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Corso base di analisi tecnica e comportamentale

Riccardo Bolgia

Ultimo aggiornamento 19 agosto 2014


Presentazioni.

Riccardo Bolgia, classe ’62.


Vengo da un paesino piccolo
piccolo vicino a Trento..
Visto che oggi sono qui a
tenervi compagnia con questo
corso di formazione, forse
avete la curiosità di sapere
qualcosa in più sul sottoscritto
e su come e perché ormai da
anni giro tutta l’Italia con
questo corso di formazione
sul mercato azionario. Solo l’essenziale, non voglio rubarvi
tanto tempo.
Mi occupo di borsa da una trentina d’anni e credo di aver
sperimentato personalmente tutti i modi possibili e
immaginabili per perdere soldi in borsa.1
Ne ho fatto tesoro.
Ho lavorato in banca per poco più di vent’anni e un po’ di
questo tempo l’ho trascorso all’ufficio titoli: è un modo diverso
di vedere le cose.
Ho aggiunto molte perle al mio tesoro.
Per un periodo ho seguito le Gestioni Patrimoniali, e il mercato
lo vedi con occhi diversi ancora.
Ho fatto tesoro anche di questo.

1
Non è proprio vero, mi succede regolarmente di trovare modi nuovi per
perdere soldi ma con l’età mi sono fatto più accorto e ho capito che i
guadagni danno più soddisfazione delle perdite… Se vi può interessare, in
giro per il mondo trovate anche tanti altri corsi fatti da gente che in borsa ha
sempre e solo guadagnato… non serve nemmeno cercare tanto.
Mi occupo di formazione da quasi quindici anni e credo di aver
visto tutti i modi possibili e qualcuno anche inimmaginabile
con i quali la gente perde soldi in borsa.
Ho aggiunto tanta roba la mio tesoro.
Ho una collezione enorme di modi in cui si possono perdere
soldi in borsa, sono tanti anni che raccolgo dati…
E’ un vantaggio non da poco rispetto alla maggior parte di
coloro che iniziano a operare in borsa..
Ho dedicato molto meno tempo a capire come guadagnare
soldi in borsa: è infinitamente più facile.
La parte difficile è riuscire a non perderli. Se ci riesci, i
guadagni arrivano da soli…
Da anni ormai non leggo più alcun giornale che parla di borsa,
economia o finanza; non guardo alcuna trasmissione televisiva
che parla di borsa, economia o finanza, non seguo alcun sito
internet che parla di borsa, economia o finanza.
Non so nulla dei titoli che acquisto, nemmeno il loro prezzo…
Opero quasi esclusivamente sul mercato azionario italiano e la
borsa mi porta via pressappoco quindici minuti al giorno,
generalmente alla sera, quando i mercati sono chiusi...

Per commenti, suggerimenti e critiche, la mia e-mail è la


seguente:
riccardo@riccardobolgia.it
Avvertenze!

La presente pubblicazione
ha esclusivamente finalità
didattiche.
Non deve pertanto essere
intesa in alcun modo come
consiglio operativo di
investimento né come
sollecitazione alla raccolta
di pubblico risparmio.
Tutti risultati presentati non
costituiscono alcuna
garanzia relativamente a
possibili performances future.
L'operatività sui mercati finanziari comporta sempre notevoli
rischi e chiunque la svolga lo fa sotto la propria ed esclusiva
responsabilità.
Non mi assumo quindi alcuna responsabilità circa eventuali
danni diretti o indiretti relativi a decisioni di investimento prese
dal lettore o dal partecipante corso.
Prima di partire…

Il materiale che trovate sul sito completa e integra tutto quello


che ormai da anni vado ad esporre in aula.
E’ un percorso per certi versi più lineare e approfondito dove il
tempo (la giornata di corso) non è più un vincolo e dove potete
avere la possibilità di riprendere concetti a volte solo sfiorati.
C’è un’infinità di modi con i quali l’investitore può affrontare
il mercato e sono tante le strade che conducono al successo.
Specularmente sono pochi, ma molto trafficati, i sentieri e le
scorciatoie che sui mercati portano alla disfatta.
Non ho assolutamente le tavole della legge e quello che vado
ad esporre è solo il mio modo di vedere le cose.
Per arrivare alla meta dovete sviluppare il vostro modo di
approcciare il mercato...
Metto un accento particolare su quelle strade che portano gli
investitori a perdere soldi sui mercati.
Come già detto, sono strade molto trafficate, lastricate di
lacrime e sangue e piene zeppe di cartelli che indicano con
estrema chiarezza che in quella direzione si trovano solo
perdite… se impariamo a leggere tali cartelli, la nostra
operatività ne potrà trarre solo vantaggio.
Personalmente seguo il mercato basandomi solamente
sull’analisi tecnica, tutta la mia operatività si basa sul grafico.
Ho sviluppato – e li vado ad illustrare in aula e di seguito li
trovate spiegati in dettaglio – dei sistemi che con l’ausilio di
software di analisi grafica vanno a svolgere buona parte del
lavoro di ricerca dei titoli su cui vado a focalizzare l’interesse.
Trovate altresì spiegati in dettaglio i trading systems che uso
per la mia operatività. Da soli non bastano.
Come già detto, è il mio modo di vedere il mercato, voi dovete
trovare il vostro.
A qualcuno, quello che vado ad esporre nei corsi risulta di
poco interesse e trova ben poco che lo possa aiutare
nell’operatività quotidiana. Sono quelli che meritano i miei più
sentiti ringraziamenti… ho potuto dar loro poco portandogli via
un po’ di tempo prezioso e di questo mi spiace sinceramente.
Altri hanno la possibilità di trovare qualcosa che li può aiutare
a trovare la loro via. E’ in ogni caso ben poca cosa quello che
posso offrire rispetto a tutto il lavoro che va fatto per
raggiungere la meta. Un grosso grazie va anche a loro.
Sono fortunatamente pochi quelli che ritengono che basti un
corso per riuscire a trovare il Sacro Graal della borsa. Di sicuro
non lo si trova tra queste pagine… personalmente, ho smesso
di cercarlo tanti anni fa…
Analizzando i feedback dei partecipanti ai corsi, le richieste più
gettonate sono:
• dedicare più spazio all’analisi tecnica;
• dedicare più spazio all’operatività intraday;
• dedicare più tempo alla spiegazione dettagliata dei
trading systems;
• spiegazione dettagliata di come scegliere i titoli;
• dedicare più tempo alle spiegazioni di particolari aspetti
dell’operatività;
Per alcuni di questi aspetti il materiale che trovate sul sito può
rispondere in maniera credo soddisfacente (vedi i trading
system o la scelta dei titoli). Per quanto concerne l’analisi
tecnica ho cercato nel corso degli anni di distillare e
concentrare il tutto per arrivare a qualcosa che sia semplice e
nel contempo operativo. Di tutto quello che l’analisi tecnica
propone, qui trovate solo l’essenziale, quello di cui non si può
proprio fare a meno.
Ovviamente da parte mia trovate veramente poco di tutto
quello che concerne l’operatività intraday… non è questo il
mio pane e lo dichiaro apertamente da subito. Per tutte quelle
richieste che non posso soddisfare dal vivo… beh, i miei
riferimenti li avete… magari ci metto un po’ ma ho sempre
risposto a tutte le mail e credo proprio che continuerò a farlo…
Capitolo primo:
per partire col piede giusto!

Premessa

“Non ho l'intenzione di insegnare ai miei simili, ma di


mostrare loro tutto quanto io vedo.”2

Tanti anni fa,


quando ho iniziato ad operare in borsa,
ho dimezzato il capitale in tre mesi.
Mi sono fermato e ho cercato di capire il mercato.
Quando pensavo d’aver capito il mercato,
ho sperimentato tutti i modi possibili per perdere soldi.
Mi sono fermato e ho cercato di capire me stesso.
Da allora è passato tanto tempo,
e non ho più sbagliato una sola operazione…

Prima di partire, alcune premesse sono d’obbligo e sono le


stesse che faccio sempre all’apertura delle giornate di
formazione:

• Anche se mi sforzo di essere un buon maestro, la prima


cosa che voglio dire è che non so insegnare.
L’apprendimento è qualcosa di attivo da parte dello
studente, il compito del maestro è molto meno
importante… un buon maestro con dei pessimi allievi
difficilmente produrrà risultati; un maestro appena
2
Hazrat Inayat Khan, mistico indiano (Vadodara, 5 luglio 1882 – Nuova
Delhi, 5 febbraio 1927).
sufficiente con degli ottimi allievi riuscirà a
raggiungere traguardi importanti. Il mio è un compito
agevole: comodamente seduto a cercare di mettere nero
su bianco tutta una serie di riflessioni raccolte nel corso
di svariati anni di lavoro. La citazione iniziale di
Hazrat Inayat Khan riesce da sola a riassumere in
maniera perfetta questo mio primo assunto. C’è una
sola persona al mondo dalla quale potete apprendere
qualcosa, quella persona siete voi e il vostro lavoro è un
po’ più difficile del mio…
• Uso definire il mio un corso distruttivo dove
l’attenzione maggiore è posta nel cercare di fare
emergere tutti quegli aspetti che abitualmente
condizionano la nostra operatività in campo finanziario.
Tali aspetti, sempre presenti nelle nostre decisioni,
spesso e volentieri non sono di alcuna utilità anzi, in
moltissimi casi lavorano contro i nostri interessi… Il
lavoro grosso, la parte difficile, sta quindi nel cercare di
comprendere tali aspetti, capirne le cause scatenanti e le
relative conseguenze per poterli valutare e,
eventualmente, rimuoverli o correggerli in modo tale da
riuscire a mettere a punto un’operatività che si basi il
più possibile su degli aspetti oggettivi, razionali e
valutabili...

• Obiettivo primario di questo corso – e lo dichiaro


candidamente in premessa – è quello di mettere in
grado tutti voi di non sbagliare più una sola operazione
in borsa. Può sembrare una promessa importante e
difficile da mantenere. In realtà è molto più semplice di
quanto possa sembrare… anche se, al momento vi sento
in po’ scettici in merito… abbiate fede e continuate la
lettura; se prima di voi tanti altri ci sono riusciti, non ho
ragione alcuna per dubitare delle vostre possibilità.

• Quello che chiedo a tutti è un atto di fede. Non nei


miei confronti – sarebbe una pretesa un po’ troppo
impegnativa… no, quello che chiedo è un atto di fede
nei vostri confronti. Vi chiedo di mettervi in gioco e di
giocare, di scommettere su voi stessi, sulle vostre
capacità… Siete la sola persona al mondo che vi può
insegnare qualcosa! Provateci, lasciate che quella
splendida persona che vive in voi vi porti il suo
insegnamento…

• Ultimo, ma non meno importante, in questo corso non


troverete nulla o quasi che vi tornerà nuovo, nulla di
difficile o particolarmente complicato. Non è un corso
per addetti ai lavori, non è un corso per “gli esperti” di
borsa. Quelli bravi – o presunti tali – hanno altro da
fare. E’ un corso per chi non ha mai operato in borsa e
si affaccia per la prima volta ai mercati, per chi sente
che la propria operatività fa acqua, per chi vuole vedere
le cose sotto un altro punto di vista. E’ un corso per chi
non ha dieci ore al giorno da dedicare ai mercati, per
chi non si accontenta di perdere soldi in borsa; per chi,
in definitiva, crede fermamente che l’obiettivo di non
sbagliare più sia raggiungibile…
…il corso avanzato…

La domanda più gettonata in assoluto che mi rivolgono ai corsi


è quella relativa al corso avanzato….
Sono anni che fai il corso base, a quando il corso avanzato?
E’ assolutamente vero che sono anni che faccio il corso base e,
da un punto di vista teorico, sarebbe ora di mettere in cantiere
qualcosa di più avanzato…
Da un punto di vista pratico c’è qualche riflessione che mi
preme fare.
L’obiettivo che mi riprometto nel corso è semplice: cercare di
fare in modo che chi partecipa al corso acquisisca almeno un
po’ di conoscenza di quello che succede sui mercati in modo
tale da riuscire a operare in modo consapevole dei rischi e delle
opportunità che quotidianamente si presentano. Non ho come
obiettivo quello di insegnare a guadagnare, anche perché, come
guadagnare, lo si impara, non lo si può insegnare…
Guadagnare in borsa è facile, la strada per arrivare a farlo,
prima o poi la trovi. Quello che è difficile è riuscire ad evitare
le perdite e questo, visto che è difficile, molti non lo imparano
mai.
Se perdi soldi in borsa è solo perché ti mancano le basi…
Se perdi soldi in borsa è solo perché sei nato imparato e devi
solo trovare il corso avanzato, quello giusto, che ti insegni il
segreto per guadagnare…
Se perdi soldi in borsa, te lo ripeto, è perché ti mancano le basi
e, se ti mancano le basi, l’ultima cosa che ti può servire è un
corso avanzato…
Se perdi soldi in borsa, non ci sono santi che tengano… devi
solo ripartire da zero, imparare il mercato e conoscere te
stesso… quello che ti serve è un buon corso base…
Se invece hai la fortuna di guadagnare in borsa, è segno
evidente che le basi le hai acquisite e qualcosa l’hai capito… in
primo luogo che per guadagnare non ti serve un corso
avanzato…
E’ un paradosso ma chi mi chiede il corso avanzato è chi ha più
bisogno di un corso base…
Mi sa che continuerò ancora per parecchio tempo a fare solo il
corso base… quello avanzato, da un punto di vista pratico, non
serve proprio a nessuno…
....e i trucchi del mestiere…

Subito dopo la domanda sul corso avanzato, viene quella


relativa ai trucchi del mestiere…
Si, bello il corso ma già che ci sei potresti anche darmi
qualche trucco…
Ogni professionista che si rispetti si porta dietro un
considerevole bagaglio d’esperienza accumulata pazientemente
nel corso di anni di lavoro.
Qualcuno ha definito l’esperienza come la somma di tutti gli
errori che hai commesso… alla fine, a forza di pigliarlo nei
denti, qualcosa impari: l’alternativa è quella di rimanere
sdentato...
L’esperienza non la puoi comprare al supermercato,
fortunatamente devi viverla sulla tua pelle. L’importante è che
le cicatrici che lascia non siano troppo profonde e che ad ogni
nuova cicatrice che va a intaccare l’anima ci sia una piccola
contropartita in conoscenza, un piccolo trucco che ti permetta
di evitare, in tutto o in parte, la prossima sferzata.
Il materiale che trovate nel corso è la mia personalissima
raccolta di trucchi, nulla più e nulla meno.
Ci sono trucchi che valgono decisamente poco (uno per tutti
vedi le formule sui trading systems); ce ne sono alcuni
decisamente più interessanti (magari vale la pena di rileggere la
parte su come costruire un trading system)…
Ce ne sono tanti che sono impagabili, disseminati fra tante
pagine che spesso si leggono troppo svogliatamente.
Sono i miei trucchi, corrispondono alle mie cicatrici, e quando
te li presento spesso non riesci nemmeno a vederli…
Tu vorresti prenderti i trucchi e lasciarmi le cicatrici… beh,
puoi tranquillamente farlo ma ti ritroverai con qualcosa che ti
servirà a ben poco… un trucco orfano della sua cicatrice non
aggiunge assolutamente nulla alla tua conoscenza e alla tua
esperienza. E’ solo un’illusione, effimera, che svanisce come
neve al sole al primo palesarsi delle circostanze in cui dovrebbe
esprimersi la sua utilità.
Ecco, in quel momento, quando il mercato colpisce duro e ti
segna profondamente l’anima, solo in quel momento, quando il
mio piccolo trucco dimostra tutti i suoi limiti e la sua inutilità,
dalle sue ceneri, a volte, quello che ti resta è un po’ di
esperienza che ogni tanto riesce a crescere fino a diventare
conoscenza. Quando poi la conoscenza si distilla per bene,
quello che rimane è un piccolo trucco, intimamente tuo. Da
quel momento e solo da quel momento in poi, può iniziare a
tornarti utile.
Sono aperte le iscrizioni al corso base…

Chi ben comincia è già a metà dell’opera…

Se sei bravo ad operare non perdere tempo a leggere. I mercati


sono aperti, le quotazioni scorrono, stai perdendo occasioni per
guadagnare denaro.
Se sei veramente bravo ad operare, non perdere tempo a
leggere questo libro. I mercati sono aperti, le quotazioni
scorrono ed è una splendida giornata. E’ un vero peccato
passarla davanti ad un monitor a seguire la borsa o a leggere
questo libro.. ci sono così tante cose da fare… a tempo debito
potrai controllare quanto hai guadagnato…
Se però non sei così bravo ad operare forse è meglio che
continui la lettura. I mercati sono aperti, le quotazioni scorrono
e se ti metti a pigiare bottoni per inviare ordini va a finire che
perderai altri soldi… meglio spegnere il pc e continuare a
leggere….

Questo libro inizia dove finiscono i testi di analisi tecnica,


vuole farvi vedere l’altro lato della medaglia, la faccia scura
della luna.
Il concetto che sta alla base di questo libro è semplice: di gente
che si è arricchita in borsa ce n’è veramente poca, per contro
sono stati scritti migliaia di libri su come sia facile fare soldi a
palate in borsa – i famosi “Get Rich Book”
Generalmente si presentano come “Le nuove tecniche vincenti
per….”, “Il metodo sicuro per…”, “Guadagnare con…” ecc.
ecc.. alcuni tra i migliori libri sul tema purtroppo non sono (e
non saranno mai) tradotti in italiano “New trading…”,
“Winning Systems…” ecc. ecc.. I più costosi sono quelli che
spiegano “Le tecniche segrete di Gann” oppure “Come
cavalcare le onde di Elliott”, “Le reti neurali applicate al
trading astrologico…”…
Non volendo in alcun modo tacciare di ciarlatani i vari autori di
tali testi (…omissis...), le conclusioni che si possono trarre
sono che probabilmente l’applicazione pratica delle varie teorie
è leggermente più complessa di quanto possa sembrare (una
maniera elegante per dire che non vi siete applicati abbastanza
nello studio o, che se anche vi siete applicati anima e corpo,
probabilmente il padroneggiare tali tecniche è ancora un po’ al
di fuori della vostra portata) oppure, più semplicemente, che la
teoria è un conto ma la pratica è un altro paio di maniche…
Siccome tali libri sono stati scritti, stampati e venduti, è
evidente che hanno un mercato, che la gente crede a Babbo
Natale e alla Befana, che i bambini nascono sotto i cavoli e che
la Borsa è un posto meraviglioso dove far soldi a palate
(possibilmente in poco tempo e con ancor meno impegno).
Una delle mie massime più inflazionate recita che “non è
difficile guadagnare soldi in borsa… basta non fare tutto il
possibile per perderli”.
Tanta gente ci si mette d’impegno e di buona lena per fare tutto
il possibile per perdere soldi in borsa. Normalmente ci riesce in
un tempo più o meno lungo. Proporzionalmente, più lungo sarà
il tempo, maggiori saranno le perdite…
Nessuno ha mai pensato di scrivere un manuale per questa
schiera di aspiranti traders che immancabilmente le prova tutte,
ma proprio tutte, per rimetterci più soldi possibile nel tempo
più breve possibile.3 Buon per voi se riuscite ad ingabbiare
l’orso e a domare il toro; se però non ci siete riusciti, anche se
le avete provate tutte, forse è giunto il momento di cercare di
capire cosa bisogna fare per perdere soldi. Se riuscirete ad
evitare tutto quello che bisogna fare, riuscirete anche voi ad
ingabbiare l’orso e a domare il toro. (Fatti salvi i casi patologici
di sfortuna cronica per i quali non esiste rimedio alcuno)…

3
… è la famosa legge del Massimo sforzo col Minimo risultato.
Less is More4
Il libro in una pagina, il corso in 5 minuti…

La finanza - quello che dovrebbe essere il mio pane quotidiano


- è una di quelle cose che sono restie al cambiamento: come
scrisse John Kenneth Galbraith nel suo libro "Breve storia
dell'euforia finanziaria":5
"La regola è che le operazioni finanziarie non si prestano
all'innovazione.... il mondo della finanza continua,
instancabile ad acclamare l'invenzione della ruota, spesso in
una versione un po' instabile..."

C'è veramente poco da inventare in finanza... se poi parliamo


della borsa, ancora meno.
All'atto pratico, le quotazioni di un titolo in borsa possono fare
solo due cose: salire o scendere. E se non salgono, prima o poi
scendono. Fine del discorso. E’ sempre stato così, fin dalla
notte dei tempi. E sarà così, nei secoli a venire, finché esisterà
la Borsa.
In termini finanziari, significa semplicemente che se ho
comperato un titolo che poi ho rivenduto ad un prezzo più alto,

4
Nel meno c’è il più - Mies Van Der Rohe
5
Uno dei pochi libri (autori) che mi sento caldamente di consigliare.
ho guadagnato un po’ di soldini; se viceversa tale titolo è
sceso… ho perso un po’ di soldini.
Tutto quello che finanziariamente bisogna capire sta racchiuso
in questo semplice concetto. Credo fermamente che sia alla
portata di tutti.
Purtroppo però, sono pochi coloro che si accontentano di
accettare l'evidenza dei fatti e, semplicemente, prenderne atto.
La maggior parte delle persone ha la necessità di capire.

Immancabilmente, cominciano i casini...


Borsa, economia, finanza… ci sono delle cose di una
semplicità unica, altre che sono estremamente complesse: di
sicuro posso dire che si può operare tranquillamente in borsa
senza capire nulla di economia purché si sia in grado di contare
correttamente da uno a tre….6
Capisco poco o nulla dell’economia quindi di questo aspetto è
decisamente meglio che non parli.
So però contare fino a tre (anche all’indietro, partendo da tre
per arrivare a uno), lo so fare ad occhi chiusi e con le mani a
pugno. Finanziariamente parlando, sono equipaggiato in
maniera più che idonea per affrontare la Borsa e uscirne
vincitore.
Salire o scendere. Comprare o vendere. Guadagnare o perdere.

Il tutto si riduce praticamente a questo e le sole conclusioni


possibili per guadagnarci sono le seguenti:

Se un titolo sale, compralo e, finché sale, tienilo. Se poi non


sale più o peggio inizia a scendere, vendilo.

6
Le quotazioni di un titolo sono in salita se sono via via crescenti (1,2,3); se
viceversa sono decrescenti (3,2,1), le quotazioni sono in discesa..
Se seguirai queste semplici regole potrai solo guadagnare soldi
in borsa.

Volendo, si potrebbe aggiungere un paio di righe per far


contenti i ribassisti:
Se un titolo scende, vendilo e, finché scende, non coprirti. Se
poi non scende più o peggio inizia a salire, compralo.
Se seguirai queste semplici regole potrai solo guadagnare soldi
in borsa.7

Fine del libro. Fine del corso

Per tutti coloro che si accontentano di prendere per buoni dei


dati di fatto, le poche righe sopraccitate bastano ed avanzano,
possono tranquillamente interrompere qui la lettura e dedicarsi
ad altro: hanno sicuramente di meglio da fare che sorbirsi
qualche centinaio di pagine che cercano di spiegargli come fare
a contare fino a tre…
Tutti gli altri, gli scettici e i dubbiosi, gli indecisi e quelli che
hanno la necessità di capire, quelli che non possono
accontentarsi di poche righe… tutti gli altri, possono
continuare nella lettura.
Alla fine spero tanto riescano a contare fino a tre e possano
così immergersi, con somma soddisfazione, nel mondo della
borsa.
7
Se non è chiaro e non avete mai operato al ribasso, si consiglia di saltare il
paragrafo…
“Stupido è chi lo stupido fa.”8

8
Forrest Gump
Dal punto di vista statistico l’82% di chi opera in borsa perde.9
Si tratta di una percentuale alta, dannatamente alta.
Con una probabilità di guadagno di soli 18 punti percentuali, in
teoria dovrebbero esserci veramente poche persone disposte a
rischiare i propri soldi in borsa.
In pratica, sono veramente tanti, troppi a dirla giusta, coloro
che si cimentano con l’investimento in borsa.
Solo il 18% guadagna, tutti gli altri perdono.
Ci sono tutta una serie di piccole cose che possiamo fare per
migliorare, anche in maniera molto significativa, le nostre
probabilità di guadagno.
Il modo più semplice ed immediato è quello di ricorrere alla
solita monetina lanciata per aria.
Testa si compra, croce si vende.
Sembrerà strano ma, con questo metodo, le probabilità di
successo salgono immediatamente al 50%...
Il passo successivo è quello di aprire un secondo conto di
trading, versarci un importo decisamente più alto di quello che
c’è sul primo conto e darlo in gestione ad una segretaria
assunta appositamente per questo lavoro. Non è difficile
trovare la persona adatta, basta che non capisca assolutamente
nulla di borsa e che si limiti a fare esattamente l’opposto della
nostra operatività…
Quando compro, deve vendere e viceversa…
Probabilisticamente, sul mio conto continuerò ad avere l’82%
di probabilità di perdere ma, sul secondo conto, con un capitale
decisamente più elevato, ci saranno ben l’82% di probabilità di
guadagno…

Dovrebbero bastare queste due semplici strategie per farci


ottenere due risultati:

9
Barber e Odean – Who Gains from Trade? Evidende from Taiwan.
Forse la ricerca più approfondita a livello statistico sui risultati del trading.
• il primo, decisamente poco importante, è quello di
guadagnare soldi;
• il secondo, decisamente più importante, è quello di
prendere coscienza che, siccome non siamo più stupidi
di una monetina, probabilmente ce la stiamo mettendo
proprio tutta per perdere soldi…

“La Borsa è quella macchina che separa i soldi dagli


stupidi.”10
In Borsa, l’umiltà e la stupidità sono requisiti essenziali. Se
pensiamo di essere più furbi del mercato, inevitabilmente
riusciremo a perdere soldi. Tanti ed in fretta.
Di fondamentale importanza riuscire a sviluppare quella che
personalmente definisco la “capacità oggettiva di analisi”.
Dobbiamo cercare di prendere delle decisioni cercando di
eliminare ogni aspetto legato alla soggettività, all’emotività e ai
condizionamenti esterni.11
In pratica, accantonare la nostra presunta furbizia e riprenderci
la sana stupidità di una monetina…

10
John Davison Rockefeller (Richford, 8 luglio 1839 – Ormond Beach, 23
maggio 1937) è stato un imprenditore statunitense, grande capitalista e
industriale americano
11
Vedere la parte sulle notizie, mass media e reportistica varia…
K.I.S.S. “Keep It Simple, Stupid”12

12
Falla semplice, stupido! Clarence Leonard (Kelly) Johnson 1910—1990.
Prima di andare avanti, un altro piccolo passo indietro, al solo
fine di chiarire per bene quelli che ritengo siano dei concetti
chiave che purtroppo spesso vengono equivocati e confusi da
tantissima gente. Dove c’è confusione, in tutti quei casi in cui
si prendono fischi per fiaschi, difficilmente si riesce a
concludere qualcosa di buono. Quindi, a costo di sembrare
infantile, chiarirò una volta per tutte, spero nella maniera più
semplice possibile, le cose importanti, quelle che devono essere
chiare a tutti e per tutti devono avere lo stesso significato. Non
è una cosa facile da fare: purtroppo, le parole assumono
significati molto diversi a seconda di chi le legge…
Per rendersene conto, proviamo a pensare al significato della
parola casa. Non è difficile, volutamente ho preso una parola
semplice e conosciuta da tutti… Però, appare chiaro che la
‘casa’ a cui state pensando non è la stessa che ha in mente Bill
Gates o un abitante delle favelas di Rio… per non parlare di un
esquimese…
A grandi linee, se il nostro pensiero dovesse focalizzarsi su
‘una casa singola di circa 150 mq. con 4 stanze, cucina, doppi
servizi, garage e giardino di 300 mq.’, il nostro pensiero e
quello di Bill Gates sarebbero molto più vicini…

Per ora, i concetti che devono risultare chiari e condivisi sono


solamente quattro: economia, finanza, prezzo, valore.
Economia, finanza e …

L'economia (dal greco οίκος [oikos], 'casa' e νοµος [nomos],


'norma', cioè "amministrazione della casa") è stata definita
da alcuni come la scienza che studia le modalità di
allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di
massimizzare la propria soddisfazione ovvero la scienza che
studia cosa si produce, come si distribuisce e si consuma.

La finanza è la disciplina che studia processi con cui


individui, imprese, enti, organizzazioni, e stati gestiscono i
flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo. (…) E’
quella scienza che studia le modalità di allocazione del
denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria
soddisfazione.

Entrambe le definizioni sono tratte da http://wikipedia.org.


Un’altra citazione, a mio parere molto più immediata, sempre
tratta da wikipedia, recita che:
«L'economia è la scienza che studia perché le sue previsioni
non si sono avverate».
Per rendere il tutto più chiaro, aggiungerei in maniera esplicita
una sola parola che in quanto sopra esposto aleggia solo
nebulosamente:
«L'economia è la scienza che studia perché le sue previsioni
finanziarie non si sono avverate».

A questo punto direi che si è quasi raggiunta la perfezione nel


definire due cose – economia e finanza - che troppo spesso
vengono confuse; immancabilmente, questa confusione crea
danni più o meno gravi….
Alla fine, possiamo definire una regola semplice semplice per
chiarire e condividere i concetti di economia e finanza senza
correre il rischio di confonderli13:

• l’unico aspetto della finanza che mi interessa è quello


puramente matematico ovvero, come ho detto in
premessa, saper contare fino a tre, e sapere che 2 è più
grande di 1 e più basso di 3. Teniamolo sempre
presente e buttiamo tutto il resto. Finanziariamente
parlando, se compro a 2 e rivendo a 3 ottengo un
guadagno; se compro a 2 e rivendo a 1, una perdita.
• L’economia, cerca di spiegare perché quello che ho
comprato a 2 dovrebbe andare a 3 e non dovrebbe
scendere a 1…. In pratica, ogni volta che cerchiamo
una spiegazione di un fenomeno finanziario (vedi
sopra), stiamo mettendo in gioco delle variabili
economiche.

Cercare di capire le cose fa parte della natura umana, risulta


difficile imparare semplicemente a prenderne atto.
In Borsa, impostare un’operazione finanziaria (compro a 2 per
vendere a 3) basandosi su degli aspetti economici (in base a
queste informazioni il titolo da 2 salirà a 3), porta a dei risultati
positivi in meno del 50% dei casi.14

13
Senza ombra di dubbio, anche un economista di primo pelo a questo
punto storcerà il naso di fronte a cotanta semplificazione. Non è mia
intenzione dare una definizione ‘universale’ ma solo specificare,
unicamente ai fini di questo trattato, cosa intendo quando parlo di economia
e finanza..
14
Questa regola non vale per Warren Buffett o similari: in pratica coloro
che hanno a disposizione patrimoni talmente cospicui da potersi permettere
di fare scelte di carattere economico. Tutti noi, comuni investitori, possiamo
considerare questa regola un dogma.
… le previsioni del tempo.

«L'economia è la scienza che studia perché le sue previsioni


finanziarie non si sono avverate».
Come se il capire perché una previsione sia stata sbagliata ci
potesse dare qualche soddisfazione tangibile…
E’ proprio il termine previsione che trae in inganno e che viene
usato a sproposito: se alla base dei nostri investimenti
mettiamo delle previsioni… beh, probabilmente ci stiamo
sopravvalutando un pochetto.
Il ‘vedere prima’ le cose non è nella natura umana; se lo
sapessimo fare ci tornerebbe utile in tutto il nostro vivere, non
solo in borsa.
Per non farci trarre in inganno dalle previsioni finanziarie,
possiamo fare una piccola riflessione che esula dal campo
borsistico. Parliamo di previsioni, per l’esattezza, di previsioni
del tempo.
C’era una volta una trasmissione televisiva condotta dall’allora
Colonnello Bernacca15: fu la prima trasmissione televisiva di
previsioni del tempo. Purtroppo il Colonnello Bernacca non c’è
più ma le previsioni del tempo sono ancora molto seguite in
televisione.
Appare evidente a tutti come, nel corso degli anni, le previsioni
del tempo abbiano raggiunto un livello di affidabilità sempre
più elevato. Forse che il Colonnello Giugliacci, successore di
Bernacca, sia più bravo?
Può darsi che la maggior affidabilità delle previsioni del tempo
sia solo frutto della maggior mole di dati disponibili e di
software di elaborazione migliori? Non è difficile dare una
risposta. I satelliti meteo hanno sicuramente dato una grossa

15
Edmondo Bernacca, Generale dell’Aeronautica militare, Meteorologo,
1915 - 1993
mano alle previsioni del tempo, e i computer hanno fatto il
resto.
L’osservazione scientifica dei fenomeni atmosferici passati
riesce sicuramente ad aiutarci a capire quella che sarà la più
probabile evoluzione del tempo nelle prossime giornate.16
Con questo, la previsione in senso stretto non c’entra nulla.
Nulla di così complicato come una previsione, solamente un
più modesto, oscuro e corposo lavoro di raccolta, osservazione
e analisi dei dati disponibili.
Il termine ‘previsione’ non mi piace, specie quando lo
associamo alla finanza.
Lasciamolo ai cartomanti e ai venditori di fumo ma cerchiamo
di evitare, sempre e comunque, chiunque asserisca di poter
prevedere l’andamento dei corsi di un titolo… ha ‘solo’ il 50%
di probabilità di imbroccarla, non una in più… e di solito si fa
pagare profumatamente.
Lo stesso lavoro può essere svolto in modo efficiente ed
economico da una semplice monetina lanciata per aria….

16
Ne parleremo più avanti: potrà sembrare strano ma è uno dei capisaldi
dell’analisi tecnica finanziaria: la storia si ripete…
Prezzo e valore

“Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il


valore di niente.”17

In un mercato efficiente come è quello della Borsa, composto


da una pluralità di acquirenti e venditori, la formazione dei
prezzi è molto più veritiera che in una contrattazione fra un
singolo acquirente con un singolo venditore. I mercati (non
pensiamo solo ai mercati borsistici, il concetto vale per tutti i
mercati: dal mercato della frutta al mercatino delle pulci alle
aste on line) sono nati proprio con l’obiettivo di raggruppare, in
un determinato luogo, acquirenti e venditori al fine di rendere
più facile la conclusione delle transazioni.

Per l’acquirente, il prezzo esprime, in un momento e in un


luogo determinati, la quantità di denaro necessaria per
acquistare un bene o servizio.
Per il venditore, il prezzo esprime, in un momento e in un
luogo determinati, la quantità di denaro che incassa a vendere
un bene o un servizio.
Perché si possa formare il prezzo, devono essere presenti
acquirenti disposti a pagare un prezzo per ottenere il prodotto o
il servizio e venditori disposti a cedere il prodotto o il servizio
in cambio di denaro: lo scambio si realizza nel momento in cui
domanda ed offerta concordano.
In mercati efficienti il prezzo esprime in maniera perfetta
l’equilibrio tra domanda ed offerta.

17
Oscar Fingal O'Flaherty Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi,
30 novembre 1900) fu uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.
All’aumentare della pressione in acquisto il prezzo si muoverà
al rialzo; se viceversa aumenta la pressione in vendita il prezzo
scenderà. Il tutto alla ricerca di un nuovo equilibrio.

In ogni trattativa accanto al prezzo, parametro oggettivo


facilmente misurabile, interviene un altro elemento, il valore,
che, nella sua determinazione, risente di elementi soggettivi.
Ogni affare, dunque, si potrà concludere quando il prezzo
dell’acquirente e quello del venditore saranno uguali: ma a
quella condizione si arriverà soltanto grazie a un differente
sentiment del valore.
L’acquirente mette su un piatto della bilancia l’oggetto del
desiderio e sull’altro la quantità di denaro che, a suo giudizio, è
disposto a pagare per soddisfare il suo desiderio.
Con la bilancia in equilibrio, il solo fatto che l’acquirente sia
disposto allo scambio significa che l’utilità dell’oggetto “per
lui” è superiore a quella del denaro.
Analogamente farà il venditore: ‘peserà’ il suo oggetto per
capire quale sarà il punto di equilibrio.

Per l’acquirente lo scambio si verifica quando per l’acquirente


il bene acquistato ha un valore più elevato rispetto al suo
prezzo (…”a questo prezzo è un affare, vale sicuramente di
più!”...).
Per il venditore lo scambio si verifica quando lo stesso bene ha
un valore inferiore rispetto al prezzo (…”a questo prezzo è un
affare, vale sicuramente di meno!”...)
In pratica, nello stesso momento, lo stesso bene risulta per una
parte sottovalutato, per l’altra sopravalutato.
“OK, il prezzo è giusto!”

Il prezzo è un parametro oggettivo.


Il valore è un parametro soggettivo.
Il prezzo riflette valutazioni finanziarie.
Il valore riflette valutazioni economiche.
Confondere il prezzo con il valore è un errore.
Uno dei cavalli di battaglia di chi ‘parla’ di titoli è la ricerca di
titoli sottovalutati o sopravalutati… con l’obiettivo di comprare
i primi e vendere i secondi.
Il mero valore del titolo può essere ‘pesato’ in maniera
abbastanza accurata.
In un conteggio molto grossolano, lo possiamo definire come la
differenza fra tutte le attività e tutte le passività di un’azienda;18
se poi dividiamo tale risultato per il numero delle azioni che
compongono il capitale sociale, troviamo quanto il valore
incide sulla singola azione..
Il concetto di titolo sottovalutato nasce nel momento in cui il
valore che abbiamo trovato è, ad esempio, 10 mentre il prezzo
di mercato è più basso, ad esempio 7; se, viceversa, il prezzo
di mercato è più elevato, comunemente si parla di titolo
sopravalutato.
Se un titolo vale 10 mentre il suo prezzo è 7, le sole
conclusioni che ne possiamo trarre sono le seguenti:
* punto primo: il valore del titolo è corretto;
* punto secondo: il prezzo del titolo è corretto…

Quello che si scambia in Borsa, altro non è che la valutazione


che la gente ha dei titoli.
In Borsa non si scambiano titoli azionari.

18
In questo caso, lasciamo storcere il naso ai ragionieri…
Si scambia un prezzo, non un valore.
Guai a confondere il prezzo con il valore… non sono sinonimi.
La differenza non è di poco conto. E fare confusione, al solito,
porta a perdere soldi.
Il valore del titolo fa sicuramente parte del prezzo ma, per
arrivare al prezzo ‘giusto’, bisogna tener conto anche di molti
altri aspetti..
I Mass Media

"I giornali – diceva mio nonno -


sono come gli asini, portano
quello che gli mettono su."
Parole sagge. Ma erano altri
tempi, la vita era più semplice e
tutti sapevano cos’erano gli asini.
Oggi gli asini sono quasi spariti,
tanta gente non ne ha mai visto
alcuno; i giornali, per contro,
sono cresciuti a dismisura ed
hanno acquisito un potere sempre
più grande.
Ormai è estremamente riduttivo
associare il giornale al concetto
di informazione: con i ritmi
frenetici della vita moderna, i
figli della carta stampata hanno
dovuto per forza di cose
cambiare pelle per cercare di
essere sempre più rapidi. E’ nato
il concetto di Mass Media -
mezzi di comunicazione di massa
- che comprende tutti i canali di
comunicazione, dai giornali ad
Internet. Il mondo è diventato più
piccolo, le distanze si sono
ridotte e riusciamo ad essere
informati su tutto (o quasi) quello
che succede in questo piccolo
mondo. E’ sempre più importante
avere la notizia in tempo reale,
meglio se un po’ prima. Non stiamo più vivendo alla giornata
ma scandiamo il nostro procedere a ore, minuti, secondi….
Viviamo nel mondo dell’informazione, purtroppo. E non
sappiamo più cosa sono gli asini…..

"Giornalista è colui che spiega agli altri le cose che non


capisce.19" Magari farà sorridere qualcuno ma se ci ragionate
un pochino vi apparirà chiaro come non ci possa essere
definizione migliore. Se non capisco una cosa te la posso
spiegare solamente nel modo più cristallino possibile,
sicuramente non vado a metterci del mio, non vado a
interpretare le cose, le descrivo e basta. Se non capisco le cose
mi basta l’umiltà per contare sull’intelligenza e la capacità di
discernimento di chi legge: devo solo fare il mio lavoro nel
modo migliore possibile descrivendo le cose ed i fatti. Se però
capisco le cose che voglio spiegare agli altri, spesso e
volentieri tutto quello che faccio è cercare di violentare con le
mie idee e percezioni quella che è la scatola vuota di chi
legge…… e di sicuro non sono un buon giornalista. In un
mondo dove la gente conosceva bene asini e giornalisti la
definizione di Longanesi calzava alla perfezione. Ora,
purtroppo, i giornalisti capiscono (o credono di capire) le cose
che spiegano, spessissimo le vogliono capire dannatamente
troppo bene…..

19
la definizione è di Leo Longanesi che di giornalisti ne capiva sicuramente
più del sottoscritto.
La gestione delle notizie.

“Se le notizie servissero, non avrei perso soldi in borsa…”

Viviamo nel mondo dell’informazione, mai come ora abbiamo


accesso alle fonti informative.
Abbiamo i giornali, le televisioni, internet. Sappiamo tutto, di
tutti. In tempo reale. E continuiamo imperterriti a perdere soldi
in borsa.
Nella pratica, uno dei concetti difficili da digerire, è che in
campo finanziario non esistono notizie positive o notizie
negative. Il vero giudice della notizia è il mercato: alla fine non
è la notizia in se ad essere positiva o negativa, quello che conta
è la reazione del mercato.
Così, a fronte di notizie positive le quotazioni del titolo
possono scendere per poi salire quando le notizie saranno
decisamente peggiori…
Entra in gioco anche un aspetto assolutamente soggettivo che, a
livello assolutamente inconscio, va a filtrare le notizie.
Riescono a passare solo le notizie non in conflitto con le nostre
aspettative e le nostre scelte. Tutte le altre, semplicemente non
vengono prese in considerazione.
Quello che manca è una capacità oggettiva di analizzare i dati
che abbiamo a disposizione e lo andiamo a chiarire con un
piccolo esempio…
Tutti noi, per scelta, leggiamo il giornale che meglio rispecchia
le nostre idee… il milanista leggerà quindi la Gazzetta dello
Sport mentre lo juventino preferirà di gran lunga Tuttosport;
chi ha un orientamento politico di sinistra andrà a leggere
l’Unità o Repubblica, chi invece guarda a destra comprerà
Libero o il Secolo d’Italia…
Più della notizia in se, ci interessa un’opinione... anzi, per dirla
tutta, ci interessa l’opinione concordante con la nostra.
Lo stesso processo accade, inconsciamente, per tutte quelle
notizie che sono riferibili alle nostre scelte d’investimento.
Un processo certosino di ricerca delle notizie che vanno a
giustificare le nostre scelte: ancora una volta, l’economia che
deve spiegare le nostre decisioni finanziarie sbagliate.

Vogliamo capire le notizie e le implicazioni che esse hanno e


tralasciamo beatamente la sola cosa che ci interessa per
guadagnare soldi in borsa: il fatto che il prezzo del titolo salga
o scenda.
Voglio poter rimanere ignorante e limitarmi a guadagnare tanti
soldi… senza capire il perché.
Pensateci un momento: mai come ora abbiamo avuto tante e
tali notizie a disposizione.
Negli ultimi anni abbiamo avuto la possibilità di operare con
strumenti che solamente pochi anni prima erano impensabili:
prezzi in tempo reale, book a 20 livelli, possibilità di
comperare e vendere in frazioni di secondo… e notizie, solo il
Padreterno sa quante notizie abbiamo avuto a disposizione.
Eppure, nonostante tutte le notizie e tutti gli strumenti a
disposizione siamo ugualmente riusciti a perdere soldi…

Non ci deve interessare il perché un titolo sale o scende, per


guadagnare basta il fatto che salga o scenda.
In tutta la nostra vita siamo ossessionati dai perché. Non siamo
capaci di accontentarci dei fatti, dobbiamo sapere le ragioni, i
perché…. Non dobbiamo mai confondere gli strumenti con le
capacità: è troppo facile cadere nell’errore di ritenersi bravi
solamente perché possiamo disporre di strumenti molto
sofisticati. Nulla di più falso. Nessuno di noi diventa un buon
chirurgo solo perché si è comprato un buon bisturi. Nessuno di
noi diventa bravo ad operare in borsa solo perché può disporre
di ottimi strumenti e buone fonti informative….
Per guadagnare ci vuole qualcos’altro….

Rivoglio il mio diritto a non essere informato.


Rivoglio il mio diritto ad avere una mia opinione personale.
Sono assolutamente favorevole alla censura, alcune notizie non
devono finire sui giornali.
Le notizie condizionano le nostre scelte.
Le notizie scatenano l’emulazione.
Le notizie ci portano via la nostra capacità di scegliere…
Sono anni che non leggo più alcun giornale economico.
Sono anni che non seguo una trasmissione televisiva che parli
di borsa.
Sono anni che non navigo più su alcun sito internet dove c’è
qualcosa di finanza.
Ho le mie idee, giuste o sbagliate che siano.
E mi limito a guadagnare (e perdere) soldi in borsa.
Semplificare!

“Non cercare le cose troppo difficili per te,


non indagare le cose per te troppo grandi.
Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un'intelligenza umana.”20

Più una cosa è complicata, più è difficile da fare.


Più è difficile da realizzare, più sono le possibilità che qualcosa
non vada per il verso giusto.
Operare in borsa non è difficile, basta non cercare di fare tutto
il possibile per complicarsi il lavoro.
Guadagnare in borsa non è difficile, la cosa difficile è evitare di
perdere.
Guadagnare in borsa non è difficile, basta non fare tutto il
possibile per perdere…
L’analisi tecnica di borsa è un universo particolarmente
frammentato e vasto. Gli spunti di studio sono molteplici,
volendo ce n’è per lavorare per anni.
E dopo che abbiamo studiato tutto, possiamo passare ad
inventare qualcos’altro.
Dopo anni e anni di studio, magari riusciremmo anche ad
arrivare a capire perfettamente tutto lo scibile dell’analisi
tecnica. Va tutto bene se il nostro è un fine puramente
didattico.

20
La Sacra Bibbia - L'Antico Testamento - I Libri Poetici e Sapienziali –
Siracide, capitolo 6 –21,22,23
Se però il nostro fine non è puramente didattico ma è operativo,
possiamo tranquillamente buttare via un bel po’ di roba.
In realtà, come abbiamo visto, possiamo buttare via quasi tutto.
Di sicuro, bisogna buttare tutto ciò che è complesso e che non
riusciamo a capire.

La finanza è facile anzi, per dirla tutta è molto facile.


Se la fanno complicata, da qualche parte c’è la fregatura.

“Evitate tassativamente di investire i vostri denari su un


qualsiasi prodotto finanziario che non siete in grado di
spiegare a un bambino di 10 anni.”21

Già questo dovrebbe bastare per evitare di investire su prodotti


complessi22 che, in quanto tali, generalmente ci fanno perdere
soldi.
Se le nostre scelte finanziarie si basano esclusivamente su
qualcosa che conosciamo bene, difficilmente prendiamo delle
cantonate.

21
Non è farina del mio sacco, se non vado errato l’ha detto un tale Warren
Buffett…
22
In finanza ‘complesso’ generalmente significa ‘rischioso’…
L’hedge fund LTCM (Long Term Capital Management)
raccoglieva i principali esponenti dell’industria dei servizi
finanziari di Wall Street, banchieri con esperienza nel sistema
finanziario ed i migliori cervelli della matematica finanziaria.
Insieme avevano messo a punto uno dei più formidabili sistemi
di “scommesse finanziarie”, capace di creare profitti
nell’ordine di miliardi di dollari. LTCM riusciva a disporre di
capitali oltre la soglia dei 100 miliardi di dollari che
provenivano dalle principali banche e investitori mondiali,
ovvero da investitori che, a loro volta, avrebbero dovuto
conoscere molto bene i rischi dei sistemi finanziari. Mettendo i
capitali disponibili come garanzia, l’hedge fund poteva
impegnarsi in operazioni in derivati per un volume superiore ai
mille miliardi di dollari. Secondo il New York Times, gli
ispettori che hanno esaminato i conti di LTCM hanno accertato
che i depositi degli investitori, un capitale di 4,75 miliardi di
dollari, erano stati impiegati "come collaterale per l’acquisto di
titoli per 125 miliardi di dollari, per poi usare quei titoli come
collaterale per partecipare in transazioni finanziarie innovative
che ammontavano a 1250 miliardi di dollari". Nel team di
LTCM figuravano due Nobel per l’economia, Robert Merton e
Myron Scholes, che ottennero quel riconoscimento nel 1997
per le formule matematiche alla base delle operazioni sui
derivati. A dirigere le operazioni c’erano John Meriwether, ex
Salomon Brothers, David Mullins, ex-vicepresidente della
Federal Reserve USA ed altri operatori di fama. LTCM aveva
scommesso sul fatto che a lungo termine si sarebbe verificata
una convergenza dei tassi d’interesse delle principali nazioni
industrializzate, secondo i parametri definiti dal modello
matematico di Merton e Scholes. Alla base c’era il presupposto
teorico che ciò che è accaduto nel recente passato consenta di
prevedere ciò che accadrà nel futuro. La realtà, a differenza
della logica dei modelli dei computer, non è sempre così
lineare. I modelli computerizzati costruiti con tutte le analisi
dei dati del passato non possono prevedere la realtà che esiste
al di fuori del loro universo statistico. All’atto pratico, i modelli
finanziari di LTCM non erano stati in grado di prevedere gli
scossoni verificatisi sui mercati in Asia ed in Russia, che,
gettando il mondo finanziario nel panico, avevano portato i
risparmiatori ad investire nei titoli di stato tedeschi e
statunitensi. Quella corsa ai titoli rifugio accentuò la differenza
dei tassi d’interessi, invece del presunto riavvicinamento,
determinando le perdite colossali di LTCM. A seguito di quella
crisi, all’inizio del 1998 LTCM ha perso la sua base di capitale
passata dai 4,8 miliardi dollari a 600 milioni di dollari
registrando, nel solo mese di agosto, una perdita del 44% degli
investimenti. Le 14 banche convocate dalla Federal Reserve il
23 settembre 1998, si sono accordate tra loro per rilevare
LTCM versando 3,75 miliardi di dollari. L’alternativa sarebbe
stata quella di lasciare LTCM al proprio destino, rischiando che
il mondo finanziario implodesse di colpo sotto una reazione a
catena di insolvenze.
Analisti / Ricerca USA su 160 mila consigli emessi in 15 anni.
Maria Teresa Cometto – Il Mondo 29/06/2001.
Si guadagna di più con i sell.
Nel 2000 le azioni da vendere hanno reso il 48,7%. Contro il –
31,2% dei buy.
Non solo gli investitori hanno perso molti soldi seguendo le
raccomandazioni d’acquisto degli analisti nel 2000. Ma
avrebbero guadagnato ben di più se ne avessero comprato le
azioni bollate dagli analisti con un sell, vendere. Lo mostra uno
studio (Prophet and Losses, Profeti e perdite) appena
pubblicato su Ssrn (Social science research network electronic
library) e curato da quattro professori californiani: Brad
Barber, Reuven Lehavy, Maureen McNichols e Brett Trueman.
I quattro hanno setacciato 160 mila rating su 9.600 aziende
nell’arco di 15 anni. Se fino al 1999 i migliori analisti erano
riusciti a selezionare i titoli che facevano meglio della media
del mercato, il 2000 è stato invece un vero disastro. "L’anno
scorso le azioni meno raccomandate dagli analisti hanno
guadagnato (mediamente, su base annua) il 48,7%, mentre le
azioni più consigliate hanno perso il 31,2%" scrivono i
professori.
"Questi risultati riguardano tutti i mesi del 2000, nelle fasi di
rialzo e di ribasso di Borsa, senza distinzione fra settori
tecnologici e non". Le raccomandazioni esplicite di vendita
sono state solo 6 nel 2000 (567 i giudizi hold, tenere, che però
nel gergo di Wall Street significa vendere); colpisce il fatto che
vengano pubblicizzate quando ormai la quotazione di una
società ha già toccato il fondo o lo sta per toccare. Un
investitore che l’anno scorso avesse fatto il contrario, ovvero
comprato i titoli non amati dagli analisti avrebbe fatto la
propria fortuna. Il che, commentano Barber e colleghi,
aggiunge nuovi seri dubbi sull’utilità delle raccomandazioni
dei profeti di Wall Street.

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