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IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO

Si definisce BULLISMO un
comportamento aggressivo
intenzionale, basato su un disequilibrio
di potere tra bulli e vittime, che spesso
avviene alla presenza di altri
compagni, caratterizzato da una
persistente durata temporale.

Sono da considerarsi tipologie persecutorie qualificate come bullismo la violenza


fisica, psicologica o l’intimidazione del gruppo, specie se reiterata, l’intenzione di
nuocere e l’isolamento della vittima.
Numerosi studi, hanno identificato diverse forme di bullismo, più o meno esplicite e
osservabili, a seconda della tipologia di azioni che vengono messe in atto:
• Bullismo diretto: comportamenti che utilizzano la forza fisica per nuocere all’altro.
In questa categoria sono presenti comportamenti come picchiare, spingere, fare
cadere, ecc.
• Bullismo verbale: comportamenti che utilizzano la parola per arrecare danno alla
vittima. A esempio, le offese e le prese in giro insistenti e reiterate
• Bullismo indiretto: comportamenti non direttamente rivolti alla vittima ma che la
danneggiano nell’ambito della relazione con gli altri. Sono comportamenti spesso
poco visibili che portano all’esclusione e all’isolamento della vittima attraverso la
diffusione di pettegolezzi e dicerie, l’ostracismo e il rifiuto di esaudire le sue richieste.

Tra le forme di bullismo indiretto, visti anche i cambiamenti sociali e nell’utilizzo delle
nuove tecnologie, sempre più diffuse tra ragazzi, rientra il fenomeno del
cyberbullismo, definitivo, secondo le indicazioni della Legge 71/2017 come
“qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria,
denigrazione, diffamazione, furto
d’identità, alterazione, acquisizione illecita,
manipolazione, trattamento illecito di dati
personali in danno di minorenni, realizzata
per via telematica, nonché la diffusione di
contenuti on line aventi ad oggetto anche
uno o più componenti della famiglia del
minore il cui scopo intenzionale e
predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto
un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo” (Art. 1, comma 2).
Rientrano nel Cyberbullismo:
• Esclusione: estromissione intenzionale dall’attività online.
• Flaming: Litigi online nei quali si fa uso di un linguaggio violento e volgare.
• Harassment: molestie attuate attraverso l’invio ripetuto di linguaggi offensivi.
• Cyberstalking: invio ripetuto di messaggi che includono esplicite minacce fisiche,
al punto che la vittima arriva a temere per la propria incolumità.
• Denigrazione: pubblicazione all’interno di comunità virtuali, quali newsgroup, blog,
forum di discussione, messaggistica immediata, siti internet di pettegolezzi e
commenti crudeli, calunniosi e denigratori.
• Outing estorto: registrazione delle confidenze – raccolte all’interno di un ambiente
privato – creando un clima di fiducia e poi inserite integralmente in un blog pubblico.
• Impersonificazione: insinuazione all’interno dell’account di un’altra persona con
l’obiettivo di inviare dal medesimo messaggi ingiuriosi che screditino la vittima.
• Sexting: invio di messaggi via smartphone ed Internet, corredati da immagini a
sfondo sessuale.
Un episodio di bullismo o cyberbullismo può essere classificato secondo tre livelli di
intensità:
EPISODI AD ALTA INTENSITÀ: Azioni ripetute e conclamate che hanno una grave
ripercussione fisica e/o psicologica tra cui: sexting, cyberstalking, furto di identità.
Prevedono l’intervento delle forze dell’ordine e/o denuncia/querela.
EPISODI A MEDIA INTENSITÀ: Azioni ripetute che hanno una spiacevole ripercussione
fisica e/o psicologica. Prevedono l’attivazione delle forze dell’ordine per gli episodi di
Cyberbullismo.
EPISODI A BASSA INTENSITÀ: Linguaggio offensivo, litigi online, esclusione da chat,
molestie, “scherzi” spiacevoli, lievi prepotenze, discriminazioni, uso improprio dei
dispositivi durante le ore di lezione. Non prevedono necessariamente l’attivazione
delle forze dell’ordine.

IL RUOLO DEGLI SPETTATORI


Nei fenomeni di BULLISMO E CYBERBULLISMO gli attori in gioco sono tre: la vittima,
che subisce i soprusi, l’autori delle vessazioni e gli spettatori.

Il BULLISMO E CYBERBULLISMO, infatti, è un


fenomeno sociale, che vede nel non
intervento degli spettatori, una variabile
favorevole al suo manifestarsi e perpetuarsi
nelle relazioni tra pari.

Per spettatore si intende chiunque assista inerme a situazioni critiche e non vi


interviene, spesso per mancanza di strumenti operativi. Secondo il modello Theory-
driven di Latanè e Darley definito “Bystander Effect” (1970) affinché si manifesti
l’attivazione della persona che assiste a un episodio di sopruso è necessario che la
stessa:
1) si accorga della situazione;
2) la interpreti come un’emergenza;
3) si assuma la responsabilità
dell’intervento;
4) conosca le strategie per intervenire;
5) implementi la decisione.
Rispetto al quarto punto, le strategie per intervenire nello specifico caso di BULLISMO
E CYBERBULLISMO si possono classificare in quattro categorie:
− Prendersi cura della vittima: ascoltarla, darle sostegno emotivo, consolarla per
farle sentire di non essere sola e di essere capita, cercare di difenderla.
− Adottare comportamenti pro-vittima: in modo assertivo, dire al bullo di
smetterla, coinvolgere la vittima nella propria rete.
− Adottare comportamenti anti-bullo: non diventare complice del bullo, non
restare a guardare senza far niente, non ridere, mostrare disapprovazione,
non condividere/mettere mi piace, contrastarlo in maniera assertiva.
− Cercare aiuto: chiedere agli amici, a un adulto, segnalare.

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