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15/1/2021 L’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus?

L’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus?

FACT-CHECKING

L’influenza stagionale è più pericolosa


del nuovo coronavirus?
Secondo l'Oms i casi confermati di contagio da nuovo coronavirus erano oltre
73.300 in 25 Paesi del mondo, causando 1870 morti. Quanti decessi invece
causa invece l'influenza stagionale? 

di Pagella politica di Agi

C O R O N AV I R U S INFLUENZA

aggiornato alle 07:13 20 febbraio 2020

https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-02-20/coronavirus-influenza-stagionale-7136419/ 1/8
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Secondo i dati più aggiornati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), al 18


febbraio i casi confermati di contagio da nuovo coronavirus erano oltre 73.300 in 25 Paesi
del mondo. Di questi, il 98,9 per cento era in Cina, dove a causa del virus si stima siano
morte 1.870 persone, mentre sono stati tre i decessi fuori dai confini cinesi.

Ma quanti morti ci sono ogni anno a causa dell’influenza stagionale? È possibile fare un
confronto con il nuovo coronavirus?

Andiamo a vedere che cosa dicono i numeri.

Che cos’è l’influenza stagionale


"L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi
diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione
delle misure di controllo", ha scritto il Ministero della Salute nel rapporto “Prevenzione e
controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019”. "È tra le poche
malattie infettive che di fatto ogni uomo sperimenta più volte nel corso della propria
esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive".

Da un punto di vista clinico, come spiega Epicentro (il portale dell’epidemiologia


dell’Istituto superiore di sanità), l’influenza "è una malattia respiratoria acuta causata da

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virus influenzali". È definita "stagionale" perché si presenta generalmente durante il


periodo invernale.

Dal 1933 – data del primo isolamento – sono stati individuati quattro tipi di virus influenzali
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(A, B, C e D, tutti della famiglia Orthomixoviridae), ma sappiamo con certezza che solo i
primi tre possono colpire gli esseri umani. Tra questi, quelli di tipo A e B sono ritenuti i
responsabili dei sintomi – come febbre, mal di testa, mal di gola e tosse – della classica
influenza (i virus di tipo C generano al più un raffreddore).

Per comprendere l’epidemiologia dell’influenza stagionale bisogna sottolineare un aspetto


centrale.

Tutti i virus influenzali hanno una "marcata tendenza" a variare, spiega l’Iss, "cioè ad
acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la
barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito
l’infezione influenzale". In parole povere: questi virus mutano in modo da evitare che gli
anticorpi creati dalle precedenti versioni del virus siano ancora efficaci.

Questa peculiarità ha due conseguenze dirette: da un lato la composizione dei vaccini


influenzali va aggiornata ogni anno; dall’altro è fondamentale l’attività di sorveglianza per
monitorare stagionalmente la diffusione della malattia e le sue caratteristiche, come il
numero dei contagiati.

Quanti sono i contagiati


Ogni stagione invernale, InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e
virologica dell’influenza, coordinato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Iss)
pubblica settimanalmente sul suo sito i risultati del monitoraggio a partire dalla settimana
n. 42 di un anno (metà ottobre) alla settimana n. 17 dell’anno seguente (fine aprile).

In base ai dati più aggiornati, dal 14 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 – dunque a quasi i due
terzi del periodo monitorato – il numero di casi simil-influenzali è stato di 5.018.000 (il
rapporto completo è consultabile nel link in fondo alla pagina).

Ad oggi le regioni maggiormente colpite sono la Val D’Aosta, l’Umbria, le Marche, il Lazio,
l’Abruzzo, il Molise e la Basilicata. Il picco stagionale è stato raggiunto nella quinta
settimana del 2020.

Al termine della stagione influenzale 2018-2019, i casi erano stati 8.104.000 , tra il 2017 e il
2018 8.677.000 e tra il 2016 e il 2017 5.441.000 . 

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Questi numeri ci danno un’idea della portata del fenomeno, ma non riguardano tutti i reali
casi di contagio. "Si sottolinea che l’incidenza dell'influenza è spesso sottostimata poiché
la malattia può essere confusa con altre malattie virali e molte persone con sindrome simil-
L’influenza
influenzalestagionale è più pericolosa
non cercano assistenzadel nuovo coronavirus?
medica", ha scritto il Ministero della Salute nelle sue
raccomandazioni.

Secondo i dati dell’Iss, è possibile dire che ogni anno le sindromi simil-influenzali
coinvolgono circa il 9 per cento dell’intera popolazione italiana, "con un minimo del 4 per
cento, osservato nella stagione 2005-06, e un massimo del 15 per cento registrato nella
stagione 2017-18".

Le fasce più colpite della popolazione sono quelle in età pediatrica (0-4 anni e 5-14 anni) e
con 65 anni e oltre.

Secondo il Ministero della Salute, che riporta i dati del Centro europeo per il controllo delle
malattie (Ecdc), ogni anno in Europa si stimano circa 50 milioni di casi sintomatici di
influenza, e fino a un miliardo nel mondo, secondo dati dell’Oms.

Ma quante sono le morti in Italia causate dall’influenza stagionale?

I numeri sui morti


"In Italia i virus influenzali causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno, con
circa 200 morti per polmonite virale primaria", ha spiegato a Pagella Politica Fabrizio
Pregliasco , virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano. "A seconda delle
stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute
a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza".

I virus influenzali possono infatti creare delle complicazioni – soprattutto in adulti e


bambini con malattie gravi, persone con più di 65 anni, donne in gravidanza e alcune
categorie professionali, come gli operatori sanitari – che aumentano il rischio di morte.

"L’influenza fa crescere la temperatura corporea, aumenta la gittata cardiaca, rende più


difficile la respirazione, e gli studi mostrano che questo, per esempio, ha una correlazione
con un rischio di infarto maggiore", ha spiegato a Pagella Politica Pregliasco. "Chi respira
già male può prendersi la polmonite per colpa dell’influenza, per esempio quella batterica
secondaria".

In generale, spiega l’Iss, si stima comunque che il tasso di letalità dell’influenza stagionale
(ossia il rapporto tra morti e contagiati) sia inferiore all’uno per mille.

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Il confronto con il COVID-19


Possiamo quindi dire che l’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus (ora
chiamato SARS-CoV-2, che causa la malattia ribattezzata dall’Oms COVID-19),
L’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus?
considerato che solo in Italia i morti per la prima sono ogni stagione più alti di quelli
registrati finora in Cina a causa del secondo?

A livello generale la risposta, che come vedremo si basa per ora su dati provvisori, è “no”.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, la risposta è positiva.

"L’influenza stagionale, in questo momento in Italia, è un problema ed è l’unico problema


che c’è perché il nuovo coronavirus non ce lo abbiamo", ha sottolineato Pregliasco. Ma
questo dipende dal fatto che in Italia non si è diffuso il nuovo coronavirus. Se guardiamo ai
numeri, provvisori, le cose cambiano.

Abbiamo visto nell’introduzione che su oltre 73.300 contagiati da SARS-CoV-2, i morti per
COVID-19 sono stati 1.870. Questo lascerebbe suggerire che il tasso di letalità del nuovo
coronavirus sia del 2,5 per cento circa, dunque 25 volte più alto di quello dell’influenza.
Tuttavia è ancora decisamente troppo presto per trarre conclusioni in proposito. I dati alla
base di questo calcolo sono infatti non definitivi e, secondo gli esperti, probabilmente
incompleti.

"Si parla di numeri altamente provvisori", ha sottolineato ancora Pregliasco. "Per esempio,
in Cina non abbiamo l’esatto valore del denominatore, ossia dei contagiati, che potrebbero
essere molti di più. Quella che si ha adesso sulla mortalità è quasi sicuramente una
sovrastima". Insomma non si può escludere che il tasso di letalità del coronavirus, alla fine,
non sia poco più alto da quello di una comune influenza stagionale. La differenza però è
che mentre il primo non è diffuso in Italia – ci sono solo pochissimi casi e attentamente
monitorati  – la seconda sì.

Ad oggi, dunque, il nuovo coronavirus in Italia non è pericoloso, e come spiega l’Iss,
sebbene i sintomi lievi del COVID-19 siano molto simili a quelli dell’influenza stagionale, nel
nostro Paese non c’è bisogno di fare allarmismo. Anche se la situazione resta grave e come
tale va affrontata a livello internazionale, per quanto riguarda il controllo e la prevenzione,
in Italia sintomi come febbre e tosse sono attribuibili nella stragrande maggioranza dei casi
all’influenza, e nella restante parte ad altre malattie.

"Il problema che pone il nuovo coronavirus è di tipo potenziale perché uno scenario
possibile per il futuro è quello pandemico – ha sottolineato Pregliasco – in cui venga
contagiata una buona parte della popolazione". Ma questo, appunto, è una eventualità,

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evitabile se per esempio si riuscirà a contenere il contagio, concentrato attualmente in


Cina.

L’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus?


Conclusione
Secondo le stime del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore della sanità, in Italia
ogni anno circa il 9 cento della popolazione è colpito da sindromi simil-influenzali, con un
numero di morti che oscilla tra i 300 e i 400 decessi diretti dovuti all’influenza, e tra i 4 mila
e i 10 mila decessi tra chi sviluppa complicanze gravi a causa dei virus influenzali.

Il tasso di letalità (ossia il rapporto tra morti e contagiati) si attesterebbe quindi intorno allo
0,1 per cento (l’uno per mille), mentre un discorso diverso vale per il nuovo coronavirus, che
ad oggi non è presente in Italia.

Per quanto ne sappiamo finora, i dati sul SARS-CoV-2 ci dicono che il suo tasso di letalità
potrebbe aggirarsi intorno al 2,5 per cento, ma è ancora troppo presto per avere
conclusioni epidemiologiche solide, dal momento che non è soprattutto chiaro quanti
effettivamente siano i contagiati totali. Potrebbe infatti esserci un numero molto elevato di
persone che non si sono recate negli ospedali, avendo accusato solo dei sintomi lievi e
facendo affidamento a rimedi tradizionali, soprattutto nelle prime fasi di diffusione del
virus.

Ad oggi, in Italia la pericolosità del nuovo coronavirus è comunque solo potenziale, mentre
quella dell’influenza stagionale (seppure con numeri sulla letalità più bassi) è reale. Per
questo motivo, soprattutto per le categorie più a rischio, sono raccomandate le
vaccinazioni.

A R T I C O L I C O R R E L AT I

Pioggia di critiche sul governo svedese per la gestione della pandemia


Mentre aumentano mortalità e contagi da Covid-19, i socialdemocratici al governo
scendono nei sondaggi a causa delle restrizioni troppo poco rigide. Opposizione all'attacco

Riunione di emergenza all'Oms, preoccupano le nuove varianti del virus


La recrudescenza del virus colpisce anche la Cina, che ha annunciato nelle ore scorse la
prima morte per Covid-19 da maggio, nonostante sembrasse aver debellato la pandemia
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Papa Francesco si è vaccinato in Vaticano


Lo riferisce il quotidiano argentino La Nacion. Il pontefice aveva già annunciato la sua
intenzione (condivisa
L’influenza anche dal
stagionale è più Papa
pericolosa emerito
del nuovo Benedetto XVI)
coronavirus?

Tutte le notevoli di erenze tra la prima e la seconda ondata di contagi


La prima è stata più letale ma è durata molto meno della seconda. Un report di
Altems sottolinea il diverso impatto del virus nei due periodi della crisi sanitaria

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