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Annali di architettura

Annali di architettura
rivista fondata da André Chastel

Direttore Rivista di classe A nell’elenco


Fernando Marías dell’Agenzia nazionale di valutazione
del sistema universitario e della ricerca
Comitato di redazione (ANVUR, http://www.anvur.org/) aggiornato
Guido Beltramini il 29/11/2017 e pubblicato l’8/02/2018.
Howard Burns
Caroline Elam This journal was approved on 2017-04-21
Francesco Paolo Fiore according to ERIH PLUS criteria for inclusion
Christoph L. Frommel (https://dbh.nsd.uib.no/publiseringskanaler/
Pierre Gros erihplus/).
Jean Guillaume
Fernando Marías
Silvia Moretti
Susanna Pasquali

Redazione
Ilaria Abbondandolo

Editing
Francesco Brunelli

Impaginazione
Laura Ribul, Studio Bosi, Verona

In copertina, “Ledoux colonial”.


Claude-Nicolas Ledoux, Barrière de la Villette,
Parigi. Fotografia di Joaquín Bérchez, 2005

Pubblicazione annuale
Prezzo di un numero € 45,00

Per informazioni
https://www.palladiomuseum.org/annali/
annali@cisapalladio.org

Stampato in Italia
© Copyright 2019
Centro Internazionale di Studi
di Architettura Andrea Palladio
www.palladiomuseum.org

Realizzazione
Marsilio Editori® s.p.a.
www.marsilioeditori.it

isbn 9788829702169
Tutti i diritti riservati
30
Annali di architettura 2018
Rivista del Centro Internazionale
di Studi di Architettura
Andrea Palladio
CENTRO INTERNAZIONALE Presidente Consiglio scientifico Direttore
DI STUDI DI ARCHITETTURA Lino Dainese Howard Burns, presidente Guido Beltramini
ANDREA PALLADIO Nicholas Adams
Fondazione Consiglieri di amministrazione Donata Battilotti Segreteria amministrativa
Antonio Franzina, vicepresidente Amedeo Belluzzi Nicoletta Dalla Riva
Soci fondatori Roberto Ditri Matteo Ceriana Sabrina Padrin
Regione del Veneto Antonio Foscari Giorgio Ciucci
Provincia di Vicenza Corinna Gemmo Jean-Louis Cohen Segreteria culturale e collezioni
Comune di Vicenza Antonio Zaccaria Joseph Connors Ilaria Abbondandolo
Camera di Commercio Industria Massimo Zancan Caroline Elam Elisabetta Michelato
Artigianato Agricoltura di Vicenza Francesco Paolo Fiore Daniela Tovo
Accademia Olimpica Revisori dei conti Kurt W. Forster con
Giorgio Baschirotto, presidente Christoph L. Frommel Anna Massignani
Soci partecipanti Ornella Lechiara Luisa Giordano Dominique Raptis
FASE SpA Francesco Melendez Pierre Gros Francesca Boni
LD 72 Srl Jean Guillaume Giada Cattani
Hubertus Günther Giulia Lavarda
Soci sostenitori Deborah Howard Ambra Tommasi
Roberto Coin Elisabeth Kieven Veronika Ushakova
Confindustria Vicenza - Sezione Douglas Lewis
Costruttori Edili Fernando Marías Segreteria organizzativa
Dainese Paola Marini Marco Riva
Gemmo Gülru Necipoğ lu
Gruppo ICM Arnold Nesselrath Sistemi informatici
Laboratorio Morseletto Alessandro Nova Simone Baldissini
OTB Foundation Werner Oechslin
Villa Forni Cerato Foundation Pier Nicola Pagliara Gestione tecnica del palazzo
Zambon Company Susanna Pasquali Simone Picco
Mario Piana
Sostengono progetti speciali Fernando Rigon Forte
Fondazione Cariverona Giandomenico Romanelli
Fondazione Giuseppe Roi Dmitry O. Shvidkovsky
Christof Thoenes †
Vitale Zanchettin
Sommario

7 Amedeo Belluzzi Palladio e la Roma


Grigio e bianco nell’architettura di Antonio da Sangallo il Giovane
fiorentina del Quattrocento 29° seminario di storia dell’architettura
Vicenza, 16-18 giugno 2016
21 Jessica Gritti
«al modo che s’usa oggi dì in Firenze, 123 Christoph Luitpold Frommel
all’anticha»: il palazzo di Cosimo Sul metodo progettuale nei disegni
Medici a Milano di Bramante, Raffaello e Antonio
da Sangallo il Giovane per San Pietro
45 Giulio Lupo
Il «risparmio di spesa» nelle vicende 137 Francesco Marcorin
costruttive della Libreria marciana «Di cattiva maniera», anzi no: Sangallo,
Palladio e la Roma tardoantica
57 Damiana Lucia Paternò
Un «ben finito corpo»: alcune 155 Jens Niebaum
considerazioni sulle tecniche Un rapporto mancato? Antonio
costruttive adottate nelle fabbriche da Sangallo il Giovane, Andrea Palladio
di Andrea Palladio e il problema della chiesa a pianta
centrale
71 Marco Rosario Nobile
Strumenti simbolici di distinzione 163 Francesco Paolo Fiore
e di affermazione professionale Palladio e i progetti di Antonio
nell’architettura del Cinquecento da Sangallo il Giovane per Castro
in Italia meridionale
(Puglia, Sicilia, Sardegna) 173 Sabine Frommel
Antonio da Sangallo il Giovane
81 Anna Rebecca Sartore e Andrea Palladio progettisti di ville
Il piano liberale di Thomas Hollis
e i Quattro libri dell’architettura
di Andrea Palladio nella biblioteca 187 Abstracts
dell’università di Harvard: nuove
acquisizioni sulla riedizione finanziata 188 Profili
dal console Joseph Smith
190 Recensioni
91 Fulvio Lenzo
La villa del console Smith a Mogliano 197 Notiziario del CISA Andrea Palladio
nell’inventario inedito del 1770

107 Gemma Zaganelli


L’architettura e il concetto
di spazio-tempo: il caso della Maison
cubiste di Raymond Duchamp-Villon
Sabine Frommel Antonio da Sangallo il Giovane e Andrea Palladio
progettisti di ville

Il confronto tra Antonio da Sangallo il Giovane solo piano su seminterrato con spazi di transizio-
e Andrea Palladio come progettisti di ville risul- ne, tale che egli possa entrare comodamente in
ta difficoltoso a causa di uno squilibrio. La fama casa dopo il lavoro o possa accogliere degnamen-
del primo come architetto, insieme a Raffaello, te i suoi ospiti. Allo stesso tempo, le facciate della
di villa Madama su Monte Mario è legata a un villa devono esprimere una certa nobiltà, così da
progetto che fissa una nuova fase dell’assimila- rappresentare non solo lo stato sociale e il benes-
zione filologica di modelli antichi1. All’inizio sere del proprietario, ma anche la sua cultura. Il
degli anni Venti egli ha di nuovo occasione di territorio sostanzialmente pianeggiante garanti-
dedicarsi per i Farnese alla progettazione di una sce una visibilità da lontano e favorisce la crea-
villa fortificata a Caprarola (Uffizi 775 A), dove zione di blocchi liberi e stereometrici, animati da
il suo intervento ha ripercussioni sull’effettiva un forte gioco di ombra e luce. Inoltre, l’ingresso
forma dell’edificio, concepita da Jacopo Baroz- di una tale villa favorisce impaginazioni sceno-
zi da Vignola nel 15562. Come a villa Madama, grafiche, che non si conciliano facilmente con
egli propone un cortile circolare orlato da logge edifici in collina e in montagna, come nel caso
che si riallaccia a esperienze quattrocentesche, di villa Cervini, che vedremo tra poco. Sebbe-
come la casa di Mantegna o come i proget- ne la fortificazione nelle ville palladiane non sia
ti ideali di Francesco di Giorgio, Giuliano da necessaria stricto sensu, le fabbriche sono spesso
Sangallo e Leonardo3. Ma in seguito Antonio protette da una zona cintata. Palladio riesce con
da Sangallo ha solo rare occasioni di occuparsi soluzioni inedite a riunire programmi funzionali
di questa tipologia. Sull’altro versante Andrea di grande complessità in organismi simmetrici,
Palladio che, dalla fine degli anni Trenta in poi, caratterizzati da limpidezza geometrica e assog-
diventa con rapidità fulminante uno dei più im- gettati a una forte gerarchia.
portanti architetti di ville del suo tempo, la cui È molto probabile che il Padovano abbia stu-
opera godrà di un’enorme e durevole fortuna in diato le opere architettoniche di Antonio da San-
Italia e in tanti Paesi europei. Innanzi tutto, è gallo il Giovane nel 1541, durante il suo primo
necessario indagare i motivi della produzione soggiorno a Roma, dove potrebbe aver incon-
così esigua del primo e così ricca del secondo. trato il maestro stesso, grazie alla mediazione di
Antonio da Sangallo, forse uno dei più famosi Gian Giorgio Trissino, nobile scrittore vicenti-
rappresentanti dell’arte edilizia della sua epoca, no5. Basti osservare gli ordini dorici e ionici del-
è dal 1520 l’architetto responsabile per lo Stato le logge del palazzo della Ragione a Vicenza per
della Chiesa soprattutto delle fortificazioni, del- capire fino a che punto Palladio segua l’esempio
le architetture sacre e delle fabbriche di carat- di Sangallo. Anche l’uso della serliana rimanda
tere rappresentativo. I committenti delle poche ad Antonio più che a qualsiasi altro architetto
ville di cui si occupa dopo il 1527 sono principi romano dei primi anni Quaranta. Il rilievo di
ecclesiastici e uomini illustri di grande cultura villa Madama eseguito da Palladio testimonia il
umanistica che ambiscono a un ambiente adat- fascino esercitato da questo grandioso progetto
to all’otium, agli incontri intimi e alle feste, un sull’architetto veneto6. È però ovvio che egli,
luogo dove stabilire un contatto diretto con la durante il suo soggiorno romano, abbia assorbi-
natura. Allo stesso tempo, il loro status esige to l’influsso sia di altre architetture rinascimen-
talvolta l’uso di un apparato militare, costituito tali, come il cortile del Belvedere e le altre opere
da elementi come il fossato e il ponte levatoio. di Bramante, sia di opere antiche, come templi
In quanto umanisti, questi committenti hanno e terme d’età romana, sia di monumenti tardo-
una vasta conoscenza del patrimonio dell’Anti- antichi, come il Battistero lateranense. Inoltre,
chità e aspirano, grazie al dialogo col loro archi- è verosimile che Palladio sia al corrente dell’o-
tetto, ad assimilare sottilmente i modelli della pera dello zio di Antonio, Giuliano da Sangallo,
grandiosa tradizione classica nelle loro ville e grande pioniere del rinnovamento delle dimore
nei loro palazzi. presso i Medici. Per cogliere la molteplicità del-
Le ville di Palladio sono dimore dei possidenti le sue fonti d’ispirazione, bisogna ricordare che
e rispondono a una nuova tipologia di residenza il giovane architetto attinge anche alle tradizio-
di campagna4. Per controllare l’attività produtti- ni locali, favorite dai committenti, e all’eredità
va, al proprietario è spesso sufficiente che l’edifi- della villa veneta del Quattrocento, che egli non
cio sia di dimensioni contenute, costituito da un può ignorare.

173
1. Antonio da Sangallo il Giovane, Progetto Il debito delle ville di Palladio con l’architet- tonio da Sangallo il Giovane e dei loro legami
per la villa del cardinale del Monte (Uffizi tura di Sangallo risulta più chiaro se, in un pri- con progetti dei suoi zii Giuliano e Antonio il
842 A verso).
mo momento, ci concentriamo sui progetti di Vecchio7. Alcuni di essi riflettono una genesi
2. Antonio da Sangallo il Giovane, Progetto Antonio, al fine di cogliere le specificità del suo che getta luce sullo sviluppo del processo con-
per la villa del cardinale del Monte (Uffizi approccio e di definire il suo rapporto con i mo- cettuale. Questo è il caso di un progetto del
842 A recto).
delli dello zio Giuliano. In un secondo momento 1525-1526 circa per una dimora del cardinale
ricercheremo, attraverso il confronto con certe del Monte (Uffizi 842 A recto-verso), la futura
ville del giovane Palladio, analogie e differenze villa Giulia, che prende forma sul verso del fo-
tra i due maestri, così da individuare influssi, svi- glio con due varianti d’un edificio ottagonale
luppi e scarti nella produzione del giovane archi- cinto da un portico (figg. 1, 2)8. Una delle due
tetto veneto. Al tempo stesso, emergeranno al- mostra analogie con la planimetria di Giulia-
cuni aspetti che negli anni Quaranta e Cinquanta no da Maiano per il santuario di Santa Maria
del Cinquecento caratterizzano l’evoluzione del- delle Carceri e la loro somiglianza si può forse
la tipologia della villa, il cui vocabolario architet- spiegare con un prototipo comune, il celebre
tonico subisce una profonda metamorfosi, segui- mausoleo di Diocleziano a Spalato9 (fig. 1).
te alla morte di Antonio da Sangallo il Giovane Ciò significa che anche Antonio partecipa alla
nel 1546, che stimola altre predilezioni, favorite tendenza, di cui Giuliano da Sangallo era stato
a Roma da Michelangelo e dai suoi successori. uno dei pionieri insieme a Francesco di Gior-
gio e Leonardo, a sacralizzare le dimore pri-
Antonio da Sangallo il Giovane e il patrimonio vate10. Il progetto prevede una sala, fiancheg-
architettonico fiorentino giata da camere, che attraversa tutto il corpo
In un saggio del 2002 ci siamo occupati di al- edilizio, il cui vano centrale è coronato da una
cuni progetti per ville a pianta centrica di An- cupola illuminata da luce zenitale. Poco soddi-

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3. Giuliano da Sangallo, Progetto di villa sfatto da questa soluzione, Antonio ne sviluppa sto ambiente si accede da ogni lato a una stanza
con sala centrale di forma ottagonale sul foglio Uffizi 842 A recto una variante che si quadrata di 8 braccia, mentre agli angoli della
(Taccuino Senese, f. 17r).
sposa meglio con l’articolazione del giardino, villa sono collocate stanze irregolari e una scala
4. Antonio da Sangallo il Giovane, Progetto da cui si deduce che l’architetto, seguendo i a chiocciola. Tutti gli ambienti sono provvisti
per una villa (Uffizi 793 A recto). suggerimenti di Leon Battista Alberti, inten- di finestre, ma è difficile poter immaginare l’e-
de fondere edificio e spazi aperti in un unico sterno di questa fabbrica ottagonale, composta
insieme (fig. 2). Le due ultime varianti sono probabilmente da due piani, con angoli rinfor-
caratterizzate da un organismo centrico domi- zati da paraste16. In quanto fiorentino, Antonio
nato da un atrio ottagonale che comunica con potrebbe essersi ispirato al battistero di San
due vestiboli, i cui profili convessi prefigurano Giovanni che, con il suo massiccio corpo ste-
quello famoso di palazzo Massimo alle Colon- reometrico, rappresenta un prototipo essenziale
ne (peraltro nel 1525 Antonio aveva progetta- per tanti edifici moderni17. Non conosciamo le
to la facciata concava del Banco di San Spiri- funzioni di questa villa di Sangallo. La disposi-
to)11. Siccome non vi è abbastanza spazio per zione interna, con una sala piuttosto buia, godrà
introdurre scaloni di formato comodo, Anto- di fortuna nella tradizione dei casini di caccia,
nio decide di rendere il muro interno parallelo come vediamo ad esempio nel progetto per la
al filo esterno e di ricavare, tra l’ottagono e i villa fortificata di Baldassarre Peruzzi o in quel-
corpi laterali, spazio sufficiente per due scale a lo per la villa Vecchia a Frascati, trasformata da
chiocciola12. Il dispositivo si riallaccia alla villa Vignola18. Però una simile dimora, plasmata da
con sinus albertiano di forma ottagonale, rap- un ottagono che si erge autonomamente nel pa-
presentata dalla planimetria del f. 9r del Codice esaggio, non è mai stata realizzata19.
Barberiniano (Taccuino Senese, f. 17r) di Giulia- I disegni risalenti agli anni Quaranta del
no da Sangallo (fig. 3)13. Cinquecento per la villa di Paolo Ferretti, mem-
Dopo poco, Antonio il Giovane propone una bro di una vecchia famiglia patrizia di Ancona,
soluzione simile in un progetto non realizzato si iscrivono nella stessa dinamica e rivelano, an-
per una villa che vuole costruire per se stesso che in questo caso, una genesi significativa del
a Fiesole (Uffizi 793 A)14. Pare che egli abbia progetto. Il primo (Uffizi 722 A) si riallaccia
previsto dapprima una planimetria quadrata, i alla versione definitiva di villa del Monte con
cui angoli si distinguono nitidamente sotto il sinus ottagonale al centro (fig. 5b)20. Ma in que-
disegno (fig. 4). Diversamente dal progetto per sto caso i corpi angolari sporgono leggermente
villa del Monte, questa dimora è sprovvista di in avanti, come delle torri, e fiancheggiano sul
portico. L’ottagono è suddiviso in tre parti di lato sinistro una loggia composta da tre campa-
8 braccia ciascuna (circa 4,70 metri), mentre i te. Il progetto prevede che lo spazio centrale sia
muri interni sono di 1 braccio e quelli esterni di illuminato dall’apertura zenitale di una cupola
2 braccia. Un vestibolo precede la sala rettango- soprastante il corpo edilizio. Risulta di nuovo
lare al centro, che attraversa tutto il corpo della ovvio il rapporto con la villa di Giuliano da San-
fabbrica, ricordando così una tradizione delle gallo con atrio ottagonale (fig. 3). Le numerose
ville venete del Quattrocento15. Tramite que- rampe, necessarie per garantire l’autonomia de-

175
5a-b. Antonio da Sangallo il Giovane,
Progetto per la villa di Paolo Ferretti
(Uffizi 722 A recto-verso).

6. Antonio da Sangallo il Giovane, Progetto


per la villa di Paolo Ferretti (Uffizi 976 A
recto).

7. Leonardo da Vinci, Progetto per il nuovo


Palazzo Medici a Firenze (Codex Atlanticus,
f. 315r-b [865r], part).

176
mentato solo da un foglio con disegni eteroge-
nei, ha suscitato un certo interesse e può dar-
si che Leonardo abbia mostrato i suoi disegni
durante il soggiorno a Roma dal 1513 al 1516,
tanto più che il progetto per la facciata della
chiesa-mausoleo dei Medici è in quel momento
al centro dell’attenzione24.
Pare che siano di nuovo le scale, nascoste e
poco comode, a stimolare una nuova riflessio-
8. Antonio da Sangallo il Giovane, gli appartamenti agli angoli, compromettono in ne, documentata dalle planimetrie Uffizi 721 A
Progetto per la villa di Paolo Ferretti certa misura le proporzioni degli ambienti in- recto e Uffizi 722 A recto, che attestano influs-
(Uffizi 721 A recto).
terni. Probabilmente è questo il motivo per cui si molto diversi (figg. 5a, 8)25. Ora la dimora è
9. Giuliano da Sangallo, Progetto Antonio delinea una nuova versione della villa, dominata da una vasta sala centrale di forma-
per la villa di Poggio a Caiano trasformando le camere angolari da quadrate a to rettangolare, servita da una loggia-vestibolo
(Taccuino Senese, f. 19v).
ottagonali e nascondendo le scale a chiocciola che costituisce un elegante ingresso all’antica.
nello spessore del muro compreso tra queste Gli appartamenti sono collocati agli angoli. Si
camere e la «sala» ottagonale al centro dell’edi- nota chiaramente l’influsso della villa medicea
ficio (Uffizi 976 A recto) (fig. 6)21. Ora la dimora di Poggio a Caiano, costruita da Giuliano da
ricorda quella proposta da Leonardo da Vinci Sangallo per Lorenzo de’ Medici e diventata
per il nuovo palazzo Medici a Firenze, dopo il un luogo emblematico per feste e ricevimenti
ritorno della dinastia nel 1512 (Codex Atlanticus, della corte del duca nel periodo in cui Antonio
f. 315r-b) (fig. 7)22. Tale progetto riguarda la ri- il Giovane delinea il suo progetto (fig. 9)26. Nel
strutturazione della piazza davanti alla chiesa di 1536 fa una sosta nella villa addirittura Carlo
San Lorenzo, che viene allargata in forma tra- V, che ne resta colpito a tal punto da chiede-
pezoidale fino all’odierna via Ricasoli, mentre re come un capolavoro di tale grandezza possa
all’angolo di via Larga un nuovo palazzo Medici essere nato dall’immaginazione di un solo com-
fronteggia quello costruito nel 1444 per Co- mittente27. Però, a differenza di questa dimora,
simo il Vecchio. La nuova sede è provvista di gli appartamenti del progetto per villa Ferretti
una corte o di una sala ottagonale che si apre non sono contenuti nel blocco edilizio, ma si
al centro dell’edificio: una soluzione che testi- estendono in avancorpi che sporgono sul lato
monia l’influsso dei progetti ideali di Francesco anteriore e su quello posteriore. Diversamente
di Giorgio23. Anche in questo caso, delle scale dalla villa medicea, la silhouette di tale fabbrica
a chiocciola sono inserite nel muro, mentre le sarebbe stata animata da forti contrasti. Anche
camere all’angolo non sono necessariamente di il programma funzionale è più ambizioso, poi-
forma ottagonale. Forse tale progetto, docu- ché risultano più spaziose sia la loggia (22 × 44

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braccia; 12,90 metri × 25,80 metri) sia la sala
centrale (33 × 66 braccia; 19,33 × 38,67 metri),
fiancheggiata da due salotti (22 × 33 braccia;
12,89 metri × 19,33 metri)28. Le scale sono na-
scoste abilmente in ogni lato della loggia, in
analogia con la villa medicea, e più comode ri-
spetto alla versione con sala ottagonale.
Antonio adotta tale soluzione anche nel
progetto, molto più maturo, di una villa per il
cardinale Cervini, appassionato di architettura
e colto umanista29. Il cardinale di Santa Croce,
che nel 1555 regna come papa Marcello II per
meno di un mese, vuole costruire la sua dimora
a Monte Amiata presso Montalcino. Recente-
mente sono state proposte delle ipotesi risco-
struttive del progetto sul terreno30. Antonio è
assunto col ruolo di consigliere nel cantiere del-
la villa, che viene perlopiù realizzata, in forme
abbastanza diverse, dopo il 1541 a Vivo d’Orcia,
sebbene risulti ancora incompiuta alla morte
del committente31. A Roma Marcello Cervini
è diventato uno dei promotori dell’Accademia
Vitruviana, dove conosce Antonio da Sangallo
e anche Jacopo Barozzi da Vignola32. Membro
importante della gerarchia papale, egli ambisce
a costruire una villa all’antica, capace di riva-
leggiare con le dimore dei grandi committenti
umanisti e idonea come luogo di ritiro per i suoi
studi letterari e per godere della natura. Anche
questo progetto riflette una genesi che possia-
mo studiare grazie a quattro planimetrie.
Un primo sviluppo è rappresentato dalle due
planimetrie del foglio Uffizi 1308 A recto (fig.
10)33. I pentimenti di quella di sinistra lasciano
intendere che l’architetto pensi inizialmente a
un edificio più piccolo e contenuto. Essa preve-
de una larga scala esterna che sale verso una log-
gia-vestibulum, seguita da un atrio fiancheggiato
da scaloni e da stanze quadrate (figg. 10, 11 si-
nistra)34. Nell’asse di simmetria lo stesso atrio
serve tre sale collocate nella parte posteriore.
10. Antonio da Sangallo il Giovane, Nella seconda e più ambiziosa versione, idea-
Progetto per la villa del cardinale Cervini ta forse a seguito di uno scambio con il com-
(Uffizi 1308 A recto).
mittente, Antonio cancella con linee ondulate
11. Restituzione grafica dei diversi progetti i muri della sala centrale, oltre a introdurre un
per la villa del cardinale Cervini. più ampio salone coperto, accostato da due ca-
12. Antonio da Sangallo il Giovane, mere (figg. 10, 11 centro). Questa disposizione
Progetto per la villa del cardinale Cervini trae ispirazione, di nuovo, dal modello della vil-
(Uffizi 828 A recto). la medicea di Poggio a Caiano, che Cervini deve
conoscere grazie a un rilievo accurato richiesto
nel 1541, tramite l’ambasciatore mediceo Ave-
rardo Serristori – un fatto un po’ sorprendente
poiché Antonio dovrebbe essere già al corrente
di questa fabbrica dello zio (fig. 9)35. Nel caso in
cui sia stato convinto dal progetto del nipote,
potrebbe aver richiesto disegni ancora più pre-
cisi e dettagliati di quelli forse a disposizione di
Antonio. La camera a destra, ovvero l’apparta-
mento del pater, si prolunga nell’avancorpo de-
stro con una cappella e la stufa, raggiungibile
attraverso l’anticamera (figg. 10, 11 centro)36.
La sala centrale conduce nella loggia posteriore

178
rettangolo di proporzione pari a circa 2:3 (figg.
10, 11 destra). L’ambiente è costeggiato da due
camere più spaziose, illuminate generosamente
da tre finestre aperte sulle facciate laterali. Tra
questa sala e la loggia posteriore è inserita una
fila di stanze di formato quadrato, probabilmen-
te a carattere privato, che rivela la necessità di
ampliare gli spazi. Questo cambiamento riduce
sensibilmente la sporgenza degli avancorpi po-
steriori e, di conseguenza, lo spazio per una sca-
la d’onore. Così sembra che Antonio si accon-
tenti delle rampe accanto all’andito, che è molto
più stretto rispetto alla versione precedente. La
loggia è ora inserita nel corpo edilizio e si nota
un ulteriore avvicinamento alla villa medicea di
Poggio a Caiano (fig. 9).
Ma questo progetto non rappresenta l’ulti-
ma parola di Antonio. La versione definitiva,
concepita prima come metà e poi come plani-
metria intera, tradisce nuovi cambiamenti che
chiariscono lo sviluppo della riflessione con-
cettuale (Uffizi 828 A recto) (fig. 12)37. Sulla
facciata d’ingresso gli avancorpi sporgono di
nuovo energicamente in avanti e il vestibolo è
arretrato – una disposizione motivata dalla ri-
duzione degli spazi che fiancheggiano l’andito
con le scale. Quest’ultime, raggiungibili dalla
loggia-vestibolo, si piegano ad angolo retto,
dopo una prima rampa, fino a un pianerottolo.
La parte centrale della dimora è rimasta inva-
riata, mentre la fila delle stanze tra il salotto e la
loggia posteriore risulta più profonda e provvi-
sta di due scaloni accessibili dal salotto. Alcuni
spazi sono dotati di mezzanini, indicati da An-
tonio sulla planimetria Uffizi A 1314 con queste
parole: «porta p[er] andare ali / mezanini scala /
sotto scala»38. La loggia, sempre di cinque cam-
pate, è fiancheggiata da due cappelle, oppure a
sinistra da uno spazio di configurazione identi-
ca, ma con altra funzione, e a destra dal bagno
del committente. Si tratta di un tentativo di ri-
costruzione del bagno antico che, secondo la de-
scrizione di Vitruvio, è composto da praefurnium,
tepidarium, iaconicum e frigidarium39.
Durante la progettazione, l’architetto riesce a
moltiplicare gli spazi e a migliorare le loro pro-
porzioni, i loro collegamenti e la loro comodità,
grazie a una nuova organizzazione degli scaloni,
seguendo probabilmente le richieste di Cervini40.
Per capire come i committenti più competenti
del Rinascimento stabiliscano i dettagli dei loro
programmi, è sufficiente osservare uno dei dise-
13. Antonio da Sangallo il Giovane, a cinque campate con pilastri massicci, che a sua gni di Leonardo per la villa di un nobile, il quale
Progetto per una dimora non identificata volta conduce a uno scalone elegante, simile a annota sul foglio le sue esigenze (Codex Atlanti-
(Uffizi 1266 A recto).
quello di palazzo Farnese a Roma e progettato cus, f. 158r-a, v-a)41. Probabilmente è destinata
14. Antonio da Sangallo il Giovane, Modelli dallo stesso architetto. Verso l’ingresso, San- al cardinale tutta l’ala destra della villa, provvista
per ville e piccoli palazzi (Uffizi 1235 A gallo rinuncia alla scala esterna sfruttando lo di una sala al centro, comunicante con il salotto
recto).
spazio per introdurre un’altra fila di stanze qua- centrale, e di stanze nello spazio dell’avancorpo
drate e un atrio più spazioso, preceduto da un anteriore e di quello posteriore, con la cappella
vestibolo sporgente a tre campate. Nella varian- e il bagno (fig. 12). Sarebbe sorprendente se un
te delineata accanto a questo disegno, il salot- umanista come Marcello Cervini, che si ispira
to al centro risulta meno profondo e forma un alle terme vitruviane, non abbia immaginato an-

179
15. Andrea Palladio, Progetto per villa che un esterno di carattere classicheggiante. An-
Valmarana a Vigardolo (RIBA XVII/1). tonio sperimenta già diverse soluzioni per l’or-
16. Andrea Palladio, Progetto per una villa ganizzazione volumetrica delle facciate anteriori
(RIBA XVII/16). e posteriori. Nella prima versione, l’ingresso con
il vestibolo è sporgente, poi allineato con la fac-
ciata e infine arretrato (fig. 11). Si rivela quindi
che il trattamento plastico del corpo edilizio: la
proiezione di ombra e luce e l’introduzione di un
ingresso nobile stimolano altamente la sua im-
maginazione.
La soluzione definitiva, con due avancorpi
che fiancheggiano una loggia, rimanda alla fac-
ciata della Farnesina di Baldassarre Peruzzi, ben-
ché lo spazio concepito da Antonio non assuma
la stessa funzione di scena teatrale (fig. 12). Tale
collocazione costringe l’architetto a rinunciare
all’atrio delle prime versioni, cosicché per ac-
cedere al salotto centrale si passa attraverso uno
stretto andito. Il confronto con villa Medici di
Poggio a Caiano dimostra che le funzioni inter-
ne sono diventate più complesse e differenziate,
segno di un bisogno crescente di comodità e di
cerimoniali più sontuosi, come anche d’una ri-
cezione più archeologica e filologica dei modelli
antichi (figg. 9, 12). Sempre in analogia con la
villa medicea, il blocco edilizio è sopraelevato
su un podium villae con terrazzo (76 × 52 metri),
cinto da una balaustra. Inoltre, anche questa villa
è circondata da un fossato, come previsto da pro-
getti stesi probabilmente nei primi anni Venti42.
La loggia-vestibolo si apre con tre campate, di
cui quella centrale più larga delle altre, come im-
pone la tradizione della serliana. Questo motivo
trionfale era previsto sia in un primo progetto
per villa Medici di Poggio a Caiano sia in quello
per la villa di Agnano, altra dimora di Lorenzo il
Magnifico, ambedue concepite dallo stesso Giu-
liano da Sangallo43.
Questa assimilazione tanto con la Farnesina
quanto con la pianta centrica, sviluppata in am-
bito mediceo negli anni Ottanta del Quattro-
cento, non è priva di paralleli con i progetti di
Leonardo da Vinci, risalenti al 1506 circa, per
la villa di Charles d’Amboise, governatore della
Francia in Lombardia44. Su un foglio dedicato
a questo progetto, Leonardo pensa dapprima a
una dimora con sala centrale di formato otta-
gonale. Nella versione definitiva la sala è ret-
tangolare, fiancheggiata da logge di cui almeno
una assume la funzione di loggia-vestibolo, e gli
appartamenti sono introdotti nei corpi latera-
li. Antonio ripete proprio questa disposizione,
che somiglia molto a quella nella planimetria
di Leonardo per una dimora non identificata
(Uffizi 1266 A recto), disegnata probabilmente
nello stesso periodo, comunque dopo il 1527 e
prima del Quaranta (fig. 13)45. Pare che si tratti
dell’ampliamento di un edificio esistente, come
dimostra il profilo curvo d’un muro nella parte
sinistra. Antonio potrebbe essersi ispirato anche
a progetti di Baldassare Peruzzi per ville fortifi-
cate, in cui ritroviamo una disposizione simile46.

180
ni: una sala come «cuore» della casa, collegata a
un portico anteriore e uno posteriore, e volumi
angolari. Le facciate principali sono definite da
un forte contrasto tra la parte centrale, aperta,
e i blocchi chiusi ai lati. La planimetria in alto a
destra, che è un tentativo di ricostruzione della
domus antica, si rivela molto più ambiziosa. Dal
vestibolo d’ingresso si accede a un atrio, la cui for-
ma a tre navate – più larga quella centrale, più
strette quelli laterali – richiama palazzo Farnese
a Roma e ricorda, oltre Fra Giocondo, anche il
progetto di Giuliano da Sangallo per il palazzo
del re di Napoli48. Anche in altri progetti di que-
sto periodo, non discussi in questa sede, Antonio
sperimenta sistemi vitruviani e cerca di stabili-
re un rapporto equilibrato tra essi e le esigenze
dell’epoca, sia sul piano funzionale che su quello
estetico, riallacciandosi al tempo stesso a sistemi
ideati dallo zio Giuliano da Sangallo49.

Antonio da Sangallo il Giovane e Andrea Palladio


Le prime esperienze di Palladio nell’ambito della
villa coincidono, più o meno, con i progetti di An-
17. Bagnolo di Lonigo (Vicenza), villa In ogni caso, tale disposizione deriva da rifles- tonio il Giovane per villa Cervini e villa Ferretti
Pisani: a) facciata principale; b) planimetria. sioni condivise da Leonardo e Peruzzi, benché e con il foglio appena discusso. Per cogliere gli
18. Poiana Maggiore (Vicenza), villa non si conoscano i dettagli dei loro dialoghi. influssi sangalleschi, le elaborazioni di temi simili
Poiana, facciata principale. Palladio si serve di nuovo della disposizio- e le analogie, è necessario limitarsi al periodo che
ne d’una sala centrale di formato rettangolare arriva fino ai primi anni Cinquanta. Ambedue gli
fiancheggiata da logge nel progetto di palazzo architetti condividono la predilezione per la plani-
Chiericati, che testimonia il rapporto profondo metria compatta, ovvero senza cortile interno, ri-
tra la tipologia della villa e quella del palazzo. unita intorno a una sala di forma rettangolare, che
Significativi per le ricerche di Antonio in que- spesso attraversa tutto il corpo di fabbrica, oppure
sti anni sono anche i progetti del 1540 circa per di altra forma quadrangolare. Intorno a questa sala
una dimora classicheggiante, che sperimentano si distribuiscono simmetricamente le sale minori.
modelli per ville e piccoli palazzi (Uffizi 1235 L’edificio è armonizzato con gli spazi limitrofi tra-
A) (fig. 14)47. La planimetria in basso a sinistra mite assi, percorsi, giardini e prospettive, così da
ricorda gli studi per villa Ferretti e villa Cervi- realizzare un organismo coerente, un microcosmo

181
ti, il quale raccomanda variazioni formali di lim-
pidezza geometrica52. Proprio un impianto come
la sala di villa Pisani a Bagnolo, formata da uno
spazio a croce greca, coronato da una volta a bot-
te e illuminato da una finestra termale, dimostra
la capacità del Padovano di dare suggestivamente
nuova vita a tali prototipi (fig. 17b). L’interesse
per la tipologia della villa centralizzata da parte di
Palladio è testimoniato da alcuni disegni nei fogli
RIBA VII/6 e IV/1. Una costante di questo pe-
riodo è costituita dalla sala rettangolare con volte
a botte, che assume la stessa funzione della sala
centralizzata e segue una tradizione distributiva
della villa veneta del Quattrocento, rappresentata
ad esempio dalla Ca’ Brusà in Lovolo, già citata
prima53. Anche Serlio, attivo a Venezia tra 1527 e
1541, assimila tale impianto in alcuni progetti ide-
ali del suo Libro sesto, ma lo traduce in organismi
più regolari ed equilibrati54.
La predilezione per il blocco quadrato con di-
sposizione centralizzata è evidente in un progetto
per villa Valmarana di Vigardolo risalente al 1540
circa e conservato in RIBA XVII/1 (fig. 15)55. Qui
la sala quadrata al centro sorge energicamente
dal corpo edilizio e traduce, come già Leonardo
in tanti progetti, una tradizione edilizia toscana
in un’impaginazione geometrica56. La sopraele-
vazione è provvista di finestre termali e frontoni
triangolari che sono parte del tetto e che echeg-
giano quello che sovrasta la loggia d’ingresso, ca-
ratterizzata da una serliana inscritta in un’arcata.
Dall’alzato si può osservare che il piano d’abita-
zione è collocato a un livello rialzato, accessibile
attraverso un gioco di rampe, all’inizio divergen-
ti e poi, a partire da un pianerottolo intermedio,
convergenti. La serliana con cui si apre la loggia
ricorda direttamente quella del «Ninfeo» di Bra-
mante a Genazzano57. Gli scaloni sull’asse trasver-
sale separano appartamenti di carattere privato
nella parte anteriore da appartamenti con sale ret-
tangolari, perciò più rappresentativi, nella parte
posteriore. Il rigore geometrico e l’articolazione
gerarchica rivelano che il giovane Palladio, come
già Antonio da Sangallo il Giovane, ha assimilato i
prototipi sviluppati da Giuliano da Sangallo pres-
so Lorenzo de’ Medici a partire dagli anni Ottanta
del Quattrocento (figg. 3, 9).
Una planimetria di RIBA XVII/16, anch’es-
sa risalente ai primi anni Quaranta, rivela simi-
litudini sorprendenti con la parte anteriore del
progetto di Antonio da Sangallo per villa Cervini
19. Montagnana (Padova), villa Pisani: in senso albertiano50. Tuttavia, l’architetto veneto (Uffizi 828 A recto): due avancorpi fiancheggia-
a) facciata sul giardino; b) planimetria. adotta per il sinus una maggiore varietà di forme: la no una loggia arretrata che conduce, tramite uno
croce latina (villa Pisani a Bagnolo), la croce greca stretto andito, a una sala rettangolare con altre
(villa Gazzotti) o la sala quadrata (villa Chiericati) due sale ai fianchi (figg. 12, 16)58. Palladio con-
(figg. 17b, 20b). Quest’ultima può essere provvista ferisce però alla loggia un formato largo e apre
di quattro colonne, rappresentando così una solu- nicchie nei muri laterali, evocando così palazzo
zione a cavallo tra atrio vitruviano e salone (villa Massimo alle Colonne di Baldassarre Peruzzi.
Pisani a Montagnana, villa Cornaro) (fig. 19b)51. Nonostante queste somiglianze, l’organismo
Palladio si ispira alle terme romane che, con la edilizio testimonia caratteristiche molto diverse:
loro stupenda ricchezza di configurazioni geome- nel disegno sangallesco la villa è sopraelevata su
triche, avevano appassionato Leon Battista Alber- un massiccio basamento con arcate, mentre nel

182
degli uccelli, in cui anch’egli adotta questo moti-
vo60. Palladio potrebbe essersi accorto dell’er-
rore durante il suo soggiorno del 1541 a Roma,
come sembra confermato dalle sue ville Pisani a
Bagnolo e Gazzotti, iniziate nel 1542, i cui fron-
toni, nel rispetto della sintassi classica, sono posti
sulla trabeazione (figg. 17a, 20a). Questo detta-
glio, che sarà significativo nell’architettura palla-
diana, non si ispira tanto ad Antonio il Giovane
quanto allo zio Giuliano, che aveva inaugurato
l’uso di questo motivo antico introducendolo
nella villa medicea di Poggio a Caiano, forse solo
nell’ultima fase della costruzione dopo il 151361.
Ricordiamo che Leon Battista Alberti, nel suo
trattato De re aedificatoria, autorizza l’uso del
frontone anche per le dimore, benché di formato
inferiore rispetto a quello ammesso per gli edifi-
ci sacri62. Antonio propone tale motivo, secondo
una sintassi meno convenzionale, in una delle
varianti del progetto per una villa del cardinale
del Monte: l’arco di una nicchia centrale pene-
tra nel timpano, mentre le logge ai fianchi han-
no colonne trabeate (fig. 1). Però il motivo del
frontone non diventa mai canonico per Antonio,
il quale sembra privilegiare la serliana, di origine
tardoantica, che risulta più sottile e versatile per
nascondere certe irregolarità e meno imponente
rispetto al frontone dei templi. Evidentemente
anche Palladio apprezza la serliana che, nel caso
di villa Poiana, egli combina con un timpano in-
terrotto, tratto dalle terme di Diocleziano (fig.
18). Sulla facciata posteriore, è la finestra termale
del primo piano a rivelare l’influsso di Antonio.
Ambedue gli architetti dedicano un partico-
lare interesse alla loggia d’ingresso, che è filtro
e spazio di transizione tra l’esterno e l’interno
e che offre diverse opzioni per l’articolazione
del volume. Abbiamo visto che nel caso di villa
Cervini, Antonio sperimenta prima un portico
sporgente, poi un portico allineato al filo del-
la facciata, ma nella soluzione definitiva, frutto
di lunga riflessione, sceglie una loggia arretrata
(fig. 12). Sotto il profilo funzionale, quest’ultima
20. Bertesina (Vicenza), villa Gazzotti: progetto di Palladio la dimora, situata in pianura, è la più vantaggiosa poiché il portico è protet-
a) facciata principale; b) planimetria. è provvista di scale che salgono in modo teatrale to dalle intemperie e le stanze degli avancorpi ai
nel portico, sorretto non da pilastri, ma da un fianchi godono di un’intensa illuminazione gra-
elegante colonnato corinzio. L’architetto si ispira zie alle finestre poste in due direzioni. Inoltre,
alla casa antica e alla sua interpretazione rina- il contrasto tra gli avancorpi e lo schermo om-
scimentale, come quella offerta dal «Ninfeo» di breggiato della loggia accentua la corporeità del
Bramante a Genazzano, pertanto il corpo edilizio blocco edilizio, che riveste un grande significato
è di un solo piano terra sormontato da un piano per Antonio!63 Come abbiamo visto prima, anche
attico, coronato da un frontone. Tale combina- Palladio adotta la dialettica tra avancorpi e porti-
zione di attico e frontone, errata sotto il profilo co arretrato nella planimetria di RIBA XVII/16
archeologico e filologico, ricorda le ricostruzioni (fig. 16): una soluzione convincente per un edi-
grafiche di archi trionfali nelle raccolte di dise- ficio d’un solo piano, ma poco adatta a una villa
gni di Giuliano da Sangallo, ovvero il Codice Bar- di tre piani come villa Godi (1537-1542), in cui
beriniano e il Taccuino Senese, assimilate nel suo tale soluzione penalizza la distinzione del centro
progetto per la tribuna dei trombettieri a piazza che per Palladio deve essere maestosa e retorica.
San Pietro59. Leonardo offre una testimonianza Tanto che, in seguito, tale motivo sparirà dal suo
precoce di dimora con timpano, concepita sot- repertorio! Nei progetti successivi, l’architetto
to l’influsso del suo soggiorno a Roma del 1505, veneto preferisce allineare la loggia con la faccia-
nella facciata di un progetto del suo Codice sul volo ta anteriore, così da conferire enfasi alla compat-

183
tezza del corpo edilizio – soluzione valutata d’al- al quale si ispira anche Leon Battista Alberti nel
tronde anche da Antonio nel foglio Uffizi 1308 suo San Sebastiano a Mantova (fig. 9). Leonardo
A recto (figg. 10, 11 destra). Egli fa sporgere la doveva rappresentare tale dispositivo nel suo qua-
parte centrale della parete leggermente in avan- dro dell’Adorazione dei Magi del 1481-1482, dopo
ti, formando così una sorta di finto avancorpo averlo studiato in due disegni preparatori67. Ricor-
su cui troneggia il frontone. Con tale impianto, diamo anche le rampe solenni del palazzo del re di
presente già nel progetto RIBA XVII/1 e nelle Napoli di Giuliano da Sangallo, che costituiscono
ville Pisani a Bagnolo, Poiana, Gazzotti o Pisani una salita trionfale verso il palazzo e contribuisco-
a Montagnana, Palladio trasforma le facciate dei no alla maestosità della reggia. L’elaborazione così
suoi modelli, dove il motivo centrale coincide virtuosistica del tema delle rampe esterne offer-
con il piano del muro esterno (figg. 15, 17b, 18). ta da Palladio non può essere ispirata all’opera di
A partire dai primi anni Cinquanta, egli inizia Antonio il Giovane, benché sia un tema principale
ad adottare un vero e proprio pronao di tempio a villa Madama, ma deve risalire all’architettura
nelle sue architetture, come a villa Chiericati, di committenza medicea, il cui protagonista indi-
dove per la prima volta esso è innestato nel cor- scusso è Giuliano da Sangallo.
po della villa, senza però che il sistema del finto
avancorpo venga abbandonato. Il problema complesso degli influssi sangelleschi
Si possono rintracciare analogie tra Antonio Se alcuni elementi di Palladio nella prima fase
da Sangallo e Palladio nel trattamento delle scale, della sua carriera rimandano a delle ricerche di
abilmente nascoste accanto alla loggia d’ingresso Antonio il Giovane, altri elementi dimostrano la
oppure nella parte posteriore, in prossimità del sua adesione diretta a certe tipologie di Giulia-
salone principale e della loggia retrostante (figg. no, soprattutto la villa a pianta centrica con scale
12, 17b, 19b, 20b). Leon Battista Alberti racco- esterne. Proprio questa tipologia è stata spesso
manda di celare le scale, che rischiano di com- soggetta a variazioni proposte con entusiasmo da
promettere l’equilibrio dell’organismo architet- tanti altri maestri, come Leonardo, Antonio da
tonico, quando parla della villa antica, composta Sangallo il Vecchio, Baldassarre Peruzzi, Giu-
da un solo piano, il cui esempio è seguito da Bra- lio Romano, che attingevano alle stesse fonti68.
mante nel «Ninfeo» di Genazzano e da Giulio Le elaborazioni di Antonio il Giovane rinuncia-
Romano a palazzo Te a Mantova. Ma come per i no però non solo al corredo tipico delle rampe
saloni, anche in questo caso Palladio sviluppa una esterne ma, a eccezione di una delle varianti di
più grande varietà di tipologie e di forme. Infatti, villa del Monte, anche al portico coronato da un
egli si interessa anche dello scalone del castello frontone. Palladio sviluppa gradualmente un’im-
di Chambord, ideato probabilmente da Leonar- paginazione che risponde in sommo grado alle
do in accordo con Francesco I, e ne rappresen- richieste dei suoi committenti e crea così un label
ta una variante nel suo trattato64. Forse sussiste inconfondibile, mentre la genesi dei progetti di
addirittura un rapporto tra uno dei progetti per Antonio il Giovane rivela un intenso studio sul
il castello francese e la planimetria di villa Ra- piano funzionale. In ogni caso, nei suoi progetti
gona nei Quattro libri, dove le scale occupano il e nelle sue realizzazioni a partire dagli anni Qua-
centro dell’edificio, secondo una soluzione piut- ranta Palladio, rispetto ai suoi modelli, riesce a
tosto rara nel Rinascimento italiano65. Inoltre la realizzare cambiamenti significativi, come nella
disposizione simmetrica degli scaloni, che con- facciata principale, dove grazie all’espediente di
traddistingue i suoi progetti dal progetto di villa una lieve sporgenza della parete, ispirata forse a
di RIBA XVII/1 e da villa Pisani a Bagnolo (figg. villa Madama, favorisce la distinzione della parte
15, 17b), suggerisce un organismo come quello centrale, ulteriormente enfatizzata dal frontone.
del palazzo reale di Antonio da Sangallo (Uffizi Significativo per le sue scelte si rivela anche il di-
999 A)66. In questo impianto gigantesco, le ram- sinteresse per un elemento molto apprezzato da
pe fiancheggiano maestosamente i vestiboli: una Antonio, ovvero il cortile circolare, poi adottato
soluzione che tornerà nel progetto disegnato da dopo villa Madama in altri progetti molto pre-
Bernini nel 1665 per il palazzo del Louvre. stigiosi, come il palazzo di Carlo V a Granada,
Si notano invece differenze tra i due maestri caratterizzato da una profonda dimensione sim-
nel trattamento delle scale esterne, che dipendono bolica di impronta imperiale. Questo si spiega
sicuramente dai contesti topografici molto diversi probabilmente con la sua predilezione per i corpi
dei loro progetti. Il disegno per villa Cervini ri- compatti, con perimetri animati da portici e muri
vela che per Antonio il Giovane la scala che sale anche di forma convessa, tali da corrispondere
verso il podium villae non ha nessun valore sceno- perfettamente alle esigenze dei proprietari, che
grafico e che la comunicazione verticale si realizza aspirano a costruzioni rapide e poco costose. La
verosimilmente all’interno dell’edificio, proba- sua grande capacità di conciliare necessità fun-
bilmente anche per motivi di sicurezza (fig. 12). zionale, limpidezza geometrica e ricezione dei
Nella villa medicea di Poggio a Caiano, che è il modelli antichi gli apre di volta in volta nuove
prototipo assimilato da Antonio, le rampe paralle- strade, ma egli non dimentica mai l’insegnamen-
le assumono invece un forte significato, evocando to sangallesco, che rappresenta sempre per lui
monumenti antichi come il tempio di Claudio, una proficua fonte d’ispirazione.

184
Abbreviazioni Sangallo il Giovane tra architettura e città: 22. Guillaume, Léonard architecte, cit. [cfr. 38. Si veda la scheda di F.-E. Keller, ivi, p.
RIBA = London, Royal Institute of Brit- la facciata della Zecca in Banchi a Roma, in nota 19], pp. 276-277; Pedretti, Leonardo 233. Rimandiamo a ulteriori riferimenti
ish Architects «Römische historische Mitteilungen», da Vinci: the Royal…, cit. [cfr. nota 19], pp. bibliografici inclusi in questa scheda.
Uffizi = Firenze, Gallerie degli Uffizi, 46, 2004, pp. 201-244. 58-63, figg. 83-84.
Gabinetto Disegni e Stampe 39. Si veda la scheda di F.-E. Keller, ivi, p.
12. Si veda la nostra restituzione grafica: 23. Si vedano Frommel, Leonardo da Vinci 157. Rimandiamo a ulteriori riferimenti
Ringrazio Claudio Castelletti per la rilet- Frommel, Sogni architettonici…, cit. [cfr. und die Typologie…, cit. [cfr. nota 10], pp. bibliografici inclusi in questa scheda.
tura di questo saggio. nota 3], p. 21. 257-300; Ead., Ricerca, immaginazione,
malinteso…, cit. [cfr. nota 10], pp. 643-677. 40. Poiché la complessa ricerca di una
1. Tra i numerosi studi su villa Madama, 13. S. Frommel, Giuliano da Sangallo, soluzione appropriata esclude, a nostro
si vedano C.L. Frommel, Villa Madama, Firenze 2014 (ed. ted., Berlin-Boston 24. G. Satzinger, Michelangelo und die avviso, l’ipotesi di un progetto ideale, si
in Raffaello architetto, catalogo di mostra 2019), p. 86. Fassade von San Lorenzo in Florenz, zur veda ibid.
(Roma, Palazzo dei Conservatori, 29 feb- Geschichte der Skulpturenfassade der Re-
braio-15 maggio 1984), a cura di C.L. 14. Si veda la scheda di S. Eiche e F.-E. naissance, München 2011, p. 17. 41. C. Pedretti, Leonardo architetto, Mila-
Frommel, S. Ray e M. Tafuri, Milano Keller, in The architectural drawings of no 1995 (ed. or., 1978), p. 72.
1984, pp. 311-356. Antonio…, cit. [cfr. nota 8], pp. 152-153. 25. Si veda la scheda di F.-E. Keller in
Rimandiamo a ulteriori riferimenti bi- The architectural drawings of Antonio…, 42. Uffizi 4012 A, 4013 A, 4014 A, 4016
2. F.T. Fagliari Zeni Buchicchio, Palaz- bliografici inclusi in questa scheda. cit. [cfr. nota 8], pp. 146-147. Rimandia- A. Si veda la scheda di D. Donetti in Nello
zo Farnese a Caprarola, in Jacopo Barozzi mo a ulteriori riferimenti bibliografici splendore mediceo: Papa Leone X e Firenze,
da Vignola, catalogo di mostra (Vignola, 15. Ad esempio Ca’ Brusà in Lovolo (M. inclusi in questa scheda. catalogo di mostra (Firenze, Museo del-
Palazzo Contrari-Boncompagni, 30 mar- Kubelik, Die Villa im Veneto: zur typologi- le Cappelle Medicee, Casa Buonarroti,
zo-7 luglio 2002), a cura di R.J. Tuttle, schen Entwicklung im Quattrocento, Mün- 26. P.E. Foster, A study of Lorenzo de’ 26 marzo-6 ottobre 2013), a cura di N.
B. Adorni, C.L. Frommel e C. Thoenes, chen 1977, II, p. 567). Medici’s villa at Poggio a Caiano, New Baldini e M. Bietti, Livorno 2013, pp.
Milano 2002, pp. 210-233, in part. pp. York-London 1978, I, pp. 240-246 (ed. 468-471.
210, 217-218. 16. Anche qui sussiste un legame con l’al- or., Dissertazione, Yale University, New
lestimento esterno, poiché il cammino di Haven 1974). 43. Frommel, Giuliano da Sangallo, cit.
3. S. Frommel, Sogni architettonici: i San- accesso si apre nell’asse della fabbrica. [cfr. nota 13], pp. 73, 80-81; Ead., Le ar-
gallo e la tipologia di palazzi e ville a pianta 27. Ivi, p. 246. chitetture del Taccuino Senese: la Sapienza
centralizzata, in «Quaderni dell’Istitu- 17. Anche Giuliano da Sangallo si era di Siena, la villa di Poggio a Caiano, San-
to di Storia dell’Architettura», n.s., 40, ispirato al battistero nella Sagrestia di 28. La sala della villa di Poggio a Caiano ta Maria delle Carceri a Prato, disegni per
2002, pp. 17-38. Santo Spirito o nel santuario della Ma- misura oltre 33 × 18 braccia. Santo Spirito e San Lorenzo, in Giuliano
donna a Pistoia (Frommel, Giuliano da da Sangallo: disegni degli Uffizi, catalogo
4. Si veda H. Burns, Andrea Palladio Sangallo, cit. [cfr. nota 13], pp. 114-121, 29. R. Nicolò, La villa di Marcello Cervini di mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi,
(1508-1580): la creazione di un’architet- 171-179). a Vivo d’Orcia, in «Quaderni dell’Istitu- Gabinetto Disegni e Stampe, 16 maggio
tura sistematica e comunicabile, in Andrea to di Storia dell’Architettura», n.s., 43, 2017-20 agosto 2017), a cura di D. Do-
Palladio: atlante delle architetture, a cura di 18. Per la villa fortificata di Baldassarre 2004, pp. 51-74. netti, M. Faietti e S. Frommel, Firenze
G. Beltramini e A. Padoan, Venezia 2000, Peruzzi, si veda S. Frommel, Piacevolezza 2017, pp. 32-49, qui p. 38.
pp. 3-9, qui pp. 6-7. e difesa: Peruzzi e la villa fortificata, in Bal- 30. Ivi, pp. 59-60.
dassarre Peruzzi 1481-1536, atti del se- 44. S. Frommel, Léonard et la villa de
5. Ivi, p. 4. minario internazionale (Vicenza, maggio 31. Ivi, pp. 62-64. Charles d’Amboise, in Léonard de Vinci & la
2001), a cura di C.L. Frommel, A. Bru- France, catalogo della mostra (Amboise,
6. London, RIBA X/18 (scheda di C.L. schi, H. Burns, F.P. Fiore e P.N. Paglia- 32. Anche Vignola ha delineato un pro- Château du Clos Lucé-Parc Leonardo
Frommel in Raffaello architetto, cit. [cfr. ra, Venezia 2005, pp. 333-351, 597-606. getto per villa Cervini: C.L. Frommel, da Vinci, 24 giugno 2009-31 gennaio
nota 1], p. 339). Nel suo disegno Palladio Per villa Vecchia a Frascati, si veda D.R. Villa Cervini presso Montepulciano, in Ja- 2010), a cura di C. Pedretti, Poggio a
esegue «correzioni» che aspirano a una Coffin, The villa in the life of Renaissance copo Barozzi da Vignola, cit. [cfr. nota 2], Caiano 2010, pp. 113-120 (ed. ing., pp.
maggiore simmetria. Rome, Princeton 1979, p. 142; S. From- pp. 156-160. Si veda anche S. Frommel, 117-125); Guillaume, Léonard architecte,
mel, L’Italie de la Renaissance: du casino Vignola in Francia: un episodio incerto del suo cit. [cfr. nota 19], pp. 269-271 (con una
7. Frommel, Sogni architettonici…, cit. di caccia à la résidence de chasse, in Chasses itinerario artistico, in Studi su Jacopo Baroz- ricostruzione diversa).
[cfr. nota 3], pp. 17-38. princières dans l’Europe de la Renaissance, zi da Vignola, atti del convegno interna-
atti del convegno (Chambord, 1-2 otto- zionale (Caprarola, 23-26 ottobre 2008), 45. Scheda di F.-E. Keller, in The archi-
8. Per l’identificazione del sito con quel- bre 2004), a cura di C. d’Anthenaise e M. a cura di A.M. Affanni e P. Portoghesi, tectural drawings of Antonio…, cit. [cfr.
lo della futura villa Giulia, si veda C.L. Chatenet, Arles 2007, pp. 289-326, qui Roma 2011, pp. 215-236, qui pp. 218-222. nota 8], p. 225. Rimandiamo a ulteriori
Frommel, Villa Giulia a Roma, in Jaco- pp. 305-306. È addirittura possibile che Sul progetto di Vignola per villa Cervini riferimenti bibliografici inclusi in questa
po Barozzi da Vignola, cit. [cfr. nota 2], Leonardo, presente a Venezia nel 1500, si veda anche Nicolò, La villa di Marcello scheda.
p. 164. Si veda anche la scheda di F.-E. abbia contribuito a diffondere questa ti- Cervini…, cit. [cfr. nota 29], pp. 58-61.
Keller in The architectural drawings of pologia, che unisce la tradizione fioren- 46. Frommel, Piacevolezza e difesa…, cit.
Antonio da Sangallo the Younger and his tina dell’architettura centralizzata con la 33. F.-E. Keller, in The architectural [cfr. nota 18], pp. 333-351, 597-606
circle. II: Churches, villas, the Pantheon, tradizione veneziana. drawings of Antonio…, cit. [cfr. nota 8], p.
tombs and ancient inscriptions, a cura di 231. Rimandiamo a ulteriori riferimenti 47. Scheda di F.-E. Keller, in The archi-
C.L. Frommel e N. Adams, Cambridge 19. Leonardo, in uno dei disegni legati alla bibliografici inclusi in questa scheda. tectural drawings of Antonio…, cit. [cfr.
(Mass.)-London 2000, pp. 159-160). Ri- progettazione del castello di Romorantin nota 8], pp. 220-221.
mandiamo a ulteriori riferimenti biblio- in Francia del 1517-1518, prevede una 34. Sulla restituzione di questi disegni, si
grafici inclusi in questa scheda. residenza ottagonale, però con cortile in- veda Frommel, Sogni architettonici…, cit. 48. Sul progetto del palazzo del re di Na-
terno (Codex Atlanticus, f. 583r/217v-b); C. [cfr. nota 3], p. 25. poli, si veda Frommel, Giuliano da San-
9. F. Quinterio, Giuliano da Maiano «gran- Pedretti, Leonardo da Vinci: the Royal Palace gallo, cit. [cfr. nota 13], pp. 42-85; Ead.,
dissimo domestico», Roma 1996, pp. 376-382. of Romorantin, Cambridge (Mass.) 1972, 35. Nicolò, La villa di Marcello Cervini…, Progetti per il palazzo del re di Napoli, per
p. 109, fig. 136; J. Guillaume, Léonard cit. [cfr. nota 29], p. 57. una residenza medicea a Piazza Navona e in
10. Si veda S. Frommel, Leonardo da architecte, in Léonard de Vinci ingénieur et Via Laura a Firenze, in Giuliano da San-
Vinci und die Typologie des zentralisierten architecte, catalogo della mostra (Mon- 36. È improbabile che la parola pater gallo: disegni…, cit. [cfr. nota 43], pp. 90-
Wohnhaus, in «Mitteilungen des Kunst- tréal, Musée des Beaux-Arts, 22 maggio-8 sia da riferire al padre di Marcello Cer- 101, qui pp. 90-94.
historischen Institutes in Florenz», L, 3, novembre 1987), Montréal 1987, pp. 207- vini, morto nel 1534 (ibid.). Prima della
2006, pp. 257-300; Ead., Ricerca, imma- 286, qui pp. 251-252. sua nomina a cardinale nel 1538, tale 49. Il foglio Uffizi 1188 A sembra dedi-
ginazione, malinteso: Francesco di Giorgio e designazione non risulta sorprendente. cato di nuovo non a un progetto, ma a
la tipologia degli edifici residenziali a pianta 20. Si veda la scheda di F.-E. Keller, in In ogni caso, è difficile che egli abbia un tentativo di ricostruzione della domus
centrale, in Francesco di Giorgio alla corte The architectural drawings of Antonio…, sistemato la casa all’antica con accesso vitruviana: si notano chiaramente un ve-
di Federico di Montefeltro, atti del conve- cit. [cfr. nota 8], p. 147. Rimandiamo a dall’appartamento di suo padre. stibolo che sporge in avanti, un atrio e
gno (Urbino, 11-13 ottobre 2001), a cura ulteriori riferimenti bibliografici inclusi poi un cavaedium-cortile. Antonio avreb-
di P.F. Fiore, Firenze 2004, II, Origini e in questa scheda. 37. Si veda la scheda di F.-E. Keller, in be potuto dare diverse forme a tale atrio,
fortuna di un linguaggio architettonico, pp. The architectural drawings of Antonio…, eppure rimane fedele a quello a tre navate
643-677. 21. Si veda la scheda di F.-E. Keller, ivi, p. cit. [cfr. nota 8], pp. 156-157. Rimandia- che suo zio Giuliano aveva inaugurato nel
194. Rimandiamo a ulteriori riferimenti mo a ulteriori riferimenti bibliografici palazzo del re di Napoli. Si vedano anche
11. M. Antonucci, Un’opera di Antonio da bibliografici inclusi in questa scheda. inclusi in questa scheda. i palazzi per Castro (Uffizi 745 A, 746 A,

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747 A), con la successione di vestibolo e 53. Kubelik, Die Villa im Veneto…, cit. a Roma, in Giuliano da Sangallo: disegni…, 64. S. Frommel, Serlio e Palladio: un in-
atrio, che costituisce una sala, secondo la [cfr. nota 15], II, p. 567. cit. [cfr. nota 43], pp. 50-65, qui p. 50. contro assai probabile e le sue implicazioni,
teoria di Leon Battista Alberti; segue poi in Palladio 1508-2008: il simposio del cin-
un peristilio che serve la scala maggiore e 54. S. Frommel, De la casa del povero 60. Guillaume, Léonard architecte, cit. [cfr. quecentenario, atti del convegno (Pado-
una stanza provvista di un’altra scala, più contadino à la casa del ricco cittadino: nota 19], pp. 255-256; Pedretti, Leonardo va-Vicenza-Verona-Venezia, 5-10 maggio
privata, a chiocciola; poi un cavaedium maisons rurales et maisons des champs dans le architetto, cit. [cfr. nota 41], p. 215. 2008), a cura di F. Barbieri et al., Venezia
scoperto sulla parte posteriore (si veda il Sixième Livre de Sebastiano Serlio, in Mai- 2008, pp. 68-73, qui pp. 70-71.
contributo di F.P. Fiore in questo volume). sons des champs dans l’Europe de la Renais- 61. Frommel, Giuliano da Sangallo, cit.
sance, atti del convegno (Maisons-Lafitte, [cfr. nota 13], p. 78 ; S. Frommel, Le ar- 65. Andrea Palladio, I Quattro libri
50. S. Frommel, La villa di Leon Batti- 10-13 giugno 2003), a cura di M. Chate- chitetture del Taccuino Senese…, cit. [cfr. dell’architettura [Venezia 1570], Milano
sta Alberti: un modello architettonico?, in net, Paris 2006, pp. 48-68. nota 43], p. 38. 1968 (riproduzione in fac-simile), p. 57.
Leon Battista Alberti: teorico delle arti e
gli impegni civili del De re aedificatoria, 55. J.S. Ackerman, Palladio, Harmond- 62. Leon Battista Alberti è spirito rector del 66. Si veda la scheda di S. Frommel, in
atti dei convegni internazionali (Manto- sworth 1977 (ed. or., 1966), pp. 31-33. giovane Lorenzo de’ Medici, committen- The architectural drawings of Antonio da
va, 17-19 ottobre 2002 e 23-25 ottobre te della dimora. Il De re aedificatoria viene Sangallo the Younger and his circle. III, a
2003), a cura di A. Calzona, F.P. Fiore, 56. Frommel, Leonardo da Vinci und die Ty- pubblicato nel 1485 grazie all’aiuto del cura di C.L. Frommel e G. Schelbert,
A. Tenenti e C. Vasoli Firenze 2007, II, pologie…, cit. [cfr. nota 10], pp. 276-284. Magnifico, che all’inizio del cantiere si fa Cambridge (Mass.), in preparazione.
pp. 815-840. consegnare le bozze dei capitoli dedicati
57. C.L. Frommel, Roma e la formazione alla villa. Nella casa primitiva di legno, che 67. S. Frommel, An welchem Ort huldigt
51. Leonardo aveva adottato la forma a architettonica del Palladio, in Andrea Pal- secondo la teoria vitruviana è prototipo di man dem neugeborenen Christus? Leonar-
croce greca per alcune sale in un pro- ladio: nuovi contributi, atti del seminario tutti gli edifici (sacri, pubblici e privati), il dos «Anbetung» von San Donato in Scopeto
getto di palazzo del Codice Atlantico (f. internazionale (Vicenza, 1-7 settembre tetto è nascosto dal frontone e ciò legit- unter dem Zeichen des produktiven Wider-
969Dr/349v-k); si veda Frommel, Leo- 1988), a cura di A. Chastel e R. Cevese, tima il suo uso per tutte le tipologie ar- spruchs zwischen christlicher Tradition und
nardo da Vinci und die Typologie…, cit. [cfr. Milano 1990, pp. 146-165, qui pp. 149, chitettoniche. Per l’uso del frontone nella Antikenrezeption, in «Acta Historiae Ar-
nota 10], pp. 280 e 285. 156. casa privata si veda Alberti, De re aedificato- tium», 57, 2016, pp. 88-96.
ria, Libro 9, cap. 4 (L’Architettura , cit. [cfr.
52. Leon Battista Alberti, De re aedifica- 58 L. Puppi, Andrea Palladio, Milano nota 52], II, p. 808). 68. Questa tipologia è stata elaborata
toria, Libro 9, cap. 2 (L’Architettura, testo 1973, p. 29. d’altronde anche da Antonio da Sangallo
latino e traduzione a cura di G. Orlandi, 63. Egli pensa sicuramente anche alla parte il Vecchio in alcuni progetti (Frommel,
introduzione e note di P. Portoghesi, Mi- 59. Frommel, Giuliano da Sangallo, cit. posteriore della fabbrica e cerca di unifor- Sogni architettonici…, cit. [cfr. nota 3], pp.
lano 1966, II, p. 792). [cfr. nota 13], pp. 294-296; Ead., Progetti mare i due fronti principali dell’edificio. 29-31.

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Finito di stampare nel mese di marzo 2019
da La Grafica & Stampa editrice s.r.l., Vicenza
per conto di Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia

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