Sei sulla pagina 1di 5

Rattus (Fischer, 1803) è un genere di roditori della famiglia dei Muridi,

conosciuti comunemente con il nome di ratti. Il genere comprende due specie


cosmopolite e commensali dell'uomo, il ratto nero e il ratto delle chiaviche.

Indice
1 Descrizione
1.1 Dimensioni
1.2 Caratteristiche craniche e dentarie
1.3 Aspetto
2 Distribuzione
3 Tassonomia
4 Convivenza con l'uomo
5 Ricerca scientifica sui ratti
6 I ratti nella cultura
6.1 Cultura occidentale
6.1.1 I ratti nella finzione
6.2 Cultura orientale
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Descrizione
Dimensioni
Al genere Rattus appartengono roditori di medie e grandi dimensioni,con lunghezza
della testa e del corpo tra 133 e 271 mm, la lunghezza della coda tra 108 e 302 mm
e un peso fino a 500 g.[1]

Caratteristiche craniche e dentarie


Il cranio è allungato e presenta un rostro corto e sottile, il restringimento
inter-orbitale moderato, le creste sopra-orbitali ben sviluppate che si estendono
posteriormente sull'ampia scatola cranica, particolarmente allungata nel ratto
delle chiaviche. Le placche e le arcate zigomatiche sono di forma e dimensioni
normali. I fori palatali anteriori sono lunghi, le bolle timpaniche variano tra le
varie specie e possono essere grandi e rigonfie. Gli incisivi superiori sono lisci
e possono essere ortodonti od opistodonti, ovvero con le punte rivolte verso il
basso oppure verso l'interno della bocca. I molari hanno la corona bassa, il primo
possiede cinque radici ed è lungo quanto gli altri due, con il terzo ridotto. Tutti
hanno cuspidi appuntite.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 0 0 1 1 0 0 3
3 0 0 1 1 0 0 3
Totale: 16
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;
Aspetto
Il corpo è solitamente compatto. La pelliccia è ruvida, spesso cosparsa di peli
semi-spinosi. I piedi sono lunghi e sottili, tipici delle specie terricole. Le tre
dita centrali sono uguali tra loro in lunghezza, il quinto raggiunge la base del
quarto, mentre l'alluce è solitamente più corto del quinto dito. I cuscinetti sono
5 sul palmo delle mani e 6 sulle piante dei piedi. Le zampe anteriori hanno il
terzo ed il quarto dito più lunghi. La coda è generalmente più lunga della testa e
del corpo, scarsamente ricoperta di peli e rivestita di scaglie disposte ad anelli
sovrapposti. Le orecchie sono di proporzioni normali. Il numero di mammelle varia
notevolmente tra le specie e va da un minimo di solo due paia inguinali nei membri
del R.xanthurus species Group, fino ad un massimo di sei paia nei R.rattus species
Group, R.norvegicus species Group e R.fuscipes species Group.
Distribuzione

Rattus rattus
Originario dell'Ecozona paleartica e dell'Ecozona orientale, si è diffuso nel resto
del mondo in momenti diversi; in particolare il Ratto delle chiaviche giunse in
Europa solo nel tardo Medioevo (a dispetto del nome scientifico non sembra fosse
presente in Norvegia prima della metà del XVIII secolo)[2]. Successivamente popolò
le Americhe, l'Africa e l'Oceania viaggiando a bordo delle navi dei coloni e degli
esploratori. Le specie endemiche sono invece limitate alle isole dell'Indonesia,
delle Filippine e di alcune isole dell'Oceano Indiano ed alcune di esse sono a
rischio di estinzione. Non esistono specie native africane ed europee.[1]

Tassonomia
Il genere comprende attualmente 60 specie. Rattus timorensis e Rattus ranjiniae,
considerata la differenza morfologica dalle altre specie, potrebbero appartenere a
due distinti generi[1]. Diverse specie sono cosmopolite e commensali dell'Uomo[3].

Gruppo R. rattus
Rattus adustus
Rattus andamanensis
Rattus argentiventer - commensale dell'Uomo
Rattus baluensis
Rattus blangorum
Rattus burrus
Rattus hoffmanni
Rattus hoogerwerfi
Rattus koopmani
Rattus losea - commensale dell'Uomo
Rattus lugens
Rattus mindorensis
Rattus mollicomulus
Rattus osgoodi
Rattus palmarum
Rattus rattus - commensale dell'Uomo
Rattus simalurensis
Rattus stoicus
Rattus tanezumi - commensale dell'Uomo
Rattus tawitawiensis
Rattus tiomanicus - commensale dell'Uomo
Gruppo R. exulans
Rattus exulans - commensale dell'Uomo
Gruppo R. fuscipes - Ratti nativi dell'Australia
Rattus colletti
Rattus fuscipes
Rattus lutreolus
Rattus sordidus
Rattus tunneyi
Rattus villosissimus
Gruppo R. leucopus - Ratti nativi della Nuova Guinea
Rattus detentus
Rattus elaphinus
Rattus feliceus
Rattus giluwensis
Rattus jobiensis
Rattus leucopus
Rattus mordax
Rattus nikenii
Rattus novaeguineae
Rattus praetor
Rattus steini
Gruppo R. norvegicus
Rattus nitidus - commensale dell'Uomo
Rattus norvegicus - commensale dell'Uomo
Rattus pyctoris
Gruppo R. xanthurus - Ratti nativi di Sulawesi
Rattus bontanus
Rattus marmosurus
Rattus pelurus
Rattus salocco
Rattus xanthurus
Incertae Sedis
Rattus enganus
Rattus everetti
Rattus hainaldi
Rattus korinchi
Rattus macleari
Rattus montanus
Rattus morotaiensis
Rattus nativitatis
Rattus ranjiniae
Rattus sanila
Rattus satarae
Rattus timorensis
Convivenza con l'uomo

Il ratto blu americano, una razza di ratto domestico


La convivenza dei ratti con l'uomo può essere molto problematica. Il ratto è un
animale estremamente prolifico, e in assenza di predatori può giungere rapidamente
alla sovrappopolazione. Essendo un onnivoro, e opportunista nella ricerca di cibo,
può causare danni alle coltivazioni, a riserve alimentari come magazzini o
dispense; ma può anche creare danni di altri generi (per esempio, è noto che i
ratti spesso danneggiano i cavi elettrici masticandoli). Da questo punto di vista,
i ratti non si distinguono in modo sostanziale da altri roditori.

Nella percezione comune, il principale pericolo associato ai ratti è legato


all'igiene. Un ratto selvatico, che viva nelle fogne, può essere affetto da oltre
30 malattie trasmissibili all'uomo, inclusi il tifo e la peste bubbonica, e la
febbre da morso di ratto. Si ritiene comunemente (sebbene la questione sia talvolta
messa in discussione) che l'epidemia della Peste Nera, che devastò l'Europa nel XIV
secolo, fosse dovuta al micro-organismo Yersinia pestis, portato dalla pulce
Xenopsylla cheopis, a sua volta parassita del Rattus rattus. I ratti selvatici
moderni possono portare la leptospirosi (sebbene la trasmissione della malattia
all'uomo richieda circostanze molto specifiche). L'idea che i ratti possano
"contaminare" l'uomo o l'ambiente è anche legata al fatto che, in contesti urbani e
suburbani, sono spesso abitatori di fognature e depositi di rifiuti. A dispetto di
questi luoghi comuni, il ratto, in natura, è generalmente un animale estremamente
robusto e sano, molto pulito se vive in un ambiente che lo permetta (e dunque
lontano dalle fogne).

Sia il Rattus norvegicus che il Rattus rattus (meno diffuso) sono stati
addomesticati e sono animali da compagnia piuttosto diffusi. Come nel caso dei cani
o dei gatti, i ratti domestici si sono differenziati nel tempo in numerose razze
con caratteristiche morfologiche differenti. Le razze principali sono il manx
(ratto senza coda), il satin (dal pelo lucente e vellutato), l'hairless (ratto
nudo, senza pelo, usato per testare cosmetici), i dumbo (con le orecchie di
dimensioni maggiori). I colori sono molto vari e vanno dal nero al marrone al
bianco passando per i pezzati, i siamesi e gli albini.
Il ratto domestico è noto per la sua intelligenza e socievolezza, e risulta essere
un animale estremamente pulito, che può essere agevolmente addomesticato e persino
addestrato.

I ratti domestici vengono anche spesso utilizzati per nutrire serpenti tenuti in
cattività (soprattutto boidi).

Ricerca scientifica sui ratti


I ratti, come molti altri roditori, sono spesso utilizzati come animali da
laboratorio. In particolare, il Rattus norvegicus è un modello animale molto
utilizzato in tossicologia ed in studi sul sistema nervoso.

I ratti nella cultura


Cultura occidentale

Vittime della peste bubbonica, da una Bibbia del XV secolo


Nel mondo occidentale, al ratto sono associate quasi esclusivamente immagini
negative, come "sporcizia", "putridume", "malattia"; spesso viene usato
metaforicamente come emblema di corrispondenti morali di queste immagini (per
esempio disonestà e falsità). È possibile che questa visione del ratto abbia le sue
radici anche nel trauma subito dall'Europa durante la Peste Nera.

Poiché la presenza di ratti viene percepita come un'infestazione, viene considerata


accettabile la pratica di avvelenare i ratti con pesticidi, mentre questo non vale
per altri animali randagi che potrebbero causare problemi simili a quelli
imputabili ai ratti.

Spesso la distinzione fra "topo" e "ratto" viene trascurata, e il ratto viene


confuso con un "grosso topo" (già gli Antichi Romani si limitavano a distinguere
fra mures maximi e mures minimi, "topi grandi" e "piccoli"). Quando viene fatta una
distinzione, il ratto è di solito rappresentato come una controparte infida e
aggressiva del più mite "topolino".

I ratti nella finzione


I ratti nella narrativa e nel cinema occidentali sono in genere rappresentati in
modo coerente con gli stereotipi comuni propri di questa cultura, e non raramente
con riferimenti impliciti o espliciti alla peste.

Nella fiaba del Pifferaio di Hamelin, un'infestazione di ratti dà inizio a una


catena di eventi che causeranno la "morte" di tutti i bambini del paese.
In 1984 di George Orwell, la fobia dei ratti viene usata come strumento di tortura.
Nel romanzo horror The Rats di James Herbert, ratti mutanti diventano divoratori di
uomini.
Nel racconto "I topi" di Dino Buzzati, una casa viene infestata da un gran numero
di enormi ratti, i quali arrivano a prendere il controllo dell'abitazione e a
sottomettere i proprietari umani della stessa.
Nella serie di Redwall di Brian Jacques i ratti sono i principali "cattivi".
Anche nel film Rats di Tibor Takács i ratti sono i principali "cattivi",
giganteschi e nutriti col sangue.
Il professor Padraic Rattigan, antagonista del film Disney Basil l'investigatopo, è
un ratto a differenza di quasi tutti i personaggi della vicenda che sono topi.
Nell'albo "La marea grigia" della serie a fumetti Martin Mystere, il Detective
dell'Impossibile indaga su un'invasione di ratti a Venezia.
Nella raccolta di racconti "A volte ritornano" di Stephen King, il racconto
intitolato "Secondo turno di notte" narra le vicende di alcuni operai di una
filanda alle prese con dei mostruosi ratti nascosti negli scantinati della stessa.
Alcuni autori hanno giocato su questo pregiudizio nei confronti dei ratti
ribaltandolo a effetto. Per esempio, ratti "buoni" sono protagonisti di opere come
il film d'animazione Brisby e il segreto di NIMH, la serie televisiva Ratz, il
romanzo Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori di Terry Pratchett e il
film d'animazione della Pixar Ratatouille. Anche Splinter, il maestro delle
Tartarughe Ninja, è un ratto, e sono ratti anche i due protagonisti del più recente
Ratti matti.

Cultura orientale

Ganesh che cavalca il suo ratto; scultura nel tempio di Vaidyeshwara a Talakkadu,
Karnataka, India
La cultura orientale è generalmente più benevola verso il ratto; per esempio, esso
è il primo dei dodici animali dello zodiaco cinese, e le caratteristiche che gli
corrispondono includono creatività, onestà, generosità, ambizione e velocità nelle
decisioni.

Nel mondo induista il ratto è la cavalcatura di Ganesha, e generalmente considerato


con rispetto o addirittura devozione. Nella città indiana di Deshnoke, per esempio,
è diffuso un particolare culto dei ratti, visti come la reincarnazione dei Sadhu, i
santi della religione indù. I fedeli offrono cibo a questi animali, e considerano
una benedizione poter mangiare a loro volta cibo toccato dai ratti.

Note
Novak, 1999.
^ "Scheda sulla storia dei ratti domestici presso il sito "rattiamici"
^ Schwarz, 1960.
Bibliografia
Ronald M. Novak, Walker's Mammals of the World, 6th edition, Johns Hopkins
University Press, 1999. ISBN 978-0-8018-5789-8
Ernst Schwarz, Classification, origin and distribution of commensal rats (PDF), in
Bulletin of the World Health Organization, vol. 23, n. 2-3, 1960, pp. 411-416.

Potrebbero piacerti anche