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Storia delle fotografia (appunti)

Wikipedia say: "Fotografia: Processo fotochimico per mezzo del quale l'immagine di un qualsiasi
oggetto, ottenuta con la camera oscura, viene fissata e resa permanente su un supporto di materiale
sensibile ai raggi luminosi. "

Il termine "fotografia" deriva dal francese photographie, proveniente dall'inglese photography,


composizione di foto (dal greco "luce") e grafia (dal greco "scrittura"). Fotografia significa quindi
"scrivere con la luce", la luce è la nostra "materia prima" e la fotografia è un linguaggio, con le sue
regole e le sue grammatiche..

In principio c'era la "camera obscura", una vera e propria stanza in cui, grazie ad un foro posto sulla
parete, veniva proiettata (capovolta) l'immagine del mondo esterno.

Da queste vere e proprie stanze si è passati alla costruzione di "camere obscure portatili", utilizzate
dagli artisti per ricalcare su carta l'immagine proiettata, grazie ad uno specchio (riflesso.. reflex), della
scena inquadrata.

Con il tempo queste "semplici scatole" si sono


evolute, con la possibilità di mettere a fuoco o di
cambiare l'ottica... praticamente una macchina
fotografica ma senza pellicola/sensore!

Rimaneva un problema: come far rimanere


impressa l'immagine proiettata?

Si sapeva che certe sostanze chimiche erano


sensibili alla luce: grazie a persone come Niepce,
Dagherre, Talbot e molti altri nel corso del 1800
si sono sviluppati i procedimenti chimici e
meccanici che hanno portato ad una vera e
propria rivoluzione nella comunicazione.

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Nel 1826 Niépce realizza quella che viene considerata la prima fotografia della storia, dopo una
esposizione di 8 ore: "Veduta dalla finestra a le Gras".

Daguerre e Niépce, in società, migliorano il procedimento e Dagherre (dopo la morte di Niépce nel
1833) inventa un altro metodo di stampa, a cui da il nome Dagherrotipo.

In un famoso dagherrotipo di Dagherre, "Buolevard du Temple, Parigi", compaio le prime persone: un


lustrascarpe e il suo cliente, fermi, mentre le altre persone sulla strada spariscono, a causa del lungo
tempo di esposizione ancora necessario.

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Il 7 gennaio 1839 è la data "ufficiale" dell'invenzione della fotografia, quando il fisico François
Arago presentò all'Accademia delle scienze francese il brevetto di Daguerre, chiamato dagherrotipo.

Il governo francese renderà disponibile il procedimento al mondo intero, garantendo un vitalizio a


Daguerre.

Daguerre non rimane con "le mani in mano" e, con il cognato Alphonse Giroux, inizia a produrre
macchine fotografiche per i dagherrotipi. L'apparecchio (che pesava sui 50kg..) riscosse un enorme
successo (grazie anche la vendita in "kit" con i chimici e gli accessori necessari per lo sviluppo) e le
vendite andavano a gonfie vele.

La notizia suscitò l'interesse di William Fox Talbot,


che dal 1835 testava un procedimento fotografico,
la calotipia, e di John Herschel, che lavorava, invece,
su carta trattata con sali d'argento, utilizzando un
fissaggio a base di tiosolfato sodico.

Nello stesso periodo, a Parigi, Hippolyte Bayard


(famoso per la foto dell'annegato..) ideò una tecnica
usando un negativo su carta sensibilizzata
con ioduro d'argento, dal quale si otteneva poi una
copia positiva.
Bayard fu però invitato a terminare gli esperimenti per evitare una concorrenza con Daguerre.
Grazie a Talbot abbiamo, con la creazione di immagini "in negativo", la possibilità di riprodurre un
immagine infinite volte (e non una sola come nel caso del dagherrotipo).

All'inizio la qualità delle stampe realizzate con la Talbotipia non è paragonabile alla qualità dei
Dagherrotipi, ma avevano il grandissimo pregio della riproducibilità.
Negli anni i miglioramenti tecnici e chimici migliorano ulteriormente, rendendo la Fotografia un arte
riconosciuta e non solo un metodo per "documentare la realtà".

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Avremo tecniche di stampa (che oggi vengono chiamate come "Antiche tecniche di stampa") come la
stampa al collodio umido, l'ambrotipia, la ferrotipia, la cianotipia...
Nel 1843 Hanna Atkins (figlia di John Children, famoso scienziato ed essa stessa botanica) usa la
cianotipia per documentare il suo lavoro e nel 1843 pubblica il suo primo volume "Photographs of
British Algae: Cyanotype Impressions".

Nel 1887 Hannibal Godwind inventa la pellicola di nitrato di cellulosa e nel 1888 George Eastman
iniziò a produrre le prime bobine di pellicola.
Nel 1892 Eastaman fonderà la Kodak, che, con le sue macchine dal semplice utilizzo, permetteranno
la diffusione della fotografia ad un livello più popolare.
Nel 1895 i fratelli Lumiere (Francia) inventano il cinematografo, usando pellicola 24x18mm (4:3).

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Nel corso del 1900 le macchine fotografiche e le ottiche migliorano,
divenendo sempre più piccole e di migliore qualità: avremmo
macchine come la Graflex, usata dai giornalisti, la Rolleiflex, la
mitica Leica che, con il formato 35mm derivato dal formato
cinematografico, ha permesso a grandi fotografi come Robert
Capa, Werner Bishof di documentare la guerra in un modo mai
visto prima.

Nasceranno aziende come la Polaroid, la Nikon, la Canon, la Olympus, la Fujifilm.

Sezione di una pellicola 35mm

Negli anni 70 la Polaroid inizia la produzione di macchine "istantanee", che, caricate con pellicole
"autosviluppanti" permettevano di vedere in pochi minuti la foto realizzata. Nel 2008 viene smessa la
produzione di queste pellicole ma, negli ultimi anni, azienda come la Impossible propongono pellicole
istantanee che possono venir caricate nelle vecchie macchine fotografiche Polaroid compatibili.
Un ingegnere della Kodak, già nel 1975, mette a punto il
primo prototipo di fotocamera digitale, sfruttando un sensore
CCD, ma sarà solo nel 1981 che la Sony Mavica (le
immagini venivano registrate su FloppyDisc ) comparirà nel
mercato: inizia un altra rivoluzione, la fotografia diventa
"istantanea", è possibile visualizzare subito le foto e, se
vengono male, rifarle..
Nel giugno del 2000, in Corea del Sud, la Samsung rilascia
il primo cellulare dotato di fotocamera integrata l'SCH-
V200: da quel modello la tecnologia ha portato alla nascita
di smartphone dotati di fotocamere sempre più efficenti, con il pregio della condivisibiltà immediata.

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