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THE
UNIVERSITY
O E CHI CACO
ILIBRARY
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ATTI DELL'ACCADEMIA
DEL
R ISTITT() MISICALE
DI
FIRENZE
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ANNO UNIDECIMO
FIRENZE,
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41873,
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A
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OF CHICAGO
LIBRARY
ATTI DELL'ACCADEMIA
DEL
DI FIRENZE
PR00ESS0) VERBALE
DELLA
DE CHAMPs ETToRE
Enl
– li –
V. Il Presidente
IL. F. CASAMORATA.
EMIILIO CIANCHI
Segretario.
L'Adunanza cui si riferisce il presente verbale doveva regolarmente tenersi alla fine del
l'anno accademico 1871-1872, ma per varie ragioni amministrative dovè pretrarsi al giorno
sopra notato.
RELAZIONE
DEL SEGRETARIO
-----–
Il Segretario
E. CIANCHI.
MEMORIA
LETTA
(1) Era Domenico Cimarosa nel 1785 in Torino per porre sulle scene
di quel Regio Teatro il suo Vladimiro. Volendo il Re intervenire alla prima
recita, la sera della prova generale si presentò al teatro secondo il costume
un regio ciambellano per minutare l' opera. Voleva la prammatica che li
spettacoli teatrali presente il Re non eccedessero una prestabilita durata.
L'ufficiale incaricato della minutazione, segnava sopra un registro la durata
in minuti di ogni pezzo dell' opera, e dalla somma dei minuti delle durate
parziali deduceva la durata totale dello spettacolo. ll resultato dell' opera
zione dimostrò nel nostro caso un eccesso di cinque minuti sulla durata
normale : invito pertanto al maestro di sopprimere per cinque minuti di
– 20 --
musica; suo categorico rifiuto; ricorso al Re, il quale in vista della valentìa
e della gran fama del maestro, concesse venia per gl'incriminati cinque mi
nuti. L'opera andò in scena ed ottenne il pubblico favore.
Esaurito il suo impegno, il Cimarosa si recò alla udienza del Re per
prendere da esso commiato Accolto benignamente, n'ebbe calda esortazione
di proceder con cura per prevenire cattivi incontri nel suo viaggio; a che
il faceto maestro rispose: che i ladri ci avrebbero ben pensato prima di
darsi l'incomodo di aggredirlo: se non volessero prendermi i cinque minuti
benignamente regalatimi dalla M. V. proseguì egli, non saprei per vero cosa
mi avessero a rubare.
– 21 – -
LETTA
--- "'
__ -–
CHIARISSIMI COLLEGHI !
(1) Il manicomio fiorentino si chiama Bonifazio dal nome del suo fondatore.
– 31 –
– 47 –
– 59 –
A. KRAUS.
---------2Ssrt------
I MAESTRI ESORDIENTI
ED
SIGNORI !
L. F. CAsAMoRATA.
APPEN DI CE.
ISTITIT() MISICALE
E' I FR 1E IN Z E
------------
ANN0 DUODECIM0.
FIRENZE,
STABILIMENTO DI GIUSEPPE CIVELLI
Via Panicale, N. 39
1874,
ATTI DEI L'ACCADEMIA
IDEI,
PR()(ESS) VERBALE
1) E., A
V. Il Presidente
L. F. CASAMORATA.
Il Segretario
EMILIO CIANCHI.
DEL, SEGRETARIO
-------------
a
beer, ed un secondo in una cantata dal titolo Armida,
eseguita nel 1868 con plausi sulle scene della Pergola.
Il Taddeucci appena uscito dal nostro Regio Istituto,
giovanissimo ancora, divenne il pianista gradito e ricer
cato dalla migliore società fiorentina, per la elegante e
fina interpetrazione della buona musica per pianoforte,
non meno che per le doti dell'animo suo colto e gentile.
Intraprese egli vari viaggi all'estero, levando bel nome
di se come pianista in Egitto ove recossi per due volte,
in Germania, e nelle principali città Italiane; e l'Acca
demia nostra, sensibile a tali lusinghiere dimostrazioni
fatte ad un antico alunno del Regio Istituto Musicale,
con deliberazione del 19 novembre 1871 lo ascrisse nel
l'albo dei suoi soci onorari.
Avendo sortito gracilissima costituzione fisica, il Tad
deucci portava dalla nascita il germe di quella tubercolosi
la quale dovea rapirlo così immaturamente all'arte ed al
l'amore dei suoi. Poco dopo aver contratte auspicatis
sime nozze con distinta donzella nizzarda, tornato in
Firenze, tutto intento alla composizione di un' opera
melodrammatica della quale egli stesso avea immaginato
l'argomento, la salute gli deperì rapidamente, finchè
nella notte del 21 marzo 1873 la sua vita si spense, in
mezzo al pianto della desolata e giovanissima sposa, dei
genitori, e dei numerosi suoi amici.
Il Segretario
EMILIO CIANCHI.
-=---------
SIGNORI,
/
/
– 4l –
GIULIO ROBERTI.
5
DELL'INSEGNAMENT0 PRIVAT0 DEL PIANOFORTE
ETTORE DE-CHAMps.
IL FIAT E I SI MODERNI PEREINMENI
GIULIO BRICCIALDI.
DELLA VITA
| N° ll li li ti illi
E DELLA ORIGINE DEL PIANOFORTE
CENI STORICI
- - - - - - . . il pianoforte
Quà in riva all'Arno per le cure industri
Del Padovan Cristofoli sen nasce,
E vagato oltra il mare ed oltra i monti
a ritorno all'Italia, che dimentica
Delle glorie natie, dono lo crede
IDel britanno, del gallo e del germano.
G. B. DALL'OGLIO : La Musica, Poemetto.
Modena, 1794 in-8”, c. 52.
1711
1716
(a) V. Kraus, L. c,
– l22 –
LETo PULITI.
----«é--
NOTE
(1) Si narra in una cronaca della sua vita, che si conserva ine
dita nell'Archivio Mediceo, che allorquando nell'anno 166l stavasi
preparando al teatro della Pergola il dramma del dottor Moniglia
Ercole in Tebe, per festeggiare le sue nozze con la Principessa
Margherita D'Orleans, abbandonandone tutta la cura ad Jacopo
Melani e a Gio. Ant. Boretti compositori della musica, egli ricisa
mente dichiarasse loro che « non si voleva mai impacciare nè
coi musici nè colla musica. »
(2) Il Principe Ferdinando fu sommamente caritatevole. Egli
soleva dire: «Tutti siamo al mondo per far bene al prossimo, »
e fermo in questo principio eminentemente cristiano, fu in ogni
tempo studioso di alleviare, secondo che il poteva, la miseria del
popolo, oppresso dal barbaro fanatismo religioso del padre. È noto
che il Granduca Cosimo III estorceva al pubblico erario ed al po
polo enormi somme per istituire sontuosi conventi di frati e di
monache, e per assegnar pensioni ai neofiti d'ogni paese del mondo.
Ad alimentare questa insana vanità egli aveva istituita una de
putazione speciale con l'incarico di trovare nuovi titoli per nuovi
gravami. La deputazione non risparmiò dal contributo neppure
gli asini e le parrucche. Onde fu burlescamente chiamata. La Con
gregazione dello Stillo, per le pensioni sul credo. Dicevasi del
Granduca ch' ei sarabbe morto con un balzello in corpo; e fu vero.
Il popolo conoscendo le generose disposizioni del Granprincipe lo
ricambiava d' immenso amore, e lo teneva siccome l'uomo desti
nato da Dio a risanare le piaghe della patria e a far rifulgere
l'avito trono con lo splendore della sua gloria e della sua virtù.
– l26 –
(15) Händel ricevè dal Principe in premio della sua opera cento
zecchini e un servito di porcellana. Prima di ritornare in Germa
nia Händel si portò a Venezia ed a Roma. Nella prima città scrisse
l' Agrippina opera che ebbe un esito d' entusiasmo e 27 repliche;
nella seconda la cantata Il trionfo del tempo.
(16) Le parole dei drammi che vennero rappresentati nel teatro
di Pratolino furono scritte più di sovente dai dottori Cosimo Vil
lifranchi di Volterra, Giovanni Andrea Moniglia di Firenze e An
tonio Salvi di Lucignano tutti e tre addetti al servizio medico
della Corte granducale, e talvolta da Matteo Noris di Venezia e
da Silvio Stampiglia poeta cesareo alla Corte di Vienna.
(17) Cecchino e la Bombace suoi favoriti, il Canavese, Graziani,
Matteuccio, la Tilla, la Lisi, la Carrò, la Reggiana e il Todeschino
e Sousier tiorbisti erano tra i virtuosi stipendiati dal Principe,
quelli che più di frequente gli erano richiesti, sia dal Duca di
Mantova pei suoi Oratori della Quaresima, sia dai Duchi di Parma
e di Modena pei teatri di Piacenza e di Reggio in occasione delle
fiere di primavera, sia per il teatro del marchese Obizi a Padova,
– l29 –
per il Regio di Milano, pel Capranica a Roma, pel teatro del mar
chese Decio Fontanelli a Modena, per quello del marchese Luca
Giustiniani a Genova e del marchese Grassi a Bologna, sia infine
pei famosi teatri Grimani di S. Giov. Grisostomo e di S. Luca, e
per quelli di S. Cassiano e di S. Angelo di Francesco Tron a Ve–
mezia. D' altra parte, nel copioso numero di cantanti e di canta
trici da lui chiamati a cantare pei teatri di Pratolino, della Per
gola o di Livorno, coloro che il Principe Ferdinando soleva a
preferenza ricercare furono : la Vienna, la Mignatta, la Romfana,
Siface, Luigino, il Cortona, il Pasi, il Ferrini, il Cortoncino, il Bo
rosini.
C18) Mancano a me i dati per potere determinare con precisione
l' epoca nella quale il Cristofori trasferì la sua dimora da Padova
a Firenze. Erra però evidentemente, a mio avviso il signor Pie
trucci (a) quando dice: « nato il pianoforte, il quale destata la
» meraviglia dell' Italia elevò il nome del Cristofoli al livello dei
» più illustri inventori, questi, invitato nel l7 ll dal Granduca di
» Toscana, passò in Firenze ad erigervi un grandioso laboratorio. »
Offrono prova di questo errore di data le parole stesse del mar
chese Scipione Maffei, unico scrittore contemporaneo del Cristo
fori e personalmente conoscente di lui, che abbia parlato di que
sto artefice. Da quanto egli ne riferisce, si può con tutta certezza
dedurre che il Cristofori era già stabilito in Firenze avanti l'anno
1709 almeno. Vi ha inoltre un' altra circostanza meritevole di con
siderazione che m' induce a ritenere molto anteriore il trasferi
mento del cimbalaro padovano a Firenze. Eccola. In tutto il car
teggio del Principe, che si compone di meglio che 20.000 lettere,
tutte da me esaminate, non una ne trovai di corrispondenza tra
lui ed il Cristofori sia diretta, sia indiretta mediante i suoi agenti
o i suoi corrispondenti ordinari. Una sola volta mi è occorso di
incontrarvi il nome del Cristofori ; nella lettera cioè, che Roberto
Papafava commissario di viveri nell' armata veneta scriveva al
Principe dal Lido nei 30 maggio 1693, riportata al n. IV dell'al
legato A. Il Papafava annunziando ivi al Principe che la signora
Laura Spada (da lui richiesta per il servizio del teatro di Livorno)
abbandonato ogni altro trattato si consagra tutta ai di lui riveriti
comandi, soggiunge queste testuali parole : in consonanza di
quanto per nome di V. A. mi scrive Bartolo Cristoffoli. Questo
Roberto Papafava è ricordato nel testamento di Bartolommeo
(a) Vedi Biografia degli Artisti Padovani di Napoleone Pietrucci. Padova, 1859, pag. 88.
O
– l30 –
» gli arnesi, ferri o ferramenti ecc. che era solito servirsi detto
» testatore nel fare cimbali o altri strumenti ecc. » non che i
crediti che aveva con diversi particolari per assettature di cim
bali ecc. Nè trovansi confermate nel secondo testamento le di
disposizioni espresse nel primo rispetto alla dotazione di due po
vere fanciulle della parrocchia con lire 50 per cadauna, e ad un
legato di 2 ruspi a G. Gualberto Forini.
(21) Anche il nome di questo abile strumentaio non comparisce
sui libri dell'Università dei fabbricanti.
(22) Debbo alla gentilezza del signor Giuseppe Buonamici chia
rissimo pianista nostro concittadino, la comunicazione di questo
importante articolo che trascrisse egli stesso dalla citata opera,
nella R. Biblioteca musicale di Monaco di Baviera.
-9-------
ALLEGATO
A.
LETTERE
Filza 5876
N0 194,
SEREN, ALTEZZA
II.
Figag 5877
No 314
Suo Amorevole
IL PRINCIPE DI TosCANA.
III.
Filza 5877
No 266
SEREN. ALTEZZA
Con l'aiuto del mio Sig. Giesù Christo e della sua Sma Passione
ho terminato non già di comporre ma di scomporre li ventisette
responsorij delle tre sere della settimana santa, et il Miserere
che V. A. S. mi comandò; e sò bene che V. A. S. non vedrà nè
sentirà cosa di buono, almeno so di certo vi scorgerà una buona
fatiga: domani piacendo al Sigre darò principio a servir V. A. S.
di copiarli; et essendovi delle note pure assai per essere piene
sei cartelle grandi di tutta pelle e quattro mezzane assai grandi
stimo con l' aiuto del mio Sig e di levare il tempo al sonno di
haver terminato anche il copiarli circa al principio della settimana
di Passione che potrà essere a mio credere circa li 2 ovvero
alli3 del prossimo mese di Aprile che sarebbe appunto il Martedì
di Passione: onde per essere queste composizioni i proprj origi
nali e di gran gelosia sì per essere cosa che s'invia a V. A. S.,
come anche per essere materia di gran premura per la gran fa
tiga che vi ho fatto, supplico V. A. S. acciò io possi essere sicu
– l40 –
IV.
Figa 5878
No 268
SERENISS. ALTEZZA
Filza 5884
N° 563
Ascrivo alla cortese volontà della Ptà Vra l' obbligante atten
zione, che ha voluto avere à notificarmi il suo felice ritorno in
cotesta Città; e ne la ringrazio ben di cuore, come degli altri
particolari espressi nella sua carta, sopra de quali passo a signi
ficare a V. Ptà che io applicherei a possedere il lavoro che da lei
si va facendo per risuonar Instromenti o canto d'Uccelli per dodici
ore a forza d' un vento per certa disposizione di vasi immersi
nell'acqua; onde quando la Prtà Vra lo abbia perfezionato me ne
dia avviso, che io le farò poi avanzare quello di come dovrà con
tentarsi nella missione; vorrei però sapere se con questa sua vir
tuosa invenzione potrebbe aversi il canto di qualunque uccello si
brama, che anche di ciò attenderò di udirne il suo sentimento; e
tutto parziale delle sue belle qualità, bramo che mi dia campo di
mostrarle la mia cordiale disposizione per tutte le sue occorrenze,
et auguro in fine a Vra Ptà ogni più vero bene ect.
IL PRINCIPE DI TOSCANA.
– l42 –
VI.
Filza 5884
No 516
A. SER.
VII
Filza 5888
N° 609
ALTEZZA REALE.
VIII.
Filza 589f
N° 502.
ALTEZZA REALE
IX.
Filzag 5903
V° f65.
ALTEZZA REALE.
che abbandoni tutto l'essere che ha per natura. Questa però obum
brata da nuovo spirito, ha potuto con felicità, rare volte ottenuta,
rendermi una tal fecondità di specie nel vestire questo terz'atto,
che quando credevo di maturarne il parto coll'impiego di maggior
tempo, l'ho veduto posto in luce con velocità e senza opposizione
della fantasia, avvezza in me ad accusarne l'idee, l'ho nondimeno
posto in giudicio disappassionatamente avanti me stesso, e ricer
catolo con diligente esame sullo stile, che ha desiderato l'Autor
delle parole e dall'istesso dichiaratomi replicatamente, esser tale
l'amabile volere di V. A. Reale; parmi se non in tutta l'Opera,
almeno in tutto questo Atto terzo, havervi trovato l'adempimento
dell'adorata Legge impostami. Ho potuto nondimeno ingannarmi ;
forse per veemenza di desiderio nel volerla eseguire, ed in quella
forma che potesse incontrare quel benignissimo compatimento che
l'insigne eroico animo di Vostra Reale Altezza, s' è degnato di
concedermi, sol per eccesso d'inimitabile clemenza, che in Lui,
come in proprio trono risiede. Io che ho tutta la confidenza nel
medesimo, mi prendo l'ardire di stendere in sembianza d' olocausto
un breve ristretto della mia intenzione nel portamento della Mu
sica di quest'Opera, che in gererale per gli Antecedenti due Atti,
non havendoli presenti, poco posso dirne, benchè minutamente, e
con tutta distinzione, ne ho data tutta la norma all'Autore delle
parole, dicendo che dove è segnato grave non intendo melanco
nico, dove Andante non presto, ma arioso, dove allegro, non pre
cipitoso, dove allegrissimo, tale che non affanni il Cantante, nè
affoghi le parole, dove andante lento, in forma, che escluda il pa
tetico, ma sia un amoroso vago, che non perda l' arioso; ed in
tutte l' arie nessuna melanconica. Ho avuto sempre la mira nel
comporre l'opera da Teatro, di far il prim'Atto come un Bambino,
che cominci a sciogliere, ma debolmente, il passo Nel secondo, un
giovanetto, che Adulto cammini, ed il terzo, che forte e veloce,
sia un giovane, che ardito intraprenda e superi ogn'impresa. Così
nel Lucio Manlio, opera che mi compisce il numero di ottant' otto
opere sceniche composte in meno di ventitre anni; ed alla quale
avrei voluto darle una Corona, come Reina di tutte l' altre. Se
non ho avuto la virtù da farla tale; ho avuto l'ardire di tentarlo.
Si degni Vostr'Altezza Reale rimirarla Come Sua Vassalla; e come
Donzella, che raminga e priva d' asilo a renderla sicura dagli urti
de scherzi della Fortuna, genufllessa a piedi di Vostr'Altezza Reale,
supplice invochi il forte scudo dell'Alta sua Protezione ed aita,
come a Porto sicuro, dove riposi senza tema d' oltraggio ne pro
celle. Tanto spero e tanto confido onde coll'umiltà del mio cuore;
40
– 146 –
Filza 5903
No 224.
ALTEZZA REALE.
XI.
Fizg 5898
No 502
ALTEZZA REALE
D. MARC'ANToNIo DA PALERMo.
XII.
Figg 5899
No 75
XIII.
Filza 5900 .
No 586
SERENISS,A ALTEZZA
XIV.
Filza 5900
IN° 589
ALTEZZA REALE
XV
Filza 5900
No 67
B,
PROSPETTI
NOTIZIE MUSICALI
Concernenti la vita
---------
– l54 –
Archivio Mediceo
Spogli del Carteggio
DEL Ppe FERDINANDO
Fillze N, 5874 a 5906
MAESTR
che hanno scritto 0pere musica
») » Ancona
X) ») »
» » -
»)
y) X) »)
COMPOSITORI
r il Principe FERDINANDO
1695. Serenata
1689.Atalia (Oratorio) .
1708. Dodici Cantate
1704, Oratorio
1701, Sa. Ma Maddalena
de'Pazzi (Orator.)
1709. Te Deum per la gua
rigione del Prin
cipe .
1701. Le Vittorie di David
e le gelosie di Saul,
(Divertimento mu
sicale)
1704. Alcune Cantate
1705. Alcune Cantate
COINZIEPOSITIOIEVI L0R0 RESIDENZA
X) ») - - -
-
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| Palermo (Da) D. Marc'Antonio . . . . . Palermo
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X) )) » • Arezzo
) y» -. y) - »
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- l57 –
==
» Cantata amorosa .
» Ariette conWmunis. |
l699. Argenide . 1699. Salmo . 1699. Serenata |
l'700. La Madonna della |
------------------
neve (Cantata a 2)
1703. Il Convito d' Assa
lonne (Oratorio)
l’703. Dieci Cantate
l’704. AlcuniDuetti e dieci
Cantate
» Cleopatra. Cant. in
2 p.
» Cantata, col Vcello
» Cantata con V.ni
1704, Oratorio
» Cantata
» Sette Cantate
l708. Duetto per il S. Na
tale . . . . 1708,Serenata a 2 V.nl
1709. Duetto
» Duetto (Baldovini)
» Duetto
– 158 –
» X - - - - - - - - - X)
») » - - - - »)
) y) - - - - - »)
» X) - - X)
X) ) - y)
») » - - - »
y ) - - - - - . . . . l »
» » - - - - - X
» » »
y» » »
» » - »
» » - »
» » - - »
» » - - - - - - »
» ) y)
X » - - »)
X ») •. »)
» ) - - »
=
| MUSICA DRAMMATICA MUSICA SACRA MUSICA DA CAMERA
- - » Duetto pastorale
---------- l705. Mottetto per la (SS.
Annunziata . -
1696. Componimenti
l695. Libri di Musica
l688. Dramma Musicale,
l702. Tributo ecc.
PROFESSORI DI MUSICA
===
11
– l62 –
VIRTUOSI
===
– l63 –
.
.
.
.
.
.
e
.
.
•
Id.
Cantatrice
Cantante
Id.
|
1708 Vienna Mellini (La Vienna). . . . l Cantatrice
-
– l64 –
OPERE MUSICALI
eseguite nel Teatro della R. Villa di Pratolino
per cura del Principe FERDINAND0.
Anno AUTORI
della TIT0L0 DELL'OPERA
Recita della Poesia della Musica
1694 d v )
a dì 30 ottobre)
– l66 –
Depositeria Generale
Cod,403 – Provvisionati 1704
Carte
STRUMENTAI,
Bassilichi Luigi di Gaetano di Giovanni . . 1695
Berti Niccolò di Pier Francesco . . . 1696
Bolcioni Antonio di Stefano di Vincenzo . . . 1663
Bolcioni Stefano di Vincenzo . l634
In via dei Calzolai. Mat. L.27 – (Postilla). Sta alla Posta vecchia.
In via-Calzaioli. Mat. L. 27. Sta a casa in via di Mezzo – (Postilla). A casa da
S. TereSa,
Dal Duomo. Mat. L. 27.
Da' Gesuiti. Mat. L. 27.
Ministro d'Antonio Bolcioni Strumentaio in via de' Servi. Mat. L. 27.
Via dei Servi. Morto senza eredi. Mat. L. 27.
Via dei Servi. Mat. L. 27.
Garzone di Stefano Talvini Buonaccordaio da S. Giovannino. Tassa L. 8.
E3U ONACCORDA
C)RCANISTI,
C-ITARRAI,
L. UTAI.
Dallo Speziale del Cappello. Mat. L. 15, con benefizio degli speziali.
Da San Cristofano. Mat. L. 27, riconosce suo padre.
Fra' Ferravecchi Mat. L. 27.
In contro all'Osteria delle Bertucce. Mat. L. 27.
A' Ricci col benefizio del padre. Mat. L. 7.
In Calimara col benefizio del padre. Mat. L. 7.
Garzone. Tassa L. 8.
Al Canto del Giglio. Mat. L. 27.
Mat. L. 27.
Dall'Osteria del Porco. Mat. 27.
Garzone del Pardini da Mercato. Tassa L. 8.
Garzone di Giovanni Suover. Tassa L. 8.
– l'74 –
INT C) I TE
(b) Maestro Agostino Landi ebbe nel l70l una causa con il Sig. Ru
berto Sgarzi per il prezzo di un cimbalo preteso venduto per
scudi dodici.
(d) Nelle stanze dell'Accademia del Corso dei Tintori, ossia Con
versazione de' Cavalleggeri si metteva in ordine per il Car
nevale del 1690 la Commedia Amore e Politica del Dott. Cos.
Villifranchi. V'intervenne il cimbalaio Sig. Giovanni Pertici
( o Pertichi) chiamato d'ordine del Sig. Domenico Leoni Spe
ziale rappresentante l'Accademia, ad effetto « di fermare il
Cimbalo e pattuire le mercedi per l'imprestatura e l'accor
datura per le dette Commedie ». Da ciò nacque una lite tra
il Pertici ed il Leoni nella quale Anton Cammillo Bini testi
mone in causa affermò che egli disse di voler provare il
Prologo in musica in casa dell'Abate Sagristani acciò non fosse
da alcuno sentito, ed il Leoni si oppose a levare il cimbalo.
ALLEGATO
C.
BARTOLOMME) (RISTOFORI
DA PAD CDVA
e descritto
–----zSS------
GlCRNALE
IN VENEZIA MIDCCXI
ARTICOLO IX
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ALLEGATO
ID.
DOCUMENTI
estratti
FIRENZE
---------
Firenze, li l4 Luglio 1873.
MINISTER0 DE I A CSA DI SM
-==-t’3-------
Padova.
o GGE-Tro
Ed in attesa, che per mio discarieo
Si rimette
una dichiarazione presso il Superiore, Ella si compiaccia
----------------
L'Archivista Generale
FERDINANDO SOLDI.
Illustrissimo
Signor Cav. LETo PULITI
Accademico IResidente
del R. Istituto Musicale di Firenze.
– l88 –
Archivio Generale
----------------
ANTON CITERNI.
N. 2. l713.
– Omissis etc. –
– Omissis etc. –
Li 9 Luglio 1873.
L'Archivista
FERDINANDO SOLDI.
Illustrissimo Signore.
Archivio 6cntrate
No d'Ordine -
Il Signor Reggente il Ministero della
Illustrissimo
Signor Cav. LETo PULITI
Accademico Residente
del R., Istituto Musicale di Firenze.
-- l9l –
Archivio Generale
----------------------
Tre Strumenti simili minori con' due ghiere per ciasch. seg. N.° 69.
Due simili minori senza ghiere. --
Li l3 Agosto 1873.
L'Archivista
FERDINANDO SOLDI.
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mezzane
Si certifica dal sottoscritto, che il presente fac simile venne
lucidato dall'autografo che trovasi nell'Archivio dell'Amministra
zione della Corte Medicea (Filza N° 1241, 2a) sotto l'inventario
degli strumenti musicali provenienti dalla eredità del Gran Prin
cipe Ferdinando figlio del Granduca di Toscana Cosimo III; e che,
per ordine dello stesso Granduca, vennero nel dì 23 di Settem
bre 1716 consegnati a Bartolomeo Cristofori, Custode di detti
strumenti.
Li l3 Agosto 1873.
L'Archivista
FERDINANDO SOLDI.
E.
CLAVICEMIBAL0 A MARTELLI
di
NMI, IV A FR | U S
di Parigi
HISTOIRE
E><B><--
(Pag. 77).
II.
Machines et Inventions
APPROUVÉES
(Pag. 83).
(Pog. 85).
(Pag. 87).
(Pag. 89).
-
(9 e .
- P
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RTE
ALLEGATO
ET.
DESCRIZIONE
DA
BART0L0MME0 (RISTOFORI
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Il mirabile istrumento che mi accingo ad illustrare, appartiene
alla Ill." Sig. Ernesta Mocenni vedova Martelli di Firenze.
Le parole scolpite sul piano superiore della tastiera amovibile
di questo Pianoforte, ne apprendono che esso è d'invenzione di
Bartolommeo Cristofori di Padova, e che fu da Lui costruito in
Firenze nell'anno 1720.
La sua istoria non ci è nota. Sappiamo soltanto che il Signor
Fabio Mocenni, padre dell'attuale sua proprietaria, acquistavalo
in Siena, or sono 60 anni circa, da un accordatore di Pianoforti,
in cambio di una soma di vino. Non è improbabile che questo
strumento siasi un tempo trovato nel numero degli oggetti fuori
d'uso, di tratto in tratto scartati dalla Guardaroba generale dei
R. i Palazzi l.
La forma esterna di questo piccolo Pianoforte non differisce
affatto da quella degli antichi grave-cembali senza pedali e senza
egistri. L'aspetto ne è modestissimo, essendo la cassa semplice
mente tinta di un color bigio verdastro senz'ornamento, di sorta.
A prima giunta lo si giudicherebbe un vecchio cimbalo ridotto a
pianoforte, ma esaminandolo partitamente si scorge di chiaro che
che tutte le sue parti furono costruite contemporaneamente.
'l'AvoLA I.
(Meccanismo in riposo).
TAvoLA lI.
(Meccanismo in azione).
LETO PULITI.
XX
L
--------–-- --------
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-
ALLEGATO)
G.
STRUMENTI) A TASTIERA
inventato e descritto
DA
Versione italiana.
M A R P U R (G
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TOMO III
Berlin o 1 764
--------
LXXXIX LETTERA.
S 1.
S 3.
Conosco più di 29 tra città e villaggi, nei quali invece dei già
usati Clavicembali, dal l72l sono usati questi strumenti a tastiera
con martelli o salterelli. Se il colpo sulle corde avviene dal di
sopra, i loro fabbricanti o venditori li chiamano Pantaleoni, e se
invece l'istrumento è combinato in modo che i martelli battano
le corde per disotto, allora viene chiamato Pianoforte. Se si chie
desse finalmente ad ognuno di questi fabbricatori di istrumenti a
chi si debba il merito dell'invenzione, ciascuno l'attribuirebbe a
se medesimo.Chi non vede qui una menzogna venti volte ripetuta ?
Potessero almeno tutti questi inventori-copisti rientrare in loro
stessi; come quello che or sono 3 anni morì in P., il quale ne
1742 mi scriveva le seguenti parole :
S 4.
S 5.
S 6,
S 7.
S 8.
S 9.
S l0.
S l l.
A–A è la Tastiera.
B e C sono i Cavalletti su cui posano i Tasti.
Qui è da osservare che sul Cavalletto posteriore C deve es
servi una fila di puntali a distanze uguali, fra i quali devono
trovare il loro collocamento preciso, non solo la parte poste
riore dei tasti, ma anche le Guide che appariscono alla let
tera E; questi puntali devono quindi esser forti, e arrivare
fino ad I.
D è un piccolo pezzo accessorio fissato sopra il tasto, che nel
suonare arriva fino al di sotto del Pancone dei Pironi. Devesi
accomodare in modo che in sul davanti i tasti non scendano
più profondamente di quello che in un Clavicordo.
E–E io chiamo la Guida questo pezzo che deve esser di legno
Ileggero e non più grosso di un salterello da Clavicembalo. La
sua lunga parte anteriore posa sul tasto e nel suonare trova
il suo limite sotto I. La corta parte posteriore è attaccata
ad un puntale sull' alto Cavalletto.
F' bisogna comprendere la giusta altezza di questo Cavalletto e
non dimenticare che la parte posteriore deve andare dimi
nuendo obbliquamente dall' alto in basso, perchè là appunto
deve anche cadere la Guida. Del resto questo Cavalletto deve
anche essere stretto, acciocchè i tasti possano mettere in
movimento la Guida vicinissimo alla sua imperniatura; cir
costanza la quale rende l'impulso assai più forte.
G è un'assicella, la quale, in vicinanza dei tasti, regola la Guida
all'insù e all'ingiù. Non si ha da temere che si pieghi nel
mezzo, perchè sta sotto al forte Cavalletto K.
H è il Martello di legno leggerissimo e non più grosso di un sal
terello di Clavicembalo. Esso riceve però all'estremità infe
riore una ricopertura di pelle d'Alce o di Cervo. La parte
posteriore di questo martello obbliquamente pendente, batte
sovra le corde (per mezzo di un salterello in L) in modo che
si ritira subito alquanto, sebbene il tasto rimanga compresso.
Se non fossi riescito ad ottenere subito questa circostanza
importante, tutta la mia invenzione sarebbe stata inutile,
perchè invece di un suono chiaro non si sarebbe sentito che
un mugolio e uno stridore insopportabile.
Osservazione,
Osservazione.
Osservazione prima.
Osservazione seconda,
S l2.
S l3.
P' è una grossa Sbarra di ferro, rotonda in basso e tutta liscia sotto
la quale le corde solidamente pressate prendono la loro di
rezione da O fino al Pirone. Questo ferro di pressione è molto
necessario; poichè senza questo, i martelli non produrrebbero
che un suono ottuso, specialmente nelle voci alte e di mezzo,
come ognuno può verificare coll' esperimento (se si volesse
a questo pezzo di ferro sostituirne uno di legno, questo s'in
curverebbe subito e flnalmente si spezzerebbe, e conseguen
temente il lavoro sarebbe perduto) A fissare questo ferro
vi è al di fuori dell'istrumento in un luogo determinato sopra
ciascuna fiancata,un ferro ritto fermato con viti, il quale è
piegato sotto il Pancone di fondo per la lunghezza di 2 pollici
e in ugual modo invitato. Per questo mezzo si evita che la
fiancata si stacchi. Questi due ferri ritti, hanno in alto delle
grosse viti sulle quali si colloca il lungo ferro di pressione e
Vi si assicura mediante dei grossi dadi.
Osservazione,
S l4.
S 15.
i W N. 3. dal Do al Sol
iN 4. dal Sol diesis al Re diesis
------
3 | N° 5. dal Mi al Si
No 6. dal Do al Sol
S l6,
S l’7.
S l'8.
A–A è la Tastiera.
B è il pezzo accessorio di legno dolce che sta attaccato ad ogni
Tasto nella parte posteriore.
C e D sono i due Cavalletti per sostenere i Tasti.
E–E è la Guida di legno leggero e non più grosso di un salterello
da Clavicembalo. La sua parte posteriore più lunga posa sul
menzionato pezzo accessorio (B). La parte anteriore invece,
quando non si suona, resta precisamente sotto il Pancone dei
Pironi. Nel suonare si muove verso il basso, e conseguente
mente la parte posteriore più lunga con rapidità spinge
contro le corde il Martello che sta sospeso al di sopra: ma il
Martello si ritira subito, sebbene il Tasto rimanga compresso.
F è un puntale lungo e forte che serve ad attaccar la Guida E,
e sta precisamente sopra il tasto innanzi al pezzo accessorio
in modo che nel suonare non tocca il Pancone dei Pironi. –
Da ciò si comprende facilmente che per tener diritti i tasti
e le Guide, debbono esservi dei grossi puntali sul Cavalletto D.
La lunghezza di questi puntali deve giungere fino al di sotto
del pettine indicato a G–G.
S l9.
S 20.
S 2l.
S 22.
LETTERA CXXII.
LETTERA CXXIII.
-
ATTI DELL'ACCADEMIA
l ISTITUTO MUSICALE
F" I RENZ E
A NN O ID E C IMI O TER ZO
FIRENZE,
ST A B I L I MI E NT O C IV E L L I
Via Panicale, N. 39.
1S75.
ATTI DELL'ACCADEMIA
DEL
PR0CESS) VERBALE
DELLA
V. Il Presidente
L. F. CASAMORATA. ”
Il Segretario
EMILIo CIANCHI,
RELAZIONE
DEL SEGRETARIO
-=2-e-e-s=
i
– 9 –
volta, se anco non sia dato sperare che cessi del tutto,
quell'umiliante spettacolo per la classica terra del canto,
di vedere le principali, non diciamo la maggior parte
delle scene teatrali della penisola, calcate da artisti stra
nieri !
Il Segretario
E. CIANCHI.
Della parte che dovrebbero avere
negli studi del Compositore di Musica
la teorica e la pratica
dall'Accademico residente
------------Ast.--------------
E3 I MI E C) N I F C) N Co
Comm. L. F. CASAMORATA
–-ds,8==---
l. F. CASAMORATA.
-------- --------
CONSI)ERA7IONI SUI, RELL0) MUSICALE
INZ E IM C) Eve, - A
letta
B. GAMUCCI.
AN G0RA DEL FLAUT 0 BRICCI AL D |
-
MtEME CRIE A
letta nell'Adunanza del 25 ottobre 1874
dall'Attademico resilente
-=5-ess-E-------
che per amore del mio flauto e mio si sia posto in que
sto pruneto): fino a concedere che il signor Caputo co
nosca di vista il mio flauto, ci posso arrivare, perchè
non è difficile che taluno glielo abbia fatto vedere. Ed
è pur anche possibile che lo abbia sentito suonare, se ciò
appunto ei volle dire scrivendo che lo ha inteso ; ma
se per avventura quell'inteso fosse il participio passivo
del verbo intendere, nel senso italiano di comprendere
con l'intelletto, di capire con la mente, secondo che
dicono i lessici, dovrei recisamente negare. In ogni modo
però bisognerebbe pur sapere come e da chi egli abbia
sentito suonarlo ; poichè se un suonatoruccio fa neces
sariamente apparire cattivo qualunque più perfetto stru
mento, un buon suonatore, specie se trattisi di quelli
strumenti a fiato che diconsi comunemente di legno,
ne può in certa misura fare apparire buono uno cattivo,
e, se così gli piaccia, cattivo assolutamente uno buonis
simo. Per me penso che dalle cose scritte dal signor Ca
puto si possa dedurre senza tema di errare, che egli ha
sentito suonarlo male, e che in tutta questa faccenda
la sua Egeria, qualunque sia stata, non lo ha servito
troppo bene.
Nella noiosa polemica intorno alla quale, reveriti Si
gnori e Colleghi, ho dovuto trattenervi fin ora, si è fatto
un grande schermire intorno alla parola invenzione: niuno
per certo fra tutti coloro che mano a mano hanno dedicato
l'ingegno a perfezionare il flauto è l'inventore di questo
strumento: ciò per altro non rende minore la lode che
a ciascuno di essi è dovuta per le utili modificazioni
che mano a mano andarono introducendovi: ed argo
mento di lode è indubitatamente del Böhm lo avere co
raggiosamente abbandonata la forma cono-rovescia che
si era data al tubo o camera del flauto e, per ottenere
una maggiore uguaglianza ed intuonazione dei suoni,
– 91 –
-- G. BRICCIALDI.
;-
-, ,
,
I N D 1 r E .
-
--------
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--
-
-
-
-
-
ATTI DELL'ACCADEMIA
R. ISTITUTO) MUSICALE
ETI E FENZE
-----------
A NN o D E CIMIo QUART0
FIRENZE,
STABILIMENTO CIV E L L I
Via Panicale, N. 39.
1876.
ATTI DELL'ACCADEMIA
PROCESS0) VERBALE
DELLA
V. Il Presidente
L. F. CASAMORATA.
Il Segretario
EMILIO CIANCHI.
R E L A ZI (O) N E
DEL SEGRETARIO
-e-e-e-sea---
Il Segretario
E. CIANCHI.
ITALIA E BELGIO
NELLA IE DEL TORNARE ALL' ANTICO
IN FATTO DI MUSICA
NZDENZDC)EòDAL
letta
GIULIo ROBERTI.
DI UN TONO GRAFO
per uso delle Scuole
-e-t-Ea-e----
INADEINALCDlENILA
letta
Tonica o da 3a
(fb)
A
1. / c/razz z%zz V
A
2. Vz/z zzzzz/zz V
é VA // V
dei nomi dei tuoni naturali presso l' orlo o limbo del
disco minore, sono notati i segni di alterazione dai quali
possono essere affetti i relativi suoni; sulla sinistra del
raggio, vale a dire verso il relativo monosillabo, il diesis;
a destra, vale a dire anch' esso dalla parte del relativo
monosillabo, il bimolle. Ciò essendo, è facile il capire
che girando il disco minore in modo che sotto l'I del
l'anello esteriore corrisponda l'indicazione della tonica
che si vuole sperimentare, le indicazioni numerali degli
altri gradi mostrano per mezzo dei relativi raggi in cor
rispondenza con quelli del disco minore se e come sieno
affetti da segni di alterazione tutti gli altri gradi della
relativa scala.
A dir vero questo congegno, semplice e pur anche
elegante, raggiunge intieramente il fine cui dall' inven
tore fu destinato; ma, secondo me, non è così facile ad
essere inteso nei suoi responsi come occorrerebbe per
la limitata o per lo meno inesperta intelligenza degli
studenti. Quando veramente s'intende aiutare questa in
telligenza nell'opera dello afferrare col soccorso di con
gegni materiali le idee astratte delle quali si vuol ren
derla capace, occorre che codesti congegni presentino
la più diretta e chiara analogia con le idee delle quali
si tratta. Ora, per questo motivo appunto, non so fare
pieno plauso all'aver dato al tonografo la forma circo
lare. È vero che la scala, del pari che la linea circo
lare, si ripiega in certo modo sopra se stessa, poichè i
sette monosillabi coi quali si nominano le note, delle
quali essa si compone, si vanno ripetendo con l' or
dine stesso di ottava in ottava. E per vero questa con
venzione nella quale i musicisti sono scesi di comune
accordo è razionale, perchè nei rispetti armonici i suoni
di un'ottava si considerano identici ai suoni corrispon
denti delle altre ottave. Ma è questa pur sempre una
convenzione, perchè se i suoni di una ottava sono ana
— 58 —
L. F. CASAMORATA.
DEL DIA PAS(ON
( CORISTA)
e di alcune questioni
SIGNORI E COLLEGII.
1PRIMA
SECONDA
ADOLFO BACI.
-SSSzy----
ERRATA–CORRIGE.
R. ISTITUTO) MUSICALE
ET' IRENZE
FIRENZE,
STABILIMENTO CIVELLI
Via Panicale, N. 39.
1877.
ATTI DELL'ACCADEMIA
PR0CESS) VERIALI
DELLA
V. IZ Presidente
L. F. CASAMORATA.
Il Segretario
E. CIANCHI.
RELAZIONE
DEL SEGRETARIO
------------------