Tempo ordinario
Anno XXIII n. 976
Il cammino dell’uomo
“Dove sei?” . Ogni volta che Dio pone una domanda Ed è proprio in questa situazione che lo coglie
di questo genere non è perché l’uomo gli faccia co- la domanda di Dio: vuole turbare l’uomo, di-
noscere qualcosa che lui ancora ignora: vuole invece struggere il suo congegno di nascondimento,
provocare nell’uomo una reazione suscitabile per fargli vedere dove lo ha condotto una strada
l’appunto solo attraverso una simile domanda, a con- sbagliata, far nascere in lui un ardente deside-
dizione che questa colpisca al cuore l’uomo e che rio di venirne fuori. A questo punto tutto di-
l’uomo da essa si lasci colpire al cuore. pende dal fatto che l’uomo si ponga o no la
Adamo si nasconde per non dover rendere conto, domanda. Indubbiamente, quando questa do-
manda dovesse giungere all’orecchio, a chiun-
per sfuggire alla responsabilità della propria vita. Così que “il cuore tremerà”. Ma il congegno gli per-
si nasconde ogni uomo, perché ogni uomo è Adamo mette ugualmente di restare padrone anche di
e nella situazione di Adamo. Per sfuggire alla respon- questa emozione del cuore. La voce infatti non
sabilità della vita che si è vissuta, l’esistenza viene tra- giunge durante una tempesta che mette in pe-
sformata in un congegno di nascondimento. Proprio ricolo la vita dell’uomo; è “la voce di un silenzio
nascondendosi così e persistendo sempre in questo simile a un soffio” (1Re 19,12) ed è facile soffo-
nascondimento “davanti al volto di Dio”, l’uomo scivola carla. Finchè questo avviene la vita dell’uomo
sempre, e sempre più profondamente, nella falsità. Si non può diventare cammino. Per quanto ampio
crea in tal modo una nuova situazione che, di giorno sia il successo e il godimento di un uomo, per
in giorno e di nascondimento in nascondimento, di- quanto vasto sia il suo potere e colossale la sua
venta sempre più problematica. E’ una situazione opera, la sua vita resta priva di un cammino,
caratterizzabile con estrema precisione: l’uomo non finchè egli non affronta la voce. Adamo af-
può sfuggire all’occhio di Dio ma, cercando di na- fronta la voce, riconosce di essere in trappola
scondersi a lui, si nasconde a se stesso. Anche dentro e confessa: “Mi sono nascosto”. Qui inizia il cam-
di se conserva certo qualcosa che lo cerca, ma a que- mino dell’uomo. (M. Buber, Il cammino
sto qualcosa rende sempre più difficile il trovarlo. dell’uomo.)
Se guardiamo il cie- Quando voglio portare la fede tutto ciò che proponeva. Quando
lo, opera delle tue agli altri mi domando come fac- ci si mette nei panni di un adulto
dita, Padre, chi sia-
mo noi perché tu te cio a credere io. In realtà mi sono che vuole avvicinarsi alla fede, la
ne prenda cura? Ep- trovato nella fede avuta in regalo prima volta, si sentono le enormi
pure tutto è per noi, dalla mia famiglia e dalla chiesa. difficoltà che deve superare. Ogni
e noi siamo tuoi.
Tanto da avere le Non ho mai risolto le difficoltà persona ha il suo baratro da vali-
stesse ali del tuo Fi- dei dogmi perché erano sviluppa- care e per tutti è necessario un
glio, la sua stessa ti in me come una pianticella in miracolo. Non ci sono mai ragio-
vita di unione con
te e di amore. Ma il bottiglia. Ecco perché non ho il ni sufficienti per credere come
male ci insidia, e mezzo adatto ad intuire le diffi- non c’è un metodo per condurre
combatterlo chiede coltà dei lontani e di quelli che si alla fede. Non fanno peccato
una sofferenza
grande: fa’ che noti avvicinavano alla fede da adulti. quelli che non hanno mai creduto
smettiamo di volare Gli stessi nostri fedeli erano ar- come non hanno alcun merito
più in alto di ogni denti nella fede, non perché svi- quelli che hanno sempre creduto.
dolore.
scerassero i dogmi, ma perché
(Trattenimenti con Dio, Don Giovan-
amavano la chiesa e credevano a ni Antonioli)
TO
Il santo del giorno: san Alojzije Viktor Stepinac
Parola di Dio
Non fu una mano violenta ad abbattersi sul cardinale A-
in briciole lojzije Viktor Stepinac, arcivescovo di Zagabria, ma una
dolorosa e lunga malattia. Eppure il porporato è venerato
come martire: il morbo, che nel 1960 ridusse al silenzio la
sua voce sempre pronta a difendere le minoranze e i per-
seguitati di qualsiasi regime, infatti, fu contratto durante
La piena conoscenza del una prigionia voluta da un governo repressivo e anticri-
bene e del male stiano. Stepinac era nato nel 1898, combatté sul fronte
Pagina curata da Don Luciano V. italiano nella Prima Guerra mondiale; tornato in patria
M. riprese gli studi verso il sacerdozio nel 1924, anno in cui
si trasferì a Roma. Ordinato prete nel 1930, quattro anni
“...tu potrai mangiare di tutti gli alberi dopo era vescovo coadiutore di Zagabria, di cui divenne
ma dell’albero della conoscenza del bene
arcivescovo nel 1937. Già inviso al regime di Ante Pave-
e del male non devi mangiare….-
lic, all'avvento di Tito e dei comunisti nel 1945 fu prima
….” (Gen 2,4b-9.15-17)
imprigionato fino al 1951 e poi costretto al confino.
Tutto quello che Dio ha creato
è per l’uomo, che è quindi “il
signore” della creazione. Ma,
nonostante questo straordina- Vangelo Mc 7.14-23
rio privilegio, l’uomo deve
sempre ricordare che è una In quel tempo, chiamata di
creatura e che ci sono delle nuovo la folla, diceva loro:
«Ascoltatemi tutti e com-
prerogative che sono solo del
prendete bene! Non c'è nulla
Creatore. Solo a Dio, infatti,
fuori dell'uomo che, entran-
compete la piena conoscenza do in lui, possa renderlo im-
del bene e del male. Per questo puro. Ma sono le cose che
all’uomo è proibito mangiare escono dall'uomo a renderlo
di quell’albero: deve rispettare impuro». Quando entrò in
la sua posizione “subalterna” una casa, lontano dalla folla, i
rispetto a Dio e non può farsi suoi discepoli lo interrogava-
come lui. Proprio questo sarà no sulla parabola. E disse
il peccato originale: la pretesa loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite
dell’uomo di poter fare a meno che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo
di Dio e di stabilire ciò che è impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella
bene e ciò che è male. Ma, co- fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che
me ci rivela il libro della Gene- esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal di dentro
si, questa decisione insensata, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: im-
porterà nella storia personale purità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolu-
di ogni uomo e dell’intera u- tezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose catti-
manità, conseguenze nefaste. ve vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
Preghiamo la
Contemplo: Che non sia mai separato da te
Parola
Signore Gesù, noi Dopo ciò che è avvenuto gari rendendo più difficile il
ti preghiamo: fa’ nell’Incarnazione io non posso cammino, mettendo un freno
che impariamo a pensarmi lontano da te. Tu sei alle mie gambe, tagliando le mie
ridurre le nostre sceso dal tuo trono di grandezza ali, rendendo precaria la mia sa-
pretese verso un e di potenza per venire fino a lute. Tutto sono disposto a do-
Dio taumaturgo e
risolutore, come me, sarei imperdonabile se non nare purchè rimanga con te. Io
verso gli altri da cui facessi tesoro di questa vicinan- ho avuto il coraggio di rappre-
ci sentiamo dipen- za. Con l’Eucaristia hai voluto sentarti, ma guai se alla fine tu ti
denti, delusi e tradi- rendere ancora più sensibile que- ritirassi da me.
ti. Fa’ che imparia- sta vicinanza, ma spesso gli uo-
mo a ricondurre a (Trattenimenti con Dio, Don Giovan-
te l’unico bisogno mini camminano con te come se ni Antonioli)
che ci brucia e ci fossi straniero. Con te io sono
affanna: poterci fi- vicino alla sorgente, con te ho il
nalmente riposare pane della vita, con te io non
nel tuo amore. posso smarrire la via, con te io
ho garantita la meta. Trattienimi
con te usando ogni mezzo; ma-
Preghiamo
la Parola Contemplo: Pensare al tuo incontro nell’eternità
Signore Gesù, inse- Un nonnulla mi separa: basta la me sentire il Padre senza il mon-
gnaci l’umiltà di farci rottura di un vaso sanguigno, un do? Mi paiono tanto luminose le
aiutare quando le pa- incidente in macchina, un piccolis- parole che San Paolo attribuisce a
role sono soffocate simo microbo e, in pochi secondi Gesù: è meglio dare che ricevere
dal dolore, quando il sono fuori del tempo, nell’eternità. oppure è più gioioso dare che rice-
cuore e il corpo sono Non avrò più nulla cui appoggiar- vere. Devo edificare in me questa
immobilizzati dal
peccato. Tu che puoi mi, nulla di sensibile in cui sperare, generosità in modo che nel donare
e vuoi ridare vita e nulla di confortante che mi possa tutto con la morte mi senta più
gioia alle nostre indi- trattenere. Mi fa paura questo e- ricco che con le mie piccole cose.
cibili tristezze, fa’ che vento fisico, nonostante tutti i sug- E’ donando tutto che ottengo tut-
ci lasciamo condurre gerimenti della fede. L’abbraccio to; è deponendo le piccole gioie
dal tuo Spirito e da di Dio e il sorriso di Dio li sosti- che conquisto la gioia.
chi, per suo mezzo, tuisco ancora con le cose terrene e
ci viene incontro, (Trattenimenti con Dio, Don Giovan-
nelle fessure sempre quando queste equivarranno a ze-
ni Antonioli)
aperte della tua mise- ro ci sarà un vuoto terribile. Come
ricordia. costruire un sorriso spirituale? Co-
“La vita è così breve che non c’è tempo per litigi, per
il rancore e per la guerra. C’è solamente il tempo per
Sabato
Febbraio
Tempo Ordinario
13
amare e dura solamente un istante.” (Mark Twain)
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XXIII - n. 976
Redazione
Domenica 7 febbraio 2021 don Luciano Vitton Mea,
Chiuso il 28/01/2021 don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Numero copie 950
Tiziana Guerini, Cristina Sabatti e Marina Tanfoglio
Stampato in proprio
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
333/3390059
don Luciano Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità