Didattica digitale
della storia
-Conoscersi
-Porre le basi dei problemi che affronteremo
20 novembre 2020
CONOSCERSI
➢ Quali ricordi hai di come si svolgevano le ➢ Nel tuo percorso universitario quanti esami
ore di storia nella scuole che hai di storia hai sostenuto? In quale università?
frequentato? Se hai frequentato quei corsi come si
svolgevano le lezioni? Come e cosa studiavi
➢ Se hai pessimi ricordi cosa non ti piaceva di per quegli esami? Come si svolgeva
quelle ore o dei professori che avevano l’esame?
quell’insegnamento?
Primo livello Secondo livello Terzo livello ANALISI ANALISI
➢ Nelle interrogazioni/esami
ECONOMICA di storia quale
ECOLOGICA
➢ Se hai buoni ricordi cosa ti piaceva di quelle RAGIONAMENTOcredi che siano gli apprendimenti che
ore o dei professori che avevano
SCAFFOLDING COLLETTIVO vengono valutati? Cosa, a tuo parere,
quell’insegnamento? orienta un professore a dare un trenta in un
Esperienze Ambienti virtuali esame di storia? Un dieci in
didattiche digitali collaborativi un’interrogazione?
Formazione a
distanza
➢ Puoi dire, nella tua esperienza di studente,
di avere mai svolto percorsi che
includevano il digitale? Su quali argomenti?
Con quali strumenti?
Premessa
La sfida del superamento
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Le tecnologie digitali sono parte di un
milieu socio-culturale che le vede
protagoniste del modo in cui si produce
conoscenza, si creano e si mantengono
relazioni a livello individuale e sociale,
si producono rappresentazioni del
mondo e degli altri
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QUALE REALTÀ?
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LA NUOVA SCRIVANIA DEL DOCENTE DI STORIA.
LE TRASFORMAZIONI DEL DIGITALE
7
PERSONALIZZAZIONE DEL LAVORO
ANCORA POTENZIALE
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APPRENDIMENTO
E TECNOLOGIA
Apprendimento con
l’aiuto di un gruppo
Tecnico strumentale
Mancanza di alfabeti
Mancanza di un
capitale culturale
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PRIME
CONCLUSIONI
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SECONDA LEZIONE
27 novembre 2020
Un punto di partenza
La Media education
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“Media literacy may be defined as the ability to access, analyse and evaluate the
power of images, sounds and messages which we are now being confronted with
on a daily basis and are an important part of our contemporary culture, as well
as to communicate competently in media available on a personal basis. Media
literacy relates to all media, including television and film, radio and recorded
music, print media, the Internet and other new digital communication
technologies.”
European Commission,
Report on the Results of the Public Consultation on Media Literacy, 2007
UNA DEFINIZIONE
▪ È alfabetizzazione mediale,
ovvero la capacità di accedere,
analizzare e valutare
immagini, suoni e messaggi
che sono parte integrante della
cultura contemporanea
▪ Riguarda tutti i media:
televisione e film, radio e
musica registrata, supporti
editoriali, internet e ogni altra
nuova tecnologia di
comunicazione digitale.
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SCUOLA E MEDIA
LITERACY
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COSA VUOL DIRE ALFABETIZZARE AI MEDIA
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COMPRENSIONE
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USO
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COMUNICAZIONE
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STRATEGIA
La didattica della
storia
Gli anni Ottanta
Un percorso per immagini (1978-1992)
27
StoryMap
TERZA LEZIONE
5 dicembre 2020
La didattica (digitale)
della storia
30
Dalla semplice
Rottura dello memorizzazione dei
schema della dati alla capacità di
lezione frontale selezionarli, analizzarli,
leggerli e comunicarli
saper fare
Narrazione come Si capovolge l’idea
punto di arrivo stessa dell’ora di storia
Inquadra in maniera
Restituzione del specifica ciò che un
valore della certo uso pubblico della
complessità storia tende a distorcere
IL LABORATORIO DI STORIA
CON LE FONTI
Selezionare Interpretare
Interrogare Scrivere
IL METODO STORICO
Avere Avere
una domanda
una Selezionare le Analizzare le Formulare
domanda fonti fonti ipotesi
Comunicare
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IL LABORATORIO DIGITALE
Perché un muro e
perché a Berlino?
Perché è caduto il
muro di Berlino?
…e dopo il 1989?
40
STRUTTURA
STORIA DEL MURO DI
BERLINO «OUTSIDE THE WALL»?
Dati sulla base delle registrazioni delle autorità sovietiche, della Germania est e delle domande di accoglienza a Berlino ovest
T. Flemming, H. Koch, Die Berliner Mauer. Geschichte eines politischen Bauwerks, Verlag, Berlin 2004
Vivere con il muro
Cultura
e consumi
CHRONIK
DER MAUER
Obiettivo: …
Periodizzazione: …
Scelta narrativa: …
Una storia
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Carlo Chiodi, 1901 Il Manifesto, 16.12.1986
LE ORIGINI
• I circoli ARCI
• La Gola (1982)
UNA SVOLTA:
ARCIGOLA
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1985-86
McDonald’s in Italia
GLI ANNI OTTANTA:
PANINARI E
SANBABILINI
Manifesto Slow Food
(1989)
Manifesto Slow Food
Questo secolo è nato, sul fondamento di una falsa interpretazione della civiltà industriale,
sotto il segno del dinamismo e dell’accelerazione: mimeticamente, l’uomo inventa la
macchina che deve sollevarlo dalla fatica ma, al tempo stesso, adotta ed eleva la macchina a
modello ideale e comportamentale di vita. Ne è derivata una sorta di autofagia, che ha ridotto
l’homo sapiens ad una specie in via di estinzione, in una mostruosa ingestione e digestione del
sé. È accaduto così che, all’alba del secolo e giù giù, si siano declamati e urlati manifesti scritti
in stile sintetico, “veloce”, all’insegna della velocità come ideologia dominante. La fast-life
come qualità proposta ed estesa ad ogni forma e a ogni atteggiamento, sistematicamente,
quasi una scommessa di ristrutturazione culturale e genetica dell’animale-uomo. Uno stile
adeguato al fenomeno, pubblicitario ed emozionale, di slogan intimidatori più che di razionali
considerazioni critiche. Giunti alla fine del secolo non è che le cose siano molto mutate, anzi,
la fast-life si è rinchiusa a nutrirsi nel fast-food.
Due secoli abbondanti dopo Jenner, i sistemi di vaccinazioni contro ogni male endemico ed
epidemico si sono ormai imposti come gli unici che diano garanzie. Perché non seguire,
allora, e assecondare la scienza nella sua lezione di metodo? Bisogna prevenire il virus del fast
con tutti i suoi effetti collaterali. Perciò contro la vita dinamica propugniamo la vita comoda.
Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, proponiamo il
vaccino di una adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e
prolungato godimento. Da oggi i fast-food vengono evitati e sostituiti dagli slow-food, cioè da
centri di goduto piacere.
Manifesto Slow Food
In altri termini si riconsegni la tavola al gusto, al piacere delle gola. È questa la
scommessa proposta per un progressivo quando progressista recupero dell’uomo,
come individuo e specie, nell’attesa bonifica ambientale, per rendere di nuovo
vivibile la vita incominciando da desideri elementari. Il che significa anche il
ripristino di una masticazione giustamente lenta, la riacquisizione delle norme
dietetiche salernitane, ingiustamente obsolete, nel recupero del tempo nella sua
funzione ottimale, di organizzazione del piacere (e non nella produzione intensiva,
come vorrebbero i padroni delle macchine e gli ideologi del fast). D’altra parte gli
efficientisti dai ritmi veloci sono per lo più stupidi e tristi: basta guardarli.
Se poi imbarbariti dallo stile di comunicazione dominante, si reclamassero gli slogan
a tutti i costi, certo non mancherebbero: a tavola non si invecchia, per esempio,
sicuro, tranquillo, sperimentato da secoli di banale buon senso. Oppure: lo slow-food
è allegria, il fast-food è isteria. Sì, lo slow-food è allegro! D’altra parte sappiamo da
millenni che il pieveloce Achille non raggiungerà mai la tartaruga, la quale esce
vittoriosa dalla corsa. Con bella lezione non solo matematica ma morale. Ecco, noi
siamo per la tartaruga, anzi, per la più domestica lumaca, che abbiamo scelto come
segno di questo progetto. È infatti sotto il segno della lumaca che riconosceremo i
cultori della cultura materiale e coloro che amano ancora il piacere del lento
godimento. La lumaca slow.
«LA DOLCE PARIGI»
• Simulate una breve lezione di storia (5-7 minuti) per la seconda classe del biennio delle scuole superiori.
Nella simulazione questi quindicenni di un liceo (scientifico o linguistico) hanno appena svolto un
approfondimento storico sul Secondo Novecento (nessun problema di prerequisiti)
…alla prossima!