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Viaggio di Goethe in Italia (dopo 220 anni)

Scheda Denominazione Nazione Regione Provincia


Il Monte Pellegrino Italia Sicilia Palermo

Inquadramento Cartografico Foto

“Il più bel promontorio del mondo” di Goethe, visto dalla famosa località
balneare di Mondello Fossile di rudista in parete.
(Cenomaniano)

Tema affrontato Valore geoscentifico


Storia evolutiva della Piattaforma Carbonatica Panormide, un dominio paleogeorafico
storia della geologia x sedimentologia x scienze naturali Meso-Cenozoico del margine Sud Tetideo
x geologia s.s. x geomorfologia x archeologia Esempi di strutture tettoniche a scala micro-meso e macroscopica.
x stratigrafia x antropogeomorfologia x storia Esempio di forme carsiche ipogee ed epigee
petrografia x geoturismo x storia dell'arte Museo paleontologico a cielo aperto (macrofossili meso-cenozoici).
mineralogia meteorologia

Descrizione di Goethe Descrizione di oggi


Alle tre del pomeriggio, con sforzo e fatica, entrammo finalmente Il promontorio di Monte Pellegrino si protende verso il Mar Tirreno con andamento NNW-
nel porto dove ci si presentò il più ridente dei panorami. Mi sentivo SSE, con una superficie di circa 1000 ettari, elevandosi fino a 606 m, e delimitando a NW
del tutto rimesso, e il mio godimento fu grande. La città situata ai il Golfo di Palermo e a SE il Golfo di Mondello.
piedi di alte montagne, guarda verso nord; su di essa, conforme Il Massiccio presenta versanti molto ripidi e pareti subverticali (falesie) associate a spianate
all’ora del giorno, splendeva il sole, al cui riverbero tutte le facciate sub-orizzontali di abrasione marina talvolta ricoperte dai depositi calcarenitici. Le falesie
in ombra delle case ci apparivano chiare. A destra il Monte Pellegrino, sono legate ad una delle fasi di stazionamento alto del livello del mare durante il Pleistocene,
con la sua elegante linea in piena luce, a sinistra la lunga distesa Nel periodo interglaciale Riss-Wurm, infatti, il livello del mare (Eutirreniano) stazionò a quote
della costa, rotta da baie, penisolette, promontori. Nuovo fascino superiori anche di 50 m rispetto a quelle attuali.
aggiungevano al quadro certi slanciati alberi dal delicato color Le oscillazioni eustatiche di questo periodo sono ben documentate su Monte Pellegrino
verde, le cui cime, illuminate di luce riflessa, ondeggiavano come dove è possibile osservare, a varie altezze, le tracce dell’escavazione marina incise sulla
grandi sciami di lucciole vegetali davanti alle case buie. Una chiara roccia, quali, solchi di battente, falesie, estese superfici di abrasione, allineamenti orizzontali
vaporosità inazzurriva tutte le onde. delle grotte e dei fori di litodomi.
I Processi carsici, sviluppatisi con forme epigee e ipogee sono correlati sia alla natura
Palermo, lunedì 2 Aprile 1787 carbonatica sia all’assetto stratigrafico-strutturale dell’edificio. Le macro-forme diffuse nel
paesaggio sono: uvala e doline, superfici sub-orizzontali intensamente carsificate, canyon
fluvio-carsici, valli secche e cavità ipoge (vedi scheda La grotta di Santa Rosalia),.
Estremamente diffuse anche le forme di dissoluzione: scanellature, vaschette, solchi,
crepacci, fori e spesso nelle fratture delle rocce e nelle cavità sotterranee si possono
osservare fenomeni di riempimento: spessi strati di alabastro rosato, concrezioni di calcite,
stalattiti e stalagmiti.
Già oggi Kniep mi lasciò fare da solo qualche passeggiata e qualche Il Monte Pellegrino è ubicato nel settore settentrionale dei Monti di Palermo facenti parte
osservazione, per dedicarsi a disegnare fedelmente il profilo del della catena Siciliana-Maghrebide (vedi scheda “Il Golfo di Palermo”).
Monte Pellegrino, il più bello di tutti i promontori del mondo. In questo settore dei Monti di Palermo affiorano potenti successioni di rocce carbonatiche
generatesi in ambiente di mare basso dal Trias all’Eocene. Questo ambiente denominato
Palermo, martedì 3 Aprile 1787 di piattaforma caratterizzato da mare sottile, fondo piatto e un clima sub-tropicale caldo e
umido attualmente assomiglia molto ai banchi carbonatici nelle isole Bahamas o nel Golfo
Persico. L’accumulo dei fanghi di origine carbonatica (disgregazione dei gusci calcarei degli
organismi) associato ad un lento abbassamento del fondo marino (subsidenza) ha permesso
la sedimentazione di enormi spessori (4 Km circa) di carbonati estesi centinaia di chilometri
che costituiscono le piattaforme carbonatiche del passato, in questo caso la Piattaforma
Il grande massiccio roccioso del Monte Pellegrino, più largo che Carbonatica Panormide. L’importante contenuto fossilifero, le strutture sedimentarie e
alto, sorge all’estremità di Nord-Ovest del golfo di Palermo. La sua tettoniche registrate nelle rocce del Monte Pellegrino permettono di ricostruire le fasi evolutive
bella forma non è descrivibile a parole ne troviamo una riproduzione della Piattaforma Carbonatica Panormide. Tra i siti geologici più interessanti si mensiona
imperfetta nel Voyage pittoresque de la Sicile. E’ costituito di pietra l’affioramento dei Calcari a Rudiste del Cretacico (Cenomaniano) lungo la strada “Panoramica”.
calcarea grigia d’epoca remotissima. Le sue roccie sono Il contenuto macro-fossilifero di queste tre sezioni comprende rudiste, gasteropodi e coralli
completamente spoglie, non vi cresce albero ne cespuglio, e solo in splendide condizioni di esposizione anche per l’osservatore non specialista che può così
le propaggini pianeggianti sono scarsamente rivestite di erba e di “passeggiare” all’interno di un reef del Cretacico osservando sia la zonazione laterale delle
muschio. facies sia gli organismi che lo abitavano anche nella originaria posizione di crescita.
I processi deformativi che hanno interessato l’area in oggetto sono da ricollegarsi, come
per altri settori della Sicilia, alla formazione della catena Appenninica generatasi con la
Palermo, venerdì 6 Aprile 1787 collisione del continente Africano e quello Europeo (in realtà i processi geologici sono stati
ben più complessi). Le enormi spinte compressive hanno deformato i calcari di piattaforma
sollevandoli, piegandoli, fratturandoli e traslandoli verso Est e Sudest per un centinaio di
chilometri.
Come risultato di questa complessa deformazione il Massiccio rappresenta un Klippe
(residuo di una falda di ricoprimento), poggiato sui sottostanti depositi argillosi del Flysch
Numidico, costituito da due pieghe anticlinali coricate verso Est di cui una sovrapposta
all’altra (Montanari, 1965; 2004).
L’attuale assetto del Monte Pellegrino è determinato dal risultato combinato della tettonica
e dell’erosione negli ultimi 4 milioni di anni.
Accessibilità Per Palermo Come arrivare
In aereo: Aeroporto internazionale "Falcone-Borsellino", Autostrada A 29 Palermo - Punta Raisi direzione Palermo.
x a piedi in barca In nave: Stazione marittima di Palermo, Via Crispi direzione Nord (a destra uscendo dal porto), Via Monte
Pellegrino direzione Fiera del Mediterraneo. Da Catania e Messina (via A19): Autostrada A 20 direzione Palermo,
Viale Regione Siciliana (circonvallazione) direzione Trapani. Da Catania e Messina (in treno): Stazione centrale
x in macchina x mezzi pubblici Palermo, Metropolitana per la stazione "Notarbartolo" o "Tommaso Natale".
Per Monte Pellegrino da Palermo: in macchina da Via Monte Ercta (la “Panoramica) che permette la salita del
Monte da Valdesi percorrendo una serie di tornanti dai quali è possibile ammirare lo splendido panorama offerto
dal golfo di Mondello; in macchina e autobus da Via Pietro Bonanno (lato fiera); a piedi percorrendo le 34 rampe
del sentiero “Scala Vecchia” solcato dai devoti nel pellegrinaggio al Santuario di Santa Rosalia.

Bibliografia
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CATALANO R. & D'ARGENIO B., (1982) – Schema geologico della Sicilia. In: CATALANO R., D'ARGENIO B., (eds) – Guida alla Geologia della Sicilia Occidentale.
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KIRNER A. (1932) – La Grotta Addaura nel Monte Pellegrino.In “Le vie d’Italia” anno XXXVIII n.2, Milano.
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MONTANARI L. (1965) – La geologia del Monte Pellegrino. Riv. Min. Sic. , n. 88-90 e 91-93.
MONTANARI L. (2004) – Geologica Sicula. Un intreccio tra rocce e storia. Collana di studi e ricerche A.R.P.A. – Sicilia.
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NICCHITTA D. & MESSINA A. (2007) – The geological heritage of the Monte Pellegrino (North-Western Sicily, Italy): from the scientific research to tourism
enhancement. Poster abstract, Sesto Forum Italiano di Scienze della Terra, Rimini, 12-14 Settembre 2007, abstract book p.225.
NICCHITTA D. & MESSINA A. (2008) - Le geodiversità della Riserva Naturale Orientata "Monte Pellegrino" (Sicilia Nord-Occidentale Italia) quali elementi promotori
di un turismo culturale nel "più bel promontorio del mondo". Poster abstract, Workshop Società Geologica Italiana Sez. giovani, Messina, 29-31 Maggio 2008.

Links
http://www.riservamontepellegrino.palermo.it http://www.palermoweb.com/montepellegrino

A cura di
D. Nicchitta & A. Messina

Informazioni aggiuntive
Fin dai tempi più antichi, il Monte Pellegrino rappresentò un punto strategico di difesa e di rifugio per la Sicilia Nord-Occidentale, in quanto elemento di raccordo
tra il mare aperto e la terraferma, ricco di grotte e di ripari.
Interessantissime sono le testimonianze archeologiche pervenuteci, come i graffiti parietali in grotta, e i numerosi resti di nuclei stanziali preistorici della prima
metà dell'Eneolitico, alcuni dei quali abitati fino in età punica e romana.
Gran parte dei reperti recuperati (orci, olette, tazze, vasellame, frammenti ceramici e ossa fossilizzate) sono conservati presso il Museo Archeologico di Palermo.
Le prime fonti letterarie su Monte Pellegrino ci provengono dallo storiografo Polibio (150 a.C.) che lo chiamò "Carcere" o "Epiercta" in virtù delle sue caratteristiche
morfologiche che, durante la I Guerra Punica (circa 250 a.C.), consentirono ai Cartaginesi di resistere ai Romani per circa tre anni.
Il Massiccio incantò anche Goethe che durante il suo viaggio in Sicilia nel 1767 lo descrisse come "Il più bel promontorio del mondo..." Se dai Romani il Massiccio
fu denominato “Peregrinus” (ostile, nemico) a causa della sua inaccessibilità, per le altre culture che si succedettero il Monte Pellegrino assunse una dimensione
sacrale e fu considerato la Casa degli Dei.
Risalgono al IV-III sec. a.C. le tracce culturali che riportano al culto della divinità greca Kronos (Kronion fu uno dei tanti appellativi che furono dati al monte) o
di quella cartaginese Baal Hammon.
Sicuramente più ricca è la tradizione cristiana, le cui prime testimonianze risalgono al VII sec. d.C. in epoca bizantina. Grande rinomanza, infatti, viene data al
Monte Pellegrino per la storia di Santa Rosalia e per la sua Grotta-Santuario (vedi scheda La grotta di Santa Rosalia).
Il Monte Pellegrino, oltre ad essere un promontorio dalla forte vocazione turistica per le sue caratteristiche naturalistiche, archeologiche, etno-culturali e religiose,
presenta numerose ed interessanti geo-peculiarità, tali da doverlo considerare un Max-Geosito.
Quale primo contributo finalizzato alla fruizione culturalmente corretta e responsabile dell’area sono stati elaborati tre geo-itinerari che, sulla base di 11 Geositi,
ricostruiscono e documentano la geo-storia del Promontorio nel contesto della geodinamica della Sicilia occidentale, coniugando le geo-peculiarità agli aspetti
turistici più salienti del luogo (Nicchitta & Messina, 2007; 2008).
I percorsi elaborati offrono un esempio di integrazione tra georisorse, valenze paesaggistiche e archeologiche ai fini del rafforzamento dell'identità locale, della
crescita culturale, della gestione consapevole del Territorio e della realizzazione di iniziative e progetti per un Turismo ecosostenibile e/o culturale di nicchia.

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