Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Analogia 1
Diritti Potestativi 4
interesse legittimo 2
Incapacità naturale 5
Responsabilità genitore 2
Diritto alla riservatezza 2
Diritto all'immagine 2
Identità personale 2
Associazioni riconosciute 3
Fondazioni 1
Autonomia patrimoniale 1
Associazioni non riconosciute 8
Parentela 1
Affinità 1
Matrimonio 9
Fondo Patrimoniale 4
Separazione e divorzio 4
Patti successori 6
Accettazione dell'eredità 5
Accettazione dell'eredità con beneficio di inventario 7
Azione di Riduzione 11
Collazione 5
Donazioni 4
Efficacia della legge nel tempo 1
Decadenza e Prescrizione 22
Trascrizioni 3
Pertinenze 2
Modi di acquisto della proprietà 1
Azione di rivendicazione 7
Comunione dei beni 3
Servitù prediali 1
Possesso vale titolo 9
Usucapione 6
Vizi del consenso 5
Errore 1
Dolo del terzo 1
Dolo incidente e dolo determinante 1
Causa illecità 1
rappresentanza 1
Falsus procurator 2
Rappresentanza senza potere 1
condizione meramente potestativa 1
Onere 3
Cause di nullità del contratto 10
Conversione del contratto nullo 7
Annullamento 1
Minaccia di far valere un diritto 2
Contratto concluso in conflitto di interessi 1
Fonti delle obbligazioni 6
obbligazioni naturali 7
Solidarietà e parziarietà 1
Cessione del credito 2
Delegazione, espromissione, accollo 1
Compensazione 5
Novazione 1
Mora del debitore 3
More del creditore 1
Clausola penale 1
Caparra 1
Azione surrogatoria 3
Azione revocatoria 5
Contratti ad effetti reali 1
Contratti ad effetti obbligatori 1
Vendite obbligatorie 1
Contratto preliminare 8
Responsabilità precontrattuale 6
Contratto di opzione 2
Interpretazione del contratto 5
Contratto a favore del terzo 5
Rescissione del contratto 9
Rescissione 1
Risoluzione per inadempimento 9
Pagamento dell'indebito 3
Promesse unilaterali 1
Gestione di affari altrui 1
Danno ingiusto 1
Dolo e colpa 1
Responsabilità padroni committenti 6
Cause di giustificazione 4
Danno non patrimoniale 2
Capitolo I - Concetti fondamentali
2.1 - La Costituzione
Dal punto di vista sostanziale, la Costituzione italiana del 1948 ha un contenuto molto più ampio di quello delle classiche
costituzioni ottocentesche. Ne discende che mentre le norme costituzionali tradizionalmente intese esauriscono il loro rag-
gio d’azione nell’ambito dei rapporti tra poteri pubblici, e tra poteri pubblici e cittadini, le norme costituzionali che positi-
vizzano (conferiscono massima efficacia normativa) valori quali, appunto, l’eguaglianza, la giustizia, ecc, estendono il loro
raggio d’azione anche all’ambito dei rapporti tra i privati.
Sotto il profilo formale si caratterizza a causa della sua rigidità, la quale implica due distinte tecniche di preservazione del
primato della Costituzione stessa.
La prima di queste è rappresentata dalla previsione di un procedimento differenziato e più complesso (procedimento ag-
gravato) per le “leggi di revisione costituzionale e le altre leggi costituzionali”. Sarà necessario ricorrere alla procedura ag-
gravata per la quale la legge di revisione deve essere approvata da ciascuna delle Camere per due volte a intervallo non mi-
nore di tre mesi.
E’ bene ricordare che vi sono alcune norme costituzionali che non sono suscettibili di essere modificate o abrogate neppure
attraverso il procedimento aggravato. (es. non può essere oggetto di revisione costituzionale la forma repubblicana dello
Stato).
La seconda tecnica consiste nella previsione di un apposito organo costituzionale il quale viene investito del compito di
decidere se una data norma giuridica, prominente da una fonte diversa dalla Costituzione, sia conforme o meno alla Costi-
tuzione stessa. In Italia è la Corte Costituzionale la quale giudica della legittimità costituzionale delle norme di rango in-
feriore alla Costituzione sulla base di un incidente di costituzionalità sollevato da un giudice nell’ambito di una singola
specifica controversia.
E’ opportuno segnalare la peculiare efficacia della sentenza di illegittimità costituzionale la quale espunge
dall’ordinamento la norma non conforme alla Costituzione, con effetto retroattivo (salvo il solo limite del “giudicato”).
4.1 - Segue
Lacune: può accadere che, per quanto generali e astratte siano le norme, esse non riescano a disciplinare quel singolo caso
perché fin dal principio non è previsto.
Analogie: il ricorso all’analogia è previsto dal art. 12, co.2 Prel.: “se una controversia non può essere decisa con una preci-
sa disposizione si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio
si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato”.
Il procedimento analogico amplia notevolmente i margini di discrezionalità dell’interprete, ed ecco perché, anche l’art 12
Prel vieta il ricorso all’analogia nel caso di norme eccezionali (ossia “norme che fanno eccezione a regole generali o ad al-
tre leggi”) e di norme penali incriminatrici.
5 - Il diritto privato
Nel sistema giuridico, la suddivisione più ampia è quella tra diritto pubblico e diritto privato.
3
Il diritto pubblico è costituito dall’insieme delle norme che regolano l’organizzazione costituzionale dello Stato. Il diritto
privato è costituito dall’insieme delle norme che regolano rapporti che si caratterizzano in quanto i soggetti di essi partecipi
si collocano su un piano di equiordinazione (Tizio e Caio che compravendono un bene, ma anche lo Stato quando stipuli
una convenzione con il proprietario del bene).
L’autonomia privata è quel fenomeno in virtù del quale i privati perseguono e realizzano i propri interessi mediante il com-
pimento di atti della più variata specie.
Il rapporto tra sistema giuridico e autonomia privata si sviluppa attraverso tre momenti fondamentali:
1. L’attribuzione agli atti di autonomia privata di un’efficacia vincolante eguale a quella posseduta dalla norma giu-
ridica (“il contratto ha forza di legge tra le parti”). La violazione dell’impegno assunto da una parte nei confronti
dell’altra potrà essere sanzionata mobilitando l’apparato istituzionale a ciò preposto.
2. La predisposizione da parte del sistema giuridico di una serie di regole del quale l’autonomia privata può avvalersi
ai propri fini. Queste norme (dispositive e suppletive) soddisfano l’esigenza di sollevare le parti dall’onere di detta-
re, ogni volta, l’intera analitica disciplina di ciascun affare. Rispecchiano ciò che normalmente accade nella prassi
degli affari e si applicano automaticamente. Analoga funzione svolgono quelle norme che predispongono schemi
contrattuali già pronti per essere utilizzati (contratti tipici) ma nulla toglie che l’autonomia privata possa dare via a
nuovi tipi di contratto (contratti atipici).
3. Il rapporto tra sistema giuridico e autonomia privata è rappresentato dalla predisposizione di norme (imperative)
che limitano o regolano l’esercizio dell’autonomia privata.
L’insieme delle norme che promuovono (1), agevolano (2) o limitano (3) l’autonomia privata costituisce il diritto privato.
Il diritto privato si distingue in una serie di sottoinsiemi che prendono il nome dal settore oggetto di specifica regolazione:
diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto agrario, ecc
2 - Il fatto giuridico
Fatto giuridico: qualsiasi accadimento giuridicamente rilevante, con riguardo al quale la produzione dell’effetto giuridico
prescinde della volontà di un soggetto.
Vengono in considerazione sia eventi naturali, sia comportamenti umani nei quali la volontà del soggetto non assume rile-
vanza al fine della produzione dell’effetto giuridico (una pianta che cresce sul fondo o che viene piantata dall’agricoltore è
irrilevante relativamente all’acquisizione di proprietà della stessa).
1.1 - Le situazioni giuridiche soggettive passive. Dovere, obbligo, obbligazione, soggezione, onere.
La situazione giuridica soggettiva passiva prende il nome di dovere, il quale può assumere la forma di un divieto (impone
una condotta omissiva) o di un comando (impone una condotta commissiva).
Accanto al dovere si pone l’obbligo, che a differenza del primo, designa la situazione nella quale un certo comportamento
viene imposto ad un soggetto determinato (o determinabile) in relazione ad un altro soggetto anche lui determinato (o
determinabile).
L’obbligazione (anche qui due soggetti determinati o almeno determinabili) differisce dall’obbligo perché la prima ha
sempre un contenuto patrimoniale mentre il secondo non patrimoniale.
Nella soggezione qui la realizzazione dell’interesse di cui è portatore il soggetto attivo del rapporto passa attraverso una
modificazione della sua sfera giuridica da un atto di esercizio del diritto (es. ciascun contraente può recedere dal contratto e
quindi incidere sulla sfera giuridica della controparte).
L’onere indica il comportamento a cui un soggetto è tenuto per la realizzazione di un suo interesse (es. onere della prova:
chi intende far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che stanno a fondamento di esso).
1.2.5 - L’aspettativa
Talvolta la nascita del diritto soggettivo ha luogo in modo progressivo, attraverso lo sviluppo si situazioni intermedie (es.
Tizio vende a Caio la casa a condizione che egli ottenga il trasferimento di sede lavorativa) (es. diritti riconosciuti al nasci-
turo, il cui perfezionarsi è subordinato all’evento della nascita).
1.3 - Lo status
Lo status rappresenta il presupposto di tutte le situazioni giuridiche soggettive (attive e passive) riconosciute all’individuo
in ragione del suo essere partecipe di una comunità organizzata. Si pensi al coniuge o al figlio, ai quali si ricollega
l’attribuzione di una gamma piuttosto ampia di diritti e di obblighi.
1 - La tutela giurisdizionale
La tutela delle situazione soggettive si realizza attraverso l’applicazione della legge da parte degli organi giudiziari dello
Stato. Il soggetto, il quale ritenga che un suo diritto è stato leso, pero ottenere tutela può e deve rivolgersi al giudice.
L’insieme delle attività svolte dal giudice per porre termine alle lite prende il nome di processo. Il processo civile pone fi-
ne ad una controversia tra parti di un rapporto disciplinato da norme di diritto privato. Il processo ha inizio con una do-
manda che la parte detta attore rivolge all’organo giurisdizionale nei confronti della controparte, detta convenuto. Tra
questi due atti si sviluppa un’attività volta fondamentalmente all’accertamento del fatto ed all’individuazione della norma
giuridica applicabile. Il giudice si pronuncia attraverso la sentenza. Il processo civile è disciplinato nel codice di procedura
civile.
1.3 - Le prove
La prova va fornita mediante specifici mezzi di prova: le prove documentali, le prove testimoniali, la confessione, il giu-
ramento, le presunzioni.
Prove dirette: destinate a provare direttamente l’esistenza di un fatto. Prove indirette: destinate soltanto a fare presumere
l’esistenza di un fatto. Prove libere: il giudice può valutare liberamente. Prove legali: obbligano il giudice a considerarle
come effettivamente verificatesi.
Prove documentali: sono: l’atto pubblico, che è il documento redatto, nei modi previsti dalla legge, da un pubblico uffi-
ciale e che fa piena prova fino a querela di falso; e la scrittura privata, che è un documento sottoscritto dalla parte, il qua-
le acquista efficacia di prova legale quando viene riconosciuta da colui contro il quale la scrittura è prodotta.
La prova testimoniale può essere fornita mediante la dichiarazione davanti ad un giudice che un determinato avvenimento
si è verificato alla presenza del testimone (chi dichiara).
La confessione è una dichiarazione resa da un soggetto nell’ambito di un giudizio (confessione giudiziale) o fuori da un
giudizio (confessione stragiudiziale) di fatti a sé sfavorevoli e favorevoli alla controparte.
Il giuramento è la dichiarazione della veridicità di un fatto proveniente da una delle parti e resa in giudizio con formula
solenne. Può essere decisorio (richiesto da una delle parti ai fini della decisione della causa) o suppletorio (richiesto dal
giudice per integrare le prove).
Sia giuramenti, atto pubblico e confessione, hanno efficacia di prova legale.
Le presunzioni consentono di accertare l’esistenza di un fatto ignoto muovendo da un fatto noto. Possono essere legali o
semplici. Nelle presunzioni legali è la legge stessa che in presenza di un fatto considera provato un altro fatto rilevante ai
fini della produzione dell’effetto giuridico. Le presunzioni legali possono essere assolute (non è ammessa la prova contra-
ria) o relative (è ammessa la prova contraria). Le presunzioni semplici rappresentano un limite al ragionamento induttivo
del giudice, consentendoli di farvi ricorso solo in presenza di fatti gravi, precisi e concordanti. Le presunzioni non sono
ammissibili nei casi in cui la legge esclude le prove per testimoni.
2 - La pubblicità
Al fine di assicurarne la conoscibilità a tutti gli interessati in funzione della certezza delle situazioni giuridiche,
l’ordinamento prevede che taluni atti o fatti giuridici siano iscritti in pubblici registri (è il caso della pubblicità legale) di-
stinta in: pubblicità notizia (funzione di rendere un certo atto conoscibile, man non è determinante né ai fini della sua va-
lidità né ai fini della sua opponibilità ai terzi); pubblicità dichiarativa (funzione di rendere un determinato atto opponibile
ai terzi; e costituisce per l’interessato un onere); pubblicità costitutiva (è l’elemento costitutivo della fattispecie giuridica,
indispensabile, dunque, ai fini del suo perfezionamento).
2.1 - La trascrizione
La trascrizione costituisce una particolare forma di pubblicità dichiarativa tesa ad assicurare la conoscibilità e la opponibili-
tà ai terzi delle vicende traslative riguardanti i beni immobili (e beni mobili registrati).
La sua funzione è quella di dirimere gli eventuali conflitti fra più aventi causa che abbiano acquistato titolo da un comune
dante causa diritti incompatibili. Gli atti soggetti a trascrizione sono solo quelli tassativamente previsti dalla legge: si tratta
per lo più di atti aventi ad oggetto beni immobili e produttivi di effetti reali. La trascrizione può essere fatta solo se l’atto
riveste la forma dell’atto pubblico o della scrittura privata, ancorché autenticata o giudizialmente accertata.
Quando vengano in considerazione beni immobili il conflitto fra i due acquirenti è risolto a favore di chi ha trascritto il suo
acquisto per primo (efficacia dichiarativa della trascrizione)
Qualora gli acquisti non derivino da un comune dante causa, si renderà necessario risalire l’intera sequenza delle trascri-
zioni fino ad individuare il comune autore. Per prevalere su coloro che vantino diritti incompatibili occorre che possa van-
tare a proprio favore una serie continua di trascrizioni (fino a fondare un acquisto a titolo originario). Le successive trascri-
zioni non producono effetto se non è stato trascritto l’atto anteriore di acquisto (principio di continuità delle trascrizio-
ni).
Efficacia prenotativa della dichiarazione: riconosciuta alla trascrizione dei contratti preliminari, consente al trascrivente,
una volta stipulato e trascritto il contratto definitivo, di rendere opponibili ai terzi gli effetti del contratto definitivo dalla
data della trascrizione del preliminare.
Efficacia c.d. sanante: se la domanda di annullamento o nullità del contratto è trascritta dopo 5 anni dalla data di trascri-
zione dell’atto impugnato, la sentenza non pregiudica i diritti acquistati a qualunque titolo dai terzi di buona fede anterior-
mente alla domanda (è imprecisamente chiamata “sanante” in quanto l’atto rimane invalido nonostante il vizio non pregiu-
dica gli acquisti dai successivi aventi causa dell’acquirente regolarmente trascritti).
Capitolo V - I Soggetti
2 - La capacità giuridica
La capacità giuridica si acquista al momento della nascita e rappresenta lo strumento che costituisce in soggetti di diritto le
persone fisiche.
E’ necessario tenere distinta la nozione di capacità giuridica da quella di titolarità (di una situazione giuridica soggettiva)
la quale entra in gioco quando a seguito di una data fattispecie (es. compravendita) abbia luogo la concreta imputazione
dell’atto giuridico. La capacità giuridica precede la titolarità.
L’attribuzione della capacità giuridica è subordinata al solo evento della nascita ed esso rappresenta il presupposto
dell’eguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla legge. (nota: si ritiene sufficiente che dopo il parto abbia respirato almeno
per un attimo). La capacità giuridica si perde soltanto a seguito della morte della persona fisica (l’accertamento
dell’avvenuta morte coincide con la c.d. morte cerebrale).
Commorienza: qualora un effetto giuridico dipenda dalla sopravvivenza di una persona ad un’altra, e sia impossibile sta-
bilire quale delle due sia morta per prima, allora si considerano morte nello stesso istante.
Nascituri: i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita. La legge ricono-
sce al concepito la capacità di succedere e di ricevere in donazione. Nel caso del non concepito può succedere limitatamen-
te alla successione testamentaria.
9
Capacità giuridica speciale: in generale, l’ordinamento non pone limite alla capacità giuridica, salvo casi eccezionali: età
(minore di 15 anni non può assumere gli obblighi del contratto di lavoro), salute (interdetti non possono essere nominati
tutori o curatori).
3 - La capacità d’agire
Il compimento di negozi giuridici presuppone una piena consapevolezza del valore del negozio, e per questo il legislatore
richiede per la stipulazione dello stesso, la capacità d’agire (definita come l’astratta attitudine al compimento di negozi
giuridici i cui effetti siano destinati a prodursi nella sfera giuridico-patrimoniale dell’autore dell’atto).
La capacità d’agire, al par della capacità giuridica, designa un’attitudine astratta: tutti i maggiorenni sono capaci d’agire,
ma per compiere quel singolo puntuale atto è necessario esservi legittimati (solo chi è proprietario del bene X può vender-
lo).
La legittimazione sta alla capacità d’agire come la titolarità alla capacità giuridica.
La capacità di agire si consegue con la maggiore età (18 anni). Casi speciali: Per compie l’adozione ordinaria è necessario
avere 35 anni, per riconoscere il figlio naturale 16 anni, per prestare proprio lavoro (senza stipulare il contratto) 15 anni.
Il minore di età è privo di capacità d’agire: stato di incapacità legale che gli inibisce la autonoma gestione dei suoi inte-
ressi (gli atti compiuti dal minore sono invalidi). Il minore di età è rappresentato dai genitori esercenti la potestà, ovvero da
un tutore.
Quanto ai minori che compiono ordinariamente atti giuridici si spiega ritenendo che essi agiscano in qualità di rappresen-
tanti volontari dei genitori (per i quali è solo richiesta la capacità di intendere e di volere – e non quella di agire).
Con l’emancipazione il minore acquista la capacità di compiere gli atti di ordinaria amministrazione e di esercitare una
attività commerciale: è invece richiesta l’assistenza di un curatore e l’autorizzazione del giudice tutelare per gli atti di stra-
ordinaria amministrazione. Curatore del minore possono essere lo stesso coniuge, se maggiorenne, ovvero i genitori.
6 - Le associazioni riconosciute
L’associazione è una organizzazione stabile di uomini e mezzi, a scopo non lucrativo, con base di tipo personale. Il vinco-
lo ha natura contrattuale a struttura aperta (è possibile l’adesione di nuove parti),
Associazioni riconosciute: nel’atto costitutivo e nello statuto sono stabilite la finalità e l’organizzazione. L’atto costitutivo
contiene le indicazioni della denominazione, lo scopo, il patrimonio, la sede, le norme sull’ordinamento e
l’amministrazione, i diritti e gli obblighi degli associati. Lo statuto determina la composizione dell’organo amministrativo e
le modalità di nomina dei componenti.
Per funzionare necessita di:
Assemblea:organo collegiale con funzione deliberante. Compiti: approvazione del bilancio, nomina degli amministratori,
delibera solitamente a maggioranza e le sue deliberazioni possono essere impugnate se contrarie alla legge, lo statuto o atto
costitutivo.
Amministratori: soggetti ai quali compete la gestione dell’ente e ad essi spetta la rappresentanza dell’associazioni. La loro
responsabilità è regolata dalle norme del mandato e devono gestirla con la diligenza del buon padre di famiglia, ma se
l’attività è gratuita la responsabilità per colpa è valutata con minor rigore. E’ essente da responsabilità l’amministratore che
non abbia partecipato all’atto che ha cagionato il danno, salvo il caso che essendo a conoscenza della circostanza non abbia
fatto constare il proprio dissenso.
11
E può aggiungersi il collegio sindacale (funzione di controllo).
E’ possibile che la maggioranza escluda soci. L’esclusione sarà valida soltanto se sulla base di gravi motivi.
Estinzione: oltre che per le cause indicate nell’atto costitutivo, quando lo scopo è stato raggiunto o diviene impossibile.
Liquidazione: fa seguito all’estinzione.
Devoluzione: dopo la liquidazione, ove residuino beni, ha luogo in conformità all’atto costitutivo o statuto, o se non previ-
sto allora è l’autorità amministrativa a decidere attribuendoli ad enti che perseguano finalità analoghe.
Nota: l’associazione riconosciuta, in quanto ente personificato, gode di responsabilità patrimoniale perfetta.
7 - Le fondazioni
Sono enti creati da un soggetto detto fondatore che destina il proprio patrimonio al raggiungimento di uno scopo di utilità
generale.
Nasce da un atto di fondazione (individua lo scopo e configura la struttura organizzativa; e dall’atto di dotazione si appre-
sterebbero i mezzi patrimoniali necessari).
Godono di personalità
Differenze Atto costitutivo Prevale l’elemento
giuridica
Natura di atto unilatera-
Fondazione le: (atto pubblico o te- Patrimoniale Solo riconosciute.
stamento)
Ci sono quelle “ricono-
Associazione Natura contrattuale Personale sciute” e “non ricono-
sciute”
Gli amministratori rispondono verso l’ente secondo le norme del mandato e agiscono in piena autonomia e sulla base delle
sole direttive contenute nell’atto costitutivo.
Estinzione: cause coincidenti con quelle delle associazioni.
All’estinzione fanno seguito la liquidazione ed eventualmente la devoluzione.
8 - I comitati
E’ un ente collettivo costituito per raccogliere fondi presso il pubblico in vista del raggiungimento di uno scopo annunciato
preventivamente.
Vincolo di destinazione: gli organizzatori sono responsabili personalmente e solidalmente della conservazione dei fondi e
della loro destinazione allo scopo annunziato.
12
Gli elementi costitutivi della persona quali individuo (nome, immagine, onore) sono tutelati elevandoli ad oggetto di veri e
propri diritti assoluti: i diritti della persona.
Infatti sono indisponibili, intrasmissibili, irrinunciabili e imprescrittibili.
Queste caratteristiche discendono dall’ovvia ragione che gli attributi della personalità non possono distaccarsene della sfera
individuale.
Il codice civile offre una tutela limitata, circoscritta ai profili dell’integrità fisica del nome e dell’immagine. Maggiore è in-
vece l’attenzione dedicata nel disegno costituzionale che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociale ove si svolge la sua personalità” e dichiara “la libertà personale è inviolabile”.
Teoria pluralista: Secondo vecchie impostazioni avrebbero rilievo giuridico solo i diritti della persona espressamente
consacrati da disposizioni normative. Questo costituisce un limite alla tutela ampia della persona e significa pervenire ad
una frammentazione della tutela giuridica del valore inscindibile della dignità dell’individuo. Appare in contrasto con il di-
segno costituzionale che, riconoscendo con una formula aperta ed elastica i diritti inviolabili dell’uomo impone una tutela
ampia della persona, che non può essere cristallizzata in schemi prefissati ed impermeabili ad ogni nuova istanza non e-
spressamente individuata da una norma.
Teoria monista: questa impostazione ha spinto la dottrina più recente a configurare un unico diritto della persona in grado
di offrire una tutela generale e di riassumere in sé ogni interesse afferente la sfera individuale. Questo implica l’apertura
alle istanze che continuamente emergono nella realtà sociale (dalle dinamiche sociali ai progressi delle tecnologia informa-
tiche).
Tuttavia questo non sempre è facile. Spesso l’interesse all’intangibilità della propria sfera individuale si scontra con inte-
ressi configgenti: diritto di cronaca vs. riservatezza.
Il criterio che deve guidare l’interprete nella ricerca di questo difficile equilibrio è il dato costituzionale, nel quale al rico-
noscimento dei diritti inviolabili dell’uomo si accompagna il richiamo all’adempimento dei “doveri inderogabili di solida-
rietà politica, economica e sociale”.
12 - La personalità morale
La personalità morale dell’individuo rileva sotto molteplici profili l’identità personale, l’integrità morale, la riservatez-
za.
12.3 - La riservatezza
La Costituzione non pone espressamente la riservatezza tra i diritti della persona, né il codice civile vi fa riferimento alcu-
no: a partire degli anni ’70 sono apparsi i primi segnali.
Dallo Statuto del lavoratore emerge la preoccupazione di proteggere la riservatezza del lavoratore.
La l.n. 98/1974 ha introdotto un nuovo reato diretto a punire chiunque “si procura indebitamente notizie o immagini atti-
nenti alla vita privata che si svolge nell’abitazione altrui o in un altro luogo di privata dimora”.
Non mancavano anche in precedenza indici di una rilevanza normativa alla privacy: tutela dell’inviolabilità del domicilio e
della liberta e la segretezza della corrispondenza.
Tutte le disposizioni richiamate rappresentano segmenti disarticolati di una tutela della privacy e costituiscono indici del
rilievo oggi consacrato dalla disciplina del trattamento dei dati personali disciplinato dal cdp.
Capitolo VI - I Beni
1 - Le “cose” ed i beni
14
Sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti. Il legislatore seleziona, fra le entità che costituiscono
l’arredamento del mondo (le cose), quelle suscettibili di formare oggetto di diritti; le entità così selezionate sono i beni in
senso giuridico.
Il nostro sistema giuridico consente di riferire la qualifica di bene giuridico anche ad entità che non sono cose in senso fisi-
co. Sono escluse dalla nozione di bene giuridico quelle entità che, non dando luogo a conflitti di tipo appropriativo non in-
dividuano un interesse giuridicamente rilevante (l’acqua di mare).
Il codice civile del 1865 diceva che sono beni “le cose che possono formare oggetto di proprietà pubblica o privata”, e
quello del 1942 utilizza il termine generico di “diritto”, quindi attualmente la qualifica di bene giuridico va attribuita a
quelle entità che l’ordinamento tutela in termini di diritto soggettivo, più genericamente tutte le volte in cui è configurabile
un diritto soggettivo (quindi non solo il diritto di proprietà, ma anche il diritto di credito, della persona o i diritti sui beni
immateriali).
I beni possono anche appartenere allo stato:
Beni demaniali: Sono inalienabili e possono formare oggetto di diritti di terzi solo in conformità alle relative leg-
gi.
o Demanio naturale: (lido di mare, spiaggia, porti, fiumi, torrenti, laghi,) Non possono in nessun caso for-
mare oggetto di proprietà privata.
o Demanio artificiale: (strade, aerodromi, acquedotti, immobili d’interesse storico, le raccolte dei musei, ar-
chivi di biblioteche). Possono anche appartenere a privati.
Beni che fanno parte del patrimonio dello Stato: sono soggetti alla ordinaria disciplina codicistica.
o Patrimonio indisponibile: (foreste, miniere, cave, fauna selvatica, cose d’interesse storico, beni costituen-
ti la dotazione della presidenza della Repubblica, caserme, armamenti, navi da guerra, edifici di uffici pub-
blici) Non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non in forza di una legge.
1.1 - Le pertinenze
Sono le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa (es. la cantina rispetto ad un apparta-
mento).
Sono beni autonomi che vengono posti in rapporto di accessorietà rispetto al bene c.d. principale.
Il trasferimento della proprietà della cosa principale comporta di per sé anche il trasferimento della proprietà della perti-
nenza.
La pertinenza può circolare anche in maniera autonoma ma il vincolo pertinenziale verrà meno. Comunque questo non può
avvenire in pregiudizio di colore che in buona fede sono precedentemente divenuti titolari di diritti sulla cosa principale.
3 - I beni immateriali
I beni immateriali sono quelli caratterizzati dall’incorporeità.
Nei beni immateriali ricorrono i due seguenti profili:
Intellettualità: il bene è una creazione di natura intellettuale, un frutto dell’intelletto umano.
Riproducibilità:deve essere idonea ad essere riprodotta in un numero indefinito di esemplari concreti.
Sono configurabili due schemi attraverso si procede all’individuazione di tali beni:
Diritto d’autore: fa perno sulla paternità della creazione intellettuale. Ragione della tutela è quella di proteggere
l’originalità dell’espressione creativa. Si articola in un diritto morale ed in un diritto patrimoniale.
Brevettazione: opera con riferimento alle invenzioni industriali, ai modelli industriali ed ai marchi registrati.
18
Prevede un elenco piuttosto articolato di clausole che si presumono vessatorie fino a prova contraria: clausole che limitano
la responsabilità del professionista, che prevedono penali eccessive, o che istituiscono un potere di recesso solo a favore
del professionista.
La vessatorietà della clausola non attiene alla determinazione dell’oggetto del contratto, né all’adeguatezza del corrispetti-
vo: si trae conferma che la tutela predisposta non attiene alla equivalenza oggettiva delle prestazione ma all’equilibrio di
poteri di diritti attribuiti alle parti.
La vessatorietà della clausola viene meno quando essa sia stata oggetto di trattativa individuale (circostanza da essere
provata dal professionista), ma comunque non nel caso di clausole ritenute particolarmente onerose.
La clausola vessatoria è nulla ma non si estende all’intero contratto, opera soltanto a vantaggio del consumatore ed è rile-
vabile d’ufficio dal giudice.
Sul professionista grava l’obbligo di redigere le clausole in modo chiaro e comprensibile, potendosi configurare una re-
sponsabilità risarcitoria se le clausole siano ambigue od oscure.
Anche qui prevale l’interpretazione più favorevole all’aderente.
E’ prevista poi un’azione inibitoria c.d. collettiva con la quale si può richiedere al giudice di inibire l’uso nei contratti delle
clausole delle quali sia accertata l’abusività.
Numerose altre disposizioni volte alla tutela del consumatore:
norme in materia di contratti conclusi fuori dai locali commerciali
norme in materia di pubblicità ingannevole
norme in tema di viaggi, vacanze, e circuiti tutto compreso
norme in materia di tutela dell’acquirente dei beni di consumo
norme in tema di tutela degli acquirenti di immobili da costruire
disciplina della vendita diretta a domicilio
disciplina della commercializzazione a distanza di servizi finanziari
E’ da notare che ai contratti dei consumatori si applicano pur sempre le disposizioni del codice civile ove non derogate dal
cdc o altre disposizioni a lui più favorevoli.
19
5 - L’interpretazione del contratto
Attraverso l’interpretazione si ricostruisce il significato della regola introdotta dall’autonomia privata. Costituisce il pre-
supposto per procedere alla qualificazione del contratto (ossia la riconduzione ad uno dei tipi contrattuali predisposti), alla
sua valutazione (conformità o meno degli interessi avuti di mira), all’accertamento di eventuali vizi del consenso ed
all’individuazione dei diritti/obblighi scaturenti dal contratto.
Interpretazione soggettiva: ricostruire la volontà delle parti: indagare quali sia stata la comune intenzione delle parti e
non limitari al senso letterale delle parole.
Anche il comportamento delle parti assume rilevanza in sede interpretativa: es. l’accettazione delle prime partite di merce
lascerà intendere che non era cruciale che fosse di più alta qualità.
Le clausole del contratto debbono poi essere interpretate assegnano a ciascuna di esser il senso che risulta dal complesso
dell’atto (interpretazione complessiva).
Interpretazione di buona fede: consente di valorizzare quegli interessi che, pur non espliciti, sono rilevanti. Impone di
assegnare al contratto un significato conforme al ragionevole affidamento da contraenti leali sulla base del contesto socio-
economico di riferimento. Le clausole ambigue si interpretano secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui il
contratto è stato concluso.
Interpretazione oggettiva: principio di conservazione del negozio giuridico: tra due possibili esiti interpretativi andrà
preferito quello che preservi la validità del contratto o della singola clausola. Ulteriore criterio di interpretazione oggettiva
è quello che prescrive in caso di espressioni plurivoche, di intenderle nel senso meglio conveniente alla natura e all’oggetto
del contratto (che sta per tipo contrattuale).
In caso di perdurante oscurità del contratto, deve essere inteso nel senso meno gravoso per l’obbligato (se a titolo gratuito)
e nel senso che realizzi un equo contemperamento degli interessi delle parti (se a titolo oneroso).
6.2 - Gli elementi accidentali del contratto e gli interessi dei contraenti
Elementi accidentali: sono quelli che le parti inseriscono al fine di assicurare il soddisfacimento di loro specifici interessi.
Figure classiche: condizione, termine ed onere.
20
Il termine può essere iniziale o finale, e incide sull’efficacia sospendendola o risolvendola; quindi è funzionale a circo-
scrivere nel tempo l’efficacia del contratto.
La condizione si distingue dal termine il quale si riferisce ad un evento o momento futuro certo.
Condizione: l’efficacia del contratto viene subordinata al verificarsi di un avvenimento futuro e incerto.
Condizione sospensiva: sospende gli effetti del contratto fino al verificarsi dell’evento
Condizione risolutiva: al verificarsi dell’evento, gli effetti del contratto sin lì prodottisi verranno meno.
L’evento dedotto in condizione deve essere possibile e lecito. In caso di impossibilità, se sospensiva, sarà nullo; e se riso-
lutiva, il contratto sarà efficace.
L’ evento illecito come condizione rende nullo il contratto.
La condizione casuale si verifica se l’evento dipende dal caso o dal fatto di un terzo completamente sottratto al controllo
delle parti (datore di lavoro che decide di trasferire un dipendente, il quale ha messo come condizione di acquisto essere
lavoratore presso una determinata sede). La condizione sarà potestativa se il verificarsi dell’evento dipende dalla volontà
di una delle parti per la quale non sia del tutto indifferente porre in essere il comportamento che realizza la condizione (la-
voratore che richiede il trasferimento di sede di lavoro). La condizione sarà mista se l’evento dipende dal caso della volon-
tà dell’interessato.
Durante la pendenza della condizione: le parti possono compiere atti conservativi del diritto, le parti possono compiere atti
dispositivi del diritto (ma i loro effetti saranno subordinati alla stessa condizione) e la parte controinteressata deve compor-
tarsi secondo buona fede.
Finzione: la condizione si considera avverata quando essa non si sia verificata per causa imputabile alla parte controinte-
ressata.
L’avveramento della condizione ha effetto retroattivo fin dal momento della sua stipulazione.
Condizione legale: quando l’efficacia sia condizionata per volontà della legge.
7.3 - Causa del contratto ed operazione economica: contratti misti e collegamento negoziale
21
Contratti misti: L’interesse concretamente perseguito dalle parti può risultare anche da una combinazione di più schemi
negoziali tipici. (es. prima, il deposito di cassette di sicurezza era una combinazione tra il contratto di locazione – della cas-
setta – ed il contratto di deposito).
Il problema è quello dell’individuazione della disciplina applicabile, il quale si risolve attraverso le tecniche di assorbi-
mento (applicazione della disciplina del tipo contrattuale prevalente) e combinazione (assegna a ciascuna delle operazioni
la disciplina propria del singolo contratto).
Collegamento negoziale: quando due o più contratti sono avvinti da un nesso di interdipendenza funzionale (es. vendo un
immobile all’associazione che ho appena costituito). La rilevanza di questo collegamento si apprezza attraverso
l’interpretazione (che dice che la portata complessiva dell’operazione si desume solo dalla lettura combinata contratti) e
l’invalidità o inefficacia (per la quale l’invalidità o inefficacia di uno dei contratti collegati colpirà, nella misura in cui pre-
giudica la funzionalità complessiva, anche il l’contratto di per sé immune da vizi).
22
La forma non come generica modalità di esternalizzazione ma come requisito del contratto: la forma scritta, nelle sue va-
rianti della scrittura privata o dell’atto pubblico che il contratto deve rivestire qualora risulta che essa è prescritta a pena di
nullità: forma ad substantiam.
Le ragioni per le quali la legge impone la forma scritta possono essere le più varie:
Particolare peso economico dell’atto (es. immobili).
Particolare natura dell’atto e della gravità delle conseguenze che comporta (es. donazione)
Tutela della parte debole onde assicurare il massimo di certezza (es. contratti tra banca e suoi clienti).
Vincolo (ma non obbligo) della forma scritta: ipotesi in quale la forma scritta rappresenta la modalità di adempimento
all’obbligo e la sua inosservanza non da luogo alla nullità al contratto ma al risarcimento del danno.
Quando tra due atti giuridici esista un nesso di strumentalità la forma del primo si determina in relazione alla forma previ-
sta per il secondo (forma per relationem) (es. contratto preliminare e definitivo).
Forma convenzionale: quando le parti introducono la forma scritta onde assicurare i loro futuri rapporti di adeguato grado
di certezza (es. si stabilisce che i loro futuri contratti saranno stipulati per iscritto).
Forma per la prova: una determinata forma può essere richiesta dall’ordinamento non per la validità ma per la sua prova
(forma ad probationem). Una ragione per imporre una forma per la prova: l’esigenza di informare le parti (soprattutto
quella ritenuta più debole, sui contenuti del rapporto). Le conseguenze della mancata osservanza sono che il contratto sarà
valido ma se insorge una controversia sul suo contenuto o esistenza, non potrà essere provato per testimoni o presunzioni.
23
In particolare, la legge o il contratto possono attribuire ad una o entrambe le parti il diritto di recesso (o anche chiamato
revoca per il mandato da parte del mandate, e rinunzia per il mandato da parte del mandatario). L’esercizio di questi dirit-
to comporto lo scioglimento del vincolo contrattuale.
Il diritto di recesso può essere esercitato soltanto fino al momento in cui il contratto non abbia avuto un principio di esecu-
zione, tranne nel caso dei contratti ad esecuzione continuata o periodica, nei quali può essere esercitato anche dopo
l’inizio dell’esecuzione, e nel particolare caso che non abbiano la determinazione del termine finale del contratto, il diritto
di recesso non necessita di essere specificamente previsto del contratto.
Recesso e tutela del consumatore: Il diritto di recesso rappresenta un rimedio contro decisioni che rischiano di essere
scarsamente ponderati: contratti negoziati fuori dai locali commerciali, contratti conclusi a distanza, contratti di colloca-
mento di strumenti finanziari conclusi fuori sede, contratti di vendita a domicilio.
Buona fede: In ogni caso, il diritto di recesso deve essere esercitato secondo la buona fede.
Multa penitenziale: Talora il diritto di recesso viene attribuito ad una parte verso un corrispettivo.
10 - La rappresentanza
Mentre, di regola, vi è perfetta coincidenza tra chi pone in essere l’atto (parte in senso formale) e chi viene investito degli
effetti scaturenti da quell’atto (parte in senso sostanziale), in alcuni casi tale coincidenza viene meno perché la parte so-
stanziale non può o non vuole stipulare in prima persona.
L’ordinamento appresta uno strumento per realizzare la sostituzione della parte sostanziale nel compimento degli atti di
autonomia privata: la rappresentanza. (Non per gli atti personalissimi – Matrimonio, testamento, donazione).
Rappresentanza diretta: l’effetto discendente dal contratto posto in essere da colui (rappresentante) che abbia agito in
nome e per conto dell’interessato (rappresentato) si ripercuote immediatamente nella sfera giuridica di quest’ultimo.
Decisiva ai fini della produzione dell’effetto giuridico e la c.d. spendita del nome.
L’immediata produzione degli effetti del contratto concluso dal rappresentante nella sfera giuridica del rappresentato spie-
ga perché per la validità del contratto si richieda la capacità legale del rappresentato, mentre è sufficiente la capacità di
intendere e di volere del rappresentante.
Il rappresentato non può validamente compiere neppure a mezzo del rappresentante un contratto a lui vietato.
Rappresentanza indiretta: non vi è rappresentanza ma semplicemente conferimento dell’incarico di svolgere attività giuri-
dica nell’interesse di un altro soggetto.
Il potere di rappresentanza è una potestà, e può discendere da una manifestazione di volontà dell’interessato (rappresen-
tanza volontaria) o dalla legge (rappresentanza legale).
24
La fonte della rappresentanza volontaria è un negozio unilaterale detto procura, il quale deve avere la stessa forma del
contratto che il rappresentante deve concludere. La procura è un negozio recettizio nei confronti del rappresentante, ma non
nei confronti dei terzi, i quali possono sempre chiedere al rappresentante di giustificare i suoi poteri. Il rappresentante è ob-
bligato a restituire il documento dal quale risultino i suoi poteri, allorché queste siano cessati. Il rappresentante deve porta-
re a conoscenza dei terzi le eventuali modificazioni o revoca della procura.
Il rappresentante si sostituisce al rappresentato nel compimento dell’atto esercitando, di regola, anche una certa discrezio-
nalità.
Ove il rappresentante sia portatore di un interesse in conflitto con quello del rappresentato, il contratto è annullabile.
Un’ipotesi specifica di contratto concluso in conflitto di interessi è quella del contratto concluso con se stesso, il quale è
annullabile su istanza del solo rappresentato a meno che questi non abbia specificamente autorizzato il rappresentante a
contrattare anche con se stesso, ovvero abbia determinato il contratto in modo da escludere in radice un conflitto di interes-
si.
Casi di abuso di potere rappresentativo ≠ da casi di carenza o eccesso di potere rappresentativo.
Il contratto concluso dal c.d. falsus procurator non produce effetti ne per la sfera giuridica dello pseudo-rappresentato ne
per quella dello stesso falso rappresentante. Tale contratto è valido ma inefficace. Lo pseudo-rappresentato può tuttavia
appropriarsi dei suoi effetti attraverso la ratifica: negozio unilaterale, recettizio nei confronti del terzo che abbia contrattato
con il falsus procurator. Nell’attesa il terzo può invitare il pseudo-rappresentato a pronunziarsi sulla ratifica, assegnandogli
un termine, il quale una volta scaduto e nel caso di silenzio, fa intendere negata la ratifica. Il terzo ed il falsus procurator,
qualora vogliano evitare gli effetti della ratifica, possono d’intesa sciogliere il contratto prima che questa intervenga. In fi-
ne il terzo potrà chiedere al falsus procurator il risarcimento del danno per avere senza sua colpa confidato nella validità: la
responsabilità del falsus procurator nei confronti del terzo costituisce un’ipotesi di responsabilità precontrattuale.
12.1.1 - L’errore
Errore vizio: L’errore può consistere in una falsa rappresentazione ovvero in un’ignoranza della realtà alla quale il con-
tratto si riferisce.
Requisiti di rilevanza dell’errore:
Essenzialità: l’errore può ritenersi essenziale quando:
o cada sulla natura o sull’oggetto del contratto (es. stipulo locazione convinto di stipulare compravendita).
o cada sulla identità dell’oggetto o talune sue qualità determinanti (es. acquisto un quadro di Picasso e in-
vece è una crosta). Nota: l’errore sul valore è rilevante quando si traduca in errore sulla qualità
dell’oggetto; viceversa è irrilevante sotto forma di erronea stima dell’effettivo valore.
o cada sull’identità o sulle qualità della persona dell’altro contraente, ove questo sia determinante (es. penso
che mi deve operare un medico importante e invece è un neolaureato omonimo)
o sia la ragione unico o principale del consenso (solo nel caso di errore di diritto) (es. compro un fondo per
costruire un palazzo però si scopre che ha un vincolo di in edificabilità).
Quindi: l’errore è essenziale se cade su circostanze intrinseche al contratto. L’errore che cade su circostanze e-
strinseche non è essenziale e non conclude all’annullamento del contratto (si chiama errore sui motivi: es. preno-
to una settimana in albergo convinto che il tempo sarà bello e invece piove tutti i giorni).
Errore di calcolo: (caso particolare): Ipotesi di annullabilità: non si tratta di errore ma di imperfetta applicazione
dei criteri di calcolo (se il prezzo è €1 al kilo e ne compro 2 kili, e il prezzo complessivo e €3). In questo caso il
contratto non viene annullato: si fa luogo alla sua rettifica. Se l’errore è sulla quantità saremmo in presenza di un
errore sull’oggetto del contratto (es. penso che dentro la busta, che costa €10 ci siano 5 kili e invece ci sono 3).
Riconoscibilità: la controparte avrebbe potuto accorgersi dell’errore usando l’ordinaria diligenza (es. l’esperto di
antiquariato può accorgersi del errore del cliente che compra una copia al prezzo di un originale).
Errore ostativo: è l’errore sulla dichiarazione o trasmissione (es. il telegrafo trasmette un prezzo diverso da quello da
me indicato).
Rettifica del contratto: l’azione di annullamento può essere preclusa dall’offerta della controparte di eseguire il con-
tratto conforme a quanto “voluto” da chi è caduto in errore.
12.1.2 - Il dolo
Il dolo come vizio del consenso va tenuto distinto dal dolo come elemento soggettivo dell’illecito contrattuale o extracon-
trattuale.
Dolo: è la falsa rappresentazione o ignoranza della realtà, indotta da un raggiro o artifizio della controparte, o da un
terzo (ma in questo caso sarà annullabile solo se i raggiri erano noti al contraente che trae vantaggio).
Per essere annullabile il contratto, il raggiro o artifizio deve essere tale da indurre in errore una persona normalmente ra-
gionevole e sensata. (Non è dolo l’enfatizzazione delle qualità delle merci offerte).
Il silenzio può integrare gli estremi del dolo solo quando la natura del contratto imponga che una parte deve comunicare
all’altra delle informazioni essenziali.
Proprio perché nel dolo l’errore è indotto dalla controparte, esso si rileverà anche quando cadesse su circostanze estrinse-
che (mi inducono ad acquistare appartamento a Roma facendomi credere di aver saputo che sarò presto trasferito appunto a
Roma).
Per essere annullabile il contratto, il dolo deve essere stato determinante. Nel caso in cui i raggiri abbiano fatto che il con-
tratto venisse concluso a condizioni diverse, il dolo è definito incidente, e il contraente in mala fede è tenuto al risarcimen-
to del danno.
12.1.3 - La violenza
26
Violenza morale: vizio del consenso causa di annullabilità del contratto: “la violenza deve essere di tal natura da fare im-
pressione sopra una persona sensata e farle temere di esporre sé o i suoi beni a un male ingiusto e notevole (non confondere
con violenza fisica – es. la mano del contraente viene forzata alla sottoscrizione).
L’idoneità della minaccia va commisurata alle caratteristiche del destinatario (età, sesso, condizione della persona) (es. non
è uguale minacciare un adulto che un vecchietto di finire un’amicizia). La violenza da luogo ad annullabilità anche quando
si rivolge contro coniuge, ascendente o discendente, o i suoi beni. La violenza può provenire da un terzo, ed il contratto
sarà sempre annullabile anche quando la parte che trae beneficio ne sia all’oscuro. Anche la minaccia di far valere un di-
ritto può dare luogo all’annullabilità, ma solo se diretta a conseguire ingiusto vantaggio (minaccio l’esecuzione forzata se
non mi vende la casa a prezzo inferiore del suo valore).
Non da luogo all’annullabilità il timore reverenziale (desiderio di non scontentare una persona verso la quale si sente
soggezione psicologica) in quanto il condizionamento non è esterno ma frutto di un processo psichico interno alla parte.
12.2 - Le incapacità
Qualora una delle parti del contratto sia affetta da incapacità legale d’agire, il contratto è annullabile.
Il fondamento è proteggere chi non è in grado di provvedere da sé alla cura dei propri interessi (nel caso del interdetto lega-
le la ratio è sanzionatoria).
Sono annullabili anche gli atti di straordinaria amministrazione compiuti dai soggetti limitatamente capaci senza assisten-
za del curatore.
L’annullabilità del contratto concluso dagli incapaci legali prescinde dal fatto che fossero perfettamente consapevoli della
natura/portata dell’operazione.
Minori: se il minore occulta con raggiri la sua età, il contratto non è annullabile: viene riconosciuta la condotta di un mino-
renne che dimostra una precoce (ancorché diabolica) maturità.
Il contratto è anche annullabile per incapacità naturale di un contraente. Al fine del loro annullamento è anche necessario
provare la malafede dell’altro contraente, la quale può risultare dal pregiudizio ne che ne deriva per l’incapace (es. vendita
di un bene a prezzo inferiore) o dalla natura del contratto (es. ultracentenario che stipula un vitalizio assistenziale cedendo
il suo intero patrimonio).
Unilaterali: nel caso di negozi giuridici unilaterali, l’annullamento non richiede la prova della malafede (non esiste l’altra
parte) ma richiede la dimostrazione, oltre che dello stato di incapacità naturale, che dal contratto sia derivato un grave pre-
giudizio.
28
creditore non può però domandare insieme la prestazione principale e quella dedotta nella penale. Ove la penale risulti ec-
cessiva il giudice può disporne la riduzione.
Clausole limitative: clausole limitative della facoltà del debitore di proporre eccezioni che tendono ad evitare la prestazio-
ne dovuta.
Eccezione di inadempimento (manifestazione del potere di autotutela del privato): ciascuna delle parti di un contratto a
prestazioni corrispettive può rifiutarsi di adempiere la propria obbligazione se l’altra non adempia (es. astenersi di lavorare
se il datore di lavoro omette di corrispondere la retribuzione).
Sospensione della prestazione (manifestazione del potere di autotutela del privato): possibilità accordata di sospendere
l’esecuzione della prestazioni se le condizioni patrimoniale dell’altro sono divenute tali da porre in pericolo il consegui-
mento della controprestazione.
Rimedi successivi:
Una volta verificatosi l’inadempimento, la parte non inadempiente dispone di altri strumenti di tutela:
Azione di esatto adempimento: non può chiedersi se si ha già chiesto l’azione di risoluzione.
Risoluzione del contratto (giudiziale o stragiudiziale): può essere domandata anche quando si sia già richiesta
l’azione di esatto adempimento. Presupposto per questa azione è che l’inadempimento risulti di non scarsa impor-
tanza.
Risarcimento del danno
La risoluzione stragiudiziale si produce di diritto, senza la mediazione del giudice, in tre casi:
La parte non inadempiente può intimare per iscritto di adempiere entro in termine di non meno di 15 gg con
l’avvertenza che entro questo termine il contratto si intenderà risolto.
Le parti possono convenire, in sede di stipula del contratto, che il contratto si risolva nel caso in cui una determina-
ta obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite (clausola risolutiva espressa).
Il contratto si risolve nel caso di inutile decorrenza del termine essenziale: il termine essenziale va accertato tenen-
do conto dell’interesse del creditore (es. se la cerimonia nuziale è il 9 luglio ed il vestito arriva il 10, il creditore
non ha più interesse).
La risoluzione ha effetto retroattivo tra le parti: obbligo di restituire le prestazioni eseguite (non nel contratto continuativo
o periodico). La risoluzione del contratto è in opponibile a terzi. Nei contratti plurilaterali la risoluzione del singolo vin-
colo contrattuale non da luogo alla risoluzione dell’intero contratto, a meno che la prestazione mancata si consideri essen-
ziale.
1 - I contratti di scambio
Somministrazione: contratto con il quale il somministrante si obbliga verso il corrispettivo di un prezzo ad eseguire a fa-
vore del somministrato, prestazioni periodiche o continuative.
La differenza con la compravendita è la periodicità della consegna.
Riporto: è un contratto utilizzato nell’ambio delle contrattazioni di borsa nel quale il riportato trasferisce in proprietà al
riportatore titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo, ed il riportatore assume l’obbligo di trasferire al
riportato, alla scadenza stabilita, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie, verso rimorso del prezzo. E’ un contrat-
to reale.
Estimatorio: contratto con il quale il tradens consegna una cosa mobile al accipiens, mentre questo si obbliga a pagare il
prezzo, salvo che restituisca la cosa nel termine stabilito: questa facoltà costituisce l’elemento essenziale per la configura-
zione di questo tipo contrattuale. (es. rapporto tra editore e distributori di giornali).
29
1.1 - La compravendita e la permuta
La compravendita è il contratto con il quale il venditore o alienante trasferisce al compratore o acquirente la proprietà di
una cosa o altro diritto a fronte del corrispettivo di un prezzo. L’oggetto della compravendita è la proprietà di un bene, mo-
bile o immobile, o il trasferimento di un altro diritto (reale o di credito).
Permuta: si distingue dalla compravendita in quanto ha ad oggetto lo scambio reciproco della proprietà di cose o altri dirit-
ti.
La compravendita è contratto a titolo oneroso. E’ consensuale ad effetto reale (produce il trasferimento di proprietà), ma
produce anche effetti obbligatori a carico di entrambe le parti.
Vendita di cose generiche: la proprietà si acquista con l’individuazione fatta d’accordo tra le parti.
Vendita di cose future: la proprietà si acquista non appena la cosa viene ad esistenza. In caso di mancata venuta ad esi-
stenza la vendita è nulla a meno che le parti non abbiano inteso concludere un contratto aleatorio.
Vendita di cose altrui: la proprietà si acquista dal momento in cui il venditore la acquisti, a sua volta, dall’attuale titolare.
Nel caso in cui l’acquirente fosse a conoscenza del fatto che l’alienante non era titolare del diritto di proprietà, può risolve-
re il contratto soltanto se l’alienante non adempie. Invece se fosse ignaro, è consentito al compratore di chiedere la risolu-
zione.
Obbligo per il venditore è garantire il compratore dall’evizione, la quale si verifica nel casi in cui un terzo rivendichi con
successo la proprietà della cosa nei confronti del compratore. Altro obbligo del venditore: garantire il compratore per i vizi
materiale della cosa che la rendano inidonea all’uso a cui è destinata: si tratta di una norma derogabile dalle parti, salvo il
caso in cui il venditore abbia in mala fede taciuto. Non è dovuta la garanzia se al momento del contratto il compratore co-
nosceva i vizi della cosa o se i vizi erano facilmente riconoscibili, salvo il caso in cui il venditore abbia dichiarato che la
cosa era essente di vizi.
In virtù della garanzia per i vizi della cosa, l’acquirente ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto (azione redibito-
ria) ovvero la riduzione del prezzo.
Inoltre il venditore è tenuto al risarcimento del danno se non dimostri di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa.
La garanzia è soggetta a decadenza: se non denuncia i vizi entro 8 gg dalla scoperta. La denunzia non è necessaria se il
venditore riconosce l’esistenza del vizio. La garanzia è anche soggetta a prescrizione: un anno dalla consegna.
La garanzia di buon funzionamento non è oggetto di una disciplina in quanto va espressamente pattuita. Nel caso in cui
sia stata pattuita, il compratore deve denunziare il difetto entro 30 gg. dalla scoperta. L’azione si prescrive entro 6 mesi.
Difetto di qualità: quando la cosa manchi delle qualità promesse o di quelle essenziali per l’uso cui è destinata. La tutela
prevista è quella della risoluzione per inadempimento a condizione che il difetto ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli
usi.
Aliud pro alio: figura finalizzata a sottrarre le ipotesi più gravi di inadempimento del venditore ai termini di decadenza e
prescrizione stabiliti. Ricorre nel caso di consegna di una cosa di genere diverso rispetto a quella compravenduta, ovvero
mancante delle qualità necessarie a soddisfare la sua destinazione.
Obbligazioni gravanti sul compratore: corrispondere il prezzo. Sono a carico del acquirente anche le spese del contratto,
ma è consentito regolarsi diversamente.
Altre clausole:
Patto di riscatto: il venditore si riserva il diritto di riavere la proprietà della cosa venduta mediante la restituzione del
prezzo. Si ha mediante una dichiarazione unilaterale che deve essere effettuata entro un termine non superiore a quelli pre-
visti dalla legge (mobili: 2 anni – immobili: 5 anni).
Vendita con riserva di gradimento: non si perfeziona fino a quando il gradimento non sia comunicato al venditore.
Vendita a prova: si presume fatta sotto la condizione sospensiva che la cosa abbila le qualità pattuite.
Vendita su campione: assunzione di un campione quale termine di riferimento esclusivo per la qualità della merce.
Nella compravendita può convenirsi la rateazione del prezzo in modo che la proprietà passerà all’acquirente solo al mo-
mento del pago dell’ultima rata di prezzo. Funzione: cominciare a godere del possesso del bene, pur non avendo pagato in-
tegralmente. Il compratore assume i rischi relativi alla cosa già dal momento della consegna.
2 - I contratti di godimento
Funzione di godimento: conseguire il godimento di un bene senza porre in essere il trasferimento della proprietà dello stes-
so (che dal lato di chi ha la necessità di conseguire il godimento potrebbe risultare eccessiva o troppo onerosa).
Comodato (o prestito d’uso): contratto col quale il comodante consegna al comodatario una cosa mobile o immobile af-
finché se ne serva per un tempo e/o uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa avuta in prestito. E’ un con-
tratto reale: si perfeziona con la consegna della cosa. E’ essenzialmente gratuito, e la pattuizione di un corrispettivo deter-
mina il contratto di affitto/locazione. Il comodatario è obbligato a conservare la cosa con la diligenza del buon padre di fa-
miglia e non può cedere ad un terzo il godimento senza il consenso del comodante: l’inadempimento legittima il comodan-
te a richiedere l’immediata restituzione e risarcimento del danno.
Responsabilità del comodatario: la gratuità del comodato comporta: la possibilità per il comodante di ottenere la restituzio-
ne della cosa prima della scadenza o prima che il comodatario abbia cessato di servirsene. La responsabilità del comodata-
rio per il perimento della cosa (nel caso che perisca per un caso fortuito a cui avrebbe potuto sottrarla sostituendola con co-
30
sa propria), la responsabilità del comodante per danni derivati da vizi soltanto quando il comodante, conoscendo tali vizi,
non abbia avvisato il comodatario.
Leasing operativo: una parte concede all’altra, a fronte del corrispettivo di un canone periodico per un determinato tempo,
il godimento di un bene, con la pattuizione che il conduttore potrà scegliere se restituire la cosa, rinnovare il contratto o
acquistare la proprietà della cosa. In genere il bene oggetto del contratto è un bene strumentale esposto ad una rapida ob-
solescenza.
Leasing finanziario: funzione di finanziamento dell’utilizzatore, il quale indica al concedente il bene del quale ha interesse.
Il concedente acquista il bene dal fornitore e conviene che lo stesso sia installato presso l’utilizzatore, il quale pagherà il
canone periodico al concedente.
31
un’organizzazione imprenditoriale; o anche a seconda che sia un’attività materiale (es. confezione di un abito) o
un’attività giuridica (es. la conclusione di un contratto).
Catering: schema atipico, combinazione tra appalto di servizi e somministrazione.
32
minor rigore. Resterà a carico del mandatario l’attività svolta eccedendo tali limiti ed è obbligato ad attenersi alle istruzioni
ricevute dal mandante.
Agenzia: contratto per il quale l’agente assume nei confronti del preponente, verso retribuzione, l’obbligo di promuovere
la conclusione di contratti in una zona determinata. L’agente non opera alle dipendenze dell’imprenditore. Il carattere pre-
valentemente personale dell’attività, la sua continuità e coordinamento con l’imprenditore, riconducono questa fattispecie
all’area della c.d. parasubordinazione. L’agente è diverso dal mandatario poiché si limita a concludere il contratto. Co-
munque, anche se conferita la rappresentanza, vengono all’agente applicate le norme dettate in tema di agenzia. L’agente è
remunerato attraverso la provvigione. Il preponente deve mettere a disposizione la documentazione e informazioni neces-
sarie per l’esecuzione del contratto.
Mediazione: secondo alcuni non sarebbe neppure un contratto. Il mediatore mette in relazione due o più parti per la con-
clusione di un affare senza essere legato ad alcuna di esse. Si può rammentare che ha diritto alla provvigione da entrambe
le parti, qualora venga effettivamente concluso il contratto.
3.1.1 - Il franchising
Anche se trova funzioni di godimento di peculiari diritti, rimane all’interno della macrocategoria di contratti di collabora-
zione.
Franchising: il franchisor (affiliante) concede all’franchisee (affiliato) di affiliarsi alla propria catena distributiva, attri-
buendoli il diritto di sfruttare il proprio marchio, il know how, l’insegna della ditta ed eventuali invenzioni industriali.
Normalmente l’affiliante ha un potere economico e contrattuale di gran lunga superiore. Rapporto di collaborazione:
l’affiliante consegue ulteriore penetrazione sul mercato ed il affiliato consegue svolgere l’attività con i vantaggi forniti
dall’affiliante. Di regola l’affiliato corrisponde una cifra fissa a fronte dell’ingresso ed un compenso variabile relativamente
al giro d’affari. Problemi: esigenza di completezze e veridicità nelle informazioni scambiate in fase di trattative: rimedio:
requisito della forma scritta sotto pena di nullità, obblighi precontrattuali di lealtà, correttezza e buona fede, legittimazione
dell’azione di annullamento in caso di falsità delle informazioni. E poi previsto che anche dopo lo scioglimento del contrat-
to sia osservata la massima riservatezza in ordine al contenuto dell’attività da parte dell’affiliato.
1.1 - La tutela risarcitoria nel quadro delle tecniche di tutela dei diritti
34
Art 2043: “qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fat-
to a risarcire il danno”. In questo articolo si ravvisa una norma generale che estende la tutela risarcitoria a ciascuna di
tutte le situazioni giuridiche soggettive giuridicamente protette. Il sistema di responsabilità civile del codice civile 1942
può essere descritto come un sistema a tipicità evolutive e vuole significare che è strutturato in modo da dare rilevanza (ai
fini risarcitori) alle situazione giuridiche oggettive, di volta in volta, riconosciute in seno all’ordinamento giuridico”.
Sulla base di queste premesse si può convenire senz’altro risarcibile non solo il danno da lesione di diritti assoluti ma an-
che di diritti relativi (es. il creditore di una prestazione infungibile a seguito dell’uccisione del debitore).
L’affermazione secondo la quale il danno risarcibile era solo quello dalla lesione di un diritto assoluto risentiva di un si-
stema che riconosceva la ricchezza attraverso l’attribuzione di diritti assoluti (proprietà, diritti reali). L’odierna rilevanza
anche delle altre situazioni giuridiche soggettive è il riflesso di un sistema che da più peso ai diritti di credito e situazioni
ricollegabili allo svolgimento imprenditoriale.
Diritto all’integrità del patrimonio: Non si ritiene risarcibile in sede aquiliana il danno meramente patrimoniale (perdita
patrimoniale secca derivata da un danno colposo o doloso ma non accompagnata dalla lesione di una situazione giuridica
soggettiva).
3.4 - Criteri di imputazione basati sul rapporto con l’autore del danno
In alcuni casi, il criterio di imputazione opera sul rapporto tra il soggetto che ha cagionato il danno ed il soggetto sul quale
si reputa opportuno fare ricadere il costo del danno: può derivare dal potere o dovere che avesse di controllare l’attività al-
trui.
35
E’ agevole rendersi conto come la stessa verificazione dell’evento dannoso escluda l’assolvimento dal genitore degli obbli-
ghi di vigilanza.
5.2 - Differenze funzionali tra risarcimento del danno patrimoniale e risarcimento del danno non patrimoniale
Questa differenza si riflette anche in sede di risarcimento del danno.
Danno di perdita di utilità patrimoniale: è finalizzato a riattribuire alla vittima il danno emergente (tutta la perdita subi-
ta) ed il lucro cessante (il mancato guadagno): questi due sono allora “la riparazione integrale del danno”, e quindi ponendo
tendenzialmente la vittima nella stessa condizione di prima del fatto dannoso (es. al tassista bisognerà pagare l’auto nuova
e anche il mancato guadagno del tempo che è stato senza macchina).
Danno di perdita di utilità non patrimoniale: non si prestano a giudizio di equivalenza con valori di mercato. Non è fi-
nalizzato a riattribuire la situazione finale ed è per questo che finisce per arricchire la vittima.
Funzione del risarcimento non patrimoniale:
funzione di soddisfare il senso di giustizia della vittima, e/o consentire la vittima di ristabilire il suo equilibrio di
vita
funzione sanzionatoria: prevenire futuri illeciti
Liquidazione del danno non patrimoniale: siccome c’è assenza di un parametro pecuniario immediato, ha natura intrinse-
camente equitativa: il giudice si muove sulla base di tutte le circostanze del caso di specie, ma guidato anche da criteri de-
sunti da precedenti casi analoghi
37
Liquidazione del danno biologico: importanza dell’uniformità risarcitoria di base: assicurata da tabelle (presso i vari
distretti giudiziari) in relazione ai “punti di invalidità” riscontrati in sede di accertamento medico, legale o con individua-
zione equitativa (tiene conto dei singoli casi).
6 - Le responsabilità speciali
Sono nuove fattispecie di responsabilità civile, difficilmente riconducibili ad un comune denominatore. Alcuni esempi:
Ipotesi riconducibili per il criterio di imputazione:
In materia di impiego pacifico dell’energia nucleare opera un’ipotesi di responsabilità assoluta.
In materia di danno ambientale operano come criteri di imputazione solo il dolo e la colpa.
In materia di responsabilità civile dei magistrati, che rispondono solo per dolo o colpa grave.
Ipotesi riconducibili per l’ambito del danno risarcibile:
In materia di danno da prodotti difettosi, il danno è limitato a (ovviamente morte o lesioni personali) quello di
distruzione o deterioramento di cosa diversa dal prodotto purché di tipo normalmente destinato all’utilizzo o con-
sumo privato.
Capitolo X - L’impresa
2 - L’azienda
Azienda: è l’insieme dei beni funzionalmente destinati all’esercizio dell’impresa (non necessariamente di proprietà
dell’imprenditore). Regime circolatorio: Infatti, in caso di cessione, l’acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipu-
lati per l’esercizio dell’azienda (es. contratti di locazione). Crediti: In caso di azienda ceduta, i suoi crediti sono opponibili
al debitore anche in mancanza di una notifica, a partire dall’iscrizione nel registro delle imprese (ma è liberato se il debito-
re paga in buona fede). Debiti: l’alienante di azienda non è liberato dai debiti anteriori al trasferimento (a meno che i credi-
tori non abbiano consentito).
Il contratto per la cessione dell’azienda va provato per iscritto (almeno dove si tratti di imprese soggette a registrazione).
Divieto di concorrenza: a carico di chi vende l’azienda, in modo di impedire che inizi una nuova attività che sia idonea a
sviare la clientela dell’azienda venduta. Si possono convenire limiti più ampi ma non può eccedere i 5 anni dal trasferimen-
to.
2.2 - La concorrenza
Nei sistemi ad economia di mercato, l’iniziativa economica è libera: ovvio corollario è la compresenza sul mercato di una
pluralità di imprenditori in concorrenza tra loro. Questo impone a ciascun imprenditore di migliorare le proprie prestazioni
per attirare sempre più consumatori.
Concorrenza sleale: divieti volti a reprimere comportamenti idonei a creare confusione nel pubblico, ad appropriarsi di
pregi del concorrente o a gettare discredito su quest’ultimo; e l’imposizione ad uniformarsi allo standard di correttezza
professionale.
Disciplina antitrust: vieta alle imprese di adottare comportamenti che possano pregiudicare l’efficiente funzionamento del
mercato e compromettere gli interessi dei consumatori neutralizzando la spinta all’innovazione:
Divieto alle intese: impedire che le imprese, mettendosi d’accordo, riducano il mercato ad un monopolio od oligo-
polio, privando i consumatori della possibilità di scegliere.
Divieto all’abuso di posizione dominante: impedire ad un’impresa che approfitti di una posizione di forza (acqui-
stata in modo legittimo) per sottrarsi alla pressione concorrenziale.
Divieto di concentrazioni: esigenza analoga a quello del divieto di intese, ma raggiunta mediate acquisizioni o
fusioni di imprese.
Divieto dell’abuso di dipendenza economica: impedire nelle relazioni commerciali tra impresa e fornitori/clienti di abu-
sare della posizione di maggiore forza economica di una parte, se questa impone un eccessivo squilibrio di diritti e obbli-
ghi. Il divieto di abusare dell’altrui dipendenza economica si colloca al crocevia tra la tutela del contratto e quella del
mercato.
Nel codice civile però si trovano diverse disposizioni di segno opposto di quello della tutela della concorrenza:
Art 2596, che legittima i patti di non concorrenza
Art 2597, che pone a carico del monopolista legale l’obbligo di contrarre con chiunque richieda le prestazioni
41
Recesso: il licenziamento è ammesso (tranne ipotesi come dirigenti, domestici, lavoratori in prova, lavoratori ultrasessan-
tenni con diritto alla pensione) soltanto qualora sussista una giusta causa o un giustificato motivo soggettivo o oggettivo.
Le dimissioni del lavoratore è sempre ammessa, ma con l’obbligo di preavviso se non sussiste la giusta causa.
Giusta causa: gravissimo inadempimento contrattuale o comportamento estraneo allo svolgimento della prestazione che fa
venir meno la fiducia della controparte.
Giustificato motivo soggettivo: notevole inadempimento degli obblighi contrattuali dal prestatore di lavoro
Giustificato motivo oggettivo: ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro ed al regolare funzio-
namento di essa.
Il contratto a tempo determinato si risolve alla scadenza del termine.
La cessione dell’azienda non risolve il contratto di lavoro.
Categorie di lavoratori subordinati: operai, impiegati, quadri e dirigenti. Per i primi tre esistono poche differenze di trat-
tamento. Per i dirigenti esiste una disciplina particolare per quanto riguarda ferie, orario di lavoro e trattamento contro i li-
cenziamenti.
In particolare il contratto di lavoro subordinato (a differenza degli altri contratti in generale) è in buona parte sottratta alla
disponibilità dei singoli interessati: la maggior parte sono norme imperative che non possono essere derogate neppure
con il consenso dell’interessato. Inoltre la disciplina è rimessa ad una fonte eteronoma (il contratto collettivo) al quale il
contratto individuale non può apportare deroghe peggiorative.
Poteri del datore di lavoro: conformare la prestazione del lavoratore d’accordo alle esigenze (contenuto delle mansioni,
luogo di svolgimento, orario, attribuzione di direttive e disciplinare la controparte).
Il lavoratore ha l’obbligo di diligenza e di fedeltà. Si può stipulare il patto di non concorrenza, ma a pena di nullità deve
essere scritto, prevedere un corrispettivo ed essere contenuto entro i limiti di oggetto, luogo e tempo.
Retribuzione: proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, e sufficiente per assicurare esistenza libera e dignitosa a lui
e la sua famiglia. Per il lavoro straordinario e notturno è prevista una maggiorazione retributiva. Ha anche diritto al riposo
settimanale e ferie annuali retribuite.
Conservazione del posto di lavoro: in caso di infortunio, malattia, servizio militare, gravidanza, ecc è garantito il posto di
lavoro. Anche in caso di sciopero viene esclusa la responsabilità del lavoratore.
Capitolo XI - L’obbligazione
42
Nel caso delle obbligazioni (che rappresenta un effetto giuridico), le fattispecie idonee a determinarne la venuta ad esisten-
za prendono il nome di fonti e sono “il contratto, il fatto illecito o ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità
dell’ordinamento”.
3 - L’adempimento
Adempimento: atto proveniente dal debitore mediante il quale eseguendo la prestazione, realizza l’interesse del creditore
ed estingue il vincolo. Le regole del adempimento sono su: … “chi deve eseguire”, “chi può ricevere”, “sul oggetto”, “sul
quando e sul dove” e “come deve essere eseguita” …la prestazione.
43
a) Se non è stato previsto un termine, il creditore può esigere l’adempimento anche immediatamente.
b) Se è stato previsto un termine
a. Se stabilito a favore del debitore, il creditore non può chiedere l’adempimento prima della scadenza
b. Se stabilito a favore del creditore, il creditore può chiedere l’adempimento prima della scadenza
c. Se stabilito a favore di entrambi, allora entrambi possono decidere quanto esigere (il creditore) o eseguire
(il debitore).
Modalità della determinazione del termine: Compete all’autonomia privata. Se è assente una determinazione da parte
dell’autonomia privata, allora verrà determinato dal giudice.
46
8 - La mora e l’inadempimento del debitore
L’inadempimento del debitore ha due conseguenze.
Determina l’insorgere di responsabilità contrattuale con il connesso obbligo di risarcire il danno
Il creditore potrà fare valere la responsabilità patrimoniale del debitore e ottenere (con esecuzione forzata) quello
che avrebbe ottenuto se fosse stata spontaneamente adempiuta, più il risarcimento.
Mora del debitore: è il rimedio a disposizione del creditore per indurre il debitore a non tardare oltre nell’esecuzione della
prestazione. Il creditore può costituire in mora il debitore.
Effetti della mora del debitore:
Il debitore non sarà liberato dall’obbligazione in caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa
non imputabile al debitore
Obbligo per il debitore di corrispondere gli interessi moratori ed eventuali ulteriori danni dal ritardo.
Pagamenti in transazioni commerciali: si applica una disciplina speciale per tutelare il contraente debole nei rapporti
commerciali, onde evitare che la condizione di debolezza permetta che l’altra parte riesca ad imporre termini di pagamento
ingiustificatamente dilazionati o tassi di interesse molto bassi. Si applica mediante una serie di disposizioni:
Il giorno successivo alla scadenza decorrono automaticamente gli interessi moratori
In mancanza da diverso accordo, gli interessi moratori risulterà uguale al saggio di interesse applicato dalla BCE
alle principali operazioni di finanziamento, maggiorato di 7 punti.
Anche se pattuiti gli interessi moratori, il creditore conserva sempre il diritto al risarcimento del maggior danno
L’accordo sulla data del pagamento o sulle conseguenze del ritardo del pagamento è nullo (si parla di nullità par-
ziale giacché colpisce solo una parte del contenuto del contratto) se risulti gravemente iniquo in danno al creditore
(iniquo quando prevede termini troppo ampi o interessi troppo bassi consentendo dilazionare il corrispettivo, gio-
vandosi così il creditore di somme che competerebbero alla controparte).
Inadempimento imputabile: Art 1218: “Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarci-
mento del danno se non prova che l’inadempimento o ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivan-
te da causa a lui non imputabile”. Saremmo dunque in presenza di un’ipotesi di responsabilità oggettiva nella quale il cri-
terio di imputazione della responsabilità è rappresentato dal mancato adempimento, salva prova del caso fortuito o forza
maggiore. L’art 1176 “nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia” sem-
brerebbe rimettere in auge il criterio di imputazione della negligenza, e quindi il debitore potrebbe liberarsi semplicemente
provando di avere agito in modo diligente. Una possibile via di uscita a questa contraddizione è nell’idea che l’art 1176 at-
traverso il riferimento alla diligenza si potrà stabilire se la prestazione sia ancora possibile (in quanto suscettibile di essere
eseguita da un debitore diligente) ovvero in astratto ancora possibile ma richiedendo al debitore uno sforzo in più rispetto
alla prestazione dovuta.
Obbligazioni di mezzi: in queste obbligazioni è già la diligenza sufficiente ad esaurire il contenuto della prestazione (es.
obbligazione assunta dal medico: non è guarire il paziente ma soltanto fare ogni sforzo in rapporto agli standard di diligen-
za professionale). Le obbligazioni di mezzi sono contrapposte alle obbligazioni di risultato.
Inadempimento imputabile e varie specie di obbligazioni:
Nelle obbligazioni ad oggetto somma di denaro o cose determinate soltanto nel genere al debitore è preclusa la
prova dell’impossibilità (es. il denaro, olio o grano sono beni sempre e ovunque disponibili)
Discorso diverso per obbligazione ad oggetto cose di specie (es. l’antiquario che si impegna a vendere esemplare
raro ma non unico, il quale viene distrutto, potrebbe reperire un altro esemplare ma se questo comporta sopportare
uno sforzo eccessivo dovrà considerarsi divenuta impossibile)
Analogo ragionamento per obbligazioni di fare (es. appaltatore che perde per terremoto i materiali pregiati per la
realizzazione dell’opera: allora diventerà un ingiustificato aggravio dell’impegno chiederli di sostituire le materie
prime)
Nelle obbligazioni di mezzi spetterà al debitore provare di avere fatto tutto quanto possibile, a meno che non si
tratti di problemi di speciale difficoltà, caso nel quale risponderà solo per dolo o colpa grave.
Nelle obbligazioni di non fare, ogni fatto compiuto in violazione dell’obbligazione costituisce inadempimento.
48
o dal rapporto tra il credito e il bene sul quale si appunta il privilegio. Privilegio speciale che può appuntar-
si su determinati beni mobili o immobili. (es. i crediti per spese per atti conservativi hanno privilegio sui
beni stessi).
Il privilegio può entrare in conflitto con:
o un diritto acquistato da terzi estranei alla procedura esecutiva. Il privilegio generale non è opponibile a ter-
zi. Il privilegio speciale è opponibile a terzi acquirenti del bene stesso, il quale potrà venire sottoposto ad
esecuzione forzata anche se uscito dal patrimonio del debitore.
o una diversa causa di prelazione da altro creditore. Il privilegio speciale su mobili soccombe nei confronti
del pegno, e il privilegio su immobili prevale sull’ipoteca.
Pegno: Può avere ad oggetto beni mobili, universalità di beni mobili, crediti, e altri diritti ad oggetto beni mobili.
E’ un contratto reale (necessaria la consegna della cosa) stipulato tra il debitore e il creditore: il creditore se risulti
il debitore inadempiente potrà vendere la cosa oggetto del pegno e soddisfarsi sul ricavato.
Ipoteca: Ha ad oggetto beni immobili, diritti reali immobiliari, beni mobili registrati e rendite dello Stato. La co-
stituzione dell’ipoteca prevede il ricorso alla iscrizione di un titolo nei pubblici registri. Tipi di ipoteca a seconda
del modo di iscrizione nei registri:
o Ipoteca Legale: compete al venditore sopra gli immobili venduti, per l’adempimento degli obblighi del
compratore; compete ai coeredi sopra gli immobili sui quali compete l’obbligo dei condividenti; compete
allo Stato sui beni dell’imputato.
o Ipoteca giudiziale: Ogni sentenza che porta condanna al pagamento di una somma è titolo per iscrivere
ipoteca sui beni del debitore.
o Ipoteca volontaria: il titolo per costituire ipoteca volontaria è un contratto o un atto unilaterale (non il te-
stamento): il datore dell’ipoteca può essere, oltre al debitore, anche un terzo. Il beneficiario è ovviamente il
creditore.
Poteri del creditore ipotecario: il suo diritto sorge quando il titolo viene iscritto nel pubblico registro e attribuisce
al creditore il diritto di soddisfarsi in via preferenziale, e in quanto diritto reale di garanzia attribuisce il potere di
espropriare la cosa presso il terzo acquirente (c.d. diritto di seguito).
Possibilità del terzo acquirente per sottrarsi all’esecuzione forzata: pagare, rilasciare il bene o liberare il bene
dell’ipoteca (purgazione dell’ipoteca).
Grado dell’ipoteca: su un medesimo bene possono essere accese più ipoteche. L’ipoteca iscritta per prima e di
primo grado, la seconda di secondo grado, ecc. Il grado decide l’ordine di accesso al beni del debitore.
Durata: ventennale. Se non viene rinnovata si estingue.
Estinzione:
o Investono il diritto di ipoteca
cancellazione dell’iscrizione
mancata rinnovazione
rinunzia dell’ipoteca da parte del creditore
o Investono il rapporto obbligatorio
adempimento dell’obbligazione
prescrizione del diritto di credito
Divieto di patti commissori: (art 2744) “è nullo il patto con il quale si conviene che in mancanza del pagamento
della cosa ipotecata o data in pegno, la proprietà della cosa passi al creditore”. Ratio: evitare operazioni speculati-
ve in danno del debitore e tutelare i creditori chirografari.
Garanzie personali: per rafforzare la posizione del creditore, non consentono di soddisfarsi in via preferenziale, ma con-
sentono di rivolgersi ad un soggetto ulteriore rispetto al debitore ai fini dell’adempimento dell’obbligazione.
Fideiussione: il fideiussore garantisce l’adempimento di un’obbligazione altrui impegnandosi personalmente nei
confronti del creditore. Accessorietà: se l’obbligazione principale non è valida, allora la fideiussione nemmeno sarà
valida. Il fideiussore che abbia pagato il debito è surrogato nei diritti del creditore ed ha azione di regresso nei
confronti del debitore.
Lettera di patronage
Contratto autonomo di garanzia: il garante sarà tenuto ad eseguire la prestazione anche se il rapporto principale
sia invalido.
Sezione III - Le fonti delle obbligazioni diverse dal contratto e dal fatto illecito
49
11 - Le promesse unilaterali e i titoli di credito
Dato che il sistema delle fonti delle obbligazioni in generale deve ritenersi aperto (principio di atipicità), questo non toglie
che individui alcune altre possibili fonti delle obbligazioni (fonti tipiche), collocandole a cavallo tra la disciplina del con-
tratto e quella del fatto illecito.
Promesse unilaterali: la materia è retta da un principio di rigorosa tipicità: “la promessa unilaterale non produce effetti
obbligatori fuori dei casi previsti dalla legge”. Ostilità nei confronti di attribuzioni patrimoniali astratte (es. ti darò
€100000).:
Promessa al pubblico: E’ l’unica ad avere effetti sostanziali. Il promittente si impegna ad eseguire una prestazio-
ne a beneficio di chi si trovi in una determinata situazione o compia una determinata azione (es. darò 1000 euro a
chi troverà mio cane). Una volta resa pubblica è immediatamente vincolante: non è più revocabile (a meno che non
sopravenga una giusta causa, caso nel quale dovrà essere portata a conoscenza del pubblico nella stessa forma della
promessa).
Ricognizione di debito (es. ammetto di dovere dare 1000 euro a Tizio) e promessa di pagamento (es. pagherò a
Tizio 1000 euro). Non produce l’insorgere di un rapporto obbligatorio. Hanno un effetto puramente processuale:
determina l’inversione dell’onere della prova: se ha fatto una promessa di questo tipo sarà il debitore a dover
provare l’inesistenza del rapporto da cui trae origine la pretesa del creditore.
Titoli di credito: rappresenta una notevole evoluzione nella tecnica di circolazione dei crediti, ed è realizzata attraverso
l’incorporazione del diritto (la promessa di eseguire prestazione) in un documento cartaceo, il quale circola secondo le mo-
dalità dei beni mobili. L’acquisto del diritto si presumerà a titolo originario: non sarà possibile opporre al portatore del
documento nessuna delle eccezioni che sarebbe stato possibile opporre al precedente possessore.
Regole circolatorie: i titoli al portatore (es. titoli di debito pubblico): con la semplice consegna. I titoli all’ordine
(es. assegno bancario), sulla base di una girata (il girante da l’ordine scritto sul titolo di eseguire la prestazione a
beneficio del giratario). I titoli nominativi (es. titoli azionari), con la consegna + annotazione del nome
dell’acquirente sul titolo e sul registro dell’emittente.
Classificazione in base al contenuto:
o Titoli in senso stretto (es. cambiale, assegno): è incorporato un diritto di credito
o Rappresentativi di merce (es. fede di deposito): attribuiscono il diritto alla consegna delle merci, posses-
so o disposizione di esse.
o Titoli di partecipazione: (es. titoli azionari): è incorporato il diritto di partecipare alla vita di un ente col-
lettivo esercitando il diritto di voto, divisione di utili ecc
Il rapporto fondamentale rimane estraneo alle vicende circolatorie del titolo: al possessore non potrà opporsi nes-
suna eccezione inerente a tale rapporto.
Ammortamento: è la procedura con la quale il titolare del diritto potrà, bel caso di smarrimento o sottrazione,
ottenere il pagamento o la duplicazione del titolo stesso (se non scaduto).
Documenti di legittimazione e titoli impropri: vanno distinti dai veri titoli di credito. I documenti di legittimazione ser-
vono solo a identificare il titolare del diritto (es. biglietto del cinema), e i titoli impropri che hanno la funzione di rendere
più spedita la circolazione de credito (es. vaglia postale).
Smaterializzazione: fenomeno per il quale i titoli di credito non circolano più tramite la consegna del documento, ma at-
traverso una registrazione elettronica.
1.2 - Le proprietà
Proprietà fondiaria, alcune norme fondamentali:
La proprietà del suolo si estende anche al sottosuolo ed allo spazio sovrastante. Il proprietario non può opporsi ad
attività di terzi nel sottosuolo o spazio sovrastante ad altezze che non pregiudichino il suo interesse.
Il proprietario può chiudere il fondo. Non può impedire l’accesso a chi vi entri per la caccia, a meno che il fondo
sia stato chiuso o esistano colture che possano essere danneggiate. E’ necessario il consenso del proprietario per
accedere al fondo ai fini della pesca, recupero di animali o cosa smarrita, costruzione o riparazione di un muro del
vicino, ecc
Proprietà edilizia: Sono poche le norme dedicate dal codice civile in quanto questa materia è disciplinata da leggi speciali,
le quali prevedono strumenti come i piani regolatori generali (la c.d. zonizzazione permette di stabilire dove sia possibile
edificare – es. centro storico, zona agricola, zona industriale, ecc), piani regolatori particolareggiati ed il programma di
fabbricazione.
Concessione edilizia: la legge speciale subordina la facoltà di edificare al rilascio di un permesso di costruire.
L’edificazione senza permesso da luogo a sanzioni penali e amministrative quali la demolizione, il ripristino del luogo o
l’acquisizione gratuita al comune. Se l’opera abusiva è fonte di danno per la proprietà di un altro soggetto, ha diritto di es-
sere risarcito o di chiedere il ripristino quando si tratti di violazione delle distanze tra costruzioni o di norme amministrati-
ve.
Proprietà pubblica: La proprietà può essere privata ma anche pubblica.
Interventi dell’autorità pubblica: strumenti di tipo autoritativo al fine di acquisire la proprietà:
Espropriazione: E’ lo strumento amministrativo con il quale la proprietà passa da un privato ad un soggetto pub-
blico, per causa di pubblico interesse, solo dietro corresponsione di un indennizzo.
Determinazione dell’indennizzo: calcolo della media tra il valore venale del bene e la rendita dominicale rivaluta-
ta negli ultimi 10 anni, decurtata del 40%.
Requisizione: in soli casi di emergenza (es. terremoto) e di carattere temporaneo. E’ prevista indennità a beneficio
del proprietario.
51
1.3 - I modi di acquisto della proprietà
Modi di acquisto di proprietà:
Acquisto di proprietà a titolo derivativo: Contratto e successione per causa di morte
Acquisto di proprietà a titolo originario: occupazione, invenzione, accessione, specificazione, unione e commi-
stione, usucapione, aggiudicazione, confisca, fruttificazione naturale
Occupazione: materiale apprensione del bene unita alla volontà di appropriarsene di cose mobili che non appartengono a
nessuno (mai appartenute o abbandonate), ma anche di beni indisponibili dello Stato (es. la selvaggina) o fiori e frutti che
crescono in terreni incolti non recintati. Nel caso che la cosa non sia stata abbandonata ma smarrita, si applica la discipli-
na dell’invenzione, che stabilisce che se si trova una cosa mobile si deve restituire la stessa al proprietario, ed ove non pos-
sibile consegnarla al sindaco che darà avviso del ritrovamento; trascorso un anno senza che si presenti nessuno, la proprietà
è di chi l’ha trovata. Tesoro: qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può affermare di essere
proprietario” appartiene al proprietario del fondo dove è stato trovato. Se viene trovato in un fondo altrui, è metà per chi a
trovato e metà per il proprietario del fondo.
Accessione: qualunque piantagione, costruzione od opera esistente sopra o sotto il suolo appartiene al proprietario di que-
sto. Allorché vi sia incorporazione è necessario che l’opera sia autonoma non più separabile dal suolo. Questo acquisto di
proprietà si produce indipendentemente dalla volontà del proprietario. Questa accessione è di tipo “da cosa mobile
(l’opera) ad cosa immobile (il fondo)”
Accessione invertita. Quando nel costruire sul proprio fondo si occupi in buona fede una porzione del fondo attiguo. Re-
gole: se entro tre mesi da inizio lavori il proprietario del fondo attiguo non fa opposizione il costruttore acquisisce la pro-
prietà dell’edificio e del suolo occupato, ma dovrà pagare il doppio del valore della superficie occupata e tenerlo indenne di
tutti i danni subiti.
Unione e commistione: sono tipi di accessione da cosa mobile a cosa mobile, nel quale le cose si uniscono (unione) o si
mescolano (commistione) così da formare una cosa sola. Se le cose sono separabili, si può chiedere la separazione e le co-
se restano separate, altrimenti la proprietà diviene comune ed è ripartita in proporzione. Se una delle cose è principale, la
proprietà del tutto è del proprietario della cosa principale, ma dovrà pagare il valore della cosa unita o mescolata al suo
proprietario.
Specificazione: è un tipo di accessione da cosa mobile a cosa mobile: chi utilizza materia prima altrui per formare cosa
nuova acquista la proprietà della cosa nuova ma deve pagare il valore della materia prima al suo proprietario.
Alluvione: è un tipo di accessione da cosa immobile a cosa immobile. Le unioni di terra e gli incrementi che si formano
successivamente ed impercettibilmente lungo la riva di fiumi e torrenti (accrescendo la sua estensione) appartengono al
proprietario del fondo.
Avulsione: è un tipo di accessione da cosa immobile a cosa immobile. Quando un fiume o torrente distacchi una parte
considerevole di terreno e la trasporti verso un altro fondo, il proprietario di questo fondo acquisisce la proprietà della parte
staccata, ma dovrà pagare una indennità pari all’aumento di valore.
Isole e unioni di terra: quando questi si formano, appartengono al demanio pubblico. Anche per il letto abbandonato da un
fiume o torrente.
Usucapione: vedi capitolo “possesso”
53
Usufrutto: diritto del usufruttuario di godere della cosa traendone ogni utilità che possa dare ma rispettando la destina-
zione economica (es. non può convertire un albergo in fattoria). Il proprietario (detto nudo proprietario) può disporre ma
non godere della cosa. Il diritto d’usufrutto si acquisisce per legge (es. usufrutto legale dei genitori sui beni del figlio), per
contratto, per testamento e per usucapione. Se non è previsto un termine si estingue per morte dell’usufruttuario (in caso
di persona giuridica il limite è 30 anni). Il diritto d’usufrutto può essere ceduto, ma se il cedente muore estingue il diritto
del cessionario. Il diritto d’usufrutto può avere ad oggetto beni mobili o immobili. Nel caso di cose consumabili,
l’usufruttuario ha diritto di servirsene e deve , alla scadenza, pagare il suo valore. L’usufruttuario ha l’obbligo di compor-
tarsi con la diligenza del buon padre di famiglia, restituirlo alla scadenza, farsi carico delle spese ordinarie e degli oneri re-
lativi all’amministrazione e manutenzione. Le riparazioni extraordinarie sono a carico del proprietario. Il diritto d’usufrutto
si estingue per scadenza del termine, prescrizione, consolidazione e per il totale perimento della cosa.
Uso: (come l’usufrutto ma più limitato) servirsi della cosa nei limiti dati dal soddisfacimento dei bisogni propri e della pro-
pria famiglia. Questo diritto non può essere ceduto o dato in locazione (per il suo stretto carattere personale).
Abitazione: (come l’usufrutto ma più limitato) diritto di abitare la casa nei limiti dei bisogni propri e della propria fami-
glia. Questo diritto non può essere ceduto o dato in locazione (per il suo stretto carattere personale).
5 - La comunione in generale
Comunione: più soggetti sono contitolari del diritto di proprietà (o altro diritto reale) sulla stessa cosa.
Comunione pro diviso: ciascuno dei comunisti è proprietario di una parte individuata della cosa
Comunione pro indiviso: il diritto di ciascuno si estende all’intero bene concorrendo con uguale diritto degli altri
comunisti. (questa è la forma disciplinata dal codice)
Disposizione: ciascun comunista può disporre autonomamente della sua quota (es. può venderla, ecc)
Godimento: ciascun comunista può servirsene ma senza alterare la destinazione o impedire agli altri di farne parimente
uso.
I frutti e le spese vanno ripartiti proporzionalmente le quali si presumono uguali.
Le decisioni di amministrazione sono assunte secondo il principio maggioritario. Per gli atti di alienazione, costituzione di
diritti reali o locazione ultranovennale è necessario il consenso di tutti.
Tranne se il bene diviso cesserebbe di servire, ciascuno dei comunisti può chiedere lo scioglimento (divisione negoziale, e
se non acconsentono allora divisione giudiziale). Questo diritto potestativo di scioglimento è sintomo del disfavore del co-
dice verso la comunione.
5.3 - Il trust
E’ l’istituto in base al quale un soggetto (settlor) trasferisce taluni beni ad un altro soggetto (trustee), con l’intesa di dispor-
re di questi beni nell’interesse di un altro soggetto o più soggetti (beneficiaries).
Express trusts: la costituzione del trust dipende da una manifestazione di volontà del settlor, da un atto inter vivos,
ovvero mortis causa.
Implied trusts: nascono in dipendenza della valutazione legale di un dato atto pur non espressamente indirizzato al-
la costituzione del trust.
Sezione IV - Il possesso
6 - La nozione di possesso
Art 1140: “Il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente all’esercizio della proprietà o al-
tro diritto reale”.
Il possesso rappresenta il contenuto del diritto di proprietà colto nel suo momento dinamico. Generalmente trova fonda-
mento nella titolarità del diritto reale, però può capitare che il possesso venga esercitato da un soggetto che non è titolare
del corrispondente diritto reale (es. chi si appropria dei frutti della cosa senza essere proprietario).
Da qui la distinzione tra
proprietà: situazione di diritto
possesso: situazione di fatto giuridicamente rilevante, il quale esigerebbe due elementi:
o animus possidenti: di carattere soggettivo, è l’intenzione del possessore di usare la cosa come se fosse il
proprietario
o corpus: di carattere oggettivo, è la materiale disponibilità del bene
Detenzione: è il possesso senza “animus”, quindi il detentore ha la materiale disponibilità ma nel usare la cosa riconosce
l’altrui diritto (es. il locatario). Possesso e detenzione si distinguono in quanto i poteri esercitati dal detentore derivano da
un titolo (es. il contratto di locazione), e i poteri esercitati dal possessore trovano legittimazione soltanto in se stessi.
Mutamento della detenzione in possesso, può capitare:
perche muta il titolo (es. il locatario acquista l’immobile)
in forza di opposizione contro il possessore (es. il locatario si rifiuta di pagare il canone)
Modi di acquisto:
a titolo originario, attraverso la materia apprensione della cosa
a titolo derivativo,
o sulla base della consegna della cosa
o a prescindere della consegna della cosa
quando chi diviene possessore era già detentore della cosa (es. il locatario che acquista
l’appartamento)
quando chi cede il possesso della cosa ne conserva la detenzione (es. il proprietario, che ha il pos-
sesso, vende l’immobile ma diventa locatario rimanendo comunque detentore)
Durata, alcune regole:
si presume che il possessore attuale che abbia posseduto in passato, abbia posseduto anche in periodo intermedio
il possesso attuale non fa presumere possesso anteriore a meno che non si fondi su un titolo
è consentito cumulare possesso di più persone (successione nel possesso)
6.2 - L’usucapione
E’ un modo di acquisto della proprietà a titolo originario che presuppone l’esercizio ininterrotto e continuo nel tempo di
un possesso acquistato in modo pacifico. Per l’usucapione ordinaria è previsto un termine venti anni (proprietà o altro di-
ritto reale minore su immobili, o universalità di mobili).
Usucapione abbreviata: il termine è 10 anni nel caso di
beni immobili, se possesso acquistato in buona fede con un titolo astrattamente idoneo al trasferimento di pro-
prietà debitamente trascritto.
universalità di beni mobili, possesso acquistato in buona fede sulla base di titolo idoneo
beni mobili, possesso acquistato in buona fede ma senza presenza di titolo idoneo (altrimenti era possesso vale ti-
tolo)
56
1 - La famiglia nell’ordinamento giuridico
Il diritto di famiglia è l’insieme delle norme giuridiche che disciplinano i fatti costitutivi del rapporto coniugale e del rap-
porto di filiazione.
Famiglia legittima e nucleare: composta da due individui di sesso diverso (rapporto coniugio) che sono madre e padre di
figli presenti in seno alla famiglia (rapporto di filiazione). Legittima in quanto fondata dal matrimonio e nucleare in quanto
circoscritta ai coniugi e la loro prole).
Famiglia di fatto: forme che prescindono del matrimonio. Il fenomeno della famiglia (eterosessuale) di fatto presenta alcu-
ni indici di rilevanza, ad es.:
la pretesa risarcitoria riconosciuta al convivente sprovvisto di mezzi propri, a seguito della morte del partner dovu-
ta al fatto illecito di un terzo
il diritto riconosciuto al convivente di succedere nel contratto di locazione a seguito della morte del conduttore
l’inclusione della persona stabilmente convivente tra quelle che debbono dal giudice essere preferite nella scelta
dell’amministratore di sostegno
Nonostante l’indubbio reclamo di qualche intervento legislativo da parte del fenomeno della famiglia di fatto, sarebbe im-
proprio equipararla alla famiglia legittima: il non sposarsi è una libertà fondamentale la quale finirebbe priva di significato.
2 - Parentela e affinità
Oltre ai rapporti della famiglia nucleare il legislatore mostra di attribuire qualche rilevanza ai rapporti parentali. Il rap-
porto di parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite. Parentela in linea retta: una persona di-
scende dall’altra (es. padre e figlio). Parentela in linea collaterale: una persona non discende dall’altra (es. fratelli). Affini:
non legati dal sangue ma da vincoli nati tra il coniuge ed i partenti del coniuge (es. cognato). Parentela legittima: vincoli di
sangue costituiti sulla base del matrimonio. Parentela naturale: vincoli di sangue per effetto della filiazione fuori dal ma-
trimonio. Il calcolo della parentela è attraverso i gradi: se in linea retta i gradi sono la quantità di generazioni escluso lo
stipite; se in linea collaterale si contano le generazioni salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune (es. padre e figlio
sono in linea retta di primo grado, invece fratello e sorella sono in linea collaterale di secondo grado).
57
minore età (eccezione: minore ultrasedicenne con accertata maturità psicofisica)
interdizione giudiziale
libertà di stato: che non sia vincolato da matrimonio precedente
sussistenza di vincoli di parentela, affinità o adozione del art. 87
delitto: non possono contrarre matrimonio le persone delle quali una è stata condannata per omicidio (consumato o
tenta) sul coniuge dell’altra.
Divieto temporaneo di nuove nozze: per la donna, devono trascorrere 300 giorni tra il nuovo ed il precedente ma-
trimonio (per prevenire incertezze sulla paternità del figlio concepito in questo lasso di tempo)
E’ invalido se il matrimonio viene celebrato nonostante uno di questi impedimenti. E’ previsto che la celebrazione sia pre-
ceduta dalle pubblicazioni in modo tale di fare emergere di questi impedimenti e che i soggetti individuati possano fare op-
posizione al matrimonio.
58
le nozze), attraverso la convenzione matrimoniale stipulata per atto pubblico, optare per regimi patrimoniali diversi da
quello legale, modificare talune regole, e modificare regimi per determinati beni (nel caso di beni immobili va trascritto nei
registri immobiliari). Per essere opponibili a terzi, le convenzioni vanno annotate a margine dell’atto di matrimonio.
Comunione legale: è il regime patrimoniale applicato alle nuove famiglie dopo l’entrata in vigore della riforma del diritto
di famiglia. Consente a ciascun coniuge di beneficiare degli incrementi patrimoniali dell’altro (si riferisce alla con titolarità
costituita automaticamente sui beni acquistati, i frutti maturati, i proventi delle attività separate e le aziende gestite da en-
trambi i coniugi; dopo il matrimonio). Beni personali: sono i beni che non formano parte della comunione legale: sono i
beni di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio, i beni ricevuti successivamente per donazione o successione, i
beni d’uso strettamente personale, i beni necessari al coniuge per l’esercizio della sua professione, o beni ottenuti a titolo di
risarcimento o a fini pensionistici, ecc
Amministrazione: i poteri spettano congiuntamente ad entrambi i coniugi. Gli atti compiuti senza il consenso dell’altro
sono annullabili (per beni immobili o mobili registrati), invece per beni mobili non registrati l’atto è valido ed efficace, ma
l’autore è tenuto a ricostituire la comunione nello stato in cui si trovava prima del compimento dell’atto.
Responsabilità per i debiti: i creditori della comunione possono agire sui beni comuni e se non sono sufficienti sui beni
personali ma solo limitatamente alla metà del credito. I creditori personali, se non fossero sufficienti i beni personali, pos-
sono agire sui beni comuni ma solo fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato.
Scioglimento della comunione, cause:
dichiarazione di assenza o morte presunta di un coniuge
morte di uno dei coniugi
l’annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio
la separazione personale
il fallimento di uno dei coniugi
il mutamento del regime patrimoniale
la separazione giudiziale dei beni
Comunione convenzionale: è la possibilità di modificare parzialmente il regime legale (comunione convenzionale) ma
non potendo derogare norme dell’uguaglianza delle quote e riguardanti l’amministrazione.
Separazione dei beni: possono convenire che ciascuno conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati da essi durante il
matrimonio.
Fondo patrimoniale: sempre attraverso una convenzione matrimoniale si destinano determinati beni a fare fronte ai biso-
gni della famiglia. Questa destinazione può essere effettuata da un terzo. I beni del fondo non si possono alienare, ipoteca-
re, dare in pegno o vincolare senza il consenso congiunto, e se ci sono figli minori inoltre servirà l’autorizzazione del giu-
dice. Il beni del fono non possono essere oggetto di azione da parte da terzi creditori. Il fondo viene meno se vengono an-
nullati o sciolti gli effetti civili del matrimonio, ma se ci sono figli minori dura fino al compimento della maggiore età del
ultimo nato.
Impresa familiare: trova applicazione solo quando non sia configurabile un diverso tipo di rapporto, ed è diretta a tutelare
la posizione di chi legato all’imprenditore da vincolo coniugale o famigliare (parenti entro terzo grado e affini entro secon-
do grado) che prestano lavoro continuativamente nell’impresa del congiunto. A loro è riconosciuto il diritto al manteni-
mento, il diritto a partecipare agli utili e agli incrementi dell’azienda in proporzione al lavoro prestato.
60
Presunzione di concepimento durante il matrimonio: Il figlio si presume concepito durante il matrimonio allorché nasca
almeno 180 giorni dopo il matrimonio e non dopo 300 giorni dall’annullamento, scioglimento, cessazione degli effetti civi-
li, del matrimonio.
Se il figlio è nato prima dei 180 giorni, è legittimo a meno che uno dei coniugi o il figlio stesso, non esercitino l’azione di
disconoscimento. Se il figlio è nato dopo i 300 giorni, il concepimento durante il matrimonio dovrà essere provato dai geni-
tori o dal figlio.
Azione di disconoscimento: attraverso il suo esercizio si può superare la presunzione di paternità (appunto presunzione
relativa) mirando a dimostrare l’inesistenza del rapporto di filiazione. Se il figlio è nato dopo i 180 giorni dal matrimonio
è consentita solo nei casi in cui “i coniugi non hanno coabitato nel periodo fra 180 e 300 giorni prima della nascita” o “il
marito era affetto di impotenze in quel periodo” o “in quel periodo la moglie ha commesso adulterio o nascosto la gravi-
danza”.
Termini dell’azione di disconoscimento: spetta alla madre entro 6 mesi dalla nascita. Spetta al marito entro un anno dal-
la nascita (se lui si trovava dove il figlio), dal giorno del suo ritorno se si trovava lontano o dal giorno in cui ne ha avuto
notizia se prova di non aver avuto notizia. Spetta al figlio entro un anno dal raggiungimento della maggiore età o quando
abbia avuto notizia dei fatti a fondamento dell’azione. La sentenza che accoglie l’stanza elimina retroattivamente lo status
di legittimo ed il figlio diventa naturale.
Azione di contestazione della legittimità: mette in discussione la legittimità del figlio. Attraverso questa azione sarà dato
provare la mancanza del vincolo matrimoniale, o che la madre del figlio non è quella indicata nell’atto di nascita. Può es-
sere esercitata da chiunque ne abbia interesse. E’ imprescrittibile.
Prova della filiazione legittima: lo stato di figlio legittimo si prova con l’atto di nascita. Se questo manca si prova sulla
base del possesso di stato di figlio legittimo.
Possesso di stato di figlio legittimo: dimostrazione di “aver sempre portato il cognome del padre, essere sempre stato trat-
tato come figlio ed essere stato sempre considerato figlio nel proprio contesto sociale e familiare”.
Azione di reclamo della legittimità: se manca l’atto di nascita e non si può provare il possesso di stato di figlio legittimo,
allora con l’azione di reclamo della legittimità la prova può essere data anche per testimoni purché vi sia un principio di
prova scritta o gravi indizi e presunzioni. L’azione può essere esercitata dal figlio e, date certe condizioni, dai suoi discen-
denti.
61
Adozione dei minori: Il diritto di ogni minore a cresce nella propria famiglia è subordinato all’esigenza di garantire la
possibilità di crescere in un ambiente sereno, stabile e che lo circondi di affetto. L’adozione dei minori rappresenta la solu-
zione estrema per assicurare al minore una famiglia quando questa versi in uno stato di abbandono morale e materiale.
Presupposti: E’ necessario che l’adottando sia minorenne e che si trovi in stato di abbandono (è una situazione oggettiva
che non dipende dalla volontà dei genitori, salvo forza maggiore a carattere transitorio). L’adozione va richiesta da una
coppia di coniugi che dia garanzie di stabilità (matrimonio da almeno 3 anni e non separati da almeno 3 anni). Deve essere
accertata l’idoneità ad educare, istruire e mantenere il minore e anche l’idoneità affettiva.
Limiti di età: l’adottante deve avere più di 18 e non più di 45 anni in più rispetto al minore, ma sono limiti derogabili se
accertato che dalla mancata adozione deriverà un danno grave e non evitabile per il minore. E’ necessario il consenso del
minore cha abbia compiuto 14 anni. I minori tra 12 e 14 anni (o se minori a 12 ma che mostrino capacità di discernimento)
devono essere sentiti obbligatoriamente.
Fasi del procedimento: è competenza del tribunale: 1° dichiarazione di adottabilità, 2° affidamento preadottivo e 3° la di-
chiarazione di adozione.
Effetti: con la sentenza di adozione il minore perde ogni legame con la famiglia di origine, acquista lo status di figlio legit-
timo e assume il cognome della coppia. La legge impone che le attestazione dello stato civile vengano rilasciate con la sola
indicazione del nuovo cognome. Il diritto per accedere alle informazioni sui genitori biologici è riconosciuto all’età di 25
anni, o anche tra i 18 e i 25 anni se sussistono gravi motivi attinenti la sua salute pscico-fisica.
Adozione internazionale: è l’adozione di minorenne straniero da parte di coniugi italiani (anche se residenti all’estero). I
coniugi dovranno richiedere al Tribunale una dichiarazione di idoneità e conferire l’incarico di curare la procedura ad uno
degli enti autorizzati, il quale provvederà a concordare con le autorità straniere l’opportunità di procedere o meno. Sarà la
Commissione per le adozioni internazionali a valutare se l’adozione risponde al interesse del minore autorizzandone
l’ingresso e residenza permanente in Italia.
Effetti: il minore acquista la cittadinanza italiana (se pronunciata all’estero produce gli stessi effetti).
Adozione di minori in casi particolari: casi in cui la disciplina prescinde dalla dichiarazione di adottabilità e consente
l’adozione anche a persona che non sia coniugata o in presenza di figli legittimi:
1. se il minore (orfano di entrambi genitori) ha rapporto di parentela con l’adottante (fino a sesto grado), o legame
stabile preesistente
2. nell’ipotesi di adozione da parte de coniuge, quando il minore sia figlio dell’altro coniuge (anche adottivo).
3. quando vi sia impossibilità di procedere all’affidamento preadottivo
4. quando il minore sia portatore di handicap
Affidamento: è una misura di sostegno quando la famiglia di origine è in gravi difficoltà momentanee. Il minore va affida-
to ad una famiglia (possibilmente con figli minorenni) o ad una singola persona. Se questo non è possibile va affidato ad
una comunità di tipo famigliare o in un istituto di assistenza.
Se è con il consenso dei genitori va deciso dal servizio sociale locale con provvedimento del giudice. Se è senza il consen-
so provvede il Tribunale dei minorenni.
L’affidamento deve provvedere al mantenimento, educazione e istruzione del minore.
La durata deve essere prevista dal provvedimento, la quale non può superare i 2 anni. Comunque l’affidamento cessa appe-
na venga meno la situazione di temporanea difficoltà della famiglia di origine.
5 - Gli alimenti
Il diritto agli alimenti può nascere da un testamento o dalla legge.
Alimenti legali: prestazione assistenziale corrispondente di quanto necessario per il sostentamento di chi versi in stato di
bisogno e sia in impossibilità di provvedere autonomamente (indipendentemente da quale sia la ragione di questo stato di
bisogno). Il somministrante tenuto all’obbligo di corresponsione può essere legato da vincoli di coniugio, parentela o affi-
nità.
Mantenimento: è diverso dal diritto agli alimenti. Spetta al coniuge separato senza addebito, ai figli legittimi, ai figli natu-
rali riconosciuti, ai figli naturali non riconosciuti e ai componenti dell’impresa famigliare.
Differenza: gli alimenti sono per soddisfare i bisogni primari, invece il mantenimento è per assicurare all’avente diritto
uno standard di vita corrispondente a quello del obbligato.
Soggetti obbligati: sono quelli del art 433 in ordine: il coniuge, i figli, i genitori, i generi e nuore, i suoceri/a, i fratelli e
sorelle.
L’obbligazione alimentare è divisibile. La misura degli alimenti è determinata dal giudice in ragione dello stato di bisogno
e delle condizioni del somministrante.
Modalità di adempimento: o mediante un assegno periodico anticipato o accogliendo nella propria casa l’avente diritto.
Il diritto agli alimenti non può essere ceduto, ne opposto in compensazione, ne pignorato; ed è imprescrittibile.
L’obbligo alimentare cessa con la morte dell’obbligato. Se non adempiuto nei confronti di coniuge, discendenti o ascen-
denti, è presidiato da sanzioni penali.
2 - La devoluzione dell’eredita
In generale la successione si apre al momento della morte e nel ultimo domicilio del de cuius. L’individuazione del succes-
sibile è rimessa solo al testamento o alla legge. Si fa luogo alla successione per legge solo quando manca il testamento. Il
testamento non può pregiudicare i diritti riservati dalla legge ai legittimari.
63
un curatore dell’eredità giacente. Lo stato di giacenza cessa nel momento in cui l’eredità sia stata accettata o altrimenti
acquistata.
4 - L’acquisto dell’eredità
La vicenda successoria a causa di morte si compie definitivamente e irretrattabilmente con l’acquisto del’eredità da
parte del delato. L’eredità si acquista con l’accettazione.
Acquisto ex lege: è l’acquisto che non si verifica con l’accettazione ma è conseguito da una valutazione legale tipica della
fattispecie, indipendentemente dalla volontà del chiamato.
Effetti: gli effetti dell’accettazione sono retroattivi al momento dell’apertura della successione. E’ nulla la dichiarazione
di accettazione sottoposta a termine iniziale: imprescindibile esigenza di continuità nella titolarità fra defunto e successo-
re.
La volontà di accettare deve essere immune da vizi: può essere impugnata per effetto di violenza o dolo, ma non per erro-
re (inteso come errore-vizio e non come errore-ostativo).
L’accettazione non può essere parziale ed è sempre unica (anche quando il delato sia chiamato in forza di titoli diversi).
Accettazione espressa: quando il delato dichiara di accettare l’eredità in un atto pubblico o scrittura privata (a pena di nul-
lità). E’ un negozio unilaterale non recettizio.
Accettazione tacita: quando il chiamato compia un atto che potrebbe compiere solo in qualità di erede e che implica ne-
cessariamente la volontà di accettare l’eredità (es. la donazione, vendita, o rinunzia verso corrispettivo, dell’eredità impli-
ca la sua accettazione).
L’accettazione espressa può essere pura e semplice o con beneficio d’inventario. La facoltà di scelta è rimessa al pruden-
te apprezzamento dell’istituito e non ammette limitazioni.
I minori, interdetti, minori emancipati ed inabilitati possono soltanto accettarla con beneficio d’inventario, per pro-
teggere il patrimonio di soggetti non pienamente capaci dai pericoli dell’accettazioni di un’eredità in cui il passivo superi
l’attivo.
Accettazione pura e semplice: determina la confusione del patrimonio ereditario con quello personale dell’erede, il quale
può essere chiamato a rispondere dei debiti ereditari anche con i propri beni
Accettazione con beneficio d’inventario: tiene distinti i due patrimoni e l’erede non è tenuto a pagare i debiti ereditari se
non entro i limiti del valore dei beni ereditati. I creditori del defunto hanno preferenza sul patrimonio ereditario di fronte ai
creditori dell’erede.
Per effetto dell’accettazione con beneficio d’inventario, il chiamato può procedere al soddisfacimento dei creditori ereditari
attraverso il pagamento individuale o la liquidazione concorsuale dell’eredità.
Separazione dei beni del defunto dai beni dell’erede: per evitare che l’accettante possa scegliere l’accettazione pura e
semplice allo scopo di dar luogo al concorso tra i creditori dell’eredità (i quali sarebbero stati protetti in caso di beneficio
d’inventario) ed i creditori personali, è previsto che i creditori ereditari possano chiedere la separazione dei beni del defun-
to da quelli dell’erede, in modo tale che quelli che hanno chiesto la separazione potranno soddisfare i suoi crediti con prio-
64
rità rispetto ai creditori personali dell’erede. Inoltre questa separazione non preclude ai separatisti di soddisfare le sue pre-
tese con il patrimonio personale dell’erede.
6 - Rinunzia all’eredità
Il delato si spoglia del diritto di accettare l’eredità. E’ atto solenne sotto pena di nullità La rinunzia sottoposta a condizio-
ne, a termine o parziale, è nulla. E’ annullabile se sia frutto di violenza o dolo. Chi rinunzia all’eredità è come se non ne
fosse mai stato chiamato. La rinunzia produce l’ulteriore effetto di rendere operante la delazione a favore dei chiamati suc-
cessivi.
In caso di eredità con passivo superiore all’attivo, la rinunzia sarà buona per i creditori del rinunciante che così non an-
dranno in concorso con i creditori dell’ereditando. In caso contrario i creditori del rinunciante non potranno contare con i
beni ereditati, ma per evitare questo problema il legislatore predispone l’impugnazione della rinunzia con la quale i credi-
tori del rinunciante obbligano lo stesso ad accettare l’eredità.
9 - La successione testamentaria
Differenza tra successione testamentaria e successione legittima
testamentaria: assume rilevanza l’interesse individuale del testatore di disporre dei suoi interessi
legittima: viene in considerazione il legame familiare che univa i vari successibili al defunto
Caratteri fondamentali del negozio testamentario:
patrimonialità
unilateralità: la sua efficacia prescinde dall’accettazione del chiamato
non recettizietà: produce i suoi effetti indipendentemente da qualsiasi onere di comunicazione agli interessati
unipersonalità: la volontà promana da un solo soggetto (e sarà inammissibile un testamento collettivo) (ma sarà
possibile un unico corpo documentale nel quale siano comprese disposizioni appartenenti a persone diverse, purché
le stesse siano senza collegamento: c.d. testamento simultaneo
personalissimo: non tollera alcuna sostituzione per il suo compimento
revocabilità: facoltà, irrinunciabile ed esercitabile fino all’ultimo, di levare efficacia all’atto precedentemente
compiuto. Può essere fatta con atto ricevuto dal notaio con due testimoni o con nuovo testamento che indichi e-
spressamente di revocare il recedente (revoca espressa). La confezione di un nuovo testamento anche senza
l’indicazione della revoca comporta la revoca delle disposizioni precedenti che risultino incompatibili con la nuova
versione (revoca tacita). Il testamento olografo cancellato, distrutto o lacerato dal testatore si considera revocato
in tutto o solo in parte; o la vendita da parte del testatore della cosa legata, determinano la revoca (revoca presun-
ta). Sono revocate di diritto le disposizioni fatte da chi a tempo del testamento non aveva figli o ignorava di aver-
li.
Forme: oltre alla forma scritta, sono prescritte le forme ordinarie e speciali:
speciali: caratterizzati per il loro minore rigore e la limitata efficacia nel tempo, la quale viene a meno appena ces-
sa la situazione eccezionale (es. epidemia, guerra)
ordinarie:
o testamento olografo: segretezza e semplicità di redazione. Occorre solo che l’atto sia datato, scritto inte-
ramente da pugno del testatore e sottoscritto in calce dallo stesso
o testamento per atto di notaio:
pubblico: è l’atto ricevuto da notaio alla presenza di 2 testimoni. Ha meno segretezza ma ha effi-
cacia probatoria.
segreto: consegna da parte del testatore ad un notaio della scheda contenente le sue disposizioni e
la successiva stesura a cura del pubblico ufficiale del verbale di ricevimento attestante l’avvenuta
consegna
Vizi di forma: di regola il difetto di forma determina l’invalidità, ma per proteggere la volontà del testatore la disciplina è
diversa da quella dettata per gli atti tra vivi. Infatti, il testamento olografo è nullo solo se privo di autografia o sottoscrizio-
ne, e nel caso di testamento per atto di notaio è nullo solo se manca la redazione del notaio delle dichiarazioni del testatore
o la sottoscrizioni di notaio o testatore. Gli altri vizi determinano la sola annullabilità, che potrà essere fatta valere da chi-
unque abbia interesse (annullabilità assoluta). Si ritiene inesistente il testamento orale.
Pubblicazione: il testamento segreto o olografo va pubblicato dal notaio al fine di rendere edotti della loro esistenza gli in-
teressati. Il notaio provvede alla comunicazione degli eredi dei cui conosce il domicilio o residenza.
Capacità di disporre per testamento: è data a chi è capace di agire.
Capacità di ricevere testamento: ne sono privi gli incapaci di succedere, e quanti a cagione della loro posizione sono in-
capaci di ricevere solo per testamento e solo nei confronti di determinati soggetti (es. il tutore o protutore, il nota-
io/testimoni/l’interprete, o chi a scritto o ricevuto il testamento segreto).
Vizi della volontà: non deve essere affetta da errore, violenza o dolo. In generale i vizi della volontà sono causa di annul-
labilità e la l’esercizio spetta a chiunque vi abbia interesse.
Certezza della volontà testamentaria: il testatore deve esprimere la propria volontà in modo certo ed inequivocabile: e-
satta identificazione del destinatario della disposizione e del contenuto della disposizione.
10 - La successione legittima
In mancanza di un testamento valido trovano applicazione le norme sulla successione legittima.
L’art 565 prevede che l’eredità sia devoluta al coniuge, ai discendenti legittimi e naturali, agli ascendenti legittimi, ai colla-
terali, agli altri parenti entro il sesto grado e infine allo Stato.
Successione del coniuge: Al coniuge spetta la metà dell’eredità se concorre con un solo figlio, ed un terzo se con più di
un figlio. In mancanza di figli, al coniuge spetta due terzi quando concorre con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle
(ovvero gli uni e gli altri). In mancanza di tali al coniuge spetta l’intera eredità. Quando il matrimonio è stato dichiarato
nullo dopo la morte di uno dei coniugi, al coniuge superstite di buona fede (coniuge putativo) spetta la quota attribuita al
coniuge normale (tranne se al momento della morte il de cuius era legato da valido matrimonio). Stesso vale per il coniuge
separato cui non sia stata addebitata la separazione. Invece se era stata addebitata la separazione spetterà soltanto un asse-
gno vitalizio. Il coniuge divorziato esce dalla cerchia dei successibili.
Successione dei figli: sia figli naturali e figli legittimi succedono i genitori in parti uguali. Unica differenza è il diritto di
commutazione a favore dei figli legittimi. I figli legittimi sono equiparati ai figli legittimati e ai figli adottivi. Il figlio adot-
tato rimane estraneo alla successione dei parenti dell’adottante. Ai figli incestuosi spetta un assegno vitalizio pari alla ren-
dita della quota di eredità che sarebbe loro spettata se il loro rapporto di filiazione fosse stato accertato.
Successione degli ascendenti: solo se non ci sono discendenti, ne fratelli ne sorelle. Il parente di grado più prossimo e-
sclude quello più remoto. Se sono di pari grado si devolve metà a quelli della linea paterna e metà alla linea materna.
Successione dei fratelli/sorelle: se mancano gli ascendenti. Tra fratelli sorelle germani (stesso padre e stessa madre) si di-
vide in parti uguali. Ai fratelli e sorelle unilaterali (solo da parte da padre o da madre) spetta la metà della quota dei fratelli
germani. Se fratelli e sorelle concorrono con ascendenti sono tutti ammessi alla successione per capi, ma agli ascendenti
spetterà almeno la metà dell’eredità.
Successione degli altri parenti: se non c’è coniuge, ne prole, ne ascendenti, ne fratelli/sorelle (o loro discendenti), spetterà
ai parenti collaterali dal terzo al sesto grado, senza distinzione di linea.
Successione dello Stato: caso in cui nessuno dei successibili venga alla successione: l’eredità è devoluta allo Stato, che
l’acquista di diritto. La responsabilità per i debiti è limitata al valore dei beni acquistati.
11 - La successione necessaria
Il legislatore attribuisce parte del patrimonio (detta legittima o quota di riserva) a taluni soggetti, in considerazione del
particolare rapporto che li lega al defunto. Sono:
Il coniuge. Li spetta anche il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e l’utilizzo dei mobili. Al
coniuge separato cui sia stata addebitata di separazione spetta soltanto un assegno vitalizio se al momento della
successione godesse degli alimenti a carico del coniuge deceduto.
I figli legittimi, naturali, legittimati e adottivi. Al figlio naturale non riconoscibile spetta soltanto un assegno vitali-
zio a condizione che il genitore non abbia disposto per donazione o testamento.
Gli ascendenti, considerati solo se non ci sono discendenti.
Per stabilire la quota di cui il testatore può liberamente disporre (quota disponibile) si procede alla riunione fittizia (mero
calcolo matematico): tutti i beni, meno i debiti, più i beni di cui si è disposto per donazione = massa totale. La massa totale
meno il calcolo delle quote di riserva = quota disponibile.
Se, nel caso di successione regolata dalla legge, emerge una lesione quantitativa della riserva, le porzioni che spetterebbero
agli altri successibili si riducono proporzionalmente nei limiti in cui è necessario per integrare la quota riservata ai legitti-
mari.
67
Se, nel caso di successione regolata dal testamento, emerge una lesione quantitativa della riserva, il legittimario può fare
valere le proprie ragioni con l’azione di riduzione delle disposizioni testamentarie (le quali vengono ridotte proporzio-
nalmente fino alla reintegrazione della riserva).
Legato in sostituzione o in conto di legittima: se il testatore ha disposto di un legato alfine di tacitare le ragioni del legitti-
mario, questo può decidere se conseguire il legato oppure rinunciarvi e chiedere la legittima.
Patto di famiglia: Una deroga alle regole delle successioni è la disciplina del patto di famiglia: contempla la possibilità
dell’imprenditore di trasferire l’azienda ad uno o più discendenti. La posizione del coniuge e degli altri legittimari è tutelata
attraverso il pagamento (da parte dei beneficiari) di una somma corrispondente al valore delle quote del art 536, ma se non
sono stati inclusi nel contratto possono comunque richiedere tale somma all’apertura della successione.
12 - Le donazioni
Donazione: il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un
suo diritto o assumendo verso la stessa una obbligazione”. Quindi occorre l’incontro di volontà del donante e del donata-
rio.
Effetti: arricchimento del donatario e depauperamento del donante.
Per porre freno alla prodigalità del donante, la legge vieta la donazione di beni futuri.
Animus donandi: La donazione deve essere sorretta dall’animus donandi (cioè l’intenzione di arricchire il donatario per
spirito di liberalità). Se l’attribuzione viene posta in essere per adempiere ad un obbligo giuridico o anche morale non a-
vremo donazione. Lo spirito di liberalità c’è quando l’attribuzione sia per liberalità fatta per riconoscenza o in considera-
zioni di meriti del donatario, o per speciale rimunerazione (donazione rimuneratoria).
Forma solenne: deve essere fatta, a pena di nullità, per atto pubblico e con 2 testimoni. Per le donazioni di modico valore è
sufficiente la consegna della cosa.
Capacità di donare: solo chi ha la piena capacità di disporre dei propri beni. Quindi il minore emancipato, l’interdetto,
l’inabilitato e l’inabilitando possono donare solo nei limiti previsti dalla legge. La donazione dell’incapace di intendere o
di volere può venire annullata su istanza del donante, i suoi eredi o aventi causa.
Capacità di ricevere per donazione: è estesa ai nascituri concepiti e anche ai non concepiti con le stesse modalità in ma-
teria successoria
Contenuto: la persona del donatario e l’oggetto della donazione sono rimesse alla esclusiva volontà del donante. E’ possi-
bile affidare a un terzo la scelta dell’oggetto, purché scelga tra quelle indicate dal donante (ovvero entro limiti stabiliti dallo
stesso). E’ possibile affidare a un terzo la scelta del beneficiario, purché scelga tra quelli indicati dal donante (ovvero da
una ben determinata categoria di persone).
Donazione modale: la donazione, come il testamento, può essere gravata da un onere. L’onere illecito o impossibile si
considera non apposto. Se esso ha rappresentato il solo motivo della donazione allora è causa di nullità dell’atto.
Responsabilità del donante: il donante risponderà dell’inadempimento o del ritardo nella esecuzione della prestazione so-
lamente in caso di dolo o colpa grave, e sarà tenuto alla garanzia per l’evizione del bene donato solo se espressamente pre-
vista.
Revocazione: la donazione può essere revocata per ingratitudine o per sopravvenienza di figli.
68