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Capitolo Settimo:

Conoscenza e consapevolezza…

Ormai la frittata è fatta…

«E se invece di mille
monete, ne trovassi su i rami dell'albero duemila?... E se
invece di duemila, ne trovassi cinquemila? E se invece di
cinquemila, ne trovassi centomila? Oh che bel signore, allora,
che diventerei!... Vorrei avere un bel palazzo, mille cavallini di
legno e mille scuderie, per potermi baloccare, una cantina di
rosoli e di alchermes, e una libreria tutta piena di canditi, di
torte, di panattoni, di mandorlati e di cialdoni colla panna.»

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Così fantasticando, giunse in vicinanza del campo, e lì si fermò
a guardare se per caso avesse potuto scorgere qualche albero
coi rami carichi di monete: ma non vide nulla. Fece altri cento
passi in avanti, e nulla: entrò sul campo... andò proprio su
quella piccola buca, dove aveva sotterrato i suoi zecchini, e
nulla. Allora diventò pensieroso e, dimenticando le regole del
Galateo e della buona creanza, tirò fuori una mano di tasca e
si dètte una lunghissima grattatina di capo.
In quel mentre sentì fischiarsi negli orecchi una gran risata: e
voltatosi in su, vide sopra un albero un grosso Pappagallo che
si spollinava le poche penne che aveva addosso.
- Perché ridi? - gli domandò Pinocchio con voce di bizza.
- Rido, perché nello spollinarmi mi sono fatto il solletico sotto
le ali. -
Il burattino non rispose. Andò alla gora e riempita d'acqua la
solita ciabatta, si pose novamente ad annaffiare la terra, che
ricopriva le monete d'oro.
Quand'ecco che un'altra risata, anche più impertinente della
prima, si fece sentire nella solitudine silenziosa di quel campo.
- Insomma - gridò Pinocchio, arrabbiandosi - si può sapere,
Pappagallo mal educato, di che cosa ridi?
- Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e
che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.
- Parli forse di me?
- Sì, parlo di te, povero Pinocchio; di te che sei così dolce di
sale da credere che i denari si possano seminare e raccogliere
nei campi, come si seminano i fagiuoli e le zucche. Anch'io l'ho
creduto una volta, e oggi ne porto le pene. Oggi (ma troppo
tardi!) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme
onestamente pochi soldi bisogna saperseli guadagnare o col
lavoro delle proprie mani o coll'ingegno della propria testa.1

1
Le avventure di Pinocchio - Carlo Collodi.

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Impariamo a conoscerci.
“E’ un uomo di mondo chi ha la capacità di conoscere gli
altri; un saggio chi conosce se stesso."

Per poter operare bene in borsa dobbiamo prima di tutto


conoscere noi stessi, le nostre capacità ed i nostri limiti ed
esserne pienamente consapevoli. Purtroppo, non è una cosa
innata, generalmente la consapevolezza si acquisisce solamente
a pagamento, dopo un congruo numero di operazioni non
proprio soddisfacenti… In borsa si possono guadagnare molti
soldi, tuttavia l’unica certezza sulla quale possiamo contare è
che sicuramente, prima o poi, in borsa si perdono soldi. Prima
si perdono, meglio è… solo allora si acquisisce la
consapevolezza di quello che si sta facendo. Ed è un buon
punto di partenza.
Tutti, prima o poi, perdono soldi in borsa. Nessuno escluso.
Qualcuno, ma sicuramente non tutti, riesce poi a portare a casa
degli utili.
Guadagno e perdita sono le due facce della stessa moneta.
Quando riusciamo a capirlo se ne andranno via per sempre una
buona parte delle preoccupazioni che per il trader si traducono
in stress, ansia, confusione, delusione e paura.
Questi sintomi sono il risultato di aspettative non realizzate (ad
esempio profitti elevati) che creano una situazione di conflitto
tra come sono le cose e come dovrebbero essere.
E’ normale che sia così, tutto il nostro vivere è governato da
queste regole: ogni volta che le cose non vanno per il verso
giusto non ci sentiamo a posto con noi stessi e, istintivamente,
costruiamo delle difese inconsce che cercano di puntellare in
tutti i modi le nostre scelte.

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Così, è il mercato che sbaglia, le prospettive sul titolo
continuano ad essere buone, i valori fondamentali sono
ottimi… e il titolo scende.

Si vedono prezzi assurdi


La crisi dei mutui sta colpendo titoli che con i mutui non
c'entrano sulla.
Che senso ha ad esempio che ERG faccia -7% ?
Nessuno.2

2
10 agosto 2007 – dal forum di Finanzaonline

118
Esperienza e conoscenza
“L’acquisizione di conoscenza dall’esperienza è
un’eccezione”.
Parole sante. Anche i concetti di conoscenza e esperienza non
sono sinonimi. Per tenerlo sempre a mente e non rischiare di
dimenticarlo ho usato la massima come screensaver per il mio
pc. Mi interessa poco diventare esperto, quello che voglio è
riuscire a conoscere, un pochino, come funzionano le cose che
mi circondano. Alcune sono complicate, altre semplici… come
ho già avuto modo di dire, i mercati finanziari possono
tranquillamente essere collocati nello scaffale delle cose
semplici… basta riuscire a prendere atto del fatto che possono
muoversi in due direzioni… e non andare avanti con i
ragionamenti.
Col tempo, anche in borsa, come in una qualsiasi altra attività,
si diventa esperti. Qualcuno a guadagnare, la maggior parte a
perdere soldi. Qualcuno acquisisce un po’ di conoscenza, molti
altri si limitano a diventare espertissimi…
Per operare bene, dobbiamo tenere presente che, purtroppo, in
campo finanziario, la memoria storica delle operazioni
effettuate è molto breve3. Il fatto poi di poter operare on line
con dei costi commissionali molto ridotti ha portato ad
un’operatività sicuramente più corposa che in passato con
l’ovvia conseguenza di aumentare il rischio di ‘dimenticarsi’
gli errori del passato…

3
“Altri due fattori, poco studiati oggi come in passato, contribuiscono ad
accrescere e a sostenere l’euforia.
Il primo è l’estrema brevità della memoria finanziaria, da cui segue che i disastri
finanziari sono rapidamente dimenticati.
Un’ulteriore conseguenza è che, quando circostanze identiche o molto simili si
ripetono di nuovo nel giro di pochi anni, esse vengono salutate da una nuova
generazione, spesso giovane, sempre assai sicura di sé, come una scoperta
innovativa e brillante nel mondo finanziario ed economico.”
John Kenneth Galbraith – Breve storia dell’euforia finanziaria

119
All’atto pratico, la nostra operatività sui mercati finanziari, è
governata da un metodo.
Sempre.
C’è un metodo nel guadagnare, c’è un metodo per perdere.
La necessità di acquisire la completa padronanza della propria
metodologia operativa diventa di importanza assoluta.

120
121
Le perdite virtuali…

Radiocor - Milano, 21 set 98 ''Da tempo avevo messo in


guardia che la grande euforia non poteva durare - ha detto il
presidente dell'Aiaf Luciano Pichler - La Borsa non è il gioco
della roulette. Chi aveva investito in modo 'sano' non ha
puntato il 100% sulla Borsa e non ha quindi bisogno di
liquidare tutto e subito. Occorre poi sempre ricordare che le
perdite in Borsa non sono reali finché non si realizzano di
fatto. Questo vale per i risparmiatori, la situazione è diversa
per le imprese che devono compilare i bilanci.''.......

Se per la prima parte il discorso non fa una grinza, la seconda


parte è, ad essere magnanimi, da cartellino rosso anche se,
tenuto conto da che pulpito viene la predica, opterei per la
radiazione…
Se andiamo con la memoria al settembre del 1998 ci torna in
mente l’orso russo che imperversava sui mercati. Ormai, ma
ancora non lo sapeva nessuno, la profonda fase di discesa sui
listini di mezzo mondo aveva i giorni contati: il mercato vide i
minimi nella prima decade di ottobre e poi andò a chiudere sui
massimi dell’anno.
Venne poi la bolla speculativa del 2000, gli anni bui fino al
2003 con l’indice che scese sotto i minimi del 1998.
Successivamente la risalita fino ai massimi della primavera del
2007 e il crollo con la crisi dei subprime.
A livello di indice, potrebbe stare in piedi il concetto tanto
amato della perdita virtuale ‘tanto finché non vendo non
perdo;’ il risparmiatore però non compra indici, compra titoli.

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Indice Comit Generale, Fiat, Generali, Telecom e Unicredito –
tutto rapportato a 100 – periodo da settembre 1998 al 2011

Con tutte le rettifiche del caso, in quei giorni di settembre, le


azioni Telecom veleggiavano poco sopra i 3 euro, le Fiat verso
quota 12, le Generali verso 27, le Unicredito sopra i 3,54…
C’erano ancora le vecchie Parmalat. Moltissimi titoli hanno
oggi delle quotazioni più alte - anche di parecchio - rispetto ad
allora. Ma per tanti altri non è così. Alcuni – e non sono poi

4
mentre scrivo, maggio 2011, l’Indice è più basso rispetto a settembre
1998, le Telecom sono a ridosso di quota 1, le Fiat appena sopra quota 7, le
Generali vicine a 16, le Unicredito a 1,70…Come già detto, la vecchia
Parmalat non c’è più con buona pace per chi ci ha messo soldi..

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così pochi, sono falliti e tutto il capitale investito è andato
perso…

Il concetto di “perdita virtuale” ("tanto finché non vendo non


perdo") è di una stupidità unica: compri 1.000 azioni a 10 euro
spendendo 10.000 euro reali; se dopo un paio di mesi le
quotazioni sono scese a 6, ti ritrovi improvvisamente con una
perdita virtuale di 4.000 euro reali.
Come se fosse la vendita a scatenare la perdita, non le
quotazioni che sono scese..
Ad ogni buon conto, vale la pena tenere bene a mente che tutte
le perdite virtuali si pagano con soldi reali.

Per chiarire bene il concetto di perdita virtuale, proviamo


anche in questo caso ad applicarlo al di fuori del mercato
borsistico…
Sbatto in macchina e faccio un danno di 5.000 euro. E’ pur
vero fisicamente il denaro esce dal mio portafoglio solo
quando vado a pagare il carrozziere ma è altrettanto vero che
il danno si materializza nell’esatto momento in cui sbatto e non
quando pago… Posso però decidere di tenermi la macchina
rotta e considerare il danno solamente virtuale…

Cerchiamo di evitare la strategia dello struzzo e, con la testa


ben piantata sulle spalle, prendiamo di petto il problema.
Se ho comperato un titolo a 10 e ora vale 6, ho una perdita
reale di 4 euro, soldi veri, nulla di virtuale. E la perdita c’è,
vera, reale e tangibile, anche se decido di tenere il titolo in
portafoglio. La perdita deriva solamente dal fatto che le
quotazioni da 10 sono scese a 6; non è sicuramente la vendita
che genera la perdita…
In borsa, tutte le perdite virtuali si pagano sempre e solo con
soldi reali, non dobbiamo mai dimenticarlo…

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I miliardi bruciati in borsa…

Venerdì 10 agosto 2007:


Le Piazze europee chiudono tutte in perdita:
indici tra -1,48 e -3,71%
Milano registra un -2,48%.
Nuovi interventi di Bce e Fed
Mutui Usa, venerdì nero per le Borse
Bruciati 220 miliardi di euro
Ma Trichet assicura: "L'economia dell'Eurozona è robusta"
Bankitalia: "Nessun allarme specifico per l'Italia"
Mutui Usa, venerdì nero per le Borse
Bruciati 220 miliardi di euro

Preoccupazione a Wall Street

ROMA - La paura per la crisi dei mutui Usa continua a


contagiare le Borse mondiali. Dopo il tonfo di Wall Street di
ieri e le perdite considerevoli registrate in Asia in mattinata, i
listini europei hanno chiuso in forte ribasso. Un venerdì nero
per le Piazze europee, a cui la crisi Usa è costata 219,4
miliardi di euro di capitalizzazione bruciata.
Ma, a mercati chiusi, la Bce rassicura: "La crescita robusta
che avevamo diagnosticato qualche mese fa è confermata. Il
Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al
rialzo la crescita attesa quest'anno per la zona euro",
garantisce il presidente Jean Claude Trichet. E i recenti
interventi di rifinanziamento (156 miliardi di euro tra ieri e
oggi) dimostrano la "massima attenzione agli sviluppi dei
mercati" da parte della Banca centrale.
Anche il Fondo monetario internazionale frena l'allarme,
definendo "gestibili" le conseguenze sistemiche dell'attuale

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volatilità dei mercati. "I fondamentali che sostengono la forte
crescita globale" rimarranno, secondo il Fmi, "intatti".
Nel pomeriggio, la Fed (la banca centrale Usa) ha deciso di
intervenire due volte immettendo extra liquidità: una prima
tranche da 16 miliardi di dollari e un'altra da 3 miliardi si
sono aggiunte a un rifinanziamento da 19 miliardi deciso in
mattinata. Tre interventi, per un totale di 38 miliardi di dollari,
che tuttavia non hanno evitato che Wall Street aprisse nel
pomeriggio nuovamente in perdita.
Intanto la Banca centrale europea, che ieri ha immesso nel
mercato quasi 95 miliardi di euro per far fronte alla crisi, è
intervenuta nuovamente con altri 61,05 miliardi di euro.
Secondo la società di rating Standard & Poor's, la solidità
finanziaria delle banche del Vecchio continente "non
dovrebbe deteriorarsi in maniera significativa".5

5
Articolo tratto da www.repubblica.it. Non è che se ne prendevamo da altre
testate il succo cambiava poi di tanto…

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Nulla di nuovo sotto il sole
“Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è
niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire: “Guarda, questa è una
novità? ”
Proprio questa è già stata, nei secoli che ci hanno
preceduto.”6

Se nello specifico del singolo la tendenza a parlare di perdite


virtuali è molto diffusa, quando il discorso volge sul generale,
come per magia, tutte le perdite diventano terribilmente reali.
Quando poi le perdite diventano particolarmente significative, i
piromani tornano in azione e si parla sempre e solo di quanti
miliardi sono stati bruciati in borsa. Stranamente, non è stata
coniata un’analoga definizione per le fasi di rialzo…
Il 10 agosto 2007 l’indice MIBTEL è ritornato ai livelli fatti
segnare nel novembre dell’anno prima e, anche se la giornata è
stata particolarmente negativa, si è andata ad innestare in una
fase negativa molto ben definita, non è stata certo la prima di
ribasso e, sicuramente, non sarà nemmeno l’ultima.
Storia già vista e che ci verrà regolarmente riproposta negli
anni a venire.
Poco difformi sono anche gli elementi di contorno e le
dichiarazioni che ne conseguono:

• gli interventi delle banche;


• la ricerca delle cause;
• la forza dell’economia;
• i fondamentali buoni;
• le rassicurazioni del caso…

6
La Sacra Bibbia - Ecclesiaste, I, 4-10.

127
Riporto di seguito solo i titoli delle notizie di qualche anno
fa…7

• 29 / 30 ottobre 1929
• New York Times: Bankers to Support Market Today;
• New York Times: Causes of Crash Varied
• New York Times: Stocks Collapse in 16,410,030-Share
Day, but Rally at Close Cheers Brokers; Bankers
Optimistic, to Continue Aid;
• New York Times: Cut in Discount Rate Expected;
• New York Times: Brokers Believe Bottom Is Reached;
• The World: No Catastrophe Is Seen;
• The Evening News: Fundamental Conditions Good;
• The Morning News: Values Are Unchanged..

Dopo quei giorni tristemente famosi, il mercato è andato avanti


a scendere per altri tre anni… e ce ne ha messi venticinque per
recuperare il tutto…
La cosa strana è che allora hanno scritto praticamente le stesse
cose che si scrivono nei giorni nostri… o forse, sui giornali di
oggi andiamo a rileggere quanto scritto tanti anni fa… cambia
poco.
La storia si ripete, regolarmente, nel bene e nel male… e anche
questo principio ha radici profonde, non è sicuramente nato con
la Borsa…

E così, se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, è altresì


vero che in borsa molti soldi si perdono…

7
se non conoscete l’inglese, potete rileggere l’articolo in italiano poco
sopra… c’è tutto o quasi.. Se invece conoscete l’inglese, più avanti trovate
anche gli articoli completi…

128
Non dobbiamo però mai scordare che la borsa esiste solamente
perché sul mercato ci sono operatori che la pensano in maniera
diversa, un’operatività a senso unico significherebbe solamente
la fine del mercato.
Nel crollo di agosto 2007, come in tutte le fasi negative di
mercato c’è poi chi ci ha guadagnato molto: basti pensare a
tutti coloro che erano short sui titoli o sui derivati…
Alla faccia di tutti i miliardi bruciati in borsa…

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Borse: da qui si compra (Morgan Stanley), da qui si scende (Jp
Morgan)

Websim - 13/08/2007 15:32:01


I violenti scossoni delle ultime due settimane sono stati
avvertiti anche ai piani più alti dei palazzi di Canary Wharf a
Londra e di Park Avenue a New York dove, in ambienti riparati
dal trambusto scomposto delle sale operative, le menti più fini
di Morgan Stanley e di JP Morgan elaborano le strategie di
investimento.
Lo Stoxx 600 ha perso dai massimi degli ultimi 12 mesi il 9%,
una discesa ripida provocata dai timori di un collasso delle
complesse ed ardite strutture finanziarie costruite sulle case
comprate dagli americani che se la passano peggio: nel giro di
poche settimane i prezzi sono scesi, lo scenario è mutato e le
strategie operative meritano quindi di essere aggiornate.
In modo puntuale, stamattina i due broker hanno detto ai loro
clienti come comportarsi.

Dai maxi computer di Morgan Stanley che mettono in


correlazione milioni di variabili è uscita una indicazione
semplice: "E' di nuovo venuto il momento di comprare azioni,
il rapporto tra rischio e ricompensa di un investimento in
azioni con un orizzonte 6-12 mesi è migliore ora rispetto a
due-tre mesi fa" scrivono Ronan Carr e Teun Draaisma, i due
capi di stato maggiore del team degli strateghi per l'Europa, in
un fitto rapporto corredato da 18 pagine di grafici, diagrammi
e tabelle.

Jp Morgan usa algoritmi diversi ed il consiglio che dà alla


clientela è opposto: "Noi crediamo che i mercati mondiali
potrebbero soffrire ancora ed arrivare a perdere tra il 10 ed il

130
20%. Aumentare la propria esposizione sui mercati finanziaria
pensando di approfittare della recente correzione è un errore",
avvertono Abhijiti Chakrabortti e Jason Todd nel loro report.

Morgan Stanley ha piena coscienza di quel che è avvenuto, è al


corrente che sul mercato "prevale di gran lunga il
pessimismo", ed ammette che un suo strumento di misurazione
delle possibilità di caduta del mercato è arrivato quasi a fondo
a scala, la lancetta si è portata nel giro di pochi giorni dalla
prima C che sta per "compiacenza", alla seconda C che sta per
"cautela" ed ora sulla terza C "capitolazione". "Ma uno deve
comprare nei momenti di massima incertezza, ed a nostro
giudizio ora siamo vicini a questo momento", tagliano corto
Carr e Draaisma. Con le società in ottima salute (un terzo dei
big europei ha soldi in cassa), i mercati emergenti in ottima
forma, ampia disponibilità di propellente per fusioni ed
acquisizioni e le banche centrali disponibili ad intervenire per
evitare scivoloni, è opportuno cogliere l'occasione per
aumentare la quantità di azioni in portafoglio e portarle al
53% dal 50% precedente alleggerendosi di bond (al 37% dal
40%). Morgan Stanley consiglia di girare al largo dalle
piccole società ed invita a puntare su tecnologici e finanziari.
Settori da evitare? Industriali e società di beni di consumo.

Quasi tutte le società finanziarie europee sono estranee o


marginalmente esposte al problema del collasso dei derivati
sui mutui ipotecari, ma per JP Morgan, la lontananza
dall'epicentro del sisma non le mette al sicuro, al contrario, "è
probabile che saranno zavorrate e trascinate all'ingiù dal
flusso di brutte notizie che continuerà ad arrivare dal fronte
dei subprime". Per Chakrabortti e Todd il mercato non ha
ancora compreso la reale gravità della situazione e si sta
baloccando con l'idea che qualche decine di migliaia di

131
famiglia in difficoltà con il pagamento della rata del mutuo
non siano un problema serio. "E' qualcosa di più del
Subprime! C'è sempre più evidenza di un complessivo
deterioramento della percezione della qualità degli asset", non
soltanto di quelli rischiosi ma anche quelli in precedenza
ritenuti sicuri. Inoltre la caduta del mercato immobiliare
rischia di provocare ulteriori danni. I prezzi medi delle case in
America sono scesi del 7% ma a Park Avenue si ritiene che
non sia finita e caleranno ancora di un altro 10% apportando
nuova sofferenza.
Date queste premesse sono proprio i finanziari, ed in
particolare le banche d'investimento, i titoli dai quali si deve
stare il più lontano possibile.

132
Indice Stoxx 600 – a maggio 2011 siamo ancora sotto i valori
dell’agosto 2008..

133
Andando un po’ più indietro nel tempo possiamo trovare altre
dichiarazioni che ci devono far riflettere…

Radiocor - Cernobbio, 10 marzo 2000 - Non esiste una bolla


speculativa sui titoli tecnologici in Borsa, ''comunque resta il
fatto che non tutte le imprese tecnologiche rispetteranno i
propri obbiettivi di crescita. Bisogna essere molto selettivi
nello scegliere le società sui cui puntare.' Lo ha affermato
l'economista Giacomo Vaciago.

Radiocor - Milano, 10 marzo 2000 - Ubaldo Livolsi, oggi alla


guida della merchant bank Livolsi and Partners, è ''convinto
che si sia in presenza di una bolla speculativa'' sui titoli
Internet.

Radiocor - Milano, 10 marzo 2000 - Sul rischio


sopravvalutazione dei titoli Internet, Piero Luigi Crudele,
presidente di Finmatica, ha riconosciuto che ''oggi il valore
delle azioni legate a Internet è molto elevato, perché premia
soprattutto la visione del futuro''. ''Ma questa - ha aggiunto
Crudele - in sé non crea nulla, se dietro non c'è una strategia
che valorizzi i veri fondamentali di un'impresa. Il vero
confronto non sarà quindi tra chi ha una 'visione', ma tra chi
riuscirà a renderla un fatto concreto. Chi riuscirà a
trasformarla in valori reali avrà vinto. Il resto sparirà dal
mercato.''8

Il 10 marzo 2000 l’indice Mibtel della borsa italiana fece


segnare il massimo storico assoluto toccando i 35.000 punti.
Quello che successe poi, è storia.

8
Finmatica è stata dichiarata fallita il 9 dicembre 2004….

134

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