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Anno di pubblicazione 2020

Data inserimento in 2020-02-15T11:21:48Z


OA@INAF
Titolo Palazzo Madama con cupola e telescopio. Storia degli osservatori astronomici a
Torino: dalla prima specola sul tetto dell'Accademia delle Scienze, a quella di
Piazza Castello, all'osservatorio di Pino Torinese

Autori SCHIAVONE, Luisa

Handle http://hdl.handle.net/20.500.12386/23061

Rivista TORINO STORIA

Numero 46
FEBBRAIO 2020 59

TORINO SPARITA

Palazzo Madama
con cupola e
telescopio L’ idea di realizzare una specola (os-
servatorio astronomico) a servizio
dell’Università di Torino cominciò
ad essere presa in esame nei primi
palazzo: nei disegni progettuali compare l’idea
di allestirvi un osservatorio astronomico, che
però non fu realizzato.
L’idea tornò a circolare nel 1740 quando la manu-
Il particolare
aspetto di Palazzo
Madama quando,
a metà Ottocento,
reggeva la cupola
STORIA DEGLI OSSERVATORI ASTRONOMICI A TORINO: anni del Settecento, contestualmente alla co- tenzione dell’edificio universitario venne affidata
di un Osservatorio
astronomico. Pagina a
DALLA PRIMA «SPECOLA» SUL TETTO DELL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE struzione dell’edificio universitario voluto dal Re a Bernardo Antonio Vittone: lo testimonierebbe- fronte, uno degli storici
telescopi conservati oggi
A QUELLA DI PIAZZA CASTELLO, ALL’OSSERVATORIO DI PINO TORINESE Vittorio Amedeo II in via Po. Il progetto avrebbe ro sette suoi disegni conservati nella Collezione
nell’Osservatorio di Pino
potuto prendere forma già nel 1714, quando Simeom (Archivio Storico della Città di Torino), nei Torinese
Filippo Juvarra divenne Primo Architetto di Sua quali è riproposta la costruzione di un osservato-
di Luisa Schiavone Maestà e assunse la direzione del cantiere del rio. Neppure il progetto di Vittone fu realizzato.
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A sinistra: la torretta
osservatorio di via
Po. A centro pagina: la
torretta dell’Osservatorio
sull’Accademia delle
Scienze e Giovanni Plana
(statua nel Cimitero
Monumentale)

Specola presso l’Accademia delle Scienze fu


inaugurata il 30 novembre 1790.
La torretta di via Po rimase all’Università sino
alla fine del 1791, quando il Magistrato della
Riforma consegnò all’Accademia delle Scienze
gli strumenti che Beccaria aveva usato per la
misurazione del meridiano.
Palazzo Madama. Tra il 1790 e il 1813 Tommaso
Valperga di Caluso (1737-1815) e Antonio Maria
Vassalli Eandi (1761-1825), si avvicendarono più
volte alla direzione della Specola sul tetto dell’Ac-
cademia delle Scienze, ma fu solo nel 1813, con la
nomina di Giovanni Plana (1781-1864), che la carica
La tradizione fa risalire il primo osservatorio di Direttore venne ufficializzata e le ricerche si ri-
astronomico di Torino al 1759. Le cronache riferi- volsero decisamente verso l’astronomia.
scono che in quell’anno il fisico Giovanni Battista Nel 1816 Plana ottenne fondi per acquistare
Beccaria (1716-1781), approfittando del passaggio nuovi strumenti, che non avrebbero potuto
della cometa di Halley, conquistò all’Astronomia essere sistemati nella specola dell’Accade-
il Re Carlo Emanuele III. Dopo aver fatto costruire mia perché l’edificio non era abbastanza so-
una macchina d’ottone che rappresentava le or- lido e non aveva una cupola girevole facile
bite della Terra e della cometa, Beccaria la mo- Accademia delle Scienze. La prima «vera» spe- Dopo la presentazione di un primo pro- da muovere né le fenditure necessarie per
strò a Carlo Emanuele III per spiegargli la teoria cola fu realizzata 30 anni dopo. Durante una getto, Feroggio fu mandato a Milano l’osservazione degli astri nel senso del meri-
dei corpi celesti. Il Re mostrò grande interesse: visita all’Accademia delle Scienze, il 28 giugno a visitare la Specola di Brera, una delle diano. Nel 1817, dopo essere stato nominato
accolse l’idea, lanciata dall’astronomo Ruggero 1789 il Re Vittorio Amedeo III annunciò di voler meglio concepite dell’epoca. Al ritor- astronomo reale da Vittorio Emanuele I, Pla-
Giovanni Battista Giuseppe Boscovich, di far misurare l’arco di un far costruire un osservatorio astronomico sul no presentò un progetto, chiara- na promosse la costruzione dell’Osservatorio
Beccaria meridiano in Piemonte, così come già avevano tetto del Palazzo del Collegio dei Nobili, dove mente influenzato da quanto astronomico sulla torre occidentale del lato
fatto molti sovrani nei loro Stati. La misurazione aveva sede l’Accademia (e dove oggi ha sede il Boscovich aveva realizzato a nord di Palazzo Madama. I lavori di costruzio-
fu affidata al Beccaria che nel 1761, con questo Museo Egizio). L’incarico di progettarla fu affi- Milano, in cui erano presenti ne furono diretti da lui stesso e terminarono
scopo, fece adibire a osservatorio una torretta dato all’architetto Francesco Feroggio il quale, quattro torri con tetto apribile. verso la metà del 1822: a luglio tutti gli stru-
che possiamo ancor oggi osservare all’inizio di via essendo specializzato anche in idraulica, aveva A supporto fornì «un modello li- menti vennero trasferiti nella nuova sede e lì
Po, quasi all’angolo con piazza Castello, sul tetto le competenze per poter progettare un edifi- gneo di una torre mobile con il rimasero per i successivi 90 anni.
di un palazzo che apparteneva al conte Maurizio cio adatto ad ospitare gli strumenti fissi utilizzati suo meccanismo», andato Plana morì il 20 gennaio 1864, dopo aver diret-
Orazio Fresia d’Oglianico. nell’astronomia moderna. purtroppo perduto. La to l’Osservatorio per circa 50 anni. Dopo la sua
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1822

PIAZZA CASTELLO Nel 1903 la direzione passò a Giovanni Boccar- i due circoli meridiani, due piccole torri circolari
di (1859-1936) che la mantenne per 20 anni. alte 1,50 metri per fare da base alle due piccole
Nel 1907 Boccardi pubblicò un opuscolo per cupole metalliche e altri due piccoli padiglioni,
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1912 illustrare i motivi che rendevano necessario uno per il piccolo equatoriale e l’altro per l’equa-
un trasferimento dell’Osservatorio fuori città toriale fotografico.
VIA OSSERVATORIO 20
PINO TORINESE e affidò all’ingegner Edmondo Casati l’incarico Infine fu progettato un pozzo che avrebbe do-
1° SEDE di presentare un progetto per la costruzione di vuto fornire l’acqua necessaria per i lavori e poi
1790 una nuova sede a Pino Torinese, nel luogo già sarebbe servito per i bisogni idrici della comunità
individuato da Porro. che avrebbe abitato l’Osservatorio.

E PO
VIA ACCADEMIA
DELLE SCIENZE 6
A luglio dello stesso anno fu acquistato il terre- I lavori iniziarono nel 1910 e si conclusero nell’a-

FIUM
oggi no su cui sarebbe stato costruito l’Osservatorio gosto 1912: già all’inizio del 1913 tutta l’attività fu
e a novembre si cominciò a realizzare la strada di trasferita nella nuova sede. Con lo spostamento
accesso, necessaria per il trasporto dei materiali. e l’acquisto di una nuova e moderna attrezza-
Nel progetto figurava una palazzina grande su tura, le attività osservative rifiorirono facendo
due piani in cui al piano terra avrebbero trovato dell’Osservatorio di Torino uno dei più impor-
posto gli uffici, la biblioteca e il deposito degli tanti centri astronomici italiani.
strumenti trasportabili, e al primo piano gli al- L’attuale Osservatorio. Nella seconda metà del
loggi del Direttore, dell’Astronomo aggiunto e 1920, vennero eseguiti i lavori di abbattimento
del Primo assistente. In una seconda palazzina, dell’Osservatorio costruito da Plana a Palazzo
più piccola, sarebbero stati collocati l’officina Madama, che tornò all’aspetto che di cent’anni
meccanica e gli alloggi del calcolatore, del mec- prima. Fra le due guerre fu abbattuta anche la
canico e del custode. specola sul tetto dell’Accademia delle Scienze.
Per gli strumenti si prevedeva di costruire una Dopo essere diventato ente pubblico autonomo
L’Osservatorio di Osservatorio di Pino,
Pino Torinese oggi e torre alta due metri per sostenere la cupola inizio Novecento: nel 1924, l’Osservatorio astronomico di Torino nel
ieri attorno al 1914 dell’equatoriale, due padiglioni rettangolari per uno dei primi telescopi 2001 è entrato a far parte dell’Istituto Naziona-
le di Astrofisica, che ha assorbito i 12 osservatori
scomparsa, l’Osservatorio passò all’Università La sede di Palazzo Madama non solo si trovava astronomici italiani e 7 istituti del CNR. Nel 2011 si
di Torino che lo amministrò fino al 1924, quan- in pieno centro di Torino, ma era ormai malcon- è unito con l’Istituto di Fisica dello Spazio Inter-
do diventò un ente pubblico autonomo. cia, umida e dotata di pericolose scale in stato planetario, dando origine all’INAF Osservatorio
Meglio la collina? Alla morte di Plana la città di abbandono. La sorte volle che Dorna morisse astrofisico di Torino. Nell’ultimo quarto del seco-
Torino propose di spostare l’Osservatorio sulla nel 1886 proprio per le conseguenze di una ca- lo scorso sono state sopraelevate alcune cupole
collina dei Cappuccini, offrendo la direzione a duta da quelle scale. ed è stato costruito il telescopio riflettore REOSC
Giovanni Schiaparelli, ma questi declinò l’offer- Pino Torinese. Dopo la morte di Dorna, la di- da 105 mm. Inoltre gli edifici inizialmente desti-
ta per varie ragioni, fra cui quella che la collina rezione passò a Francesco Porro de’ Somenzi nati ad ospitare le abitazioni degli astronomi e del
sovrastante il Po era troppo bassa ed era circon- (1861-1937), che rimase in carica fino al 1903. personale sono stati convertiti in uffici, mentre
data da altre colline molto alte, che avrebbero Anche Porro cercò di trasferire l’Osservatorio un lascito ha permesso l’acquisizione di una villa
impedito l’osservazione verso sud. lontano dalla città: in uno studio si lamentava di in cui hanno trovato posto il centro di calcolo, gli
Nel 1865 l’ingegnere Alessandro Dorna (1825- come fosse stato costretto ad abbandonare le studi di alcuni astronomi e i laboratori.
1886), allievo di Plana e docente di Meccanica osservazioni delle comete perché l’equatoriale Nel terreno della villa dell’osservatorio, infine, è
razionale presso l’Accademia militare, subentrò era in cattive condizioni e perché la cupola gran- stato realizzato un modernissimo edificio che dal
al maestro sia nella cattedra di astronomia che de non si poteva chiudere agevolmente, oltre ai 2007 ospita Infini.to. La struttura, che comprende
nella direzione dell’Osservatorio universita- problemi dovuti all’illuminazione stradale. Riuscì il Planetario di Torino e il Museo dell’Astronomia
rio. Riuscì subito ad ottenere finanziamenti per a trasferire parte delle apparecchiature in collina, e dello Spazio, è gestita da ApritiCielo un’associa-
l’acquisto di nuovi strumenti, tra cui un rifratto- in una stazione astronomica provvisoria messa zione di cui fanno parte l’INAF, l’INFN, l’Università
re Merz di 30 centimetri, destinato a rimanere il a disposizione dalla Casa Reale nel giardino del di Torino, la Regione Piemonte, la Città Metropo-
principale telescopio dell’Osservatorio fino alla Grande Albergo di Superga. I risultati degli studi litana di Torino e il Comune di Pino Torinese.
prima metà del Novecento. dimostrarono che la collina di Torino era il luogo
L’ingegner Dorna fu il primo a capire che, per più adatto a collocare un nuovo osservatorio.
competere a livello internazionale, bisogna- Porro individuò un sito adeguato sulla collina
va spostare l’istituto fuori città, in un luogo che Bric Torre Rotonda nel territorio di Pino Tori-
avesse orizzonte libero, aria secca, cielo puro e nese, dove l’Osservatorio si trova attualmente.
raramente coperto da nebbie: un luogo lon- L’area consentiva la costruzione di un osserva-
tano dalla collina e dal fiume, possibilmente a torio e di una palazzina dove poter sistemare
sud della città. Meglio ancora sarebbe stato co- tutto il personale che continuava a risiedere a
struire l’osservatorio in cima al colle di Superga Palazzo Madama. Porro non riuscì purtroppo a
o della Maddalena. Si trattava di costruire edifici veder coronato il suo progetto perché nel 1902
appositi, solidissimi e posti a pian terreno. fu trasferito all’Università di Genova.

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