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La classificazione del 2016 della WHO, più recente, contempla al suo interno:
TUMORI MALIGNI
CARCINOMA A CELLULE RENALI
Forma tumorale maligna, che origina dall’epitelio dei tubuli contorti, ad eccezione della
variante originante dai dotti collettori e della variante cromofoba.
Ne riconosciamo una:
• Forma sporadica con singolo nodulo, in sede monolaterale;
• Forma ereditaria con noduli multipli, con localizzazione spesso bilaterale.
Microscopicamente
Carcinoma a cellule chiare:
È caratterizzato dalla presenza di piccoli nidi, strutture acinari, alveolari, trabecolari, costituiti
da scarso stroma e cellule molto chiare con nucleo centrale e un citoplasma ripieno di lipidi e
colesterolo, sciolto nella classica preparazione del tessuto per effettuare l’esame istologico.
Carcinoma papillare:
È caratterizzato dalla presenza di strutture con un core occupato da elementi macrofagici,
accumuli di macrofagi all’interno dello stroma, mentre il rivestimento è fatto da cellule con
abbondante citoplasma eosinofilo riunite in unico strato, che possono presentare nuclei atipici
diversi tra loro, nella forma e nelle dimensioni.
GRADING
Per i carcinomi renali si prende come riferimento il grading di Fuhrman che valuta la dimensione
dei nuclei, forma dei nuclei, qualità della cromatina e soprattutto presenza o meno dei nucleoli
all’interno del nucleo all’ingrandimento specifico:
• Grado 1: quando a un basso ingrandimento (40x) non si apprezzano i nucleoli;
• Grado 2: quando a 40x i nucleoli sono presenti, ma non prominenti se l’ingrandimento
viene ridotto;
• Grado 3: situazione in cui i nucleoli sono cospicui ed eosinofili già ad un basso
ingrandimento;
• Grado 4: caratterizzato da nuclei estremamente polimorfi, tipico di cellule indifferenziate.
Microscopicamente, la massa è composta da tre elementi, proprio perché deriva dal blastema
nefrogenico: di tipo epiteliale, di tipo stromale e di tipo blastematoso.
La presenza di tali peculiarità, soprattutto se la prevalenza è della tipologia poco differenziata, se
non totalmente dedifferenziata (blastematosa), comporta un’istologia altamente sfavorevole.
TUMORI BENIGNI
ONCOCITOMA
Forma tumorale benigna, che origina dalle cellule intercalari dei dotti collettori.
Rappresenta il 5-15% di tutte le neoplasie renali, con prevalenza maggiore nel sesso maschile in
pz con età compresa tra i 50 - 60 anni.
La maggior parte delle volte è scoperto accidentalmente.
Il trattamento d’elezione è la chirurgia, semplicemente perché è l’unico strumento per fare una
diagnosi definitiva istopatologia.
ANGIOMIOLIPOMA
Forma tumorale benigna, che origina dalle cellule epitelioidee perivascolari.
Nelle forme sporadiche risulta essere più frequentemente sintomatico con dolore
lombare) e di grandi dimensioni (> 4 cm).
Talvolta può esordire come sindrome di Wunderlich, cioè con un’emorragia
retro-peritoneale.
In questi casi il trattamento può essere la chirurgia o embolizzazione selettiva.
Spesso, però, si riscontra nel 25-50% dei pz con sclerosi tuberosa ove è
asintomatico, multiplo, bilaterale e ha delle dimensioni minori (< 4 cm).
In questi casi il trattamento è solo il follow-up, ma è necessario, quindi, effettuare lo screening
dei pazienti per verificare l’eventualità di sclerosi tuberosa associata (mutazioni dei geni
oncosoppressori specifici TSC1 e TSC2).
Microscopicamente, troveremo delle aree biancastre adipose, grossi vasi a parete spessa ed
anche fibre muscolari lisce disposte irregolarmente.
A maggiore ingrandimento, si osserva la commistione di strutture vasali, che si intersecano sia con
lo stroma muscolare che con il tessuto adiposo.
ADENOMA PAPILLARE
Forma tumorale benigna, che origina dall’epitelio tubulare.
È facilmente riscontrabile durante autopsia di soggetti deceduti per altre cause; ma anche nei
reni “grinzi”, ovvero in reni ridotti di volume a causa di IRC, di processi infiammatori o a causa di
processi patologici vascolari, in seguito, ad es. a nefrosclerosi.
Microscopicamente, ha una architettura istologica papillare (ove queste, essendo tante, possono
anche apparire ammassate tra loro e ciò ne complica l’identificazione) o ha una architettura a
formare piccole strutture tubulari.
La DD con l’adenocarcinoma papillare a basso grado di malignità G1 o G2 è determinata dalla
mancanza di atipie citologiche importanti; altro criterio di differenziazione è il criterio
dimensionale e, nel caso in cui una neoformazione, diagnosticata come adenoma, dovesse
metastatizzare a distanza, sicuramente si tratterebbe di una misdiagnosi da parte del patologo.
ADENOMA METANEFRICO
Forma tumorale benigna.
È molto raro, con prevalenza nel sesso femminile, con una maggior frequenza nei giovani.
Può raggiungere dimensioni importanti (fino a 10 cm).
Microscopicamente, ha una architettura caratterizzata da piccoli tubuli rotondi, uno stroma poco
cellulato, cellule e nuclei con scarse atipie di forma e nucleoli di piccole dimensioni o non
visibili.