Massimi e minimi
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Grafico settimanale del titolo Finmeccanica con evidenziati i
principali livelli di prezzi massimi e minimi.
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Le linee di tendenza
Abbiamo già visto come i prezzi possano muoversi al rialzo, al
ribasso o lateralmente (mancanza di tendenza).
Per identificare correttamente la tendenza in atto basta
osservare come massimi e minimi si succedono. In una
tendenza al rialzo massimi e minimi saranno via via crescenti;
in una tendenza al ribasso, massimi e minimi saranno via via
decrescenti.
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Fintanto che questa successione verrà confermata, è lecito
attendersi che la tendenza in atto continui.
Se andiamo ad unire con una linea retta i punti di massimo o di
minimo troviamo le linee di tendenza. Per identificare una
tendenza al rialzo dovremo andare ad unire i minimi; per
identificare una tendenza al ribasso, i massimi.
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Una linea di tendenza rialzista, detta anche linea di supporto
dinamico, ha bisogno di soli due minimi per essere tracciata e
portata avanti nel tempo. Maggiori saranno i punti di minimo
toccati dalla linea di tendenza e maggiore diverrà la sua
affidabilità in termini di supporto ai prezzi.
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Movimento laterale delle quotazioni.
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Trendlines sul titolo Acea
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Supporti e resistenze
Tracciare delle linee di tendenza e delle linee orizzontali sui
livelli minimi o massimi fatti segnare dalle quotazioni dei titoli
è un’attività che va per la maggiore fra coloro che fanno analisi
sui grafici. Spesso e volentieri, quelli veramente bravi, si
limitano a fare solo questo e non sentono la necessità di avere
sul grafico una serie più o meno ampia di indicatori, oscillatori,
medie mobili ecc.. ecc..
Tracciare linee di orizzontali di supporto (sui minimi) o di
resistenza (sui massimi) è una cosa molto facile da fare, nulla
di particolarmente sofisticato, solo linee orizzontali dritte..
Questo semplice lavoro però ci permette di prendere coscienza
di quelle che sono state le aree in cui lo scontro fra acquirenti e
venditori è stato particolarmente feroce e prolungato.
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Questa è la chiave di volta.
Dobbiamo riuscire a visualizzare i supporti e le resistenze non
come dei meri livelli segnati dai prezzi ma come quelle aree
dove acquirenti e venditori si sono scontrati, armati di soldi e di
titoli. E’ una lotta che può risolversi in poco tempo o che può
protrarsi per giorni, settimane o mesi.
Più a lungo i contendenti combattono la battaglia, più forza
andrà ad assumere l'area di supporto o di resistenza interessata.
La tenuta di un supporto sarà quindi indice di vittoria degli
acquirenti, la sua rottura indicherà invece la vittoria dei
venditori...
Tutto quanto sopra vale, specularmene, per definire una
resistenza.
Il grafico è anche la memoria storica di tutte le battaglie che si
sono combattute sul titolo, risulta facile capire come, anche a
distanza di molto tempo, livelli importanti di supporto o
resistenza riescano a far sentire i loro effetti.
Il funzionamento di questo meccanismo chiarisce, una volta in
più, se ce ne fosse ancora bisogno, come il titolo oggetto
d’analisi (buono o cattivo), sia in balia non dei suoi valori
fondamentali ma dell’umore più o meno volubile di chi opera
sul mercato. Così, la rottura al rialzo di una resistenza sposterà
gli equilibri e, sempre paragonandoci all’evento bellico, molti
venditori diserteranno e passeranno fra le file degli acquirenti
per cercare di salire il prima possibile sul carro dei vincitori.
In borsa vince, immancabilmente, chi ha la capacità di allearsi
col più forte e, in borsa, il più forte è quello che ha più denaro.
Perché è solo il denaro, in definitiva, che riesce a far muovere i
titoli…
Quest’ultimo atteggiamento, è una delle capacità che fa la
differenza fra un normale investitore e un buon trader. E’ una
capacità molto facile da acquisire solo se siamo capaci di
operare in guardando solo la dinamica dei prezzi.
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Se invece per le nostre decisioni ci siamo basati su altri aspetti,
sarà molto più difficile riuscire a cambiare idea sul titolo…
Ancora una volta, quello che ci deve interessare è solo il
movimento del titolo, non le cause che l’hanno scatenato.
Per il comune investitore non è una cosa facile da fare:
cerchiamo di comprenderlo appieno con un esempio.
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Nell’area 4,10 – 4,20, per una decina di giorni compratori e
venditori si sono dati battaglia: alla fine poi gli acquirenti
hanno avuto la meglio, il titolo ha rotto al rialzo quota 4,20 e
ha strappato velocemente in alto…
Tutto bene per gli acquirenti che hanno visto premiata la loro
strategia ma chi invece a 4,20 aveva venduto? Come abbiamo
detto, un bravo trader non ci pensa tanto, ha idee sue che però
c’entrano poco con l’operatività, si limita a seguire
semplicemente il mercato e se il mercato sale, compra anche se
il giorno prima aveva venduto.
Difficilmente il comune investitore riesce a comperare oggi a
4,30 quello che ha venduto ieri a 4,20… tanta gente perciò
assiste al rialzo da semplice spettatore, senza partecipare alla
festa. Ovviamente sono tante le riflessioni che passano per la
testa a questa moltitudine di persone; il pensiero più frequente
però è pressappoco il seguente: “quanto sono stato scemo a
vendere a 4,20… avessi aspettato qualche settimana l’avrei
potuto vendere a 4,80…. Se solo ritorna a 4,20 mi ricompro il
titolo…”
Una cosa da dire subito è che se il titolo è in una tendenza
rialzista, spesso e volentieri non ritorna sui suoi passi ma
continua imperterrito a salire e far rodere il fegato a tutti quelli
che non hanno avuto la capacità di riacquistarlo. Se però il
titolo ritorna sui suoi passi, troverà una schiera di acquirenti
che non vedevano l’ora di poter rientrare sul titolo.
Sarà anche semplificato ma questo è il meccanismo principale
con cui si creano i supporti e le resistenze.
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Supporti e resistenze sul titolo Intesa SanPaolo
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I falsi segnali
Dopo che abbiamo fatto tutto per bene, identificato il trend,
visto i prezzi rompere la resistenza e piazzato l’ordine, capita
che le cose smettano di andare per il verso giusto.1
Come già detto, l’analisi tecnica non è una scienza esatta e a
volte succede di prendere delle cantonate.
Nulla di grave se incappiamo in un falso segnale, le sole
conseguenze saranno una perdita monetaria che sarà
degnamente compensata da un aumento dell’esperienza in
materia.
La cosa importante è prendere semplicemente atto di essere
incappati in un falso segnale e chiudere l’operazione.
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“La Legge di Murphy” – Arthur Block. Un libro che deve essere presente
praticamente in ogni casa che si rispetti. Da non confondere con il libro di
John Murphy “Analisi tecnica dei mercati finanziari,” uno dei pochi testi
seri di analisi grafica in italiano.
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Falso segnale sul titolo Amplifon
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Falso segnale sul titolo Mondadori
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Per finire
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“La Legge di Murphy” – opera citata
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L’esempio appena visto su Intesa SanPaolo è lampante; potremo però
trovarne infiniti su praticamente tutti i titoli quotati..
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scendano tanto, ci sono molti compratori pronti ad entrare sul
titolo…).
Specularmene, se il titolo è al ribasso, probabilmente i prezzi
non riusciranno a raggiungere la resistenza ma si fermeranno
prima... (sul mercato le cose non vanno poi così bene, la gente
non vede l’ora di monetizzare…).
In pratica, nel primo caso si vanno a formare delle successioni
di minimi crescenti, nel secondo caso, massimi decrescenti….
In pratica, quello che ci serve per tracciare le trendlines…
Altro aspetto da tenere bene a mente è che, proprio in virtù del
fatto che molti investitori ‘leggono’ le stesse cose sul grafico (e
i livelli di supporto e resistenza sono fra le cose più facili da
imparare, diciamo l’a,b,c, dell’analisi tecnica), se questi livelli
saranno belli, leggibili da tutti e magari associati ad un numero
‘tondo’, le probabilità che vengano fatti violati ‘ad arte’
saranno numerose. Anche in questo caso non è difficile svelare
l’arcano e lo andremo ad approfondire quando affronteremo gli
stop-loss.
Generalmente, la rottura di un supporto fa scattare gli stop-loss
che sono associati a tale supporto (e più il supporto è
importante più alti saranno i quantitativi in vendita); spesso e
volentieri, qualche grosso investitore ha tutta la convenienza a
far scendere il prezzo fino a rompere il supporto solo per far
scattare gli stop e raccogliere poi tutto quello che si trova. Lo
stop loss non va quindi posizionato sul supporto ma un po’
sotto per evitare di cadere in tali manovre….
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