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SISTEMI POLITICI E AMMINISTRATIVI

Modulo 2

Sistema politico italiano:


concetto di sistema politico→ idea che esista un sistema politico è legata all’analisi di un
sociologo (Parsons) che riteneva che qualsiasi forma sociale per sopravvivere e mantenersi
debba svolgere delle funzioni e tali sono svolte da determinate strutture cruciali per
quell’aggregato sociale. Tali funzioni fondamentali sono 4 che racchiude in un modello AGIL,
che ogni società deve svolgere:
1.Adaptation(adattamento all’ambiente circostanze) come reperimento delle risorse per il
proprio adattamento
2.Integration come definizione di una serie di norme/principi/regole formali che garantiscono
integrazione tra i diversi membri di un aggregato sociale (svolta dal sistema giuridico)
3.Latencycome latenza intesa come mantenimento dei principi di fondo condivisi in un
aggregato sociale; le strutture che riproducono questi valori e ne consentono la permanenza
nel tempo sono la famiglia e la scuola
4.Goalssetting come identificazione degli obiettivi (es. oggi crescita economica)

Il sistema politico insieme a quello giuridico ed economico sono parte del sistema sociale nel
suo compleanno. Nel sistema politico stanno dentro dei sottoinsiemi che interagiscono tra di
loro e le modificazioni di uno di questi produce degli effetti sugli altri. Più specificamente, il
sistema politico è quel sottosistema che mira al perseguimento degli obiettivi per il sistema
sociale e David Easton* identifica tre dinamiche fondamentali(schema input-output-
feedback e black box):

→ società ossia singoli individui o gruppi di interesse: la funzione tipica di questi è la produzioni
di input (costituito da 2 elementi: da un lato vi sono le domande politiche, dall’altro le
domande sono accompagnate da promesse di sostegno o ritiro sostegno).

→ i gruppi (gatekeepers) quindi articolano gli interessi che vengono recepiti dai partiti. Essi
svolgono la funzione di aggregazione degli interessi, cioè identificano una serie di domande
emanate dalla società e le aggregano in un programma politico. I partiti, dopo averle
raggruppate, raggiungono le sedi decisionali (governo e parlamento), quindi adottano leggi che
vengono definite come output. Una determinata legge produce degli effetti nella società che
vengono definiti come outcomes.

→ una volta che si sono prodotti degli effetti nella società, si produce un effetto di feedback
che riattiva il circolo (CICLO DI POLICY). Le decisioni di governo e parlamento vengono spesso
concepite come risposte ai problemi, ma in realtà le decisioni politiche non sono mai una
risposta tecnica ad un problema, la cui formulazione tecnica non dipende da una soluzione
tecnica ma è corrispondente all’interesse politico di chi prende quella decisione.

*Studi di Easton (vedi schema pg 17) → schema input-output-feedback

Il sistema politico deve essere studiato dal pdv delle sue componenti fondamentali:
- comunità politica: cittadini e policy takers, fruitori delle scelte politiche
- regime politico: insieme di norme e procedure che rendono effettive le decisioni e scelte
politiche
- autorità: insieme dei soggetti chiamati a prendere le decisioni e scelte politiche

Almond e Powell: sistema politico si struttura in una pluralità di funzioni


- funzioni di sistema: mobilitazione, selezione personale, formano strutture interne alla black
box
- funzioni di processo: articolazione interessi e messa in opera delle decisioni (input e output)
- funzioni di politica pubblica: operazioni che attendono attori politici per rispondere a
domande e
aspettative dei cittadini
Strutture che assolvono alle funzioni dei sistemi politici avanzati:
- gruppi di interesse, partiti politici
- governi, parlamenti
- amministrazioni e insieme di attori pubblici

•Le fasi e regimi:


- Regime liberale, 1861-1922
Caratterizzato dalla sussistenza di elementi liberali nel quadro di un regime che non si può
considerare un sistema democratico
- Ventennio regime fascista, 1922-1943
- Fase transitoria(1945-1948) – basi della Prima Repubblica
- Prima Repubblica, 1948-1993
*Si parla di cambio di Repubblica quando cambia la Costituzione nelle sue linee fondamentali,
nel ’93 cambia però sistema elettorale, cambiamento sistema dei partiti con scoppio della crisi
di Tangentopoli
- La (cosiddetta) Seconda Repubblica, 1994-…

Quando studiamo un sistema politico ci occupiamo di:


Tipo di regime: democratico o non democratico, che tipo di non democrazia è
Forma di governo: parlamentare, presidenziali, semipresidenziale
Sistema elettorale: maggioritario o proporzionale
Sistema partitico: riguarda relazioni competitive o cooperative tra partiti
Governo: attore politico-istituzionale principale insieme a Parlamento
Parlamento

•State & nation building(costruzione di Stato e nazione)


- STATO→ per essere definito tale deve esserecaratterizzato da:
- popolo
- territorio
- sovranità (governo) posta a capo del territorio

- NAZIONE → insieme di persone che condivide lingua, tradizioni, religione (definizione


sbagliata); essa in realtà è:
→una comunità immaginata: fondata su legami effettivi o presunti (etnici, religiosi, linguistici,
culturali, ecc) e su legami affettivi/emozionali (sentirsi parte di una comunità nazionale)

Tali concetti vanno tenuti distinti, ma: (vedi schema slide 11)
- quando si intersecano Stato e Nazione: nasce lo STATO-NAZIONE (stato ben definito
all’interno del quale sussiste una sola nazione; es. Francia)
- quando c’è uno Stato ma più Nazioni (es. Gran Bretagna): STATO MULTINAZIONALE (es.
URSS, Jugoslavia, Spagna x catalani)
- quando esiste un’unica popolazione senza stato: NAZIONE SENZA STATO (es. Palestinesi,
Curdi)
- quando c’è un’unica comunità nazionale sparsa su più stati: DIASPORA (Ebrei)

COSTRUZIONE DELLO STATO ITALIANO


Unificazione per “incorporazione” con due processi convergenti:
- Guerra di Indipendenza, alleanza franco-piemontese vs austriaci che portò alla conquista
della Lombardia
- conquista Regno delle due Sicilie: Garibaldi che vuole giungere a Roma e viene fermato a
Teano
- 1861 Regno di Italia
- conquista Veneto (1866 con Terza Guerra di Indipendenza), Roma e suo territorio con
eliminazione potere temporale del papato (Breccia Porta Pia 1870) e Trento e Trieste (1918)
Due trasformazioni fondamentali che segnano passaggio da epoca premoderna (Medioevo
e Rinascimento, con entità politiche disperse e frammentate) a epoca moderna e
contemporanea
- nascita e costruzione dello Stato-nazionale
- Rivoluzione industriale: industria come settore trainante

La costruzione dello stato nazionale consiste in un processo di accentramento del potere, ossia
controllare tre funzioni fondamentali:
1. centralizzazione delle risorse di violenza (esercito): per continuare a esistere come stato
deve
avere difesa interna e deve assicurare ordine interno
2. centralizzazione delle risorse economiche (tasse):
3. centralizzazione delle risorse umane: per costituire esercito
Che effetti si producono con la nascita dello Stato-nazione e con la rivoluzione industriale?
Tali processi che caratterizzano la costruzione dello stato innescano una serie di potenziali
conflitti: cleavages (fratture sociali), linee su cui si possono determinare conflitti, che sono
talmente forti che potranno (non è detto che trovino qualcuno le utilizzi in senso
politico)incidere sul sistema politico. Tali fratture (Stein Rokkan) sono:
- quelle che si producono dalla formazione degli stati nazionali:

1.conflitto Stato-Chiesa: Chiesa aveva monopolio educazione, inoltre in Italia è


particolarmente violenta perché con la conquista di Roma il Vaticano perde la sua sovranità
territoriale. Conflitto che regge la politica italiana per tutto il periodo liberale. Vi è lotta per il
controllo dell’istruzione e per le politiche familiari. Questa è la questione principale.Partiti
laici/confessionali.
L’opposizione della Chiesa è molto forte tanto che con il “Non expedit” (1874, chiesa cattolica)
che vieta la partecipazione alla vita politica. L’opposizione riguarda quindi la Polity, la Politics e
anche le Policies. Questione cattolica viene ricomposta dal Patto Gentiloni(1913) tra
rappresentanti chiesa cattolica e partito liberale attraverso i quali si consente ai cattolici di
presentarsi alle elezioni politiche del 1913 nelle liste liberali; pochi anni dopo, poi, nel 1919
viene fondato il Partito Popolare italiano (di ispirazione cristiana cattolica) che si trasformerà
dopo la guerra nella Democrazia Cristiana. Il punto risolutivo di questo conflitto avviene nel
regime fascista con Patti Lateranensi che garantiscono sovranità piena sullo Stato del Vaticano
alla Chiesa e poi con il Concordato (1929) con il quale si risolvono altri aspetti attinenti alla
presenza della Chiesa nella vita italiana, come la questione scolastica, politica matrimoniale
(…).

2.conflitto centro-periferia: tra centro in cui viene concentrato potere politico e le periferie
del nuovo stato nazionale, ossia quei centri di potere preesistenti caratterizzati da usi diversi
da quelli definiti come nazionali. Limitata resistenza di larghi strati popolazione che sono legati
alle vecchie case regnanti e le élite meridionali e parte della popolazione che guardano con
nostalgia ai Borbone.Episodi di resistenza vs nuove autorità vengono repressi; inoltre a fronte
di queste insurrezioni e a fronte degli emergenti movimenti socialista e anarchico, la classe
politica liberale considerava con timore la prospettiva di estensione suffragio e opzione di
qualche autonomia regionale. Partiti: base etnica, religiosa, linguistica.

- quelle che si producono dalla rivoluzione industriale:

1.conflitto città vs campagna: partiti agrari conservatori/borghesi

2.conflitto capitale vs lavoro: liberali/socialisti

Quali di queste fratture si determinano e sono presenti nell’Italia post-unitaria?


Conflitto Stato-Chiesa e conflitto centro-periferia (vedi sopra perché). Le altre fratture sono
molto deboli, hanno poca importanza in questa fase.
•La prima democratizzazione e il regime liberale
Definizione normativa e definizione procedurale minima
→ definizione di Dahl (Poliarchia, vedi modulo 1)
→ definizione più empirica: quali sono le caratteristiche fondamentali?
1. elezioni libere, senza brogli, ricorrenti, ecc
2. suffragio universale
3. competizione politica
4. elettorato attivo e passivo
→ definizione di Schumpeter (vedi modulo 1)

Prima democratizzazione consiste nella trasformazione di un sistema poliarchico a un sistema


democratico: scatola di Dahl
- si parte dalle egemonie chiuse: nessuno ha diritto di voto e non vi è nessuna libertà politica
(uno stato monocratico); non c’è nessuna apertura per partecipazione elettorale e
competizione politica. Potere concentrato nelle mani del sovrano.
- in alto ci sono le poliarchie (democrazia per lui non esiste, è un ideale di riferimento):
sistema che garantisce governo di molti con circuito elettorale a suffragio universale
Quali sono però i diritti che devono essere concessi per passare dalle egemonie alle poliarchie?
I diritti civili (libertà di associazione, riunione, stampa; derivano dal pensiero liberale Locke che
riconosce una certa autorità politica fin tanto che rispetta diritti individuali; concessi con lo
Statuto Albertino, 1948) e i diritti politici (diritto di voto, di poter essere eletti; derivano dal
pensiero democratico).

Come si passa dalle egemonie chiuse alle poliarchie? Con due sviluppi fondamentali nel senso
della liberalizzazione (possibilità di contestare pubblicamente) e nel senso dell’inclusione
(possibilità di votare con estensione voto):

1. oligarchie competitive: sistemi in cui sono stati concessi diritti civili ma il diritto di voto è
stato concesso a una quota ristretta della popolazione (suffragio ristretto). Es. Italia post-
unitaria, scelti per censo e alfabetizzazione (esponenti classi agiate)

2. egemonie inclusive: concessione diritto di voto in assenza di competizione politica,


successivamente concessione diritti civili. Es. URSS

3. rottura rivoluzionaria completa: assetto di assolutismo rivoluzionato completamente con


concessioni diritti civili tutti in una volta

ITALIA:
-pre – Statuto Albertino con una condizione di egemonia chiusa con diritti individuali
sostanzialmente inesistenti
- Statuto Albertino e iniziano a identificarsi i diritti fondamentali concessi da élite di liberali con
una condizione di oligarchia competitiva perché concessioni dei diritti consente un minimo di
competizione politica anche se mancano componenti democratiche (suffragio molto ristretto),
decentramento territoriale limitato ↓
Periodo liberale: 1861-1921
- forma di governo era una monarchia costituzionale
- sistema elettorale: suffragio universale molto ristretto
- affermazione del sistema parlamentare è piuttosto rapida
- esecutivo nominato dal Re
- governo, espressione del sovrano, de facto “responsabile”
- sistema partitico → cosiddetto 1° sistema partitico (1861-IGM), caratteristiche:
- “partiti parlamentari” (di fatto non hanno organizzazione strutturata al di fuori del
parlamento, con un leader conosciuto a livello locale capace di aggregare consenso politico nel
suo territorio di riferimento; dal pdv organizzativo è composto da circa 10-15 persone che non
fanno della politica la loro professione, ma si riuniscono in comitato quando c’è la campagna
elettorale per supportare il leader) composti dai notabili
* a un certo punto nascono i partiti di massa (inizio XX sec.) a seguito dell’estensione del
suffragio
universale
- distanza ideologica modesta: dx storica e sx storica, espressione del pensiero liberale; tale
distanza determina il cosiddetto trasformismo, ossia che maggioranze in parlamento non sono
precostituite ma si formano ad hoc sulle singole questioni
- relativa irrilevanza dei gruppi di opposizione: notabili ma più distanti dal centro di governo
(democratici, radicali e repubblicani) e partito socialista espressione della fascia dei
proletari,
in parlamento alla fine del XIX sec, è primo partito di massa che inizia a dare rappresentanza
alla
frattura. Nascita nel 1892).
- dominato dai partiti parlamentari Sinistra e Destra
- solo Partito Socialista considerato un partito di massa abbastanza sviluppato anche se
rimasto a
a lungo ai margini del sistema politico

- 2 principali fattori di debolezza:


1. opposizione cattolica (occupazione militare di Roma) diminuisce la legittimità dello Stato e
limita la capacità delle élite politiche dominanti di acquisire più ampio sostegno popolare
2. partiti liberali non radicati sul territorio, non svilupparono una vera e propria organizzazione
partitica poiché per lungo tempo non avevano dovuto affrontare una seria competizione
elettorale – suffragio molto ristretto. Senza una vera organizzazione e sostegno limitato
dovettero affrontare a inizio XX sec. la crescita del Partito Socialista e dei cattolici.

[*Per istituire un nesso con argomenti successivi, un regime con suffragio molto ristretto e
quindi a rischio per la legittimità, cosa potrebbe fare per aumentarla? Potrebbe estendere
diritto di voto, oppure se non vuole estenderlo potrebbe incidere sulle condizioni di vita, in
particolare hanno concesso i diritti sociali (estensione istruzione pubblica e gratuita, sussidio in
caso di invalidità o disoccupazione, pensioni, diritti alla salute) con nascita del welfare state;
paese che inaugura la costruzione del welfare state è la Germania di Bismark (strategia volta a
ottenere non opposizione
da parte delle crescenti classi di lavoratori). Diritti sociali: asse socialista]

Nella scatola di Dahl, dopo il periodo liberale, vi è un ritorno a un’egemonia chiusa con l’arrivo
del regime fascista (1922-1925): azzeramento diritti individuali.
→ dalla prima democratizzazione al crollo del regime competitivo
- piano delle regole:
- 1912 si ha suffragio universale maschile
- elezioni 1919 introduzione sistema elettorale proporzionale (classi popolari trovano
Rappresentanza in nuovi partiti)
- elezioni e 2° sistema partitico
- emersione partiti organizzati di massa: PSI e PPI, nel 1919 grande affermazione, psi primo
partito 32%; forme tipiche sono le sezioni di partiti
- sconfitta dei liberali e fine del loro dominio: perdono consensi perché non sono capaci di
catturare consensi nelle fasce basse (sono rappresentanti delle élite)
- emersione di partiti sulle ali estreme: polarizzazione ideologica (opposta a trasformismo,
quote della popolazione si collocano agli estremi),nazionalisti e fascisti a dx, socialisti
massimalistie poi PCI (scissione per diverse strategie per rivoluzione) a sx → radicalizzazione
- cominciano ad apparire partiti di stampo nettamente aniparlamentare e orientati a
interpretare la
politica in chiave di scontro violento e definitivo: a dx Mussolini e fasci di combattimento, a sx
Partito comunista di Bordiga e Gramsci
- le condizioni postbelliche consentirono alla monarchia di liberarsi della tutela del fascismo
ma le
impedirono di dominare il processo di transizione del vecchio regime a un nuovo ordine
- Parlamento paralizzato dalla divisione tra i nuovi partiti di massa e la vecchia élite liberale;
élite
economiche e componenti delle classi medie persero fiducia nella capacità della classe
parlamentare liberale di far fronte alla minaccia di una rivoluzione.
- 1922 Mussolini capo del governo in modo legale, ma a seguito di marcia su Roma
- 1925: partito nazionale fascista unico ammesso, sancisce fine principio competitivo

•Regime fascista, autoritarismo o totalitarismo?


Autoritarismo e totalitarismo→ fascismo è un ibrido
Come avviene processo di fascistizzazione paese?
1. prime azioni delle squadre fasciste (1919-1922) in funzione anti socialista, anti sindacale
con attacchi fisici vs sindacati e camere del lavoro
2. legge elettorale maggioritaria 1923: meno rappresentativa, partito fascista irrobustisce
propria presenza in parlamento benché non detenga ancora piena maggioranza
3. contro le opposizioni 1924: assassinio di Matteotti
4. 1925 PNF (partito nazionale fascista) unico partito ammesso
5. omicidi politici: 40.000 deportati (8000 Ebrei)
6. 1926: ammessi solo sindacati fascisti e abolito diritto di sciopero; soppressione stampa
libera; introdotto pena di morte per i reati vs stato
Regimi totalitari:
- no pluralismo politico e sociale → partito unico (monismo)
- ideologia elaborata, incarnano e cercano di promuovere progetto di trasformazione della
società;
- attivazione processi di mobilitazione, ossia utilizzare tutti strumenti possibili che possano
infondere valori di riferimento del regime; fenomeni di mobilitazione come appunto parate,
manifestazioni tramite cui trasferire unici valori di riferimento da promuovere (accompagnati
però anche da azioni di repressione). Questo elemento non caratterizza solo regimi totalitari,
non
quelli autoritari.
- non vi sono altre istituzioni politiche al di fuori del partito stesso
- leader o piccolo gruppo che esprime l’autorità
- limiti al potere formalmente non definiti e imprevedibili: regime di terrore
Regimi autoritari:
- pluralismo politico assente o limitato, quello sociale limitato (soprattutto che non metta in
discussione legittimità del regime); tollerano queste forme di pluralismo perché non hanno un
grande progetto di trasformazione della società, si accontentano di ottenere una quiescenza
della
società, quindi solo non opposizione da parte di questa (≠ totalitarismo)
- non c’è ideologia elaborata, ma hanno una mentalità caratteristica (patria, nazione, ordine…)
- mobilitazione generalmente bassa perché non devono trasmettere valori di riferimento
fondamentali, non devono trasformare la società; non vogliono che popolo partecipi alla
politica
- limiti al potere politico sono formalmente mal definiti, ma abbastanza prevedibili (se uno non
si
opponeva non succedeva nulla)
Caratteristiche fascismo: ibrido
1. caratteri autoritari:
- pluralismo sociale limitato (presenza chiesa cattolica) e istituzioni autonome
- ideologia non particolarmente elaborata
2. caratteri totalitari:
- partito e leader con tendenze totalitarie
- mobilitazione elevata
- repressione costante

• Fase transitoria e piena democratizzazione


Fase che consta di 4-5 anni al massimo, periodo concentrato.
Ripresa scatola di Dahl → dopo l’avvento del fascismo con ritorno a egemonia chiusa, si passa,
tra il ’45-’46, alla Prima Repubblica con elezioni del 1946 e creazione Costituzione del 1948. La
data emblematica è il 2 giugno 1946 quando viene consentito a tutti di votare (referendum
scelta di monarchia o repubblica ed elezione assemblea costituente).
Tappe:
10 luglio 1943: sbarco in Sicilia
25 luglio 1943 destituzione di Mussolini e governo Badoglio nominato dal re
3-8 settembre 1943 armistizio di Cassibile con collasso apparato statale
1944: si formano governi di unità nazionale (democrazia cristiana, partito comunista, partito
socialista, partito liberale, partito democratico italiano e partito d’azione) che si alleno in
funzione antinazista anche se poi tale alleanza si romperà nel ‘47
Febbraio 1945 conferenza di Jalta: si trovano rappresentanti di GB, Russia e America si
mettono d’accordo per la spartizione delle zone di influenza (blocco americano con capitalismo
e liberaldemocrazia; blocco socialcomunista con repubbliche popolari e economia pianificata).
In questa fase l’Italia viene affidata a sfera di influenza americana che poi si tradurrà negli anni
nel fatto che viene lanciato piano Marshall.
25 aprile 1945 liberazione e fine della guerra in Italia
*in questi anni si creano delle alleanze in ottica antinazista a livello globale e antifascista a
livello nazionale; in termini di politica interna coloro che erano stati esiliati tornano con idea
completamente diverse tra loro
2 giugno 1946 referendum ed elezioni, elezioni assemblea costituente
Giugno 1947: varo del Piano Marshall e rottura governi di unità nazionale
1948 prime elezioni politiche per il Parlamento con molta propaganda
(Spaccatura nell'arena internazionale: conflitto di fondo sulla visione del mondo,
sull'organizzazione complessiva della comunità politica.)
Le persone erano obbligate a votare: scelta tra Democrazia Cristiana, vista come barriera del
comunismo (De Gasperi segretario) e Fronte Popolare (partito socialista e partito comunista –
Palmiro Togliatti segretario del partito comunista - si alleano).
Attentato a Palmiro Togliatti: fondatore e segretario del PCI. Con l'arrivo di Mussolini si
traferisce a Mosca e lì si forma. Con la caduta del fascismo torna In Italia, a Napoli. Per prima
cosa va dal PCI ma essendo passati 20 anni nessuno lo riconosce. Porta con se un programma
stilato con Stalin, moderato e adattato. Fu lui a proporre che la decisione tra monarchia e
repubblica fosse rimandata a dopo la guerra e a proporre la formazione di un governo d'unità
nazionale. Il suo titolo di "Ministro" viene rimosso quando De Gasperi per ottenere gli aiuti del
piano Marshall espelle dal partito comunisti e socialisti.
Elezioni: in gioco vi era l'affermazione o la negazione dell'appartenenza dell'Italia al blocco
capitalista.Le cose gradualmente si ammorbidiranno ma spesso ciò che verrà spesso messo
come posta in gioco è la possibile caduta dell'Italia nel mondo sovietico.
Vittoria delle forze liberal-democratiche e filo-atlantiche. I comunisti sono comunque sempre
rimasti fedeli alle istituzioni del governo e non hanno mai cercato di innescare disordini e
rivoluzioni.
Avvio del centrismo e del pluralismo polarizzato → ciò che si avvia è un modello di sistema
partitico e di funzionamento della democrazia che ha alcune peculiarità quasi uniche in Europa.
Sistema partitico è quello che Sartori definisce "pluralismo polarizzato": sistema di partiti
formato da almeno più di 5 partiti e la distanza ideologica tra il partito più a destra e quello più
a sinistra è molto ampia. Con più partiti presenti la distanza ideologica è maggiore.
In Italia nel '48 l'estrema destra era rappresentata dai post-fascisti, mentre l'estrema sinistra
dai comunisti.Dal '48 al '92 la Dc sarà sempre parte del governo, sola o in coalizioni, mentre il
Pci non salirà mai al governo dal '48 al '93. Via via la Dc perderà voti a favore del Pci.
Rinascita del Parlamento dopo la caduta del fascismo
→ tutte le forze politiche concordano sulla necessità di esaltare la rilevanza simbolica e
sostanziale dell’istituzione rappresentativa
La struttura del Parlamento del ’48 è un esempio di bicameralismo ridondante dotato di poteri
equivalenti e di una composizione politica simmetrica; Camera e Senato esercitano funzioni in
piena parità di diritti. Scadenza ogni 5 anni + struttura a clessidra

• Prima Repubblica: una democrazia “bloccata”


Punti da trattare su questo argomento:
- repubblica parlamentare
- sistema elettorale
- sistema partitico
- governo e parlamento
L'Italia della prima repubblica ha una tipica configurazione a 7 partiti: Dc, Pci, Psi, Psdi, Pri, Pli,
Msi.
La Repubblica, composta da quattro attori istituzionali politici:
- Presidente
- Parlamento
- Governo
- Sistema partitico

Nella Prima Repubblica il sistema elettorale è di tipo proporzionale, seppur non delineato
così dalla Costituzione. È una repubblica parlamentare: la sovranità risiede nel parlamento.

Forme di governo
1.Repubblica parlamentare
- formazione: nominato da capo dello stato
- fiducia: esplicita (voto di investitura)
- caduta: sfiducia
- rel. con il parlamento:fiducia/sfiducia, richiesta scioglimento (prerogativa del Pres.
Repubblica)
2. Repubblica presidenziale
- formazione: elezione diretta
- fiducia: no (perché parlamento e governo sono istituzioni completamente indipendenti)
- caduta: impeachment
- rel. con il parlamento: istituzioni separate
3. Repubblica semi-presidenziale
- formazione: pr. elezione diretta, pm (primo ministro) nomina presidente
- fiducia: varia (collegamento governo e parlamento tramite presidente)
- caduta: (impeachment PR), rimozione PM
- rel. con il parlamento: fiducia/sfiducia PM, scioglimento PR
→ nell’analisi dobbiamo mettere dentro anche sistema partitico e risultati elettorali

Regime elettorale nella Prima repubblica


- tradizione del sistema maggioritario dell’Italia liberale non riemerge
- si opta per un sistema proporzionale (sperimentato nel 1919) che riflette in modo abbastanza
preciso le preferenze politiche della popolazione → funzionano infatti in modo proporzionali
entrambi i sistemi elettorali (…)
- CAMERA: sistema proporzionale di lista con voto di preferenza multiplo con 32 circoscrizioni
- SENATO: sistema maggioritario in collegi uninominali con soglia al 65% e distribuzione
proporzionale seggi restanti a livello regionale → funzionava però sostanzialmente come
sistema proporzionale perché difficilmente si raggiunge la soglia del 65%
→ sistema elettorale non diminuiva la frammentazione fra sistemi partitici
(età del proporzionalismo: 1946-1990)
Sistema partitico dell’Italia della prima Repubblica
- principali partiti in Italia → origine dalle fratture (Rokkan): unificazione nazionale, rivoluzione
industriale, rivoluzione russa, fascismo (vedi mappa slide)
- partiti territoriali/regionalisti
- partiti confessionali e partiti laici → DC, PRI, PR, PLI
- partiti socialdemocratici → PSI, PSDI
- partiti comunisti → PCI, DP
→ decisiva per la nascita della prima repubblica italiana è la frattura fascismo/antifascismo che
porta alla nascita dei partiti neo-fascisti → MSI
La fase tra ’48-’94 (Prima Repubblica) è associata all’idea di partitocrazia, ovvero alla
persistenza di un regime dominato da attori partiti capaci di penetrare la società raccogliendo e
articolando le domande e il consenso del popolo, attivandosi nel contempo in modo esteso
tramite le proprie élite nelle istituzioni e nei processi decisionali a ogni livello territoriale di
governo.
Il partito organizzato di massa nella Prima Repubblica fu il modello tipico di partito in
particolare per Pc, Psi e Msi. La Dc invece aveva le connotazioni del partito pigliatutto.
(Vedi mappa aree di voto pg 74).

- 3° sistema partitico italiano (1948-1992)


- elementi di stabilità rispetto alla fase 1919-1921
- alcuni piccoli partiti nuovi
- ma alcuni caratteri distintivi!
- divisione a sinistra e sorpasso del PCI sul PSI
- crescita partito cattolico (Dc) collocato al centro che si afferma come più forte
- riduzione del partito liberale a posizione di minoranza
→ campagna elettorale del ’48 dette vita a una struttura bipolare del sistema partitico lungo la
linea
di frattura “comunismo/anticomunismo”. Il fatto che tale frattura fosse divenuta la linea di
divisione politica preminente ha avuto conseguenze importanti per il sistema politico:
1. nei successivi 45 anni la sx stessa sarebbe stata divisa da questa frattura con il risultato
che
socialdemocratici e socialisti avrebbero preferito l’alleanza al centro con la Dc a quella del Pci
2. il Pci fu visto da molti come partito antisistema e quindi inadatto a essere preso in
considerazione come possibile alleato di governo.
→ la divisione del Psi indebolì il vecchio partito e determinò la caduta della sx sotto l’egemonia
dei
comunisti
- interpretazioni:
- bipartitismo imperfetto (Galli 1966)? Ruolo predominante dei due principali partiti (Dc e
Pci),
ma impossibilità a differenza dei bipartitismi normali, di un’alternanza al governo; presenza di
due partiti antisistema, articolato intorno a tre poli con uno spazio ideologico polarizzato –
molto esteso tra estrema sx ed estrema dx. Competizione centrifuga.
- pluripartitismo polarizzato (Sartori 1976): sistema di partiti formato da almeno più di 5
partiti
e la a distanza ideologica tra il partito più a destra e quello più a sinistra è molto ampia.
Ciò che caratterizza questo modello è il fatto che:
1. esistendo due partiti antisistema (Pci e Msi)
2. e uno spazio ideologico polarizzato (molto esteso tra estrema sx e dx)
3. il sistema dei partiti si articola intorno a 3 poli invece che intorno a 2
4. le coalizioni di governo si formano sempre intorno al polo centrale (Dc)
5. opposizioni sono bilaterali (da sx e da dx)
6. e hanno carattere di irresponsabilità poiché sanno che non saranno mai messe alla
prova dal governo, ma anche le forze di governo sono tutto sommato poco responsabili poiché
contano sul fatto che elettori non hanno veramente alternative
7. clima è ideologico più che pragmatico
8. competizione ha andamento centrifugo: i partiti non convergono verso il centro ma
devono rincorrere con le loro proposte le componenti più estreme
→ in questa situazione era probabile che si verificasse una progressiva erosione del centro
dello
schieramento partitico a favore delle ali più estreme con conseguenze negative per
governabilità
e stabilità del sistema democratico (Germania di Weimar e IV Rep. francese)
- pluripartitismo centripeto (Farneti 1983): identifica alcune criticità del modello sartoriano;
progressiva riduzione dello spazio ideologico, dinamica centripeta del sistema partitico (negli
anni ’70) anzi che centrifuga. Per superare la situazione di esclusione dal governo il Pci aveva
dovuto moderare progressivamente le sue posizioni e allentare i legami con l’URSS. La
ampiezza dello spazio ideologico ne risultava ridotta al punto che seppur per un breve periodo
risultò possibile raggiungere un accordo di governo tra i partiti governative e il Pci. Il sistema
partitico aveva quindi acquisito un andamento centripeto e non centrifugo.
Elezioni del ’48: vince la Democrazia Cristiana (don Luigi Sturzo); paese fortemente polarizzato
con rischio di uno scontro civile.
A seguito della stesura della Costituzione, alcuni cambiamenti:
- a sinistra, competizione socialisti vs comunisti si risolse a favore di questi ultimi: predominio
- al centro, Democrazia doveva decidere se continuare alleanza con la sx o scegliere posizione
di
maggiore indipendenza: rottura alleanza con Partito comunista e socialista, verso strada di
alleanza
con la coalizione centrista
Si aggiunse poi una ulteriore cleavage, quella delle lealtà internazionali: collegamento tra sfera
interna e sfera internazionale diviene peculiarità della politica italiana.
Inizio percorso prima democrazia è paradossale: da un lato costituzione approvata con largo
consenso da coalizione antifascista, dall’altro tale coalizione si dissolse per lasciare spazio alla
divisione tra partiti filoccidentali e partiti filocomunisti (Guerra Fredda).
Il caso italiano in prospettiva comparata (Germania e Svizzera): cosa emerge con elezioni del
’48, numero maggiore dei partiti, distanza tra dx e sx è decisamente superiore a caso tedesco
e svizzero, partito comunista è quello più forte nella sx italiana; presenza e rilevanza del
partito sociale italiano con una quota di voti rilevante → pluralismo pluralizzato (Sartori)

Pluralismo polarizzato (Sartori) e il caso italiano:


Terzo sistema partitico
- presenza di 5 o più partiti (dc,psi,psdi,pri,pli,pci,msi e altri) e di 3 “poli” (sino ad anni ’90)
- elevata distanza ideologica
- centro stabilmente occupato (Dc)
- esistono opposizioni bilaterali, con partiti antisistema (partito che se potesse non
cambierebbe le politiche implementate dal governo, ma cambierebbe funzionamento sistema
politico nel suo complesso ossia le regole del gioco)
Sistema partitico basato sui 7 partiti principali è rimasto stabile per circa 45 anni, il momento
in cui vengono messi in discussione gli equilibri è tra ’75-’76 quando il Pci parve in grado di
superare la Dc come partito di maggioranza relativa. La frattura comunismo/anticomunismo ha
dominato gli allineamenti elettorali, ma anche altre linee di conflitto hanno contribuito a
strutturare sistema partitico e influito sui processi decisionali.
- linea di frattura destra/sinistra: ruolo importante ne definire le identità dei partiti e
nell’orientare le
scelte di policy. La sua forza però è stata contrastata dal fatto che la prima linea di frattura l’ha
in
parte attraversata inducendo una parte significativa della sx a preferire l’alleanza di governo
con la
Dc al’unità della sx.
- linea di frattura confessionale: fattori che ne sono all’origine sono la forza tradizionale della
Chiesa cattolica nella società italiana e la sua originaria opposizione al liberalismo, la
presenza di
forze politiche e culturali dichiaratamente anticlericali e antireligiose e fatto che la chiesa si sia
opposta al processo di unificazione e che questo abbia comportato la conquista dello Stato
Pontificio e la spoliazione delle proprietà ecclesiastiche. Tuttavia tale frattura non ha definito
maggioranze parlamentari e di governo stabili
Si riflette sulla dinamica politico-istituzionale:
- democrazia bloccata o democrazia senza alternanza
- opposizioni e governo sono irresponsabili di fronte all’opinione pubblica
- politica assume un carattere ideologico e demagogico
- dinamica della competizione è centrifuga (presenza di opposizioni bilaterali e antisistemiche)
→ il sistema rischia di destabilizzarsi e disgregarsi (Weimar, IV Rep. Fra)
→ è necessario utilizzare ancore (sistema di protezione sociale) per stabilizzarlo e aumentarne
la legittimità
Il sistema partitico verrà definito partitocratico:
1. perché Italia è una repubblica parlamentare
2. perché governo è una forza debole e questo consente una maggiore presa dei partiti nella
società
Tendenze dell’arena elettorale (tendenze che caratterizzano sistema partitico prima
repubblica):
- sistema fortemente stabile anche per quanto riguarda la distribuzione dei voti
- fase critica 1975-76 con il Pci vicinissimo alla forza della Dc
- inserimento di alcuni piccoli partiti tra il 1976 e gli anni ’80 senza grandi mutamenti di
sistema
- differenze territoriali organizzative ed elettorali significative tra i vari partiti in modo
accentuato soprattutto per ragioni culturali piuttosto che economiche

Comportamento elettorale della Prima repubblica:


- prevedibilità degli eventi elettorali
- estrema stabilità dei suoi effetti in termini di distribuzione di seggi e cariche (40 anni Dc)
- distribuzione definita a livello territoriale dei vari tipi di elettore e di voto
- ruolo spesso di secondo ordine delle elezioni non legislative

Modelli tradizionali di elettore in Italia (Parisi e Pasquino 1977)(Nel periodo ’48-’80)


- elettore di appartenenza: si sente parte di un partito o di una determinata cultura politica –
raramente nega il suo consenso con manifestazioni di astensione o protesta. Elettore fedele e
stabile. (prevalente nelle aree di predominio subculturale evidente, Centro e Nord-Est).
- elettore di opinione: fa del cambiamento una propria strategia, tende a valutare con
attenzione il
comportamento degli attori preferiti in precedenza, tende comunque a rimanere nella stessa
area politica/di partiti affini. (Cruciale nel generare determinanti spostamenti di consenso in
alcune
aree ad alta competizione come il triangolo industriale).
- elettore di scambio (particolarismo clientelare: diffuso in aree geografiche e politiche
delimitate,
basa il proprio voto sul calcolo e sull’aspettativa di una controprestazione. Accorda consenso a
un
partito in grado di soddisfare un suo interesse particolaristico con vantaggio individuale. “Do ut
des” immediato e lecito. (emerso soprattutto in vaste aree del Mezzogiorno).

Governo e Parlamento della Prima Repubblica: caratteristiche principali


Costituzione del ’48 nasce dopo l’epoca del regime fascista, i costituenti si preoccupano di
ridare uno squilibrio dei poteri a favore del potere esecutivo (vista l’esperienza precedente) con
una forma di repubblica parlamentare con governo debole e predominanza marcata del
parlamento.
Governo è un’istituzione debole, dipende dalla legittimità del Parlamento.
Composizione governo: Presidente del Consiglio + un numero variabile di ministri e
sottosegretari. I ministri sono di solito a capo di un ministero e i ministri senza portafoglio sono
responsabili di uno specifico settore di policy ma non hanno una vera struttura burocratica a
loro disposizione.
Strumento principale per risolvere i problemi della coalizione è stato il cosiddetto “vertice”, cioè
un incontro tra Presidente del Consiglio e segretari dei partiti della coalizione.
(+ vedi rapporto governo e parlamento pgg 143-145).
Poteri del Parlamento repubblicano:
- potere legislativo
- attività sanzionatoria nei confronti dell’esecutivo: mozione di sfiducia vs intero Consiglio dei
ministri o anche solo vs un ministro
- promozione di inchieste conferendo ad apposite commissioni poteri investigativi
- azioni di verifica tramite interrogazioni e interpellanze per chiedere conto al governo delle
azioni
- nomina 1/3 membri Corte costituzionale, 1/3 membri CSM e Presidente della Repubblica

Presidente della Repubblica:


- elezione indiretta (eletto dal Parlamento); mandato di 7 anni
- garante della Costituzione e arbitro tra le varie forze politiche, simbolo unità nazionale
- nomina governo (Presidente del Consiglio e ministri su consiglio del Pres. Consiglio)
- scioglimento anticipato del parlamento
- convocazione elezioni
- autorizza presentazione leggi da parte del governo
- rinvio leggi al parlamento
- invio messaggi al parlamento
- nomina 1/3 membri corte costituzionale
- presidente del CSM
Formazione dei governo: Presidente nomina Presidente del Consiglio e ministri, ma non ha
potere di revoca nei confronti di questi ultimi; meccanismo voto di fiducia di entrambe le
camere, ma al contrario il voto di sfiducia può essere fatto solo da una camera (asimmetria
voto di fiducia/sfiducia). I segretari di partito non saranno mai presidenti del consiglio perché
potere non è in mano al presidente del consiglio ma in mano ai segretari di partito. Governi
quasi sempre di coalizione e cadute di governo frequenti.
Caduta dei governi: voto di sfiducia anche di una sola camere, non esistono meccanismi di
sfiducia
costruttiva diversamente da altri Paesi. Per bilanciare il potere del Parlamento, la Costituzione
prevede che la mozione sia sottoscritta da almeno 1/10 dei membri di una camera e che possa
essere messa ai voti solo dopo 3 giorni.
Coesione del governo: poco coesi perché spesso sono governi di coalizione anche a causa in
cui sono presenti numeri elevati di vari partiti con differenze forti tra loro
Capacità di leadership e guida del Presidente del Consiglio
Durata dei governi: molto breve, 40 governi in 44 anni
Coordinamento interministeriale: molto difficile perché ministeri agiranno in modo
indipendente l’uno dall’altro
Formule e cicli di coalizione:
- 1948-63: centrismo, monocolore Dc, ne ’53 De Gasperi vara riforma che introduce un
correttivo al
sistema per elezione della Camera, un premio di maggioranza per un partito o un insieme di
partiti
apparentati che avesse raggiunto complessivamente la maggioranza assoluta dei voti espressi
(la
cosiddetta legge truffa).
- 1963-76: centro-sinistra, allargamento al Psi
- 1976-79: solidarietà nazionale monocolore Dc, ma sostegno esterno del Pci
-1979-83: preparazione del pentapartito (1983-87: fase aurea
- 1983-1992: pentapartito con Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri 1987-92: crisi e stabilizzazione)
Dopo il ’92 le prassi di formazione dei governi sono cambiate:
- in una prima fase il collasso dei tradizionali partiti di governo e la mancanza di una realistica
proposta alternativa da parte dell’opposizione hanno dato al capo dello stato (Scalfaro) una
libertà di azione inusuale nella formazione del governo e questo ha portato alla formazione di
un governo tecnico (Ciampi).
- rinnovamento del sistema partitico e nuovo sistema elettorale misto-maggioritari hanno
stimolato il formarsi di una prassi innovativa nella formazione dei governi. I partiti sono stati
indotti a formare coalizioni elettorali che già prima delle elezioni presentavano un programma
e indicavano un leader comuni.
4 aspetti fondamentali hanno caratterizzato l’esecutivo italiano dalla ripresa della democrazia
dopo il fascismo sino ai primi anni ’90.
1. assoluta prevalenza dei governi di coalizione, tutti includenti la Dc come partito maggiore
2. alternanza molto limitata tra i partiti che hanno fatto parte del governo
3. durata in genere breve dei gabinetti
4. prevalente debolezza della figura del Presidente del Consiglio
Presidente del Consiglio
- primus inter pares
- nomina presidenziale ma in primis competizione interna alla Dc
- sempre Dc fino al 1981, poi Pri e alternanza Psi-Dc fino al ‘93
- presidente mediatore tra i ministri
- quasi mai segretario della Dc
Instabilità dei gabinetti
- nessun governo in carica per tutta la legislatura
- caduta anticipata era la regola con crisi di governo e dimissioni
- ma continuità e crisi di governo:
Conduzione processo legislativo:
- facoltà di presentare disegni di legge (uguale a quella dei singoli parlamentari)
- può ricorrere a decreti legge che hanno effetti immediati (importante per accelerare processo
di policy) o a legge delega e decreti legislativi
- possibilità di ricorrere al voto di fiducia
“Partitocrazia”? Sistema nel quale i partiti (soprattutto le segreterie) avevano un elevato
controllo su una serie di passaggi:
- formazione del governo
- scelta Presidente Consiglio
- scelta ministri (manuale Cencelli, sistema per attribuire ai partiti le cariche di governo in
modo che rispecchiassero fedelmente la forza elettorale dei diversi partiti)
- caduta dei governi: potere decisivo dei segretari di partito; crisi dei governi offriva la
possibilità ai partiti di acquisire “poltrone”
- orientamento dei governi: i vertici
Crisi e fine della Prima Repubblica: cronologia
1985: Gorbacev eletto Segretario Generale del PCUS, con avvio Glasnost (trasparenza del
potere rispetto ai cittadini) e Perestrojka (riguardante una serie di riforme più liberalizzanti,
ammorbidimento carattere totalitario del regime sovietico)
9/11/’89 cade muro di Berlino
’90-’91 sfaldamento del blocco comunista e crollo dell’Urss
1991 referendum sul voto di preferenza per preferenza singola (importanza dal punto di vista
morale; prima era previsto possibilità di un voto di preferenza multiplo che consentiva il
controllo del voto di scambio) e scioglimento del PCI: nascono PDS e Rifondazione Comunista
(sempre sulla sinistra dello spettro politico)
7/2/’96 Firma Trattato di Maastricht
17/2/’92 scandalo “Mani Pulite” (Tangentopoli, sistema attraverso cui i partiti o singoli leader
politici richiedevano il pagamento di tangenti a coloro che si presentavano nelle gare d’appalto)
coinvolti i partiti di governo(tutti i principali leader vengono messi sotto accusa dalla
Magistratura con conseguenti dimissioni); nelle elezioni del ’92 la portata di questa inchiesta
non era ancora chiara, non sono ancora le elezioni del cambiamento. Sistema politico
attraversa una crisi profonda che colpisce il sistema dei partiti. In questa fase emergono nuovi
sfidanti: LN, movimento per la riforma del sistema elettorale e la magistratura; essi
impartiscono una grave sconfitta a una classe politica indebolita. Dopo le elezioni del ’92 la
crisi della partitocrazia subì un’accelerazione imprevista.
1993 referendum sistema elettorale Senato (aprile, promotori chiedevano di introdurre un
legame più forte tra gli elettori e i singoli rappresentanti in parlamento e di superare problema
di governabilità introducendo un sistema prevalentemente maggioritario) e modifica sistema
elettorale (agosto, abbandono sistema proporzionale): vincono i referendari e modifica sistema
elettorale del Senato. Tuttavia, si instaura un nuovo quadro politico nel quale gli sfidanti iniziali
(LN, movimento referendario e magistratura) non erano più protagonisti. Inoltre viene
introdotto un sistema “misto-maggioritario” (vd sotto Seconda Repubblica).
1994 scioglimento Dc che si spacca in PPI e CCD (gennaio), nasce Fi, An e Msi + prime elezioni
Seconda Repubblica (aprile)

[Riassunto governo debole:


- non ha investitura elettorale
- con maggioranze ampie ed eterogenee con problemi di coesione interna, includevano diversi
partiti
- frequente caduta dei governi
- centro del potere sta in mano ai segretari di partito che di fatto avevano potere di vita e di
morte sui governi, grande influenza sulla scelta del Presidente del Consiglio
- Presidente del Consiglio scelto come figura mediatrice tra le diverse ispirazioni politiche delle
coalizioni di governo]
N.B. quando si parla di sistema polarizzato si parla di polarizzazione ideologica, distanza
ideologica tra gli estremi
Concetto di collateralismo: gruppi di interesse in particolare sindacato e associazioni delle
categorie produttive hanno costituito per decenni delle fondamentali strutture capaci di
sostenere e forgiare le élite partitiche fornendo loro personale da reclutare e consenso.
LaPalombara identifica due modelli con i quali politici, burocrati e gruppi di interesse hanno
costruito in Italia un sistema di potere:
- clientela: pratica di contatti stretti e continuativi tra uno specifico gruppo di pressione e gli
attori
burocratici
- parentela: si sviluppa quando un ampio novero di attività viene portato avanti con la
consultazione
continua di attori amministrativi e sociali che condividono valori e percorsi di formazione

• Seconda Repubblica: sistema quasi bipolare


Bipolare non si riferisce alla distanza ideologica ma al fatto che una serie di cambiamenti
produrranno progressivamente un sistema nel quale sempre di più si confronteranno due poli:
centro-sinistra e centro-destra in cui sono raggruppati i vari partiti.
Punti da trattare:
- transizione dal ’92 al ‘94
- sistema partitico
- sistema elettorale
- governo e parlamento

Cambiamenti interni
- incominciano a sorgere delle tematiche post-materialistiche un po’ trasversali
(ambientalismo, femminismo, questioni bioetiche, migrazione)

Si possono distinguere due modelli di democrazia:


1. democrazia rappresentativa: relazione più forte è tra elettori e Parlamento, filtrato dal
sistema partitico. Se sistema elettorale è proporzionale, non ci sono incentivi a coalizzarsi e i
partiti si presentano separati, tramite i quali gli elettori si sentono rappresentati. Il Parlamento
sarà composto dai partiti in base ai voti che i partiti raggiungono e a cui vengono distribuiti un
tot di seggi. Per la formazione del governo,dopo le elezioni, una volta effettuata la
rappresentanza, il leader del partito che ha ottenuto maggiori seggi cerca di trovare un
accordo con i partiti che sono vicino a lui per formare una coalizione; va ottenuta la fiducia del
parlamento e per questo il leader presenta a questo un discorso programmatico in base al
quale dovrebbe ottenere la fiducia. Questo meccanismo ha degli elementi di debolezza come la
governabilità (parlamento frammentato) e come il fatto che il mandato dato dagli elettori ai
partiti viene dato solo sulla base del principio di rappresentanza, ma non c’è un legame diretto
tra elettori e Capo del Governo.
2. democrazia che privilegia la governabilità: sistema elettorale è quello maggioritario, che
distorce i voti che prende una determinata coalizione sui seggi e incentiva ad aggregarsi in
coalizioni prima delle elezioni. Sfavorisce principio di rappresentanza, privilegia governabilità
(anche grazie al premio di maggioranza). Si avranno più che altro delle coalizioni piuttosto che
molti partiti come nel modello proporzionale. Le coalizioni promettono agli elettori di mandare
al governo il leader della coalizione, chiedono i voti per farlo diventare Presidente del Consiglio
per far realizzare il programma elettorale. La relazione si gioca tra elettori, le coalizioni in cui ci
sono i partiti e il governo.

Principali partiti: scomparsa dei vecchi partiti (alcuni) della Prima Repubblica
- frattura territoriale: LN
- frattura laici/cattolici: PPI, Margherita UDEUR, CDU-CCD, UDC, PR
- rivoluzione industriale: FI (ispirazione liberale) e Popolo delle Libertà
- frattura di classe: PDS (partito democratico della sinistra) e DS (democratici di sinistra)
- socialisti vs comunisti: RC e PDCI
- fascismo: AN e MSI-FT (movimento sociale italiano Fiamma Tricolore)
- questione ambientale: Verdi
Nuovo sistema elettorale: Mattarellum (1993-2005)
- genesi: referendum aprile 1993, abolisce soglia al 65% per elezione maggioritaria al Senato
- caratteristiche: introdotto un sistema misto-maggioritario (prevalentemente maggioritario
uninominale (75% seggi uninominali a Cam. e Sen; Cam. 25% su base nazionale; Senato 25%
base regionale)
- effetti: composizione simile Camera e Senato
- diretti: trasformazione dei voti in seggi→ vantaggio delle coalizioni, vantaggio territoriale
- indiretti: effetti sul comportamento e le strategie adottate dai partiti→ competizione quasi
bipolare
Elezioni del 1994
Prime elezioni dell’Italia della Seconda Repubblica in cui si utilizza il Mattarellum. L’alleanza di
centro-destra esce vincitrice. Combinazione di vecchi partiti in cerca di ridefinire la propria
identità e nuovi partiti che tentavano di sfruttare la crisi dei vecchi partiti.
Rappresentarono una rivoluzione elettorale, si può capire osservando di indicatori:
- indice di volatilità elettorale: sommatoria scarti di voti che ottengono i partiti rispetto alle
elezioni precedenti. In queste elezioni e anche in quelle del 2013 questo indicatore si impenna,
c’è una grande variazione di voti
- turnover parlamentare: percentuale di ricambio degli eletti in parlamento. In queste elezioni
viene rappresentata gente che non era mai stata rappresentata (2/3 di gente nuova). C’è una
nuova classe politica che viene portata dai partiti in parlamento.
Numero complessivo dei partiti non diminuisce ma maggioritario iniziava a produrre un effetto
che diventerà evidente tra ’94 e 2008 e tale effetto è il processo di bipolarizzazione (riguarda il
fatto che la competizione tende ad avvenire tra 2 grandi poli) in Italia. In queste elezioni i due
grandi poli sono il centro-sx (progressisti) e coalizione di centro-dx (polo delle libertà e polo del
buon governo, vedi slide), al centro c’è il Patto per l’Italia. Non esistono più partiti antisistemi
come nella Prima Repubblica il Pci e il Msi. Sistema partitico articolato quindi intorno a 3 poli:
1. polo di sx: dominato dal partito postcomunista
2. polo di centro: Ppi postdemocristiano e partito di Segni
3. polo di dx: FI, LN e An
Vittoria di Berlusconi, i risultati rendono chiaro che:
1. sx da sola non è in grado di vincere una maggioranza parlamentare, ma può farlo solo
tentando
un’alleanza
2. centro si rende conto che deve accettare una coalizione per superare sistema maggioritario
3. dx dimostra di poter formare una maggioranza solo portano nello stesso campo l’ala
conservatrice della vecchia Dc: LN e An
I partiti in buona parte si aggregano per sfruttare i vantaggi del sistema maggioritario.
Nel ’94 il governo Berlusconi rimane poco in carica perché la coalizione (LN e An) aveva idee
molto diverse e a fronte di alcune manifestazioni alcuni dei partiti della coalizione, sensibili a
questi problemi, minacciano di uscire dalla coalizione e Berlusconi allora si dimette e lascia la
Presidenza del consiglio dopo poco tempo. Questo fatto ci dice che sul piano della durata dei
governi in questa prima fase i governi hanno poca stabilità come nella Prima Repubblica. A
questo punto il Presidente della Repubblica prova a cercare una maggioranza in parlamento e
la trova affidando il governo a un presidente del consiglio tecnico (Dini), ossia che non
provenisse dall’apparto politico; viene sostenuto dalla Lega e da più partiti di sx. Importante è
l’approvazione della riforma delle pensioni con la quale lo spread diminuisce. Poi si ritorna alle
elezioni. Nelle elezioni del ’96 si riproduce una dinamica di tipo bipolare con però una non
piena risposta dagli attori politici. Due grossi poli con la Lega che è da sola che prende pochi
seggi. In questa occasione la spaccatura del blocco di dx su due blocchi governati da
Berlusconi fa sì che vince la coalizione del centro sx ed è importante perché per la prima volta i
post-comunisti arrivano effettivamente al governo con Romano Prodi. Si formano coalizioni
pre-elettorali e si producono delle maggioranze di governo.
Governo Prodi dura 2 anni, fino al ’98 e viene seguito da altri due governi di centro-sx.
(Spread: differenziali in termini di tassi di interesse che garantiscono i titolo di stato italiano
rispetto a titoli di stato tedeschi. Titolo di stato vengono acquistati dai cittadini o investitori,
emessi per avere maggiori risorse da spendere. Chi li acquista è come facesse un prestito allo
Stato che dovrà renderli indietro con degli interessi. In particolare lo Stato, per incentivare ad
acquistare i titoli, alza i tassi di interesse).
Alle elezioni del 2001, il centro-sx si presenta da solo. Esce vincente il blocco di centro-dx e
Presidente del Consiglio è Berlusconi. In questa legislatura (5 anni) c’è stato un governo più o
meno stabile.
Alle elezioni del 2006, si arriva a una piena bipolarizzazione, i leader dei principali partiti
capiscono che per sfruttare la logica maggioritaria conviene unirsi (da cui nascono due grossi
raggruppamenti; Berlusconi e Prodi).
Alle elezioni del 2008 ci sono due coalizioni (Berlusconi e il Pd). Questo è il governo che
affronterà poi i primi anni della crisi. Nel 2011 c’è poi il governo tecnico di Monti.

4° sistema partitico: emerge dopo fase critica ’94-’96 e si assesta tra 2008 e 2011
- scomparsa Dc
- successo della Lega e di FI
- nascita del Pd

Il Governo: istituzione più forte?


Formazione:
Prima fase: ’92-’93: governi “tecnici”
- coalizione e scelta del Presidente del Consiglio pre-elettorali
- ruolo chiave del voto popolare
- leader di partito a Palazzo Chigi e nel gabinetto
Caduta:
- maggiore durata ma nessun governo per tutta la legislatura
- ricerca nuova soluzione… nel 2008 quando cade il governo Prodi ritorno alle urne
Dopo il ’94 alcune trasformazioni hanno riguardato l’esecutivo:
1. possibilità di piena alternanza al governo tra coalizioni distinte come proprietà del sistema
2. significativo rafforzamento ruolo del Presidente del Consiglio
3. durata dei governi sensibilmente accresciuta

Formazione dei governi: ++


Caduta dei governi: + -
Coesione del Governo: +
Capacità di guida del Pres. Consiglio: ++
Durata dei governi: +
Coordinamento interministeriale: + -
Conduzione processo legislativo: ++
Rapporti Governo/Parlamento (vedi grafico pg 165)
Man mano che si passa dalla Prima alla Seconda Repubblica vi è una diminuzione delle norme.
Nella prima fase la Dc controlla governo e maggioranza parlamentare, ma poi la capacità del
governo di farsi approvare le leggi diminuisce. Nella seconda repubblica invece diminuiscono
proposte del governo ma aumenta il controllo da parte dell’esecutivo sulla maggioranza
parlamentare. La capacità di decisionale dei governi nell’ultimo ventennio è rimarchevole.
Tra il 2001 e il 2006 c’è insoddisfazione degli italiani
“Porcellum”(legge elettorale 2006-2008) per evitare la presa di potere della sinistra
Applicata alle elezioni del 2006-2008-2013
Genesi: connessa alla volontà della maggioranza di centro-dx di evitare la presa di potere da
parte del centro-sx; ideata da Calderoli (LN)
Caratteristiche
- sistema proporzionale che prevedeva il premio di maggioranza volto a costruire delle
maggioranze in parlamento
- Camera: coalizione più votata su base nazionale otteneva un premio di maggioranza,
assegnati
340 seggi
- Senato: premi di maggioranza su base regionale, coalizione vincente nella singola regione
era
sproporzionato; la composizione di questi effetti a livello territoriale produce il rischio che al
Senato può venire fuori una maggioranza diversa da quella della Camera
- soglie di esclusione
- no preferenze
Diversamente dal Mattarellum che aveva un certo scopo e ha garantito governi abbastanza
stabili, questa legge produce una maggioranza risicata o addirittura non la produce proprio.
Effetti:
- disallineamento nella composizione politica delle camere
Esito → dichiarato non costituzionale (sentenza 4 dicembre 2014)
Quali sono gli attori della Terza Repubblica? Vedi slide
Il partito democratico esce dall’unione tra PDS e parte di sx della Democrazia cristiana
(UDEUR)
Passaggio da seconda a terza repubblica si concretizza quando appaiono nuovi partiti e si torna
a una legge fortemente proporzionale con il Rosatellum.

PRIMA REPUBBLICA
SECONDA REPUBBLICA
SISTEMA PARTITICO Pluralismo polarizzato Pluralismo
frammentato moderato
SISTEMA ELETTORALE Proporzionale (Misto)-
maggioritario
ALTERNANZA GOVERNO No Si

MAGGIORANZE Coalizioni frammentate Coalizioni


frammentate
GOVERNO post-elettorali pre-
elettorali

PRES. CONSIGLIO Post-elettorale, Pre-


elettorale, leader
mediatore

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