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MARIO ABRAM

HRVOJI·KUéiBREG
UN ITINERARIO PER MONUMENTI E LAPIDI DELLA LOTTA
l DI LIBERAZIONE

1944·1984
MARIO ABRAM

HRVOJI- KUéiBREG
UN ITINERARIO PER MONUMENTI E LAPIDI
·
DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

lA POPOUliONE .
DEl CAPOOISTRIANO E ..
. DEl BUlESE
�fl �o·A�NlVER.SARIO .
1944-1984
·

DEUA FOHDA.liONE OEL PCJ .


20.1XJ�S9.
. . .
.

.
·
PRESENTAZIONE

Il presente, modesto opuscolo, è una nuova testimonianza di una grande


lotta. Della comune lotta dei partigiani di tre nazionalità - Sloveni,
Croati ed Italiani - contro l'oppressore nazi-fascista. Testimonianza di
una lotta cruenta, per la vita o la morte, nell'ideale di un domani miglio­
re per i lavoratori, che ha richiesto molti sacrifici di vite umane. Il sangue
versato da questi partigiani ha cementato le basi dell'unità e della fratel­
lanza, della convivenza e della collaborazione e nessun confine ha mai
potuto ostacolare.

Ma questo breve scritto sia anche di insegnamento e di ammonimento ai


giovani con quanto amore va curata la libertà e la dedizione alla propria
terra, come bisogna battersi contro la violenza e come vanno difesi la
libertà e la pace, condizioni indispensabili per proseguire nella edificazione
di una vita migliore per noi, per i figli e per i figli dei nostri figli.

Sono trascorsi quarant'anni dagli avvenimenti descritti e venticinque da


quando è stato posto il monumento di Hrvoji-Kuéibreg. Queste ricorrenze
sono occasione per noi combattenti sopravvissuti di quelle battaglie, che
conducemmo sotto le stesse bandiere - e sotto la guida del compagno
Tito - per riconfermare quanto siano stati giusti i passi allora intrapresi
sulla via della fratellanza di oggi e di sempre. Il nostro più grande augurio
è di vedere proseguire su questa via anche le generazioni del futuro.

Per il comitatp organizzativo delle celebrazioni


Rastko Bradask,ja
Presidente del Comitato intercomunale della
\.
Federazione delle associazioni dei combattenti
della lotta di liberazione - Capodistria

� '\.�
Capodistria, novembre 1984
. ç H 1.

3
È materiale prezioso che va completato con spiegazioni e commenti dei
protagonisti e che va valorizzato, oltre che con la parola scritta, anche con
le appropriate indicazioni sul terreno.

Da parecchi anni a questa parte nel tardo autunno, sfidando condizioni


atmosferiche proibitive o godendo la più bella giornata che l'Istria possa
offrire nel dopo vendemmia, si svolge un pellegrinaggio al monumento­
impropriamente detto- di Kuéibreg. È divenuto un incontro tradizionale
che accomuna ormai tre generazioni di gente di tre na1zionalità del capo­
distriano, del buiese e, da oltre confine, da Muggia e Trieste. Il monu­
mento, eretto nel 1959 sulla collina prospicente l'abitato di Skrliéi, non
lontano da stanzia Mocenigo, fra Hrvoji e Kuéibreg e con la breve scritta
LE RADICI in tre lingue, sloveno, croato ed italiano, sulla comune lotta dei partigiani
delle tre nazionalità, stimola la ricerca per una >>lettura<< di quanto, in
Per l'Istria nord-occidentale si può trovare, nelle varie lingue, una guida questo settore, parla di tale lotta.
turistica, qualche itinerario storico-culturale per castellieri, scavi archeo­
logici, lapidari e pinacoteche. Non mancano vedute pittoresche e monogra­ Carta alla mano tracciamo un trapezio con gli angoli a Gradin-Belve­
fie particolareggiate per sapere di Aegida, del >>placito del Risano«, dur-Kuéibreg e Abitanti, quattro villaggi i cui nomi dicono di etimi
degli statuti comunali delle cittadine nel tardo medio-evo, di palazzi, logge, antichi e che non conviene storpiare ulteriormente tentando di tradurre.
chiese, coventi, di castelli e di >>tabor<< - Pietrapelosa, Hrastovlje, Debar, È zona di >>Confine••, nel senso che qui, attualmente e storicamente, s'in­
San Servolo - con tante cartine geografiche e topografiche di epoche contrano e congiungono Sloveni e Croati dell'Istria, con una evidente
remote che privilegiano questa terra emersa dal mare con tante bellezze
e poi ricca di tanta storia. Basta poco per sapere tutto sull'Istria nei
secoli, di re Epulo e delle ville rustiche romane, delle monete di Centur
e delle basiliche dell'epoca di Bisanzio, dei Franchi e di Aquilea, di Vene­
;zia e di Calafatti, della filossera e di tutte le altre calamità che la colpi­
rono nel tempo. Con Fulvio Tomizza ora sappiamo tutto anche di Zuccole
vergeriana e della pleade di luterani nostrani, Trubar e Console com­
presi. Il TOP di Portorose provvede a far conoscere le bellezze naturali
di questa parte dell'Istria, i >>Camping<< e le »marine••, il casinò e ,,forma
viva••, l'aereodromo e i >>lipi�-Jzani••, cosi come-il >>Port of Koper<< popolariz­
za nel mondo i suoi buoni servizi di >>ro-ro••, container, legnami e rinfuse.
Ma una guida, un opuscolo modesto magari, che ci porti attraverso mo­
p.umenti, tombe e lapidi a conoscere l'olocausto della gente di questa parte
dell'Istria nella sua Lotta di liberazione, questa no, non si trova. Per sa­
perne qualchecosa bisogna attingere all'opera voluminosa e dettagliata
di Vid Vremec-Milan Gucek >>Slovenska !stra v boju za svobodo<< -
>>L'Istria slovena nella lotta per la libertà<< - che attende ancora la tra­
duzione in lingua italiana e anche una ristampa, ai pochi opuscoli, come
quello sulla rivolta di Maresego nel 1921, nelle due lingue, o quello su
Gabrovica, in sloveno, alla storia dell'Istrski odred - Distaccamento del­
l'Istria - di Maks Zadnik, ai ricordi partigiani di Branko Babic, alla cro­
naca del >>Komanda mesta Koper<< - Commando piazza di Capodistria -
agli scritti di Paolo Sema e di Janez Kramar e - salvo omissioni - a ben
poche altri fonti.

L'Ente per la tutela dei monumenti, che opera per i tre comuni costieri,
ha fatto un inventario di monumenti, lapidi, case, >>bunker<<, grotte ed
altro che ricordi gli avvenimenti della lotta e della rivoluzione socialista.

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presenza, nel passato, di famiglie di nazionalità italiana. Siamo in collina, Si scende, in ampia curva, per un passaggio stretto che segna lo sparti­
fra i 350 e 400 metri sopra il livello del mare, fra boschetti di querce acque fra il bacino della Dragogna a ponente, e quello di Mlini e della
e di pini, di colli degradanti a terrazze, un tempo lavorate, ed una vallata Bracanka, a levante. Due case, >>marina o maria sporca« - non afferri
ampia, fertile per la presenza di molta acqua, la Malinska, ridata recente­ bene la dizione dell'interlocutore locale che ci fa un sorrisino che vorrebbe
mente con lo scavo di canali e la costruzione di strade, alla coltivazione dire molte cose - da qui si può ammirare la vallata che si apre improv­
intensiva. visa verso Pinguente con Tuljaki, Perai, Secerga, Pregara e Sales sui
colli che la circondano. Sotto, sulla sinistra, si possono intravedere, a
Vi giungeremo da settentrione, dalla parte di Gracisce per ritornare poi poche centinaia di metri, i resti di una delle torri della fortezza di Debar.
sulla costa per Berda e Momiano - che non si può menzionare E:enza Ma improvvisamente siamo alla diramazione della strada: proseguendo
ricordare le sue torri ed il suo moscato delizioso già per San Martino, ma si giunge a Brezovica e poi per Portale, nella vale del Quieto, a Livade.
ineguagliabile quando è un pò invecchiato. Scegliamo quella indicata per Buie che, ci porterà a Hrvoji ed al monu­
mento; ma siamo già nel trapezio prescelto per l'indagine. Il primo paese
A Gracisce siamo giunti percorrendo la vecchia strada che finacheggia il che attraversiamo è Sirci, sulla strada, ai margini di una bella campagna,
tratto superiore del Risano, nella stretta valle, ubertosa che con i resti di con vigneti e molti alberi da frutta alternati a lunghi campi di granoturco.
tanti vecchi mulini parla in chiave romantica. Alla vecchia >>Crosada«, su­ Le poche case sono ben tenute, alcune rinnovate completamente attorno
perati il viadotto della ferrovia ed il ponte sul Risano, incomincia la alle quali ferve sempre del lavoro, altre solenni, elevate, in pietra fugata.
,saùta per curve a mezza costa del monte Griza, con la strada sempre Più avanti, sulla sinistra sotto la strada, all'inizio della vallata della
umida ed ombrosa, per cui non bisogna lasciarsi distrarre dal magnifico Malinska, Koromaci detta anche Boskini dal cognome di quasi tutte le
paesaggio che offre l'altra valle del Risano, dopo le sue sorgenti, incorni­ famiglie che vi abitano. Case elevate, massice in pietra chiara, con stalle
ciata da quel lungo costone di roccia gialla fra Crni kal � Podpec dominato piene di bovini e piena di rumori caratteristici di un paese vitale, di agri­
dai resti di antiche torrioni al confine naturale della penisola istriana. coltori solidi, mai in ozio. Sulla strada, a destra, un'occhiata al capitello
Superato il bivio che porta a Hrastovlje - la chiesa del vecchio >>tabor« del paese, diverso dai soliti nella forma esteriore, un pò trascurato, e
celebre per gli affreschi del XV secolo firmati dai maestri pittori della siamo subito a Belvedur, quattro case su di un poggio, rimesse a nuovo
scuola di Castua e scoperti soltanto qu3.ttro decenni fa ci appare Kubed alcune, altre - forse stalle o magazzini - un pò decrepite. In nome,
- Covedo, un nido d'aquile con l'insolito campanile a base pentagonale, storpiato, non tradisce l'origine di questo abitato: un vero e proprto
sulla rupe. Nell'abitato di Gracisce lasciamo la strada che per la conca di >•belvedere« sul >>vuoto« della sottostante vallata della Dragogna, che
Lukini prosegue per Socerga e Pinguente per imboccare, sulla destra, dischiude un panorama ampissimo.
quella per Gradin, più stretta, ma ben tenuta. Proseguiremo in lieve salita
fra boschi e prati senza incontrare villaggio alcuno e rari sono, lungo la Le cime delle Giulie incorniciano il Golfo, che si abbraccia tutto in una
strada, anche singoli casolari. Ma sulla destra, a monte, indovineremo tra volta, dal faro dì Barcola alle ciminiere di Monfalcone, alla laguna di
il verde degli alberi, la presenza di piccoli abitati. Lo tradisce il bianco Grado ed oltre. Ma come in un plastico si presentano da quFsto osser­
di intonachi delle case nuove o rinnovate, mentre non si notano quelle vatorio i villaggi sui colli Savrini, intersecati da profondi avvallamenti.
>>Calde« in pietra grigia, immedesimate con l'ambiente. Sono Poletici, Trebese, Truske, Vrsic, Borst, Labor, Costabona, Planjava, Bric e Kuéi­
Galantici, Butari, Suklani e poi Trebese, nomi che ai più forse non breg al mattino, con il sole alle spalle, sembra di toccarli con mano. A
(!icono nulla, ma assai cari a quanti furono partigiani da queste parti. meridione le colline di Kuéibreg e Skrliéi chiudono la vista verso Buie,
Anche oggi le corti pulite di queste case sono ospitali e la gente cordiale, ma in compenso esaltano la posizione del monumento che appare come
un'esile stele, bianca, che emerge sullo sfondo di prati e macchie di verde
comunicativa. Trebese, compatta in cima al colle, quasi un promontorio
scuro. A ponente, dietro la fattoria di Mocenigo, il bosco, di Stara Mandria
sospeso sulla vallata della Dragogna che qui nasce, rimessa a nuovo dalla
e di Sovinjak, poi, sulla sinistra il colle Soline su cui sorge Gradin, che si
volontà dei suoi abitanti - molti sono lavoratori al porto di Capodistria
intravede appena, con il tozzo campanile.,
-- ricorda in una lapide al cimitero l'ecidio di partigiani, civili, ex militari
dell'esercito italiano, perpetrato dai nazisti in quel fatidico 3 ottobre
In complesso un ambiente variegato, tranquillo ed armonioso che un
1943.
certo fervore di attività, con trattori e macchine che scavano e costruisco­
no, non disturba affatto. A Zrnjovec, a due passi da Belvedur, sulla
Prima della devizione della strada per Trebese, in luogo solitario, sulla destra, i giovani delle brigate di lavoro volontarie, lavorano alla posa dei
strada, incoriosisce una pietra squadrata, una lapide che ha dell'antico: tubi per l'acquedotto. Il paese sta rinascendo, lo si vede delle case rimesse
ma poi si legge, abbastanza agevolmente, che è stata posta nel 1928 a nuovo, dai campi lavorati bene, delle mucche che ritornano dal pascolo
e ricorda un fatto di sangue per rapina. e dalle automobili parcheggiate in ogni cortile.

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Topolovec sulla sinistra, sopra la vallata, sonnecchia nel grigiore delle in riflesso di quanto avveniva in Slovenia e come proseguimento naturale
s�� case in pietra, muta quasi quanto i ruderi della vecchia Topolovec, delle attività di resistenza, nella clandestinità, al regime fascista. Perse­
pm a valle, ,sulle Dugenjive, che - si dice è stata distrutta dagli cuzioni, arresti e condanne non avevano mai stroncato l'opposizione, in
particolare quella del partito comunista che continuò a rinnovare le
-

Unni. Questa visione accentua il senso dell'antico, di un mondo che ha


proprie cellule durante tutto il ventennio. I primi attivisti del partito
�ccumulato secoli di storia senza che vi succedesse nulla di particolare, di
mteresse che superi l'ambito di vicende locali, paesane. Si coltivava la e dell'OF che giungono dalla Slovenia trovano anche in !stria le condi­
terra, pascolavano bovine e ovini, tagliavano legna e fieno, raccoglievano zioni per iniziare un lavoro politico sistematico che porta alla formazione
funghi e castagne fidando che la siccità o la grandine non distruggessero di comitati e di gruppi di attivisti locali, dapprima nella fascia periferica
il raccolto. Litigavano fra loro per via dei confini delle terre e, spesso, della città, Trieste, dal Domio a Dolina, da Plavije a Gabrivica, da Muggia
tutti insieme, con quel Pietro Gavardo che era sempre in lite con il ai monti di Crevatini, Pobeghi, Marezego, poi sempre più all'interno. Nel
comune e con i vari Marchesich, Radin, Bembic Bonazza Cociancich settore di Gradin, Pregara, Topolovec l'organizzazione del movimento po­
' '
Buschin, Scherlich - come scriveva Vincenzo Morosini nel 1 7 75 - pe ; litico partigiano giunge prima dall'Istria croata, da Pinguente e dal bacino
via dei poderi a Velarebar, Golobizza, Ossovie . .. (Castato generale dei carbonifero di Albana ricco di tradizioni rivoluzionarie, ma già nel 1942
boschi della Provincia dell'Istria - a cura di Vjekoslav Bratulovié - le attività vengono coordinate con il partito e l'OF sloveni tramite i
edizioni del Centro di ricerche storiche di Rovigno). compagni Gabrijel Rozic-Tomaz, Stanko Jakac, Anton Cerovac, Izak
Flego e altri.
Qui per secoli contadini sloveni, croati ed italiani condivisero la stessa
sorte. Cambiavano Stati e regimi, ma per la gente di qui rimaneva soltanto Le condizioni specifiche di questa parte dell'Istria non consente la pre­
e sempre il duro lavoro, la numerosa prole da sfamare, l'ingegno per senza di formazioni partigiane armate, ma le informazioni degli attachi
cavarsela, per sopravvivere. Diversi per lingua e origine si sentivano però dei partigiani che operano nel Carso, nei Brkini, nel Vipacco e nell'Istria
accumunati dalla stessa sorte e tolleravano senza remore preti, e poi croata si difondono rapidamente fra la gente e gli attivisti politici pos­
maestrì, di lingua e nazionalità diversa. Il fascismo tentò di intaccare la sono costituire comitati dell'OF già nel 1942 e nel 1943 in quasi tutti
diversità imponendo una sola lingua pubblica, una sola scuola, ma sortì i villaggi dell'entroterra. Di grande rilievo politico è la costituzione del
l'effetto contrario. Sloveni e Croati presero ancor maggior coscienza comitato circondariale del Partito Comunista Sloveno per l'Istria. A Ber­
della loro identità e trovarono sempre la maniera di riunirsi per cantare tosi, presso Rizana, i delegati convenuti eleggono, 1'11 aprile 1943, a
le canzoni nella loro lingua, per coltivare la loro cultura nazionale, i loro segretario il compagno Hlaj Vitko giunto in !stria con compiti organiz­
sentimenti di avversione alla prepotenza organizzata. Niente di particola­ zativi dopo aver militato nelle file dei primi reparti partigiani del Lito­
re, nessuna forma sistematica di resistenza e azione. Ricordano i nomi rale. Del comitato fanno parte anche Ivan Cah-Istra, Frane Ivancic-Luka
di qualche maestro e di qualche dirigente di coro, di qualche prete, che e Vincenc Kocjancic-Marko.
simboleggiva la coscienza nazionale e la speranza di giorni migliori. Non
era poco per un ambiente povero, tagliato fuori dai grandi centri, pressato I primi fiduciari dell'OF nel settore sono Ivan Radin per Topolovec, Ma­
dal >>potere« del centro comunale di Portale. Pochi erano gli operai rija Hlaj per Belvedur e Martin Bembic per Hrvoji. La totale assenza
occupati nell'industria, diversi invece i braccianti che andavano a >>gior­ degli uomini in età di richiamo alle armi, che sono relegati nelle unità
nata« dai paolani nel Capodistriano e perfino a Trieste. Le donne porta­ di stanza nell'Italia meridionale, in Sicilia e Sardegna, e nei battaglioni
vano una buona parte del peso per tenere sù l'economia famigliare: oltre speciali, rende difficile il lavoro politico in questi abitati, sparsi, pattu­
al lavoro nei campi ed in casa erano instacabili camminatrici per rag­ gliati da carabinieri e fascisti. I più attivi sono i giovani ed in particolare
giungere i mercati di Buie, Pirano e spesso Trieste per vendere quel poco le ragazze.
delle eccedenJze di un'economia naturale che serviva per pagare le tasse,
per acquistare il sale, il riso, il tabacco. Per la maggioranza della gente di
quassù la situazione economica, sociale e nazionale non presentava pro­ LA CAPITOLAZIONE DELL'ITALIA NEL SETTEMBRE 1943
spettiva di miglioramento senza cambiamenti radicali. Al momento del­
l'impatto con i grandi avvenimenti non vi furono tentennamenti: nella La caduta del fascismo porta incremento all'organizzazione dei comitati
stragrande maggioranza si collocarono dalla parte giusta, dalla parte del di liberazione per cui alla firma dell'armisti.zio sono in grado di subentrare
movimento di liberazione, dei partigiani. al >>potere<< dell'amministrazione italiana che si discioglie subito e pren­
dere nelle proprie mani la gestione della vita pubblica. Il territorio è
Anche in questa parte dell'Istria, come in tutto il Litorale, il movimento sotto il controllo dei partigiani ai quali si uniscono subito gli uomini
politico di liberazione nazionale incomincia a prendere piede sin dal 1941 validi ancora a casa e quei pochi che sono riusciti a farvi ritorno senza

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cadere in mano ai tedeschi. Molti sono giovanissimi, come vedremo dalla dal >>generalfeldmarschal« Erwin Rommel. Si calcola che per questa
lapidi che li ricordano. offensiva siano stati impegnati 50.000 uomini, 150 carri armati, 25 can­
noni d'assalto e 90 pezzi di artiglieria anticarro.
Il nostro settore dipende dal comando partigiano di Pinguente. In quella
località si sono costituite infatti la I e la II brigata istriana, . croata, che Le operazioni nell'Istria vera e propria - seconda fase dell'offensiva -
includono anche i partigiani sloveni, ed italiani, di questa parte delllstria. iniziano la sera del l ottobre, 1943 .. Dalle basi di partenza - il comando
Una di queste brigate concretamente il 2° battaglione della II partecipa delle operazioni è a Lipica - muovono: il I Reggimento corazzato gra­
alla liberazione di Capodistria, assieme ai partigiani del battaglione slave­ natieri della SS, il 21 Reggimento granatieri, rafforzato, il 132 Reggimento
no di Cezari, per mettere in salvo i restanti prigionieri politici rinchiusi granatieri della 24 divisione corazzata, la 71 Divisione di fanteria, un
nelle malfamate carceri, e di Isola. battaglione del 19 Reggimento di polizia SS e una squadriglia di imbar­
cazioni d'assalto lungo la costa.
Solo più tardi, verso la fine di settembre, il Comando generale del movi­
mento di Liberazione della Slovenia, delibera la costituzione della I Contro un tale schieramento di truppe corazzate e motorizzate da >>grandi
brigat� partigiana istriana, slovena, e incarica Ivan Kovacic-Efenka e fronti« i reparti partigiani schierati in !stria, male collegati fra loro e
Dragomir BenCic-Brkin di organizzare i reparti ad assumerne il coman­ inesperti della tattica partigiana, possono opporre ben poca resistenza.
do. I rapporti in !stria, fra movimento partigiano sloveno e croato, ri­ I reparti già consolidati possono ritirarsi in un certo ordine, ma un gran
salgono ai primi mesi della lotta. Ma dopo la capitolazione dell'Italia, il numero di partigiani, a cui si uniscono molti civili disarmati, si ritirano
comitato circondariale del PCS per i Brkini ed il corrispondente organismo di front� al dilagare delle colonne tedesche e vengono intrappolati in va­
del PCC in !stria, allacciano rapporti duraturi di collaborazione politica e ,rie >>Sacche«. Il 2 ottobre i tedeschi occupano praticamente l'intero ter­
militare al fine di rafforzare l'unità del movimento. ritorio della parte slovena dell'Istria lasciandosi dietro case e villaggi
bruciati, devastati e ovunque partigiani, ma ancor più civili, fucilati.
Ma sui rapporti e la collaborazione dei movimenti di liberazione e delle
formazioni partigiane croate e slovene in !stria rimandiamo il lettore al Sul nostro settore si chiude la morsa di due colonne, una proveniente
recente studio del dottor Tone Ferenc. (Rivista »Borec<< 6/84). Mentre dal nord - il I Reggimento SS - e l'altra dal meridione, dopo aver
è in corso l'organizzazione della I brigata istriana slovena i tedeschi si occupato Momiano, Marusici, Cobertoni, composta da reparti del 21 Reg­
sono consolidati nei presidi di Trieste e gradualmente, con l'aiuto dei gimento. I partigiani della II brigata istriana croata dislocati nella zona
collaborazionisti locali, repubblichini, anche nei centri della costa, ma non possono disturbare soltano le prime pattuglie poi si ritirano all'interno.
osano spingersi nell'interno. Per farlo devono ricorrere a forze ingenti da
Diversi giovani inesperti vengono catturati e saranno poi fucilati con i ci­
sottrarre ad altri fronti.
vili rastrellati un pò ovunque. I tedeschi danno alle fiamme diverse case
ad Abitanti, Br·ezovica, Gradin e Topolovec. I caduti ed i fucilati di
questa offensiva sono ricordati dalle lapidi nei cimiteri di Hrvoji e di
L'OFFENSIVA INCENDIARIA TEDESCA Gradin.

NELL'OTTOBRE 1943
Le vittime nel cimitero di Hrvoji sono:

I comandi tedeschi seguono con particolare interesse quanto sta suc­ BEMBIC Avgustin di 38 anni
cedendo in !stria - intesa militarmente tutta le regione e la Slovenia
BOSKIN Matija di 30
meridionale - e sono preoccupati dell'ampiezza dell'insurrezione popolare
e della pressione che le formazioni partigiane esercitano sulle vie di col­ MARKEZIC: Albin di 18, Avgustin di 32, Marjan di 2 7, Rudolf di 18,
'

legamento fra la penisola balcanica e quella appenninica. Dai documenti partigiano, Valentin di 23
pubblicati finora si può constatare che il comando supremo nazista riten­ RADIN: Celestin di 24, Ivan di 46, Angel di 19
ne che l'operazione »Acks« era riuscitta meglio e più rapidamente del SEMA Lazar di 34, partigiano, di Dugo brdo
previsto (disarmo dell'esercito italiano e occupazione dei territori già STEPANCIC Mihael di 44, da Triban, partigiano
soggetti all'Italia) e che l'unico settore ancora minacciato era proprio
SAVLE Lucjan di 1 7, partigiano
l'Istria. Da qui l'ordine perentorio di Hitler stesso di ripulire dalle »bande«
l'Istria con l'impiego di ingenti forze del comando del >>Gruppo d'armate SAVRON Slavko
B« dislocato sul Garda. Il piano delle operazioni militari viene preparato TRIPAR Zenon di 46 anni.

lO 11
La lapide nel cimiteri di Gradin riporta un elenco di nomi ancor più meno giovani, di KoromaCi, Sirci, Zrnjovec, Abitanti e Gradin che entra­
lungo. Il 3 ottobre sono stati fucilati o uccisi in combattimento: ,no nei partigiani vanno ad incrementare gli organici della brigate della 18
e della 15 Divisione del VII Korpus e dei Distaccamenti (Odred).
BUZECAN Anton di 19 anni e Silvo di 18
JAKAC Anton In questa parte dell'Istria operano soltanto nuclei di partigiani del VOS
JUGOVAC Ivan di 21 anno (Varnostna obvescevalna sluzba - Servizio di sicurezza e informazioni)
e un battaglione, il 3°, dell'Istrski odred. Si tratta del battaglione di parti­
MARKEZIC Rudi
giani italiani che ha preso il nome di Battaglione Zol per onorare la
MAKOVAC Herman memoria del comandante della Brigata Triestina dell'Istria, Giovanni Zol,
PERIC: Albin di 30, Marija di 16, Joze di 51, Ivan di 42 caduto a Mune il 7 novembre del 1943. Nei messi invernali questi nuclei
SAVLE Anton di 35 'J
1
SAVRON: Ales di 43, Albert, Matej di 41, Lino di 20" Joze di 22, Rudolf
di 38, Silvan di l 7, Marij di 18 e Viktor di 36 anni,

abitanti dei villaggi di Gradin, Abitanti, Brezovica, Sirci. Vi sono poi


i nomi di

BONIVENTO Giuseppe
CASCIANELLI Mario
. COLAJACOMO Orlando
DALNIN Lino
POCKAJ Gaspar
SABADIN Glauco
VIZINTIN Jeremija

provenienti da altri luoghi, alcuni ex militari dell'esercito passati con


partigiani.

La spietata repressione disorienta e demoralizza la gente. Inoltre i tede­


schi vi hanno disposto presidi e postazioni, servendosi anche dei collabo­
razionisti repubblichini, rendendo rischioso il lavoro degli attivisti politici
e dei nuclei partigiani ricostituiti nel territorio. Ma con una attività in­
sistente, capillare, selettiva, riprendono vita le cellule del partito e gli
attivi dell'OF. In molti villaggi si aprono scuole »partigiane«, slovene.
Cosi a Gradin si tiene per diversi mesi l'insegnamento sotto la guida
di Fetra Buzecan.

I comitati riprendono gradualmente le loro funzioni: raccolta di aiuti per


i partigiani, controllo del terreno per impedire che si instauri l'autorità
dell'occupatore, che non si paghino tasse e tributi, che non si porti fuori
dal territorio derrate e prodotti, reclutamento di volontari, assistenza
alle famigli bisognos , aiuto nei lavori dei campi alle famiglie rimaste .l
senza forza lav ro, attività di propaganda e informazione. Nel terreno
operano soltanto pie oli nu l i di partigiani armati. I nuovi r clutati
vengono avviati all f rmazi ni p rti ian n ll'int rn d lla Slov nia,
n i Brkini, n lla N tranj k n lla l nj k . C i i vani, ma an h Lapide ai caduti nel cimitero di Hrvoji

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partigiani svolgono una intensa attività con agguati lungo le vie di co­
municazione e con colpi di mano e azioni di sabotaggio. La presenza di
questi gruppi a ridosso dei presidi è molto importante perchè mantiene
viva tutta l'attività dell'antifascismo nelle città e procura ai comandi
superiori e quindi agli alleati numerose preziose informazioni sulle opere
di difesa e la disposizione delle truppe tedesche nel territorio. Le condi­
zioni del terreno non consentono la formazione di reparti partigiani con­
sistenti in questa parte dell'Istrìa e ne fa un'amara esperienza anche il
battaglione >>G.Zol« che viene riorganizzato dopo che il suo organico era
cresciuto oltre i limiti ragionevoli con l'inclusione di molti giovani volon­
tari sloveni. Nel 3° battaglione dell'Istrski odred si costituisce una com­
pagnia di partigiani italiani al comando di Stelio Fontanot e con Ennio
Agostini commissario politico, che viene coinvolta in un rastrellamento
nel settore Truske-Trebese e subisce gravi perdite. Cade anche il vice­
commissario, il giovane studente Fulvio Lazzarini. I superstiti della com­
pagnia vengono trasferiti in Carso, al Battaglione d'Assalto Triestino,
ma, prima di congiungersi con quel reparto di partigiani italiani, subisco­
no altre perdite nel proditorio attacco dei tedeschi nella dolina nei pressi
del villaggio di Temenica.

Il settore oggetto della nostra indagine non presenta, nei mesi invernati,
fatti e avvenimenti di rilievo. Fuori dal raggio delle vie di comunicazione
più importanti, inadeguato per lo stanzamento di reparti partigiani, vede
solo movimenti di pattuglie ed è toccato marginalemtne da rastrellamenti
o offensive nemiche. Ma molto intenso è il lavoro politico-organizzativo
e a primavera inizia un forte reclutamento per le brigate partigiane,
Veduta del settore di confina sloveno-croata fra Hrvoji e Kuéibreg
particolarmente del VII Korpus. La mobilitazione decretata dal Comando
�!enerale del movimento di liberazione della Slovenia viene effettuata dal
Komando Mesta Koper - cioè il Comando piazza di Capodistria - che
opera, con successo in tutto il territorio dell'Istria, slovena, fin ai centri
della costa. Nel mese di maggio viene costituito il battaglione Alma Vi­ Comandante della 2a Mario Santin-Walter con commissario politico Dario
vada. È un reparto autonomo della 14 Brigata d'Assalto Garibaldi Trieste, Robba-Gazzella; comandante della 3a compagnia Ponziano Hrvatin-Mirko
concepito negli accordi fra il Comando del Corpo Volontari della Libertà con commissario politic� Mario Lukac-Viljem. Nel comando operativo ci
.
ed il IX Korpus con compiti di reclutamento e di guerriglia. È l'unica .sono esperti combattenti come Ercole Depangher Giovanni Viola-Isak e
'
formazione di partigiani italiani che porti il nome di una donna, quello Ivan Cac-Bill.
di una compagna, caduta in uno scontro a fuoco con una pattuglia di ca­
rabinieri a Trieste, il 28 giugno 1943. Con un battaglione dell'Istrski odred, i reparti del Komando mesta e i nu­
clei del VOS (poi VDV) costituisce quel piccolo esercito partigiano che
op era, con successo, in questa parte dell'Istria. Preocupati dell'attività
È composto in prevalenza da operai del rione di Muggia, gapisti ed attivi­
d1 questi reparti partigiani i tedeschi organizzano in estate un forte rastrel­
sti di Unità operaia nelle fabbriche che devono passare alla clandestinità.
lamento, un'offensiva rapida, incisiva, deniminata >>Prien«. È una tattica
È ricordato spesso anche con il nome di >>battaglione Cicogna« dal nome
nuova, studiata appositamente per le caratteristiche del terreno in !stria:
di battaglia del suo comandante Mario Tul-Cicogna. Francesco Gasperini­
attaccare conte r:npora?ean:ente da diverse basi di paetenza con gruppi
Buck è commissario politico. Paolo Zaccaria-Zaro vicecomandante del bat­ . . .
selezwnati, ben 1strmti ed mformati della situazione.
taglione.
L'operazione >>Prien«, dettagliatamente descritta da Maks Zadnik
nella
Comandante della la-compagnia è Mario Frausin-Nanos con commissario t ria dell'Istrski odred, costringe la Alma Vivoda a lasciare
le basi ini­
politico Giovanni Tiepolo-Athos. ziali, a ridosso di Muggia, e portarsi all'interno, nel settore di GraCisce
-

14
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Gradin. Anche il nostro settore viene toccato da questa sortita improvvisa nell'organizzazione dei combattenti della lotta di liberazione che vi risie­
dei tedeschi e fra Hrvoji e Semi vengono uccisi quattro civili e distrutto dono attualmente sono 45, ma si sà che molti si sono trasferiti subito
un magazzino partigiano. dopo la liberazione nei centri della costa, da Ancarano a Sicciole, per oc­
cuparsi nelle fabbriche e nelle aziende agricole.
L'attività politica nei mesi estivi raggiunge l'apice della mobilitazione
generale del vasto fronte antifascista, de� movimento cioè di liberazione, Riprendendo il nostro itinerario ci portiamo al cimitero di Hrvoji. Anche
con l'elezione dei Comitati di Liberazione Nazionale (NOO). Vengono de­ questo villaggio, caratteristico di questa parte dell'Istria, risente dell'ab­
finiti i nuovi distretti e nell'interno di questi i comitati locali (KNOO). bandono di molti suoi abitanti e molte case sono in rapido e grave deca­
Il nostro settore fa parte del distretto >>istriano<< che abbraccia il territorio dimento. Ma la maggiore lacerazione del paese e di tutto l'ambiente è do­
fra Mavraz, Gracisce, Gradin, Pregara e Topolovec. A Brezovica le elezioni vuta al vuoto lasciato dal campanile, abbattuto dai fulmini. Costituiva un
del primo comitato locale avvengono ai primi di agosto e viene eletto elemento paseaggistico importante, un punto di orientamento visibile da
a presidente il compagno Anton Mikolie con Viktor Mikolie segretario lontano, paragonabile al campanile di Zrenja (Stridone) sul versante op­
e Stefan Savron di Kortine, Ferie Viktor di Abitanti e Ferie Andrej re­ posto, sopra Pietrapelosa. La gente non si rassegna a questa mutilazione
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ferenti. ed è disposta ad una nuova autotassazione per ricostruirlo come fecero
i loro vecchi che lo misero su con i contributi dalla vendita del fagioli.
A Gradin la presidenza del Comitato locale è affidata a Ivan Buzeean È da augurarsi che quel troncone di campanile, conservato soltanto alla
con Ivan PavliS . segretario e Avgust Pavlie di Pavliei, Peter Savron base, non più alto del portale della chiesa - costruita o rifatta nel 1791,
e Peter Pavlie referenti. come indica la scritta sull'architrave - ritorni presto ad essere un ricordo
e l'opera intera restaurata a dovere.
A Topolovec il presidente del comitato locale è Joze Savle, segretario
è Anton Zankolie, referenti Ivan Savle-Zenon, Ivan Savron e Martin Il cimitaro, in vetta al colle fuori dal paese, è tenuto bene e le molte lapidi
Bernbie. recenti testimoniano dell'attaccamento della gente di qui al paese d'origi­
ne. I nomi, sulle tombe, sono quelli di duecento anni fa, dei Bembic,
A Zrnjovec presidente Ivan Radin, segretario Marij Radin, referenti Savron, Bonazza, Kocjaneie, Boskin, Skerlie ... Dal lato settentrionale,
Ernest MarkeZie, Anton Radin e Peter Markezie. al centro, un blocco di marmo, fra il verde riporta una breve dedica,
in lingua slovena:

Il settore delega all'assemblea del distretto Pio Savle-Miro, Katarina 1941- 1945
Savle e Peter Pavlie. Nell'essecutivo del Comitato distrettuale, presieduto
A RICORDO DI 120 COMPAGNI CADUTI PER LA LIBERTÀ
da Gabrijel Rozic-Tomaz figurano fra gli altri Erminja Buzeean-Zlata,
Mirko Pavlie-Ciril, Pio Savle-Miro e Ljubica Markezie Savle-Cvetka. e quattro versi che tradotti suonano:
Giudice popolare, eletto dall'assemblea distrettuale, è, fra gli altri, Kata­
rina Savle. QUESTI, CHE RIPOSAN QUI, SON CADUTI PER NOI
COL PENSIERO RIVOLTO A GIORNI PIÙ BELLI
Nello stesso periodo, in attuazione di una disposizione dello SNOS, (Svet E IL SEME FECONDATO DAL LORO SANGUE
.
Narodne Osvoboditve Slovenije - Consiglio di Liberazione Nazwnale HA FATTO SBOCCIARE COME FIORE UN'ERA NUOVA
della Slovenia) il governo cioè espresso dai delegati popolari del movi­
RIPAGANDO MILLE VOLTE IL LORO SACRIFICIO.
mento di liberazione, vengono prescelti i dirigenti della Difesa popolare
(Narodna zaseita) come guardia armata dei Comitati di LN locali e distret­
Indubbiamente un tributo di sangue molto elevato considerando che il
tuali. A Brezovica l'organizzazione della Difesa popolare è affidata a An­ territorio non aveva, durante la lotta, •rilevanza strategica. D'altra parte
ton Mikolie e, dopo il suo arresto in dicembre, a Peter Ferie, a Gradin abbiamo constatato che offensive e rastrellamenti da queste parti non
a Stefan Savron, a Topolovec a Ivan Savle-Zenon. Molti nomi si ripetono ne furono molti. >>Sono venuti tre o quattro volte - dicono le due donne
nelle funzioni perchè la maggioranza degli uomini è nelle formazioni par­ che abitano a Skrliéi - ma erano sempre in tanti, con carri, cannoni e
tigiane in Slovenia e, come si saprà più tardi, nelle formazioni partigiane sparavano che pareva la fine del mondo<<. Da queste testimonianze
d'Oltremare dove sono confluiti, prima nella base di Bari e Gravina, e dalla date riportate su lapidi e monumenti si deduce che vi furono
numerosi ex soldati rimasti a sud di Cassino o fatti prigionieri dagli allea­ delle date particolarmente >>nere<<, degli avvenimenti in cui le vittime
ti. Complessivamente questi villaggi hanno dato alla Lotta di Liberazione furono elevate. E dopo il 3 ottobre 1943 troviamo infatti i funesti giorni
ben 51' caduti o morti nei campi di concentramento nazisti. Gli associati del novembre 1944.

16 17
I COMBATTIMENTI NEL NOVEMBRE 1943

Ai primi di novembre giunge nel settore la II Brigata della 43 Divisione


Istriana. È una brigata partigiana prestigiosa che si è fatta molto onore
nelle dure battaglie, a fianco della gemella brigata ••Vladimir Gortan«, nel
Gorski kotar. È venuta in !stria con una marcia che voleva essere quasi
dimostrativa della presenza partigiana nella penisola, come di sfida ai
numerosi presidi nazi-fascisti. Al suo passaggio, nelle varie località del­
l'interno, aveva svolto un notevole reclutamento di nuove forze. »Aveva­
mo anche il compito - testimonia il maggior-generale Milan Klobas,
allora funzionario della brigata - di attacare dall'interno i presidi lun­
go la costa nell'eventualità di uno sbarco alleato di cui si parlava. Inoltre
dovevamo stabilire rapporti più stretti con le formazioni partigiane slo­
vene e con il battaglione »Cicogna«. Sapevamo di questo reparto parti­
giano italiano, che collaborava con i nostri gruppi nel buiese, e deside­
ravamo conoscerci meglio dato che nella nostra divisione avevamo il
battaglione italiano »Pino Budicin«.

Come negli altri paesi attraversati anche nel nostro settore la II Brigata
della 43 Divisione viene accolta dalla popolazione con vero entusiasmo
e molta gente assiste ai »meeting« organizzati nei paesi in cui si sono
acquartierati i reparti da Topolovec a Gradin, Abitanti e oltre.

Naturalmente la presenza di una formazione così consistente ed orga­


nizzata di oltre 600 combattenti, che si spostava con cavalli e salmerie,
non può sfuggire all'osservazione dei presidi tedeschi, che decidono in­
fine di passare all'attacco. L'offensiva è concepita sull'esempio dell'ope­
razione »Prien«, con colonne che muovono da varie basi di partenza,
rapide, accerchianti. Il 4 novembre, quando viene dato l'allarme, la
brigata si trova praticamente accerchiata nel settore. I reparti per sgan­
ciarsi sono costretti a durissimi combattimenti talvolta contro due e tre
linee di sbarramento. Determinante è il contributo del reparto della
brigata che si è attestato nel settore di Stara Mandarina e il bosco di Slo­
vinjak. Lo attesta la lapide nell'abitato di Skrliéi con una dedica dello
scrittore croato Juri Kastelan. Tradotta dice:

SU QUESTI COLLI, ALLA VIGILIA DELLA LIBERAZIONE,


NEL MESE DI NOVEMBRE 1944, SONO CADUTI 18 COMBATTENTI
DELLA 43 DIVISIONE ISTRIANA. SONO CADUTI COMBATTENDO
PER PROTEGGERE E CONSENTIRE ALLA LORO II BRIGATA DI
SALVARSI DALL'ATTACCO DEI TEDESCHI E DEI FASCISTI
ITALIANI.

In pqche righe, senza retorica, è tramandata ai posteri una pagina dolo­


rosa ed eroica insieme della storia di questa formazione e degli avveni­
Lapide ai caduti nel cimitero di Gradin
menti di questo territorio.

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Mentre tedeschi e fascisti rientrando alle loro basi si portano dietro i lo­
ro morti, parecchi, l'opera pietosa di raccogliere i partigiani rimasti sul 7 ,30, le staffette comunicano che i tedeschi sono già a Hrvoji, pratica­
terreno, viene affidata ai referenti dei comitati locali. Le salme vengono mente già a portata di tiro sopra le postazioni del comando battaglione.
tumulate in una fossa comune nel cimitero di Hrvoji. In massima parte Il comandante Zaro prende le misure necessarie per difendere le posizio­
sono giovani che la gente di qui no . n conosce, che sarà difficile ident�­ ni e consentire al grosso di scendere a vale. È troppo tardi. I tedeschi
ficare perchè privi di documenti e spesso gravemente sfigurati. Solo hanno individuato la posizione, molto infelice, nell'avvallamento, del
pochi, dopo la liberazione, verranno traslati nei cimiteri dei loro paesi rep::1rto e lo hanno circondato. Quando aprono il fuoco ogni resistenza
di residenza. risulta impossibile anche perchè il comandante Zaro è stato colpito alla
prima raffic::1 ed è caduto con il petto squarciato da una pallottola dum­
Nel settore in cui si svolgono i combattimenti contro la II Brigata si dum. Nello sbandamento molti uomini vanno a finire direttamente nelle
trovano quel giorno an.che i reparti del Komando mesta Koper e del mani degli aggressori appostati su tutte le piste ed i sentieri. Sul terreno,
battaglione Alma Vivoda. Sia perchè appostati ai margini del settore con il comandante Zaro rimangono Ferruccio Balbi-Ljubo, giovanissimo,
investito, sia perchè meno numerose queste due formazioni riescono Fortunato Rozzo-Tempesta, Sergio Tossi-Nicki, Giovanni Pecchiari-Ma­
a sottrarsi all'attacco e a uscirne senza perdite. Solamente alcune pattu­ rio, due dei malati di tifo, Nereo Parovel-Stefano e Giovanni Pecchiari­
glie della Vivoda in ricognizione di sicurezza sono coinvolte nei combat­ Branko e due partigiani appartenenti al Com::1ndo piazza di Buie. L'ele­
timenti e subiscono perdite. Cadono il quindicenne Oreste Pecaric ed il vato numero di prigionieri, 47, dimostra le precarie condizioni, fisiche
dicianovenne Aldo Cergol di Skofije e altri tre partigiani del battaglione e morali, degli uomini. È un colpo molto grave per l'>>Alma Vivoda«,
italiano. praticamente la sua fine. I superstiti rientreranno alle loro case e ope­
reranno con i gruppi GAP, alcuni si aggregano ai rep::1rti sloveni, il
Gli avvenimenti del 4 novembre risultano di grave effetto sul morale Komanda mesta e il reparto della Marina partigiana che si è costituito
dei combattenti del battaglione Alma Vivoda. Il terreno divenuto infido da poco in Istria. Anche i caduti della formazione italiana vengono tumu­
accentua le fatiche accumulate in tante marcie. Si manifestano anche lati nel cimitero di Hrvoji e saranno traslati dopo la liberazione. Tre
casi di tifo, il cibo è scarso, le notti all'aperto con i primi freddi, un sono dunque le date nefaste della lotta di liberazione in questo territo­
tormento. Al comando e nei reparti si svolgono consultazioni. Bisogna rio: il 3 ottobre 1943, il 4 ed il 25 novembre 1944. Le lapidi ed i monu­
decidere se tener conto o meno del consiglio - ma è quasi un ordine, menti testimoniano che i caduti in altre operazioni sono rari. Il blocco
- del comando del VII Korpus, di spostare il grosso del reparto in zona di marmo nel cimitero di Hrvoje, che gli anni coprono di una sottile
arretrata, nei Brkini. Molti non se la sentono di intraprendere una marcia patina grigia, li accomuna tutti, 120, ma forse più, diversi ancora senza
così lunga e faticosa. Giungono dal settore di Muggia Ivan Cac-Bill ed un nome, sfortunati compagni di origine slovena, croata ed italiana che
il medico Aldo So�a-Toni per chiarire la situazione. Il dottor Toni con­ hanno sacrificato la loro vita perseguendo l'ideale della libertà, della
stata il cattivo stato di salute del comandante Mario Tul-Cicogna e lo fratellanza, del progresso.
fa ricoverare in una infermeria partigiana. Il comando viene così rior­
ganizzato perchè anche il commissario politico, Vittorio Pockaj-Massimo, I vivi li ricordano ancora. Vengono qui ogni anno, il novembre, e con
assume nuove funzioni. Nuovo comandante è· Paolo Zaccaria-Zaro, com­ loro i giovani. Si raccolgono davanti alla tomba e poi davanti al monu­
missario politico Francesco Gasperini-Buch, vice-comandante Mario mento sul colle di Skorliéi, con le bandiere e le corone. Sono sloveni,
Frausin-Nanos, vice-commissario Dario Robba-Gazzella. Dopo alcune croati ed italiani, del capodistriano, del buiese, di Muggia e di Trieste.
operazioni in territorio del Komando mesta di Buie il battaglione rientra E la gente dei villaggi vicini si unisce a loro. Senza rituali convenzionali
nel settore di Topolovec senza una chiara decisione sul comportamento rinnovano un impegno, sincero, che fu dei partigiani caduti: impegno di
da tenere. Il comando con la prima compagnia ed i servizi si sistema lottare contro tutte le oppressioni, per la libertà e la fraterna conviven­
in un avvallamento sotto Topolovec. Si unisce loro anche un gruppo di za delle genti delle tre nazionalità di queste terre, per la pace nel mondo.
partigiani del Komanda mesta Buie. La seconda compagnia scende la
vallata del Dragogna e si attesta sulla destra del fiume, sotto il villaggio
di Labor. La terza compagnia, in attesa di passare la Dragogna, si sistema
nei rilievi non lontano da Kuéibreg. La sera del 24 novembre il comando
di battaglione riceve l'informazione che i tedeschi del nuovo presidio
di Truske stanno preparando un rastrellamento. Discutono se sia oppor­
tuno spostare tutta la formazione oltre il Dragogna, nella zona di Borst.
Prevale, l'opinione di rimanere rafforzando le misure di sicurezza, come
attesta una dichiarazione del commissario politico Gasperini compilata
subito dopo gli avvenimenti in parola. L'indomani, 25 novembre, alle

21.
Edito dal Consiglio per la storia della LLN
preso il Museo regionale di Capodistria
e dal Istituto di Ricerche storiche di Rovigno
in collaborazione con
l'Unione Associazioni dei Combattenti della LLN
[per i Comuni Costieri - çapodistria
l'Unione Associazione Combattenti LLN
del comune di Buje
la Sezione dell'ANPI di Muggia

Stampata nella tipografia Jadran di Capodistria


in 500 copie, novembre 1984

Design: MAK Capodistria

Incontro tradizionale al monumento nel 1982

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