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1
Generalità: materiali
Acciaio per molle
Limite elastico
Limite elastico
Acciaio comune
Generalità: rigidezza
L0
2
Generalità: rigidezza
F
F k
δ LF
Molle di flessione:
I, Wf P
3E I PL
P f max
f L3 Wf
rigidezza k
L
Molle di torsione: Mt
J, Wt
GJ Mt
Mt max
L Wt
rigidezza k
L
3
4
5
6
7
8
Generalità: coefficiente di utilizzo
Molle di trazione: Cu 1
1
Molle di flessione: Cu (lamina rettangolare)
9
1
Molle di flessione: Cu (lamina triangolare)
3
1
Molle di torsione: Cu (barra cilindrica)
2
9
Generalità: coefficiente di utilizzo
bh 3 h 1 1 12 PL 12 P L
3
2P L 2 3 2 3
I Pf P
12 2 2 3 E bh 3
6 E bh 3
E bh 3
b
bh 3 h 1 1 12 PL 12 P L
3
2P L 2 3 2 3
I Pf P
12 2 2 3 E bh 3 6 E bh 3 E bh 3
b
10
Generalità: coefficiente di utilizzo
bh 3 h 12 Lbh 6 PL
2
18 P 2 L3
I V
12 2 E 2 E bh 2 Ebh 3
b
V Lbh
11
Generalità: coefficiente di utilizzo
bh 3 h 12 Lbh 6 PL
2
18 P 2 L3
I V
12 2 E 2 E bh 2 Ebh 3
b
V Lbh
Variabili in gioco:
resistenza statica e/o a fatica
rigidezza richiesta (relazione carico-freccia)
ingombro e peso
frequenza propria del sistema
instabilità a compressione
comportamento non lineare (molle “dure” e “soffici”)
smorzamento
…
12
Molle di torsione ad asse rettilineo: barre di torsione
L
Relazioni fondamentali:
Mt J
G
d4 G
d4 E
Mt
M t k
L 32 L 32 2 1 L
Mt 16 M t
max max
Wt d3
Una volta scelta la classe del materiale con cui realizzare la barra, che ci vincola
il valore di G, le dimensioni d ed L sono fissate sulla base degli ingombri e della
rigidezza richiesti utilizzando la relazione carico-freccia.
Segue la verifica a resistenza (statica o a fatica) che viene fatta impiegando gli
usuali criteri adottati per il dimensionamento dei componenti meccanici.
Alle molle si applicano, in genere, coefficienti di sicurezza X di poco superiori a 1.
Relazioni fondamentali:
Dalle relazioni valide per le barre
di torsione: M t k
sapendo che:
P
D D 2f
Mt P , f
2 2 D
D G 2 2 G 2
si ottiene: P J f P J f Pk f
2 L D D L D
Mt
2 G 2 2 d4 G 2 d 4G d 4 E cos
P J f f f f
D L D D 32 L D 8 D2L 16 (1 ) n D 3
in cui: n = numero spire attive
L è stata posta uguale a n D cos D = diametro della spirale
E = angolo della spirale
G è stato sostituito con
21
13
Molle di torsione ad asse non rettilineo: molle elicoidali
Relazioni fondamentali:
P
d 4G
f
d 4 E cos
f P
8 D2L 16 (1 ) n D 3
Si noti che gli effetti dovuti alla curvatura del tondino con cui è costruita la
spirale sono stati qui trascurati. Infatti, una molla che abbia il rapporto D/d
(detto indice della molla) piccolo risulta avere una rigidezza maggiore di
quella espressa dalla formula riportata.
Relazioni fondamentali:
PD 2 4 P 8 P D 16 cos P
max max
Wt 3 A cos d3 3 d2
8 P D 2 cos d
1
d3 3 D
Il coefficiente 2 3 cos è spesso approssimato a 0,5; in questo modo si
tiene conto della ridistribuzione delle tensioni che si ottiene plasticizzando
localmente il materiale.
Anche in questo caso sono stati trascurati gli effetti dovuti alla curvatura
della spirale. Infatti, quando una trave curva è sollecitata a torsione il suo
lembo interno risulta più sollecitato di quello esterno.
La concentrazione delle tensioni dovuta alla curvatura dell’elica non può
essere trascurata nella progettazione delle molle che lavorano a fatica,
per cui la formula precedente deve essere così corretta:
8P D 4 d D 2 cos d
max
3
d 41 d D 3 D
14
Progetto di molle elicoidali
h0
15
Progetto di molle elicoidali
PMIN
PMAX
Pp
f
h0
hp
PMAX PMIN
f = escursione di lavoro Rigidezza k
f
Rapporto D/d ≥ 3 ÷ 4
16
Molle in serie e parallelo
F F1 F2
Molle in SERIE:
1 2
1
K
1
K
i
F F F 1 K1 K 2
K
1 2 F K1 F K 2 1 K1 1 K 2 K 1 K 2
Molle in PARALLELO:
1 2
F F1 F2
F F1 F2 F1 F2
K
K K1 K 2
K Ki
17
Molle di flessione: balestre
P Relazioni fondamentali:
I(x), Wf(x)
3EI PL
P f max
L3 Wf
L
x
Poiché le molle di flessione a sezione costante risultano avere un coefficiente di
utilizzo molto basso, queste sono in genere realizzate cercando di portare la
tensione massima su ciascuna sezione al valore massimo ammissibile.
Quindi, introducendo la coordinata x, potremo ricavare la legge di variazione del
modulo di resistenza Wf che porta la max di ciascuna sezione al valore massimo
ammissibile 0.
Px
max ( x ) 0 cost
W f ( x)
18
Molle di flessione: balestre
x x
b( x ) b0 , h( x ) h0
L L
La prima delle due leggi di variazione porta allo schema di molla di flessione
a lamina triangolare:
E b0 h03
P f
6 L3
6PL
b0 L max
b0 h02
1
Cu
3
Nella pratica costruttiva si passa dalla forma triangolare a quella trapezoidale per
rendere possibile l’applicazione del carico all’estremità libera:
b0 b0
b1
Il valore della rigidezza k potrà essere ottenuto (in prima approssimazione) come
quello ricavabile dal parallelo di una molla triangolare con una rettangolare:
19
Molle di flessione: balestre
b1
b1
2
Eb0 h03 2 b1 b0
K con b0 nb1
4 L3 3
x x
b( x ) b0 , h( x ) h0
L L
La seconda delle due leggi di variazione porta allo schema di balestra a spessore
variabile:
20
Molle di flessione: molle a tazza (Belleville)
Le molle di flessione possono avere anche
forme particolari, come le molle a tazza.
Sono dotate di:
-Elevata rigidezza in spazi contenuti
-Buone proprietà di smorzamento per attrito su
superfici di appoggio e tra le stesse molle (se in
parallelo)
-Possibilità di avere diversi tipi di caratteristiche,
anche non lineari
F
h f pacco
t d
D D/d β
1.2 0.29
Relazione forza-freccia: F C
tf
D 2
h f h 0.5 f t 2 1.4
1.6
0.45
0.57
1.8 0.65
t 3h
Forza a pacco (f=h): F C
*
2 0.69
D 2 2.2 0.73
Derivando si ottiene la rigidezza: 2.4 0.75
K
dF
df
C
t
D 2
h 2 3hf 1.5 f 2 t 2
Rigidezza è variabile in f.
Ma per h e f piccoli (< t) K è piuttosto costante
21
Molle di flessione: molle a tazza (Belleville)
1.4
1.2
Caratteristica ~ piatta
0.8 h/t
F/F*
0.1
0.6 0.4
0.75
0.4 1
Caratteristica ~ lineare 1.3
0.2 1.5
1.75
0 2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
f/h
2500
0.1
0.4
2000
0.7
1
1500 1.5
2
forza [N]
2.75
1000
3.5
500
Caratteristica a “S”
‐500
0 1 2 3 4 5 6 7 8
freccia [mm]
Per h/t > 2.4 si ha una curva caratteristica a “S”, utile per meccanismi a scatto
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Molle
Il meccanismo di regolazione
rappresentato in figura è costituito da due
molle (molla1 esterna e molla 2 interna).
Dimensionare la molla interna in modo tale
che ad una forza F corrisponda uno
spostamento x del punto di applicazione
della forza. In seguito effettuare la verifica
a resistenza delle due molle.
F 160 N
x 2 mm
E 200000 MPa
0.3
s 510 MPa
Molla1
D 50 mm
C 5
10 °
nt 7
na 5
23
Esercizio: meccanismo di regolazione
Il meccanismo di regolazione
L
rappresentato schematicamente in
figura è costituito da una lamina ret-
F tangolare e da una molla elicoidale.
Durante il funzionamento viene sol-
lecitata inizialmente la lamina men-
tre successivamente vengono cari-
cate contemporaneamente la lami-
H na e la molla.
b Si chiede di determinare:
1. il massimo abbassamento subito
dall’estremità della lamina in se-
guito all’applicazione di un carico F
2. la tensione massima agente sulla
molla.
3. la forza massima prima che la
molla arrivi a pacco.
24