euro. Il trend è piuttosto consistente:
1.000 quattro milioni di campioni sono
trapianti
conservati presso le 215 banche private
30 mila presenti nel mondo, contro i soli 800mila
trapianti delle 160 banche pubbliche.
A fare la sua parte probabilmente è anche
la pubblicità, vietata in “ogni forma”
dice un decreto del 2009, ma che invece
Italia: donare di più
c’è: lo abbiamo segnalato alle autorità.
La percentuale di persone che decide di donare le staminali del cordone
Sorgente, per esempio, dopo essere già
ombelicale conservandole in banche pubbliche è molto bassa.
stata bacchettata dall’Antitrust per la
Ma i benefici sono importanti: 1.700 le persone curate.
pubblicità che faceva negli ospedali,
si è rifatta sui social usando il volto di
personaggi noti. Alcune banche private
partecipano a fiere tematiche con i loro
stand, come Futura Stem Cells (vedi le
immagini a pagina 35). Svariati sono
anche i corsi per le future mamme che
queste società sponsorizzano.
36.370 Chiariamo un punto, che è anche
sacche conservate in nello spirito della legge: decidere dove
18 biobanche pubbliche
conservare il sangue cordonale è una
libera scelta, che spetta solo alla famiglia.
3,8% Ma la cosa importante è che questa
1.700 i parti con donazione delle scelta sia fatta con consapevolezza,
sono servite a curare cellule cordonali nel 2018 sulla base delle prove e non degli slogan
altri pazienti (10.661persone)
che lasciano intendere che le cellule
del proprio cordone possano salvare

36 InSalute 145
dalle più disparate malattie, dall’artrite
reumatoide all’Alzheimer. Le evidenze
scientifiche, in realtà, dicono ben altro.

Tanti dubbi
I numeri a pagina 36 ci dicono che, nella
maggioranza dei casi, i trapianti vengono
effettuati grazie ai donatori e non con i
campioni propri. Sono tanti, in effetti, i
dubbi sull’utilizzabilità di quanto viene
conservato nelle banche private. Oltre
alla fondamentale assenza di prove a
supporto dell’uso delle proprie cellule,
ad aumentare le incertezze ci sono anche
gli standard seguiti da queste banche:
secondo il parere del Collegio dei
ginecologi e ostetrici americani (Acog),
per esempio, le banche private, non Gravidanza e parto
essendo soggette agli stessi meccanismi
regolatori delle banche pubbliche,
potrebbero produrre campioni di Pratiche a rischio
sangue cordonale che non soddisfano gli
standard previsti e, quindi, potrebbero di inappropriatezza
rivelarsi non adatti al trapianto. Ciò che
sappiamo per certo è che nel pubblico - Non solo la raccolta in banche private Sul tema
dove la raccolta viene fatta da personale gravidanza e parto ci sono anche altre pratiche cui si fa
specializzato - si conservano solo sacche ricorso, ma che in realtà rischiano di essere inappropriate.
potenzialmente valide (con staminali in Ne abbiamo parlato in una delle schede sul nostro sito
numero sufficiente, vitali, integre, senza (altroconsumo.it/esami-inutili), realizzate nell’ambito di
infezioni e contaminazioni). Le banche “Fare di più non significa fare meglio”, il progetto a cui
private lo omettono, quando screditano partecipiamo insieme a Slow Medicine, associazione di
le pubbliche, ma è proprio per questi medici e operatori sanitari. Il progetto identifica le pratiche
stringenti controlli che gran parte dei mediche a maggior rischio di non essere appropriate.
campioni donati alla fine non possono
essere conservati (se viene scartata, la Digiuno in travaglio Tradizionalmente durante il travaglio
sacca viene poi utilizzata per la ricerca). di parto alle donne non è consentito assumere liquidi né
Ancora: alcune banche private vantano alimenti. In donne a basso rischio di complicazioni non ci
di conservare il sangue cordonale per sono prove sufficienti per dare raccomandazioni rispetto
50 anni, ma non ci sono prove che le alla nutrizione. In questi casi, se la donna lo richiede ed è
cellule staminali possano mantenersi in grado di assumerli, può prendere liquidi, come acqua,
integre per così tanto tempo. E poi ci succo di mela, energy drink, tè, caffè, o alimenti leggeri,
sono le questioni legali: che garanzia c’è come ghiaccioli, marmellate, gelatine o gelato alla frutta.
in caso di fallimento? Recentemente è
capitato a Cryo Save, banca svizzera dove Cesareo dopo un cesareo precedente Benché vissuta
circa 15mila italiani avevano pagato per come una sorta di regola, non ha basi scientifiche la scelta
conservare i cordoni del loro bambino: di intervenire automaticamente con un parto cesareo se
sono stati avvisati con una mail del la donna ha avuto un parto cesareo precedente. In realtà
trasferimento delle sacche in Polonia, per bisogna valutare caso per caso, tenendo presente che il
poi apprendere dai giornali del fallimento taglio cesareo è un intervento più invasivo che presenta
e infine sapere che le cellule dei loro figli numerosi svantaggi rispetto al parto vaginale.
erano state prese in carico da una nuova
società polacca.

145 InSalute 37
 lettere A cura di Natalia Milazzo
Dove buttare il tubo
delle patatine?
«Dove si buttano le confezioni rivestite all’interno
di carta metallica, tipo quelle delle Pringles, per
intenderci?» ci domanda la socia S.B. di Milano
In effetti le confezioni tipo vanno raccolte con la carta
Pringles non sono molto facili perché la composizione è tale
da smaltire. L’unica parte da permetterne il riciclo.
che si può avviare al riciclo Quindi, per il tubo in
è il tappo di plastica. Tutto il questione: tappo nella plastica
resto del tubo è difficile da e tubo nell’indifferenziata.
riciclare perché realizzato Si tratta di un imballaggio
in materiale poliaccoppiato, non molto sostenibile: non
cioè materiali diversi incollati ci sono indicazioni, ci sono
insieme, e il produttore non tanti materiali, la parte sotto
specifica quale sia quello in metallo è rigida e il tubo
preponderante con cui non si riesce a smontare né
possa essere raccolto, come schiacciare agevolmente.
fanno per esempio alcune Oltre ad aumentare
confezioni di biscotti. Queste, la quantità di rifiuti
pur essendo fatte di carta, indifferenziati, occupa anche
plastica e alluminio mescolati molto spazio nei bidoni.
insieme, specificano che Un passo avanti sarebbe
fare il tappo sotto uguale a
quello sopra, così i due tappi
si potrebbero gettare nella
plastica e il tubo si potrebbe
schiacciare e occuperebbe
meno spazio. Per tutti i
dubbi su come smaltire i
rifiuti in modo rispettoso
per l’ambiente ricordiamo
la Guida Pratica “Dove lo
butto?” (www.altroconsumo.
it/inpratica).
38 InSalute 145
Acqua idrogenata
«Mi ha colpito la
pubblicità di un
dispositivo per ottenere
acqua “all’idrogeno
nascente” che, a
loro dire, genera
“eccezionali benefici”
a 360° sul nostro
organismo... è un
argomento che forse
avete già trattato? Che
ne pensate?»
Abbiamo visitato il sito dove sono venduti gli apparecchi
di cui parla il nostro socio G.G. I tre prodotti venduti
dall’azienda sono: una sorta di borraccia da portare con
sé (179,90 euro); una macchina da tenere a casa per
produrre “acqua all’idrogeno nascente” (1.199,90 euro);
un dispenser di quest’acqua per uffici e palestre. Si tratta
quindi di prodotti decisamente costosi. Secondo l’azienda,
servirebbero a produrre acqua all’idrogeno nascente,
ovvero “un’acqua naturalmente arricchita di idrogeno”
che avrebbe “una potente azione antiossidante”, con
effetto antietà, detossificante e di miglioramento delle
prestazioni sportive. Per rispondere alla domanda del
socio, non avevamo mai sentito parlare né di acqua di
questo tipo né dei suoi possibili effetti sulla salute. Tuttavia,
possiamo notare che gli effetti vantati sono assimilabili
a claim salutistici, ovvero affermazioni promozionali
che riguardano la salute, come definiti dal Regolamento
europeo 1924/2006. Claim di questo tipo, per poter essere
utilizzati, devono essere autorizzati dalla Commissione
europea, ed essere inseriti nell’elenco di quelli ammessi,
riportato nel Regolamento 432/2012 e successive
modifiche. Ebbene, nell’elenco della Commissione
europea non c’è alcun claim che faccia riferimento
all’idrogeno e al suo potere antiossidante né tanto meno
ai benefici dell’acqua arricchita di idrogeno. Ci sono
solo due claim autorizzati per l’acqua e sono: “L’acqua
contribuisce al mantenimento della normale regolazione
della temperatura corporea”; “L’acqua contribuisce al
mantenimento di funzioni cognitive e fisiche normali”.
Ci chiediamo quindi su che basi vengano fatte queste
dichiarazioni sui presunti effetti benefici dell’acqua
all’idrogeno nascente: sicuramente non su basi scientifiche
riconosciute né ammesse dalla Commissione. Abbiamo
segnalato il prodotto all’Autorità Garante perché verifichi.
 Scegliere
il pediatra
Medico fuori
dal comune
«Ho un problema con il pediatra
di mio figlio. Vorrei poter scegliere
la sua vecchia pediatra, che si è
spostata in un’altra Asl a 16 km dal
nostro comune di residenza».
Il nostro socio M.F. vorrebbe scegliere
per suo figlio un pediatra che non risiede
più nel suo stesso comune. Questo è
possibile, anche se non abituale. In
genere queste deroghe sono ammesse
per motivi particolari, come vicinanza
all’ufficio, mancanza di pediatri nella
propria Asl e simili.
Il pediatra di libera scelta è una figura
fondamentale nel nostro Servizio
sanitario: è il medico di fiducia
impegnato nella prevenzione, cura e
riabilitazione dei bambini e dei ragazzi di
età compresa tra 0 e 14 anni; i bambini da
0 a 6 anni sono obbligatoriamente iscritti
a un pediatra di fiducia, mentre da 6 a 14
anni possono indifferentemente essere
iscritti a un pediatra o a un medico di
famiglia. Si può scegliere di continuare
ad avere il pediatra fino a 14 anni oppure
passare con il medico di famiglia dei
genitori dai 6 anni.
Nel caso sollevato dal socio, per prima
cosa gli consigliamo di chiedere alla
pediatra precedente se ha posti liberi ed
è disponibile ad accettare un paziente
fuori dal suo distretto. In caso affermativo
(il medico dovrebbe compilare una
sorta di modulo di assenso) bisogna
quindi andare alla Asl di appartenenza
del nuovo pediatra e fare lì il cambio.
Lo sportello della Asl a cui rivolgersi è
“Scelta e revoca del medico”.
Esami Dove ci trovi
per chi dona Online su
«Sono una donatrice Avis, so che altroconsumo.it/contattaci
ci sono alcuni esami a cui si può
accedere con il codice esenzione Per chi preferisce chiamare,
ma non sono riuscita ad avere
informazioni su quali siano».
ecco i numeri delle
consulenze (dal lunedì
al venerdì h. 9/13 - 14/18)
L’elenco delle prestazioni concesse in
GIURIDICA
esenzione a chi dona il sangue non
02 69 61 550
è definito e può cambiare a seconda
della struttura a cui ci si rivolge per la
FISCALE
donazione. Consigliamo quindi alla 02 69 61 570 (h. 14/18)
nostra socia G.F. di rivolgersi al centro
presso cui effettua la donazione (Avis o ECONOMICA
un altro) per informazioni precise. La 02 69 61 580 (h. 9/13)
decisione su quali esami sia opportuno
prescrivere a chi dona spetta al medico “MIGLIOR ACQUISTO”
del centro o ai medici individuati ad hoc, 02 69 61 560
a seconda dell’organizzazione territoriale.
In ogni caso, quando si decide di TARIFFE RC AUTO E MOTO
diventare donatori, si è sottoposti a 02 69 61 567
una batteria di esami del sangue che
riguarda un numero elevato di parametri. TARIFFE TELEFONICHE
In seguito, per tutto il periodo in cui 02 69 61 590
si effettuano donazioni, ogni anno
sono effettuati esami del sangue che
includono: glicemia, creatininemia,
alanin-amino-transferasi, colesterolemia
totale e HDL, trigliceridemia, protidemia
totale, ferritinemia. Seguici anche sui social
FACEBOOK
facebook.it/altroconsumo
TWITTER
twitter.com/altroconsumo
YOUTUBE
youtube.it/altroconsumo
INSTAGRAM
instagram.it/altroconsumo
145 InSalute 39
“Come faccio a risparmiare
sulla bolletta di luce e gas?
Io lo chiedo ad Altroconsumo.

È il bello di essere socio.”

“Sono un consumatore consapevole e mi piace scegliere con la mia testa. Aderisco ai gruppi
d’acquisto di Altroconsumo perché effettivamente fanno risparmiare un sacco di soldi. Da anni
partecipo ad Abbassa la bolletta, lo storico gruppo d’acquisto organizzato da Altroconsumo per
snellire le bollette di luce e gas. Ho rinnovato la mia partecipazione anche quest’anno e visto che
sono socio, i vantaggi diventano ancora più sostanziosi. Quando arriva il momento di darci un
taglio, sono sicuro che Altroconsumo è dalla mia parte.” Daniele G. - Lodi

Piccole e grandi risposte quotidiane a portata di mano. È questo il nostro impegno nei confronti
dei consumatori che vogliono fare scelte più consapevoli ed efficaci.
In un mondo pieno di domande, Altroconsumo dà risposte.

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