Sei sulla pagina 1di 5

Serpentes

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Jump to navigationJump to search
Nota disambigua.svg Disambiguazione – "Serpe" rimanda qui. Se stai cercando altri
significati, vedi Serpe (disambigua).
Nota disambigua.svg Disambiguazione – "Serpente" rimanda qui. Se stai cercando
altri significati, vedi Serpente (disambigua).
Niente fonti!
Questa voce o sezione sull'argomento rettili non cita le fonti necessarie o quelle
presenti sono insufficienti.
Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le
linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Come leggere il tassobox
Serpenti
Python royal 35.JPG
Pitone reale
Classificazione filogenetica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Ordine Squamata
Sottordine Scleroglossa
Infraordine Serpentes[1]
Classificazione classica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
(clade) Craniata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Infraclasse Lepidosauromorpha
Superordine Lepidosauria
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Linnaeus, 1758
Infraordini
Scolecophidia
Alethinophidia
Areale
World.distribution.serpentes.1.png
Serpentes (oppure ofides) indica comunemente i rettili squamati appartenenti al
sottordine Serpentes (od Ophidia; Linnaeus, 1758). La filogenesi dei serpenti è
collegata strettamente a quella delle lucertole, nome comune dei rettili
appartenenti al sottordine Sauria, con cui costituiscono l'ordine Squamata. Nelle
zone temperate quando arriva l'inverno i serpenti, inadatti a vivere in un clima
freddo, si abbandonano a una sorta di coma letargico fino alla fine della stagione
fredda.

Indice
1 Alimentazione
2 I serpenti e l'uomo
3 Pelle
4 Origini ed evoluzione
5 Tassonomia
6 Il serpente come simbolo
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Alimentazione
I serpenti sono animali carnivori, si nutrono quindi di piccoli animali, compresi
altri rettili e serpenti, uccelli, uova o insetti. Alcune specie sono dotate di un
morso velenoso con il quale uccidono oppure paralizzano la preda prima di
nutrirsene; altre invece uccidono le prede per costrizione. I serpenti ingoiano la
preda senza masticarla poiché dispongono di un'articolazione estremamente
flessibile.

La parte posteriore del palato non è fissata al cranio, bensì è tenuta da legamenti
e può essere spostata all'indietro, l'osso quadrato si presenta sviluppato in
lunghezza e può essere portato in posizione verticale aumentando così le dimensioni
della cavità boccale, inoltre presentano un dilatamento laterale delle ossa
mascellari. Questa articolazione viene definita come articolazione rettiliana e
permette ai serpenti di aprire la bocca e ingoiare interamente la preda, anche se
questa è di grandi dimensioni. All'interno dello stomaco hanno degli acidi che
servono a sciogliere la preda, le ossa invece vengono espulse.

I serpenti e l'uomo
I serpenti non si nutrono quasi mai dell'uomo, ma si sono comunque registrati rari
casi di bambini mangiati dai grandi costrittori. Anche le specie più aggressive
preferiscono di norma evitare il contatto.

Per l'uomo quindi il pericolo maggiore che deriva dai serpenti non è quello di
essere mangiati, ma di essere morsi, perché alcune specie sono velenose: la diversa
composizione del veleno può comportare vari sintomi per ogni morso. Il 15% circa
dei serpenti possiede un veleno pericoloso per l'uomo[2].

Non si conosce con precisione il numero di morsi e di morti che i serpenti causano
agli esseri umani, perché molte persone, soprattutto in Africa e in Asia
meridionale, non si rivolgono alle strutture ospedaliere, tuttavia si stima che
ogni anno ci siano da 425.000 a 1.800.000 avvelenamenti da ofidi che causano tra i
20.000 e i 94.000 morti[2].

Anaconda gialla
In Italia i serpenti velenosi appartengono alla famiglia dei viperidi, il cui morso
comporta un'intossicazione molto simile da specie a specie ed una sintomatologia
comparabile: in primo luogo compare dolore nel punto colpito, in cui si possono
riscontrare i segni lasciati dai denti veleniferi; successivamente compare una
tumefazione alla quale fanno seguito sintomi generali di shock, con dolori gastrici
ed intestinali, vomito e diarrea; nel caso di persone deboli quali bambini, anziani
e persone debilitate, in assenza di terapie adeguate, il morso può provocare la
morte.

La terapia si basa principalmente sul rallentamento dell'assorbimento del veleno e


sulla somministrazione di un siero antiofidico, che dev'essere fatta in ambiente
ospedaliero per non rischiare gli effetti di un possibile shock anafilattico.

Il dualismo di fascino e timore che questi animali suscitano in noi ha contribuito


al diffondersi dei serpenti come animali da compagnia. Per la stabulazione di gran
parte di queste specie occorre un terrario con le pareti di vetro o legno, sebbene
poche necessitino di un acquario o di un acquaterrario. Tra i più diffusi figurano
i colubridi, i pitoni ed i boidi.
Molti serpenti, non soltanto le specie velenose, vengono utilizzati anche nella
ricerca medica.

Pelle
La pelle è coperta di squame. La maggior parte dei serpenti utilizza le squame
della pancia per muoversi. Le loro palpebre sono squame trasparenti che rimangono
perennemente chiuse. I serpenti mutano periodicamente la loro pelle. Diversamente
da altri rettili, questa mutazione è fatta in un solo passo, come uscire da un
calzino. Lo scopo della muta è la crescita delle dimensioni del serpente, quindi la
muta è indispensabile per migliorare il movimento.

Origini ed evoluzione
I ritrovamenti fossili dei serpenti sono relativamente scarsi, a causa dei loro
scheletri fragili che difficilmente si fossilizzano. I più antichi resti fossili
attribuibili a serpenti datano a circa 167 milioni di anni fa (Eophis underwoodi) e
sono stati ritrovati in Inghilterra. Si suppone che questi antichi serpenti siano
derivati da animali del gruppo delle lucertole, probabilmente da forme scavatrici e
acquatiche.[3] Si conosce una forma del Cretaceo superiore, Najash rionegrina, che
era dotata di due zampe posteriori e di osso sacro; presumibilmente era un animale
compiutamente terrestre e scavava tane nel terreno. Una forma attuale, forse
analoga a questi antenati scavatori, è il lantanoto del Borneo (Lanthanotus
borneensis), una "lucertola" varanoide dalle abitudini semiacquatiche e priva di
orecchie esterne.

Probabilmente i serpenti scavatori svilupparono corpi allungati e persero le zampe


per adattarsi a un habitat sotterraneo. Inoltre per questo motivo svilupparono
anche palpebre fuse e trasparenti, così come l'assenza del sistema uditivo, per
evitare di rovinare la cornea e di far entrare terra nelle orecchie.

Altri serpenti fossili risalenti al Cretaceo (Haasiophis, Pachyrhachis,


Eupodophis), rinvenuti in strati leggermente più antichi di quelli di Najash, erano
dotati di zampe posteriori, ma erano chiaramente forme marine e le zampe non erano
del tutto articolate con la pelvi. In ogni caso nel Cretaceo superiore erano già
presenti serpenti simili a quelli attuali (Dinilysia) accanto a forme gigantesche
dall'incerta collocazione (Madtsoiidae).

Attualmente vi sono numerosi gruppi di serpenti primitivi, come i pitoni e i boa,


che possiedono ancora zampe vestigiali, usate esclusivamente nell'accoppiamento per
trattenere la femmina. Altri serpenti dotati di questi "speroni" sono i Typhlopidae
e i Leptotyphlopidae, noti comunemente come serpenti verme.

Un'altra ipotesi sull'origine dei serpenti suggerisce che questi fossero stretti
parenti dei mosasauri, grandi lucertole marine del Cretaceo anch'esse derivati dai
varanoidi. Nel caso di questi animali, le palpebre trasparenti e fuse si sarebbero
sviluppate per fronteggiare condizioni marine potenzialmente dannose, mentre il
sistema uditivo sarebbe scomparso a causa di un mancato utilizzo; secondo questa
ipotesi i serpenti in origine erano animali marini che successivamente
colonizzarono le terre emerse. I fossili di Pachyrhachis e delle forme simili
testimonierebbero la correttezza di questa ipotesi.

La grande diversificazione dei serpenti moderni cominciò nel Paleocene, dopo la


scomparsa dei dinosauri e insieme alla radiazione adattativa dei mammiferi. Di
questo periodo sono note forme acquatiche (Palaeophis, Pterosphenus) e gigantesche
(Titanoboa, Gigantophis) sviluppatesi grazie a un clima particolarmente caldo e
umido. Uno dei gruppi più comuni al giorno d'oggi, i colubridi, divenne
particolarmente diversificato grazie alla dieta a base di roditori che a loro volta
erano un gruppo di mammiferi dallo straordinario successo.

Tassonomia
Il sottordine Serpentes, denominato anche Ophidia, comprende tradizionalmente due
infraordini, Alethinophidia e Scolecophidia, che raggruppano le seguenti famiglie e
sottofamiglie:[4]

Infraordine Alethinophidia Nopcsa, 1923


Superfamiglia Henophidia
Famiglia Aniliidae Stejneger, 1907
Famiglia Anomochilidae Cundall, Wallach & Rossman, 1993
Famiglia Boidae Gray, 1825
Sottofamiglia Boinae Gray, 1825
Sottofamiglia Calabariinae Gray, 1858
Sottofamiglia Candoiinae
Sottofamiglia Charininae
Sottofamiglia Erycinae Bonaparte, 1831
Sottofamiglia Sanziniinae Romer, 1956
Sottofamiglia Ungaliophiinae McDowell, 1987
Famiglia Bolyeridae Hoffstetter, 1946
Famiglia Cylindrophiidae Fitzinger, 1843
Famiglia Loxocemidae Cope, 1861
Famiglia Pythonidae Fitzinger, 1826
Famiglia Tropidophiidae Brongersma, 1951
Famiglia Uropeltidae Müller, 1832
Famiglia Xenopeltidae Gray, 1849
Famiglia Xenophidiidae Wallach & Günther, 1998
Superfamiglia Caenophidia (o Xenophidia)
Famiglia Acrochordidae Bonaparte, 1831
Famiglia Colubridae Oppel, 1811
Sottofamiglia Calamariinae
Sottofamiglia Colubrinae
Sottofamiglia Grayiinae
Sottofamiglia Sibynophiinae
Famiglia Dipsadidae Bonaparte, 1838
Famiglia Lamprophiidae Fitzinger, 1843
Sottofamiglia Aparallactinae
Sottofamiglia Atractaspidinae
Sottofamiglia Lamprophiinae
Sottofamiglia Psammophiinae
Sottofamiglia Prosymninae
Sottofamiglia Pseudaspidinae
Sottofamiglia Pseudoxyrhophiinae
Famiglia Natricidae Bonaparte, 1838
Famiglia Pseudoxenodontidae McDowell, 1987
Famiglia Elapidae Boie, 1827
Sottofamiglia Elapinae
Sottofamiglia Hydrophiinae
Famiglia Homalopsidae Bonaparte, 1845
Famiglia Pareatidae Romer, 1956
Famiglia Viperidae Oppel, 1811
Sottofamiglia Azemiopinae Liem, Marx & Rabb, 1971
Sottofamiglia Crotalinae Oppel, 1811
Sottofamiglia Viperinae Oppel, 1811
Famiglia Xenodermatidae Gray, 1849
Infraordine Scolecophidia Cope, 1864
Superfamiglia Typhlopoidea Gray, 1845
Famiglia Anomalepididae Taylor, 1939
Famiglia Gerrhopilidae Vidal et al., 2010
Famiglia Typhlopidae Merrem, 1820
Famiglia Leptotyphlopidae Stejneger, 1892
Famiglia Xenotyphlopidae Vidal et al., 2010
Alcuni Autori hanno recentemente proposto, sulla base di risultanze di analisi
molecolari, di elevare Leptotyphlopidae e Anomalolepidae al rango di superfamiglie
a sé stanti (rispettivamente Leptotyphlopoidea e Anomalepidoidea)[5], ma tale
impostazione non è universalmente accettata.

Il serpente come simbolo

Elizabeth Djandilinja, Elcho Island


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Serpente
(immaginario).
Il serpente ha avuto molta fortuna come simbolo, sia con significati positivi quali
completezza, dall'immagine a cerchio del serpente che si morde la coda, sia con
significati negativi, come accade nella Bibbia in cui Satana si presenta sotto
forma di serpente e nella mitologia norrena Miđgardsormr è il serpente figlio di
Loki, protagonista del Ragnarok insieme a Fenrir e una interpretazione
dell'oroboro. Nella Bibbia il serpente assume anche simboli positivi come il
Nehustan di Mosè simbolo di resurrezione il cui serpente muta la pelle.
Per gli Yaqui messicani il serpente rappresenta lo sciamano.
In araldica il "biscione" è stato il simbolo del Ducato di Milano, sia sotto gli
Sforza, sia con i Visconti ed oggi è ancora riscontrabile in stemmi di alcuni
comuni lombardi e non, legati storicamente alla signoria ambrosiana, come per
esempio Bellinzona, la capitale del Canton Ticino (Svizzera); in epoca
contemporanea il "biscione" è divenuto anche il simbolo di alcune società milanesi
(Inter, Alfa Romeo, Mediaset/Fininvest, ecc.).
Il Serpente (蛇) è uno dei 12 animali dello zodiaco cinese.
Il serpente ha anche una rilevanza simbolica nel contesto onirico. Freud riteneva
che il serpente nei sogni avesse una connotazione legata alla sessualità in quanto
figura fallica, ma anche una connessione con la creatività. Mentre Jung pensava che
sognare serpenti avesse un collegamento con il conflitto tra coscienza e istinto.
[6]
Nell'ebraismo il serpente di bronzo è simbolo di guarigione e della salvezza dalla
morte imminente.[7]
Note
^ Fry, B. G., Vidal, N., Norman, J. A., Vonk, F. J., Scheib, H., Ramjan, S. F. R.,
Kuruppu, S., Fung, K., Hedges, S. B., Richardson, M. K., Hodgson, W. C.,
Ignjatovic, V., Summerhayes, R. & Kochva, E., 2006: Early evolution of the venom
system in lizards and snakes. –Nature: Vol. 439, pp. 584-588
(EN) Ken Winkel, The Global Burden of Snakebite: A Literature Analysis and
Modelling Based on Regional Estimates of Envenoming and Deaths, su
NCBI.NLM.NIH.gov. URL consultato il 5 novembre 2019.
^ Michael W. Caldwell, Randall L. Nydam, Alessandro Palci, Sebastián Apesteguía.
The oldest known snakes from the Middle Jurassic-Lower Cretaceous provide insights
on snake evolution. Nature Communications, 2015; 6: 5996 DOI: 10.1038/ncomms6996
^ (EN) Serpentes, su The Reptile Database. URL consultato il 19 dicembre 2015.
^ (EN) Pyron R.A., Wallach V., Systematics of the blindsnakes (Serpentes:
Scolecophidia: Typhlopoidea) based on molecular and morphological evidence (PDF),
in Zootaxa, vol. 1829, 2014.
^ Cosa significa sognare serpenti? Interpretazione e significato dei serpenti nei
sogni, in AnfibieRettili.it, 23 marzo 2015. URL consultato il 9 agosto 2017.
^ (EN) scripture, su www.usccb.org. URL consultato il 9 agosto 2017.

Potrebbero piacerti anche