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Prova Finale
Candidato:
Giulio Bartolini
Relatore:
Prof.ssa Laurie Anderson
Correlatore:
Prof. Julio Pérez-Ugena
a.a. 2005/2006
INDICE
2
2.1 L’attuale ordinamento scolastico della scuola primaria e secondaria
italiana e spagnola 20
4.1 Breve sguardo sulla promozione degli interscambi nei due paesi 47
3
4.1.1 Il Progetto Comenius in Italia e Spagna 47
4.1.2 I progetti di interscambio a livello di scuola primaria e secondaria
patrocinati dai ministeri dell’istruzione italiano,spagnolo ed
inglese 49
4.2.1 Il KET 51
4.2.2 Il PET 52
4
Premessa iniziale alla ricerca
Questo elaborato consiste in un’analisi di dati ed indagini ufficiali,
disponibili on-line, che mira a mettere in rilievo le differenze e le somiglianze nella
promozione della lingua inglese come L2 da parte degli organismi competenti in
Italia e Spagna.
Attraverso un attento esame di dati altamente attendibili, si cercherà di
stabilire quale dei due paesi, aventi molti aspetti in comune dal punto di vista
storico, economico, sociale e politico, abbia aderito con maggiore decisione ai
principi di promozione delle L2 comunitarie stabiliti dall’U.E. e quali modalità di
promozione dell’apprendimento linguistico siano state adottate nei due contesti
nazionali. In particolare, l’attenzione dell’analisi si è focalizzata sul livello di
politica linguistica relativa all’apprendimento dell’inglese nei sistemi scolastici
italiano e spagnolo.
Si tratta di un’inchiesta di carattere sperimentale dato che negli ultimi anni
non è stato condotto, almeno secondo quanto è possibile inferire dalla
consultazione di fonti ufficiali, alcun genere di studio comparativo ufficiale
concernente la promozione dell’inglese in questi due paesi mediterranei. Tuttavia,
la realizzazione di un simile confronto a livello ufficiale si renderebbe doverosa
dato lo status di lingua veicolare dell’inglese, la cui conoscenza può essere
considerata un requisito indispensabile per poter partecipare attivamente al
processo di sviluppo economico e politico dell’Europa.
1
Ogni anno, a più riprese, la Commissione Europea rinnova la richiesta all’organizzazione
Eurobarometer per la realizzazione di inchieste, fra i cittadini dell’U.E. e quelli dei paesi candidati a
divenirne membri, relative al livello di conoscenza delle lingue europee come L2. I risultati di tutte
queste ricerche, effettuate a partire dal 2001, sono consultabili presso il seguente indirizzo Web
Eurobarometer: http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm
2
Indirizzo Web del Ministero della Pubblica Istruzione: http:/www.pubblica.istruzione.it
Indirizzo Web del Ministerio de la Educación y de la Ciencia: http:/www.mec.es
5
3) documentazione, anch’essa disponibile su Internet, indicativa del grado di
consapevolezza di italiani e spagnoli, circa l’importanza della promozione
dell’apprendimento dell’inglese. A tale riguardo, sono stati analizzati resoconti
relativi alla partecipazione di studenti ed insegnanti italiani e spagnoli a scambi ed
altre forme di contatto culturale con scuole nelle quali l’inglese è lingua madre 1.
L’attenzione dell’indagine è stata rivolta, seppur in maniera più circoscritta, anche
alla modalità di promozione ed al grado di partecipazione alle certificazioni
internazionali di lingua inglese2 oltre agli esiti ottenuti in tali prove, da parte di
candidati italiani e spagnoli.
1
I dati oggetto di studio sono quelli relativi agli scambi promossi a livello di scuola primaria e
secondaria da parte del progetto europeo Comenius:
http://ec.europa.eu/education/programmes/socrates/comenius/index_it.html oltre a quelli
concernenti scambi patrocinati dalle più importanti istituzioni educative di Italia e Spagna.
2
L’analisi tratterà i dati relativi alla partecipazione ed ai risultati ottenuti in alcune delle
certificazioni internazionali di conoscenza della lingua inglese come L2 promosse dalla University
of Cambridge (consultabili presso il sito: http://www.cambridgeesol.org/).
6
Analizzando brevemente la storia recente del continente europeo, possiamo
osservare come, a partire dal “boom” economico del secondo dopoguerra, si sia
creato -dapprima solo in modo ufficioso e limitato a pochi stati, poi ufficialmente e
diffusamente- un mercato comune europeo1. La formazione progressiva ma
irreversibile di tale mercato, assieme ai fenomeni della globalizzazione e dei
crescenti flussi migratori, ha dato nuova linfa all’apprendimento e
all’insegnamento delle lingue straniere. Non dovrebbe quindi sorprendere il fatto
che l’apprendimento di almeno due lingue straniere parlate come lingua madre in
paesi facenti parte dell’Unione Europea, costituisca per la Commissione Europea
un obiettivo di primaria importanza2. Secondo quest’istituzione, tutti gli stati
membri dell’U.E. dovrebbero raggiungere tale obiettivo, che darebbe un impulso
straordinariamente forte alla tanto ventilata ipotesi di un’unificazione politica
europea.
1
Si tratta di uno degli obiettivi principali, nell’ambito dell’integrazione fra i cittadini europei, che si
è dato la Commissione Europea, organismo sovrastatale che, seppur con difficoltà e lentezza, si è
fatto garante del raggiungimento di questa priorità. Con la firma del Trattato di Maastricht nel
Dicembre 1991 (sito Web: http://europa.eu/abc/12lessons/index6_it.htm e
http://europa.eu/abc/12lessons/index2_it.htm) gli allora 12 stati membri della C.E.E. venivano a
sancire la nascita del mercato comune europeo.
2
Questo obiettivo è stato recentemente ribadito dal documento ufficiale Un nuovo quadro strategico
per il multilinguismo: http://europa.eu/languages/servlets/Doc?id=1035
3
Sito Commissione Europea: http://ec.europa.eu/index_it.htm
4
Il testo integrale del documento è visionabile dal sito Web:
http://conventions.coe.int/Treaty/en/Treaties/Word/018.doc
5
Si tratta dell’organismo europeo che detiene il potere legislativo. Anch’esso è partecipe della
promozione dell’apprendimento e insegnamento delle lingue (maggiori informazioni sulla struttura
e sulle mansioni svolte da quest’importantissimo corpo istituzionale europeo sono disponibili
7
promozione e della salvaguardia delle istanze culturali europee, precisa i seguenti
obiettivi per l’apprendimento linguistico di cui gli stati membri dovrebbero farsi
carico:
“Article 2
Article 3
The Contracting Parties shall consult with one another within the
framework of the Council of Europe with a view to concerted action in
promoting cultural activities of European interest.
Article 4
8
In un’intervista1 Figel ha tracciato alcune delle linee guida alle quali, tanto la
Commissione Europea, quanto i governi ed i cittadini europei stessi, dovrebbero
attenersi al fine di cooperare alla costituzione di un’Europa pienamente multilingue.
Partendo dal presupposto che: “è essenziale che i cittadini abbiano la
possibilità di apprendere più lingue”, Figel osserva come l’estensione del
plurilinguismo in Europa costituisca un annoso problema, la cui soluzione viene
continuamente procrastinata dal secondo dopoguerra. Egli sostiene che l’obiettivo di
estendere l’insegnamento di “due altre lingue oltre alla propria lingua madre” a tutti
gli studenti europei sia raggiungibile in tempi brevi. Al contempo, Figel ammette che
questa sua affermazione ottimista è basata su un sondaggio (realizzato dalla società
Eurobarometer) fondato “unicamente sull’auto-valutazione delle proprie competenze
linguistiche”. In questo modo il diplomatico slovacco rende intuibile come le azioni
compiute dall’U.E. in favore della promozione e della parificazione dei sistemi di
insegnamento delle L2, si basino su dati ed indicazioni evinte unicamente da
sondaggi. Questo genere di ricerche, pur avendo un’alta attendibilità, non può di
certo soddisfare la necessità di ottenere, mediante un vero e proprio censimento
linguistico, dati oggettivi sulla conoscenza, lo studio e l’utilizzo delle L2 da parte
degli europei.
Nel proseguo dell’intervista Figel accenna al fatto, di importanza non
trascurabile, che l’U.E. non è mai riuscita a stabilire scadenze vincolanti ed
improrogabili per i singoli stati, circa l’adozione dei provvedimenti europei per il
plurilinguismo.
Infine, egli riconosce come in tutti i paesi dell’U.E. si dovrebbe “iniziare
ad insegnare le lingue sin dalla tenera età, nonché provvedere alla formazione di
insegnanti di L2 che siano in possesso di “una formazione specifica e apposito
materiale didattico.” Commentando specificamente sulla questione dei materiali
didattici, Figel osserva come i mezzi tecnologici (i cosiddetti ITC, ossia computer,
televisione, etc.) non vengano contemplati dalla legislazione scolastica di molti
paesi dell’U.E. quali strumenti di insegnamento delle lingue straniere (fra queste
nazioni -come vedremo- c’è anche l’Italia).
1
La versione integrale dell’intervista è consultabile all’indirizzo Web:
http://ec.europa.eu/italia/news/10dee9cc0cf.html
9
1.2 La situazione italiana e spagnola secondo il sondaggio Eurobarometer del
novembre-dicembre 2005
A partire dal 2001, Anno Europeo delle Lingue, la Commissione Europea ha
fatto periodicamente condurre una serie di sondaggi, denominati Eurobarometer1.
Si tratta di inchieste volte a comprendere la percezione degli europei riguardo
all’insegnamento, utilizzo e studio delle lingue straniere.
Nei seguenti paragrafi verranno analizzati i risultati dell’ultimo sondaggio
Eurobarometer, condotto alla fine del 2005 per conto di una sotto-commissione
interna alla Commissione Europea istituita proprio alla fine di quell’anno. Si tratta
di un organismo europeo2 specificamente creato per affrontare e risolvere le
problematiche legate al multilinguismo.
Le rilevazioni del sondaggio sono state condotte dal 5 novembre al 7
dicembre 2005 nelle allora 25 nazioni facenti parte dell’U.E., oltre ad alcuni dei
paesi all’epoca candidati ad entrarne a far parte (questi ultimi erano: Bulgaria e
Romania, stati membri dall’inizio del 2007, più Croazia e Turchia, ancora oggi
candidati all’ingresso nell’U.E.). È stato intervistato un campione di 28694
cittadini, aventi un’età pari o superiore ai quindici anni, fortemente rappresentativo
della popolazione di questi paesi. Le domande vertevano sulle esperienze
individuali e sulle percezioni del multilinguismo.
1
Trattasi del sondaggio Gli europei e le loro lingue svolto dalla società Eurobarometer che, dal
2001, viene condotto periodicamente su un campione rappresentativo della popolazione europea. La
sua promozione, la sua gestione ed i suoi ultimi risultati verranno mostrati e discussi nella sezione
successiva. La versione completa ed originale del sondaggio è comunque visionabile presso il sito:
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_243_en.pdf
2
Gli obiettivi che sono alla base dell’esistenza di questa nuova istituzione sono consultabili alla
pagina Web: http://ec.europa.eu/italia/news/421435.html
10
di essi. L’italiano è parlato come lingua straniera dal 3% dei partecipanti al
sondaggio.
Generalmente gli europei concordano nel considerare l’apprendimento delle
lingue straniere un fattore di vitale importanza per le nuove generazioni. Dal
sondaggio emerge come il 73% degli intervistati ritenga che i giovani in possesso
di buone competenze linguistiche abbiano migliori e più numerose opportunità di
trovare lavoro, rispetto a coloro che non hanno maturato alcuna competenza
linguistica. Come era emerso dai sondaggi condotti in precedenza, l’inglese è di
gran lunga percepita come la lingua più utile da apprendere (lo sostiene il 68%
degli intervistati). Seguono il francese (25% del campione), il tedesco (22%),
mentre lo spagnolo ottiene il 16% delle preferenze da parte di coloro che hanno
risposto a questo quesito. Di contro, la percentuale di persone che ritiene utile
l’apprendimento dell’italiano per scopi lavorativi è irrisoria e pertanto non
riportata.
Da queste risposte emerge come la lingua italiana sia relativamente poco
studiata e, soprattutto, non venga considerata importante per intrattenere relazioni
di carattere lavorativo. Ciò sembra avvalorare l’odierna percezione secondo la
quale l’italiano costituisce una lingua di “cultura”, studiata in ambito scolastico o
da eruditi appassionati della civiltà italiana e desiderosi di consultare le sue grandi
opere in lingua originale.
11
1.2.2 Le conoscenze linguistiche degli intervistati italiani e spagnoli ed i loro
atteggiamenti in merito agli obiettivi dell’U.E.
1
Per una definizione precisa di cosa siano queste entità sub-statali e per la loro esatta
individuazione si invita a visitare la pagina:
http://www.sispain.org/spanish/politics/autonomo/autonom.html
2
Per visionare quale sia lo status esatto di cui godono queste lingue è possibile consultare la pagina
Web: http://europa.eu/languages/it/document/59#1
3
Riguardo a questo specifico argomento sono consultabili dati precisi presso il sito Internet:
http://www.mec.es/mecd/gabipren/documentos/A17158-17207.pdf , dove sono a disposizione degli
utenti della Rete tutte le cifre riguardanti l’istruzione bilingue in Spagna.
4
Lo status delle lingue presenti in queste aree è visionabile all’indirizzo:
http://www.parlamento.it/leggi/99482l.htm
12
all’italiano e alle lingue straniere, dell’apprendimento di varietà linguistiche
regionali. Ciò è comunque limitato a territori ristretti o, più spesso, a singole scuole
di queste regioni a statuto speciale.
13
Grafico 1 - Quante lingue straniere conoscono gli italiani e gli spagnoli?
1
Riguardo alla definizione di quest’obiettivo si rimanda al sito Web del Consiglio Europeo di
Barcellona del Marzo 2002: http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/ec/71025.pdf.
Occorre comunque ribadire come in quell’occasione non venne posta alcuna scadenza vincolante al
raggiungimento di questo target, cosicché oggigiorno numerosi paesi si trovano ancora lontani dal
realizzare quest’obiettivo.
2
Quest’affermazione nasce dal fatto che, dal 2001 ad oggi, in paesi come la Bulgaria, la Romania,
la Repubblica Slovacca, la Polonia, le repubbliche baltiche, le misure atte a promuovere la
14
1.2.2.3 Le opinioni degli intervistati italiani e spagnoli in relazione
all’insegnamento di una prima e di una seconda L2
Gli intervistati sono stati interpellati in merito all’età dalla quale, secondo il
loro parere, dovrebbe iniziare l’insegnamento di una prima e di una seconda L2. I
grafici 2 e 3 riportano le risposte italiane e spagnole in forma comparativa:
grafico 2 - Quando deve iniziare l’insegnamento di una prima lingua
straniera?
80
60
40 Italiani
Spagnoli
20
0
0-5 anni 6-12 anni 13-19 anni
80
60
40 Italiani
20 Spagnoli
0
0-5 anni 6-12 anni 13-19 anni
conoscenza dell’inglese presso l’intera popolazione hanno subito un forte incentivo, (statistiche
aggiornate e significative a riguardo possono essere consultate
presso la pagina Web: http://www.ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm). Le istituzioni di
queste nazioni hanno cioè iniziato a considerare la promozione di questa lingua un requisito
essenziale per poter aspirare ad entrare nell’U.E. e nel mercato unico europeo. Questa
consapevolezza ha inoltre portato questi paesi a rafforzare le relazioni con i paesi anglofoni. Questo
appare manifesto se si considerano i dati ed i risultati relativi alla partecipazione a certificazioni
internazionali di lingua inglese e a scambi con i paesi anglofoni (vedi sito Internet ufficiale
dell’associazione SOCRATES:
http://ec.europa.eu/education/programmes/socrates/erasmus/stat_en.html).
15
dell’infanzia. Ben il 56% degli intervistati spagnoli (contro il 39% della media
europea) ha affermato come già all’asilo tutti i bambini dovrebbero iniziare a
familiarizzare con una lingua straniera; soltanto il 35% degli italiani ha dichiarato
la stessa cosa. L’insegnamento di una seconda L2 ancor prima dell’inizio della
scuola primaria è auspicabile secondo il 39% degli spagnoli, mentre solo il 20%
degli italiani è dello stesso parere. In questo caso, entrambe le percentuali sono più
alte della media europea, che è pari al 17%.
1
Consultabile presso il sito Web:
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_147_summ_en.pdf
16
Il 27% degli spagnoli poliglotti che hanno partecipato al sondaggio ha detto
di poter parlare in inglese, mentre il 12% ha sostenuto di saper parlare il francese.
Di particolare rilievo è il dato secondo cui ben il 10% degli intervistati spagnoli
parla il castigliano come L2.
Queste ulteriori informazioni ci confermano la radicata percezione secondo la
quale i livelli di conoscenza, studio ed utilizzo dell’inglese in Italia e Spagna sono
fra i più bassi d’Europa. Questa considerazione può essere considerata valida non
solo nel raffronto con i paesi del nord Europa, tradizionalmente più attenti
all’insegnamento delle lingue straniere, ma anche nei confronti degli stati dell’area
sud-orientale dell’Europa. Difatti, fra questi stati, solo Bulgaria, Ungheria, Turchia
e Repubblica Ceca hanno percentuali di intervistati che conoscono l’inglese
inferiori a quelle di Italia e Spagna, lontane dalla media europea di conoscenza
dell’inglese che è del 45% (dato comunque da considerare con cautela ai fini della
nostra indagine, poiché comprende anche gli stati dove l’inglese è principalmente
L1 quali Malta, l’Irlanda, Cipro ed il Regno Unito).
17
Difatti il 31% di coloro che conoscono l’inglese hanno sostenuto di usarlo nella
vita quotidiana, mentre il 22% di coloro che conoscono il tedesco o lo spagnolo
hanno asserito di fare la stessa cosa.
La differenza nelle percentuali di coloro che utilizzano frequentemente le
lingue straniere è comunque risibile. Infatti il 29% di coloro che parlano inglese
sostengono di farlo con frequenza, seguiti da coloro che dicono di fare la stessa
cosa con spagnolo (26%) e tedesco (25%). Da queste ultime percentuali, piuttosto
basse, emerge come la maggior parte dei parlanti europei di L2 utilizzi le proprie
conoscenze solo in via occasionale (ad esempio, durante viaggi all’estero o
sporadici contatti con parlanti stranieri). Ciò pare essere vero soprattutto per coloro
che hanno dichiarato di parlare lo spagnolo come L2, dato che l’87% di essi
sostiene di usare questa lingua solo occasionalmente, seguito dal 61% di quelli che
usano allo stesso modo il francese e dal 50% di coloro che fanno altrettanto con il
tedesco.
La percentuale di persone intervistate parlanti l’italiano come L2 si è rivelata
troppo bassa affinché potesse essere presa in considerazione nello stabilire
l’utilizzo che ne viene fatto.
Così come è stato sottolineato più volte, l’inglese costituisce la lingua il cui
apprendimento è ritenuto più utile al fine di avviare una carriera professionale o
migliorare le proprie condizioni economico-sociali. Tale opinione è parimenti
condivisa dagli intervistati residenti nei primi stati membri dell’U.E. ed in quelli di
recente adesione, come dimostra il grafico seguente:
grafico 4 - Le lingue che attualmente vengono ritenute più utili al fine di
intraprendere una carriera lavorativa e migliorare il proprio status sociale
negli stati fondatori del mercato comune europeo e in quelli di recente entrata
nell’U.E.
80
60 10 Nuovi Stati
40
Membri
20 15 Membri
0
Storici U.E.
inglese francese tedesco spagnolo nessuna russo
18
primi stati membri dell’U.E. (il 19% dei rispondenti di queste nazioni ritiene utile
lo spagnolo, mentre il 17% di essi il tedesco). Il castigliano costituisce quindi la
terza lingua per importanza economica, secondo i cittadini dei paesi più avanzati
dell’U.E.
Italiani (prima
50 L2)
40
30 Spagnoli
20 (prima L2)
10
0
Scuola Primaria Scuola
Secondaria
19
multilinguismo vivono nei paesi dove esso viene gestito peggio, ossia negli stati
del sud e dell’est europeo. In queste nazioni, i cittadini sembrano avere minori
competenze linguistiche e avvertire un maggior bisogno di politiche ed iniziative
che promuovano e generalizzino l’insegnamento delle L2.
Questa situazione di arretratezza dei sistemi di promozione delle lingue
straniere, e conseguente disagio della popolazione, è presente -seppur con alcune
significative differenze- sia in Italia che in Spagna. Per quanto riguarda la
promozione dell’inglese i dati summenzionati evidenziano come essa sia
perseguita con scarso profitto sia in Spagna che Italia, sebbene su alcuni parametri
il paese iberico sembri aver acquisito un considerevole vantaggio rispetto all’Italia.
1
Consultare il sito Internet del Ministero della Pubblica Istruzione italiano:
http://www.pubblica.istruzione.it/news/2006/ordinamenti/ordinamenti.shtml
Il grafico dell’ordinamento scolastico italiano è consultabile presso il sito Web:
http://www.indire.it/lucabas/lkmw_file/eurydice//ITALY_IT.pdf
2
Vedere il sito Internet del Ministerio de la Educación y de la Ciencia spagnolo:
http://www.mec.es/educa/sistema-educativo/logse/siseduc.html
3
La legge summenzionata è stata modificata con i decreti legge n. 59 del 2004
(http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2004/cm54_04.shtml) n. 76 del 2005
(http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2005/dlgs76_05.shtml) e dalla circolare ministeriale n.
74 (http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2006/cm74_06.shtml). In realtà, non c’è ancora
stata una radicale riforma della scuola secondaria di secondo grado italiana e l’obbligo scolastico
attualmente vigente arriva, di fatto, ancora a 14 anni d’età.
20
(dall’età di 14 anni a quella di 19) ed è diviso in 4 differenti curricula: liceo
classico/scientifico/linguistico, liceo artistico, istituto d’arte/professionale, istituto
tecnico1. Alla fine dei cinque anni scolastici gli studenti sostengono l’esame di
maturità che conferisce loro il diploma di maturità e consente di accedere agli
istituti d’istruzione post-secondaria e universitaria. Costituiscono parziale
eccezione il liceo artistico, che da l’opportunità di scegliere un curriculum della
durata di 4 anni e l’istituto d’arte/professionale, che offre la possibilità iscriversi ad
un curriculum triennale. Questi ultimi percorsi formativi non danno accesso né
all’università, né agli studi post-secondari e sono per questo definiti di
“avviamento al mondo del lavoro”.
1
Esistono anche altri istituti scolastici a questo livello di studi, ma essi sono presenti in numero non
rilevante nel territorio nazionale italiano. Per prendere visione di quali siano è possibile visitare la
pagina: http://www.pubblica.istruzione.it/scuola_e_famiglia/superiori.shtml
21
straniera per ciascun anno scolastico, ed uno Superior della durata di due anni in
ciascuno dei quali vengono impartite 240 ore di lezione di L2. Contrariamente a
quanto avviene in Italia, dove simili istituti sono gestiti da privati, regolati a livello
locale e presenti solo nelle principali città italiane, le Escuelas de Idiomas sono
gestite dal Ministerio de la Educación y de la Ciencia, diffuse in tutto il territorio
spagnolo e contano su un ingente numero di iscritti.
Infine, come alternativa al Bachillerato, all’età di 16 anni gli studenti possono
optare, spesso solo tramite un apposito esame, per un istituto d’avviamento
professionale. Questi sono chiamati Ciclos formativos de Grado Medio y Superior
de Artes Plásticas y Dibujo e Ciclos formativos de Grado Medio y Superior de
Formación Profesional. Questi istituti danno agli studenti il Título de técnico, che
consente loro di accedere alla scuola post-secondaria e all’università.
1
Le seguenti descrizioni della storia dell’insegnamento dell’inglese nei due paesi sono tratte dai siti
Internet delle società Eurybase ed Eurydice:
http://194.78.211.243/Eurybase/Application/frameset.asp?country=IT&language=VO e
http://www.eurydice.org/ressources/eurydice/pdf/024DN/IT_EN.pdf per l’Italia;
http://194.78.211.243/Eurybase/Application/frameset.asp?country=SP&language=VO e
http://www.eurydice.org/ressources/eurydice/pdf/024DN/ES_EN.pdf per la Spagna. Queste
organizzazioni effettuano indagini per conto dei ministeri dell’istruzione di tutti gli stati europei,
con il patrocinio dell’Unione Europea.
22
La scuola secondaria di primo grado era divisa in due rami fino all’anno
scolastico 1962/1963. Questo fatto ha avuto un forte impatto sull’insegnamento
delle lingue straniere poiché esistevano una scuola media, indirizzata verso coloro
che avevano la possibilità di continuare la preparazione scolastica, ed una scuola di
avviamento professionale, indirizzata verso gli studenti che sarebbero entrati nel
mondo del lavoro. L’insegnamento di una lingua straniera era contemplato nella
sola scuola media, per 2 ore alla settimana, mentre soltanto in pochissime scuole di
avviamento professionale l’insegnamento di almeno una L2 era garantito.
La legge 1859 del 31 Dicembre 1962 istituì un’unica scuola secondaria di
primo grado, in cui una lingua straniera era insegnata per tutta la durata del ciclo
scolastico e per 3 ore settimanali. Nella seconda metà degli anni Settanta, poi, sulla
base del Decreto del Presidente della Repubblica del 31 Maggio del 1974, furono
avviati numerosi progetti per l’insegnamento di due lingue straniere nella scuola
secondaria di primo grado. Nonostante ciò, l’insegnamento di una o più lingue
straniere divenne generalizzato nei licei solo negli anni novanta, mentre
l’insegnamento opzionale di una seconda lingua straniera vi è stato introdotto a
partire dall’anno scolastico 1999/2000.
Negli istituti tecnici solo con il Progetto 92, che divenne legge il 24 Aprile
del 1992, venne decretata l’obbligatorietà dell’insegnamento di almeno una lingua
straniera per l’intero corso di studi e per un minimo di 2 ore settimanali.
Dal 1985 fino all’approvazione del Decreto Ministeriale del 28 Giugno 1991,
venne intrapresa una vasta sperimentazione dell’insegnamento di una lingua
straniera nella scuola primaria italiana. Dall’anno scolastico 1992/1993, grazie al
decreto summenzionato, una lingua straniera doveva essere insegnata a partire dal
secondo anno della scuola primaria. Questa norma fu però per molti anni
largamente disattesa. I motivi di questa inosservanza sono principalmente da
riscontrare nell’inadeguata preparazione degli insegnanti: basti considerare come,
ancora nell’anno scolastico 1999/2000, il 32,03% degli alunni delle scuole
primarie italiane non studiasse alcuna lingua straniera.
La sperimentazione dell’insegnamento di una lingua straniera a partire dai 3
anni di età (secondo biennio della scuola dell’infanzia) è stata portata avanti a
partire dalla fine degli anni novanta.
23
Per quanto riguarda la Spagna, occorre sottolineare come l’insegnamento e
l’apprendimento delle lingue straniere abbiano avuto, sin dal diciannovesimo
secolo, un impulso considerevole. Nel 1845 venne approvato un piano speciale per
l’insegnamento delle L2, il cosiddetto Plan Pidal. I benefici di questo
provvedimento furono appannaggio degli studenti più abbienti; nonostante il
numero esiguo dei suoi beneficiari, questo piano contribuì tuttavia all’apertura
della società spagnola verso l’Europa.
La legge del 1857, Ley de Instrucción Pública, chiamata anche Ley Mojano,
riorganizzò l’intero sistema educativo spagnolo. La sua importanza fu tale che fino
al 1970 non venne approvata alcun altra legge del genere. Essa regolamentava sia
la scuola primaria che quella secondaria. Grazie a questo provvedimento
rivoluzionario, per la prima volta gli studenti spagnoli iscritti alla scuola primaria
avevano il diritto di imparare almeno una lingua straniera. Essi avrebbero dovuto
avere la possibilità di scegliere quale lingua studiare, ma in realtà questa
coincideva quasi sempre con il francese, dato il maggior numero di insegnanti che
la conoscevano. Solo gli studenti di alcuni degli istituti d’arte potevano scegliere
fra inglese, francese e tedesco. Successivamente, nel 1880, una nuova legge estese
a tutti i bambini l’opportunità di imparare una seconda L2 a partire dalla scuola
primaria: essa poteva essere l’inglese, il tedesco o l’italiano.
Occorre tuttavia precisare che queste direttive, come tutte le altre approvate
fino agli anni settanta del novecento, vennero applicate solo in aree ristrette del
paese e con grande discontinuità temporale.
Un altro cambiamento radicale nell’insegnamento delle L2 in Spagna si
verificò nel 1911 quando venne fondata la prima istituzione pubblica interamente
adibita all’insegnamento delle lingue straniere e al perfezionamento della loro
conoscenza, la cosiddetta Escuela Oficial de Idiomas. Essa costituì un’innovazione
senza precedenti in Europa: il numero di tali istituti è cresciuto in modo
esponenziale nell’ultimo ventennio, tanto che oggi sono presenti in tutte le città
spagnole1.
1
Questi dati sono consultabili nella seguente pagina Web del sito del Ministerio de la Educación y
de la Ciencia spagnolo:
http://www.mec.es/mecd/estadisticas/educativas/eenu/result_det/2004/Idiomas.pdf
24
Nel 1931, dopo la proclamazione della Seconda Repubblica spagnola, la
nuova costituzione riconobbe a tutti i bambini il diritto ad un’equa, gratuita ed
obbligatoria scuola primaria.
Con l’avvento al potere del generale Francisco Franco, che si servì della
scuola per imporre l’ideologia del suo regime, l’istruzione scolastica tornò ad
essere prerogativa delle classi sociali più abbienti. Il controllo del Caudillo e dei
suoi sostenitori sull’istruzione si fece sempre più flebile con il passare degli anni,
soprattutto a partire dagli anni ‘60. Nel 1970 venne approvata una legge di riforma
generale del sistema scolastico. Questo provvedimento, chiamato Ley General de
Educación y Financiamento de la Reforma Educativa (LGE), si faceva carico dei
cambiamenti sociali ed economici avvenuti nella società spagnola nei decenni
precedenti. Esso ristabilì l’obbligatorietà della scuola primaria, denominata E.G.B.
(Educación General Básica), la cui durata venne estesa dai 6 ai 14 anni. A questo
livello, francese ed inglese divennero materie scolastiche opzionali a partire dal
primo ciclo dell’E.G.B. (che si estendeva dai 6 ai 9 anni). In realtà, pochi potevano
avvalersi dell’insegnamento delle lingue straniere che venivano insegnate solo a
partire dai 10-11 anni d’età.
. Nel 1975 l’insegnamento obbligatorio di una lingua straniera venne esteso
alla nuova scuola secondaria chiamata Bachillerato Unificado y Polivalente e al
Curso de Orientación Universitaria (gruppo dai 14 ai 18 anni). Da allora tutti gli
istituti di istruzione secondaria erano tenuti ad offrire anche l’insegnamento
opzionale di una seconda L2.
Dopo la caduta della dittatura furono presi numerosi provvedimenti atti a
modernizzare il sistema scolastico spagnolo. Tuttavia, la prima grande riforma
post-dittatoriale della scuola spagnola venne effettuata solo nel 1990. Questa
riforma, la Ley de Ordenación General del Sistema Educativo (LOGSE), estese
l’obbligatorietà degli studi scolastici alla fine del livello d’istruzione secondaria di
primo grado, ossia all’età di sedici anni. Tale legge prevedeva che gli studenti della
scuola primaria dovessero ricevere un’istruzione atta a permettere loro di
comunicare correttamente in castigliano e, a loro discrezione, nella lingua ufficiale
della loro comunità autonoma o in una o più L2. In aggiunta, questa legge stabiliva
l’insegnamento obbligatorio di una seconda lingua straniera a partire dai 12 anni di
età. Questo provvedimento legislativo prevedeva per di più l’insegnamento
25
opzionale di una terza lingua straniera nell’ultimo anno dell’E.S.O. Infine, rendeva
obbligatorio l’insegnamento di una L2 nel Bachillerato (dai 16 ai 18 anni)
Già nell’anno scolastico 1988/1989, l’87% degli studenti della scuola
primaria e secondaria spagnole scelsero l’inglese come prima L2. Dieci anni dopo,
nell’a.s. 1998/1999, la percentuale di coloro che fecero altrettanto fu del 96,86%.
1
Ecco alcuni progetti d’eccellenza, avviati in Italia, nella sperimentazione dell’insegnamento della
lingua inglese all’asilo:
http://gold.indire.it/nazionale/archivio/index.php?action=archivio_02_inglese&PHPSESSID=a7f5c
d140f6443f940605a09c87da1f1
2
Per visionare il Decreto Reale con cui ciò viene sancito è possibile visitare consultare il seguente
indirizzo Internet: http://www.mec.es/mecd/gabipren/documentos/rd-infantil-anexo.pdf
3
Gli effetti di questa legislazione ossia l’Orden de 8 de febrero de 2000 sono visibili presso
l’indirizzo Web:
http://www.juntadeandalucia.es/educacion/nav/contenido.jsp?pag=/Contenidos/GabinetePrensa/Not
as_de_prensa/2006/Octubre/nota_prensa_261006_jornada_plurilinguismo&vismenu=0,0,1,1,1,1,0,
0,0
26
obbligatorio per l’intera durata della scuola primaria. Questa legge stabilisce che
l’inglese debba essere insegnato da un’insegnante interno specificatamente
preparato o, in alternativa, da uno esterno avente eguali competenze. Le ore
settimanali di insegnamento dell’inglese sono rispettivamente 1 e 2 per il primo e
per il secondo anno, mentre tre ore settimanali sono previste per ciascuno degli
anni successivi.
27
tutto il ciclo scolastico, mentre nel liceo artistico l’insegnamento delle lingue
straniere non è né obbligatorio, né contemplato. Tuttavia sulla base della legge 417
del 1974, questi licei possono organizzare progetti volti all’insegnamento delle L2
per l’intero ciclo scolastico.
Nel liceo linguistico si studiano due L2 per i primi due anni, mentre a partire
dal terzo anno si studia anche una terza lingua straniera. Ciò è valido anche in
alcuni istituti tecnici linguistici, anche se generalmente negli istituti di avviamento
professionale è contemplato il solo studio di una L2 (principalmente l’inglese) e
spesso solo per alcuni anni.
1
Per quanto riguarda gli obiettivi riguardanti l’insegnamento dell’inglese nella scuola primaria,
secondaria di primo e di secondo grado italiane, è possibile consultare le seguenti pagine Web:
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2005/allegati/dlgs_secondo_ciclo_all_e.pdf
http://www.pubblica.istruzione.it/riforma/secondociclo.shtml
2
In relazione agli obiettivi riguardanti l’insegnamento dell’inglese nella scuola primaria, secondaria
di primo e di secondo grado spagnole, è possibile consultare le seguenti pagine Web:
http://w3.cnice.mec.es/recursos/primaria/lenguas_extranjeras/atschool.htm
http://www.edupa.uva.es/portfolio/article.php3?id_article=6
http://apliweb.mec.es/creade/IrASubSeccionFront.do?id=371
http://www.mec.es/mecd/gabipren/documentos/rd-eso.pdf
28
primaria e a quella secondaria di primo grado, ovvero fino a 14 anni d’età per gli
italiani e 16 per gli studenti spagnoli. Per i due ordinamenti scolastici, verranno
prima riportati gli obiettivi prefissati dai rispettivi ministeri dell’educazione e
successivamente sarà operato un breve raffronto.
2.4.1 Gli obiettivi dell’insegnamento dell’inglese nella scuola primaria
In Italia, nel primo anno della scuola primaria (all’età di 6 anni) si apprende:
1) un lessico di base e le formule convenzionali per salutare e
congedarsi;
2) dal punto di vista della fonetica e fonologia, si apprendono suoni e
intonazioni della lingua inglese incontrati nelle attività effettuate in
classe;
3) per quel che concerne la comprensione, si impara a riconoscere
comandi, istruzioni, semplici frasi e messaggi orali relativi alle
attività svolte in classe, formulati in modo chiaro, lento e ripetuto, di
cui se ne comprende il senso generale;
4) si interagisce in modo semplice nelle situazioni relative alle attività
svolte in classe, anche utilizzando linguaggi non verbali. Si impara a
riprodurre le parole, i comandi, le canzoncine e le filastrocche
presentate in classe;
5) si sviluppano abilità trasversali legate allo sviluppo di una flessibilità
cognitiva attraverso costante sollecitazione e progressivo sviluppo del
linguaggio in generale;
6) si apprende ad identificare e abbinare numeri, colori, figure, oggetti e
animali.
Nei due anni successivi della scuola primaria italiana (il primo biennio, ovvero 2° e
3° elementare, a 7-8 anni d’età) si deve, oltre alle sopraccitate abilità:
1) sviluppare le funzioni linguistico-comunicative necessarie per
l’avviamento al livello A-Contatto del Quadro Comune Europeo di
Riferimento (QCER);
2) imparare forme semplici di grammatica della frase e del testo
necessarie per avviare e raggiungere il livello A1-Contatto (QCER);
3) apprendere alcuni aspetti della cultura dei paesi anglofoni
adeguati all’età e al mondo dell’alunno;
29
4) produrre brevi frasi per dare informazioni su se stessi, l’ambiente
familiare e la vita della classe;
5) eseguire semplici calcoli.
Come già evidenziato nella sezione 2.1, la scuola primaria spagnola dura sei
anziché cinque anni. In relazione all’apprendimento di una prima L2 (l’inglese) nel
primo ciclo di istruzione primaria (età 6-8 ani) si deve:
1) sviluppare abilità comunicative, ossia essere capaci di ascoltare,
leggere, scrivere e produrre oralmente parole e frasi molto semplici;
2) imparare ad utilizzare le forme di saluto e commiato, presentazione
oltre alle parole utilizzate per identificarsi e per riferirsi a colori,
oggetti, quantità, misure, sentimenti, gusti, abilità, tempo e
localizzazione;
3) sviluppare la conoscenza di vocaboli attinenti al mondo dell’alunno,
sapendoli riconoscere in un contesto specifico. Saper scrivere queste
parole per fini specifici;
4) riconoscere globalmente alcuni aspetti sonori della lingua;
5) avere un’attituine positiva, curiosa, rispettosa e aperta verso la lingua.
Nel secondo biennio della scuola primaria spagnola (età 8-10 anni), oltre alle
sopraccitate abilità, si deve:
1) sviluppare abilità comunicative che rendano gli alunni capaci di
comprendere leggere e scrivere testi brevi con un fine, riprodurre
grafia e suoni dell’alfabeto, utilizzare ritmo intonazione e
accentuazione in brevi testi orali;
30
2) imparare dare e chiedere informazioni personali, identificare le
persone ed i loro mestieri, descriverli, esprimere fatti che stanno
accadendo;
apprendere parole legate ai giorni ed ai mesi dell’anno, dire l’ora;
3) imparare l’alfabeto: la relazione fra grafia e suono;
4) chiedere permesso ed aiuto;
5) evidenziare similitudini e differenze con i paesi in cui si parla la
lingua studiata;
6) usare la L2 come mezzo di comunicazione in aula.
31
italiani puntano sull’acquisizione di livelli di competenza rapportati al Quadro
Comune Europeo di Riferimento per le prime L2. In primo luogo, questo sembra
atto a stimolare l’acquisizione di certificazioni o attestati di conoscenza di questa
lingua da parte dello studente. In secondo luogo, questo continuo riferimento al
QCER da parte delle summenzionate direttive sembrerebbe teso ad incoraggiare lo
studente a partecipare ad interscambi in altri paesi europei, sollecitandone la
percezione dell’appartenenza a quella grande comunità di popoli che è l’U.E.
1
Questo è constatabile dall’indagine realizzata dalla Commissione Europea nel 2005 Teaching
languages to learners with special needs (interamente consultabile all’indirizzo Internet:
http://ec.europa.eu/education/policies/lang/key/studies_en.html). Secondo quest’inchiesta, la
Spagna riconosce in misura maggiore dell’Italia il diritto ad un apprendimento differenziato delle
L2 da parte degli studenti diversamente abili. Difatti il 3,7% degli studenti spagnoli beneficia di tale
riconoscimento contro l’1,5% di quelli italiani (la media europea è del 5,5%).
32
Nel primo biennio della scuola secondaria di primo grado italiana (età 11-12)
relativamente all’apprendimento della prima lingua straniera, ossia dell’inglese, si
deve principalmente:
1) sviluppare le funzioni linguistico-comunicative necessarie per
raggiungere e potenziare il livello A2-Sopravvivenza (QCER);
2) apprendere forme lessicali necessarie per raggiungere e potenziare
il livello A2-Sopravvivenza (QCER);
3) comprendere in modo globale brevi testi scritti (lettere personali,
SMS, messaggi telematici, ecc.) su argomenti relativi alla sfera
personale e alla quotidianità;
4) produrre brevi testi orali su argomenti noti di vita quotidiana, anche
utilizzando supporti multimediali;
4) produrre espressioni e frasi scritte, collegate da semplici connettivi,
su argomenti noti di vita quotidiana, anche utilizzando strumenti
telematici;
5) riferire in lingua italiana, anche semplificandolo, un breve testo in
inglese relativo alla sfera del quotidiano (annuncio, telefonata,
istruzioni ecc.).
Nel terzo anno della scuola secondaria di primo grado italiana (età 13 anni)
vengono sviluppate anche le seguenti capacità:
1) funzioni linguistico-comunicative necessarie per un avvio al livello
B1-Soglia;
2) grammatica della frase e del testo Forme necessarie per un avvio al
livello B1-Soglia (QCER).
33
3) utilizzare la lettura come fonte di piacere e arricchimento personale.
4) sviluppare una certa autonomia nello studio della lingua straniera
utilizzando i mezzi tecnologici ed informatici per selezionare e
presentare oralmente e per iscritto svariati tipi di informazioni.
5) apprezzare la lingua straniera come mezzo di comunicazione e
comprensione fra persone di lingue e culture diverse, evitando
qualsiasi tipo di discriminazione.
34
3 Raffronto comparativo fra le popolazioni scolastiche di Italia e Spagna
1
I seguenti dati sono consultabili nella loro versione integrale presso i siti Web:
http://www.pubblica.istruzione.it/dg_studieprogrammazione/argomenti_selez_new.shtml per
l’Italia e http://www.mec.es/mecd/jsp/plantilla.jsp?id=3144&area=estadisticas per la Spagna.
2
Occorre precisare che nei due paesi esiste ancora, sia nella scuola primaria che in quella
secondaria, una percentuale di circa il 2-3% del totale degli studenti di ciascuno dei due paesi, che
non si avvale dell’insegnamento di alcuna lingua straniera, nonostante le leggi esistenti.
35
ARAGÓN 17.624 17.114 13.068 371 35 124 0
ASTURIAS 15.977 15.654 10.633 235 160 0 0
BALEARS 13.374 13.374 9.802 0 0 0 0
CANARIAS 58.204 57.850 45.177 0 0 354 0
CANTABRIA 12.281 12.260 8.453 0 0 0 0
CASTILLA Y LEÓN 51.763 51.253 35.959 206 26 0 0
CASTILLA-LA MANCHA 52.093 52.044 43.240 49 0 0 0
36
FRIULI-VENEZIA GIULIA 48.049 47.182 109 698
LIGURIA 62.265 59.769 2.257 0
EMILIA ROMAGNA 172.237 171.370 867 0
TOSCANA 147.312 145.297 1.825 190
UMBRIA 36.509 36.092 417 0
MARCHE 67.561 67.207 341 0
LAZIO 258.173 253.108 4.158 204
ABRUZZO 58.833 58.246 570 0
MOLISE 14.577 14.513 64 0
CAMPANIA 355.280 343.091 10.507 502
PUGLIA 223.811 214.731 8.948 132
BASILICATA 28.737 28.122 615 0
CALABRIA 103.595 101.009 2.278 171
SICILIA 281.697 273.156 7.950 236
SARDEGNA 71.769 67.239 3.814 157
3000000
2500000
2000000
1500000
1000000
500000
0
Totale Inglese Francese Tedesco
37
beneficiavano dell’insegnamento, a livello di scuola primaria, di almeno una L2
nelle regioni spagnole durante l’a.s. 2004/2005.
38
2500000
2000000
1500000
1000000
500000
0
Totale Inglese Francese Tedesco
39
Inglese Francese Tedesco Spagnolo
TOTALE ITALIA 3.034.793 1.693.252 1.080.084 119.668
PIEMONTE 194.075 104.454 81.934 2.916
VALLE D’AOSTA 6.579 3.243 3.284 52
LOMBARDIA 433.919 243.388 140.098 18.494
TRENTINO ALTO ADIGE 64.244 32.134 176 31.931
VENETO 224.161 126.364 57.240 26.967
3.500.000
3.000.000
2.500.000
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
Inglese Francese Tedesco Spagnolo
40
relative all’istruzione primaria. Ciò si verifica in virtù della maggiore offerta
linguistica prevista a questo livello d’istruzione.
Riguardo allo spagnolo l’insegnamento di questa lingua risulta essere ancora
poco diffuso nelle regioni italiane (ad eccezione di Trentino-Alto Adige e Friuli-
Venezia Giulia) a questo livello d’istruzione scolastica.
41
PAÍS VASCO 70.999 69.732 29.451 852 134 415 0
RIOJA 11.117 11.117 7.021 0 0 0 0
CEUTA 3.807 3.758 2.645 49 49 0 0
MELILLA 4.049 3.598 3.158 451 451 0 0
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
Totale Inglese Francese Tedesco
42
CANARIAS 64.281 761 219 51.181 39.160 11.905 6.694
CANTABRIA 9.022 0 0 8.641 5.488 363 118
CASTILLA Y
LEÓN 46.904 1.558 325 44.083 26.699 1.000 558
CASTILLA-LA
MANCHA 44.666 797 424 43.669 33.650 145 29
CATALUÑA 52.815 1.041 177 44.737 14.755 6.632 665
COMUNIDAD
VALENCIANA 39.113 599 584 35.450 23.000 2.893 636
EXTREMADURA 19.972 460 270 18.598 13.579 496 0
GALICIA 54.455 559 244 53.051 33.373 679 164
MADRID 125.260 5.525 151 112.302 50.503 6.808 434
MURCIA 27.460 2.259 2.008 24.994 15.737 154 7
NAVARRA 7.071 521 73 6.257 2.786 283 154
PAÍS VASCO 16.435 903 159 14.009 4.093 1.198 187
RIOJA 4.495 0 0 4.429 2.588 66 66
CEUTA 2.267 0 0 2.267 1.329 0 0
MELILLA 1.821 56 56 1.756 1.486 0 0
800.000
600.000
400.000
200.000
0
Totale Inglese Francese Tedesco
Questi ultimi dati mostrano come a livello di E.S.O. il francese risulti di gran
lunga la lingua opzionale più scelta, mentre irrisorio è il numero di studenti che
sceglie l’inglese come seconda lingua straniera.
43
3.1.4 Le lingue straniere nella scuola secondaria di secondo grado italiana e
spagnola
Nei seguenti tabella e grafico sono indicati i dati relativi al numero di
studenti italiani che, secondo una suddivisione per lingua straniera studiata,
beneficiavano dell’insegnamento, a livello di scuola secondaria di secondo grado,
di una o più L2 nelle regioni italiane durante l’a.s. 2004/2005.
44
Totale alunni Inglese Francese Tedesco Spagnolo
Totale Italia 3.643.654 2.558.217 763.469 208.239 99.539
Piemonte 218.841 155.184 50.123 9.729 3.748
Valle d’Aosta 8.444 3.770 4.067 607 0
Lombardia 486.638 345.948 84.575 37.031 18.527
Trentino Alto
Adige 82.361 36.254 5.962 26.377 1.844
Veneto 259.931 182.621 31.693 33.988 11.319
Friuli Venezia
Giulia 59.552 43.329 4.579 10.207 1.193
Liguria 75.578 54.207 15.960 3.446 1.867
Emila Romagna 214.046 151.948 40.211 14.510 7.355
Toscana 193.004 136.919 35.485 13.873 6.633
Umbria 49.682 35.201 12.118 1.427 936
Marche 90.842 67.219 17.087 4.895 1.565
Lazio 331.996 243.710 70.871 5.223 12.021
Abruzzo 82.034 59.903 17.150 2.698 2.246
Molise 21.495 15.770 4.930 309 486
Campania 459.444 324.839 111.314 13.124 9.970
Puglia 298.791 215.703 67.623 11.538 3.876
Basilicata 48.309 32.789 13.912 1.276 332
Calabria 164.190 111.188 46.394 4.680 1.748
Sicilia 382.406 266.879 96.406 9.856 9.140
Sardegna 116.070 74.836 33.020 3.390 4.733
G
Grafico 11 - Il numero di studenti della scuola secondaria di secondo grado
italiana che studia ciascuna delle lingue straniere previste da
quell’ordinamento scolastico
4.000.000
3.000.000
2.000.000
1.000.000
0
Totale Inglese Francese Tedesco Spagnolo
alunni
45
Da questi ultimi dati possiamo evincere come anche nella scuola secondaria
di secondo grado italiana rimanga marcato il divario fra gli studenti che studiano
l’inglese e quelli che studiano il francese.
Anche a questo livello d’istruzione, il francese è principalmente scelto come
seconda lingua straniera, mentre tedesco e spagnolo sono scelte da numeri esigui di
studenti.
1
Nelle cifre ivi riportate sono compresi gli studenti che studiano lingue straniere nel Bachillerato e
nelle scuole Ciclos formativos de Grado Medio y Superior de Artes Plásticas y Dibujo e Ciclos
formativos de Grado Medio y Superior de Formación Profesional. Non sono invece inclusi gli
istituti Escuelas de Idiomas, data l’ampia gamma delle L2 in cui gli studenti di questi istituti
possono specializzarsi. Ci limiteremo a dire che nell’anno scolastico 2004/2005 la maggioranza
degli iscritti a queste scuole decise di specializzarsi in lingua inglese. I dati relativi a questa parte
della popolazione studentesca sono comunque disponibili all’indirizzo Web:
http://www.mec.es/mecd/estadisticas/educativas/eenu/result_det/2004/Idiomas.pdf
46
MURCIA 20.472 18.740 2.285 30
NAVARRA 8.022 7.499 1.498 60
PAÍS VASCO 48.128 46.618 2.306 562
RIOJA 3.891 3.704 547 13
CEUTA 1.338 1.145 170 0
MELILLA 1.410 1.226 136 0
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
Totale Spagna Inglese Francese Altre lingue
Nella scuola secondaria di secondo grado spagnola , così come nel grado
inferiore dell’istruzione di livello secondario, l’inglese costituisce la prima lingua
straniera studiata dalla pressoché totalità degli studenti.
47
4 Mobilità verso i paesi anglofoni e la promozione delle certificazioni
internazionali nella scuola primaria e secondaria in Italia e Spagna
In generale gli scambi scolastici fra istituti d’istruzione primaria e secondaria
di questi due paesi e quelli degli altri stati europei sono organizzati dalle singole
scuole sia in Italia che in Spagna.
4.1 Breve sguardo sulla promozione degli interscambi nei due paesi 1
Questo tipo di attività di scambio interculturale ha avuto luogo a partire dagli
anni ‘70, quando le autorità locali e le singole scuole iniziarono a destinare parte
dei proventi economici alla realizzazione di progetti di scambio interlinguistico ed
interculturale. Oggigiorno la maggior parte di questi progetti può essere condotta
solo sulla base di particolari condizioni (soprattutto di natura economica) ed i
periodi di durata di questi scambi sono nell’ordine di due settimane.
L’Italia e la Spagna sono le destinazioni preferite da parte dei partecipanti
spagnoli e di quelli italiani.
Tuttavia, in virtù di un accordo fra il British Council ed il Ministerio de la
Educación y de la Ciencia spagnolo, gli scambi fra scuole primarie e secondarie
spagnole e istituti del medesimo livello nel Regno Unito stanno incrementando e
sono più numerosi rispetto agli scambi attivati fra Italia e Gran Bretagna.
1
La storia della politica di sviluppo e sostegno degli scambi con altri stati è disponibile per l’Italia
alla pagina Web:
http://194.78.211.243/Eurybase/Application/frameset.asp?country=IT&language=VO per la
Spagna: http://194.78.211.243/Eurybase/Application/frameset.asp?country=SP&language=VO
2
Il Progetto Comenius in Italia:
http://www.indire.it/socrates/content/index.php?action=read_azione&id_cnt=266
Il progetto Comenius in Spagna: http://www.mec.es/programas-
europeos/jsp/plantillasoc.jsp?id=comenius
3
Il progetto Comenius è diviso in due principali sotto-progetti che hanno scopi complementari fra
loro e sono legati alla diffusione delle lingue in Europa. Sito Web Comenius 1 in Italia e Spagna:
http://www.bdp.it/socrates/content/index.php?action=read_azione&id_cnt=267 e
http://www.mec.es/programas-europeos/jsp/plantillasoc.jsp?id=comenius11.Sito Web Comenius 2
in Italia e Spagna: http://www.bdp.it/socrates/content/index.php?action=read_azione&id_cnt=268 e
http://www.mec.es/programas-europeos/jsp/plantillasoc.jsp?id=comenius22a
48
Comenius ha lo scopo principale di favorire l’interscambio fra gli studenti
della scuola secondaria aventi un’età compresa fra i 14 ed i 16 anni. La
partecipazione a questo genere di interscambio è vincolata ad appositi progetti che
devono specificare i reali obiettivi che le singole scuole intendono raggiungere
relativamente all’insegnamento delle lingue e delle culture straniere. I piani sono
giudicati sulla base della loro promozione delle lingue straniere, dell’insegnamento
di materie non linguistiche in L2, della promozione di un ambiente sereno in cui
apprendere ed insegnare le L2 e dell’eventuale coinvolgimento di istituzioni ed
associazioni locali. La descrizione del piano scolastico deve essere il più possibile
dettagliata e coerente con gli obiettivi che vi sono stati indicati.
In Italia per quanto riguarda il progetto Comenius, come per altri tipi di
interscambio, non sono disponibili né dati ufficiali circa la partecipazione da parte
di studenti, insegnanti e personale scolastico, né è possibile determinare
esattamente il numero di istituti che vi partecipa o vi ha partecipato.
Comenius 1 Comenius 2
Insegnanti Studenti Insegnanti Studenti
Totale 3.769 2.922 67 633
Regno
Unito 360 220 15 251
Malta 0 0 2 10
Cipro 10 8 0 14
Italia 722 585 5 34
Irlanda 52 53 4 91
Germania 449 327 9 20
Francia 449 729 7 101
49
4.1.2 I progetti di interscambio a livello di scuola primaria e secondaria
patrocinati dai ministeri dell’istruzione italiano e spagnolo
Esiste un unico grande progetto di collaborazione fra il Ministero della
Pubblica Istruzione italiano ed un ente istituzionale britannico: il progetto Lingua
20001, iniziato nel 1998 grazie alla collaborazione fra il sopraccitato ministero e la
University of Cambridge.
Questo progetto prevedeva che tutti gli studenti della scuola primaria e
secondaria italiana studiassero l’inglese e lo facessero nell’ottica del Quadro
Comune Europeo di Riferimento per le lingue. A distanza di quasi un decennio,
pare che quest’obiettivo basilare sia stato in larga misura raggiunto, data la
diffusione che l’insegnamento dell’inglese ha avuto nei due livelli scolastici.
In secondo luogo, il progetto Lingue 2000 implicava un aumento degli
interscambi, a livello di scuola primaria e secondaria, fra studenti ed insegnati
italiani e britannici. Ciò non sembra essere avvenuto, dato che questo genere di
scambi è stato finanziato adeguatamente solo per quattro anni, ossia dal 1998 al
2002, dopo di che il progetto non ha più ricevuto i necessari incentivi statali e, di
fatto, è stato interrotto. D’altronde, anche durante la sua effettiva durata,
come emerge da un resoconto realizzato dalla University of Cambridge 2 , il
progetto aveva dato, sotto l’aspetto degli interscambi, solo modesti risultati.
1
Il progetto Lingue 2000 è visionabile all’indirizzo Internet:
http://www.cambridgeesol.it/lingue2000/index.shtm
2
Questo resoconto completo, risalente al 2003, è consultabile alla pagina Web:
http://www.cambridgeesol.it/lingue2000/pl2000_summaryreport.pdf
3
Il programma Puesto a puesto è visibile alla pagina Web: http://www.mec.es/programas-
europeos/jsp/plantilla.jsp?id=puesto
50
Il programma europeo Language Assistants1 consiste nello scambio di lettori
madrelingua spagnoli e quelli madrelingua dei seguenti paesi: Germania, Italia,
Austria, Belgio, Francia, Irlanda e Regno Unito. Questo progetto ha lo scopo di
dare l’opportunità ai futuri insegnanti spagnoli di L2 di affinare la loro conoscenza
delle lingue. La partecipazione a questo progetto di interscambio è regolata dal
Directorado General para la Educación del Ministerio de la Educación y de la
Ciencia.
Il progetto di immersione linguistica e culturale European Classrooms, è
stato stipulato fra i ministeri dell’istruzione spagnolo e francese; dall’anno
scolastico 2004/2005 vi ha aderito anche il Regno Unito per mezzo del British
Council 2 . Tale progetto è stato creato nel 1999 allo scopo di migliorare le
competenze interlinguistiche degli insegnanti che non insegnano L2 nei loro
ispettivi paesi. Questo ha lo scopo di sensibilizzarli verso l’importanza
dell’appartenenza all’Unione Europea, alle sue lingue e culture.
Una collaborazione fra il Ministerio de la Educación y de la Ciencia ed il
British Council 3è nata nell’anno scolastico 1996/1997, quando le due istituzioni
stabilirono un programma per l’ottenimento, alla fine del ciclo scolastico
obbligatorio, di certificazioni di pari livello in relazione alla conoscenza della
lingua inglese per gli spagnoli e dello spagnolo per i britannici. Gli alunni aventi
un’età compresa fra i tre ed i sedici anni di 42 scuole spagnole parteciparono a
questo progetto nell’anno scolastico 2001/2002. Grazie allo stesso accordo venne
avviata, a partire dall’anno scolastico 1996/1997, una vasta sperimentazione
dell’insegnamento dell’inglese a partire dal secondo ciclo della scuola
dell’infanzia. Nell’anno scolastico 2005/2006 questo progetto comprendeva 45
istituti pubblici situati in diverse Comunidades Autonómas.
1
Le caratteristiche del programma Language Assistants sono ritrovabili alla pagina:
http://www.boe.es/boe/dias/2007/01/04/pdfs/A00611-00617.pdf
2
Il progetto Clases Europeas è visibile presso il sito Web:
http://www.mec.es/educa/jsp/plantilla.jsp?id=133&area=formacion-profesorado
3
Il Bilingual Project è visionabile all’indirizzo Internet: http://www.britishcouncil.org/spain-
education-bilingual-project.htm
51
Infine, a partire dall’estate del 2002, il Ministerio de la Educación y de la
Ciencia ha messo a punto un campus estivo, rivolto agli studenti della scuola
primaria, in cui tutte le attività sono svolte in inglese 1.
4.2.1 Il KET
Il Key English Test (KET) è principalmente indirizzato a valutare gli studenti
di età compresa fra i sette ed i dodici anni. Esso rappresenta un punto d’inizio
nell’acquisizione di una piena conoscenza della lingua inglese. Come risulta dal
seguente grafico gli studenti spagnoli, nel corso del 2005, hanno riportato risultati
leggermente migliori rispetto a quelli italiani in questa certificazione di lingua
inglese di livello A2. Nei due paesi la percentuale di coloro che hanno superato
questo esame risulta, seppur nettamente superiore al 50% dei rispettivi
partecipanti, inferiore alla media degli stati europei3 dove si è tenuta questa
certificazione (essa è pari all’84%).
1
Classi estive in lingua inglese per studenti spagnoli:
http://www.sgci.mec.es/uk/boletin/UK%20BOLETIN%20n1.pdf
2
Si tratta dei risultati relativi alla certificazione KET:
http://www.cambridgeesol.org/research/2005/ket.htm e a quella PET:
http://www.cambridgeesol.org/research/2005/pet.htm riguardanti le sessioni d’esame del 2005.
3
La percentuale media ivi calcolata comprende anche stati che hanno un forte vincolo economico
con l’Unione Europea quali: Andorra, Croazia, Russia, Serbia, Svizzera, Turchia e Ucraina.
52
Italia : Pass with merit 23%, pass 51%, total pass 75%, narrow fail 8%, fail 17%.
Spagna: Pass with merit 27%, pass 54%, total pass 81%, narrow fail 7%, fail
11%.
Fail
Narrow Fail
0 20 40 60 80 100
4.2.2 Il PET
Il Primary English Test (PET) costituisce un test di competenza linguistica
pari al livello B1. Seppur ancora numerosi studenti lo ottengano solo in ambito di
istruzione universitaria o post-secondaria, si tratta di un livello di conoscenza che
nei licei italiani si dovrebbe raggiungere prima della fine del ciclo di istruzione
secondaria di secondo grado 1. La maggioranza degli studenti italiani e spagnoli
terminano tuttavia il suddetto livello di studi senza conseguire tale grado di
conoscenza della lingua inglese.
In questa certificazione gli studenti italiani hanno riportato una percentuale di
promossi leggermente superiore a quella ottenuta dagli spagnoli. Al contrario della
precedente certificazione le rispettive percentuali di promossi, sono vicine e, nel
caso dell’Italia, pari alla media europea2 che è dell’82%.
Italia: Pass with merit 29%, pass 53%, total pass 82%, narrow fail 7%, fail 10%.
Spagna: Pass with merit 20%, pass 59% total pass 79%, narrow fail 10%, fail
10%.
1
Ciò è visibile consultando i programmi stabiliti dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano per
questo livello di studi: http://www.pubblica.istruzione.it/riforma/secondociclo.shtml
2 Essa comprende anche nazioni che non fanno parte dell’U.E., ma che sono prossime ad
entrarvi a far parte o hanno un vincolo economico estremamente forte con gli attuali stati membri.
Esse sono Albania, Andorra, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Georgia, Russia, Serbia, Svizzera,
Turchia e Ucraina.
53
Fail
Narrow fail
0 20 40 60 80 100
5 Conclusioni finali
Questo studio ha dimostrato, attraverso una meta-analisi dei dati disponibili,
come in Europa ci sia ancora molto da fare nel campo della promozione dello
studio delle L2. Il lettore attento avrà infatti notato come ci sia una completa
mancanza di dati ufficiali che permettano di fare un raffronto fra Italia e Spagna
riguardo ai livelli di conoscenza dell’inglese effettivamente raggiunti alla fine della
scuola dell’obbligo e di quella secondaria di secondo grado. Questo fatto deriva, a
nostro parere, da una manifesta negligenza delle istituzioni di questi paesi, in
primis, nonché a livello dell’U.E.
Appare palesemente inaccettabile che un organismo di somma importanza
quale l’U.E. non abbia mai condotto un analisi ufficiale del livello di conoscenza e
promozione delle L2 negli stati europei. Questa omissione appare ancor più grave
quando si considera che la stragrande maggioranza degli europei veda nell’U.E.
l’istituzione più affidabile, nonché quella avente maggior potere, nel promuovere
una reale politica di promozione e conservazione delle lingue. Di conseguenza, i
1
I risultati riportati dai candidati di tutte le nazioni in cui si sono svolte queste certificazioni nel
2005 sono visibili alla pagina Web: http://www.cambridgeesol.org/research/2005
54
cittadini si aspettano che un simile organismo pianifichi le sue politiche sulla base
di dati concreti e studi ufficiali.
In secondo luogo, da questa analisi emerge inoltre come l’Unione Europea
non sia finora riuscita a porre vincoli e scadenze certi nei confronti degli stati
membri riguardo all’attuazione delle disposizioni sul multilinguismo. Ogni stato
membro ha il proprio sistema di promozione delle L2 e la parificazione di questi,
obiettivo prioritario dell’U.E., appare ancora lontana. La conferma di questo fatto
si trova non solo nel confronto fra i paesi del nord e quelli del sud Europa, ma
anche, come dimostrato da questa analisi, fra stati della stessa area geografica e
aventi sistemi economici simili, quali Italia e Spagna.
La situazione italiana e quella spagnola sono simili nella loro scarsa adesione
ai principi di promozione del multiliguismo stabiliti dall’Unione Europea.
L’arretratezza dei sistemi di promozione delle lingue straniere italiano e spagnolo
appare evidente non solo nei confronti dei paesi nordici, ma anche - fatto di
notevole importanza - in rapporto ad alcuni stati di recente entrata nell’U.E.
Italia e Spagna sembrano infatti risentire molto della mancanza di direttive
europee chiare e vincolanti in materia di promozione delle L2; troppo
soventemente l’iniziativa è difatti delegata dalle autorità nazionali italiane e
spagnole a quelle locali (regioni, province, comuni e, sempre più spesso, singole
scuole). In questo modo, si sono create forti discrepanze fra le varie regioni
all’interno dei due paesi: ci sono poche aree all’avanguardia nella promozione
delle lingue (ad esempio, la Lombardia in Italia e l’Andalusia in Spagna) mentre la
maggior parte della popolazione italiana e spagnola deve fare i conti con sistemi di
promozione dell’apprendimento delle L2 arretrati e restrittivi nell’offerta
linguistica.
55
Tutto ciò lo si evince considerando i seguenti motivi:
1) generalizzato inizio dello studio dell’inglese a partire dalla scuola
dell’infanzia in Spagna;
2) la diffusa presenza in tutto il territorio spagnolo di apposite scuole di lingue
straniere, che in Italia si trovano invece concentrate in poche grandi città e sono
frequentate da un numero esiguo di studenti;
3) la maggiore enfasi nei programmi di insegnamento scolastico spagnoli
sull’uso dei mezzi tecnologici e informatici, sullo sviluppo della tolleranza verso i
popoli che parlano le L2, sulla formazione linguistica degli studenti che
necessitano di metodi di apprendimento personalizzati;
4) una maggiore attenzione in Spagna agli scambi con paesi anglofoni.
Quest’ultimo fattore giocherà, a nostro parere, un ruolo di importanza
fondamentale nella futura promozione dell’inglese in Spagna. Difatti, se l’attuale
crescita dell’importanza economico-sociale dello spagnolo continua, questa lingua
beneficerà di un numero sempre maggiore di parlanti e, di conseguenza, la Spagna
aumenterà il numero degli interscambi con gli altri paesi europei. Gli studenti della
scuola primaria e secondaria spagnoli avranno così un numero sempre maggiore di
opportunità di contatto con loro coetanei parlanti inglese come L1, insegnanti
madrelingua di inglese, apposito materiale didattico per l’apprendimento
dell’inglese. Ciò andrà ad incidere in maniera significativa sulla loro competenza
interlinguistica.
Di contro, qualora l’attuale scarso grado di importanza dell’italiano rimanesse
tale, il numero di parlanti europei di questa lingua, già esiguo, andrebbe
ulteriormente assottigliandosi e si renderebbe quindi necessaria una forte politica
di apprendimento dell’inglese e delle altre lingue comunitarie. Solo attraverso
un’opera di massiccia promozione dell’apprendimento linguistico da parte delle
istituzioni competenti, la popolazione italiana, che abbiamo visto avere una scarsa
competenza interlinguistica, sarebbe spronata ad allinearsi agli standards di
apprendimento delle L2 vigenti negli stati più avanzati. Soltanto mediante una
simile iniziativa, gli italiani potrebbero incrementare sia la loro mobilità in Europa
che la rilevanza economica, politica, e sociale dell’italiano, attualmente destinato a
far parte delle lingue europee minoritarie.
56
SITOGRAFIA
- Il mercato comune europeo e l’Unione Europea,
http://europa.eu/abc/12lessons/index6_it.htm
http://europa.eu/abc/12lessons/index2_it.htm , capitolo 1.1, pagina 7, nota 1.
57
- L’ordinamento scolastico spagnolo, http://www.mec.es/educa/sistema-
educativo/logse/siseduc.html, capitolo 2.1, pagina 20, nota 3.
58
http://www.pubblica.istruzione.it/dg_studieprogrammazione/argomenti_selez
_new.shtml, capitolo 3.1, pagina 35, nota 1.
59