“Il più bel promontorio del mondo” di Goethe, visto dalla famosa località
balneare di Mondello Fossile di rudista in parete.
(Cenomaniano)
Bibliografia
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NICCHITTA D. & MESSINA A. (2008) - Le geodiversità della Riserva Naturale Orientata "Monte Pellegrino" (Sicilia Nord-Occidentale Italia) quali elementi promotori
di un turismo culturale nel "più bel promontorio del mondo". Poster abstract, Workshop Società Geologica Italiana Sez. giovani, Messina, 29-31 Maggio 2008.
Links
http://www.riservamontepellegrino.palermo.it http://www.palermoweb.com/montepellegrino
A cura di
D. Nicchitta & A. Messina
Informazioni aggiuntive
Fin dai tempi più antichi, il Monte Pellegrino rappresentò un punto strategico di difesa e di rifugio per la Sicilia Nord-Occidentale, in quanto elemento di raccordo
tra il mare aperto e la terraferma, ricco di grotte e di ripari.
Interessantissime sono le testimonianze archeologiche pervenuteci, come i graffiti parietali in grotta, e i numerosi resti di nuclei stanziali preistorici della prima
metà dell'Eneolitico, alcuni dei quali abitati fino in età punica e romana.
Gran parte dei reperti recuperati (orci, olette, tazze, vasellame, frammenti ceramici e ossa fossilizzate) sono conservati presso il Museo Archeologico di Palermo.
Le prime fonti letterarie su Monte Pellegrino ci provengono dallo storiografo Polibio (150 a.C.) che lo chiamò "Carcere" o "Epiercta" in virtù delle sue caratteristiche
morfologiche che, durante la I Guerra Punica (circa 250 a.C.), consentirono ai Cartaginesi di resistere ai Romani per circa tre anni.
Il Massiccio incantò anche Goethe che durante il suo viaggio in Sicilia nel 1767 lo descrisse come "Il più bel promontorio del mondo..." Se dai Romani il Massiccio
fu denominato “Peregrinus” (ostile, nemico) a causa della sua inaccessibilità, per le altre culture che si succedettero il Monte Pellegrino assunse una dimensione
sacrale e fu considerato la Casa degli Dei.
Risalgono al IV-III sec. a.C. le tracce culturali che riportano al culto della divinità greca Kronos (Kronion fu uno dei tanti appellativi che furono dati al monte) o
di quella cartaginese Baal Hammon.
Sicuramente più ricca è la tradizione cristiana, le cui prime testimonianze risalgono al VII sec. d.C. in epoca bizantina. Grande rinomanza, infatti, viene data al
Monte Pellegrino per la storia di Santa Rosalia e per la sua Grotta-Santuario (vedi scheda La grotta di Santa Rosalia).
Il Monte Pellegrino, oltre ad essere un promontorio dalla forte vocazione turistica per le sue caratteristiche naturalistiche, archeologiche, etno-culturali e religiose,
presenta numerose ed interessanti geo-peculiarità, tali da doverlo considerare un Max-Geosito.
Quale primo contributo finalizzato alla fruizione culturalmente corretta e responsabile dell’area sono stati elaborati tre geo-itinerari che, sulla base di 11 Geositi,
ricostruiscono e documentano la geo-storia del Promontorio nel contesto della geodinamica della Sicilia occidentale, coniugando le geo-peculiarità agli aspetti
turistici più salienti del luogo (Nicchitta & Messina, 2007; 2008).
I percorsi elaborati offrono un esempio di integrazione tra georisorse, valenze paesaggistiche e archeologiche ai fini del rafforzamento dell'identità locale, della
crescita culturale, della gestione consapevole del Territorio e della realizzazione di iniziative e progetti per un Turismo ecosostenibile e/o culturale di nicchia.